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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui risultati dell'esame dei bilanci consuntivi per il 2002 e preventivi per il 2003 degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, l'audizione del professor Renato d'Angiò e del dottor Pino Onorati, presidente e direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale (ENAM).
Nel corso dell'audizione odierna è obiettivo di codesta Commissione approfondire con i nostri ospiti le questioni fondamentali che sono emerse nel corso della discussione della relazione relativa ai bilanci consuntivo 2002 e preventivo 2003.
Mi riferisco, in particolare, all'equilibrio della gestione caratteristica complessivamente considerata, alla gestione del patrimonio immobiliare e all'andamento dei costi di gestione.
In ordine alla sostenibilità della gestione caratteristica, come segnalato nelle conclusioni della citata relazione, il rendiconto finanziario 2002 evidenzia per l'ENAM entrate contributive per 37,2 milioni di euro (con un incremento pari a 1,1 milioni di euro rispetto al corrispondente dato 2001) e uscite per prestazioni istituzionali per 25,1 milioni di euro, in riduzione (meno 6,2 per cento) rispetto al dato 2001.
Al riguardo, sarebbe interessante conoscere le dinamiche sottese agli andamenti delle entrate contributive e delle spese, l'evoluzione dei dati della gestione caratteristica negli ultimi anni nonché le proiezioni che l'Istituto ha formulato per i prossimi esercizi.
Per quanto attiene il patrimonio immobiliare, al 31 dicembre 2002 pari a 71,7 milioni di euro e quasi interamente composto da immobili strumentali (circa il 98 per cento del totale patrimonio immobiliare), sarebbe interessante conoscere le modalità con cui tale patrimonio viene gestito e i relativi costi, con evidenza anche delle spese in interventi straordinari per la conservazione dello stesso.
Un ultimo aspetto che sarebbe interessante approfondire è quello relativo all'evoluzione dei costi. In particolare, per quanto attiene le spese per gli organi dell'ente, pari nel 2002 a 188 mila euro, l'ENAM a preventivo 2003 aveva stimato un incremento pari a 60 mila euro per maggiori oneri derivanti dall'adeguamento del compenso del collegio dei revisori dei conti. Sarebbe quindi interessante conoscere il dato emergente dal consuntivo 2003 relativamente a tale aspetto.
Per quanto invece riguarda il costo del personale, nel 2002 lo stesso è stato interessato da un incremento quantificabile in 230 mila euro. Sarebbe importante conoscere le motivazioni di tale aumento.
Prima di dare la parola ai nostri ospiti, vorrei segnalare la necessità di una maggiore puntualità e precisione nella predisposizione delle schede da parte dell'ente.
Avverto che la relazione presentata dal Presidente e dal Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale (ENAM) sarà allegata ai resoconti della seduta odierna.
Ringrazio, fin d'ora, i nostri ospiti per la collaborazione e do la parola al professor Renato D'Angiò per lo svolgimento della relazione.
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Signor presidente, ringrazio la Commissione che ci dà la possibilità di riportare alcuni dati relativi all'Ente, anche in relazione alle osservazioni che ella ha avanzato poco fa.
In relazione a quanto contenuto nello schema riassuntivo dei lavori della Commissione parlamentare, in ordine all'attività dell'ente, quale risulta dal conto consuntivo 2002, dal bilancio di previsione 2003 e dal bilancio di previsione 2004 - regolarmente trasmesso - (stiamo inoltre trasmettendo il bilancio consuntivo 2003), si avverte il dovere di precisare alcuni punti.
In primo luogo, l'ENAM - per legge e per statuto - svolge, sulla base dei principi di solidarietà e di sussidiarietà, attività assistenziale e previdenziale nei confronti del personale docente e dirigente della scuola materna ed elementare utilizzando gli spazi non occupati dallo Stato in materia di welfare.
I campi di intervento riguardano i settori: sanitario, scolastico, culturale, climatico-termale, mutualistico e previdenziale ed infine il settore degli anziani.
Per quanto riguarda il settore mutualistico ho rilevato, dagli atti della Commissione, l'esistenza di alcuni interrogativi sui prestiti concessi dal nostro Ente ai propri iscritti. Ricordo che eroghiamo tali concessioni sulla base di una legge, ormai datata, la n. 360 del 1963, la quale afferma che, in deroga alle norme di cui all'articolo 3 della legge del 1960, che limitava ad una mensilità l'entità del prestito, l'ENAM può concedere ai propri iscritti dei prestiti nella misura pari a due mensilità di stipendio, con recupero dei medesimi in non oltre 24 rate mensili consecutive, a decorrere dal mese successivo a quello di corresponsione del prestito. Ho citato la legge n.360 del 21 febbraio 1963 perché è quella che ci consente di erogare tali prestiti.
Il problema, piuttosto, è che in questo momento, considerato il quadro generale, occorrerà verificare bene quale sia la convenienza di continuare a fornire queste prestazioni. Pertanto, prima di proseguire con questa attività andranno attentamente valutati diversi aspetti tra i quali, in particolare, quello dei prestiti concessi dalle banche.
Tutte le prestazioni dell'Ente sono erogate dalla sede centrale e dai comitati provinciali nei quali l'ENAM si articola. Esistono, infatti, dei comitati distribuiti a livello provinciale ed eletti dalla categoria, il cui presidente viene invece nominato con decreto degli ex provveditori agli studi, oggi dirigenti dei CSA (i Centri per i servizi amministrativi che a livello provinciale hanno sostituito i vecchi provveditorati). Tali comitati provinciali sono pertanto regolarmente costituiti con elezione da parte dei componenti della categoria e con provvedimento del ministero dell'istruzione.
Le quantità delle prestazioni erogate a livello centrale, unitamente alla quantità e qualità delle prestazioni fornite dai comitati provinciali, sono definite da regolamenti approvati dal consiglio di amministrazione, che in base alle nuove norme è definito organo di vertice. Nello stabilire la quantità delle prestazioni, solitamente i comitati provinciali si attengono a tetti di spesa fissati dai regolamenti. In materia di qualità, invece, ritengo utile ricordare tra le varie iniziative intraprese dai comitati provinciali quella in favore degli orfani degli iscritti all'Ente (attività svolta esclusivamente
dai suddetti comitati). Forse è solo un esempio, ma l'assistenza agli orfani rappresenta un punto fondamentale della prestazione dell'ente.
Vengo ora alle osservazioni del presidente Duilio riguardo agli investimenti sulle prestazioni istituzionali dell'Ente, da considerare anche in prospettiva. Anzitutto ricordo che il decremento delle prestazioni rilevato dalla Commissione per l'anno 2002, rispetto all'anno precedente, in ordine alle prestazioni istituzionali (meno 6,2 per cento) è dovuto alla riduzione, per l'anno considerato, della domanda di assistenza.
Effettivamente non riusciamo a calcolare preliminarmente la domanda di prestazioni che gli iscritti rivolgeranno all'ente, soprattutto in campo sanitario. In pratica, di anno in anno il numero di domande varia decisamente e nei bilanci all'esame della Commissione si è verificato proprio questo caso. Tale peculiarità rende difficile predisporre un bilancio di previsione; riusciamo invece a prevedere con sufficiente precisione le prestazioni soggette a graduatoria, ad esempio le borse di studio erogate attraverso concorso, per le quali è facile calcolare le spese. Non è superfluo precisare a tale riguardo che le domande di assistenza, pervenute all'Ente nell'anno 2002, così come negli anni 2001 e 2003, hanno trovato pieno accoglimento. Non si è verificata quindi una riduzione di prestazione: tutte le domande sono evase. Vi è un solo un settore nel quale ancora non riusciamo ad evadere la totalità delle domande ed è il settore climatico-termale, che tratterò più approfonditamente in seguito.
In merito alle proiezioni dell'Ente per i prossimi esercizi, sembra probabile che per i prossimi anni le entrate dell'Ente si mantengano entro i valori indicati nel bilancio di previsione per il 2004, già trasmesso, dietro precisa richiesta, alla Commissione; sempre che nella scuola non si realizzi un forte esodo, come si rileva anche in talune previsioni.
PRESIDENTE. Mi scusi, quanti sono gli iscritti all'Ente?
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Gli iscritti paganti, cioè coloro che versano i contributi, sono all'incirca 330 mila. Si tratta dei docenti della scuola materna, della scuola elementare e dei dirigenti scolastici, gli ex direttori didattici.
ANTONINO LO PRESTI. Perché si prevede un forte esodo?
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Perché il ministero dell'istruzione ha calcolato che circa il 40 per cento del personale in servizio, nell'arco di cinque o sei anni uscirà dalla scuola per raggiunti limiti di età.
ANTONINO LO PRESTI. Forse ci sarà un turn over?
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Sì, ma questo argomento non riguarda direttamente il nostro ente. Certamente ci sarà anche un turn over ma le nostre affermazioni si basano su calcoli realizzati sia dal ministero sia da alcuni economisti.
Il problema si presenterà fra cinque anni. Dai calcoli di alcuni economisti e del Ministero dell'istruzione sull'età media dei docenti all'interno della scuola, si prevede un forte esodo dovuto non tanto alla preoccupazione sul futuro delle pensioni, quanto alla situazione anagrafica. Calcoliamo che le entrate dell'Ente per i prossimi anni resteranno quelle attuali, fino a quando non si presenterà quel fenomeno. Le nostre risorse provengono dal contributo obbligatorio che per legge i docenti della scuola materna ed elementare versano all'ente in ragione dello 0,80 per cento dello stipendio. Allora, se il personale uscirà le entrate diminuiranno, ma per 4-5 anni la loro entità rimarrà, più o meno, quella attuale.
Le prestazioni dell'Ente non potranno notevolmente aumentare, però, siccome la nuova qualità della vita e del lavoro porteranno ad avere differenti esigenze, nei prossimi anni vogliamo far diventare
l'ENAM non soltanto un centro di assistenza, ma anche un centro di servizi per tutti gli iscritti, a prescindere dal loro stato di bisogno. Un discorso di questo tipo è stato già avviato con il Ministero dell'Istruzione, che vigila sull'Ente, e stiamo vedendo come attuare questa operazione.
Sussiste una seconda operazione, ma le organizzazioni sindacali - tutte rappresentate all'interno del consiglio di amministrazione dell'Ente, che è formato da 11 componenti (7 sono eletti dalla categoria mentre 3 sono designati dai Ministeri dell'Istruzione, del Lavoro e dell'ex Tesoro) compreso il presidente, nominato con la procedura prevista per gli enti pubblici - una volta spingono ed un'altra frenano sull'obiettivo di far diventare l'Ente non più rivolto soltanto alla scuola materna ed elementare, ma a tutto il comparto scuola. Ovviamente, per arrivare a questo non sono sufficienti iniziative e delibere del consiglio di amministrazione dell'Ente medesimo, ma occorrerebbe un intervento legislativo perché la legge sancisce che l'attività dell'Ente si rivolge alla scuola materna ed a quella elementare.
Per quanto riguarda il nostro patrimonio immobiliare, il discorso non è complesso come potrebbe essere quello dell'INPDAP o dell'INPS, perché il patrimonio immobiliare è funzionale all'attività dell'ente, trattandosi di case di soggiorno distribuite sul territorio nazionale e immobili utilizzati esclusivamente per le prestazioni istituzionali (soggiorni climatici, termali, culturali). La Commissione ha indicato il 98 per cento perché abbiamo soltanto un appartamento a Corso Vittorio Emanuele, dato in fitto. Si tratta della prima sede dell'Ente, che avevamo anche messo in vendita ma, purtroppo, per tre volte consecutive l'asta è andata deserta: evidentemente, il prezzo indicato era troppo alto e, comunque, l'immobile è ubicato in un posto più adatto ad uso ufficio che ad una civile abitazione.
Il valore del nostro patrimonio immobiliare è stato calcolato in 71 milioni di euro, ma riteniamo che tale cifra sia stimata al ribasso. Infatti, tutti i nostri interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, contenuti nei piani annuali e triennali che siamo costretti ad approvare per via della legge n. 109 del 1994, vanno ad aggiungersi al valore immobiliare. Le case vengono gestite da società. La Corte dei conti ha detto che l'Ente non poteva continuare a gestire direttamente le case e, quindi, dopo qualche riflessione, abbiamo avviato la relativa gara (gestire le case significa amministrare i servizi che l'ENAM offre agli iscritti che alloggiano negli immobili per soggiorni climatici o termali).
Per quanto riguarda le spese per gli organi di gestione, non riusciamo mai a spendere la somma che prevediamo, anche perché spesso si organizzano solo le riunioni effettivamente necessarie.
Invece, per quanto riguarda il capitolo 30 (al quale ha fatto riferimento il presidente nella sua introduzione) l'importo ammontante a 60 mila euro riguarda non soltanto il collegio dei revisori dei conti, ma anche il servizio di controllo interno. Nel redigere il bilancio è stata presa in considerazione anche la spesa relativa a tale servizio.
In ogni caso, l'importo succitato non è stato mai utilizzato perché il servizio di controllo interno sarà attivato in un momento successivo, e cioè non appena verrà approvato il regolamento di amministrazione e contabilità previsto dal nuovo decreto in vigore dal 1o gennaio di quest'anno.
Riguardo alle spese per il personale l'incremento di 230 mila euro è giustificato dall'assunzione di venticinque unità nell'anno 2001, tramite concorsi pubblici riservati alle aree B2 e C1; tale aumento però non è sufficiente a coprire il fabbisogno triennale di organico, infatti dovremmo avere a disposizione 137 unità, mentre in questo momento ne abbiamo solamente 80 o 81.
L'assunzione è avvenuta nel corso dell'anno, quindi i costi hanno inciso solo per i mesi di effettiva presenza (6-7 circa). Al contrario, nell'anno 2002 la presenza vi è stata per l'intero anno.
Riguardo alle schede di rilevazione darei la parola al direttore generale, nominato ai vertici dell'ente dal 1o maggio di quest'anno, cioè da pochi giorni.
PINO ONORATI, Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale. L'Ente assicura che provvederà a compilare le schede con la precisione e la puntualità richieste, anche se chi mi ha preceduto si sarà trovato un po' in difficoltà nel farlo poiché tali schede sono state predisposte ad uso degli enti di previdenza in senso stretto.
Ad esempio, forse non è stata compilata la parte relativa al numero degli iscritti perché l'Ente - come ha fatto anche osservare il presidente - può contare soprattutto sui maestri e i direttori didattici in servizio, i quali però variano in continuazione.
L'Ente presenta dei bilanci in perfetto equilibrio frutto di una gestione patrimoniale molto attenta.
Per quanto riguarda le previsioni interne al bilancio, il consiglio di amministrazione indirizza l'attività degli uffici facendo riferimento a parametri rappresentati dalle spese per investimenti immobiliari, sempre strumentali all'attività istituzionale dell'ente; infatti, tutto ciò che riguarda gli immobili si risolve in prestazioni per gli iscritti e in prestazioni istituzionali.
L'Ente ha un regolamento di organizzazione molto preciso che distingue chiaramente tra funzione politico-amministrativa e funzione gestionale affidata interamente all'apparato burocratico. In ogni caso, gli iscritti - per la gran parte provenienti dal mondo della scuola - sono particolarmente interessati a tutte le attività e le vicende che ci riguardano.
Gli indirizzi circa l'attività svolta dall'Ente prendono in considerazione la perfetta manutenzione degli immobili utilizzati dagli iscritti per i soggiorni climatici. Inoltre, stiamo sopportando un notevole sforzo economico per la ristrutturazione di un edificio - adibito a soggiorno per anziani - sito in piazza dei Giuochi Delfici a Roma.
A Giulianova vi è poi un complesso immobiliare - utilizzabile come colonia estiva - che si sta ristrutturando attraverso un sistema di concessioni in costruzione e gestione.
Prestiamo denaro applicando un tasso dell'1,5 per cento (gestiamo circa tremila domande). Tali mutui, molto vantaggiosi rispetto a quelli concessi dalle banche, prevedono anche il pagamento dello 0,50 per cento di costi di gestione delle pratiche e di un ulteriore 0,50 per cento relativo ad una specie di fondo di ammortamento.
Poiché gli uffici sono molto attrezzati, queste somme vengono erogate nel giro di un mese. In seguito, le direzioni provinciali del tesoro verseranno all'Ente la trattenuta per il recupero del credito.
PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano interloquire con i nostri ospiti.
EMERENZIO BARBIERI. Ho ascoltato attentamente l'intervento introduttivo dei nostri ospiti e vorrei svolgere alcune considerazioni. Da un attento esame della legge n.360 del 1963 abbiamo appurato che l'Ente può concedere prestiti, ma non deve obbligatoriamente farlo. È allora ovvio che tutto ciò deve essere commisurato alle disponibilità reali, senza ovviamente creare disparità, ma non mi sembra vi siano segnalazioni in tal senso. È importante che l'Ente sia consapevole che l'erogazione dei prestiti è una possibilità e non un dovere, i cui tassi applicati, credo intorno all'1,5 per cento, sono concorrenziali con quelli delle banche, anche se l'entità della somma erogata è ridotta.
Accolgo con piacere le vostre manifestazioni di ottimismo per gli anni a venire; devo però precisare che la vostra difficoltà nel realizzare previsioni che vadano oltre il 2010 non mi rende estremamente ottimista. Effettivamente esistono delle variabili indipendenti, ma è anche vero che ne esistono di altrettante assolutamente dipendenti. Un ente come il vostro, che ha 330 mila iscritti, è utile che abbia lo sguardo rivolto ad un ungo periodo e non si limiti solo al «giorno dopo».
Non ho ben compreso la vostra idea di ampliare l'area degli iscritti all'ENAM, muovendovi - a vostro dire - con le dovute cautele e i dovuti passaggi verso un ente di comparto. Cosa intendete con questa affermazione?
Gradirei conoscere l'esatta collocazione delle sei case di soggiorno e, nel contempo, esprimere estremo apprezzamento per l'apertura di una casa per anziani a Roma. Altrettanto apprezzamento devo manifestare per la casa degli studenti ad Ostia lido, una località nelle vicinanze di Roma. Sottolineo però che emerge una certa «Romacentricità»: perché queste iniziative sono circoscritte all'area della capitale? A mio avviso si può ipotizzare l'apertura di una casa per anziani o una casa per gli studenti anche a Palermo o a Milano, non comprendo perché si debba concentrare tutto a Roma.
Un certo apprezzamento invece devo manifestare per l'iniziativa intrapresa a Giulianova, mentre riguardo alla vendita dell'appartamento di corso Vittorio Emanuele a Roma, non comprendo perché non sia stato inserito nelle cartolarizzazioni. Ritengo comunque che si debba proseguire la strada della vendita, nonostante le tre precedenti gare d'asta siano andate deserte. Forse si può risolvere la situazione abbassando il prezzo iniziale. Nel bilancio 2003 vedremo di quanto viene rivalutato il patrimonio immobiliare, comunque sembra sia un ottimo patrimonio.
Presumo che il servizio di controllo interno sia svolto da dipendenti dell'Ente, altrimenti non sarebbe un controllo interno. Del resto, gli enti locali hanno adibito taluni dipendenti al controllo dei vari uffici. Se invece chi si occupa di questo servizio presso il vostro Ente è di provenienza esterna, allora non si può parlare di controllo interno.
Infine, giustificate un aumento di spesa per il personale pari 230 mila euro in quanto avete assunto 25 dipendenti. Da una mia semplice operazione di divisione risulta che ogni dipendente costerebbe 9.200 euro. Non comprendo come sia possibile e vi invito a suggerirlo agli uffici amministrativi della Camera, i cui dipendenti costano molto di più. Che un vostro dipendente possa costare 9.200 euro, mi sembra un'affermazione azzardata. Vorrei comprendere allora qual è il numero complessivo di dipendenti dell'Ente ad oggi e quant'è il loro costo complessivo, perché si tratta di dati interessanti.
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Sono completamente d'accordo con l'onorevole Emerenzio Barbieri, effettivamente l'Ente può concedere i prestiti ma non deve farlo obbligatoriamente. Il che significa quanto stiamo facendo, ossia che alcune richieste, laddove non sono sufficientemente motivate, non vengono accolte. Il prestito non viene concesso a tutti coloro che ne fanno richiesta, ma sono necessarie alcune condizioni previste dai regolamenti.
Le prospettive dell'Ente, rappresenta un tema che coinvolge notevolmente tutte le componenti dell'ENAM: l'assemblea, il presidente, le organizzazioni sindacali. Attualmente la discussione sulle prospettive dell'Ente sta riguardando i fondi aperti. Infatti, in rapporto all'attuale trattamento di quiescenza di un docente con una certa anzianità di servizio, si calcola che soltanto il 55 per cento possa essere coperto dalla contribuzione obbligatoria, mentre il restante 45 per cento resta scoperto. Il 20 per cento della quota non garantita può essere ricavato dai fondi chiusi, cioè dai fondi pensione, ad esempio quelli per i quali si è trovato un accordo tra le organizzazioni sindacali e l'ARAN. Ricordo, a tal fine, che esiste un atto costitutivo della fondazione «Espero» che si occupa proprio dei fondi pensione della scuola.
Resta però scoperto un 20-25 per cento del trattamento di quiescenza dei docenti. Per coprire questa quota, l'Ente poteva inizialmente ricorrere a convenzioni favorevoli con banche, agenzie e compagnie di assicurazione. Abbiamo dovuto però bloccare questa iniziativa in seguito all'intenzione del Governo di equiparare i fondi chiusi con i fondi aperti, soprattutto sul versante fiscale. In seguito a questa evoluzione, se l'Ente avesse continuato a perseguire la strada di una convenzione con
banche o assicurazioni, sarebbe divenuto concorrenziale rispetto ai fondi pensione.
Allora, ci siamo dovuti fermare. Onorevole Barbieri, è giustissimo quello che lei dice, cioè che forse avremmo bisogno di non guardare al domani ma al dopodomani, perché dovremmo fare i conti con quello che accadrà sul welfare. La relazione invitava a stare attenti alla nostra situazione in relazione a certi dibattiti in materia di stato sociale perché, tra l'altro, erogando quelle prestazioni ci consideriamo alla stregua di un «pezzo di stato sociale» riferito ad una parte della scuola. All'interno del consiglio di amministrazione dell'ENAM e dell'assemblea dei presidenti dei comitati provinciali si sta discutendo sulla necessità che l'ente non assicuri più soltanto alcune persone (come, ad esempio, il servizio di assistenza agli anziani, che eroga dei contributi per far restare l'insegnante anziano, possibilmente, all'interno del nucleo familiare o in strutture con le quali ci convenzioneremo sul territorio nazionale).
Siccome l'INPDAP ha intenzione di stipulare delle convenzioni con alcune società a livello di regioni, pensavamo di prendercene una parte per impedire che siano assistiti soltanto gli anziani di Roma o gli studenti che frequentano le università romane. Le sei case utilizzate per soggiorni climatico-termali sono ubicate a Farra di Soligo (provincia di Treviso), San Cristoforo al Lago (provincia di Trento), Silvi Marina (provincia di Teramo), Fano (provincia di Ancona), Fiuggi (provincia di Roma) e Lorica (provincia di Cosenza).
ANTONINO LO PRESTI. Il vostro è un Ente di assistenza che svolge un servizio integrativo del Servizio sanitario nazionale, mutualistico e previdenziale. In che misura si concretizza la vostra previdenza integrativa? Quali sono le prestazioni previdenziali integrative, fermo restando che, comunque, i maestri ricevono la pensione dall'INPDAP?
Volevo fare una breve considerazione sulle previsioni attuariali. Magari ci fossero enti come questo per ogni categoria lavorativa, perché sono piccoli gioielli che permangono nel solco di quella tradizione di solidarietà e di sussidiarietà che, comunque, è patrimonio culturale della nostra nazione. Infatti, esistevano tante casse di assistenza integrativa, le famose casse mutua, che poi sono state soppresse: credo che da allora il sistema sia peggiorato.
A mio avviso, enti di questo genere sono molto importanti e svolgono un'attività meritoria che va sempre salvaguardata. A proposito delle previsioni attuariali, nel momento in cui i maestri vanno in pensione - e, quindi, ricevono la pensione dall'INPDAP - non versano più al vostro ente il contributo dello 0,80 per cento come quando erano in servizio? Questa è una contraddizione perché, se l'Ente svolge un'attività di integrazione, di supporto e di sostegno su campi diversi (socio-culturale, termale, scolastico e di assistenza agli anziani), per quale motivo il pensionato non dovrebbe continuare a versare questo piccolo contributo per continuare a beneficiare prestazioni anche quando va in pensione? Forse si tratta di un ragionamento un po' troppo semplicistico ma non siamo di fronte a situazioni drammatiche, come nel caso di altre casse di previdenza relativamente alla platea degli iscritti, che si va riducendo mentre aumentano i pensionati (il dato è generale ma vale soprattutto per il grande sistema gestito dall'INPS).
La scorsa settimana abbiamo appreso questi dati che, evidentemente, inducono moderate preoccupazioni, perché si va riducendo il rapporto tra il personale in servizio e i pensionati. Ma per quale motivo esistono queste preoccupazioni rispetto ad un settore di assistenza che dovrebbe continuare ad alimentarsi, fino a quando il soggetto è in vita, con quei piccoli contributi che vengono dati per ottenere queste piccole prestazioni integrative?
PRESIDENTE. Volevo fare una raccomandazione ed una domanda. Al di là della compilazione delle schede, che è un elemento tecnico attinente al rapporto tra
Ente e Commissione, la nostra preghiera è di inviarci i bilanci nel tempo più breve possibile.
La domanda invece riguarda il numero degli iscritti. Voi dite che sono circa 330 mila, ma aggiungete che vi è una particolare difficoltà - o, addirittura, impossibilità - di calcolare esattamente il numero. Vorrei comprendere meglio tutto ciò, considerato che si tratta di un'iscrizione obbligatoria.
Vorrei capire a cosa è dovuta questa difficoltà palesemente assurda e cosa intendete fare per permettere all'Ente di contare i propri iscritti.
Do ora la parola al professor Renato D'Angiò per la replica.
RENATO D'ANGIÒ, Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Per quanto riguarda le questioni relative alla previdenza vi è da dire che il nostro non è un Ente previdenziale a tutti gli effetti come, ad esempio, l'INPDAP o l'INPS, che erogano le pensioni ed incassano i contributi obbligatori. Noi riconosciamo gli assegni a quei docenti che per varie ragioni non sono riusciti a raggiungere l'età minima per avere la pensione.
Di contro, gli assegni integrativi sono previsti solamente nei confronti di coloro che non possono contare su una pensione dignitosa.
EMERENZIO BARBIERI. Cosa intende per pensione dignitosa?
RENATO D'ANGIÒ, Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Le pensioni che abbisognano di un assegno integrativo sono quelle che si aggirano attorno al milione.
In ogni caso, da alcuni anni a questa parte la questione sembra risolta poiché il problema riguardava gli appartenenti al mondo della scuola che erano andati in pensione con soli quindici anni di anzianità. Oggi gli assegni di questo tipo vengono erogati con scarsa frequenza - si tratta di cinque o sei casi in tutto - proprio perché la situazione si è totalmente modificata. L'anziano in pensione fruisce di tutte le forme assistenziali previste dall'Ente, quindi il contributo che deve versare - previsto dalla legge istitutiva dell'ENAM - è da considerarsi giusto. Per modificare l'attuale situazione è necessario un intervento legislativo su una materia che non sempre viene sufficientemente compresa.
In ogni caso, debbo dire che tutte le volte in cui questo discorso viene affrontato ci troviamo - assieme alla stragrande maggioranza degli iscritti - a richiedere la contribuzione da parte di chi si trova in pensione.
Posso assicurare al presidente una maggiore rispondenza alle esigenze della Commissione per ciò che concerne i bilanci.
Per quanto riguarda il numero degli iscritti debbo dire che la difficoltà è legata al dato amministrativo, nel senso che non riusciamo a calcolare l'entità dell'entrata perché non sappiamo quanta gente andrà in pensione il 1o settembre. Siamo costretti per legge a redigere il bilancio di previsione entro il mese di ottobre e, a distanza di un anno, non riusciamo a sapere quanti iscritti andranno in pensione il 1o settembre dell'anno successivo.
Sul dato politico, al contrario, non vi sono problemi, la difficoltà - lo ripeto - è quella di prevedere il numero di coloro che andranno in pensione il 1o settembre.
Inoltre, vi è difficoltà ad avere l'elenco dei contribuenti dalle direzioni provinciali del Tesoro poiché sono queste ultime ad erogare gli stipendi e a trattenere lo 0,80 per cento. Quindi, spesso siamo costretti a rivolgerci al Ministero dell'istruzione dal quale riusciamo ad ottenere più comprensione.
PRESIDENTE. Do ora la parola al direttore generale che intendeva aggiungere qualcosa circa il controllo interno.
PINO ONORATI, Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Il servizio di controllo interno monitorizza tutta l'attività posta in essere dall'Ente per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici.
Tale servizio opera nell'ambito degli uffici della presidenza e del consiglio di amministrazione valendosi di una commissione esterna nominata dal consiglio di amministrazione stesso.
Le spese per il personale riportate a consuntivo ammontano a 3.558.000 euro per il 2002 e a 4.125.000 euro per il 2003. Gli immobili hanno un valore originario e tutti gli anni vengono aggiunte le spese di manutenzione straordinaria.
EMERENZIO BARBIERI. I 4.125.000 euro a quanti dipendenti si riferiscono?
PINO ONORATI, Direttore generale dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Ottantadue, ottantatré dipendenti.
Per un ente erogante non credo che una tale spesa per il personale sia eccessiva; in particolar modo se si considerano i servizi erogati e la media di 28 milioni di euro di contributi versati. Sul bilancio di previsione, i costi istituzionali incidono per il 12 per cento delle spese in conto capitale. Il rapporto fra spese per il personale, quelle di gestione e i servizi erogati mi sembra appropriato. Tra l'altro, le spese istituzionali sono costituite per la maggior parte da spese di manutenzione straordinaria degli immobili. Infine, ricordo che gli iscritti all'Ente che ogni anno entrano in rapporto con l'ENAM per delle prestazioni sono circa 80 mila.
RENATO D'ANGIÒ, Presidente dell'Ente nazionale assistenza magistrale. Vorrei rispondere all'osservazione dell'onorevole Emerenzio Barbieri, il quale chiedeva delucidazioni sull'incremento di 230 mila euro di spese per le 25 unità di personale neoassunto. In realtà si tratta della cifra che va aggiunta agli avanzi dei capitoli per il personale precedenti.
PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro chiusa l'audizione.
La seduta termina alle 9,50.
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