![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco del comune di Magliano Sabina, Angelo Lini.
La Commissione intende affrontare nella seduta odierna la recente vicenda della scoperta di un traffico illecito di rifiuti speciali destinati ad un impianto di compostaggio situato nel comune di Magliano Sabina, in provincia di Rieti, che desta forte preoccupazione per i pericoli di inquinamento di larga parte del territorio interessato.
L'audizione del dottor Angelo Lini, sindaco del comune di Magliano Sabina, costituirà l'occasione per acquisire dati ed elementi conoscitivi sullo stato di attuazione nel territorio dell'amministrazione comunale della vigente normativa in materia di gestione del ciclo dei rifiuti, con particolare riferimento alle problematiche inerenti all'eventuale presenza di flussi di rifiuti speciali illecitamente trattati presso impianti che producono fertilizzanti per l'agricoltura.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola al dottor Angelo Lini, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione in esito al suo intervento.
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. In merito a questa vicenda posso tentare di ricostruire la cronologia dei fatti. Mi riferisco al momento in cui il comune di Magliano Sabina è venuto a conoscenza dell'inizio di questa attività, che si svolgeva nel suo territorio, perché, come sapete, l'autorizzazione è di competenza della provincia e, quindi, tutte le istanze vengono rivolte a quest'ultima.
Nel gennaio 2001 vi è stata la comunicazione di inizio attività nel territorio del comune di Magliano Sabina, in un'area avente destinazione urbanistica artigianale ed industriale. Successivamente, trattandosi di un'attività di trattamento dei rifiuti, il comune si è immediatamente attivato, per la parte che gli compete: mi riferisco alla fase dei controlli.
In merito a quest'attività di controllo mi sono permesso di portare una serie di atti che in questi due anni e mezzo il comune ha prodotto, che posso lasciare a disposizione della Commissione, se si ritiene utile valutarli.
Tale attività di controllo si è svolta attraverso i vigili urbani, con il coinvolgimento di altre istituzioni, come il Corpo forestale dello Stato, l'ASL, l'ARPA del Lazio, anche a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini, poiché a Magliano Sabina vi è stata una seria preoccupazione per quest'attività.
Ci siamo, quindi, serviti di questi organi istituzionali per effettuare dei controlli. Nel frattempo, in diverse occasioni, è intervenuta la provincia con sospensioni che prescrivevano l'adeguamento rispetto a ciò che la polizia locale o altri organi di controllo avevano rilevato.
Nel momento in cui la società comunicava alla provincia, a noi o ad entrambi il nuovo inizio dell'attività, noi verificavamo puntualmente se questi adeguamenti e queste prescrizioni fossero rispettate, per quanto di nostra competenza. Nei casi in cui non si riusciva a capire, perché i vigili urbani non hanno competenza in tutti i settori, sono stati sempre interessati l'ASL, l'ARPA ed altri organi.
Nell'agosto del 2003 vi è stata addirittura una richiesta di ampliamento da parte della società Masan riguardante la tipologia di rifiuti da trattare, in cui si faceva riferimento anche all'articolo 27 - se non vado errato - del decreto Ronchi.
Quest'autorizzazione è di competenza della regione, ma il comune può produrre delle osservazioni, che noi puntualmente abbiamo prodotto nei termini. Ricordo
anche le date: con una nota a mia firma, in data 30 settembre, ho espresso il parere nettamente contrario all'ampliamento di quest'attività. È seguita una delibera del consiglio comunale del 30 ottobre 2003, in cui, per gli stessi motivi che avevo espresso io con la mia lettera, è stata ribadita all'ufficio VIA la netta contrarietà dell'intero consiglio comunale - votata all'unanimità - all'ampliamento di quest'attività.
Successivamente è stato dato incarico ad un ingegnere ambientale di un istituto universitario, il professor Santarpia, di valutare il progetto di ampliamento che la Masan aveva prodotto, sempre per fornire ulteriori elementi all'ufficio VIA della regione Lazio al fine di esprimere, secondo noi, un parere negativo. Abbiamo inviato questa documentazione all'ufficio VIA e ad oggi, da quello che mi risulta, la regione Lazio non ha concesso l'ampliamento. Poi sono intervenuti i fatti del 5 luglio, che tutti conosciamo.
PRESIDENTE. Prego, senatrice De Petris.
LOREDANA DE PETRIS. Signor sindaco, quando è stata presentata la dichiarazione di inizio attività della Masan alla provincia - il 6 luglio 2001, da quello che mi risulta -, la provincia vi ha interpellati, ha chiesto un parere sulla localizzazione? Le chiedo inoltre se sia vero che l'area sia anche soggetta a vincoli paesaggistici; infatti, era stata oggetto di un'individuazione che era stata ostacolata da tutti gli abitanti del comune stesso.
Quindi, vorrei sapere se voi eravate stati interpellati per esprimere un parere, data la delicatezza della localizzazione e considerato anche che, come lei sa meglio di me, tutta la zona della Sabina ha altre vocazioni, con tutto quello che ciò può comportare e che purtroppo oggi sta comportando.
Inoltre, tutti i controlli e la richiesta che, dopo gli esposti...
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Non soltanto dopo gli esposti.
LOREDANA DE PETRIS. Vi sono state varie sollecitazioni ed esposti, voi avete effettuato una serie di controlli, anche in questo caso coinvolgendo l'ARPA, e, quindi, poi avete avuto dei riscontri, i risultati delle analisi.
È stata iniziata un'attività, si è installato un impianto e successivamente abbiamo scoperto che accadevano cose che avevano a che fare con il riciclaggio dei rifiuti speciali e pericolosi. Tutti dicono che sono stati fatti dei controlli, per cui noi vorremmo capire le modalità, i riscontri, se se ne sia occupato un laboratorio di analisi privato o l'ARPA. Ovviamente lei ha avuto in mano dei dati, visto che le sospensioni da parte della provincia sono state tantissime e, quindi, evidentemente vi erano elementi di preoccupazione, anche in seguito allo stesso incidente dell'agosto del 2003.
Inoltre, non ho ben capito se la richiesta di ampliamento sia stata mandata al comune o alla regione. Siccome lei ha detto che vi siete pronunciati, vorrei sapere su richiesta di chi, visto che la provincia invece non ci aveva parlato di questa richiesta di ampliamento.
Poiché nel frattempo è subentrato il commissariamento, vorremmo capire se poi finalmente si siano messe in moto delle procedure di valutazione di impatto ambientale. Vorrei sapere se in relazione alla prima apertura dell'attività voi avevate espresso un parere anche sulla localizzazione e se avevate chiesto, come amministrazione comunale, che fossero fatte tutte le verifiche di impatto ambientale, vista la delicatezza dell'impianto e del luogo stesso.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Piglionica.
DONATO PIGLIONICA. Volevo porre un altro quesito, perché su questa fase dell'ampliamento la situazione mi è molto chiara. La procedura mi pare corretta: in riferimento alla valutazione di impatto ambientale, la regione comunica ai comuni interessati, sia quello direttamente interessato sia a quelli contermini, se hanno
obiezioni da fare. Mi piacerebbe capire cosa è successo nella fase di realizzazione dell'impianto. Infatti, si dice che per l'ampliamento si è andati alla regione, al comune, però manca la descrizione di ciò che è successo quando l'impianto è stato costruito. Chi ha dato i pareri?
E ho un secondo quesito. Come conviveva l'impianto con il territorio? Che tipo di accettazione (è una parola che metto tra sessanta virgolette) c'era nell'opinione pubblica, tra la gente, nei confronti dell'impianto? C'erano proteste? C'erano odori indesiderati? Che cosa accadeva, al di là del fatto che vi fossero, oppure no, rifiuti tossici (vi sono rifiuti tossici inodori)?
PRESIDENTE. Prego, onorevole Savo.
BENITO SAVO. Voglio ripercorrere in parte le fasi che più volte sono state richiamate dal collega che mi ha preceduto. Infatti, noi non riusciamo a comprendere. Il comune viene informato dell'inizio di attività dell'impianto. E per tutte le fasi precedenti? Per esempio: vi è stato un discorso ambientale? È stato tenuto presente il problema dell'impatto? Sono state compiute ricerche geologiche, ad esempio per individuare la condizione del sottosuolo sul quale si voleva realizzare quel tipo di impianto? E ancora: non è stata mai chiesta concessione edilizia, anche solo per costruire un impianto igienico per gli addetti ai lavori? Perciò, come mai il comune non si è accorto dell'installazione e della creazione di questo impianto in quella sede? Risulta invece al corrente dell'ampliamento. Perché? Forse era cambiata l'amministrazione? Oppure si è adottato un diverso criterio di valutazione? E con tutto questo trambusto, in questi anni, che cosa ha fatto la magistratura (se ne è a conoscenza) nei confronti del sindaco in carica?
PRESIDENTE. Prego, onorevole Messa.
VITTORIO MESSA. Credo che siano state fatte praticamente tutte le domande. Vorrei sapere se il sindaco ha adottato dei propri provvedimenti sanzionatori nei confronti dei titolari di questo stabilimento. Sappiamo tutti che le competenze sono provinciali, ma il sindaco può intervenire, in quanto ufficiale di governo, per motivi particolari di sicurezza ed igiene. Vi sono stati provvedimenti del sindaco in questo senso?
Vorrei poi un chiarimento. La relazione predisposta dal professore Santarpia, in merito alla richiesta di ampliamento, è stata positiva o negativa?
VITTORIO MESSA. E se era negativa, quale ne era il motivo?
Infine, le risulta che il suo comune sia stato inserito nel piano provinciale o regionale dei rifiuti? E se non era inserito, perché non avete impedito quella realizzazione, non essendo applicabile il decreto Ronchi? Ci avete provato? Avete fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale?
PRESIDENTE. Vorrei aggiungere un elemento, già rilevato dal collega Piglionica. Circa il grado di accettabilità di questi impianti nel territorio del suo comune, vi erano state sollecitazioni, comitati, associazioni, insomma, qual era lo stato dell'arte sul fronte della sensibilità sociale, rispetto all'attività di questo impianto, rispetto all'efficienza di questo impianto e quindi alla ricaduta che questa efficienza induceva sul piano dell'accettabilità dell'impianto stesso?
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Per quanto riguarda l'accettabilità di questo impianto, come è ovvio, i cittadini hanno protestato da subito, anche perché da quando l'impianto aveva iniziato a funzionare si percepivano quotidianamente cattivi odori.
PRESIDENTE. Ciò costituisce un'anomalia rispetto al funzionamento di analoghi impianti, ovviamente a tecnologia avanzata e con tutte le cautele e le tutele?
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Da ciò derivano i vari sopralluoghi della polizia locale, le varie richieste di intervento di organi istituzionali, della stessa provincia, che attraverso la polizia locale ha effettuato sopralluoghi e ha ordinato delle sospensioni con prescrizioni di adeguamenti che la società avrebbe dovuto eseguire, come era doveroso fare per poter riprendere l'attività. In ogni caso, in riferimento ai cattivi odori, ad un certo punto ho convocato anche una riunione in comune con tutti gli organi istituzionali: l'ARPA, la ASL, la provincia di Rieti, e lo stesso titolare dell'azienda (si era nel mese di luglio 2003), fatte salve tutte le autorizzazioni e tutti i permessi validi, per cercare di affrontare questo problema. I tecnici devono dirci come abbattere i cattivi odori, non avendo io la competenza tecnica necessaria, oppure quali correttivi si debbano adottare in un impianto per far sì che questi non si sprigionino. A ciò ha fatto seguito una prescrizione da parte della provincia di intervenire nei cumuli di materiale destinato a compost con coperture che dovevano permettere, in qualche maniera, di contenere questi cattivi odori.
Ricordo che in quella riunione un ingegnere dell'ARPA suggerì il tipo di intervento da eseguire e, sulla base di questo, il comune autorizzò la società a realizzare alcune pertinenze, che dovevano servire a contenere questi cattivi odori. L'autorizzazione è stata concessa con il benestare del Ministero dei beni ambientali. Per la cronaca, questo tipo di realizzazione è stata interrotta dal comune stesso, perché realizzata in difformità. Ora, i lavori sono ancora sospesi. In parte è stata realizzata, ma ad un controllo dei vigili urbani sono state riscontrate delle irregolarità e quindi la sua realizzazione è stata bloccata.
Per quanto riguarda l'azione della magistratura, personalmente non ho ricevuto nulla dalla magistratura. Del resto, gli atti autorizzativi non riguardano il comune, per cui ad esso nulla può essere imputato, se non in relazione al controllo, in questo caso.
Per quanto attiene, poi, alla genesi di questo impianto, su cui alcuni hanno chiesto notizie, si tratta di un immobile che era destinato in passato ad una fornace. La cubatura era esistente, dunque, e i capannoni erano già destinati ad attività artigianali, tanto che il comune ha ricevuto dal proprietario la comunicazione della cessione in affitto del fabbricato in data 4 ottobre 2001. Quindi, la data di inizio attività non può corrispondere, e infatti questa ci è stata comunicata in data 30 gennaio 2002.
DONATO PIGLIONICA. Però, una cosa è una fornace, altro un impianto di compostaggio.
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Ho solo illustrato quello che ci risulta.
Forse, la ditta può aver comunicato in data antecedente l'iscrizione al registro delle imprese, o una cosa del genere, ma l'inizio attività vero e proprio è di gennaio 2002.
PRESIDENTE. Vogliamo puntualizzare meglio questa questione, poiché sono evidenti delle discrepanze?
Prego, onorevole Piglionica.
DONATO PIGLIONICA. Aiutatemi a capire, anche perché adesso fatico a capire. Se per un ampliamento si chiede una valutazione di impatto ambientale, e si comunica al comune di Magliano Sabina la relativa istanza, quando si è fatto il primo passo, chi ha verificato la congruità dell'immobile e degli impianti alla funzione che si andava a porre in essere? Chi ha deciso che tutto fosse in regola? Un impianto di compostaggio non è uno scherzo! E perché non hanno detto nulla al comune di Magliano Sabina, quando hanno compiuto il primo intervento?
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Per quanto riguarda l'inizio dell'attività si è fatto riferimento agli articoli 31 e 33 del decreto Ronchi, che prevede una procedura semplificata.
Per quanto attiene, poi, all'ampliamento, si fa riferimento all'articolo 27 del decreto Ronchi stesso, se non vado errato, che è un'altra procedura. Ci si rivolge alla regione, c'è bisogno di una valutazione di impatto ambientale, perché è prescritto, e nella valutazione di impatto ambientale può entrare il comune, gli enti interessati, e addirittura anche i cittadini. Non a caso, per la valutazione di impatto ambientale, si procede a pubblicazione sui principali quotidiani.
DONATO PIGLIONICA. All'inizio volevano fare solo lo stoccaggio del materiale dopo il trattamento.
PRESIDENTE. Vi è il fatto, però, che hanno ampliato, ma si amplia una struttura che preesiste. Non è un'attività diversa.
TOMMASO SODANO. Non sono intervenuto prima perché mi sono riconosciuto nelle domande poste dai colleghi. Però, continuo a non ricevere risposte, e quindi credo che sia il caso forse di fare delle puntualizzazioni nello spirito del presidente, cercando cioè di capire come si snodano le procedure. In questo caso siamo anche di fronte all'applicazione di una procedura che suscita molte perplessità. Infatti, si applica il decreto Ronchi in deroga per l'apertura di un impianto, e poi, per gli ampliamenti, si fa ricorso alle procedure ordinarie, e quindi alla valutazione di impatto ambientale. A dire il vero, dovrebbe essere esattamente il contrario, per consentire il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati a impianti che provocano sicuramente impatto ambientale su un'area (e questa è un'area particolarmente vocata ad altre attività).
La domanda che le è stata posta è questa: è vero che si è proceduto in deroga con il decreto Ronchi, però lei ci ha detto che le cubature non sono variate, ma è variata sicuramente la destinazione, cioè è sicuramente cambiato il tipo di attività. Quindi, su questo, il comune aveva innanzitutto la possibilità e il diritto-dovere di intervenire eventualmente. Comunque, il comune poteva chiedere, così come ha fatto in sede di ampliamento, un parere all'università, o comunque a tecnici, per capire se vi fossero delle ricadute sul proprio territorio, e quindi avrebbe potuto osteggiare questa attività, qualora lo avesse ritenuto necessario.
Non so se lei era sindaco all'epoca, magari non lo era e quindi non può rispondere a questa mia domanda. Per quello che abbiamo potuto leggere in queste settimane, già in sede di inizio attività vi fu una notevole contestazione, vi furono obiezioni sul merito e anche sul metodo che era stato adottato. Insomma, non si era all'oscuro di quello stava per accadere su quel territorio. Quindi, con riferimento alle scelte che l'amministrazione comunale fece all'epoca, nel 2002, vorrei sapere perché non ha costituito in tutte le sedi delle obiezioni alla realizzazione di quell'impianto.
VITTORIO MESSA. Vorrei conoscere l'esito delle relazioni di quel vostro tecnico sull'ampliamento, cioè se era positivo o negativo.
Poi, al di là del fermo lavori, immagino per violazioni di natura urbanistica, in sede di ampliamento di una costruzione, vorrei sapere se il comune ha adottato altri provvedimenti restrittivi o inibitori per igiene pubblica concorrenti con quelli della provincia in questa vita, breve ma intensa di questo stabilimento. Vorrei poi avere la conferma del fatto che il comune di Magliano Sabina non fosse inserito nel piano regionale e provinciale dei rifiuti, che pertanto non poteva essere applicato il decreto Ronchi, e che quindi il comune doveva essere chiamato a dare il parere definitivo.
LOREDANA DE PETRIS. Questo è il punto. Non sto a rchiederle nuovamente se il comune era inserito nel piano provinciale oppure no, perché la provincia ci ha già detto che non era inserito. Ma allora, ancora di più, non si riesce a capire per quale motivo il consiglio comunale si è pronunciato addirittura per un ampliamento. Invece lei, su questo, ancora non ci ha dato chiarimenti.
Voglio sapere che parere ha espresso, se gli è stato chiesto, se ha espresso parere, se ha dato cenno di esistenza, anche comunque attraverso un'autorizzazione, visto che era inserito nel proprio comune, nel momento di inizio dell'attività di questo impianto di compostaggio.
L'attività comincia effettivamente, con la dichiarazione di inizio attività, ci si avvale della procedura semplificata, anche in assenza del piano provinciale e non è che ciò avviene dopo l'ampliamento. Inizia, tanto che si verificano problemi subito dopo. Non è che prima l'impianto viene terminato e poi iniziano l'attività di compostaggio, ma questa è iniziata abbastanza presto.
DONATO PIGLIONICA. La procedura semplificata è che uno comunica, ma l'altro va a verificare quello che è stato dichiarato. Entro novanta giorni la provincia deve verificare se le procedure sono conformi a quello che è stato scritto.
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Per quanto riguarda il discorso del parere richiesto al comune, posso dire che al comune non è stato richiesto in via preventiva nessun parere, se non un parere (potrei giusto confondermi con le date), ad un certo punto, comunque nella fase iniziale, per la legge n. 203, da parte della provincia. Doveva essere un parere del sindaco. Ho coinvolto la ASL per fare una valutazione. La ASL mi ha risposto che aveva coinvolto l'ARPA, quindi questa relazione degli organi competenti non è mai arrivata e il sottoscritto non ha mai rilasciato parere per la legge n. 203. Questo è l'unico parere che è stato chiesto al comune, ai fini dello svolgimento di questa attività, se non dell'inizio.
TOMMASO SODANO. Lei sapeva che stava nascendo qualcosa sul suo territorio, oppure no?
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Questo ci porta ad un discorso sulla destinazione urbanistica, che in quel caso è destinazione artigianale. La destinazione di quell'immobile non è né a fornace né a magazzino, ma artigianale. Quindi, nella cessione di fabbricato, avvenuta nell'ottobre 2001 - questo è il primo momento in cui il comune è venuto a sapere che qualcuno stava per utilizzare quell'immobile - è scritto che l'immobile è stato trasferito alla società Masan. Dopo di che, al comune non è stato chiesto niente. Il 30 gennaio 2002 c'è stata la comunicazione formale - ne ho una copia agli atti - che la società Masan iniziava l'attività perché aveva seguito tutta la procedura semplificata presso la provincia (articoli 31 e 33 del citato decreto) per iniziare l'attività. Quindi, il comune non è stato chiamato in causa per dare un giudizio se quella attività poteva essere o non poteva essere autorizzata. Da quel momento noi non potevamo che eccepire qualcosa, come giustamente state dicendo, o comunque andare a verificare di che cosa si trattasse. Vi è stato il sopralluogo dei vigili urbani, subito dopo la comunicazione di inizio attività, che è servita a valutare che tipo di attività si intendeva svolgere in quell'impianto. C'era il benestare della provincia, anche se si trattava di un silenzio-assenso.
La procedura semplificata si basa sul silenzio-assenso, che prevede un progetto che la società presenta alla provincia con la quale le comunica il quantitativo, previsto dalla normativa, che intende trattare nell'impianto, e le tecniche che intende adottare.
PRESIDENTE. Sindaco, mi perdoni, questo è un caso di specie. Ripeto fino alla noia, ovviamente per me stesso, che a noi non interessa il colpevole (ci pensano altri). A noi interessa capire come questo balletto - e credo che capire sia anche nel suo interesse - a Magliano Sabina o altrove può comportare lo stesso fenomeno. E devo dire che questa vicenda è abbastanza rappresentativa del panorama.
Accade che il comune appare formalmente non incidente. Con questo meccanismo straordinario del silenzio-assenso, la provincia, di fatto, in tutta una prima fase, anche se il silenzio-assenso comporta
che sia assente (ma poi si procede ad una verifica)... Poi non c'è la coincidenza con il piano dei rifiuti. Insomma, vi è una serie di elementi che a noi interessa staordinariamente per capire come mettere in piedi uno strumento per evitare che questo fenomeno si ripeta. Una delle sollecitazioni che mi permetterei di fornire ai colleghi è quella che abbiamo già ricevuto in altri momenti. Quando ci sono più comuni, più enti, che devono fare una serie di cose, una vicino all'altra, quando comincia una e finisce l'altra, c'è sempre una sorta di buco nel quale le aziende furbe cercano di inserirsi. Credo che si debba trovare uno strumento in modo che si eviti questo meccanismo dello scaricabarile o della non responsabilità, altrimenti si può dare l'immagine di una scarsa responsabilità dal primo ente, fino all'ultimo. Si dice: tanto, lo deve autorizzare la provincia. La provincia dice: tanto, dal punto di vista urbanistico, è il comune che fa la cubatura; tanto dal punto di vista sanitario è la ASL che deve fare la verifica; tanto c'è l'ARPA e via discorrendo...
Prego, onorevole Savo.
BENITO SAVO. C'era una fornace, e ora al suo posto vi è un impianto di compostaggio. Lei ha detto che era stato informato di questa situazione già all'inizio, però poi lei si era rimesso all'ASL e all'ARPA. Ma i risultati che questi due organismi dovevano tirare fuori, lei li ha cercati nuovamente, o ha lasciato fare?
A proposito dell'abusivismo edilizio per la costruzione in conformità, sta funzionando questo impianto, attualmente?
ANGELO LINI, Sindaco del comune di Magliano Sabina. Circa i risultati osservo che, in seguito a questi interventi che sono stati richiesti, in una sola occasione l'ARPA ha comunicato i risultati di un'analisi relativa all'aria, per quanto riguarda i cattivi odori. Ci è stato risposto che rientravano nei parametri, per lo meno in quel momento.
Abbiamo coinvolto anche il Corpo forestale, con il quale abbiamo proceduto in più occasioni a sopralluoghi congiunti, con i vigili urbani, e sono stati fatti dei prelievi, analisi. Anche se richiesti i risultati non ci sono mai pervenuti. Adesso, con il senno del poi, per il fatto che il Corpo forestale si è interessato del caso, e da ben un anno e mezzo se ne stava interessando, credo che ci sia stato qualche magistrato che si sia occupato della vicenda.
Per quanto riguarda la relazione, questa è stata negativa, ma per carenze progettuali, soprattutto. Noi abbiamo sposato questa relazione. Inoltre, in questo progetto, si prevedeva un'immissione degli scarichi in un fosso, previa depurazione, come previsto dalla legge, però il fosso era inerente alle acque pubbliche, e in virtù di questo fatto non poteva essere presa a riferimento la normativa utilizzata dalla società Masan. Anche questo è stato uno dei motivi del parere contrario.
PRESIDENTE. Ringrazio il sindaco per la cortesia e per le sollecitazioni che ci ha offerto e anche per le indicazioni che ci ha dato. Lo ringraziamo per la sua cortesia, per essere stato qui. Probabilmente capiteranno altre occasioni di confronto che ci consentiranno ancor più e meglio le ragioni del territorio. Grazie e buon lavoro. Dichiaro conclusa l'audizione.
![]() |
![]() |