CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA

Resoconto stenografico della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti


PARTE SEGRETA DELLA SEDUTA N. 22 DEL 26 NOVEMBRE 2002, DECLASSIFICATA AI SENSI DELLA DELIBERA DELLA COMMISSIONE DEL 15 FEBBRAIO 2006


FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Anzitutto vorrei ringraziare la Commissione per questa opportunità e precisare che sono questore a Napoli dal giugno di quest'anno.
In ordine agli avvenimenti recentemente verificatesi a Napoli - mi riferisco ad atti intimidatori nei confronti dei responsabili dell'ASIA, all'attentato con incendio di un camion della ditta Leucopetra e all'attentato che ha visto l'incendio di otto camioncini del comune di Nola, prenderei le mosse da una descrizione dei vari episodi per poi tracciare un bilancio dell'attività investigativa, tuttora in corso.
Per quanto riguarda l'ASIA, la mattina del 23 ottobre scorso, tra le 4,30 e le 8,30, si sono verificati una serie di episodi, ben dieci, ai danni di dipendenti dell'azienda: due nella zona del Vomero, in particolare uno a via Pietro Castellino ed un altro a via Cilea, altri nella zona di Scampia, Miano, Piscinula Marianella, Chiaiano e Secondigliano. Sono stati presi di mira i dipendenti dell'ASIA, sia coloro che erano addetti allo spazzamento sia quelli che provvedevano alla raccolta utilizzando camion della ditta.
Non sono state mostrate armi da parte di coloro che si sono avvicinati, che hanno intimato a tutti di rientrare nelle loro sedi e quindi di smettere di lavorare; tuttavia, secondo me e anche secondo chi svolge le indagini, si è attuata una sorta di strategia perché i fatti si sono sviluppati non proprio contestualmente ma in una fascia oraria limitata e probabilmente hanno visto protagonisti più gruppi, qualcuno dei quali è stato a sua volta attore in più di un episodio. Scarsissima collaborazione è stata finora fornita per l'identificazione di questi soggetti da parte di chi ha subìto le minacce; addirittura, in qualche circostanza, essi non ricordano neanche il tipo ed il colore dell'auto, oltre che il numero degli occupanti. In altre circostanze chi ha subìto la minaccia dice di aver visto giovani su motorini con il capo coperto da caschi. Quindi, nessuna collaborazione è stata finora fornita ai fini dell'identificazione di questi soggetti.
Se lo ritenete opportuno, posso precisare più in dettaglio i singoli episodi.
Al Vomero in via Pietro Castellino, quattro dipendenti dell'ASIA in attesa dell'autobus di linea sono stati aggrediti con minacce e percosse: è l'unico caso in cui qualcuno dei dipendenti dell'ASIA ha ricevuto qualche schiaffone da alcuni giovani che si erano presentati a bordo di ciclomotori. Poco dopo, a via Cilea (quindi non molto lontano da via Pietro Castellino) un dipendente dell'azienda è stato avvicinato mentre svolgeva il servizio di raccolta a piedi da sette persone a bordo di ciclomotori che con minacce gli intimavano di cessare il servizio.
A Scampia, in via Don Guanella, dipendenti di ASIA, durante un turno di servizio su un mezzo, sono stati avvicinati da quattro giovani a bordo di due moto che hanno intimato loro di sospendere il servizio pena gravi ritorsioni. Ancora a Scampia, il personale ASIA in servizio di raccolta della nettezza urbana è stato avvicinato da gruppi di persone che intimavano loro di sospendere il servizio pena gravi ritorsioni.
A Miano (piazza Madonna dell'Arco) dipendenti della ditta in attesa dell'autobus per recarsi al lavoro sono stati avvicinati da due persone e diffidati dallo svolgere il loro lavoro. Sempre a Miano, in via Valente, dipendenti che raccoglievano rifiuti sono stati avvicinati da quattro persone a bordo di scooter che intimavano loro di sospendere il lavoro. Ancora a Miano, in via Lombardia, altro personale è stato avvicinato e minacciato da gruppi di persone a bordo di scooter.
A Piscinula Marianella, in via Cupa Carderito - via dietro la vigna, dipendenti ASIA sono stati avvicinati da due persone a bordo di una FIAT Tipo.
A Chiaiano (via XX settembre) altri dipendenti ASIA sono stati avvicinati da persone a bordo di una FIAT Tipo e minacciati dicendo loro di rientrare. A Secondigliano personale in servizio di raccolta della nettezza urbana è stato minacciato da due persone a bordo di scooter.
Il 25 ottobre, quindi due giorni dopo, si è verificato un altro episodio, alle 4,30 del mattino. Si è trattato di un evento piuttosto strano: dopo le avvisaglie che ho descritto, l'ASIA provvide a collocare un guardiano all'esterno della sede di Scampia, il quale alle 4 del mattino vide passare giovani a bordo di scooter con delle mazze da baseball in mano. In sostanza, questi giovani si sono fermati, non hanno intimidito nessuno: sono soltanto passati di là. Ciò comunque ha notevolmente preoccupato il guardiano che è corso all'interno ed ha avvertito dell'accaduto. Quel giorno i mezzi uscirono con notevole ritardo dopo che sul posto erano arrivate prima le volanti e poi alcuni funzionari della DIGOS e dell'ufficio volanti.
Il 26 ottobre, a Scampia, due dipendenti della ditta, in via Tranvia detta Fratta, mentre effettuavano il servizio di raccolta su autocarro venivano affiancati da ignoti a bordo di un'autovettura Clio e da due ciclomotori, i cui occupanti lanciavano al loro indirizzo dei copertoni usurati. I dipendenti dell'azienda hanno dichiarato che dall'autovettura costoro cosparsero la strada di copertoni, quasi ad intimidirli per impedire che potessero proseguire la marcia.
Altri episodi saranno da me citati per amore di precisione, ma non ritengo che possano essere collegati a quelli che ho testé ricordato. Qualcuno di essi è molto banale; per esempio, a San Giovanni (via Figurelle) dipendenti dell'ASIA a bordo di un automezzo aziendale ebbero un battibecco, forse per motivi di viabilità, con un minore - 14 anni - che si trovava sul motorino, a seguito del quale altri giovani corsero in soccorso del minore e presero a male parole i dipendenti dell'ASIA, i quali scapparono e rientrarono in sede, regnando quel clima di preoccupazione che ho descritto.
A Pianura si è invece verificato un episodio che potrebbe, se non collegarsi a quest'ultimo, assumere un valore senz'altro maggiore. Nella mattinata alcuni dipendenti dell'ASIA stavano lavorando su una spazzatrice; vennero avvicinati (siamo nel rione Traiano) da giovani a bordo di ciclomotori che hanno imposto loro di rientrare in sede e di cessare il servizio.
A Chiaiano il 2 novembre all'1,50 di notte quattro sconosciuti a bordo di auto (è questo il caso in cui le vittime non hanno saputo neanche indicarne il colore) hanno minacciato genericamente alcuni dipendenti che hanno chiesto l'intervento di una volante e sono rientrati in sede.
All'indomani di questi episodi - cui la stampa ha dato un risalto notevolissimo: si è subito parlato di camorra e di intimidazioni - la mia preoccupazione come responsabile tecnico dell'ordine pubblico fu quella di creare uno scudo protettivo per evitare che il servizio fosse bloccato. Pensammo di allestire un servizio visibile, tale da confortare gli addetti ai lavori e allo stesso tempo scoraggiare coloro che volessero attuare ulteriori attentati. Questo servizio è stato svolto per parecchio, ma di recente lo abbiamo allentato, ed abbiamo sostituito a quello in divisa personale in borghese, allo scopo di far uscire allo scoperto gli autori delle azioni del mese scorso e raccogliere altri elementi di prova ai fini dell'indagine; non lo facemmo subito perché c'era molta preoccupazione. Si tennero due riunioni del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, nel corso dei quali i sindacati della categoria si mostrarono molto preoccupati e chiesero a viva voce che i lavoratori fossero protetti.
Il nostro primo intervento è consistito quindi nello svolgimento di una attività visibile; inizialmente essa fu effettuata dalla questura mediante le volanti e dai vigili urbani: in seguito intervennero anche i carabinieri, con i quali si è dato vita ad una alternanza.
Non mi soffermo sulla struttura dell'ASIA e sull'attività che svolge in quanto la Commissione ha già ascoltato i responsabili dell'azienda. Ad ogni modo, a quanto ci risulta essa (costituita con delibera comunale n. 119 del 10 maggio 1999) svolge dal giugno 2000 l'attività di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella misura del 55 per cento del territorio cittadino, mentre per la parte restante provvedono quattro ditte che operano in subappalto (De Vizia di Avellino, Siet di Catania, che opera insieme alla Broscino di Napoli, la Gesenu e la ditta De Palma-Ponticelli). L'ASIA occupa 2.222 unità e si interessa anche della raccolta differenziata, dello spazzamento delle strade e della raccolta di materiali ingombranti.
È opportuno sottolineare la composizione dell'organico dei dipendenti dell'ASIA. Una parte - LSU assunti con cospicui incentivi fiscali - proviene dalle liste degli ex disoccupati organizzati. È un gruppo che anche oggi dà notevolmente fastidio in piazza: vi sono dei capi popolo come Sito che hanno avuto anche con il sottoscritto, recentemente, un incontro-scontro in piazza, poiché si tratta di gente spregiudicata, che minaccia, se non viene assecondata, di bruciare la città; gente che, sistematicamente, crea notevoli problemi per l'ordine pubblico a Napoli. Poi, ci sono i dipendenti del comune di Napoli già impegnati nei servizi di nettezza urbana, i dipendenti di aziende private già impegnate nel settore, per i quali si è operato un passaggio di cantiere, e i dipendenti fuoriusciti da aziende in crisi. Questi gruppi hanno portato nell'ambito della struttura problematiche e motivi di conflittualità che devono essere tenuti presenti da chi vuole compiere un'indagine a tutto campo in ordine agli episodi che si sono verificati.
Per quanto riguarda l'attività investigativa, viene seguita una serie di spunti. Il primo spunto investigativo consiste in un tentativo di coercizione ai danni dell'azienda, la quale è vicina ad un momento di revisione societaria, in previsione della trasformazione, a breve termine, da azienda municipalizzata in società per azioni (stando a quanto ci ha riferito anche il responsabile della azienda Bonsignori). In conseguenza di ciò, secondo quanto diceva il responsabile della ditta, l'ASIA potrebbe uscire fuori dai confini della città e questo potrebbe provocare un contrasto con i privati che ancora riescono ad inserirsi nel circuito e, quindi, avrebbero tutto l'interesse a che l'ASIA continuasse ad operare soltanto nella città di Napoli. A tale proposito, bisogna anche sottolineare che l'ASIA prossimamente, dovrebbe rilevare il servizio nel comune di Giugliano ed anche questo ci ha fatto pensare; infatti, se ciò avverrà, secondo quanto hanno riferito il commissario prefettizio, il vice prefetto vicario, ed il subcommissario di Governo per l'emergenza rifiuti, le imprese che attualmente stanno lavorando a Giugliano saranno fatte fuori.
Secondo Bonsignori, l'ASIA è piuttosto preoccupata di subentrare a Giugliano perché nelle aziende che lavorano in questo comune sono presenti anche alcuni pregiudicati, i quali non potrebbero da essa essere assunti; pertanto, o si dovrebbe prevedere un subappalto in favore di una delle tre ditte esistenti, che continuerebbe ad operare, o di un'altra ancora, oppure si dovrebbe costituire una cooperativa che assorbisse gli operai non assumibili, per statuto, dalla ASIA.
Un tentativo di estorsione vero e proprio ai danni dell'azienda sembra improbabile, innanzitutto perché non c'è stata, da parte dei vertici dell'azienda, che abbiamo incontrato più volte, alcuna ammissione in ordine a richieste. In particolare Bonsignori, che abbiamo incontrato per l'ultima volta sabato sera, ha escluso che siano state avanzate richieste o fatte intimidazioni a lui personalmente per un pagamento di tangenti. È pur vero - bisogna sottolinearlo - che la zona di Scampia Secondigliano è sotto la nostra attenzione: abbiamo indagini in corso da tempo; l'organizzazione criminale Alleanza di Secondigliano, che ha varie articolazioni, è da noi seguita e sta per concludersi un'indagine abbastanza seria ed importante; però finora altre attività hanno interessato questi gruppi camorristici e mai nel corso di questi due anni di indagine è emerso, anche da intercettazioni, alcun collegamento né alcun interesse per l'attività collegata ai rifiuti solidi urbani. Quindi, volendo ritenere che sia giusta la pista della delinquenza organizzata, si dovrebbe pensare che la camorra di altre zone possa intervenire in Secondigliano con un'attività intimidatrice e questo è poco ipotizzabile. Comunque, lo ripeto, non abbiamo escluso assolutamente una sorta di intimidazione intesa come estorsione vera e propria, anche se si tratta di una tesi non privilegiata da chi svolge le indagini.
Ci sono, poi, tantissimi altri spunti investigativi che stiamo sviluppando, proprio per le difficoltà che abbiamo incontrato finora nell'acquisire elementi che indirizzino verso una sola pista. Dunque, ne indicherò tante, diverse, tutte più o meno valide, che stiamo percorrendo per escludere, successivamente, quelle che sembreranno meno proponibili per la soluzione della vicenda. Ad esempio, stiamo puntando la nostra attenzione sulla pulizia dei cimiteri effettuata dalla ASIA: proprio recentemente è venuto a trovarmi l'assessore comunale competente per questo settore, il quale si è dichiarato preoccupato per il fatto che l'ASIA abbia assunto tale attività. Come sapete, in tutti i cimiteri, ed in quello di Napoli in particolare, è costume che piccole organizzazioni si dedichino alla spoliazione delle tombe, delle cappelle, delle camere ardenti dai fiori che vi vengono lasciati; prendono, cioè, i fiori deposti immediatamente dopo la cerimonia funebre e rimettono quelli ancora freschi sul mercato clandestino, che frutta miliardi. L'ASIA ha avuto l'incarico di mettere fine a questo fenomeno, raccogliendo i fiori e distruggendoli, in modo da non consentirne il riciclaggio e questo potrebbe essere uno dei motivi che hanno portato all'attività intimidatrice nei confronti dell'azienda. Motivi che ora indico senza dare alcuna priorità, mentre poi mi soffermerò su quelli che, per una ragione o per l'altra, sembrano più validi.
L'aspettativa per le nuove assunzioni è un aspetto al quale ritengo si debba fare attenzione. Il fatto che la ASIA si vada sviluppando ha prodotto in molte categorie di disoccupati l'aspettativa che l'azienda potrà, a breve, assumere dipendenti. Ad esempio - qui, però, siamo in tema di truffa - nel mese di marzo l'azienda ebbe contezza che qualcuno, non individuato, aveva falsamente, a mezzo di lettere di invito apocrife, avviato a visita medica presso strutture sanitarie cittadine circa 300 disoccupati in vista di una imminente assunzione presso la ASIA assolutamente non prevista; si è, pertanto, verificato che molti disoccupati si siano presentati per una visita medica, in modo da essere poi selezionati per un posto di lavoro che non esisteva. I vertici dell'ASIA furono tempestati da telefonate e visite di persone che dicevano di aver superato la visita medica e chiedevano cosa altro dovessero fare.
Un altro problema è quello riguardante i disabili. Nell'arco di un tempo determinato l'ASIA avrebbe dovuto assumere 101 disabili; ha proceduto alla selezione solo per una parte di questi e quindi c'è il malcontento di chi non è stato ancora selezionato. Anzi, l'ASIA ha chiesto alla direzione provinciale del lavoro di procrastinare i tempi, in modo da non essere soggetta a penali, e le assunzioni, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell'azienda, dovrebbero scattare nel luglio 2003; vi è, dunque, una stato di esasperazione tra quanti si aspettavano di essere selezionati ed avviati al lavoro.
Per quanto riguarda il malessere che cova all'interno dell'azienda - anche questo va sottolineato - alcune situazioni vanno evidenziate. La prima è che vi è stata una riduzione drastica dello straordinario: secondo quanto diceva lo stesso Bonsignori, facendo il lavoro straordinario il personale riusciva addirittura a raddoppiare lo stipendio e la drastica riduzione (avvenuta poco prima che venissero effettuate le azioni intimidatrici) logicamente non è piaciuta ai dipendenti. Sempre secondo Bonsignori, la riduzione vi sarebbe stata ma con escamotage, nel senso che mentre prima facevano lo straordinario solo alcuni, ora lo fanno tutti, ma sappiamo bene che vi sono persone che non sono affatto interessate, perché hanno il doppio lavoro; quindi, in sostanza, sono state bruciate le aspettative di coloro che avevano interesse a fare lavoro straordinario e lo facevano per un numero cospicuo di ore. Da nostre fonti informative risulta che lo scontento vi è stato e permane ed anche i sindacati si sono fatti interpreti di una sorta di risentimento dei dipendenti.
Un altro segnale del malessere interno all'azienda è dato dal trasferimento di alcuni responsabili di settore. Un responsabile di settore che operava nella zona centro è passato nella zona di Scampia: si tratta di una persona molto chiacchierata, che aveva intorno a sé un gruppo di «affiliati», di persone che, in sostanza, non lavoravano ma erano alle sue dirette dipendenze, disponibili solamente per il dirigente; proprio in questi giorni abbiamo verificato le schede relative a queste persone ed abbiamo visto che si tratta di pregiudicati. Ma, mentre è stato trasferito il responsabile di settore, non sono stati trasferiti questi altri signori, che sono stati affidati ad altro responsabile di distretto. Anche questo è stato indicato dall'azienda come uno dei possibili motivi di scontento, in grado di provocare le attività intimidatrici.
Infine, c'è un episodio che evidenzio perché è l'ultimo in ordine di tempo ed è stato da noi riferito all'autorità giudiziaria, la quale sembra tenerlo in considerazione maggiore rispetto ad altri che ho esposto. Recentemente, prima che si verificassero le azioni intimidatrici, ha avuto luogo una manifestazione di protesta degli abitanti della zona di Scampia, dove è la sede della ASIA in cui si svolgono tutte le operazioni: escono i camion, si effettua il passaggio dei rifiuti dai camioncini più piccoli a quelli più grandi, che partono poi per le discariche, a volte sostano i camion con la spazzatura, inoltre si svolge l'attività di distribuzione e divisione della raccolta differenziata. Più di una volta la gente del posto, accompagnata dai responsabili della circoscrizione, ha manifestato davanti all'ASIA e, allo scopo di darle risposta, una parte delle attività che si svolgevano presso la sede è stata spostata in altro zona, non molto lontana. Cito le date perché riguardano il periodo in cui si sono verificate le azioni intimidatrici: il 17 ottobre vi è stata la protesta dei cittadini del quartiere; il 19 ottobre è stata assegnata una nuova area e parte del personale vi si è spostato per svolgere una delle attività che normalmente si svolgevano presso la sede di Scampia; il 21 ottobre l'ASIA ha provveduto a recintare questa zona ed ha avviato il lavoro di separazione dei rifiuti; la notte del 23 ottobre si sono verificate le azioni eclatanti di cui ho parlato prima; nei giorni 24 e 25 le lavorazioni sono state sospese; già il 24 sera l'ASIA aveva deciso di cessare le attività in quest'area; il 26 mattina, però, si è verificata l'altra azione intimidatrice, cioè sono passati davanti al cancello quegli uomini su motorini e con mazze da baseball.
Una cosa importante che non ho detto è che quest'area che era stata destinata ad una delle attività dell'ASIA è notoriamente, secondo quanto affermato dai responsabili della ASIA, frequentata da spacciatori e durante la notte ospitava tossicodipendenti. Personalmente - non faccio più l'investigatore - io ritengo questa una delle ipotesi, ma essa viene privilegiata, nel senso che si pensa che aver destinato ad attività dell'ASIA un'area che serviva ai pregiudicati locali possa aver scatenato da parte di costoro una reazione che ha, poi, costretto l'azienda a fare marcia indietro e riportare il personale a lavorare in sede. Questa, lo ripeto, è l'ultima delle tesi, quella che viene ritenuta più accreditata.
Aggiungo che il mondo della disoccupazione è in fermento. Come non escluderei a priori, anche se prove non ne abbiamo, che possa trattarsi di attività della criminalità organizzata - in quanto, come dirò in altra parte dell'audizione facendo riferimento ai comuni sciolti per motivi di mafia e come voi sapete meglio di me, uno dei cavalli di battaglia della camorra locale é proprio l'infiltrazione nell'attività di raccolta e smistamento dei rifiuti - ritengo che sia da tenere in debita considerazione anche la situazione che si sta vivendo a Napoli per quanto riguarda le manifestazioni di piazza. In questa città abbiamo un numero cospicuo di liste di disoccupati (credo che siamo arrivati ormai a 17) che manifestano tutti i giorni, e tra quanti manifestano in piazza vi sono anche quelli del Consorzio di Bacino Napoli 5, cioè coloro che, quando venne il ministro dell'interno, fecero la manifestazione più eclatante, bloccando varie zone della città. C'è una contiguità tra i dipendenti del Consorzio di Bacino Napoli 5 e i dipendenti della ASIA, in quanto, come ho detto prima, nella platea variegata dei dipendenti della ASIA vi sono anche soggetti che sono legati, per militanza di idee, a quanti operano nel Consorzio Napoli 5, e le manifestazioni preoccupano notevolmente se è vero quanto mi diceva proprio domenica sera il dottor Facchi, con il quale mi sono incontrato, cioè che non vi sono gli stipendi per questi soggetti, che non lo sanno ancora ma quando lo sapranno daranno parecchio fastidio. Quindi, considerando che le attività intimidatrici si sono svolte tutte contestualmente, in un momento storico in cui la piazza a Napoli ribolle, non si può escludere a priori che possa trattarsi anche di azioni dei disoccupati organizzati, svolte per paralizzare un'attività essenziale per la vita della città, che è portata avanti dall'amministrazione comunale e che dal loro punto di vista ha valore negativo, non riuscendo, insieme ad altre, a dare risposta alle loro richieste.
Non ho altro da aggiungere sull'attività investigativa. Concludo dicendo che non c'è stata una forte collaborazione da parte sia di chi ha subito le minacce sia dei vertici delle aziende, con le quali ci siamo incontrati moltissime volte, ma che non ci hanno fornito una chiave di lettura neppure sfumata degli episodi, tranne ciò che è stato oggetto delle mie deduzioni e dichiarazioni in questa sede.
Per quanto riguarda l'attentato ai danni di un automezzo della ditta Leucopetra, le modalità sono diverse e si accostano maggiormente a quelle di natura camorristica rispetto alle intimidazioni indirizzate alla ASIA. In questo caso si è pensato subito ad una pista che portasse alla camorra, anche se recentemente ne è emersa una che riguarda i disoccupati e che è oggetto di una informativa trasmessa in questi giorni al magistrato.
Veniamo al fatto: il 30 ottobre, alle 4,15, nei pressi del cimitero di Portici, tre giovani a bordo di una FIAT Uno, hanno bloccato un automezzo della ditta Leucopetra che stava svolgendo il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani in città. Hanno fatto scendere i dipendenti della ditta, li hanno fatti allontanare e hanno bruciato il camion. Poco dopo, un altro camion della stessa ditta, che rientrava dalla discarica di Tufino dove aveva scaricato, all'altezza dello svincolo per San Sebastiano al Vesuvio, lungo la superstrada dei comuni vesuviani, è stato fermato da un giovane a bordo di un ciclomotore, il quale con fare minaccioso ha intimato all'autista di non presentarsi l'indomani al lavoro e di non far uscire il camion, altrimenti avrebbe esploso colpi di arma da fuoco. In tutti e due i casi non sono state mostrate armi.
Dimenticavo di dire che, per quanto riguarda le indagini in ordine alle intimidazioni alla ASIA, qualche sera dopo, durante la notte, una volante ha intercettato tre giovani su un motorino; quello che sedeva dietro aveva nelle mani una mazza da baseball. C'è stato un inseguimento; i giovani sono riusciti a fuggire momentaneamente infilandosi in una strada con dei paletti, dove la nostra vettura non è riuscita ad entrare; però gli agenti poi sono riusciti a prendere il titolare del mezzo e a recuperare la mazza da baseball. Successivamente sono stati identificati anche gli altri. In proposito si stanno sviluppando indagini, anche se al momento non è emerso che i tre giovani possano essere la longa manus di qualche organizzazione. Comunque, come dicevo, si stanno sviluppando indagini su questi soggetti, sui loro genitori e sull'ambiente che frequentano.
La nostra massiccia presenza sul territorio, se da un lato è servita a tranquillizzare i dipendenti della ASIA, purtroppo ci ha bruciato, nel senso che, a livello investigativo, non abbiamo potuto avere ulteriori elementi di riscontro in ordine ad altre intimidazioni che non sono state portate avanti.
Tornando al discorso della Leucopetra, credo sia superfluo dire di cosa si tratti, essendo già stato ascoltato il responsabile della ditta, che gestisce per conto del comune il servizio di raccolta anche differenziata dei rifiuti solidi urbani dal 1999. Mi limito quindi a dire che è una società pubblica il cui capitale è per il 52 del comune di Portici e per il 48 per cento del consorzio AMI, un soggetto pubblico che riunisce alcuni comuni dell'Emilia Romagna e della Toscana, accreditato dall'ufficio del commissario per l'emergenza nel momento in cui era indispensabile far decollare il servizio e si era alla disperata ricerca di partner pubblici in possesso della necessaria capacità tecnica e del know how.
In ordine alle indagini svolte subito dopo gli attentati, ritengo che sia opportuno sottolineare una circostanza: l'azienda AMI, che ha una quota del 48 per cento della società, optando per la trasformazione in SpA, ha messo a disposizione (poco prima che si verificassero l'attentato e le minacce) del comune di Portici - che poteva esercitare il diritto di prelazione - la sua quota. C'è stato un vivace contrasto nel consiglio comunale di Portici e il sindaco è stato il più strenuo oppositore all'esercizio del diritto di prelazione. Vi è stata una discussione, nel corso della quale tutti, tranne i DS che appoggiavano il sindaco, erano d'accordo (ho letto le dichiarazioni di esponenti di vari partiti politici) sull'esercizio del diritto di prelazione, anche perché l'AMI si era presentata piuttosto debole - secondo quanto hanno riferito alcuni esponenti politici, in particolare quello del partito dei Verdi - per cui sarebbe stato opportuno che il comune di Portici prendesse tutte le quote (mi sembra che si trattasse di 200 miliardi). Il sindaco, in quella circostanza, ha rassegnato le dimissioni e il giorno dopo vi è stato lo scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa. Questo ha provocato un certo disorientamento per cui i commissari che sono subentrati - ma forse era anche scaduto il termine - non hanno inteso avvalersi dell'opzione e l'AMI ha mantenuto la sua quota.
Ciò va sottolineato perché non è improbabile che, nella zona di Portici, in zone contigue, o nella stessa regione Campania, qualche imprenditore avesse aspettative di subentrare, una volta che il comune avesse pensato di dare in appalto alcune quote, e sia quindi rimasto scontento. Questa è una delle piste che seguiamo.
È inutile dire che i dirigenti dell'azienda - che abbiamo ascoltato anche recentemente - hanno escluso di avere mai subito richieste estorsive e che vi siano problemi di carattere sindacale, anche se c'è il problema dell'inquadramento a tempo pieno di tre operai che va avanti da un po' di tempo.
Un'altra ipotesi emersa più recentemente, sulla quale c'è l'attenzione del magistrato che segue le indagini, è che a porre in essere queste azioni siano i disoccupati di Portici. Per la verità si tratta di un gruppo esiguo che, rispetto a quelli di Napoli, non ha dato molto fastidio finora, però anche esso è stato protagonista di manifestazioni. Si sta lavorando su questa ipotesi perché recentemente sono arrivate nelle mani degli amministratori della Leucopetra delle domande di assunzione (non più di dieci) ciclostilate, tutte uguali; da un'indagine svolta interrogando i soggetti che hanno presentato le domande è emerso che i moduli sono stati distribuiti da un disoccupato di Portici; anzi, è stato verbalizzato che questo disoccupato, Ciro Fiore, prima che si verificassero l'attentato e le minacce, avrebbe detto agli altri disoccupati «Qui se non facciamo qualcosa, come fanno a Napoli, per noi non ci sarà mai lavoro». In un'altra circostanza, un disoccupato avrebbe sentito Ciro Fiore dire ad altri disoccupati «Abbiamo incendiato noi il camion». Sono queste dichiarazioni che vanno verificate, però la pista sta prendendo piede ultimamente (ieri e questa mattina se ne è parlato con il magistrato).
Circa i problemi di Nola, il 15 novembre scorso, all'una di notte, alcuni ignoti sono penetrati all'interno della struttura comunale adibita a stabilimento per la prima lavorazione dei rifiuti solidi urbani e al ricovero dei mezzi che svolgono il servizio di raccolta. Sono penetrati aprendo un cancello che, malgrado vi sia un lucchetto, risultava aperto; hanno spostato i mezzi del comune di Nola dividendoli da quelli della ditta Pomigliano ambiente, che svolge l'attività di raccolta e smaltimento di rifiuti, e hanno appiccato il fuoco servendosi di quello che hanno trovato a portata di mano per alimentare l'incendio (cartoni, materassi).

PRESIDENTE. I cartoni e i materassi erano sul posto?

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Sì, erano sul posto. Qui mi baso su ciò che è stato riferito al magistrato e agli investigatori. Anche in questo caso si seguono due piste, quella della camorra locale (non dimentichiamo che una volta bruciati i mezzi del comune si è dovuto provvedere al loro rimpiazzo e sappiamo che il nolo è stato uno sbocco per chi aveva l'impresa ma non riusciva ad esercitare l'attività in proprio, magari per mancata concessione del certificato antimafia) e un'altra ipotesi che parte proprio dalle modalità dell'incendio: i camioncini sono stati trasportati a mano (non c'erano le chiavi) sotto una tettoia e sono stati separati da quelli della Pomigliano ambiente; chi ha provocato l'incendio sapeva che i camioncini venivano lasciati aperti senza chiavi di avviamento ed è andato a colpo sicuro; poi sono stati reperiti all'interno del sito cartoni e materassi e sono stati cosparsi di liquido infiammabile a cui è stato dato fuoco. Quindi gli incendiari sapevano che avrebbero trovato il materiale che poteva essere utilizzato per l'incendio. Inoltre, conoscevano la strada d'accesso.
Dico questo perché un'ipotesi che sta prendendo piede recentemente è che i responsabili possano essere i disoccupati locali, i quali hanno inscenato diverse manifestazioni, come quella di occupare il comune e salire sul cornicione. Qualcuno di questi ha anche dei precedenti e in passato sarebbe stato - non è stato accertato - protagonista di altre azioni eclatanti. Anche da informazioni ricevute sul posto si potrebbe ritenere che possa trattarsi di alcuni disoccupati locali che sfuggono pure al controllo degli altri. Ciò non esclude assolutamente - anche se abbiamo informato il magistrato - l'altra ipotesi e cioè che un danno camioncini del comune potesse consentire a qualcuno di mettere a disposizione i propri. È pur vero che il subcommissario per l'emergenza, il dottor Manzo, avrebbe provveduto ad inviare i furgoni in modo che l'attività potesse continuare regolarmente, ma ciò non esclude che potrebbe esserci la mano di qualcuno pronto a speculare nel caso ve ne fosse la possibilità.

SALVATORE MARANO. Vorrei chiedere al questore Malvano, che ringrazio per la sua presenza, se siano state fatte indagini per accertare se all'interno della ASIA vi siano degli infiltrati della camorra organizzata che possano riportare operazioni e movimenti amministrativi o strategici dell'azienda.

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Indagini specifiche no, ma attualmente stiamo verificando i dipendenti dell'ASIA. Come ho detto prima, c'è una platea molto variegata di dipendenti, quindi non si esclude che vi siano pregiudicati anche della zona; comunque l'identità e la capacità criminale di qualche dipendente è sotto osservazione da parte degli investigatori.

SALVATORE MARANO. Ho posto questa domanda per sapere se siano stati compiuti degli accertamenti sulle assunzioni di questi soggetti.

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Non mi risulta siano stati effettuati. Piuttosto viene svolta un'indagine sulle assunzioni...

GAETANO PASCARELLA. Ho appreso dai giornali qualche tempo fa di problemi insorti per quanto riguarda i dipendenti che hanno ottenuto il passaggio di carriera dalle ditte che prima svolgevano il servizio a Napoli: si è detto infatti che la platea dei dipendenti è stata aumentata in prossimità del trasferimento all'ASIA.

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Non mi risulta, però sono sicuramente in corso indagini, in fase di conclusione, sull'avviamento al lavoro di soci delle cooperative. In un certo momento storico sono stati assunti soggetti legati a cooperative, e l'indagine fa riferimento a dazioni di denaro o a pressioni della camorra per far inserire nelle cooperative dei soggetti che sono stati poi avviati al lavoro. Può essere utile sapere che si stanno svolgendo indagine sui consorzi di bacino.

PRESIDENTE. Signor questore, lei ha fatto riferimento ad alcuni consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose. Vorrei capire se esistano riferimenti all'interesse della criminalità organizzata al ciclo dei rifiuti e come si estrinsechi, se per esempio attraverso imprese coinvolte anche in vicende specifiche che oggi affrontiamo, come quelle dell'ASIA, della Leucopetra, di Nola. Vorrei sapere se esista un collegamento con tutte queste vicende.

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Al momento non sono in grado di dire se queste imprese possano aver posto in essere le attività intimidatorie di cui abbiamo parlato prima, però ho con me una documentazione concernente i consigli comunali sciolti per motivi di mafia, come evidenziato nel provvedimento del ministro al quale segue il decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica, in un momento importante dell'infiltrazione camorristica nell'affare rifiuti solidi urbani. Se vi interessa, posso leggervene dei passi.

PRESIDENTE. Certamente.

FRANCO MALVANO, Questore di Napoli. Per quanto riguarda San Giuliano Vesuviano, nella relazione del ministro si dice: «Anche l'affidamento del servizio di nettezza urbana è connotato da profili di illegittimità e discrasie amministrative sia in ordine alle procedure sia per la circostanza che tale appalto è stato appannaggio di ditte in qualche modo collegate a personaggi gravitanti nella sfera della criminalità organizzata». Questo è emerso dall'attivata commissione di accesso e quindi è stato poi oggetto della relazione del prefetto al ministro.
Per ciò che concerne Santa Maria la Carità, si dice: «Emblematici di tale atteggiamento sono la proroga del servizio di raccolta e trasporto di rifiuti solidi urbani e il rinnovo tacito dell'appalto del servizio di trasporti funebri, in contrasto con la vigente normativa in materia di attività negoziale della pubblica amministrazione. L'amministratore della ditta affidataria di quest'ultimo servizio risulta fra l'altro legata da legami di parentela con persone rinviate a giudizio perché imputate di reati di cui all'articolo 416-bis del codice penale (associazione mafiosa)».
Ancora per Portici, il cui consiglio è stato sciolto di recente: «Altra questione sintomatica ai fini del supposto condizionamento della criminalità organizzata nella gestione amministrativa dell'ente è quella relativa all'appalto del servizio di nettezza urbana. Questo servizio era stato affidato ad una società temporanea di imprese nel corso della precedente consiliatura. Successivamente il comune aveva rescisso il contratto a seguito di segnalazione dalla prefettura di possibili condizionamenti criminosi a carico di una delle società partecipanti, riconducibili alla presenza, nell'organigramma aziendale, di un elemento rivestente la carica di direttore con precedenti per associazione di stampo mafioso, ritenuto affiliato ad un capoclan. Indetta una nuova gara, l'amministrazione ha aggiudicato nuovamente l'appalto alla stessa società già oggetto di informativa antimafia. L'accertamento ispettivo conseguentemente disposto ai sensi di legge ha posto in evidenza l'anomalia dell'aggiudicazione ad un'impresa mera trasformazione di quella il cui contratto era stato rescisso».
Per Frattamaggiore, altro comune il cui consiglio è stato sciolto recentemente: «Anche la carenza dei dovuti controlli sulla regolarità dell'espletamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani è ricollegabile al condizionamento dell'amministrazione. È emerso in particolare, dal controllo della ditta aggiudicatrice del servizio ritenuta contigua agli ambienti della criminalità organizzata, che in più occasioni il comune ha assunto decisioni favorevoli ad appannaggio degli interessi della ditta medesima, nonostante i ripetuti inadempimenti pure rilevati da un sottufficiale dei Vigili urbani, per il quale invece il comune ha posto in essere comportamenti delegittimanti, quali l'assegnazione ad altro incarico successivamente a tali accertamenti. Infatti l'ente non ha proceduto alla risoluzione del contratto, pur ricorrendo le condizioni previste dal capitolato per la rescissione avendo le penali applicate superato il 6 per cento dell'importo contrattuale annuo. È stato inoltre sottolineato che la ditta attualmente aggiudicataria sia subentrata ad un'impresa il cui proprietario risulta coinvolto in procedimenti giudiziari instaurati a carico di un noto gruppo camorristico, a conferma dell'infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella gestione dell'affare nettezza urbana».
Gli ultimi provvedimenti poi la dicono lunga sull'infiltrazione della camorra nel mondo degli appalti nella nettezza urbana.

PRESIDENTE. Ringrazio il questore per la cortesia e la disponibilità manifestate, ma soprattutto per l'esauriente ed articolata disamina che ha fatto su questo argomento. La nostra vuole essere non una Commissione d'inchiesta con il solo obiettivo di scoprire il colpevole, quanto piuttosto una Commissione che, attraverso la valutazione di questi fenomeni, trovi soluzioni e offra indicazioni normative e migliorative della performance complessiva, per rendere ancora più impermeabili gli enti locali, le strutture periferiche ed il ciclo integrato dei rifiuti alle organizzazioni criminali. In questo senso l'audizione del questore di Napoli è stata particolarmente significativa, in quanto ha offerto uno spaccato, attraverso un osservatorio particolarmente privilegiato, della difficile e complessa fenomenologia di questo mondo a Napoli e provincia.