CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA

Resoconto stenografico della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti


PARTE SEGRETA DELLA SEDUTA N. 27 DEL 10 DICEMBRE 2002, DECLASSIFICATA AI SENSI DELLA DELIBERA DELLA COMMISSIONE DEL 15 FEBBRAIO 2006


EDUARDO DE GREGORIO, Sostituto procuratore della Repubblica di Napoli. Sono assegnatario di un procedimento penale abbastanza recente, che nasce alla fine di ottobre, quando sono avvenuti i primi fatti di violenza e di intimidazione ai danni di dipendenti dell'ASIA, azienda che effettua la raccolta dei rifiuti solidi urbani in tutta la città di Napoli. Questo fatto ha avuto un grosso risalto sui mezzi di informazione e credo che tale risalto abbia prodotto anche un effetto che poi cercherò di illustrarvi.
I primi episodi si sono verificati nelle prime ore del mattino del 23 ottobre scorso: si è trattato di alcune aggressioni avvenute nell'area di Napoli che comprende Secondigliano, Scampia, Vomero, Miano; si tratta di zone abbastanza contigue. Ho capito poi, ascoltando il responsabile dell'ASIA, che per i responsabili dell'Azienda questi episodi rientrano in un unico contesto. Le aggressioni sono state piuttosto serie, significative e soprattutto organizzate; si è trattato di fatti che hanno visto coinvolta una dozzina di persone, probabilmente diverse (dico «probabilmente» perché in alcune occasioni non dico che erano proprio travisate ma avevano dei cappelli in testa che ne impedivano una facile individuazione). Nello stesso arco di tempo, tra le 5,30 e le 7 del mattino, queste persone si sono avvicinate a taluni dipendenti, intimando loro di rientrare nei magazzini, altrimenti ci sarebbero state delle conseguenze. Uno di questi dipendenti, che non si è prontamente adeguato come invece hanno fatto gli altri e che ha chiesto semplicemente delle informazioni, è stato preso a schiaffi, al fine di dimostrare che stavano facendo sul serio.
Successivamente e fino a pochi giorni fa si sono verificati altri fatti, che però non hanno le caratteristiche di serietà, di gravità e di organizzazione proprie del primo episodio. Credo sia questa un'acquisizione importante per la Commissione perché poi sui mezzi di informazione quanto è avvenuto dopo è stato accomunato nello stesso calderone; invece il manager dell'ASIA, l'ingegner Bonsignore, che ho ascoltato come persona informata sui fatti in data 15 novembre, quando era trascorso un po' di tempo da questi eventi e dopo che si era verificato anche qualche altro episodio, ha dato un'interpretazione dell'accaduto che io reputo logica e credibile e che è supportata da alcuni elementi.
Tutto ciò che è avvenuto successivamente non ha le stesse caratteristiche: si è trattato di diverbi tra dipendenti e qualche sconosciuto, di una lettera minatoria ritrovata in un ufficio e ultimamente - è un dato recentissimo, di pochi giorni fa - di furti su automobili di alcuni dipendenti parcheggiate sulla pubblica via. Però tutto questo, sulla base dell'esperienza dell'ingegner Bonsignore e secondo un'interpretazione che io condivido, non si lega con quanto avvenuto all'inizio.
In realtà l'azienda doveva spostare nella zona di Secondigliano delle lavorazioni particolarmente fastidiose, che avevano dato adito a proteste da parte dei cittadini, per effettuarle in un manufatto, sempre nella stessa zona, che prima ospitava una scuola e ora in disuso, luogo di ritrovo frequentato dai tossicodipendenti per drogarsi. Ciò è testimoniato e documentato dal fatto che, secondo quanto riferiscono testimoni oculari, lo stesso Bonsignore ed altri, in quel luogo da loro individuato, a seguito di un sopralluogo, sono state trovate molte siringhe. Il fatto rilevante è che gli spacciatori medio-piccoli di quella zona davano ai tossicodipendenti, oltre alla droga, anche l'indicazione del luogo in cui andare a bucarsi. Secondigliano è un quartiere periferico di Napoli assolutamente degradato, dove è intensissima, da parte della delinquenza locale, l'attività di spaccio di stupefacenti.
Riprendo molto le dichiarazioni rese dall'ingegner Bonsignore perché si tratta del manager, quindi ha il polso della situazione e perché mi è sembrata persona di assoluta affidabilità e disponibilità a riferire i fatti all'autorità giudiziaria, qualità non sempre frequente e quindi apprezzata ed apprezzabile. Comunque, al di là di questo, il suo ragionamento, che poi abbiamo ripercorso insieme, mi è parso logico.
Dopo questi primi episodi, il manager si reca nei luoghi in cui si sono verificati, vale a dire nella zona di Secondigliano, via Fratelli Cervi (detta anche via Hugo Pratt), e trova determinate situazioni; in particolare, in via Pietro Castellino, zona Vomero, dove pure si erano verificati alcuni episodi, il Bonsignore, che ovviamente vi si reca per cercare di capire la situazione e per incoraggiare i dipendenti a lavorare, ha uno scontro verbale con un dipendente sindacalista, tale Musella, che afferma l'impossibilità per i dipendenti di andare a lavorare per questioni di sicurezza, mentre la gran parte di loro non sa che fare e sembra disponibile a tornare a lavorare. Se ricordo bene, alla fine si convincono e si recano a lavoro.
Nel secondo magazzino c'è una situazione molto più tesa (si tratta di quello sito in via Fratelli Cervi, in zona Secondigliano-Scampia, dove si sono verificate le aggressioni), tant'è che i dirigenti dell'ASIA non riescono neanche a parlare e vengono contestati duramente, in particolare da quattro o cinque dipendenti, di cui mi sono stati fatti i nomi, che asseriscono che i dirigenti non hanno capito che quel giorno non si deve lavorare. Dopo qualche giorno l'Azienda decide di rendere operativo lo spostamento delle lavorazioni nel manufatto diroccato di cui vi ho parlato, ma subito viene sollevata una nuova questione di carattere sindacale, sempre dallo stesso Musella, che sostiene - devo dire a ragione, come l'ingegner Bonsignore riconosce - l'inesistenza di condizioni igieniche idonee per adibire quel sito ad ufficio o a deposito dell'Azienda; rappresenta questa necessità (non so se alla presenza o meno dell'ingegner Bonsignore) e addirittura minaccia di presentare un esposto alla ASL per mancanza delle prescritte condizioni igieniche. L'ASIA prende atto di questa rivendicazione, si ferma e decide di rendere idonei i locali per l'uso prefissato.
Tutto questo avviene esattamente il 22 ottobre 2002, e nella notte avvengono le intimidazioni. È capitata anche un'altra cosa significativa: durante l'assunzione di informazioni ho chiesto all'ingegner Bonsignore di farsi mandare il fax riproducente l'esposto inviato da parte di molti dipendenti dell'ASIA, che era stato trasmesso alla ASL e per conoscenza alla stessa dirigenza della società. Pervenuto l'esposto abbiamo verificato che effettivamente alla ASL Napoli 1 era arrivato il 22 ottobre, prima che avvenissero le più importanti aggressioni, ma, leggendone il contenuto insieme a noi, l'ingegner Bonsignori si è accorto che faceva riferimento non al luogo di cui venivano lamentate le carenze igieniche ma ad un'altra situazione analoga. Secondo un'interpretazione ciò può essere significativo di un atto effettuato semplicemente per sollevare il problema, per mettere un bastone tra le ruote. Infatti, se una certa ipotesi ha una sua validità, è chiaro che qualora qualcuno non avesse avuto interesse a far rimuovere la situazione di fatto così negativa che caratterizzava quegli immobili certo non avrebbe gradito un'ispezione della ASL volta a verificare lo stato di manutenzione e di igiene degli stessi.
Con questo voglio dire che l'ipotesi sulla quale sto lavorando, insieme ad una sezione della Squadra mobile e con parte della Digos, è che questi fatti, che hanno avuto una caratterizzazione molto specifica relativamente alle prime ore del 23 ottobre scorso, siano attribuibili ad una piccola-media criminalità interessata a che quel determinato manufatto non venga utilizzato per altri scopi e distratto da quelli attuali. In questo mi conforta un'altra considerazione, ma si tratta di una mia opinione personale: se ci fosse un intervento della criminalità organizzata, altre sarebbero le manifestazioni di questa presenza, mentre questo tipo di aggressione un po' spiccia, fatta per la strada, a livello di dipendenti, si calibra bene con una manifestazione di una delinquenza di livello assai più basso. Non si è infatti mai visto che la camorra prenda semplicemente a schiaffi le persone.
D'altra parte, lo stesso Bonsignore, per completezza e per onestà intellettuale, mi ha detto che comunque l'ASIA si sta muovendo su tanti piani; per esempio ha attuato un intervento presso il cimitero per evitare il riciclo dei fiori ed è in trattative con l'amministrazione comunale di Giugliano per prendere l'appalto dei rifiuti in quel comune, che è grande e quindi importante. Però questi tipi di affari hanno una dimensione assai più rilevante, e se un soggetto criminoso vi fosse interessato certamente ciò non si manifesterebbe in modi così parcellizzati come quelli che sto esaminando in questa indagine penale. Si sono verificati altri fatti ma, proprio per il modo con cui si sono manifestati in concreto, non possono essere ragionevolmente ricondotti tutti alla stessa matrice, alla stessa origine.

PRESIDENTE. Grazie. Gradirei se possibile una puntualizzazione. Lei individua in sostanza un duplice percorso, uno relativo a taluni eventi più manifesti, più decisi e riconducibili alla piccola criminalità, l'altro riguardante eventi assolutamente scollegati, che hanno il senso della casualità.
Le dico questo perché, come lei saprà - anche se probabilmente per ragioni geografiche ciò non rientra nella sua competenza - a Nola è accaduto un episodio più o meno simile: otto piccoli camion per il trasporto dei rifiuti sono stati incendiati; un episodio dai connotati gravi è accaduto poi all'azienda Leucopetra a Portici; ricordo inoltre, i fatti riportati dai giornali negli scorsi giorni concernenti danneggiamenti e furti nelle auto. Tutto questo lascia supporre che negli ultimi tre mesi si sia concentrata un'attenzione straordinaria della piccola e media criminalità su questo settore che ha dato vita ad una serie di episodi, taluni dei quali difficilmente spiegabili.

EDUARDO DE GREGORIO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Penso che sia così, però bisogna tenere conto di un aspetto. Come diceva l'ingegner Bonsignore, una percentuale di «incidenti» nell'ambito del servizio di raccolta dei rifiuti - vuoi perché si svolge nelle ore notturne, vuoi perché gli addetti non sempre hanno una fedina penale specchiata e cristallina, vuoi per altri motivi - è fisiologica. Faccio poi un'altra considerazione, del tutto personale, ma che credo abbia una sua coerenza.
Esiste un effetto emulativo, nel senso che l'amplificazione data dai mezzi di informazione al primo episodio può avere indotto chiunque potesse avere motivo di contrasto, di ritorsione o di tensione con l'azienda o con qualche dipendente a cogliere questa occasione per manifestarsi. Ad esempio, c'è stato un accoltellamento ad una gamba di un dipendente, che mi è stato segnalato; tuttavia ognuno capisce che l'accoltellamento di un dipendente può essere legato a mille motivi, anche di carattere personale. Penso quindi - ovviamente non ho la sfera di cristallo - che sia ragionevole ritenere che una parte di questi fatti siano dovuti anche ad un certo effetto emulativo e comunque al fatto che se qualcuno vuole togliersi una pietra dalla scarpa, come suol dirsi, nei confronti dell'Asia, questo è il momento giusto per farlo perché il fatto verrebbe assimilato alla situazione che, per come è stata prospettata, potrebbe essere di maggiori dimensioni.
Per quanto mi riguarda, dovendo organizzare un'indagine penale devo tener conto dei fatti che si sono verificati quel giorno, che hanno caratteristiche tali da poter essere accomunati, mentre tutti gli altri no: questo è un po' il succo della questione.

PRESIDENTE. Oggi abbiamo ascoltato il prefetto di Napoli, che ha manifestato un forte allarme per la scarsa collaborazione sociale, intesa nel senso più lato del termine. Lei percepisce disponibilità manifestate al riguardo? Non mi riferisco soltanto alle aziende interessate ma anche alle segnalazioni dei cittadini: insomma, le indagini si svolgono nella solitudine o vedono la partecipazione sociale corale sostenuta da una tensione morale forte su questo fronte?

EDUARDO DE GREGORIO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. È una domanda un po' difficile, soprattutto rispetto a questo tipo di indagini. Non parlerei di collaborazione: la nostra è una realtà in cui la piena collaborazione è una vera singolarità; l'abbiamo avuta dal manager perché è fortemente interessato e dimostra di essere persona con senso civico, ma non c'è molto più di questo. Coloro che hanno subito o subiscono probabilmente oggi sono un po' più impaurite: anche chi subisce la minaccia o ha un diverbio (perché ho avuto segnalazione anche di eventi assai poco rilevanti) che in un altro momento non avrebbe denunciato oggi si comporta diversamente; ma ciò non ha a che fare con una presa di coscienza, quanto semplicemente con il fatto che forse c'è un po' di paura in più. Leggendo le dichiarazioni di questi dipendenti, anche di quelli che hanno subito violenze con un loro peso specifico nella giornata del 23 ottobre, ci si rende conto che le dichiarazioni stesse sono molto scarne.
Ad esempio, è stata vista più volte in quell'occasione, tra le zone di Secondigliano e di Miano, una FIAT Tipo, ma nessuno si è preso la briga di annotare il numero di targa, cosa che tutto sommato si poteva fare. Da questo punto di vista posso quindi confermare l'impressione del prefetto, che coincide con una considerazione di carattere generale: le indagini si svolgono quasi sempre nella solitudine.