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Seduta dell'11/11/2004


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Bilancio consuntivo 2003 e bilancio preventivo 2004 e relativi all'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (ENPAPI).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame congiunto del bilancio consuntivo 2003 e del bilancio preventivo 2004 relativi all'Ente nazionale di previdenza ed assistenza della professione infermieristica (ENPAPI).
Avverto che il testo integrale della relazione sul bilancio consuntivo 2003 e sul bilancio preventivo 2004 relativo all'ENPAPI sarà pubblicato in allegato al resoconto stenografico di questa seduta (vedi allegato 3).
Informo che il senatore è autorizzato - qualora lo ritenga - a dare per letta la sua relazione.
Do, quindi, la parola al relatore, senatore Fabbri.

LUIGI FABBRI, Relatore. Signor presidente, l'ENPAPI (ex IPAVSI), costituita ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996, in attuazione della delega conferita dalla legge n. 335 del 1995, assicura la tutela previdenziale obbligatoria ai soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione nel campo delle attività infermieristiche. Si tratta di una cassa giovanissima, dunque: gli infermieri professionali hanno iniziato a svolgere la loro attività in regime di libera professione solo recentemente - fino a pochi anni fa, un infermiere professionale era un pubblico dipendente -, in concomitanza, peraltro, con la grande diffusione, registratasi nel nostro paese, di strutture di accoglienza private (case di riposo, in modo particolare). Lo dimostra il fatto che i pensionati costituiscono, al momento, un numero estremamente esiguo (circa trenta unità).


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Per quanto riguarda la gestione patrimoniale, si osserva che la cassa non ha patrimonio immobiliare, anche a motivo della sua recente istituzione; la platea degli iscritti è però in progressivo aumento: si prevede, infatti, che la platea raggiunga le 10 mila unità per il 2004 (contro le circa 9 mila attuali).
Dopo questa breve premessa, accogliendo l'invito del presidente, passerei alla lettura della proposta di considerazioni conclusive da sottoporre ai colleghi commissari:
«La Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, esaminati e bilancio consuntivo 2003 e il bilancio preventivo 2004 relativi all'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica a (ENPAPI);
premesso che:
a) per l'Ente in esame il dato importante da sottolineare è quello relativo alla platea degli iscritti che, nel 2003, ha raggiunto i 9.219 iscritti e per il 2004 dovrebbe attestarsi sui 10.000;
b) per quanto riguarda risultati della gestione patrimoniale, non avendo l'ente immobili da reddito, gli stessi coincidono con i risultati derivanti dalla gestione del patrimonio mobiliare, in riferimento ai quali, da una parte, non può disconoscersi un miglioramento del risultato rispetto all'esercizio precedente (v. tavola 8 allegata alla relazione) e, dall'altra, si ribadisce l'importanza che la cassa continui ad impegnarsi nel miglioramento dell'asset allocation e degli strumenti di risk management;
c) l'importanza di una attenta gestione del patrimonio mobiliare deriva anche dal fatto che la cassa ha il problema, peraltro riscontrato anche per gli altri enti, di procedere annualmente alla rivalutazione dei montanti contributivi;
d) per quanto attiene i costi, si è evidenziato un incremento dei costi degli organi di amministrazione e controllo, peraltro giustificato, secondo quanto dichiarato dalla cassa, dalla maggiore attività istituzionale svolta;
e) in ordine all'efficienza, è importante che la cassa si prepari ad affrontare un naturale incremento della propria attività nei prossimi anni, al fine evitare il rischio che si determini un aumento delle giacenze;
esprime

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE FAVOREVOLI».

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

EMERENZIO BARBIERI. Signor presidente, ritengo di poter esprimere un parere concorde con la proposta di considerazioni conclusive formulata dal relatore. Vorrei solo soffermarmi sul punto c) della proposta, per esprimere alcune osservazioni. Se è vero che il problema si pone anche per altri enti, è altrettanto certo che, essendo l'ENPAPI un ente giovane, l'esigenza di una rivalutazione quantitativa «robusta» dei montanti contributivi annui appare ancor più netta.
Vorrei segnalare, inoltre, un dato di particolare interesse, relativamente agli aumenti retributivi previsti per le unità (quindici in tutto) di personale dipendente della cassa. Si registra, infatti, per questa voce di costo, un notevole incremento, pari al 55 per cento (percentuale agevolmente ricavabile dal raffronto tra i dati riferiti al consuntivo 2002 e quelli al bilancio preventivo per il 2004: le spese per il personale passano infatti da 557 mila euro a 863 mila euro).
Si tratta, dunque, di una percentuale assai considerevole: non so quale altra azienda - non parlo di ente pubblico -, dalla FIAT alla Max Mara, possa permettersi un incremento del costo del lavoro pari a circa il 28 per cento annuo. Evidentemente, gli amministratori della cassa si attendono periodi futuri di altissima redditività, con un consistente incremento delle entrate dell'ente.


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E l'ottimismo deve essere davvero elevato se una cassa con 15 dipendenti può sopportare - per gli organi amministrativi - un costo pari a un miliardo e duecento milioni all'anno. Quindi, si dovrebbe ritenere, anche sotto questo profilo, che gli amministratori siano estremamente fiduciosi. Personalmente, reputo necessario un ulteriore chiarimento in proposito, e apprezzerei, pertanto, eventuali delucidazioni del relatore sul punto, qualora egli abbia avuto modo di approfondirlo.
Per giustificare spese così elevate, quegli organi dovrebbero riunirsi almeno tre volte la settimana o i loro componenti percepire gettoni altissimi: non ho nulla in contrario in proposito, a condizione che le ragioni di questo ottimismo siano fondate in modo da escludere la presenza di problemi per i prossimi anni. Non vorrei, infatti, che una cassa così giovane fosse talmente giovane da non riuscire neppure a conoscere l'età dell'adolescenza.

ANTONIO GIANFRANCO VANZO. Signor presidente, vorrei chiedere al relatore un chiarimento a proposito della platea dei 10 mila iscritti: è possibile conoscerne l'età media? Si tratta di un corpo di professionisti di età mediamente giovane, oppure di soggetti in maggioranza prossimi al pensionamento, che si distaccano dalla struttura pubblica per esercitare la libera professione?
Se questo dato venisse confermato - ritengo ed auspico che non lo sia - la cassa si troverebbe, entro pochi anni, ad avere un numero esorbitante di pensionati.

LUIGI FABBRI, Relatore. Sull'ottimismo degli amministratori non posso rispondere; evidentemente, i dati richiamati evidenziano un atteggiamento fiducioso: ritengo che alla base vi sia una aspettativa presumibilmente fondata riguardo alla crescita, nel tempo, del numero degli iscritti.
Effettivamente, questa è una cassa che sarà interessata, ogni anno, da un numero più elevato di iscrizioni. Occorre infatti considerare quel fenomeno nuovo, di cui parlavo precedentemente, rappresentato dalle richieste provenienti dalle strutture private, non solo ricoveri per anziani ma anche strutture per malati terminali, che la struttura ospedaliera non riesce più a sopportare in ragione dei costi esasperati. Quindi, abbiamo un incremento sicuramente importante. Per quanto riguarda la domanda posta dal senatore Vanzo è finita l'epoca in cui si usciva dall'ospedale per andare a lavorare come liberi professionisti in una struttura di questo genere. Di solito si aspetta prima di andare in pensione; in seguito - il più delle volte - si lavora in nero in attesa che si presenti la possibilità di cumuli o cose di questo genere.
L'età media è molto bassa, infatti vi è un grandissimo numero di giovani infermieri professionali extracomunitari. Essi provengono, per la maggior parte, dai paesi dell'Est e molti - peraltro - si qualificano in Italia anche perché i loro diplomi non vengono riconosciuti nel nostro paese. Quindi, iniziano la loro attività professionale prestando attività lavorativa di livello inferiore come, ad esempio, quella di ausiliario socio-assistenziale per poi passare a ricoprire la funzione di infermiere generico e, infine, quella di infermiere professionale. Si tratta, come ripeto, di una platea composta da persone molto giovani che andranno in pensione tra 30-35 anni; di conseguenza, il numero di aderenti a questa cassa andrà crescendo nel tempo.

PRESIDENTE. Abbiamo appena spiegato la genesi dell'ottimismo, anche se rimangono da affrontare le solite questioni legate al costo del personale e, in particolare, al compenso per gli amministratori. In ogni caso, cercheremo di acquisire qualche ulteriore informazione per quanto riguarda questi aspetti. Peraltro, come avevamo già sottolineato, senza interferire sull'autonomia di questi enti privati, sarà interessante esplorare anche la situazione concernente il compenso agli amministratori, quanto meno in ordine ai criteri ai quali si ispira. Ciò, soprattutto, perché il dato che potrebbe risultare stridente è


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relativo alla contraddizione tra le politiche retributive del personale dipendente (legate a percentuali risibili per i tempi che corrono) ed i compensi degli amministratori che, di contro, registrano percentuali piuttosto consistenti. Non è la prima volta che, come sappiamo, questa questione emerge: in qualche misura, infatti, ne abbiamo parlato anche ieri.
Riguardo poi al futuro di questa Cassa, non possiamo che augurarle una buona e lunga vita.
Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione la proposta del relatore di considerazioni conclusive in merito alla relazione sui bilanci consuntivo 2003 e preventivo 2004 relativi all'Ente nazionale di previdenza ed assistenza della professione infermieristica (ENPAPI) (vedi allegato 4).
(È approvata).

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