CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA

Resoconto stenografico della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti


PARTE SEGRETA DELLA SEDUTA N. 106 DEL 14 LUGLIO 2004, DECLASSIFICATA AI SENSI DELLA DELIBERA DELLA COMMISSIONE DEL 15 FEBBRAIO 2006


PRESIDENTE. Procediamo in seduta segreta.

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Vi ringrazio innanzitutto per l'attenzione che la Commissione riserva all'attività della procura della Repubblica di Paola. Sono qui in quanto titolare dell'ufficio e non come magistrato designato alla trattazione dell'incarto, perché il magistrato è il sostituto procuratore dottor Francesco Greco.
Sulla scorta delle informazioni che ho assunto dal collega sull'attività che conosco, perché in quanto dirigente dell'ufficio sia il collega sia gli ufficiali di Polizia giudiziaria me ne riferiscono, sono in grado di fornire sull'attività d'indagine che la procura della Repubblica di Paola porta avanti in ordine allo spiaggiamento - termine forse improprio ma che si trova nelle carte processuali - della motonave Rosso, fatto che risale al 14 dicembre 1990; stiamo parlando di cose alquanto datate, ma di attualità anche per l'interesse che la Commissione attribuisce a questi problemi.
Una breve cronistoria: gli atti relativi allo spiaggiamento della motonave Rosso sono pervenuti alla procura della Repubblica di Paola nel maggio 2003; la procura di Paola procede per un'ipotesi delittuosa, quella dell'articolo 428, comma 3, del codice penale, «naufragio doloso». Non nascondo che le indagini, proprio per il tempo trascorso dal 1990, sono particolarmente difficili e laboriose, e vanno avanti soprattutto perché si è attivato del canale informativo con alcune persone che risiedono nel comune di Amantea. Si tratta quindi di un'indagine che - ripeto - non si avvale di alcuno strumento sofisticato, ma è un modo di procedere tradizionale; abbiamo attivato infatti dei canali di informazione con alcuni residenti del comune di Amantea, che ricade nella giurisdizione della procura di Paola.
Bisogna recuperare il tempo trascorso; se avessimo un colpo d'ali nello svolgimento delle indagini, potremmo trarre alcune conclusioni di qui a qualche mese. Certamente la celerità si impone in quanto ci sono anche dei termini prescrizionali che vanno rispettati. Comunque l'incarto è arrivato a Paola nel maggio 2003, proveniente prima dalla procura di Lamezia Terme e ancor prima dalla procura di Reggio Calabria, per ragioni di competenza territoriale.
Qual è l'ipotesi - sottolineo il termine «ipotesi» - investigativa, che poi dovrà essere riscontrata dalle indagini in corso e poi eventualmente da un giudizio, se si arriverà a questa fase? È che la motonave Rosso dovesse essere affondata - perciò si parla di naufragio doloso, come ipotesi investigativa - a circa 15-20 miglia a largo di Falerna, in provincia di Catanzaro, ma l'affondamento non si verificò a Falerna ma la nave spiaggiò per le condizioni del mare in località Formiciche del comune di Amantea e di qui la competenza della procura della Repubblica di Paola.
L'ipotesi investigativa si arricchisce poi, attraverso documentazione e testimonianza, e tutto questo fa ritenere, a livello di ipotesi, che sulla motonave Rosso fossero imbarcati rifiuti tossico-nocivi o comunque radioattivi per un successivo illecito smaltimento. In buona sostanza, l'episodio della motonave dovrebbe essere ricollegato alle cosiddette «navi a perdere».
Le probabili zone di illecito smaltimento dovrebbero essere tre: la discarica abusiva del comune di Amantea, sita in località Grassello, l'area del demanio fluviale, sita in località Foresta nel comune di Serra d'Aiello, che ricade in provincia di Cosenza e nella giurisdizione di Paola, il tratto di mare compreso tra Amantea e Vibo Valentia. Noi non abbiamo ancora accertato se ci sia stato smaltimento illecito in queste località; posso riferire alla Commissione che si è proceduto tra tante difficoltà (dovrei anche aprire una parentesi sui costi e quindi sulle spese della giustizia). Come dicevo, abbiamo affrontato un primo esame della località Foresta di Serra d'Aiello e qui abbiamo potuto riscontrare la presenza di migliaia di metri cubi di fanghi industriali assimilabili al granulato di marmo; dovrebbe essere conferito a giorni un accertamento più specifico su quanto è stato rinvenuto. Il granulato di marmo è un indizio, in quanto potrebbe far risalire ad una costante dell'affondamento delle cosiddette «navi dei veleni» perché nelle stive è stato trovato questo materiale.
Non si è ancora proceduto invece all'accertamento sulla discarica abusiva del comune di Amantea; il sostituto ha anche interessato il commissariato straordinario per la regione Calabria. Infatti, come si può facilmente riscontrare, si tratta di interventi di una certa complessità tecnica che comportano un costo notevole, rispetto poi alle ipotesi investigative che sono allo stato, appunto, di ipotesi.
Procediamo quindi così, attraverso un riscontro a terra per verificare se sia intervenuto illecito sversamento di rifiuti, e poi abbiamo sempre in piedi l'ipotesi delittuosa, di cui ho parlato prima, del naufragio doloso, su cui credo che, allo stato degli atti del processo, si possa ritenere che vi sia stata intenzionalità nel lasciar naufragare la motonave, su una serie di circostanze che stiamo raccogliendo e che poi dovranno essere verificate. Direi che l'indagine si sviluppa su un'ipotesi di naufragio doloso e poi su uno sversamento a terra, se non addirittura a mare, di rifiuti tossici o altamente inquinanti. Si parla anche di rifiuti radioattivi, ma è tutto da verificare. Questo perché la motonave Rosso potrebbe essere inquadrata tra le navi dei veleni su cui credo la Commissione abbia già rivolto la sua autorevole attenzione.

PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi per le domande.

MICHELE VIANELLO. Vorrei porre qualche domanda per comprendere meglio la questione, anche perché, come lei avrà visto, qualche settimana fa l'Espresso ha pubblicato un documentato articolo in materia, che è oggetto di interpellanze parlamentari; domani il Governo risponderà ad un'interpellanza in materia, che prende le mosse proprio da tale articolo.
In primo luogo, è possibile, alla luce delle vostre attuali conoscenze, che dopo lo spiaggiamento il presunto contenuto pericoloso - rifiuti tossico-nocivi o radioattivi - sia stato fatto uscire illecitamente dalla nave e seppellito da qualche parte in quel territorio? Lei ci ha confermato che sono in corso dei rilievi.
In secondo luogo, fatto che attiene specificamente alle nostre competenze parlamentari ed eventualmente ad un necessario intervento dei deputati, indipendentemente dalla collocazione politica, dal colore e via dicendo, se quanto voi paventate fosse vero è evidente che alla vostra procura dovrebbero essere concessi tutti i mezzi finanziari per poter proseguire nell'indagine, non solo perché si potrebbe risalire alle responsabilità dei traffici delle navi a perdere e verificare se esista o meno un'organizzazione criminale (non penso siano singoli episodi); ci sarà senz'altro un'organizzazione criminale, nazionale ed internazionale, che lavoro attorno alle navi a perdere. Probabilmente varrebbe la pena di procedere ad un'indagine più ampia che entri nel merito di questa vera e propria sciagura.
Inoltre, se realmente sono stati seppelliti rifiuti tossico-nocivi o radioattivi conseguenti allo spiaggiamento è evidente che quel territorio non può essere lasciato nello stato in cui è e occorre procedere ad una bonifica, in un modo o nell'altro. Da parte nostra potranno intervenire tutte le iniziative del caso.

DONATO PIGLIONICA. Sono incuriosito dal fatto che siano trascorsi 13 anni: in questo periodo cosa è stato appurato dalle altre due procure? Mi piacerebbe anche comprendere perché siano andati ad altre due procure e non a Paola (forse è di più recente costituzione). Cosa è successo di nuovo per far riaccendere il fare su questa vicenda? Questo buco di tempo di 13 anni rende estremamente risalire oggi alla vicenda. Una volta che la nave si è arenata, chi doveva vigilare, chi doveva controllare che nessuno vi entrasse per sottrarre quello che vi era dentro? Sono domande inquietanti, perché credo vi fosse una capitaneria di porto, altri organi che dovevano stare attenti a che nessuno vi mettesse piede. Tra l'altro, si trattava di una nave che era tristemente famosa per altra vicenda precedente. Se ci possano essere eventuali facilitazioni da parte di altri organi che erano tenuti a vigilare e che non l'hanno fatto perché nessuno potesse toccare il contenuto della nave. Perché si è pensato ad uno spiaggiamento casuale rispetto all'idea di affondamento? Gli elementi che hanno portato a dire che non si è arenata, ma che è fallito un affondamento. Si è letto sull'Espresso che non si è vista la falla. Quali sono gli argomenti per pensare ad un fallito affondamento?

PRESIDENTE. Vorrei aggiungere un ulteriore elemento di perplessità, nel senso che l'ipotesi inquirente si articola sulla necessità di verificare anche l'illecito smaltimento di rifiuti; gli elementi che oggi avete a disposizione vi consentono di ritenere che questo illecito smaltimento di rifiuti si sia determinato a causa del naufragio o dello spiaggiamento o, viceversa, il fine del naufragio era l'illecito smaltimento dei rifiuti?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Inizio dall'ultima osservazione del presidente: credo che sulla scorta degli atti, salvo poi essere smentito da ulteriori verifiche, che il fine di quest'operazione fosse quello di far naufragare, di affondare la nave per disfarsi di rifiuti. Ritengo che questa sia l'ipotesi oggi più plausibile.

PRESIDENTE. L'obiettivo quindi sarebbe stato l'affondamento.

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Sì, che non sarebbe riuscito forse per le condizioni del mare, e quindi lo spiaggiamento ad Amantea. La distanza tra Amantea e l'inizio delle province di Catanzaro e di Vibo non è notevole.

DONATO PIGLIONICA. Qual è il motivo che vi spinge a pensare che l'obiettivo fosse l'affondamento? Quali elementi tecnici sono stati rilevati sulla nave per cui si è capito che vi era un progetto di affondamento e non invece uno spiaggiamento per altre motivazioni?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Se il presidente permette, a questa domanda può rispondere con maggiore precisione tecnica uno dei collaboratori di Polizia giudiziaria che sta affiancando con grande sacrificio quest'indagine - se consentite questo termine - alquanto artigianale che stiamo portando avanti, in quanto come ho detto prima lavoriamo su notizie che stiamo acquisendo con la collaborazione di cittadini; ci sono operatori di Polizia giudiziaria che camminano per le strade e raccolgono queste notizie. Lascerei dunque la parola al maresciallo Calvano.

PRESIDENTE. Prego.

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. La nostra ipotesi che il naufragio dovesse essere doloso è derivata dal fatto che abbiamo acquisito delle videocassette amatoriali che le altre due procure non hanno avuto agli atti. Di qui abbiamo desunto che la nave era totalmente integra, non aveva alcuna falla; infatti, dalle dichiarazioni rese all'epoca dal comandante dell'unità, Pestarino, nel verbale SIT (sintetica informazione testimoniale) redatto davanti agli ufficiali di Polizia giudiziaria di Reggio, sembrava che la nave avesse subito una falla sul lato sinistro a seguito di un forte colpo; gli altri membri dell'equipaggio non avevano sentito alcun colpo durante la navigazione. Questa circostanza, oltre a vedersi nelle riprese amatoriali, è stata anche confortata dall'operazione svolta da un sommozzatore, che ha ispezionato la chiglia dell'unità, ove ha riscontrato anch'egli l'integrità dello scafo della nave. Successivamente è stato redatto un verbale dalla Guardia di finanza, dove era scritto che probabilmente erano state aperte le manichette di presa acqua mare; questo è un fatto che purtroppo non abbiamo potuto verificare, perché il fatto è avvenuto nel 1990, ma si tratta di un elemento importante. Comunque, le circostanze che la falla non ci fosse, che l'SOS sia stato lanciato dalla nave alle 7.55 della mattina del 14, che l'equipaggio stranamente non abbia cercato in alcun modo di tamponare la falla, di verificare di che danno si trattasse e via dicendo, sono sospette. L'equipaggio è stato portato con un elicottero all'aeroporto di Lamezia, alle 10 l'unità risultava completamente in balia delle onde, il mare era un po' agitato con direzione nord-est; quindi Falerna è un po' più a sud, a 15-20 miglia, ed il tragitto è congruente con la località Campora e Formiciche di Amantea, quindi la nave è rimasta lì. Dal video abbiamo riscontrato che questa nave era scortata dalla Jolly Giallo, altra unità appartenente alla stessa flotta, e da qui abbiamo desunto tutte queste problematiche.

DONATO PIGLIONICA. Dottore, chi dovesse decidere di eseguire un affondamento doloso denuncerebbe tale affondamento o preferirebbe andare in mare e lasciarla andare senza invocare aiuti? Infatti, una volta che la nave fosse affondata sarebbero intervenuti dei rilievi sul relitto. Attualmente il relitto dove si trova?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. All'epoca la nave è stata smontata e demolita da alcune ditte.

DONATO PIGLIONICA. I demolitori hanno dichiarato di aver trovato una falla?

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Inizialmente era stata incaricata dalla società armatrice Ignazio Messina una famosa ditta olandese, la Smit Tak; ultimamente è intervenuta anche per il sommergibile nucleare russo affondato nel nord Atlantico, il Kursk. Stranamente questa ditta, dopo venti giorni di lavoro, ha dichiarato di non riuscire a mettere la nave a mare; anche la società armatrice ha poi liquidato senza battere ciglio una parcella di 800 milioni (si desume dagli atti). Successivamente è stata chiamata una ditta di Crotone, la Mosmode, il cui titolare ha dichiarato a verbale che la nave era integra, poteva benissimo essere rimessa a mare. Infatti ha aperto un contenzioso con la Ignazio Messina, perché doveva intervenire anche un'altra ditta che doveva prendere il bunker al porto per evitare che gasolio e olio andassero a mare, prelevarli e bonificare la nave. Il Cannavale, titolare della Mosmode, ha aperto questo contenzioso con Ignazio Messina appunto perché la nave non risultava debitamente pulita e bonificata.

TOMMASO SODANO. Non capisco l'ultimo passaggio: quale azienda ha proceduto alla demolizione?

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. La demolizione e lo smantellamento dell'unità sono stati curati la Mosmode di Crotone sul posto.

TOMMASO SODANO. Quella che ha dichiarato che era integra.

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Esatto.

DONATO PIGLIONICA. L'unica spiegazione per cui la nave imbarcava acqua era che qualcuno avesse aperto dolosamente le manichette.

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Almeno tutte le ipotesi ci portano a questo.

DONATO PIGLIONICA. Tra le tante persone che avete sentito, nessuno ha potuto evidenziare un traffico? Svuotare una nave di quelle dimensioni non poteva che richiedere una movimentazione di mezzi, non era un fatto che poteva passare inosservata.

PRESIDENTE. Sappiamo esattamente cosa c'era a bordo della nave?

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Ufficialmente la nave aveva imbarcato a La Spezia, l'8 dicembre 1990, del tabacco e dei liofilizzati posti in container; è partita da quel porto ed è arrivata a Napoli, dove ha imbarcato altro materiale, che non sappiamo ufficialmente cosa sia. Dopo di ciò si è recata a Malta, dove ha caricato altri materiali, container, camion e roba del genere, che a detta di qualcuno dell'equipaggio ha imbarcato materiale che poteva ricondurre ai famosi penetratori del progetto ODM di Giorgio Comerio.

DONATO PIGLIONICA. Personaggio centrale della questione.

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Sì, almeno da quanto sappiano noi, dalle ricerche svolte, l'ODM sarebbe un suo progetto.

PRESIDENTE. Nella fattispecie, l'oggetto era il traffico?

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Il progetto prevedeva tre aree dei penetratori, una specie di siluri con delle alette che vengono lanciati dalla nave per essere infissi nel fondale marino, ad una profondità di 200-300 metri. In questi penetratori dovevano essere inserite delle barre di scorie radioattive; una volta chiusi, i penetratori venivano inabissati. Questo era il progetto, in sintesi.

DONATO PIGLIONICA. E forse la Rosso l'avrebbe utilizzato.

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. Probabilmente era destinata a questo. Infatti, era arrivata nel porto di La Spezia nel gennaio 1989 da un viaggio da Beirut, dove doveva caricare non so quante migliaia di bidoni contenenti scorie radioattive su incarico del Governo italiano, perché sembra che alcune ditte italiane avessero smaltito illecitamente lì questo materiale. La nave è stata ferma alla famosa banchina dei veleni del porto di La Spezia, dal gennaio 1989 al 7 dicembre 1990, ove l'armatore Ignazio Messina ha voluto urgentemente che partisse per questo viaggio.

DONATO PIGLIONICA. Il materiale che aveva caricato in Libano dove era andato a finire?

ORLANDO CALVANO, Maresciallo della capitaneria di porto di Paola applicato alla sezione di Polizia giudiziaria della procura di Paola. A La Spezia.

DONATO PIGLIONICA. È stato scaricato?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Non sappiano che fine abbia fatto.

DONATO PIGLIONICA. Una nave carica di veleni viene fermata nel porto di La Spezia, poi riparte vuota. L'altro materiale dove era stato scaricato e smaltito?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Non posso rispondere con precisione. Noi partiamo dal momento in cui la nave viene giù da La Spezia.

TOMMASO SODANO. Prima è stato fatto riferimento ad una relazione della Guardia di finanza sull'integrità dello scafo; in quell'occasione non c'erano già più sostanze a bordo? La Guardia di finanza non dice nulla sull'eventuale presenza nelle stive di materiali radioattivi?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Questa circostanza non dovrebbe essere indicata.

DONATO PIGLIONICA. Chi ha smontato la nave l'ha trovata vuota?

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. Certo.

DONATO PIGLIONICA. Quindi, quello che c'era dentro era stato portato via.

LUCIANO D'EMMANUELE, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Paola. I processi sono fatti anche di deduzioni logiche, soprattutto se i fatti risalgono al 1990.

PRESIDENTE. Torniamo in seduta pubblica.