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Seduta del 9/4/2003


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Audizione dell'assessore alle politiche dell'ambiente della regione Lazio, Marco Verzaschi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'assessore alle politiche dell'ambiente della regione Lazio, Marco Verzaschi.
Ricordo che, secondo quanto concordato in sede di programmazione dei lavori dall'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, la Commissione intende procedere ad una serie di audizioni di rappresentanti della regione Lazio e delle amministrazioni locali in ordine allo stato di attuazione, nel territorio della regione, della vigente normativa in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e, in particolare, sulle problematiche connesse con lo stato di emergenza nel territorio della regione e delle province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.
Ricordo inoltre che sono stati già ascoltati, nel corso di precedenti audizioni, i presidenti delle province di Roma e di Frosinone. L'odierna audizione dell'assessore all'ambiente della regione Lazio sarà dedicata ad un approfondimento dell'attuale situazione della gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio dell'intera regione.
Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata in questa occasione, come in quelle precedenti, do la parola all'assessore Verzaschi, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del suo intervento.

MARCO VERZASCHI, Assessore all'ambiente della regione Lazio. Signor presidente, rispetto all'incontro di qualche mese fa, così come preannunciato, è stata emanata da parte del Governo un'altra ordinanza che ha esteso a tutta la regione i poteri commissariali già conferiti al presidente della regione per il territorio di Roma e della sua provincia. Questo a seguito dell'approvazione, intervenuta in consiglio nel mese di luglio, del piano regionale dei rifiuti e al fine di permettere a tale piano di trovare realizzazione completa ma soprattutto immediata in tutti i suoi punti. Gli elementi di urgenza sono stati verificati con molta attenzione da parte dell'autorità governativa ed è stata riconosciuta la necessità di dotare anche la regione Lazio di un sistema organico di piattaforme industriali, ma soprattutto di un sistema per diminuire a monte la produzione dei rifiuti e garantire l'aumento del riciclaggio in tempi brevi, per scongiurare altre situazioni di emergenza come quelle verificatesi in alcune province della regione negli anni scorsi.


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO DEMASI

MARCO VERZASCHI, Assessore all'ambiente della regione Lazio. Abbiamo completato proprio in questi giorni il piano commissariale e l'abbiamo inviato alle autorità governative; ne aspettiamo l'approvazione, che dovrebbe avvenire tra qualche giorno, per poter iniziare compiutamente le opere la cui progettazione comunque è andata avanti. Nel frattempo abbiamo definito una carta dei siti per ciò che concerne l'impiantistica di Roma e provincia, sempre in base ai criteri approvati nel piano regionale dei rifiuti, e stiamo verificando i vari vincoli esistenti sul territorio per quanto riguarda le province di Latina e di Viterbo, perché nella provincia di Frosinone è già funzionante un impianto di termovalorizzazione, così come ne funziona uno da qualche mese a Colleferro, in provincia di Roma.
Abbiamo inoltre ottemperato a quanto previsto nell'ordinanza commissariale per la realizzazione della struttura commissariale stessa ed abbiamo inviato al Ministero dell'ambiente i nomi dei rappresentanti della commissione scientifica che dovrà verificare preventivamente tutti i progetti che verranno presentati alla struttura commissariale. Abbiamo quindi i presupposti per avviare le approvazioni e per realizzare tutte le iniziative importanti per dare attuazione a quanto previsto nel piano regionale dei rifiuti.
Stiamo anche predisponendo la bozza di un accordo con il CONAI per aumentare la raccolta differenziata e stiamo valutando alcuni progetti per aiutare le aziende municipalizzate che svolgono questo lavoro su incarico delle varie province. Abbiamo approvato in commissione - è all'ordine del giorno del consiglio regionale - un progetto di legge specifico che obbliga gli enti pubblici ad ottemperare alla raccolta differenziata e talune iniziative che possano far arrivare tale raccolta entro il 2004, come previsto dal decreto Ronchi nonché dal nostro piano commissariale, alla percentuale del 35 per cento, quota sulla quale è modellato il piano regionale dei rifiuti; la quantità di rifiuti che dovrà essere portata a destinazione diversa dalla discarica è pari appunto al 35 per cento. Abbiamo predisposto gli strumenti necessari a fornire risposte che siano il più possibile immediate ad un problema che nella nostra regione non ha ancora provocato, se non nella provincia di Frosinone nei mesi passati, situazioni di difficoltà per quanto riguarda la ricerca di un sito per la discarica.
Proprio per la provincia di Frosinone nel mese di dicembre abbiamo individuato un sito provvisorio per la discarica e in questi giorni stiamo avviando la ricerca di un sito definitivo in cui collocarla in via permanente. Questo ai fini del completamento dell'adeguamento degli impianti che sono già in funzione, in quanto il piano regionale dei rifiuti ha delineato dei livelli standard per le nuove tecnologie. Per quanto riguarda gli impianti di trattamento ed i termovalorizzatori, è già stata nominata una commissione che ne ha iniziato le verifiche e che sottoporrà all'attenzione del commissario i necessari adeguamenti cui si dovrà procedere, da parte delle società che li gestiscono, proprio per mettersi in regola con i dettami tecnici previsti dal piano regionale dei rifiuti. Grazie.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o chiedere chiarimenti.

LOREDANA DE PETRIS. Ringrazio l'assessore Verzaschi, al quale chiedo chiarimenti sulla situazione attuale dell'impiantistica per quanto riguarda Roma e provincia: vi erano alcuni impianti in via di realizzazione e vorrei sapere se si siano incontrati problemi. È evidente che abbiamo tempi determinati in riferimento alla discarica di Malagrotta, che si stanno avvicinando rapidamente.
Quanto agli autodemolitori, alla Camera è iniziata la discussione sul decreto di recepimento della direttiva europea e vorrei capire a che punto sia la realizzazione degli impianti e quali siano le difficoltà


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tuttora esistenti, anche per cercare di intervenire meglio a livello legislativo.
Assessore, lei ha parlato ora della raccolta differenziata e della messa in atto di una serie di processi per arrivare alla quota del 35 per cento. Vorrei sapere quali siano le attuali percentuali delle singole province.
Per ciò che concerne la bonifica di una serie di discariche, vorrei sapere a che punto sia l'iter progettuale ed autorizzativo; mi riferisco in particolare a quella di Lunghezza, che si trascina da molto tempo. Ci sono delle novità, ovviamente con riferimento alla parte concernente i progetti in corso o le autorizzazioni presso la sede del commissariato?

RENZO MICHELINI. Mi farebbe piacere una breve ricognizione sullo stato del disinquinamento dei siti inquinati, delle discariche o comunque dei sistemi di smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi. Vorrei inoltre sapere come affrontiate il problema degli inerti.

ORESTE TOFANI. Ho ascoltato la relazione dell'assessore Verzaschi ed ho colto un aspetto importante, vale a dire quello dell'istituzione di una commissione al fine di adeguare gli impianti, più in generale quelli del Lazio e in particolare riferendosi alla provincia di Frosinone. Se ho capito bene o male, me lo dirà dopo. Se la volontà della regione, alla luce delle sue competenze, è quella di adeguare gli impianti in provincia di Frosinone, credo che occorra iniziare al più presto dall'impianto di riciclaggio di Colfelice, che di fatto confeziona l'immondizia così come entra, aggiungendo forse il peso delle fasce; infatti, da quanto è emerso dalle precedenti audizioni, come quella del presidente del consorzio, quell'impianto non ricicla più del 17 per cento. Stiamo parlando dunque di un non riciclaggio: molto correttamente un autorevole collega, il senatore Demasi, che sta presiedendo la Commissione, anche per le sue conoscenze tecniche, ha fatto capire che parlare del 17 per cento significa arrivare forse al 12 per cento.
Chiedo dunque all'assessore se sia vero - e sono convinto di sì - che esiste la volontà di mettere a punto l'impianto di Colfelice. È incomprensibile che oggi rimanga aperto, in quanto sta creando danni enormi, di cui l'assessore è sicuramente a conoscenza. Il collega Michelini ha parlato di inerti: noi non abbiamo il piacere di conoscerli; vorremmo tanto averli, ma purtroppo abbiamo immondizia identica a quella che entra nell'impianto e di fatto stiamo distruggendo larga parte del territorio della provincia di Frosinone.
Assessore, lei ha parlato di una discarica provvisoria: si tratta di un eufemismo. Occorre essere chiari, soprattutto quando si arrecano danni a terzi e questi terzi, nella fattispecie, sono non solo gli abitanti che colà vivono ma anche coloro che erediteranno il nostro territorio: stando così le cose, vale a dire non funzionando l'impianto di Colfelice, anche una discarica che con un eufemismo si definisce provvisoria diventa definitiva, perché tra pochi mesi sarà colma. E allora, per far cessare questa beffa, questo danno, se non addirittura questa truffa, nei confronti dei cittadini della provincia di Frosinone, considerato che vengono stoccate - la provincia conta 91 comuni che conferiscono tutti a Colfelice - quasi 600 tonnellate al giorno (mi riferisco ai dati citati dal presidente), di cui almeno 500 conferite in discarica come immondizia, qualsiasi discarica può durare pochi mesi, perché purtroppo non ci sono gli inerti.
Desidero una risposta precisa su questo, perché siamo convinti che quello dei rifiuti sia un problema sul quale non si può e non si deve fare demagogia e non si devono arrecare danni pensando a futuri ed ipotetici miglioramenti. Vorrei sapere se esista questa volontà di mettere a punto gli impianti, ma ne sono convinto perché l'assessore Verzaschi, durante una riunione tenutasi nella sede della regione Lazio, disse chiaramente che erano disponibili per questo impianto nel bilancio del 2001 circa 12 miliardi di lire. Ed allora, la logica che dovrebbe presiedere ad ogni ragionamento ed ad ogni decisione è quella di fermare l'impianto e di metterlo


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nelle condizioni di produrre il CDR che serve a quell'altro impianto già in funzione nello stesso territorio della provincia - San Vittore - o ad altre zone (non sta a me decidere dove, in quanto esistono problemi di gestione del consorzio), dando una risposta di efficienza, di trasparenza e di onestà senza devastare il territorio. Abbiamo 8 o 9 siti devastati: continueremo ad aggiungerne, perché nel giro di pochi mesi saranno ricolmi di montagne di immondizia. La invito, assessore, ad essere preciso e, soprattutto, se mi consente, conseguente. Esiste la volontà di mettere a punto l'impianto? Allora fermiamolo per qualche mese, mettiamolo a punto e sicuramente ci sarà il plauso da parte di tutti noi in riferimento non a semplici effetti-annuncio che non rientrano nella mia cultura (ma mi permetto di dire che non dovrebbero rientrare neanche nella sua).
È questa la mia richiesta e spero che si possa avere una risposta definitiva, perché qui non si sta lottando su siti o su allocazioni, ma si sta chiedendo di far funzionare un impianto, che così com'è attualmente non funziona.

PRESIDENTE. Ringrazio il senatore Tofani e, prima di dare la parola all'assessore Verzaschi per la replica, vorrei aggiungere una mia domanda, che è più un suggerimento legato al recupero ed alla bonifica delle discariche attualmente in funzione in provincia di Frosinone, che ci sono state descritte come autentiche metropoli di immondizie che, sulla base dei quantitativi del tonnellaggio giornaliero che si presume verranno trattati quando l'impianto rifatto andrà a regime, non potranno essere lavorate per intero. Occorrerà quindi un certo tempo per l'assorbimento degli accumuli ed un sito di stoccaggio per i rifiuti conferiti, che potrebbero non essere lavorati nello stesso giorno del conferimento. In sostanza, se la strada scelta dalla regione Lazio è quella che passa attraverso le discariche, evidentemente occorre un piano di localizzazione che sia igienicamente trattato ed ambientalisticamente tutelato. A questo proposito vorremmo conoscere l'opinione del rappresentante della regione.

MARCO VERZASCHI, Assessore all'ambiente della regione Lazio. Per quanto riguarda la situazione di Roma e della sua provincia, dopo la precedente audizione abbiamo autorizzato quattro impianti: uno, sito a Malagrotta, entrerà in esercizio fra qualche settimana, un altro è in costruzione, mentre gli altri due, che sono su richiesta dell'ex municipalizzata, l'AMA, sono da 750 tonnellate giorno e sono entrambi in costruzione. È stato inoltre autorizzato un impianto, sempre a Malagrotta, per la torcia al plasma, presentato dall'ENEL, la cui istruttoria è completata. Si tratta di un piccolo impianto sperimentale che dovrebbe studiare situazioni alternative rispetto alla termovalorizzazione, il tutto sempre con un'attenzione particolare da parte del commissariamento a soluzioni diverse rispetto a quelle previste dal decreto Ronchi.
È inoltre entrato in funzione il termovalorizzatore di Colleferro ed abbiamo attivato un altro impianto che può dare una risposta per quanto riguarda il ritorno del CDR; il CDR può essere prodotto, ma se non trova un'utilizzazione ritorna in discarica, causando una doppia beffa in quanto per produrlo occorre un costo aggiuntivo che viene pagato dai cittadini. A tal fine abbiamo attivato un'altra commissione; si tratta di commissioni non soltanto formate da rappresentanti della regione ma che in genere comprendono anche rappresentanti dell'ARPA e della provincia di Roma o delle altre province (quando ci riferiamo ad impianti localizzati nelle varie province). Nell'ambito di questa commissione l'ARPA e la provincia di Roma stanno verificando che il CDR prodotto nell'unico impianto in funzione in provincia di Roma, quello di Albano, sia idoneo ad essere utilizzato negli impianti di Colleferro e di Frosinone. Anche considerando che comunque il CDR è nel libero mercato e quindi può essere acquisito in tutta Italia, stiamo cercando di creare una corsia preferenziale per fare in


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modo che quello prodotto nella nostra regione possa essere smaltito negli impianti e non in discarica, come qualche volta avviene. Questo al fine di evitare una ricerca ossessiva di nuove discariche o la necessità di ampliare quelle già esistenti, perché spesso in passato è avvenuto anche questo.
Per quanto riguarda gli autodemolitori, rispetto al programma che abbiamo ereditato dal lontano 1999 qualche passo in avanti siamo riusciti a farlo soltanto nell'ultimo periodo, perché dei complessivi undici progetti ne è stato avviato soltanto uno. Infatti, la localizzazione prevista allora ed anche in questi ultimi tempi dall'amministrazione comunale ha incontrato l'opposizione della maggior parte dei proprietari dei terreni, con un contenzioso amministrativo che ha bloccato l'esproprio delle aree, che pure era stato avviato. In altri casi invece si sono avuti degli impedimenti dovuti a situazioni geologiche non previste preventivamente, ad occupazioni da parte di zingari, come in un caso, alla realizzazione di alcuni manufatti privi di qualsiasi autorizzazione e quindi abusivi. Negli ultimi tempi siamo riusciti a sbloccare, grazie ad un rapporto molto più stretto con l'amministrazione comunale, due o forse tre di questi siti; pertanto, nei prossimi giorni sarà fatto qualche passo in avanti importante, trattandosi di siti dove verrebbe raggruppato un gran numero di autodemolitori. Potremo così dare non dico una risposta complessiva, perché comunque rimangono delle situazioni di stallo, per motivi di contenzioso amministrativo, ma comunque una risposta cospicua alle esigenze del comune di Roma, che la senatrice De Petris sicuramente conosce bene.
Quanto al piano delle bonifiche, a Lunghezza, alla questione Pegaso e alla TAV, noi avevamo autorizzato, su richiesta della Pegaso, un impianto mobile, ma poi è intervenuta una lunga indagine, che credo sia ancora in corso, da parte dell'autorità giudiziaria, per verificare se questo forno potesse essere dichiarato mobile o meno. Ultimamente è stata trovata una soluzione per cui l'AMA, insieme alle Ferrovie, dovrebbe provvedere allo smaltimento ed alla bonifica di questo sito, trasferendo i rifiuti in Germania o comunque fuori Italia per mandarli nei forni. In riferimento al sito di Lunghezza dovrebbe tenersi un incontro la prossima settimana, ma in ogni caso la soluzione che ci è stata presentata è questa.
Quanto ai quesiti del senatore Michelini, noi abbiamo predisposto, insieme al piano dei rifiuti, anche un piano delle bonifiche. Stiamo partendo con un accordo di programma con il ministero, che ci poteva dare una disponibilità ancora maggiore rispetto alle necessità, perché il finanziamento per la provincia di Frosinone è insufficiente. Ci siamo resi conto della necessità di impegnare quel finanziamento vecchio di due anni e di completare l'iter, che anche in un recentissimo incontro con il ministro Matteoli ha avuto un buon esito, per attivare un accordo più complessivo tra ministero e regione Lazio per l'attuazione di una serie di bonifiche che hanno un'urgenza notevole. Abbiamo già individuato le situazioni dove intervenire e abbiamo necessità di una copertura finanziaria di livello stratosferico; pertanto, senza una disponibilità nella forma dell'accordo di programma da parte del ministero difficilmente potremo far fronte alle nostre necessità.
Su questo si arriva anche ad un confronto un po' più sottile sull'interpretazione dell'ordinanza, nel senso che noi riteniamo di dover intervenire anche in danno, perché quasi sempre questi interventi sono causati da privati, però soltanto in presenza di una richiesta immediata da parte dell'amministrazione comunale, che invece dovrebbe essere competente per la bonifica. Questo a meno che l'amministrazione comunale non tralasci questa competenza e, verificata la necessità e l'urgenza, la regione non intervenga autonomamente. Stiamo approfondendo l'argomento perché se la bonifica di tutti i siti inquinati della nostra regione venisse considerata come competenza del commissario, quest'ultimo non farebbe altro, in assenza peraltro di una copertura finanziaria per ottemperare a questo compito.


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La valutazione che abbiamo fatto fino ad ora è relativa a talune necessità fondamentali che sono state sottolineate dalle amministrazioni comunali o provinciali o che ci sono state indicate dalla giustizia; abbiamo predisposto un quadro complessivo delle situazioni più urgenti sulle quali intervenire, con una valutazione a parte per la provincia di Frosinone; per quest'ultima infatti già da tempo si è attivata una procedura idonea a sanare una situazione vecchia di parecchi anni, che se non erro vede ben 91 ex discariche, siti inquinati che sono stati abbandonati successivamente alla loro chiusura; non vi è stato quell'ammortamento post-esercizio che è invece obbligatorio nei nuovi contratti che la regione Lazio impone attualmente.
Quanto agli inerti, la competenza è rimasta al commissario, anche se noi ritenevamo che non dovesse essere un nostro impegno; lo abbiamo fatto presente anche in questa sede. È intervenuto un confronto serrato con l'amministrazione comunale di Roma, e si è avuta un'adesione alla richiesta di far rimanere nell'ambito del commissariamento anche questa competenza. Tutte le nuove richieste sono ora valutate dalla commissione scientifica, che dovrà stabilire anche un quadro normativo, ma soprattutto tecnico, di recepimento delle nuove richieste. Fino ad oggi non è stata concessa alcuna autorizzazione, proprio per l'assenza di questa commissione tecnica.

LOREDANA DE PETRIS. Si va avanti con le proroghe delle vecchie ordinanze.

MARCO VERZASCHI, Assessore all'ambiente della regione Lazio. Esatto.
Sulla raccolta differenziata la situazione nella nostra regione non è assolutamente positiva; complessivamente siamo attestati su una quota di circa il 5-6 per cento, con un picco del 7 per cento per la città di Roma. Noi consideriamo questi dati estremamente indicativi, in quanto molte province incontrano difficoltà nell'elaborazione dei dati; le provincie di Latina e Frosinone sono molto lente e danno indicazioni molto parziali sui numeri. La provincia di Roma invece ha finalmente attivato, dopo qualche ritardo, una raccolta differenziata massiccia, che dovrebbe portare risultati in tempi brevi.
Confido molto nell'approvazione del progetto di legge in discussione alla regione, perché creare dei sistemi obbligatori, soprattutto nei luoghi pubblici - ospedali, caserme, scuole, uffici - porta un indotto incredibile anche in termini di educazione, nel senso che si viene abituati a conferire in maniera differenziata anche nei posti in cui si studia e si lavora. È chiaro che le province e le aziende dovranno essere pronte a creare quelle piattaforme industriali che possano ricevere il prodotto proveniente dalla raccolta differenziata.
Un altro aspetto che abbiamo inserito nel piano regionale dei rifiuti è l'obbligo e la necessità di utilizzare, da parte delle imprese - di qui l'inserimento nei capitolati d'appalto delle gare - il materiale riciclato, come previsto dalle normative europee; dovrebbe quindi creare un minimo di mercato, perché molto spesso alcuni prodotti che vengono recuperati poi non trovano un mercato idoneo; soprattutto per quanto riguarda la carta, sappiamo bene che esistono grossi gruppi industriali che limitano lo sviluppo e l'utilizzo di quella riciclata.
Senatore Tofani, quanto alla necessità di aggiornare l'impianto di Colfelice, lei ha fatto cenno agli incontri svoltisi alla regione Lazio: su questo c'è non solo disponibilità ma anche attenzione totale da parte della regione. Tra l'altro noi abbiamo trovato questo impianto in una situazione, soprattutto per quanto concerne la gestione, un po' atipica; so che si è tenuta l'audizione dei vertici della Reclas, ma quelli precedenti a questi sicuramente avevano creato una situazione particolare, trattandosi di un impianto realizzato totalmente con i soldi pubblici. Dopo di che la gestione è stata data - gratuitamente, non pagando quote - per il 55 per cento al Consorzio dei comuni della provincia di Frosinone, per il 14 per cento ad un privato, il quale successivamente ha venduto a colui che ha realizzato l'impianto


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di termovalorizzazione a San Vittore, e per il 31 per cento alla società che ha realizzato l'impianto e che ne ha presa, poi, anche la gestione. Come voi sapete, l'avvio di una gestione industriale può essere affidato a chi realizza l'impianto, ma in genere ciò avviene per uno o due anni: noi abbiamo impedito che venisse fatta la terza proroga triennale, abbiamo imposto, prima al Consorzio dei comuni e, di conseguenza, alla Reclas, che non venisse reiterata per la terza volta la possibilità di gestione. Questo perché, pur avendolo pagato, la mano pubblica in questo impianto non aveva alcuna possibilità concreta di incidere, né nei cicli di lavorazione, né in alcun altro atto aziendale importante, in quanto, per statuto, per far approvare atti aziendali importanti era necessario avere il 70 per cento delle quote e, detenendo un privato il 31 per cento, quell'1 per cento consentiva di fatto di impedire l'assunzione di decisioni.
La strategia che è stata seguita ora è questa: è stato assunto l'impegno di non rinnovare questo accordo con i privati, si è deciso di andare ad una gara per la ricerca del partner privato e la regione - in questo caso il commissario - vuole mantenere la possibilità di rifinanziare. Erano stati previsti 12 miliardi in base ad una richiesta formulata tre anni fa dalla vecchia gestione della Reclas; la commissione che abbiamo istituito dovrà prima di tutto verificare se per far diventare quell'impianto un impianto di trattamento siano realmente necessari 12 miliardi. L'altra opportunità che sto valutando è se sia possibile affidare il compito di rinnovare l'impianto a colui che entrerà, come privato, nella gestione dell'impianto stesso; si tratta di cercare di invertire un meccanismo alquanto strano che si era inserito nella gestione di questo impianto, quello per cui il privato raccoglieva soltanto i frutti positivi, senza impegnare nulla delle proprie risorse.
L'indicazione che io ho dato - sto aspettando il capitolato della gara, che dovrebbe essere pubblicato tra qualche giorno - è proprio quella di verificare se all'interno del capitolato sia prevista in quota al privato anche la ristrutturazione; se così non fosse, l'amministrazione regionale potrebbe decidere se intervenire economicamente oppure se bloccare definitivamente l'impianto. Bloccarlo ora significherebbe non consentire neanche il riciclaggio di quel 17 per cento che oggi viene riciclato, dunque aumentare comunque il disagio, la difficoltà in cui la zona interessata si trova. Vi è, invece, la necessità di tenere comunque in piedi delle strutture che possano rappresentare un punto di riferimento certo in uno scacchiere che deve essere completato.
È chiaro che se venissero fuori altre richieste, l'iniziativa su Colfelice potrebbe essere rivista e l'amministrazione regionale sta anche verificando la possibilità di trovare soluzioni alternative a tale impianto, per rispondere alla richiesta di avere un quadro più completo della collocazione dei vari impianti nella provincia di Frosinone che arriva dalla popolazione ed è anche stata sostenuta dal senatore Tofani.

ORESTE TOFANI. Non commento il passaggio dell'assessore Verzaschi secondo il quale è meglio riciclare il 17 per cento che non riciclare nulla, poiché ogni commento sarebbe drammaticamente assurdo. Bisognerebbe, infatti, stabilire i costi di quel 17 per cento, bisognerebbe capire se le discariche che sono state individuate nel tempo per la messa a dimora dei cosiddetti sovvalli siano autorizzate anche a ricevere direttamente immondizie: il problema è complesso, è ampio. Verosimilmente, si tratterebbe di capire se le discariche che nel tempo si sono succedute nell'accogliere quei sovvalli, cioè quelle immondizie, fossero autorizzate allo stoccaggio diretto di immondizie e non soltanto ad attività di separazione e di riciclaggio. Credo che entreremo in un discorso difficilissimo.
C'è una cosa, assessore, che è per me drammaticamente incomprensibile e ciò mi addolora, poiché ho sempre cercato di utilizzare la logica per capire i diversi passaggi: perché non si può chiudere l'impianto di Colfelice? Si prevedono per esso


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degli interventi; vi è o è in via di costituzione, se ho capito bene, una commissione che deve compiere questa valutazione; ciononostante si lascia sul territorio l'impianto che crea problemi. A questo punto, sarebbe più facile trovare una discarica in cui conferire i rifiuti solidi urbani della provincia di Frosinone e mettere a posto l'impianto.
C'è un'ipocrisia che non riesco a capire - ammesso e non concesso che venga riciclato il 17 per cento -: tra stoccare in una discarica 500 tonnellate al giorno o stoccarne 590 non c'è una differenza sostanziale, se questi sono realmente i dati. D'altra parte, è stato il presidente del Consorzio ad indicare la cifra di 590 tonnellate.

PRESIDENTE. Anche nel caso in cui fossero 500, il 17 per cento ammonterebbe comunque a poco meno di 100 tonnellate, per cui saremmo comunque a 400 tonnellate stoccate al giorno.

ORESTE TOFANI. Il presidente del Consorzio ha anche detto che entro il mese di giugno ritiene di arrivare a riciclare il 50-52 per cento, ma non si è capito bene come e perché potrà raggiungere a questo risultato. Dunque, se così stanno le cose, mi domando perché mantenere questa situazione equivoca, che sta danneggiando pesantemente le popolazioni coinvolte. Conferire direttamente in discarica rifiuti o farli passare anche attraverso l'impianto ha per l'utenza lo stesso costo? È un interrogativo che bisogna porsi. Aver scelto di aprire una discarica a Cerreto, cioè vicino all'impianto di Colfelice, ha fatto diminuire il costo o lo ha fatto aumentare? Per quel che mi riguarda, l'ha fatto aumentare.
Tutta questa illogicità non fa intravedere trasparenza. Non ritiene opportuno, assessore, attenzionare seriamente, ad horas, il problema e creare un momento di fermo per fare chiarezza? So bene che la responsabilità, che risale ad anni passati, non è sua - ho politicamente qualche anno più di lei e conosco benissimo certi percorsi - ma ora lei sta assumendo parte della responsabilità: se il problema c'è e non lo si affronta, certo non lo ha creato lei, certo fu la «bacchetta magica» dell'assessore dell'epoca ad avviarlo (lo sappiamo tutti), ma non può essere questa la giustificazione per mantenere in piedi l'impianto. Ecco perché io non voglio affrontare una strada senza ritorno: troviamo una soluzione. Si deve mettere a punto l'impianto? C'è una commissione che lo deve esaminare? Benissimo, facciamolo studiare; ma fermiamo questo danno all'ambiente. In provincia di Frosinone ci sono ancora 91 siti che devono essere verificati, più o meno un sito per ogni comune della provincia: si potrebbe anche ipotizzare una autogestione dei comuni, quanto meno in una fase di verifica, al fine di capire cosa sia necessario. C'è ancora la possibilità di conferire su Malagrotta? Come in altri momenti è avvenuto, vediamo se questi rifiuti possano essere accolti altrove, ma fermiamo l'impianto: studiamolo, verifichiamo se sia possibile renderlo efficiente oppure se, per il modo in cui è nato, non potrà mai esserlo.
Diciamo queste cose una volte per tutte e poniamo fine a questa storia, che è poco degna per tutti: per lei, per me, per il collega Savo, per tutti gli uomini politici della provincia di Frosinone, a qualsiasi livello, e credo anche per l'amministrazione provinciale e per chi lo gestisce. Va fatta chiarezza perché l'obiettivo non è il contrasto ma la chiarezza. Quindi, io la invito a riflettere, assessore, e a dare una indicazione, perché l'ARPA non ci ha risposto, sulla base di quelle che sono le sue competenze non ci ha detto nulla. Mi rendo conto che è poco tempo che c'è la gestione commissariale, ma come mai non parla nessuno? Delle risposte vanno date. Possono essere o non essere condivise, ma vanno date. Non si può continuare dire «si farà, si vedrà». Diceva un vecchio politico, non della mia area, che istituire una commissione significa bloccare tutto: non vorrei che queste commissioni fossero fine a se stesse; se si decidesse il blocco dell'impianto, lavorerebbero di più e con maggiore solerzia.


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PRESIDENTE. Se l'assessore ritiene di voler rispondere al senatore Tofani gli do nuovamente la parola, invitandolo tuttavia ad essere il più possibile succinto, essendo la Commissione leggermente in ritardo sul programma dei lavori che aveva prefissato per oggi.

MARCO VERZASCHI, Assessore alle politiche dell'ambiente della regione Lazio. L'opportunità di chiudere l'impianto di Colfelice è stata valutata dal Consorzio dei comuni, che rappresenta la maggioranza, e la risposta è stata negativa. L'impatto che ci sarebbe l'abbiamo già valutato e verificato quando si è posta la necessità di individuare una discarica temporanea nella località di Roccasecca; ci hanno impedito il trasferimento dei rifiuti di Frosinone sia nella provincia di Latina sia, tanto meno, nella discarica di Malagrotta, a Roma, essendo quest'ultima una discarica che, come osservava anche la senatrice De Petris, sta finendo.

ORESTE TOFANI. Si esaurirà nel 2005.

MARCO VERZASCHI, Assessore alle politiche dell'ambiente della regione Lazio. Nel 2005 con i rifiuti di Roma, o forse anche nel 2004; con i rifiuti di Frosinone, sicuramente prima. E andare in emergenza con una città come Roma significa provocare una situazione del tipo di quella che si è determinata in Campania.
Io ho attivato quella commissione, senatore Tofani, non per non prendere decisioni ma, al contrario, per prenderne. Ho dovuto farlo in questi anni anche con sofferenza...

ORESTE TOFANI. Nostra, però.

MARCO VERZASCHI, Assessore alle politiche dell'ambiente della regione Lazio. Se permette, anche mia, perché non mi fa certo piacere avere confronti serrati come quelli che ho avuto con persone che stimo, e che ritengo amiche. Costoro portano avanti battaglie sicuramente giustissime, però nel momento in cui una decisione va presa, bisogna farlo e lo si fa cercando di compiere, in tutta coscienza, il proprio dovere.

PRESIDENTE. Ringraziamo l'assessore Verzaschi e le persone che lo hanno accompagnato. Devo dire, per essere sincero, di essere rimasto con qualche curiosità non soddisfatta in ordine alle osservazioni mosse dal senatore Tofani; mi sarei aspettato qualche parola in più ad esempio riguardo a quell'analisi dei costi alla quale il collega ha fatto riferimento, ma ritengo che non siano state pronunciate solamente a causa della ristrettezza dei tempi a nostra disposizione. Quindi, auspicando un più dettagliato incontro successivo, ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

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