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Seduta del 5/11/2003


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Audizione del Capo del III Reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza, generale di brigata Pasquale Debidda, e del Capo ufficio telematica del Comando generale della Guardia di finanza, colonnello Antonio Carelli.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'armonizzazione dei sistemi di gestione dell'anagrafe tributaria, l'audizione del capo del III reparto operazioni del comando generale della Guardia di finanza, generale di brigata Pasquale Debidda, e del capo ufficio telematica del comando generale della Guardia di finanza, colonnello Antonio Carelli, che ringrazio per la loro presenza.
Do la parola al generale Debidda per la relazione introduttiva.

PASQUALE DEBIDDA, Capo del III Reparto operazioni del Comando generale della Guardia di finanza. Signor presidente, onorevoli membri della Commissione, desidero innanzitutto porgervi il saluto del comandante generale e ringraziarvi per l'opportunità offerta alla Guardia di finanza di fornire un contributo ai lavori della Commissione, portandola a conoscenza delle nostre esperienze e delle conseguenti aspettative a riguardo del delicato tema del coordinamento fiscale e dello scambio di informazioni fra i diversi paesi dell'Unione europea, mediante i sistemi telematici dell'anagrafe tributaria.
L'argomento della seduta odierna è, per la nostra organizzazione, di particolare importanza, in relazione alla attività che l'istituzione svolge diuturnamente, quale primaria missione istituzionale nel contrasto delle diverse forme di economia illegale e delle possibili infiltrazioni o inquinamenti nei mercati da parte della criminalità economico-finanziaria.
L'assolvimento di dette funzioni, considerata la dimensione non solo interna, ma anche europea dell'azione del Corpo deve, inoltre, considerare l'imminente allargamento dell'Unione che rende ancora più urgente la ricerca di appropriate soluzioni in materia di coordinamento e rapidità di accesso ai flussi informativi. In questo ambito il Corpo si pone, perché forza di polizia, come soggetto utilizzatore di banche dati.
L'attribuzione alla Guardia di finanza dei citati compiti di polizia economico-finanziaria esalta la capacità investigativa delle sue articolazioni, basata essenzialmente su una costante e ricercata attività di intelligence che, a sua volta, si poggia anche sull'utilizzo di tecnologie informatiche in grado di assicurare, in prima battuta, la corretta archiviazione delle informazioni raccolte, la loro fruibilità in


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tempi rapidi e, successivamente, l'analisi delle stesse, allo scopo di indirizzare l'azione di servizio verso i settori operativi a maggior rischio.
In tale ottica di sviluppo e concretizzazione dell'attività di analisi l'istituzione ha, finora, diretto la sua azione e, considerati i risultati ottenuti, intende, concordemente alle indicazioni dell'attività di Governo, proseguire, sfruttando al meglio le potenzialità offerte dai sistemi e dalle tecnologie informatiche, la cui ulteriore crescita dovrà tener conto, in modo ancor più netto, di alcuni importanti fattori.
Prima di citare tali fattori, vorrei segnalare che, grazie a detta attività di intelligence, utilizzando le banche dati oggi disponibili, sono stati scoperti, in materia di sommerso d'azienda e di lavoro irregolare, dal 1o gennaio 2003, 5.970 evasori totali e paratotali ed oltre 22.500 posizioni lavorative fuori norma (considerando anche coloro che lavorano in nero).
I fattori di cui è necessario tener conto, come dicevo poc'anzi, sono innanzitutto l'omogeneità dell'implementazione e delle metodologie di consultazione delle banche dati, da ricercarsi sempre più tra le amministrazioni nazionali abilitate ed, auspicabilmente, con i partner dell'Unione europea.
Un moderno ed efficiente corpo di polizia, impegnato in un mercato senza barriere doganali, ha necessità, oltreché di rafforzare sempre più gli strumenti di cooperazione amministrativa, di interpretare, in tempo reale, sistemi informativi, anche sopranazionali, per poter assicurare adeguate forme di controllo sulla correttezza delle transazioni. Infatti, come già accade nel settore dell'IVA, in un primo momento, la prova di ta1e correttezza è costituita dalla presenza della transazione commerciale nell'elenco riepilogativo previsto dalla legislazione di ciascun paese membro.
Altro fattore è la condivisione degli obiettivi e delle modalità di raggiungimento degli stessi. É, infatti, necessario che, nel solco dei consolidati rapporti di collaborazione già esistenti tra i vari organi dell'Amministrazione finanziaria, si coltivi, in modo sempre più incisivo, la logica dell'interazione delle informazioni e dell'utilizzo di database che attingono da un patrimonio informativo comune.
Un altro fattore importante è la fruibilità dei sistemi informativi da parte di tutti i soggetti che, nell'ambito delle singole organizzazioni nazionali, sono istituzionalmente preposti a vigilare sulla sicurezza pubblica ed economica sia degli Stati aderenti sia dell'Unione europea.
Fattore altresì importante è l'uniformità nella formazione e nell'aggiornamento degli operatori, che dovrà muoversi, sempre di più, lungo itinerari comuni volti a revisionare l'immissione dei dati secondo le necessità riscontrate nelle attività istituzionali.
Il presupposto di tale approccio è riconducibile, essenzialmente, a logiche di razionalizzazione delle risorse a disposizione.
Allo stato attuale, l'istituzione può contare su una serie di connessioni di particolare rilievo operativo, consentite dall'ingresso al sistema dell'Anagrafe tributaria e volte alla realizzazione di soluzioni d'ausilio alle attività di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni e dei crimini di carattere economico-finanziario. Sono sistemi, signor presidente, che possono essere anche d'ausilio - eventualmente in un medio termine - per poter offrire la nostra capacità informativa d'avanguardia, per una possibile banca dati dell'Unione europea.
Infatti, attraverso interfacce, in modalità web, rese semplici ed intuitive, passando per l'applicazione «SERPICO», è permesso l'accesso ai dati relativi alla situazione dei contribuenti, in materia di imposte dirette, IVA, imposte di registro, beni mobili registrati e catasto.
In particolare, desidero fare riferimento all'applicazione dei cosiddetti «soggetti di rilevanti dimensioni - SRD», strumento finalizzato alla costituzione e manutenzione di una banca dati dei soggetti con volume d'affari non inferiore a 5 milioni di euro, il cui obiettivo principale è selezionare soggetti visualizzandone, essenzialmente, le informazioni contenute


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nei fascicoli e nei bilanci presentati presso le camere di commercio; poi, alla procedura SAVE (Strumento di Ausilio per le Verifiche), per l'istituzione, ancora in fase di sperimentazione, che si inserisce nel progetto di automazione delle attività ispettive condotte nei confronti di soggetti con volume d'affari inferiore ai 5 milioni di euro (per la gran parte si tratta dei soggetti che rientrano negli studi di settore), tramite un ausilio che sfrutta, quanto più possibile, la tendenza alla standardizzazione di alcune delle attività necessarie nel corso delle verifiche fiscali. Il sistema tiene memoria delle situazioni e degli eventi pregressi, proponendo, nel corso di successivi controlli, le medesime soluzioni operative, garantendo la continuità e la coerenza dell'attività di controllo.
Importante è anche l'applicazione del sistema CoVer (Controllo Verifiche), che permette ricerche statistiche sui controlli e sulle verifiche fiscali, soprattutto in relazione allo stato di attuazione dell'intervento. Infatti, in tempo reale, il sistema consente di sapere, dal livello centrale, se una verifica è in corso, è stata sospesa o conclusa, oltre a fornire tutti gli elementi necessari sul soggetto.
Con riguardo, in particolare, alle diverse articolazioni dell'Amministrazione finanziaria vi è poi da segnalare l'utilizzo della procedura denominata MUV (Modello Unificato di Verifica), elaborata da Sogei sulla scorta delle esigenze rappresentate dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle entrate, contenente la rilevazione di tutti i servizi di verifica e di controllo in materia di imposte dirette ed IVA effettuati dai comandi del Corpo e dagli uffici dell'Agenzia delle entrate.
Tale procedura, consentendo l'inserimento di tutti i rilievi compendiati nei processi verbali di constatazione, redatti a conclusione dei controlli (intesi in senso lato), e la verifica del loro esito fino ai versamenti operati dal contribuente a chiusura dei contesti, si sta dimostrando di grande utilità. Si tratta di un sistema molto importante, perché ci consentirà, a regime, di avere esatta cognizione dell'esito di ogni processo verbale, sino alla fase della riscossione del tributo o all'eventuale contenzioso tributario.
Il sistema è diventato pienamente operativo dal 1o gennaio di quest'anno ed avrà, nel futuro, una volta entrato a regime, indubbi riflessi sulla qualità dell'accertamento fiscale nel suo complesso, essendo in grado di seguire gli effetti dell'ispezione fiscale, in modo puntuale, dalla fase della constatazione a quella di riscossione.
È da sottolineare, inoltre, che questa gestione elettronica delle notizie sulle attività ispettive in corso, oltre a contribuire a migliorare l'efficienza interna degli organi di vigilanza fiscale, ha il grande pregio di avere amplificato il coordinamento tra le diverse istituzioni impiegate in questo delicato campo, attraverso la progressiva eliminazione delle comunicazioni cartacee e la conseguente informatizzazione dei reciproci flussi di informazioni.
Nel quadro delle iniziative informatiche ha parte di rilievo anche l'applicazione ET (Evasori totali), che si colloca all'interno della strategia complessiva di lotta all'economia sommersa, fenomeno, questo, il cui contrasto vede impegnate risorse operative del Corpo, in misura pari al 40 per cento di quelle complessivamente impiegate nella repressione dell'evasione fiscale. Tale procedura consente di selezionare soggetti che, pur non avendo presentato la dichiarazione dei redditi, abbiano comunque manifestato potenzialità economiche tali da far presumere manifestazioni di ricchezza tassabili. È una banca dati molto importante, che consente l'incrocio di vari elementi, come ad esempio il consumo dell'energia elettrica, perché sulla base di alcuni parametri si possa definire che il contribuente che consuma un certo quantitativo di energia elettrica non possa essere un privato cittadino ma, per esempio, avere l'esercizio di un'impresa.
Si tratta, ovviamente, di indizi di pericolosità fiscale che vanno attentamente vagliati sul territorio e che possono essere


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indicatori formidabili per orientare l'attività verso individui ad alto rischio di evasione.
Per quanto riguarda la sfera dei rapporti commerciali con l'estero risulta, invece, di particolare interesse l'utilizzo del data-base individuato dall'acronimo «MERCE» (Monitoraggio e rappresentazione commercio estero). Il sistema fornisce ed evidenzia una serie di informazioni su scambi tenuti da operatori nazionali con partner ubicati all'interno degli altri Stati dell'Unione europea o di paesi terzi. Anche in questo caso, l'analisi del dato informatico indirizza l'azione del Corpo nel campo doganale, oggetto di particolare attenzione in questo momento storico.
Inoltre, l'utilizzo degli strumenti messi a disposizione dall'anagrafe tributaria rappresenta per l'istituzione una grande opportunità, anche per la maggiore efficienza ottenuta nella circolazione interna ed esterna dei flussi di informazioni, presupposto alla base di un'azione di controllo mirata, che a sua volta deve raccordare, in termini di rapporto «costi e benefici», le esigenze ispettive e di tutela di un comparto, quello fiscale, così delicato ai fini delle politiche di bilancio dello Stato, con quelle di remuneratività dell'azione svolta, misurata in base al gettito effettivamente assicurato nelle casse dell'erario.
Questo sforzo di condivisione del patrimonio informativo tra amministrazioni nazionali è stato, effettivamente, alla base di un miglioramento dell'attività ispettiva nel suo complesso, motivo per cui si ritiene che tale gestione integrata dei sistemi dell'anagrafe tributaria possa adeguatamente sostenere il progresso del processo di armonizzazione normativa dei sistemi fiscali, pilastro fondamentale su cui ancorare il corretto ed efficace funzionamento del mercato unico.
Questa affermazione risulta del tutto coerente con la direttiva del Consiglio n. 77/799/CEE in tema di reciproca assistenza fra le autorità competenti degli Stati membri nel settore delle imposte dirette e indirette e con la recente direttiva 2003/4B/CE, ancora in fase di recepimento, concernente la tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, entrambe, infatti, prevedono lo scambio automatico, con regolarità, di informazioni tra le autorità fiscali, senza che ne sia fatta preventiva richiesta. Questo è un passaggio molto importante per due ordini di motivi. Per prima cosa, si pone l'accento sul reciproco scambio di informazioni in un settore, quale quello delle imposte dirette, in cui non era possibile avere delle informazioni precise. Inoltre questo scambio non richiede una preventiva richiesta e ciò consentirebbe di porre le basi per una futura archiviazione informatica dei dati.
Ove tale scambio fosse reso più rapido ed efficiente, attraverso la nascita di un sistema informativo sopranazionale, governato dalle stesse logiche di condivisione definite a livello interno, si potrebbero ottenere benefici apprezzabili e risparmi di risorse dedicate.
Infatti, in un contesto come quello attuale, dove le dinamiche transnazionali degli illeciti economici diventano sempre più complesse, la velocizzazione dei tempi di acquisizione delle informazioni, che spesso sono alla base di evidenze probatorie non altrimenti riscontrabili, diventa essenziale per affinare ulteriormente la capacità di reazione dell'amministrazione finanziaria italiana nei confronti di fenomeni quali, ad esempio, la esterovestizione fittizia.
Proprio per l'importanza che rivestono questi fenomeni connessi all'evasione fiscale internazionale l'istituzione ha realizzato un programma di controlli in materia di trasferimento fittizio della residenza da parte di cittadini italiani che, di fatto, hanno mantenuto in Italia la loro dimora abituale o la sede principale dei loro interessi ed affari. Inoltre, essa ha verificato l'eventuale presenza, sul territorio nazionale, di stabili organizzazioni non formalmente costituite, di imprese residenti in altro Stato e ha intensificato l'attività finalizzata alla ricerca di fittizie residenze all'estero da parte di società risultate fiscalmente residenti in Italia. In un contesto come quello attuale in cui


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alcuni istituti si pongono in rapporto con gli istituti di altri paesi, una banca dati integrata potrebbe essere utile.
Aggiungo, a completamento, che nel comparto in rassegna, nel periodo gennaio-luglio 2003, sono state segnalate per il recupero a tassazione basi imponibili per circa 10 milioni di euro ed IVA per quasi 400 mila euro.
Se vi è una aspirazione di integrazione europea fiscale sempre più stringente, anche il livello di cooperazione per quanto concerne lo scambio di informazioni deve essere adeguato e, quindi, non può trascurare l'esigenza di ricorrere ad una graduale, ma costante, implementazione degli archivi informativi di tutti gli Stati membri.
Le notizie, per un organo di polizia come la Guardia di finanza, sono la «linfa vitale» su cui si fonda l'attività di intelligence: meglio è integrato il meccanismo che consente il travaso delle informazioni, più è efficiente e rapida la risposta fornita dalle articolazioni investite di responsabilità ispettive in materia.
Ringrazio per l'attenzione che mi è stata dedicata, e se non ci sono domande che gli onorevoli parlamentari intendono rivolgermi, lascio la parola al colonnello Antonio Carelli, capo dell'ufficio telematica del Corpo.

ANTONIO CARELLI, Capo ufficio telematica del Comando generale della Guardia di finanza. Signor presidente, onorevoli membri della Commissione, al saluto espresso prima dal generale Debidda associo anche il mio ringraziamento. Specifico che nella mia qualità di capo ufficio telematica del comando generale della Guardia di finanza ed in tale incarico rivesto le funzioni di responsabile dei servizi informatici nei confronti del Ministero dell'innovazione del tecnologia e del CNIPA.
L'odierno contributo, che segue l'esaustivo intervento del generale Debidda, prosegue l'audizione avvenuta il 17 luglio 2002, concernente le modalità di gestione dell'anagrafe tributaria. In quell'occasione tracciai un sintetico quadro delle interazioni del Corpo con la Sogei, in merito agli sviluppi applicativi e alle progettualità in essere.
Per quanto attiene l'odierna indagine sull'armonizzazione dei sistemi di gestione, evidenzio in questa sede, confermando quanto già rappresentai, che il Corpo ha rapporti con il suddetto partner, quale fornitori di servizi, unitamente agli altri soggetti dell'amministrazione finanziaria.
Le azioni poste in essere dal Corpo si inseriscono, come è ovvio, nel più ampio contesto delle iniziative condotte dall'ufficio di coordinamento delle tecnologie informatiche in seno al Dipartimento delle politiche fiscali per ciò che concerne la realizzazione di un piano globale di disaster recovery.
La Guardia di finanza, avvalendosi delle strutture elaborative dell'Anagrafe tributaria, ed a seguito del positivo riscontro manifestato dalla società concessionaria e condiviso dal Ministero dell'economia e finanze, ha in corso attività che mirano alla costituzione di una partizione elaborativa, opportunamente dimensionate e configurata, presso i sistemi centrali di elaborazione dell'Anagrafe tributaria, nonché alla successiva definizione di un ambiente elaborativo speculare rispetto a quello attualmente configurato presso il CED della Guardia di finanza.
Le prove, a tutt'oggi, effettuate hanno dato esito ampiamente positivo, prefigurando la concreta possibilità, in una cornice di sicurezza, di una gestione remotizzata, tramite fibra ottica già attiva, tra la sala controllo del CED del Corpo e la suddetta partizione, presso l'omologa struttura dell'Anagrafe stessa.
Tale configurazione, in sostanza, consente di gestire i programmi e i dati del sistema informativo del Corpo presso tale struttura, in maniera del tutto trasparente per l'utente finale.
L'attività svolta ha permesso, inoltre, di prevedere uno scenario di miglioramento per l'evoluzione del sistema informativo del Corpo, di grande beneficio, in termini economici e tecnici, attraverso le più ampie sinergie possibili con il «partner tecnologico» del Ministero.


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In particolare, è oggi concretamente attuabile l'effettiva integrazione dei sistemi informativi, promossa dall'autorità di governo con la direttiva n. 424 del 7 marzo 2000 del ministro delle finanze pro tempore e posta come obiettivo di tendenza dalle innovazioni legislative di riordino del Ministero, apportate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 107 del 2001, agli articoli 2 e 12.
Tali indicazioni conducono effettivamente alla possibilità di realizzare una migrazione del sistema centrale di elaborazione del Corpo all'interno del sistema elaborativo dell'Anagrafe tributaria, ottemperando in tal modo alle direttive in precedenza citate e conseguendo notevoli risparmi, in termini quantitativi e qualitativi.
A migrazione avvenuta e consolidata, si potrebbe, infatti, dismettere il sistema centrale di elaborazione del Corpo (è un mainframe, un sistema centrale IBM 9021/8222, abbastanza datato ed obsoleto, la cui sostituzione comporterebbe oneri assai rilevanti che non è il caso di sostenere, tenuto conto della possibilità di migrazione, già in avanzata fase di attuazione), con conseguenti benefici in termini di locazione del software di base e ambiente, di manutenzione degli apparati, di costi necessari all'upgrade hardware dell'elaboratore (che risale al 1995), di consumi energetici, di adeguamento di impianti speciali obsoleti, nonché di formazione di sistemisti ed operatori.
A tali minori costi si contrapporrà la possibilità di conseguire un incremento della capacità elaborativa a disposizione (circa il doppio rispetto all'attuale), la disponibilità di risorse tecnologiche all'avanguardia ed in costante miglioramento, la condivisione degli impianti logistici di supporto già in uso, la possibilità di reimpiego del personale sistemista e operatore nei settori della gestione e sviluppo dei sistemi Intranet, Internet e posta elettronica (nel medio - lungo termine) ed, infine, la garanzia di un sistema di backup e disaster recovery, basato sulle procedure in fase avanzata di attivazione per il sistema dell'Anagrafe tributaria (che ricomprenderebbe la partizione elaborativa riservata al Corpo), presso il centro appositamente costituito all'interno della Scuola ispettori e sovrintendenti de L'Aquila.
Da circa due anni, infatti, con decisione congiunta e condivisa del comando generale e del Ministero, abbiamo messo a disposizione, nell'ambito di una palazzina (quindi, in un ambiente assolutamente protetto) notevoli spazi per il disaster recovery. Il Ministero ha già istallato gli apparati elaborativi e sono in corso tutte le azioni volte all'affinamento, al perfezionamento e alla conclusione della realizzazione di tale programma di disaster recovery.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte, la Guardia di finanza continuerà le attività tecniche condotte ai fini della realizzazione di un piano di disaster recovery, nell'ottica di migrare l'effettivo carico elaborativo del sistema mainframe del Corpo verso le strutture elaborative dell'Anagrafe tributaria.
La configurazione dell'ambiente tecnologico definito presso i sistemi dell'Anagrafe tributaria consente, inoltre, di garantire i necessari livelli di sicurezza di accesso ai dati, poiché le risorse informative del Corpo sono definite in un'apposita partizione ad esclusivo utilizzo del personale sistemista, programmatore, operatore ed utente della Guardia di finanza.
Eventuali necessità gestionali da delegare a personale della società concessionaria saranno valutate caso per caso ed autorizzate, con assunzione formale delle relative responsabilità.
Peraltro, le stampe continueranno ad essere prodotte presso il CED del Corpo, attraverso opportuni sistemi di trasferimento dei dati, allo scopo di mantenere la necessaria riservatezza dei documenti cartacei periodicamente elaborati.
L'attività di migrazione riguarderà, quindi, le applicazioni attualmente residenti nel sistema centrale di elaborazione del Corpo, ivi inclusi i collegamenti telematici con le banche dati esterne, mentre l'analisi, lo sviluppo e la gestione delle applicazioni web, dell'Intranet del Corpo,


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la posta elettronica ed Internet continueranno, come oggi, ad essere curate direttamente, con proprio personale, attraverso l'utilizzo e l'implementazione dell'infrastruttura information tecnology esistente.
Vi ringrazio per l'attenzione prestata.

PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e do la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

GERARDO LABELLARTE. Più che una domanda, vorrei esprimere una considerazione che ho maturato. In merito ad essa vorrei chiedere il parere dei nostri interlocutori.
Mi sembra (come anche in altre audizioni svolte), che ci sono stati presentati risultati importanti; del resto conosciamo l'efficienza del nostro sistema, della Sogei, dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, rispetto alla gestione dell'Anagrafe tributaria. Siamo consapevoli anche di essere all'avanguardia in alcuni settori. Quando, però, si parla di armonizzazione e di rapporti con i sistemi fiscali degli altri paesi europei, mi sembra che si passi dai fatti agli auspici.
Anche nella vostra audizione si fa un uso ripetuto, nel parlare di tali rapporti, dei condizionali: si dovrebbe, sarebbe giusto, sarebbe opportuno, eccetera.
La mia impressione è che, in realtà, da tale punto di vista, siamo all'anno zero. È così?

PASQUALE DEBIDDA, Capo del III reparto operazioni speciali del Comando generale della Guardia di finanza. Senatore Labellarte, occorre una precisazione: noi crediamo, al di là delle attuali direttive (un regolamento, emanato nel mese di ottobre, ha affinato ancor più lo scambio di informazioni in materia di IVA, sostituendo un altro regolamento, datato 1994), che dal punto di vista della cooperazione amministrativa il problema si stia avviando a conclusione. Ciò sta avvenendo a piccoli passi, tenuto conto delle differenze dei sistemi fiscali degli Stati europei. Ci si sta avviando verso un sempre miglior contatto ed un miglior rapporto.
Vorremmo, come avviene nel campo dell'IVA, che lo scambio di informazioni fosse reso più immediato, attraverso un sistema di informatizzazione del dato. Ciò ci offrirebbe la possibilità, attraverso livelli di riservatezza, e - come affermava il collega Carelli - anche di impostazione, di accesso selezionato, di ottenere uno scambio immediato di informazioni.
Il nostro punto di forza è rappresentato dal fatto che, per la prima volta, le direttive, che dovranno essere recepite, consentono tale scambio spontaneo di informazioni. Se vi è uno scambio spontaneo di informazioni, se ne può approfittare, formando database, archivi informatizzati, che possono consentire di acquisire le informazioni per ottenere le quali oggi è necessario disporre di un certo tempo.
All'inizio, tenendo conto delle differenti impostazioni fiscali, non sarà possibile disporre di un'uniformità dei sistemi; basterebbe, tuttavia, un'identificazione del soggetto, la sua posizione fiscale, sapere se sia titolare di redditi d'impresa, se abbia la disponibilità di beni immobili, eccetera, per avere un campo da selezionare per indirizzare, in modo maggiormente mirato, la nostra attività.
Oggi ci imbattiamo in posizioni, purtroppo, molto delicate, in cui il reddito è polverizzato; si può avere il domicilio a Roma e svolgere l'attività con una sede in Francia e una dipendenza in Germania. Poter sapere, da una banca dati, che esistono tali sedi, sarebbe già un modo per noi per selezionare il dato ed indirizzare in modo più mirato le nostre risorse, ottenendo benefici maggiori.

GIULIO SANTAGATA. La domanda del collega Labellarte era sicuramente pertinente. Dalla risposta credo di capire che ci troviamo in una fase d'avvio, in quanto solo di recente è stata approvata la direttiva che consente di scambiare i dati in maniera informale o, per meglio dire, non obbligatoriamente a richiesta.
Vi è, però, parallelamente, un'attività che mira, nel futuro, ad uniformare anche


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la base conoscitiva e di software gestionale di tali basi dati, oppure su tale punto non si è ancora attivato nulla?
Capisco lo sforzo, condiviso, di utilizzare l'Anagrafe tributaria come punto comune. Sembra condivisibile anche a me. Su una scala più ampia, qualcosa di simile si sta portando avanti per uniformare le tecniche di raccolta dei dati, le forme e altro?

ANTONIO CARELLI, Capo ufficio telematica del Comando generale della Guardia di finanza. Al riguardo devo dire che il Corpo è un utilizzatore dell'Anagrafe tributaria che è gestita tramite un partner tecnologico del Ministero dell'economia. Il discorso di creare un collegamento con altri sistemi informativi di Stati esteri non credo che sia come chiedere un collegamento a Telecom. Un prodotto informatico presuppone un'analisi che deve essere condotta dall'informatico, cosa assai complessa. Questo è un problema che come Guardia di finanza ancora ci è stato attruibuito.

GIULIO SANTAGATA. Se ho ben capito, occorre definire con gli altri paesi almeno alcuni campi identificativi comuni.

PASQUALE DEBIDDA, Capo del III reparto operazioni speciali del Comando generale della Guardia di finanza.. Si tratta di campi che possono essere definiti perché non c'è dubbio che un reddito legato alla titolarità di beni mobili o di un'impresa risulta un dato che è patrimonio comune per tutti gli Stati. L'esperienza di questo tipo l'abbiamo già fatta, auspichiamo per questo un miglioramento, nel settore dell'IVA.
Attraverso il sistema VIES abbiamo già ottenuto dei risultati importanti di selezione dei soggetti, ad esempio per le cosiddette «frodi carosello», che si basano sulla intermediazione di soggetti inesistenti. Con questo sistema, attraverso uno scambio di documenti e di listing, si riesce a capire se quegli scambi intracomunitari siano effettivi o se comunque meritano un approfondimento. Sarebbe utile applicare questa esperienza in altri settori.

PRESIDENTE. Penso che il generale si riferisse in particolare a quanto contenuto nel primo capoverso della sua relazione, a pagina 3, dove sottolineava la questione dell'IVA. Mi permetterò di fare una ulteriore considerazione. L'allargamento a 25 Stati dell'Unione europea pone paradossalmente una situazione ancora più grave per voi, che già avete una difficoltà oggettiva ad avere un'armonizzazione di informazioni con 15 paesi, alcuni dei quali, per certe materie, non hanno esperienza. Sotto questo profilo, e al di là della situazione attuale, come pensate di poter affrontare la possibilità della delocalizzazione da parte di imprenditori italiani (come è probabile che accada), di attività industriali e commerciali negli altri dieci paesi della Comunità europea che nei prossimi mesi a tutti gli effetti entreranno nell'Unione e che quindi potranno avere una situazione fiscale di interesse superiore a quella attuale, atteso che operano all'interno della Comunità europea, e che dovrà vedervi attrezzati per quel momento?

PASQUALE DEBIDDA, Capo del III reparto operazioni speciali del Comando generale della Guardia di finanza. Questa è una domanda interessante. Stiamo operando attraverso contatti a livello competente per cominciare ad uno scambio di informazioni che sia un rapporto di conoscenza reciproca. Abbiamo scambi di personale anche con qualche paese dell'Est, come la Slovenia, che ci ha consentito di farci conoscere e apprezzare, e di mettere il nostro patrimonio a disposizione degli altri paesi.
Questo è un primo passo che ci deve portare a creare i presupposti per migliorare la lotta alle frodi. Faccio però presente che ci sono ancora problemi anche con i paesi che già fanno parte dell'Unione europea: essi si oppongono allo scambio di informazioni giustificandolo con l'esistenza di aree che si sottraggono a tale impegno, come la Svizzera e il Principato di Monaco.
Dovremmo quindi cercare di cooperare con gli stati dove effettivamente, tenuto conto dell'importanza economica del


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paese, si annida il maggior reddito e quindi la maggiore probabilità per i soggetti di evadere, approfittando proprio della possibilità di scambi tra paesi. Vorrei comunque sottolineare la piena collaborazione che stiamo avendo a livello comunitario, perché penso che sia interesse comune migliorare la lotta alle frodi fiscali ed economiche.

PRESIDENTE. Mi pare di capire che anche la lotta all'evasione fiscale avverrà con un percorso a due velocità. Se nessun altro dei commissari intende porre ulteriori domande, ringrazio i rappresentanti della Guardia di finanza per aver partecipato a questa audizione.
Colgo l'occasione a nome dell'intera Commissione per congratularmi per la brillante attività svolta soprattutto in quest'anno, perché mi pare che i dati siano oltremodo significativi e attestino un impegno profuso a tutto campo. Per questo motivo vi chiedo di rappresentare la nostra piena soddisfazione anche ai vostri superiori. Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,10.

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