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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti tra il sistema di gestione dell'anagrafe tributaria e le amministrazioni locali, l'audizione del ministro per l'innovazione e le tecnologie, ingegner Lucio Stanca. Nel ringraziare il ministro per aver accolto l'invito della Commissione, ricordo che l'indagine conoscitiva mira ad operare una ricognizione dei rapporti tra il sistema di gestione dell'anagrafe tributaria e le amministrazioni locali. Ricordo che la Commissione ha proceduto, nella seduta del 20 ottobre 2004, all'audizione del ministro per gli affari regionali, senatore Enrico La Loggia, e che nella seduta del 10 novembre 2004 si è svolta l'audizione del sottosegretario per l'interno, senatore Antonio D'Alì, che si è soffermato in particolare sullo stato di attuazione del progetto carta di identità elettronica, sul processo dell'informatizzazione in corso delle anagrafi comunali, nonché sulle interazioni tra queste ultime ed il sistema dell'anagrafe tributaria centrale. Nel ringraziarlo per la sua partecipazione ai lavori della Commissione, do ora la parola al ministro Stanca per l'illustrazione della sua relazione.
LUCIO STANCA, Ministro per l'innovazione e le tecnologie. Signor Presidente, leggerò rapidamente la relazione e resterò poi disponibile per rispondere a qualsiasi domanda.
L'anagrafe tributaria, le banche dati del catasto e delle conservatorie, insieme alle anagrafi gestite dall'INPS ed a quelle gestite dai comuni, costituiscono un patrimonio informativo a valenza strategica per l'intero paese. La generale disponibilità e coerenza di tale patrimonio informativo sono un requisito indispensabile per poter perseguire obiettivi di efficacia ed equità tanto nella imposizione che nella riscossione di imposte e tributi sia da parte dello Stato che da parte dei comuni e delle regioni.
Benché siano numerosi i servizi già funzionanti ed i progetti in corso, la questione va affrontata in modo sistematico attraverso interventi strutturali sia di natura normativa che tecnologica entro cui ricondurre, valorizzare e standardizzare queste importanti iniziative. Al riguardo, intendo segnalare i seguenti progetti che sono già avviati e che stanno producendo importanti e significativi risultati: progetto SIATEL, gestito dall'Agenzia delle entrate, che collega circa 6000 comuni all'anagrafe tributaria e consente ai comuni medesimi di svolgere funzioni di attribuzione e verifica dei codici fiscali e permette di comunicare variazioni anagrafiche; nell'ambito del progetto Tessera sanitaria, gestito dall'Agenzia delle entrate, si prevede - entro la fine del 2005 - l'allineamento delle anagrafi di tutti i comuni italiani con
l'anagrafe tributaria e con le anagrafi degli assistiti di tutte le ASL. A regime, l'Agenzia prevede di utilizzare il sistema INA-SAIA, sviluppato dal Ministero dell'interno per acquisire gli aggiornamenti provenienti dai comuni.
Cito inoltre il sistema SISTER, gestito dall'Agenzia del territorio, ormai da tempo disponibile agli enti locali, che consente di effettuare on-line visure ipo-catastali sul patrimonio immobiliare dell'intero territorio nazionale. Vi sono poi da segnalare le iniziative del Ministero dell'interno che, nell'ambito del Centro nazionale dei servizi anagrafici (INA/SAIA - anagrafe degli italiani all'estero - stato civile) sono volte alla razionalizzazione dei flussi provenienti dai comuni. In proposito, va rilevato che, mentre è operativo il collegamento di oltre seimila comuni per la comunicazione periodica dei dati AIRE, il numero di comuni attivi per la comunicazione sistematica delle variazioni anagrafiche è ancora inferiore alle attese.
Ricordo, infine, il sistema SIGMATER, finalizzato a sviluppare servizi di scambio e di accesso integrato ad informazioni territoriali catastali e regionali a supporto dei comuni e degli enti locali per la propria fiscalità. In tale ambito, l'Agenzia del territorio e le regioni Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Liguria e Valle d'Aosta stanno realizzando le funzioni di interscambio della cartografia catastale con la previsione di completarne lo sviluppo nel 2005. Il progetto è stato cofinanziato con il primo bando, da me emesso, in materia di e-government. Le modalità messe a punto in tale progetto saranno utilizzate, da parte dell'Agenzia del territorio, in modo generalizzato anche per lo scambio dei dati con tutti gli altri enti interessati.
Rispetto a tale quadro è necessario ottenere in breve tempo il collegamento di tutti gli enti coinvolti in materia di federalismo fiscale ed individuare soluzioni uniformi sull'intero territorio nazionale per l'accesso e lo scambio dei dati di interesse. In tal senso voglio ricordare alcuni importanti interventi innovativi. Il primo è costituito dallo schema di decreto legislativo recante il Codice dell'amministrazione digitale, approvato di recente dal Consiglio dei ministri. Il Codice stabilisce alcuni principi fondamentali per l'unitarietà del contesto in cui attuare l'accesso e lo scambio di informazioni tra pubbliche amministrazioni: il primo principio è quello della validità giuridica della trasmissione informatica dei documenti. Tale principio costituisce il presupposto indispensabile per assicurare che i dati scambiati-interrogati via rete abbiano, nell'ambito dei procedimenti amministrativi, lo stesso valore di certificati, attestati o qualsiasi altra documentazione fornita come documento cartaceo. Tale principio consente di assicurare la responsabilità e la certezza della fonte dell'informazione. Il secondo principio è quello della disponibilità, sicurezza ed accessibilità telematica dei dati delle pubbliche amministrazioni in base al principio generale: «qualunque dato trattato da una pubblica amministrazione è utilizzabile da un'altra pubblica amministrazione nel limite dell'esercizio delle proprie funzioni, nel rispetto della normativa sulla tutela della riservatezza e salvi i casi previsti dall'articolo 24 della legge 7 agosto 1990, n. 241». Si stabilisce, inoltre, che l'utilizzo dei dati avviene in via telematica secondo le regole tecniche del Sistema pubblico di collettività.
Infine, ricordo i concetti ed i limiti della fruibilità dei dati delle pubbliche amministrazioni sulla cui base viene consentita la possibilità di trasferire il dato nel sistema informativo automatizzato dell'amministrazione che ha necessità di utilizzarlo: a tal proposito si chiarisce che il trasferimento di un dato da un sistema informativo ad un altro non modifica la titolarità dello stesso. Per agevolare concretamente la fruibilità dei dati è previsto che le pubbliche amministrazioni possano stipulare tra loro convenzioni sulla base di schemi generali definiti dal Centro nazionale informatica per la pubblica amministrazione. Queste sono le previsioni del Codice in breve sintesi: sul suo contenuto posso, se necessario, tornare con maggiori dettagli.
Un secondo elemento innovativo è costituito dallo schema di decreto legislativo,
approvato già qualche mese fa dal Consiglio dei ministri ed ora in corso di approvazione definitiva, recante l'istituzione del Sistema pubblico di connettività e della rete internazionale della pubblica amministrazione.
Il Sistema pubblico di connettività ha la finalità di assicurare il coordinamento informativo ed informatico dei dati tra le amministrazioni centrali, regionali e locali e di promuovere l'omogeneità nell'elaborazione e trasmissione dei dati stessi finalizzata allo scambio e diffusione delle informazioni tra le pubbliche amministrazioni ed alla realizzazione di servizi integrati. Si tratta di un insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio formativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l'interoperabilità di base ed evoluta nonché la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi. In tal modo vengono garantite la sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e l'autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione. Inoltre, gli scambi di documenti informatici tra le pubbliche amministrazioni nell'ambito del Sistema pubblico di connettività avvengono nel rispetto delle procedure di cooperazione applicativa finalizzate allo sviluppo dei procedimenti amministrativi e costituiscono invio documentale valido ad ogni effetto di legge se realizzati nel rispetto delle regole tecniche.
Il Sistema pubblico di collettività costituisce, quindi, uno strumento generale a supporto dello scambio dei dati tra l'anagrafe tributaria e gli enti locali con piena validità giuridica sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnologici, segnalo in particolare quanto segue: l'adozione di standard e regole tecniche per la cooperazione, comuni a tutti i soggetti coinvolti, consente di superare problemi di incompatibilità e riduce i costi di realizzazione e gestione degli scambi; l'adozione di modalità open source di realizzazione degli strumenti di base per la cooperazione permette il riuso delle soluzioni sviluppate tra diversi enti; la realizzazione di servizi infrastrutturali e di supporto per la cooperazione agevola e semplifica le funzioni dei singoli enti che vi partecipano, in special modo per quanto riguarda i comuni medi e piccoli. Per quanto attiene poi agli aspetti organizzativi, sono previsti e disciplinati accordi di servizio e di cooperazione tra gli enti a fini di pubblicità e trasparenza. Anche ciò agevola la conoscenza e l'uniformità delle soluzioni adottate.
Lo sviluppo ed il funzionamento dell'intero sistema è disciplinato da una commissione di coordinamento nazionale che assicura il raccordo tra le amministrazioni pubbliche, approva le linee guida e le modalità di funzionamento dei servizi di base erogati dalle amministrazioni in base a standard predefiniti. Tale commissione appare, quindi, la sede naturale per l'adozione di interventi infrastrutturali volti ad abilitare ed agevolare lo scambio di dati tra l'anagrafe tributaria, le regioni e gli enti locali e a seguirne l'effettiva attuazione e funzionamento.
Segnalo, inoltre, che proprio l'interoperabilità tra le banche dati prevista dal Codice - ripeto, ci sono due aspetti: l'autostrada, che è rappresentata dal sistema di connessione pubblico, ed il codice della strada, rappresentato dal Codice dell'amministrazione digitale - costituisce la base sulla quale si intende realizzare un ulteriore elemento di semplificazione amministrativa. Infatti è mia intenzione presentare un emendamento al disegno di legge finanziaria attualmente all'esame del Senato in cui, in alcune fattispecie indicate per le quali è possibile la trasmissione telematica dei dati, si esonerano i cittadini dall'effettuare la dichiarazione richiesta ai fini della determinazione dell'imposta comunale sugli immobili. In tali casi è l'Agenzia del territorio, anziché il cittadino, a trasmettere ai relativi comuni tutti i dati identificativi degli immobili nonché le loro eventuali modificazioni. Così non solo si elimina un onere a carico dei cittadini, ma, nel contempo, si garantisce ai comuni di avere dati corretti e costantemente
aggiornati in quanto direttamente provenienti dalle banche dati catastali ed ipotecarie. Risulta pertanto evidente come sia utile sviluppare pienamente, nel contesto normativo delineato dal Codice dall'amministrazione digitale e con i servizi infrastrutturali del Sistema pubblico di connettività, il collegamento e lo scambio informativo tra gli enti centrali e locali coinvolti nell'attuazione del federalismo fiscale.
Nelle more dell'approvazione del Codice, per quanto riguarda gli aspetti inerenti la cooperazione e l'accesso ai dati, è stato costituito un gruppo di lavoro coordinato dal Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, di cui fanno parte i rappresentanti delle amministrazioni centrali, delle regioni e degli enti locali, nonché delle associazioni di categoria dei fornitori di tecnologie. Tale gruppo ha già prodotto documenti condivisi in tema di architettura, standard e regole organizzative del sistema di cooperazione. Entro i prossimi mesi saranno definite le specifiche tecniche di dettaglio.
Con l'entrata in vigore del decreto istitutivo del Sistema pubblico di connettività sarà costituita la citata Commissione di coordinamento nazionale e potranno essere adottate quindi le regole tecniche, sulle quali stiamo già lavorando e di cui ho già detto, così da procedere alla concreta realizzazione dell'infrastruttura di cooperazione. Inoltre, per quanto attiene alla rete internazionale delle pubbliche amministrazioni, destinata a collegare le rappresentanze diplomatiche e gli uffici italiani all'estero, è stata avviata la procedura concorsuale europea per la realizzazione della rete, la cui conclusione avverrà entro la fine del 2004, mentre il collaudo dei servizi e l'avvio della loro erogazione è prevista nel primo trimestre 2005. È quindi certo che nel primo semestre del 2005 la rete internazionale sarà pienamente funzionante. Tale rete è uno strumento fondamentale sia per i collegamenti che saranno resi disponibili tra le anagrafi consolari e quelle degli italiani all'estero tenute dai comuni, sia per abilitare i consolati a svolgere alcune rilevanti funzioni per il sistema della fiscalità (ad esempio, l'attribuzione del codice fiscale, le comunicazioni delle variazioni di indirizzo o dello stato di residenza estera e così via).
Voglio infine ricordare che, per supportare gli enti locali nella diffusione delle nuove tecnologie, è stata realizzata la struttura dei centri regionali di coordinamento, con le seguenti finalità: sviluppare la cooperazione tra le strutture di cui si avvale il mio dipartimento ed i sistemi regionali, inserendo tali centri in un network nazionale rappresentativo del nuovo assetto istituzionale federalista; supportare le attività della Commissione per l'innovazione e le tecnologie prevista dal Codice della amministrazione digitale; supportare gli enti locali e rafforzarne le competenze nella definizione ed attuazione di programmi e progetti per l'e-government e la società dell'informazione, in coerenza con gli obiettivi fissati dalle linee guida emanate dal Governo e dal documento sull'e-government per un federalismo efficiente approvato dalla Conferenza unificata nel luglio 2003; definire e diffondere modelli, approcci e strumenti condivisi ed integrati sugli aspetti critici della realizzazione dei processi di innovazione; sviluppare la cooperazione ed il coordinamento tra i diversi livelli di governo nei sistemi regionali e favorire scambi ed azioni comuni su scala interregionale. La struttura è organizzata in uno staff centrale, attivato presso il Formez, che garantisce l'attuazione del progetto, ed in venti centri regionali di coordinamento attualmente attivati presso le singole regioni, costituiti sulla base di apposite convenzioni tra il mio dipartimento ed i presidenti delle regioni e delle province autonome.
Mi auguro che questa Commissione comprenda ed apprezzi questo impegno e lo approvi e sostenga con l'azione di indirizzo ed impulso che le è proprio.
PRESIDENTE. Ringrazio il signor ministro per la sua dettagliata relazione.
Chiedo ai commissari se intendono formulare domande, riservandomi fin da ora di formularne alcune anch'io.
GERARDO LABELLARTE. Signor Presidente, eviterei di leggere il testo del mio intervento - che, se necessario, consegnerò per il verbale - dal quale si evincono le motivazioni della mia domanda. Mi limiterò pertanto a formulare quest'ultima, che parte dove la relazione del Ministro si ferma e chiede al medesimo di esprimere un giudizio.
Dando per scontata la comprensione e l'apprezzamento per quanto fatto ed il nostro impegno per un'azione di indirizzo e di impulso, pongo una questione: l'attività svolta sta in realtà diminuendo le distanze tra le aree geografiche, tra le aree urbane e rurali del paese? Chiedo cioè se il lavoro di sviluppo tecnologico, se gli investimenti attuati a livello nazionale per la creazione di reti e sistemi stia in realtà configurando un modello che, realmente, accorcia le distanze tra le varie aree del paese o se, invece, ciò che viene fatto non risponda ad un modello sostanzialmente neocentralista. Ripeto: attraverso tutti gli interventi che sono stati illustrati nella relazione, stiamo dando vita ad un sistema, ad un complesso di investimenti che facilitano l'avvicinamento delle aree meno sviluppate, meno tecnologicamente ed anche economicamente avanzate, alle altre aree del paese o stiamo configurando un'ulteriore differenziazione? Lo sviluppo tecnologico sta investendo e producendo i propri frutti in modo corposo solo nelle grandi aree urbane e nelle grandi aree sviluppate e sta escludendo, emarginandole ancora di più, le aree meno sviluppate del paese?
GIUSEPPE ONORATO BENITO NOCCO. Ritengo che la relazione svolta dal ministro sia esaustiva e che la risposta agli interrogativi sollevati dal collega sia contenuta nelle parole del ministro. Quanto esposto nella relazione contiene infatti la risposta alle aspettative di modernità e di uniformità dell'Italia. Se gli enti pubblici territoriali, regioni, province e comuni, cominceranno a servirsi e ad utilizzare queste nuove tecnologie, è inevitabile che vi sarà un avvicinamento e una sempre maggiore uguaglianza tra tutte le regioni e tutte le realtà locali. Non solo, l'applicazione di queste innovazioni comporterà lo snellimento dell'attività degli enti pubblici, a tutto vantaggio dei cittadini, i quali, spesso, saranno sostituiti in alcuni loro obblighi dall'attività della stessa pubblica amministrazione che, ad esempio, eviterà loro di presentare determinate denunce. Queste, tra l'altro, sono spesso non veritiere od omissive, comportando un grave danno per le entrate degli enti pubblici medesimi.
PRESIDENTE. Signor ministro, al fine di consentirle di fornire una risposta su tutte le questioni che sono state sollevate, volevo soffermarmi su una questione che ritengo essenziale, cioè sul fatto che il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo recante il Codice dell'amministrazione digitale. Tale schema di decreto legislativo andrà poi sottoposto all'esame delle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri: le chiederei di consegnare anche alla nostra Commissione copia di tale schema al fine di poterlo esaminare per, eventualmente, trarne elementi utili ai fini della nostra indagine, atteso che il principio portante sul quale lo stesso Codice si muove, quello cioè di consentire la validità giuridica della trasmissione informatica dei documenti, costituisce un elemento essenziale ai fini del nostro lavoro. È infatti evidente come senza il raggiungimento di questa validità giuridica vengano a mancare addirittura le premesse ed i presupposti dell'attività che noi chiediamo di effettuare agli enti. In secondo luogo ho notato che lei ha fatto riferimento specifico ad un emendamento riguardante l'ICI, con il quale verrebbe meno l'obbligo da parte del cittadino di presentare la dichiarazione di transazione immobiliare ai comuni, delegando il tutto all'Agenzia del territorio. A tal proposito mi preme evidenziare che si tratta di una misura riferita ad un'imposta che rientra sui temi oggetto della nostra indagine
conoscitiva; a questo punto, quindi, la pregherei di essere più articolato sulle finalità di tale proposta e di specificare se intende presentarla come emendamento al disegno di legge della finanziaria oppure farne oggetto di uno specifico provvedimento.
LUCIO STANCA, Ministro per l'innovazione e le tecnologie. Relativamente alla prima domanda, ribadisco che questa non è assolutamente una politica neo centralista; quindi, ritengo che si debba chiarire specificatamente ciò di cui stiamo parlando.
Fondamentalmente ci riferiamo all'esigenza di far funzionare le varie amministrazioni, centrali e locali nel campo dell'anagrafe tributaria ma, soprattutto in una struttura federale, questa esigenza interessa anche tanti altri settori.
Stiamo lavorando per realizzare progetti sia nelle amministrazioni centrali sia in quelle periferiche per attuare questa trasformazione; inoltre, in questa fase abbiamo ritenuto anche di introdurre sul piano normativo-organizzativo alcuni punti importanti e qualificanti: il primo riguarda il sistema di connessione che attraverso la rete unitaria della pubblica amministrazione (RUPA) collega tutta la pubblica amministrazione; poi, le varie reti regionali e comunali che stanno nascendo.
Nella mia relazione non ho parlato di rete unitaria o centrale, ma di sistema; cioè di stabilire i metodi e le regole di convivenza in modo da assicurare che tutte queste reti possano colloquiare fra di loro in termini di sicurezza, interoperabilità ed efficienza.
La gestione di questo sistema è di tipo federale; quindi, esiste una commissione paritetica, formata dai rappresentanti delle amministrazioni centrali, comunali, regionali e provinciali (UPI, ANCI e Regioni, eccetera), che si occupa della conduzione di questo sistema producendo regole comuni dal punto di vista tecnologico e non solo. Per chiarire meglio il concetto faccio un esempio banale: se otto mila comuni devono creare un protocollo informatico, ognuno di questi dovrà fare una gara, acquisire software e via dicendo, mentre avendo a disposizione questa struttura, ciascun comune potrà accedere alle applicazioni senza dover inventare tutto da capo.
In questo è insito il concetto del riuso e della cooperazione che già risponde in parte alla preoccupazione di chi è tecnologicamente e organizzativamente più avanzato rispetto a chi lo è meno perché noi stiamo creando un'infrastruttura in cui tutti devono entrare accedendo al sistema già realizzato. Anzi nel codice è previsto anche l'obbligo; infatti, qualsiasi amministrazione, sia centrale sia periferica, prima di acquisire nuove applicazioni deve verificare che queste non siano già disponibili.
Il codice è lo strumento che stabilisce le regole di attuazione di questa trasformazione e si riferisce a due aspetti: il primo è rappresentato dai principi giuridici, cioè da una serie di strumenti che acquistano validità giuridica se messi in atto, ovviamente, in un determinato modo e rispettando certe regole non solo tecniche (dà validità giuridica alla firma digitale che già funziona in Italia, ma che è stato aggiornata, al documento informatico, alla posta elettronica specialmente se certificata); l'altro aspetto invece riguarda l'attuazione; infatti, fino ad ora questa innovazione tecnologica si è affiancata al mondo tradizionale, oggi, invece, questo codice sostituisce il mondo tradizionale modernizzandolo e trasformandolo evitando il rischio di sprecare risorse; infatti se continuiamo a fare innovazioni senza sostituire il vecchio produciamo dei danni gravi non solo alle amministrazioni, ma anche ai cittadini.
Oggi il cittadino in molti paesi, ma anche in Italia, può colloquiare con la pubblica amministrazione in qualsiasi ora dal proprio domicilio, facendosi riconoscere con la carta d'identità elettronica che rappresenta un sistema di autenticazione più sicura di quella cartacea che può essere facilmente falsificata. Questo non è un sogno, perché già avviene in parecchi comuni e regioni italiane.
Certamente il processo di innovazione vede chi progredisce e chi rimane indietro perché questo è uno sviluppo naturale; quindi, dobbiamo far sì che sia attraverso questa regole sia con interventi di finanziamento e cofinanziamento si riduca al massimo questo rischio che esiste; infatti, è inutile dire che il processo di innovazione riguarda tutti nello stesso modo perché questa affermazione è irrealistica anche perché l'innovazione si avvale delle migliori pratiche (le best practices), quindi c'è qualcuno che va avanti e dà l'esempio e gli altri lo seguono.
L'importante è che esista un meccanismo per far seguire gli altri; infatti proprio per questo abbiamo detto che è obbligatorio il riuso, cioè una volta che è stata creata, certificata e validata una applicazione realizzata da una amministrazione (protocollo informatico, riscossione ICI) questa è a disposizione di tutti gli altri che non devono ripercorrere la stessa strada, ma possono accedervi velocemente. Nel progetto Dicomet noi abbiamo cofinanziato progetti con la premialità nella cooperazione; ad esempio la regione Lombardia collabora in alcuni progetti con la regione Calabria e alcuni piccoli comuni cooperano con quelli più grandi; quindi diamo più finanziamenti dove c'è la cooperazione.
Infine proprio per i piccoli comuni e le comunità montane, che non hanno né la capacità finanziaria né le competenze, abbiamo previsto un intervento ad hoc con la creazione di centri di servizi territoriale messi a loro disposizione.
In sintesi posso assicurare che c'è il rischio che nel processo di innovazione il più bravo vada avanti e quello meno competente rimanga indietro, ma l'importante è che ci siano i meccanismi che aiutino chi sta più indietro a non rimanere distaccato, partecipando anche all'esperienza positiva del migliore.
Questo è quello che stiamo facendo, non in termini centralistici, ma condividendo con la Conferenza unificata, con le regioni, con le province e con i comuni questa idea di fondo.
Per quanto riguarda i vantaggi che tale struttura può arrecare ai cittadini ritengo che può servire da esempio la riscossione dell'ICI. Oggi quando c'è una transazione immobiliare il notaio la comunica all'Agenzia territoriale, mentre il cittadino ha il compito di informare il comune. A questo punto cosa avviene?
Avvengono varie cose: innanzitutto il cittadino ha l'obbligo di fare una dichiarazione, quindi burocrazia; il cittadino se è in malafede dichiara in modo sbagliato creando un intralcio alla pubblica amministrazione; il comune di Roma - a mo' di esempio - spende 150 mila euro all'anno solo per il data entry di questa informazione che ha su supporto cartaceo, mentre queste notizie lo Stato le possiede in forma digitale perché il notaio le ha comunicate all'Agenzia territoriale.
Per questi motivi proponiamo che il cittadino non abbia più l'obbligo di informare il proprio comune dell'avvenuta transazione immobiliare, lasciando all'agenzia il compito di trasmettere queste informazioni all'ente locale.
In questo modo liberiamo i cittadini dalla burocrazia e otteniamo dati allineati tra l'Agenzia territoriale e i comuni; al momento, infatti, per vari motivi, questi dati sono disalineati al 30-40 per cento rendendo le anagrafi disomogenee.
Quindi, direi che questo è un esempio tipico per cui non facciamo soltanto un'opera di efficienza ma rendiamo anche un miglior servizio ai cittadini.
Manifesto, pertanto, la nostra piena disponibilità a condividere l'emendamento, che è ora all'esame del Ministero dell'economia delle finanze (visto che si tratta di un tema che riguarda più la fiscalità, posto che le tecnologie rimangono solo uno strumento) e che costituisce un esempio tipico di ciò che si può fare sia in termini di efficienza, sia di servizio reso.
Per quanto riguarda il codice, lo schema di decreto legislativo approvato 15 giorni fa dal Consiglio dei ministri sta ora iniziando il suo iter e con piacere rendo disponibile una copia per la Commissione perché con esso si definisce il quadro legale e normativo per attuare, dopo
averla sperimentata, la trasformazione della pubblica amministrazione da tradizionale, cartacea e per certi aspetti burocratica quale era in una che si avvale, come strumento prioritario, principale, di moderne tecnologie.
PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, ringrazio il ministro per la dettagliata relazione che ha esposto, nonché per le osservazioni e le complete risposte che ha fornito.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.
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