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Seduta del 27/7/2004


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Audizione del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania, Corrado Catenacci.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania, Corrado Catenacci.
L'audizione odierna costituisce l'occasione per acquisire utili elementi informativi sullo stato di attuazione nel territorio della regione Campania della vigente normativa in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti e sulle problematiche connesse ai compiti attribuiti agli uffici del commissario su tale specifico settore.
La Commissione intende, infatti, approfondire il ruolo e l'attività svolta dalla nuova struttura commissariale per l'emergenza rifiuti, cui è preposto il dottor Catenacci, con particolare riferimento ai profili più delicati riscontrati nell'esercizio delle relative funzioni, soprattutto in ordine alle più critiche vicende che hanno caratterizzato anche recentemente talune aree del territorio campano nello smaltimento dei rifiuti.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do subito la parola al dottor Corrado Catenacci, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione in esito alla sua relazione.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non so quale sia il taglio che la Commissione desidera io dia a questa mia esposizione: potrei iniziare parlando della mia attività dai primi giorni del mio insediamento, o semplicemente fornire elementi sugli ultimi fatti che hanno caratterizzato l'apertura di discariche e sullo stato dell'arte con riferimento ai problemi collegati al prossimo avvio dei cantieri per i termovalorizzatori.

PRESIDENTE. Può trattare entrambi i profili, esponendoci lo stato dell'arte, che poi comprende anche la vicenda degli impianti.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Come loro sanno, mi sono insediato i primi giorni di marzo 2004, dopo le dimissioni del governatore della regione Campania, presidente Bassolino. Negli uffici del commissariato di Governo ho trovato una situazione abbastanza confusa e precaria, perché proprio in quei giorni si stava abbattendo sull'intera regione Campania un'emergenza nell'emergenza: c'era grave difficoltà nell'assicurare lo smaltimento dei rifiuti e quindi vi era il pericolo concreto che essi permanessero nelle strade di numerose località e città campane.


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Tutto questo nel mese di marzo, cioè in prossimità della Pasqua, una festività che cadeva a metà aprile, un periodo che registra forti presenze turistiche in particolare nelle località della penisola amalfitana, della penisola sorrentina e nelle isole del Golfo di Napoli.
Immediatamente abbiamo dovuto occuparci, più che dei problemi amministrativi e contabili che pure erano tantissimi, di interventi mirati a consentire lo smaltimento dei rifiuti. È stata un'attività difficilissima e già in quei giorni ho potuto assistere ad alcuni fatti molto singolari: in provincia di Salerno praticamente non vi era alcuna discarica in funzione; in provincia di Caserta neppure; in provincia di Napoli si provvedeva attraverso l'invio di quasi tutto il tal quale nella discarica di Orvieto e per altre province come Benevento ed Avellino funzionava un trasferimento di rifiuti verso Bari, in un sito della Tersan Puglia, dove venivano avviati la FOS e i sovvalli.
Naturalmente questa crisi si è aggravata moltissimo perché non siamo riusciti ad utilizzare la discarica di Difesa grande per la tenace resistenza delle popolazioni e soprattutto per l'intervento dei politici locali che, indipendentemente dallo schieramento politico, si sono opposti e ci hanno messo i bastoni tra le ruote. A questo si aggiunse il fatto che l'intervento delle forze dell'ordine in quella circostanza è stato particolarmente morbido e non ci ha consentito di attivare la discarica di Ariano Irpino. Quindi, è stato necessario intensificare i trasporti con la Ecolog, una società dell'Ente ferrovie dello Stato, e avviare uno studio per individuare le discariche già pronte ed utilizzabili. Una di queste discariche è quella di Sette Cainate a Giugliano, in Campania, che insiste in una zona che già in passato ha ricevuto, in termini di smaltimento di rifiuti, un grosso tributo, nel senso che vicino a Giugliano, un comune che ha una superficie molto estesa a pochi chilometri da Napoli, per tantissimi anni vi è stato lo sversamento dei rifiuti di quasi tutta la Campania.
È evidente, quindi, che le popolazioni, alle quali tra l'altro avevo anche firmato in presenza del sindaco un impegno a non utilizzare quel sito come discarica, hanno visto molto male la mia decisione di mettere in funzione la discarica di Sette Cainate, necessaria anche in conseguenza del contestuale completamento della cava Resit dove si poteva, sia pure parzialmente fino a quel momento, smaltire la FOS e i sovvalli, che dovrebbero avere, secondo il contratto con FIBE, determinate caratteristiche. Purtroppo però gli impianti di CDR da cui risultano questi prodotti funzionano abbastanza male e da essi non escono prodotti con le qualità previste dal contratto e dagli altri capitolati, anche se la legge in materia è piuttosto evanescente perché non vi sono precise normative sulle caratteristiche della frazione organica e dei sovvalli.
Tutto questo è continuato per un paio di mesi e agli inizi di giugno la procura della Repubblica di Napoli ha sottoposto a sequestro preventivo i sette impianti di CDR della Campania e, con successivo provvedimento adottato nella stessa data, per evitare il fermo dell'attività, ha dissequestrato questi siti, intimando alla FIBE Campania, il soggetto affidatario, il versamento di una cauzione di 50 miliardi e di mettere a norma gli impianti per la produzione di materiali adeguati.
Bisogna anche sapere che, fin dal primo momento, la gestione commissariale, supportata da due consulenti avvocati dello Stato - l'avvocato Pulizzi, mio consulente, e l'avvocato Figliolia, capo dell'ufficio legislativo del dipartimento della protezione civile, che spesso è intervenuto in soccorso della nostra struttura - ha avuto numerosi incontri con i vertici di FIBE; in alcuni casi si è trattato di scontri perché le nostre posizioni allo stato sono molto lontane. Tra l'altro, la magistratura inquirente di Napoli ha emesso, nei confronti del commissariato, un provvedimento con il quale ci ingiunge di esercitare dei controlli sulla qualità dei prodotti e sulla funzionalità degli impianti. Per evitare che questi controlli fossero gestiti da tecnici presenti nella nostra regione


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(indagati dalla stessa magistratura), ho ritenuto di affidare gli accertamenti tecnici all'Acea, un'azienda di importanza nazionale (mi pare che abbia migliaia di dipendenti) con sede in Roma, che ci dà ampie garanzie dal punto di vista della serietà del lavoro.
Abbiamo anche coinvolto il mondo universitario e, in occasione recente, presso la prefettura di Napoli, è stato siglato un protocollo d'intesa fra il presidente dell'Ente parco del Vesuvio, il sottoscritto, l'Università di Salerno e il Corpo forestale dello Stato per poter utilizzare le numerose cave dismesse, che sono nella zona B del Vesuvio (Terzigno, Boscoreale), per ricevere la FOS nel momento in cui questo prodotto avesse le caratteristiche volute dalla legge. Per ora, siamo molto lontani da un'ipotesi del genere, però se la produzione di FIBE fosse conforme ai capitolati e al contratto non vi sarebbero difficoltà ad operare questo smaltimento, che servirebbe per il risanamento ambientale. Anzi, è singolare la circostanza che nel contratto non si parla di discariche perché la FOS doveva essere utilizzata unicamente per il risanamento ambientale, per cui tutta l'attività fatta dal commissariato da almeno un anno prima del mio arrivo e proseguita in parte da me si sostituisce a quella che avrebbe dovuto svolgere FIBE e che ho ritenuto di dover portare avanti a causa dell'emergenza, precisando bene in ogni provvedimento che ci saremmo rivalsi economicamente nei confronti di FIBE, che trova conveniente che il commissariato di Governo, a proprie spese - ma anche senza spese perché gran parte di questi trasporti è stata svolta senza l'immediato pagamento -, porti fuori i rifiuti.
Poi c'è stata la famosa intesa, siglata anche in sede governativa, con tutte le regioni italiane. Questo patto ha consentito, però, di trasportare fuori soltanto 30-40 mila tonnellate di rifiuti, cioè la produzione della Campania di una settimana. Un aiuto molto più concreto lo abbiamo avuto dalla regione Calabria che, per la verità, sta ancora ricevendo, anche se adesso in misura molto minore, fino a 400 tonnellate al giorno dei nostri rifiuti.
Questa è la situazione. Recentemente si è proceduto alla riapertura di una discarica a Bortolotto in provincia di Caserta, della discarica di Sette Cainate e della discarica di Parapoti a Salerno: ciò ci consente, allo stato attuale, di avere una situazione sotto controllo, nel senso che possiamo sperare in uno svuotamento dei sette impianti di CDR in cui erano raccolte circa centomila tonnellate di rifiuti per sottoporli a manutenzione da parte della società proprietaria (FIBE). Nel momento in cui la manutenzione verrà fatta, sembra che gli impianti funzioneranno a regola d'arte e produrranno la FOS.
Ci siamo trovati di fronte (non tanto io quanto i miei predecessori) alla necessità di utilizzare gli impianti senza sosta; ciò ha causato quello che si produce in un'automobile nuova alla quale si fa il tagliando non dopo 20 mila chilometri, come si dovrebbe, ma dopo 200 mila. Ci sono, quindi, anche delle responsabilità della struttura commissariale, che possono essere addebitate soltanto alla gravissima emergenza che ha colpito la Campania dal 2001 in poi.
A tutta questa situazione di momentanea apparente normalità, si aggiunge l'imminente apertura dei cantieri per la costruzione dei termovalorizzatori. Questi cantieri dovevano essere già aperti almeno da 7-8 mesi, o anche un anno, ma, per una serie di motivi che non sta a me giudicare se validi o pretestuosi, non sono mai stati aperti. È, però, giunto il momento che il ciclo venga completato con l'apertura dei cantieri per i termovalorizzatori e, poiché nei mesi e negli anni passati non c'è stata alcuna comunicazione con le popolazioni, abbiamo avviato una serie di incontri, con il capo dipartimento dottor Bertolaso che è stato sempre a fianco alla nostra struttura, specialmente nei momenti di difficoltà, e con il clero della Campania; abbiamo tenuto degli interventi in sede di conferenza episcopale a Pompei, perché alcuni alti prelati avevano idee forse distorte sull'utilità e soprattutto sulla funzionalità di questi impianti, e delle conferenze


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stampa; abbiamo avuto incontri con delegazioni di cittadini, con gli amministratori dei due siti in cui devono essere realizzati i termovalorizzatori e anche con i tecnici sia di parte sia nostri, considerato che la materia investe la competenza tecnica dei nostri consulenti e del comitato scientifico presieduto dal professor Napoli, un eminente docente dell'Università di Napoli che ha lavorato tantissimi anni a Salerno.
Abbiamo mostrato ai sindaci di queste località una serie di benefici in termini occupazionali ed economici, perché, ancorché qualcuno sorrida a queste cifre (le ho sentite bene e le ripeto), si parla di oltre 1.000-1.500 lavoratori impegnati nei due anni di costruzione e poi 250-270 che lavoreranno a tempo indeterminato non appena gli impianti entreranno in funzione. A ciò va aggiunto anche l'indotto che girerà intorno agli impianti.
Ho anche proposto la costituzione di un comitato di alta vigilanza che segua l'andamento dei lavori e controlli le caratteristiche tecniche degli impianti meccanici che verranno installati. Questo comitato dovrà essere composto da tecnici di altissimo livello, designati dai comuni interessati.
Per quanto riguarda le commissioni di collaudo che devono essere nominate per i due impianti (si tratta di collaudi in corso d'opera), ritengo utile che in esse sia presente il rappresentante del comune in cui sorgerà l'impianto: evidentemente deve trattarsi non del capo dell'ufficio tecnico del comune, ma di un'eminente personalità del mondo della scienza. In Italia simili impianti esistono già numerosi specialmente nel Nord e al Centro. Tra l'altro la società che dovrebbe costruire gli impianti ne ha già costruiti una quindicina in Europa, a Copenaghen e Stoccolma e in Cina a Shanghai, che credo conti 26 milioni di persone. Dico questo per sottolineare che la società è in grado di attivare un impianto del genere. Tra l'altro una delle imprese della FIBE è l'Impregilo che deve costruire il ponte sullo Stretto e attualmente si sta occupando dell'alta velocità.
Allo stato attuale, comunque, non possiamo tracciare un giudizio positivo, perché i risultati dell'appalto ci hanno molto deluso. Spero che, con la chiusura del termine di proroga che la magistratura ha dato a FIBE per mettere a norma gli impianti e che dovrebbe scadere verso la fine di settembre e soprattutto con la scadenza dei 90 giorni della nostra diffida a FIBE, i rapporti si possano chiarire. È evidente che se si dovesse andare alla risoluzione del contratto, il paesaggio diventerebbe estremamente interessante perché, tra l'altro, FIBE ha firmato, insieme al presidente della regione Campania e a un pool di banche, una convenzione secondo la quale, nel caso in cui FIBE abbia delle sofferenze o debba abbandonare l'incarico, potrebbero subentrare direttamente gli istituti bancari che stanno già finanziando FIBE (hanno dato circa 400 miliardi di vecchie lire e dovranno arrivare fino ad oltre 1000 miliardi).
A me questa evenienza suscita non poche perplessità perché FIBE ha avuto l'incarico con un appalto-concorso al quale hanno partecipato altre imprese e mi sembra strano che altri possano subentrare a FIBE senza che ci sia l'appalto-concorso. Non voglio prendere troppo sul serio questa possibilità, anche perché se il contratto con FIBE venisse risolto è di tutta evidenza che il programma intero dei rifiuti in Campania potrebbe subire un contraccolpo ed un ritardo di 6-7 mesi se non di più, in attesa di un'altra gara. FIBE ha ben fissato le sue prerogative e quindi, ove mai dovesse essere costretta ad abbandonare il campo, la struttura commissariale, o chi per essa, dovrebbe rimborsare a FIBE le spese sostenute per la costruzione di alcuni impianti e pagare delle penali che sono a carico di entrambi i contraenti.
Questo contratto è allo studio approfondito del nostro pool di avvocati, del quale, oltre ai due avvocati dello Stato, fa parte anche l'avvocato capo della regione Campania ed altri giovani ma bravi avvocati. Speriamo che si riesca a trovare una soluzione.


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Contestualmente all'avvio dei cantieri, i cui lavori dovrebbero avere inizio nei prossimi giorni, dobbiamo parlare delle famose ecoballe. La Campania è sommersa di ecoballe. Nel momento in cui i termovalorizzatori entreranno in funzione, ci saranno 8 milioni e mezzo di tonnellate di ecoballe giacenti nei vari siti della Campania. È di tutta evidenza che bisogna trovare dei siti in cui stoccarle, tenuto conto che tra pochi giorni (il 20 settembre) scade la possibilità di utilizzo del sito di Villa Literno. Questo è uno dei compiti che la nostra struttura vuole affrontare nei prossimi giorni, sempre insieme a FIBE perché l'allestimento e la preparazione di questi siti compete a FIBE.
Per il passato, da almeno un anno e mezzo a questa parte, molto spesso il commissariato si è sostituito a FIBE, vuoi per incapacità dell'impresa di avviare certe iniziative, vuoi per un abnorme interesse del commissario a gestire in prima persona delle attività che invece andavano gestite dal concessionario. Comunque, noi stiamo cercando di ricondurre tutte le attività nei propri alvei e quindi, per quanto possibile, vorremmo riuscire a gestire l'attività di nostra competenza, evitando di intrometterci in affari come quelli di progettazione, apertura e allestimento di discariche, che finora sono stati seguiti, non direi abusivamente, ma irritualmente dal commissario straordinario.
In questa breve esposizione ho tralasciato di dire qual è la situazione finanziaria. Ancora la regione, nonostante sia stata raggiunta da alcuni solleciti da parte del Ministero dell'ambiente e del Dipartimento della protezione civile, non ha completato la relazione delle attività svolte dalla precedente gestione, anche perché vi è una serie di obiettive difficoltà: il presidente Bassolino, che era commissario per i rifiuti, le acque e le bonifiche, è rimasto commissario per le acque e le bonifiche e per avere dal Ministero del tesoro l'autorizzazione ad aprire la contabilità speciale sono già trascorsi un paio di mesi. Le procedure sono difficili e lunghe e evidentemente l'attuale commissario alle acque e alle bonifiche si trova in difficoltà; comunque, dovrebbe essere imminente la conclusione della relazione per cui finalmente potremo avere tutti i numeri. Posso dire quasi con certezza che le passività della precedente gestione ammontano ad alcune centinaia di milioni di euro (non vorrei dire numeri a vanvera ma credo che si tratti di 300-350).
Nel momento in cui mi sono insediato ho trovato nella cassa di tutte e tre le gestioni 16 mila euro. Abbiamo potuto utilizzare subito 15 milioni di euro che ci sono stati dati dal Dipartimento della protezione civile, 5 milioni di euro forniti dal Ministero dell'ambiente e 10 milioni di euro forniti dalla regione Campania che, per la verità, fino a questo momento ha collaborato con molto impegno e interesse, anche perché se il mio tentativo dovesse fallire troppo presto parte della responsabilità verrebbe addebitata ai miei predecessori.
Abbiamo, infine, il gravissimo problema dei 2.400 lavoratori assunti dalla precedente gestione con un contratto a tempo determinato per le esigenze della raccolta differenziata. Questo rapporto di lavoro è stato inopinatamente trasformato in rapporto a tempo indeterminato: ho avuto notizia di una sentenza del TAR della Campania (notizia da verificare) con la quale il TAR avrebbe annullato le ordinanze commissariali che prevedevano nel 2000 questo cambio di tipologia del rapporto. Questa gente, inquadrata con un contratto di lavoro di Federambiente e che quindi riscuote oltre 3 milioni al mese, molto difficilmente accetterà di perdere il posto di lavoro. La situazione è drammatica, tanto che nei primi giorni del mio insediamento sono stato aggredito più volte per cui si è ritenuto necessario tutelarmi adeguatamente: sotto gli uffici del commissariato non è difficile vedere 20, 30, 40, 50 poliziotti, secondo i momenti più o meno caldi.
Questi dipendenti avrebbero dovuto lavorare per la raccolta differenziata che sarebbe dovuta partire: sono stati spesi centinaia di miliardi ma non è partita più di tanto, se è vero che finora i comuni della Campania sono al 12 per cento.


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Stiamo attivando una serie di iniziative e stiamo coinvolgendo professionalità che appartengono ad alcuni piccoli comuni della Campania, dove però la raccolta funziona. Faremo tutto perché la gente possa avviarsi su questa buona strada, ma le speranze sono minime. Anche il comune di Napoli, con l'azienda ASIA che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, non ci ha dato una grossa mano.
Oltre al problema dell'apertura dei cantieri c'è quindi anche questo gravissimo problema sociale. Preciso che i lavoratori sono distribuiti nei consorzi che dovrebbero pagarli con i nostri fondi.
Sono anche stati comprati automezzi per centinaia di milioni e mi risulta - stiamo indagando - che alcuni di questi siano inoperosi ed altri siano stati dati in uso a strane società, pubbliche o private. Se si dovranno fare i conti delle spese per la raccolta differenziata, credo che emergeranno cifre enormi delle quali, per il momento, non si può dare neanche il rendiconto. È in corso, presso i nostri uffici, un'ispezione da parte del Ministero del tesoro: abbiamo un ispettore in pianta stabile che si occupa di verificare tutti gli aspetti delle gestioni dei rifiuti.
Nei giorni scorsi sono usciti su alcuni giornali dei dati sulle retribuzioni percepite da alcuni degli amministratori straordinari negli ultimi cinque anni (non ci sono quelle degli anni precedenti, perché evidentemente essendo intervenuta la prescrizione non si possono esercitare azioni di alcun tipo).

PRESIDENTE. Che vuol dire «amministratori straordinari»?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Commissari e subcommissari. Noi rispondiamo ogni giorno a precise richieste dell'autorità giudiziaria. Gran parte delle notizie uscite sulla stampa erano state date da noi alla magistratura inquirente.

TOMMASO SODANO. Lei conferma quindi che le cifre apparse sulla stampa sono giuste?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non le ho controllate perché ho una certa repulsione rispetto alla pubblicazione di questi dati.

TOMMASO SODANO. Secondo alcuni ci sarebbe una certa confusione tra lire ed euro.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non lo so, ma ritengo che non ci siano tanti errori. Si tratta di cifre cospicue.

PRESIDENTE. Per chi non legge i giornali campani sarebbe utile essere più precisi.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Se è utile essere precisi, bisogna tenere conto che alcuni di questi amministratori hanno svolto la loro attività per quattro anni. In un caso si è parlato di un milione di euro, cioè due miliardi di lire, per cui è evidente che in un anno questo vicecommissario ha percepito una retribuzione lorda di circa 450 milioni. Comunque, risulta che avessero perlomeno il trattamento dei consiglieri regionali.

TOMMASO SODANO. È proprio questo il punto, perché se si tratta di circa 450 milioni l'anno, non è il compenso dei consiglieri regionali. In Campania si è aperta una querelle su questa vicenda.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non tocca a me indagare su questi aspetti.

MICHELE VIANELLO. Allora non doveva dircelo.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Ho chiesto questi dati all'ispettore del tesoro il quale me li ha dati ed io li ho trasmessi alla magistratura. Non li ricordo


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esattamente, ma ricordo che un commissario aveva guadagnato un milione di euro.

PRESIDENTE. Possiamo acquisire questi dati?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Certamente. Le manderò copia dei rapporti che ho inviato alla magistratura, al Ministero dell'ambiente e al dipartimento della protezione civile.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

MICHELE VIANELLO. Lei ha cominciato un'attività e, almeno per quanto mi riguarda, vorrei si evitassero cenni ai problemi del passato legati ai commissariamenti.
Vorrei capire la demarcazione esatta tra la sua attività di commissario, che è quella di risolvere un problema contingente, e quella di gestione ordinaria dei rifiuti in Campania. Fino a che punto la sua attività può ipotecare il futuro, che dovrebbe essere di ordinarietà?
Se non ho capito male partiranno i due inceneritori (non so se chi è bravo a costruire strade sia bravo anche a fare inceneritori). Comunque, poniamo che Impregilo, che ha l'esclusiva, prima o poi costruisca gli inceneritori: con essi non si risolverà il problema dell'ordinario, ma - come ci ha detto il ministro Matteoli - si bruceranno ecoballe per 40 anni.
Rimane, quindi, il problema dell'ordinario e, se non capisco male, lei lavora sulle discariche: questa è un'impostazione che però non spetta decidere né alla regione né ad un commissario, ma spetta alle province e ai comuni, in quanto sono essi che devono stabilire come muoversi. Intendo dire che, quando lei decide per le discariche, ipoteca il futuro. Se la provincia di Venezia decidesse di fare un inceneritore è un suo problema!
Alcuni di noi sostengono che voi dovete rescindere il rapporto con la FIBE, che ha in mano il diritto di privativa in materia di rifiuti ed in effetti dovete rescinderlo, altrimenti continuate a tenere ipotecato il futuro.
Non esiste la messa a norma degli impianti di CDR: o è CDR o non lo è e la macchina che ha venduto FIBE non fa CDR, come ha spiegato lei poco fa, come ha spiegato la magistratura e come spiegano tutti i consulenti. Questo è motivo sufficiente per la rescissione del contratto, come può esserlo il fatto che io compro una Fiat ma mi viene venduta una Topolino. Ci sono mille modi poi per transare e mettersi d'accordo: siamo uomini di mondo e capiamo come si fanno queste cose, soprattutto quando si toccano potentati come Impregilo. Però, il fatto che si tratti dei signori di Impregilo non significa che debbano sempre comandare loro.
Diciamolo con molta franchezza: FIBE quantomeno nella parte inerente il CDR è inadempiente nei confronti del contratto che è stato stipulato e ci sono tutti gli elementi per impugnarlo. Se lei fa questa operazione, avendo poteri commissariali, ciò può permettere a chi è in buona fede e a chi ha dichiarato la sua disponibilità a fare un inceneritore di passare ad un regime di ordinarietà. Altrimenti, temo che proseguendo su questa strada continuiamo perpetuando il regime di commissariamento e di straordinarietà, cosa che tutti noi vogliamo superare. Se non si supera questo punto, non è possibile superare il problema.

TOMMASO SODANO. Sono contento delle affermazioni del collega Vianello, perché, almeno in questa Commissione, si comincia a comprendere che il problema non riguarda i parlamentari di destra o di sinistra che si schierano su una determinata posizione per interessi di bottega o di collegio. Ormai sta maturando una convinzione sulla base degli elementi di conoscenza che abbiamo acquisito rispetto al piano rifiuti in Campania e soprattutto sulla privativa che, come ha confermato anche lei, commissario Catenacci, continua a non rispondere neanche ad un capitolato,


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che pure presenta molti dubbi ed incertezze rispetto alle tipologie produttive messe in campo in questi anni.
Vorrei rivolgerle alcune domande sulla volontà di costruire un terzo inceneritore (non ne ha parlato nella sua relazione, ma lo ha dichiarato di recente). Nel corso delle audizioni abbiamo colto la disponibilità di alcune istituzioni locali (provincie e città importanti della nostra regione), che hanno espresso la volontà di avere degli impianti (non solo inceneritori) senza avere rapporti con la FIBE. Il comune di Napoli ha un'azienda importante a partecipazione pubblica e vorrebbe che fosse essa ad occuparsene; lo stesso hanno detto il sindaco di Salerno e il presidente della provincia di Benevento. Se non affrontiamo il nodo della FIBE tutto questo resta una dichiarazione di buona volontà da parte degli amministrazioni locali e noi continuiamo nell'errore di battere una strada che ha già dimostrato il suo fallimento, sapendo già di andare di nuovo ad uno scontro con le popolazioni, perché nessuno dei problemi posti in questi anni è stato affrontato e risolto.
Il ministro Matteoli ci ha detto la settimana scorsa che non è possibile perdere un anno di tempo per fare una nuova valutazione di impatto ambientale; poi però ci ha detto che occorreranno 40 anni per smaltire le balle.
Come si fa a costruire un terzo inceneritore? Lei pensa forse di affidarlo di nuovo alla FIBE, come un premio per l'inefficienza che ha dimostrato in questi anni?
La FOS non dovrebbe andare in discarica, come invece sta avvenendo: mi interessa sapere chi paghi, perché vorrei che almeno questo lo pagasse FIBE, oltre ovviamente ai territori coinvolti.
Lei ha fatto riferimento al comitato tecnico-scientifico presieduto dal professor Napoli. Tale comitato - come dichiarato nell'audizione presso la Commissione ambiente svoltasi la scorsa settimana - non si è occupato fino a questo momento del tema dei termovalorizatori e si sta occupando solamente della FOS. Ciò mi sembra strano perché, visto che dovrebbe dare anche un parere e che si parla di imminente inizio dei lavori, avrebbe dovuto dare una certa priorità agli impianti che si stanno cominciando a costruire.
Riprendo l'esempio dell'automobile: nel 2004, compriamo una Panda del 1998, però dobbiamo stare tranquilli perché ci metteranno la marmitta catalitica e adegueranno i colori. Per quale motivo una comunità dovrebbe comprarsi una macchina datata di sei anni e fargli gli aggiustamenti in corso d'opera? Rimane sempre il rischio che alla fine del percorso gli adeguamenti non siano rispondenti alle nuove normative, per cui la macchina non potrà entrare in funzione. Questo mi sembra un modo folle di procedere.
Infine, non possiamo continuare a parlare di rifiuti in Campania solo quando ne abbiamo le strade sommerse. Sappiamo che un bomba ad orologeria scatterà da qui a due mesi, forse anche prima, perché si stanno completando le poche discariche aperte. Lo stiamo dicendo da tempo e comunque anche l'inizio dei lavori non risolve il problema dell'emergenza. Abbiamo bisogno ogni mese di 40 mila metri quadrati per depositare le balle, stante la produzione costante, visto che non cresce la raccolta differenziata; in più c'è bisogno delle discariche per la FOS e il sovvallo. Vi è bisogno, ogni mese, di tipologie diverse di discariche per i tre anni occorrenti per la costruzione degli impianti. Io credo che dovremmo cominciare ad essere realisti, a ragionare sull'ordinarietà e sulla straordinarietà, tentando di far diventare ordinario, anche nella nostra regione, il problema inerente i rifiuti.
Mi rendo conto che lei ha assunto l'incarico da pochi mesi, però devo dire con estrema franchezza che lei sta continuando a commettere gli stessi errori di chi l'ha preceduta, sta cioè continuando a gestire l'ordinario senza affrontare il nodo di questo piano tutto imperniato attorno a FIBE, piano che ci pone in una condizione asfittica.

GENNARO CORONELLA. Innanzitutto vorrei ringraziare il prefetto Catenacci per la lucida e onesta relazione e vorrei cogliere


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l'opportunità per formulare qualche domanda, partendo da alcune affermazioni che, a mio avviso, devono essere di principio.
Il commissario di Governo rappresenta i cittadini della regione Campania rispetto ad un vuoto istituzionale che si è creato, tanto che è necessario definire ruoli e funzioni, perché, allo stato, permangono incertezze anche su chi deve e chi non deve fare. Il cittadino campano è uno sfortunato nato in una regione che sconta ritardi e responsabilità precise.
La FIBE inizia il suo rapporto contrattuale con la regione Campania a giugno 2000: attraverso un appalto-concorso assume, con un contratto sottoscritto nel 2000, il compito di procedere allo smaltimento dei rifiuti. Per questo servizio la FIBE incassa delle somme a carico dei comuni, somme stabilite dal patto che prevede sia la selezione nell'impianto di CDR sia la termovalorizzazione. Siccome dalla sua relazione si intuisce che non è dato sapere quando inizieranno i lavori, ci troviamo di fronte ad una chiara inadempienza contrattuale: la responsabilità è chiara, manifesta, mastodontica, perché siamo di fronte ad una società che sta incassando somme per dare un servizio che svolge però solo per metà, mentre accumula CDR in tutta la regione Campania, devastandola, secondo quanto lei ha detto.
Signor commissario, bisogna sciogliere il nodo della FIBE: vorremmo sapere dalla persona più autorevole, che ha potere contrattuale nella materia, se ci siano o meno (al di là dello staff di avvocati e dei filosofi) i presupposti perché la FIBE continui a svolgere la sua funzione in base al contratto.
Quando lei si è insediato ha fatto alcune dichiarazioni: «Il mio commissariamento è a termine ed io già mi sento fuori gioco, perché è intenzione del Governo affidare subito la gestione agli enti preposti dalla legge a gestire questo servizio, cioè alle province». È sempre questo l'intendimento del Governo? In che tempi ciò può realizzarsi? Come giustamente diceva il collega Vianello, se la provincia non vuole utilizzare le discariche e vuole trattare i rifiuti in altro modo, deve avere l'opportunità di farlo.
Se non sciogliamo questi nodi, continueremo a vivere in uno stato emergenziale, che pone anche noi in una posizione ridicola nei confronti della comunità. Tra l'altro c'è sempre un capro espiatorio ed io sono convinto che non sia sua eccellenza il prefetto Catenacci, perché oggi attaccarlo è strumentale, è come sparare sulla Croce rossa, nel senso che è una persona indifesa che non ha alcuna responsabilità, ma si sta adoperando con grande energia e grande impegno.
Eccellenza, la gente ci aggredisce, ci insulta, perché nell'immaginario collettivo i parlamentari sono responsabili di tutto, anche se le responsabilità spesso sono in capo alle province, alle regioni, ai sindaci.
Al di là delle responsabilità che emergeranno dagli accertamenti che stanno svolgendo i magistrati, le chiediamo di sciogliere questi nodi, perché proprio attraverso di essi passa la soluzione del problema dell'emergenza rifiuti in Campania.

BENITO SAVO. Signor prefetto, farò qualche brevissima considerazione per stimolare qualche riflessione.
Condivido pienamente tutto quello che è stato esposto dai colleghi che mi hanno preceduto ed in particolare la necessità, come primo passo sostanziale, di risolvere il contratto con la FIBE, perché se non si attua questa mossa, ogni altra cosa è pura filosofia.
Però, signor prefetto, lei sa anche un altro fatto che mi ha impressionato in modo particolare: lei ha fatto entrare nel discorso dei rifiuti, in uno Stato laico come il nostro, la necessità di coinvolgere alti prelati (tenga presente che sono cattolico). Se queste persone dovessero essere cointeressate al problema, francamente mi cadrebbero le braccia, perché dobbiamo pensarci noi. Ho visto, però, che sarebbero molto interessati alla risoluzione del problema alti prelati e un buono stuolo di avvocati, con lo squasso economico che esiste in Campania a proposito di smaltimento


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dei rifiuti, di cui lei non è responsabile. Bisogna, infatti, prendere atto che la gestione Bassolino è stata praticamente inerte e inefficace. Mi chiedo e le chiedo se Bassolino sia stato un incapace solo perché gli mancava il coraggio di fare in quell'ambiente, perché non ha avuto il coraggio di operare modifiche sostanziali.

DONATO PIGLIONICA. Credo che azzardare l'individuazione di responsabili politici in questa sede sia un'imprudenza, perché in una vicenda come questa si affastellano inadempienze, difficoltà e responsabilità sicuramente complesse.
Vorrei porre al prefetto alcuni quesiti. La solidarietà con le regioni Umbria e Calabria ha avuto un corrispettivo in termini di pagamento? Se è così quanto è costato lo smaltimento e a carico di chi?
Ha parlato di 2400 lavoratori socialmente utili, con un costo stimato intorno ai 100 miliardi l'anno. Ciò non mi scandalizza, però le chiedo quale impatto abbia avuto sull'efficienza del sistema, perché 2400 persone che lavorano sicuramente apportano un beneficio, se lavorano realmente (mi pare di aver colto alcune perplessità in proposito).

PRESIDENTE. Temo che non fossero perplessità.

DONATO PIGLIONICA. Della struttura commissariale e dei suoi costi si favoleggia. Le risulta che alcuni soggetti pagati da tale struttura siano dislocati, per esempio, presso il Ministero dell'ambiente per cui sono in carico alla struttura commissariale ma lavorano da altre parti?
Ha anche detto che una certa quantità di FOS va verso la Puglia e la Tersan. Però la FOS dovrebbe essere smaltita in discarica perché non credo che possa essere ulteriormente trattata per ricavarne compost, mentre la Tersan produce compost. Si tratta quindi di smaltimento in discarica o di affidamento per ulteriore lavorazione? Dico questo perché temo di sapere dove sia finita un po' di FOS.
Ha parlato di 8 milioni di tonnellate di CDR quando gli impianti saranno pronti.

TOMMASO SODANO. Di balle.

DONATO PIGLIONICA. Sarebbe peggio perché una balla pesa una tonnellata e trecento chili.
Cosa contiamo di fare di questo CDR, dato che, a parere di tutti, non è CDR e quindi non potrà essere smaltito attraverso la termovalorizzazione, ma rischia di avere bisogno di discariche in cui smaltirlo definitivamente? È in corso una serie di indagini e di valutazioni, ma se - come sostiene l'ARPA dell'Emilia Romagna - il prodotto è un rifiuto, il tempo che passa ne peggiora la condizione. Intendo dire che se oggi non è smaltibile attraverso la termovalorizzazione, tanto meno lo sarà fra tre anni, perché dopo tre anni anche un CDR ben fatto comincia a creare qualche problema.
Cosa conterà di fare la struttura rispetto a 8 milioni e mezzo di balle o di tonnellate che si saranno accumulate?
In assenza, o comunque durante la fase di elaborazione del contratto con FIBE - c'è materia a sufficienza per rivederlo -, si può pensare di svincolare alcune o tutte le province affinché possano partire con la loro programmazione?
Qui, emerge il fallimento del concetto di commissariamento come strumento in grado di risolvere questioni di questo tipo. Come lei ha detto, i presidenti delle province, i sindaci, i parlamentari del territorio hanno messo i bastoni tra le ruote solo perché la pratica del commissariamento li ha totalmente privati di una responsabilità nei confronti del loro elettorato per cui possono agevolmente svolgere il ruolo di Masaniello, senza dover dare conto a nessuno delle loro responsabilità.

TOMMASO SODANO. Cosa viene trasferito fuori regione, il rifiuto tal quale o una delle frazioni?
Può esplicitare meglio l'accordo a firma FIBE, banche, commissariato, che rappresenta un elemento nuovo per la Commissione e che confermerebbe una voce di alcuni giorni fa secondo cui la FIBE si sarebbe opposta all'eliminazione o alla


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riduzione della produzione delle ecoballe, che altro non sono che un tesoro ammassato? Ciò perché ci si chiede, in questa fase in cui non c'è il ciclo completo, che senso abbia imballare rifiuti tal quale per poi portarli in discarica: se bisogna trasferirli, tanto vale trasferirli come rifiuto tal quale, riducendo così la quantità di ecoballe prodotta ogni giorno. Sembrerebbe invece che la FIBE si sia opposta a questa ipotesi. Vorremmo una sua conferma e vorremmo sapere se ciò sia legato all'accordo, che sarebbe un ulteriore capestro perché le banche addirittura ricatterebbero la struttura commissariale, perché anche in caso di rescissione subentrerebbero loro direttamente nella gestione del ciclo.
Quando lei parla di imminente inizio dei lavori, cosa intende?

PRESIDENTE. Aggiungo qualche sollecitazione.
Raccolta differenziata: a parte i dati sui quali c'è qualche incertezza (secondo gli ultimi dati che ci sono stati offerti la regione Campania si attesterebbe sul 12 per cento di raccolta differenziata, mentre l'osservatorio Ispes di Fara parla dell'8 per cento) e a parte la sensazione che percepiamo e cioè che al di là del numero non c'è raccolta differenziata, sono in corso iniziative che prevedono premi o penalità?
In questo senso, gli impianti di servizio per la raccolta differenziata, non solo quelli di produzione del CDR, funzionano, funzionano a regime, stanno funzionando tutti, sono bloccati a valle dalla FOS e dal sovvallo, procedono?
Qual è lo stato dell'arte sugli impianti di CDR, su quelli di vagliatura, sulle isole ecologiche (mi riferisco anche al trattamento degli ingombranti) che dovevano essere realizzate, sulle aree di trasferenza, sugli impianti di compostaggio? Qual è lo stato dell'arte sull'impiantistica e sulle penalizzazioni e valorizzazioni da prevedere rispetto ai comuni che fanno raccolta differenziata?
Credo di aver capito che la vicenda Parapoti sia risolta, seppure con una soluzione diversa. Mi piacerebbe capire con quale soluzione e con quale soluzione temporanea le altre province abbiano contribuito.
Il presidente Bassolino avrebbe dovuto fare una relazione: l'avete avuta? L'avete prodotta? Ne avete copia? L'Acea ha già fatto qualche relazione in questo senso, anche per capire il rapporto tra qualità del CDR, qualità degli impianti, produzione reale.
Ho letto grandi polemiche sulle dichiarazioni del ministro circa l'assenza o meno della valutazione di impatto ambientale sugli impianti. Ora l'Europa dice che non occorre più tale valutazione per quegli impianti, occorrendone una ben superiore, una valutazione ambientale strategica che consenta di valutare non l'impatto singolo danno-beneficio, ma un impatto complessivo rispetto all'area e al territorio, anche con indicazioni di ordine sociologico, culturale, economico. Capisco che per fare questo occorre qualche mese, ma vorrei sapere se sia ipotizzabile una cosa del genere, anche alla luce di un altro tema che riguarda la tipologia della macchina. Intendo dire che se il cantiere dovesse partire, immagino che la macchina sarebbe stata già acquistata, e credo che non sia particolarmente difficile capire se lo sia stata, trattandosi di macchine che costano decine di milioni di vecchie lire. La macchina acquistata è desueta? È sicuramente funzionante, ma è quella più moderna, quella che garantisce di più?
Non sono tra quelli che ritengono - l'ho detto in tempi non sospetti - che vada rescisso il rapporto contrattuale con la FIBE, ma ho apprezzato moltissimo il fatto che il prefetto Catenacci, all'indomani dell'avvio dell'arduo, difficilissimo lavoro che sta svolgendo, a mio avviso, con solerzia ed attenzione, abbia detto che uno dei temi centrali era la rimodulazione del contratto. Credo che quello sia un elemento di centralità, perché nella rimodulazione ci sono tutte le opzioni: la conferma, la riscrittura, la rescissione; c'è il percorso che le province dovranno fare; c'è la possibilità per i comuni di accogliere impianti, se vogliono; c'è la possibilità di


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modulare la tipologia degli impianti. In quella rimodulazione probabilmente c'è la chiave di volta.
Non so se lei ci possa essere di aiuto, ma a me piacerebbe sapere qualcosa di più circa i 2400 lavoratori: da dove vengono? Come sono stati selezionati? Chi li ha scelti? Chi li ha assunti? È questo un tema che mi piacerebbe affrontare, perché si tratta di 2.400 lavoratori che paghiamo. La prima cosa che mi chiedo è come e perché siano stati selezionati e da chi.
Infine, qual è la pressione che lei registra sul fronte della criminalità nei confronti del commissariato per l'emergenza rifiuti, anche alla luce delle vicende degli ultimi due mesi, nei quali abbiamo registrato che un numero consistente di imprese private non ha più il certificato antimafia utile per poter lavorare con le amministrazioni pubbliche? Come si sta affrontando questa ulteriore emergenza?
Do la parola al dottor Catenacci per la replica.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Onorevole Vianello, la ringrazio per gli spunti che mi ha dato, però debbo ricordare forse anche a me stesso che ho questo incarico da quasi cinque mesi e mi è sembrato in alcune domande di essere ritenuto forse più responsabile di quanto questo limitato periodo di tempo mi abbia consentito di essere.
Quando ho assunto l'incarico non mi sono preoccupato di creare un nuovo sistema di gestione dei rifiuti in Campania, perché sostituendo il presidente Bassolino che si era dimesso e con il quale ho un ottimo rapporto (mi incontro spessissimo con lui e cerco di far tesoro della sua esperienza) ho ritenuto che cambiare le carte in tavola sarebbe stato un errore gravissimo, in quanto il mio compito è quello di gestire l'emergenza per nove mesi al massimo e in nove mesi devo cercare di risolvere i problemi emergenziali.

PRESIDENTE. Anche il presidente Bassolino ritenne di non dover cambiare le carte in tavola!

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. E anche io. Tra l'altro il tempo a mia disposizione è ancora più breve. Quindi, ho ritenuto di portare avanti il programma che il presidente Bassolino aveva rilevato dai suoi predecessori e che non era mai cambiato; ho ritenuto di portarlo avanti senza avere presenti quelli che saranno i problemi dei rifiuti in Campania nel 2005, 2006, 2007, perché sono problemi che dovranno affrontare altri al mio posto. In una relazione che trasmetto al presidente e alla Commissione, concludo dicendo che immediatamente dopo avere avviato i cantieri per la termovalorizzazione il mio incarico deve cessare e devo restituire tutti i compiti alle province, che in alcuni casi li hanno invocati, salvo poi prendere le distanze, dicendo «Sì, li vogliamo, ma fra un anno o due anni, con tutti gli stanziamenti necessari per poter avviare i programmi». Devo dire che i presidenti delle province, di tutti gli schieramenti politici, mi sono sembrati disponibili più a parole che nei fatti (alcuni sono cambiati e i nuovi hanno immediatamente assunto la medesima posizione dei predecessori).
Dobbiamo necessariamente tornare nell'ordinario, in primo luogo perché il decreto scade il 31 dicembre 2004 e in secondo luogo perché effettivamente - concordo con l'onorevole Vianello - non è possibile che FIBE faccia scelte sulle spalle di una comunità inconsapevole. Non è neppure giusto, corretto, democratico che debba decidere un commissario, però, laddove non decide nessuno, debbo farlo io necessariamente. In alcune province abbiamo fatto moltissime riunioni nelle quali abbiamo chiesto di indicarci una rosa di siti: niente!

PRESIDENTE. Quali province?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Quella di Caserta e quella di Salerno. Caserta ci ha indicato qualche sito? Mai.

GENNARO CORONELLA. Che doveva indicare: è stata devastata!


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CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Sì, ma anche Napoli, come poteva indicare qualcosa? Non ha indicato niente. Salerno ha fatto qualcosa di diverso, ha indicato i requisiti ai quali dovevano rispondere le scelte che avremmo fatto: il sito non doveva essere in un parco nazionale e la provincia di Salerno, che è la metà della Campania, è piena di parchi nazionali; non doveva essere in zone con vincoli paesaggistici e quasi tutta la provincia ha vincoli paesaggistici; non dovevano esserci vincoli idrogeologici, e così via. In parole povere, anche lì ho dovuto scegliere io e per fortuna ho trovato concorde l'amministrazione provinciale. Ma questa è una prima scelta, perché dopo Parapoti, per 18 mesi avremo la discarica, ma che cosa succederà - come qualcuno mi ha fatto giustamente capire - fra cinque, sei anni in Campania? Ecco perché sono gli enti locali che si debbono riappropriare di questa delicatissima materia.

PRESIDENTE. Avellino e Benevento?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Benevento qualcosa ha fatto; Avellino nulla: il presidente della provincia (è stato eletto da poco ed è stato deputato per due legislature e lo è ancora) ha detto che vuole gestire da sé i rifiuti e che non vuole più avere a che fare con FIBE, altrimenti non accetteranno niente. Di comune accordo, abbiamo nominato una commissione scientifica-giuridica composta di cinque persone, tra cui vi sono un avvocato dello Stato, un ex assessore di Avellino bravissimo in materia, per verificare se l'ipotesi sia fattibile, ma non lo è stante il contratto con FIBE.
Domando a me stesso: chi ha mai fatto una diffida a FIBE? Io l'ho fatta e ne invierò copia alla Commissione, come di tutte le note di contestazione fatte a questo soggetto privato, che non è collaborativo più di tanto, e con il quale abbiamo avuto anche dei vivaci scontri, perché si ritengono depositari della verità, della giustizia, della bontà dei prodotti. La magistratura - e ben venga, anche se in questo caso forse ha travalicato un po' le sue competenze - è intervenuta e finalmente qualcuno si è dovuto occupare fino in fondo di questi problemi. La magistratura ad un certo punto si è addirittura sostituita al commissario - e ha fatto bene - e mi ha ordinato di fare degli accertamenti. Sottolineo che in passato leggevamo sugli esiti degli accertamenti che i prodotti avevano una leggera difformità rispetto a parametri contrattuali, ma tutto sommato erano adeguati. Questo significava che tutte le contestazioni che si facevano a FIBE erano fuori luogo. Non solo, ma ho avuto grossi problemi a far fare gli accertamenti, tanto che ho dovuto minacciare di rescindere immediatamente la convenzione che avevamo con l'Acea, addebitandone le responsabilità davanti al magistrato, il quale mi aveva ordinato di fare gli accertamenti ogni mese. Ovviamente io debbo affidare il compito a qualcuno e se questo non li fa è di tutta evidenza che ne risponde. Ci sono delle incrostazioni e delle cose strane che non mi persuadono. Tutti vogliono accertare la qualità dei prodotti, ma poi nessuno accerta. Credo che fra qualche giorno avrò finalmente le carte che mi servono.

PRESIDENTE. È inutile dirle che sono preziose anche per noi.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Certo. Debbo fare tesoro anche di questa esperienza, nel senso che è mio dovere, ma anche mio interesse, inviare gli atti e i documenti più importanti a questa spettabile Commissione parlamentare.
Secondo tutti gli accertamenti che abbiamo svolto finora, il CDR è diverso da quello che prevede il parametro contrattuale, ma non disastrosamente. Invece, è molto diversa la frazione organica stabilizzata (FOS), che viene ritenuta quasi un rifiuto tal quale. La FOS, quando l'abbiamo mandata a Bari, veniva utilizzata per il compostaggio. Evidentemente la Tersan, che io feci chiudere quando ero


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prefetto di Bari, riceveva i rifiuti da molto tempo e pare che li utilizzasse per le cavità delle Murge.

DONATO PIGLIONICA. Per i terreni!

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. È di tutta evidenza, quindi, quale fosse la qualità della FOS.
L'onorevole Sodano ha chiesto se si realizzerà un terzo inceneritore - FIBE ha offerto di farlo e ci sono già tantissime candidature -: forse anche un quarto. Come ha detto il ministro Matteoli e come posso ripetere io, se non sono 40 gli anni che occorrono per bruciare le ecoballe, sono almeno 10 o 15. Le ecoballe possono essere bruciate nei termovalorizzatori, che sono costruiti per bruciare addirittura il tal quale (e forse sarebbe meglio).

MICHELE VIANELLO. Brucerete del tal quale un po' più raffinato.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non lo so.

MICHELE VIANELLO. Sarebbe bizzarro che facessero loro gli altri due inceneritori.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Questi termovalorizzatori sono stati progettati rispettando tutti i criteri: questo è quanto mi dicono i tecnici che se ne sono occupati. Qualche giorno fa ho ricevuto il professor Volpicelli e il professor Betta dell'Università di Napoli (uno è stato preside di ingegneria), i quali sono stati incaricati di fare uno studio circa la compatibilità delle emissioni e dei sistemi di sicurezza. Secondo me sono stati avviati o fatti troppi studi su questa problematica. Posso dire che quando ho parlato con gli amminsitratori dei comuni in cui dovrebbero sorgere i termovalorizzatori, ho detto «Signori, apriamo il cantiere; poi siamo disponibili ad avviare, non la procedura di impatto ambientale burocraticamente prevista, ma una valutazione di impatto ambientale delle macchine progettate in relazione alle norme intervenute dopo il 1999 o il 2000». Ciò perché ci sono nuove normative - che non conosco bene - che prevedono determinati parametri circa la formazione chimica dei fumi. Faremo anche questo, d'intesa con i tecnici dei comuni.
Circa i preti, i vescovi e gli arcivescovi, noi non abbiamo chiesto la benedizione, anche se sono cattolico e ho studiato dai salesiani. Sono stati loro a coinvolgere l'opinione pubblica e gli amministratori e anche la struttura commissariale; ci hanno invitato loro, con il fior fiore degli scienziati, per avere chiarimenti in ordine ai termovalorizzatori. Penso comunque che sia stato uno scambio utile, perché anche il clero - forse qualcuno non è d'accordo - svolge un'attività in questo settore e non lo fa certamente per favorire la realizzazione dei nostri impianti, ma quasi sempre contro la loro realizzazione. Quindi, come abbiamo parlato con gli amministratori, con i cittadini, con i comitati di garanti e con tante persone, abbiamo parlato anche con i preti, con i vescovi e addirittura con il cardinale che presiedeva questa conferenza episcopale.

TOMMASO SODANO. E il terzo termovalorizzatore?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. È previsto il terzo termovalorizzatore: FIBE ha messo per iscritto questa proposta e abbiamo già le candidature di vari comuni.

PRESIDENTE. Sempre FIBE?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Per ora FIBE ha il contratto.

TOMMASO SODANO. Ma non ha il contratto per farne anche altri, perché se un'azienda che ha partecipato alla gara


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azienda avesse saputo che poteva farne quattro o cinque avrebbe potuto fare un'offerta diversa.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Ammettendo che FIBE faccia i due termovalorizzatori e che il contratto resti in piedi, è di tutta evidenza che non cambia l'appalto, nel senso che FIBE non potrà esigere un'utilità maggiore per costruire un terzo valorizzatore; lo farà a sue spese perché ha convenienza a bruciare le sue ecoballe.

TOMMASO SODANO. Non è conveniente per la comunità che si brucino 8 milioni e mezzo di balle! Le continuiamo ad accumulare, così due lavorano per le balle vecchie e due per le nuove.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Ad un certo punto, anche la magistratura ha dovuto fare marcia indietro, perché in un primo momento era previsto che FIBE dovesse destinare immediatamente le ecoballe alla termovalorizzazione. Secondo me, che sono persona abbastanza esperta di contratti, ciò significa che FIBE doveva fare le balle e portarle a sue spese in Germania o a Brescia. Così era scritto; poi però è stato scritto diversamente; sono intervenuti, nel tempo, provvedimenti legislativi che hanno autorizzato lo stoccaggio, dal quale è evidente che FIBE realizzerà un guadagno enorme: si parla di centinaia e centinaia di miliardi di vecchie lire.

TOMMASO SODANO. Quindi, FIBE guadagna anche per lo stoccaggio?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. No. FIBE guadagnerà quando brucerà le balle.

TOMMASO SODANO. Non prende soldi anche dallo stoccaggio?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. No, anzi per lo stoccaggio paga i suoli. Guadagnerà nel momento in cui il materiale sarà bruciato e passerà nella rete elettrica nazionale.
Il comitato tecnico scientifico ha lavorato e sta lavorando anche sugli impianti, nel senso che quasi tutti gli incontri che ho avuto con gli amministratori dei comuni in cui dovrebbero sorgere gli impianti sono stati tenuti alla presenza del professor Napoli, che ha spiegato nel dettaglio, tanto che una volta gli ho detto «Dopo quello che ho sentito dire da lei, se fossi sindaco, avrei più perplessità di quante ne avevo prima». Eppure, il suo compito è cercare di aiutare la struttura commissariale.

TOMMASO SODANO. Dopo l'audizione presso la Commissione ambiente, abbiamo ascoltato il professor Napoli, il quale a domanda precisa ha risposto che non ha ancora visto il progetto della FIBE. Quindi, che cosa va spiegando in giro per la nostra regione?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Non avrà visto il progetto...

PRESIDENTE. Quale ruolo riveste il professor Napoli?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. È presidente del comitato scientifico. Lo ha nominato la Presidenza del Consiglio dei ministri ed io penso che sia una persona valida. È molto probabile, anzi è certo che non ha visto il progetto, però è persona esperta e sa già grosso modo quello che deve dire, anche senza aver visto il progetto.
I comitati di vigilanza e le commissioni di collaudo che si occuperanno anche dell'impatto sopravveniente dell'impianto in relazione alle nuove normative intervenute nel frattempo rappresentano una garanzia aggiuntiva per tutti. Di questi comitati fa parte anche il comune, per cui,


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se c'è un problema, il primo a saperlo è il tecnico del comune, perché sta sul posto e lavora insieme agli altri.
Debbo anche dire che, una volta avviati i cantieri, il mio compito è di lasciare immediatamente il mio incarico, perché massimo entro tre mesi le province, volenti o nolenti, dovranno farsi carico di questa gestione che, come qualcuno di loro sostiene, non finisce con la costruzione dei termovalorizzatori, perché occorreranno le discariche di servizio; ciascun ente dovrà assumere altre responsabilità, non essendo giusto che il commissario resti più di tanto. Io debbo andare via e posso dire con molta onestà che se non partono i cantieri - questa non è una minaccia - andrò via comunque, a meno che non ci sia nel frattempo un provvedimento dell'autorità giudiziaria, oppure un provvedimento che porti alla risoluzione del contratto con FIBE. Però, ho la sensazione che FIBE sia molto accorta, anche perché il consorzio di banche che è sul campo con circa mille miliardi ha chiesto da oggi in poi di partecipare a tutti gli incontri che noi abbiamo con FIBE (il loro responsabile tecnico è una persona di primo livello).

PRESIDENTE. A che titolo il commissariato di Governo incontra FIBE e trova un soggetto diverso?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Noi incontriamo FIBE e troviamo il gruppo delle banche perché esiste una convenzione, firmata da Bassolino, FIBE e le banche, che stabilisce tutti i passaggi e l'avvocato dello Stato mi ha detto che non possiamo evitare di incontrare queste persone.

MICHELE VIANELLO. È una convenzione firmata da Bassolino in quanto commissario?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Sì.

MICHELE VIANELLO. Perché le banche erano i finanziatori di FIBE?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Certo.

MICHELE VIANELLO. Quindi loro stanno semplicemente tutelando il patrimonio che hanno investito. Trattandosi di Impregilo, è un film che ho già visto da altre parti.

PRESIDENTE. Il risultato finale è che il vero interlocutore del commissariato di Governo per questa vicenda sono le banche?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. No, sono anche nostri interlocutori. Comunque ho chiesto il parere all'Avvocatura dello Stato - che mi deve tutelare e le cui indicazioni debbo seguire - la quale mi ha detto che dovevo ricevere questi signori anche se non volevo perché secondo me vi è una clausola capestro, perché se FIBE cade si deve rifare l'appalto. Questa, invece, è un'azione amministrativamente scorretta nei confronti del secondo escluso, che potrebbe dire di voler subentrare. Ma ciò non è possibile, per cui occorre rifare l'appalto.
Noi stiamo studiando attentamente la questione e non è scontato l'esito.

PRESIDENTE. Di quale gruppo bancario si tratta?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Uno è l'OPI, Banco di Napoli, Istituto San Paolo di Torino e poi altre banche che non conosco e con le quali non ho rapporti, eccetto la volta in cui ne ho incontrato i rappresentanti, che però hanno parlato sempre con l'avvocato dello Stato.
La provincializzazione è un mio intendimento, che ho espresso sempre e che stiamo attuando anche adesso, perché ogni discarica che individuiamo viene messa al


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servizio della rispettiva provincia. Già questo è un modo per responsabilizzare le province.
L'onorevole Savo mi ha chiesto se Bassolino sia stato incapace. Io penso che sia uno degli uomini più capaci del panorama politico attuale, però, qualche volta anche io ho rivolto delle critiche nei suoi confronti, perché si è messo intorno tante persone e può darsi che ce ne fosse qualcuna molto brava e altre meno. D'altronde lui non aveva il tempo per seguire solo l'attività collegata ai rifiuti, in quanto era governatore della regione, esponente politico di primo livello, commissario ai rifiuti, commissario alle acque, commissario alle bonifiche. Aveva incaricato cinque o sei persone di cui alcune - non faccio i nomi - non in grado di svolgere quel lavoro ed altri forse troppo bravi. In conclusione, probabilmente il presidente Bassolino, se ha fatto un peccato, è stato quello di non scegliere i migliori. Devo dire anche, ad onore del presidente Bassolino, che non ha mai percepito alcun compenso per questa aggiuntiva e molteplice attività. Però è di tutta evidenza che ha firmato qualche atto, perché quando i suoi collaboratori subcommissari o vicecommissari si trovavano in difficoltà gli facevano firmare degli atti. Intendo dire che Bassolino si è trovato coinvolto più di quanto avesse desiderato.
L'Umbria e la Calabria ci hanno dato ben volentieri la loro solidarietà in cambio di fior di denaro, che però non hanno ancora avuto perché glielo dovrà dare FIBE, quando e se sarà il momento.

PRESIDENTE. Quindi, non solo abbiamo inviato i rifiuti a quelle regioni, ma non le abbiamo nemmeno pagate!

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Da quando ci sto io non abbiamo dato assolutamente niente, anche perché io ritengo che debba essere FIBE a pagare. Abbiamo fatto un «paccotto» alle regioni, come si dice in napoletano, cioè abbiamo mandato loro i rifiuti ma non le abbiamo pagate. Bisogna anche dire che la regione migliore sotto questo aspetto è stata l'Umbria che ci ha dato veramente una mano e che, per colpa nostra, è andata sotto processo.
Da quando io sono nella struttura commissariale, ho scelto i miei collaboratori, parte dei quali erano nella precedente struttura: si tratta di circa 70 persone (prima erano molte di più). Controllo personalmente coloro che lavorano con me: non lavorano presso assessori, onorevoli, parlamentari, lavorano solo per me.

DONATO PIGLIONICA. E i 2.400?

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Se di questi 2.316, 200 lavorano è un miracolo. Gli altri non fanno niente e me lo contestano. Quando vengono con i sindacati mi dicono che sono un padre di famiglia e non dovrei consentire che loro uscendo vadano al bar a giocare con gli amici dove magari spendono tutti i soldi a zecchinetta.
Fuori dell'ufficio del commissario ci sono 60 persone che non furono assunte, a suo tempo: ci fu una selezione romanzesca, sulla quale sta indagando la magistratura, fatta con una società di fiducia della regione. Il risultato è stato che là dentro c'è di tutto, anche elementi non buoni. Uno di quelli che mi minacciò era un camorrista della peggiore risma.
Come dicevo 60 persone che volevano essere assunte e non lo sono state sono rimaste per due mesi sotto il mio ufficio con una cassa da morto dentro la quale hanno messo dei fantocci ai quali davano il nome di Bassolino, Catenacci e Facchi, i tre cattivi della situazione. Dopo due mesi ero già diventato, come Bassolino, responsabile a pieno titolo della gestione.

TOMMASO SODANO. Avevo chiesto un chiarimento circa l'inizio dei lavori.

CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Campania. Fossi in lei, non andrei in vacanza...


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PRESIDENTE. Ringrazio il commissario Catenacci per l'approfondita relazione serena e severa ma piena di spunti interessantissimi ai fini della nostra valutazione. Dichiaro conclusa l'audizione.

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