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PRESIDENTE. La Commissione ha ritenuto opportuno procedere all'audizione del direttore delle attività industriali della società Syndial, Antonio Raimondi, in ordine ai profili di attività della società medesima, al fine di acquisire elementi conoscitivi sulla recente vicenda del rinvenimento presso l'agro di Porto Torres di una vasta discarica abusiva, su cui si è aperta un'indagine della magistratura di Sassari. Ricordo al riguardo che la società Syndial risulta essere proprietaria dei terreni ove è stata scoperta la discarica.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do subito la parola al dottor Antonio Raimondi e, successivamente, al dottor Gian Antonio Saggese, responsabile salute, sicurezza e ambiente, che lo accompagna, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del loro intervento.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. La ringrazio, presidente, ed entro subito nel merito della vicenda. Il giorno 18 agosto sono entrate all'interno dello stabilimento alcune persone le quali, forzando la recinzione, hanno prelevato alcuni campioni di terreno in un'area dello stabilimento. L'area di cui si parla è una ex discarica della società SIR.
Faccio un po' di storia dello stabilimento di Porto Torres. Tale stabilimento è nato intorno agli anni sessanta dalla SIR ed è stato gestito dalla SIR fino al 1982. Dal 1982 in poi è subentrata l'allora Enichem, che oggi è la società Syndial. La SIR, al momento della costituzione di questo insediamento, disponeva di alcune discariche all'interno del sito e la discarica di cui si parla è sorta nel 1976 ed è stata utilizzata dalla SIR fino al 1982; poi, quando è subentrata l'Enichem, questa ha continuato a gestire la discarica fino al 1986-87. Ci risulta che gli ultimi conferimenti di rifiuti a questa discarica risalgano, appunto, al 1987. Dal 1988 in poi non è stata più utilizzata, anche perché Syndial chiese le autorizzazioni per nuove discariche, che ottenne, e quindi dal 1988 in avanti ha utilizzato tali nuove discariche.
Sia la vita sia la fine di questa discarica sono state gestite in un rapporto molto stretto con la regione, che, ovviamente, era ed è a conoscenza della sua presenza. Esiste ancora della documentazione dalla quale risulta che si concordava con la regione anche come gestire la discarica stessa. Nel 1984-85, insieme alla regione si concordò di portare via dalla discarica tutta una serie di oli esausti che si trovavano al suo interno e che furono smaltiti in altro luogo. Quindi, la discarica è stata, in qualche modo, gestita nella fase di chiusura tra Syndial e regione.
PRESIDENTE. Quindi, la regione era a totale conoscenza.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. A totale conoscenza. Abbiamo le lettere scritte dalla regione...
PRESIDENTE. Anche del contenuto?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Anche del contenuto.
PRESIDENTE. Quindi le caratterizzazioni sono quasi inutili.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Noi le facciamo comunque, perché è previsto che ci siano le caratterizzazioni. Però quanto era contenuto nella discarica era noto.
PRESIDENTE. Immagino che si trattasse di una discarica autorizzata.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Dunque: prima del 1982 non c'erano autorizzazioni per la discarica, nel 1983 fu autorizzata dalla regione.
PRESIDENTE. Quindi, immagino che si sapesse ciò che si metteva in questa discarica.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Senz'altro.
PRESIDENTE. E quindi stiamo spendendo soldi inutili per fare le caratterizzazioni, perché abbiamo la certezza assoluta di ciò che c'è.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sappiamo cosa era contenuto all'interno della discarica, perché abbiamo la documentazione. Sappiamo che c'erano rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi; quindi abbiamo anche l'elenco delle sostanze che erano contenute all'interno della discarica.
FRANCESCO CARBONI. Presidente, per evitare di tornare successivamente sul punto, potremmo chiedere al dottor Raimondi un elenco in dettaglio.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sì, certamente, possiamo fornirvi questo elenco in cui sono indicate le sostanze che dovevano essere conferite alla discarica.
PRESIDENTE. Non c'è null'altro che queste sostanze?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Noi riteniamo di sì. Ovviamente, la conferma che sia esattamente così la potremo dare dopo aver fatto le caratterizzazioni. Parliamo di eventi che si sono verificati nel 1984-85, quindi di situazioni di vent'anni fa; nessuno di noi, evidentemente, era presente all'epoca e quindi oggi, per poter avere una conferma, riteniamo sia necessario fare le caratterizzazioni.
Comunque, della presenza di questa discarica si fa menzione più di recente nel 2001, quando la società Syndial ha presentato al comune di Porto Torres il piano di caratterizzazione previsto dal decreto ministeriale n. 471 del 1999; piano in cui si fa riferimento ad aree dello stabilimento in cui sono presenti dei depositi di rifiuti. Dunque, questo nel piano di caratterizzazione è evidenziato. Poi, il piano di caratterizzazione non è stato mai autorizzato, perché si sono accavallate una serie di vicende. Prima il referente per Syndial era il comune di Porto Torres; poi, nel gennaio 2002, a livello di regione Sardegna è stato siglato un protocollo che doveva definire i criteri da adottare nei piani di caratterizzazione. Questo piano di protocollo, praticamente, è stato recepito soltanto nel giugno 2003; nel frattempo, il sito di Porto Torres è diventato sito di interesse nazionale. Di conseguenza, noi dobbiamo adeguarci ai nuovi criteri previsti dal piano di caratterizzazione dopo il giugno 2003. Adesso il Ministero dell'ambiente ha convocato una conferenza di servizi per il giorno 21 ottobre e noi per quella data presenteremo un nuovo piano di caratterizzazione, che recepisce le indicazioni siglate nel protocollo approvato nel giugno 2003. Questo per quanto riguarda la discarica o, comunque, l'area oggetto di rinvenimento di rifiuti.
PRESIDENTE. Quindi, voi, più o meno, conoscevate la vicenda?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sì. Sapevamo...
PRESIDENTE. Conoscete altre aree del sito che sono nella medesima situazione?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Esatto, ci sono altre aree all'interno del sito che sono state utilizzate, sempre in quel periodo, come stoccaggio di rifiuti ed anche queste sono state evidenziate nel piano di caratterizzazione presentato già nel giugno 2001.
PRESIDENTE. Potenzialmente inquinante?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Noi sappiamo che sono aree utilizzate negli anni settanta-ottanta come aree su cui depositare i rifiuti, quindi potenzialmente inquinante. Sicuramente inquinate, ma dico «potenzialmente» perché potrò affermarlo con certezza dopo il piano di caratterizzazione. Tuttavia, poiché sono state utilizzate come aree su cui portare rifiuti, sicuramente sono inquinate.
FRANCESCO CARBONI. Quali sono lo scopo sociale e le attività della Syndial? Mi riferisco anche alle attività produttive.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. La Syndial ha attività diversificate. Le parlo prima della Syndial in generale e poi le dirò quello che facciamo a Porto Torres. A livello generale la Syndial è una società ex Enichem. Ha cambiato nome nel maggio 2003. L'Enichem, nel dicembre 2001, si è in qualche modo divisa in due, dando origine alla Polimeri Europa e all'Enichem residuale, che definisco così anche se questo termine non è corretto. Comunque, l'Enichem rimasta dopo la scissione ha assunto una missione completamente diversa: prima rappresentava la chimica dell'ENI, oggi rappresenta una società che si è assunta il compito di bonificare, risanare le aree su cui in passato vi sono stati impianti. Questo lavoro, inoltre, viene fatto non solo per gli impianti dell'Enichem, ma anche per altre situazioni simili del gruppi ENI. L'obiettivo principale ora è questo.
L'attuale Syndial ha impianti industriali ancora attivi, che però non hanno una grande valenza produttiva, nel senso che non hanno grandi prospettive, perché il conto economico non è particolarmente brillante. Cosa farà la Syndial di questi impianti? Il principale obiettivo è quello di cedere eventualmente gli impianti a operatori del settore; qualora ciò non fosse possibile, occorrerà valutare come renderli economicamente compatibili con le sue attività. Pertanto, il compito principale della Syndial è quello di risanare le aree che le sono state assegnate e che erano oggetto di produzione in passato.
PRESIDENTE. Quindi, una bonifica?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sì, una bonifica, la demolizione di impianti inattivi e la bonifica delle aree, per mettere i terreni a disposizione di eventuali nuove iniziative che si volessero intraprendere in loco.
GABRIELLA PINTO. Vorrei alcuni chiarimenti. Il sito dove sono stati rinvenuti quei rifiuti interrati era una discarica?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sì, era una discarica autorizzata nel 1983. Questa discarica era già stata usata, ma nel 1983, come ho detto prima, si affronta la problematica delle discariche.
GIAN ANTONIO SAGGESE, Responsabile salute, sicurezza e ambiente. Il decreto di riferimento è un decreto dell'assessore alla difesa dell'ambiente della regione Sardegna, il n. 307/83 del 20 luglio 1983.
GABRIELLA PINTO. Da chi è firmato?
GIAN ANTONIO SAGGESE, Responsabile salute, sicurezza e ambiente. Ho con me solo la prima pagina, ma posso sicuramente farlo sapere. Il testo dell'articolo 1 è il seguente: tutte le attività di smaltimento esistenti alla data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982 n. 915, per le quali è stata presentata apposita richiesta di autorizzazione entro la data di pubblicazione del presente decreto, si considerano tacitamente approvate in via provvisoria.
GABRIELLA PINTO. Quindi è stata autorizzata una discarica dove si è consentito l'interramento di rifiuti tal quali.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Prima del 1983 questo era il modo di procedere.
GABRIELLA PINTO. Stiamo pertanto apprendendo ora che quella era una discarica autorizzata, perché prima del suo intervento nessuno lo aveva comunicato a questa Commissione (a meno che non sia avvenuto ed io non me ne sia accorta, ed in tal caso me ne scuso). Questo però configge con quanto hanno affermato due dirigenti della Syndial che sono intervenuti durante il sopralluogo del 18 agosto. Alla presenza del capitano dei carabinieri di Porto Torres, questi due dirigenti hanno affermato che non sapevano che lì vi fosse una discarica abusiva di rifiuti, aggiungendo che era un'area dove normalmente nessuno si recava, che non era autorizzata. Non avendo motivo di dubitare che quella sia una discarica, per di più autorizzata dal 1983, mi domando come i dirigenti della Syndial abbiamo potuto fare queste affermazioni. Mi permetto altresì di riprendere quanto detto dal presidente: ma allora, che bisogna c'è di rifare queste caratterizzazioni? Noi vorremmo conoscere quanto già emerso dalle caratterizzazioni precedenti, perché vorrei vedere se vi è corrispondenza con la caratterizzazione fatta dal PMP a seguito del nostro sopralluogo, definendo i rifiuti ritrovati tossico-nocivi. Nella precedente audizione si è erroneamente affermato che ancora non si sapeva che cosa ci fosse, ma questo non è vero, perché l'esito c'è nell'analisi: sono rifiuti tossico-nocivi.
Questi rifiuti tossico-nocivi, stando a quanto apparso sulla stampa circa le dichiarazioni del magistrato che si occupa del caso, si trovano lì dal 1983 e lo si sapeva, perché la discarica era autorizzata, ma non c'è stato alcun intervento di bonifica: aspettiamo ulteriori caratterizzazioni, ma evidentemente non si sa che già ci sono. Allora, cominciamo a vedere che cosa c'è nelle caratterizzazioni in vostro possesso, che avevate già fatto.
Mi sembra che la situazione cominci a chiarirsi. Quella discarica si trova in un territorio in parte del quale - lo dico per sua conoscenza - non era affatto impedito l'ingresso di chicchessia, perché noi non abbiamo forzato nulla, ma proprio nulla: ci sono i filmati e li può vedere quando vuole, anche perché i parlamentari non forzano né cancelli né altro. Non c'era nemmeno un cartello che indicasse una discarica, non c'era nemmeno un cartello, ripeto, che indicasse un divieto di balneazione. Visto che la Syndial ha già fatto la caratterizzazione, alla quale se ne aggiungeranno altre successive, mi domando come intendiate procedere, ma resta il fatto che i rifiuti sono stati sotterrati, rifiuti tal quali, e l'inquinamento c'è, verosimilmente, dal 1983.
Domando allora: cosa si è fatto in questi anni per arginare questo fenomeno in quel sito? Dalle sue affermazioni deduco che le dimensioni siano superiori anche all'area che noi casualmente abbiamo identificato. Allora, quanto è grande quest'area? Quanto era grande la discarica? La discarica autorizzata di cui lei parla è solo quella o è anche più vasta? E comunque i rifiuti sono sempre stati interrati tal quali.
Un'ultima riflessione, presidente. Sono stati dissotterrati dei rifiuti contenuti all'interno di fusti, ma non certamente del 1983, perché i filmati indicavano dei fusti che potevano avere al massimo, ma proprio al massimo, cinque anni, perché la
loro colorazione e la plastica recente dimostravano ciò senza bisogno di ulteriori controlli. Vi era poi una parte dove abbiamo proprio camminato sul rifiuto, che era in superficie.
Da un lato sembra che abbiamo fatto la scoperta dell'uovo di Colombo, dall'altro appare una realtà ancora più inquietante. Ma chi è intervenuto prima di lei pareva non avere alcuna contezza di questa realtà.
FRANCESCO CARBONI. Oggi abbiamo appreso, nel corso delle audizioni che si sono appena concluse, che nei terreni di proprietà della Syndial vi sono quattro discariche. Domando, dunque, al dottor Raimondi se sia a conoscenza delle altre tre discariche, se siano state autorizzate con il medesimo iter amministrativo, sino a quando, per quanto a sua conoscenza, siano state utilizzate, se anche l'autorità regionale fosse a conoscenza dell'esistenza di tali discariche e cosa contenessero.
PRESIDENTE. A quanto abbiamo sentito, si tratta di quattro siti potenzialmente inquinanti e non credo sia questione terminologica. Si tratta di ex discariche autorizzate, quindi gestite con la superficialità e sulla base delle norme di quegli anni, oppure si tratta di aree che rappresentano criticità ambientali per depositi vari più o meno legittimi? Nelle richieste cui faceva riferimento con tanta puntualità il collega Carboni, avevo compreso che non si trattava con certezza di discariche, bensì di aree indeterminate...
FRANCESCO CARBONI. Io ho inteso che nella autodenuncia da parte di Syndial sono stati individuati quattro punti di discariche e che la indeterminatezza che ci è stata riferita concerneva solamente quanto ivi contenuto, dal momento che chi ci ha riferito non aveva di ciò conoscenza diretta. Vi è, però, certezza documentale che i punti di conferimento di rifiuti industriali sono quattro.
PRESIDENTE. Immaginiamo, allora, quattro o più discariche autorizzate? Questo è il tema.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Tutte le discariche sono autorizzate con il criterio...
PRESIDENTE. Dottore, mi perdoni. Parlo di quelle indicate nei siti, non di tutte. Quelle indicate nei siti avevano tutto il percorso, ante 1982 e poi post 1982, quindi in questi quattro siti non vi sono depositi anomali ma discariche da voi gestite. È così?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. No. Ci sono discariche oggi autorizzate e gestite, che sono quelle che abbiamo fatto autorizzare successivamente; ci sono, invece, delle discariche che sono sorte negli anni settanta e sono state chiuse negli anni ottanta: prevalentemente nel 1983, con qualche punta che è arrivata fino 1986-87. Mi risulta che gli ultimi conferimenti in queste discariche siano avvenuti nel 1987; tutti i conferimenti venivano comunicati alla regione e non stiamo certo parlando di conferimenti discrezionali da parte della società che gestiva in quel momento le discariche. Nel periodo successivo al 1983-87, tutti i conferimenti venivano comunicati regolarmente alla regione: ogni qual volta si portava qualcosa in questa discariche lo si comunicava alla regione e ci sono le carte da cui questo si può facilmente rilevare.
Si parla di quattro discariche. Tali discariche, che sono tutte dello stesso tipo, cioè sono sorte negli anni settanta e finite nel 1983, furono autorizzate nel 1983 con quel decreto di cui ha fatto menzione poco fa l'ingegner Saggese. Dal 1988 in avanti, noi ci siamo fatti autorizzare, secondo la legge, altre discariche (non più queste) e le abbiamo utilizzate nella piena trasparenza. La regione, il comune, tutti sanno che noi abbiamo queste discariche all'interno del sito.
PRESIDENTE. Dunque, direttore, poiché la nostra non vuole essere una azione inutilmente inquisitoria, ma vorremmo comprendere come funzioni il sistema
industriale italiano rispetto a queste criticità, le chiedo: cosa ha fatto la Syndial? Ha ereditato una serie di discariche?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Esatto.
PRESIDENTE. Avendo compreso che vi era stata superficiale gestione, derivante anche da norme datate, nel 1982-83, ad autorizzazione avvenuta, le ha di fatto non più utilizzate ed ha attivato procedure e norme per l'autorizzazione di nuovi siti, in modo tale da avere lì dove c'era condizione di alta criticità il non uso e, invece, laddove vi era condizione di uso una attenzione maggiore sul fronte delle sensibilità, delle attenzioni ambientali e quant'altro. Il dato che emerge è che sono state depositate prima del 1980 quantità marcescenti di rifiuti tossici e nocivi, peraltro abbandonati in una condizione di grave inquinamento a pochi metri dal mare. Questo è l'elemento finale di certezza che io traggo.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Chiedo, presidente, di poter essere più preciso, per fornire una risposta di dettaglio. Noi abbiamo appreso questa mattina che quattro discariche sono state indicate nel piano di caratterizzazione proposto dalla Syndial; queste quattro discariche sono tutte discariche dismesse, attivate dalla ex SIR e dalla ex Enichem ed attive sino al 1983, mentre in un caso abbiamo comunicazione di conferimenti che arrivano fino al 1987. Ripeto, dunque, che erano tutte attive fino al 1983; nel 1983 sono state regolarmente autorizzate tutte e quattro ed è cessato tutto nel 1987.
FRANCESCO CARBONI. Sono tutte in località Minciaredda?
PRESIDENTE. Compresa quella in località Minciaredda?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Non sono tutte nella zona di Minciaredda, comunque è compresa quella. Quindi, quelle discariche non vengono più utilizzate dal 1988, poiché da quell'anno abbiamo avuto l'autorizzazione di altre...
FRANCESCO CARBONI. Nel 1988 voi avete chiesto l'attivazione di altre discariche...
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Esatto.
FRANCESCO CARBONI. ...che sono state regolarmente autorizzate, che sono ancora in gestione...
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Esatto.
FRANCESCO CARBONI. E quante sono?
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Sono due.
FRANCESCO CARBONI. Sono due, in gestione, e non sono state inserite nel piano di caratterizzazione perché sono regolarmente tenute.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Quelle sono regolarmente gestite secondo le regole...
FRANCESCO CARBONI. Quindi non sono inserite nel piano di caratterizzazione.
ANTONIO RAIMONDI, Direttore delle attività industriali della società Syndial. Poiché si parla di superficialità, desidero precisare che stiamo facendo riferimento ad un periodo in cui questa era la norma. Con la nostra cultura di oggi riteniamo che quello fosse un comportamento superficiale, però, all'epoca, era il comportamento normale; tant'è vero che c'è tutta
una corrispondenza tra la società e la regione da cui emergono sopralluoghi, anche da parte di funzionari della provincia, che andavano a vedere queste discariche e concordavano anche i relativi criteri di gestione. Era una cosa che veniva fatta secondo la cultura e le conoscenza del periodo.
PRESIDENTE. Cultura e sensibilità scarse, ovviamente. Ma si tratta di una vicenda mondiale e che riguarda le istituzioni prima che le attività di impresa.
Se non vi sono altre richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazierei il dottor Raimondi ed il dottore Saggese, rispettivamente direttore delle attività industriali della società Syndial e responsabile salute, sicurezza e ambiente della stessa società, i quali siano accompagnati anche dal responsabile per i rapporti istituzionali, per la disponibilità che hanno manifestato ma, soprattutto, per le utili indicazioni, per noi straordinariamente necessarie al fine dell'approfondimento che stiamo compiendo in questi giorni. Grazie e buon lavoro. Dichiaro conclusa l'audizione.
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