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Seduta del 26/2/2004


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO MARIA AMORUSO

La seduta comincia alle 8,35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Bilancio consuntivo 2002 e bilancio preventivo 2003 relativi all'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione pubblica - INPDAP.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca al primo punto l'esame congiunto del bilancio consuntivo 2002 e del bilancio preventivo 2003 relativi all'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione pubblica - INPDAP.
Avverto che il testo integrale della relazione sul bilancio consuntivo 2002 e sul bilancio preventivo 2003 relativa all'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione pubblica (INPDAP) sarà pubblicato in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
Do quindi la parola al relatore Barbieri per la sua proposta di considerazioni conclusive.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. In qualità di relatore, uniformandomi a quanto già avvenuto nelle precedenti sedute, darei per letta la relazione e, passando direttamente all'illustrazione della proposta, propongo di deliberare le seguenti considerazioni conclusive:
«La Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, esaminati il bilancio consuntivo 2002 e il bilancio preventivo 2003 relativi all'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione pubblica - INPDAP;
premesso che:
a) l'analisi delle singole gestioni pensionistiche ha evidenziato una situazione di equilibrio fra le entrate contributive e spesa pensionistica, ad eccezione della Gestione CPDEL per la quale, anche nel 2002, si registra un indice di copertura della spesa pensionistica inferiore all'unità, che è fonte di notevoli perplessità;
b) nel 2002 è stato registrato un aumento della spesa pensionistica non imputabile alla crescita del numero degli aventi diritto, ma alla maggiore consistenza pro capite della pensione, associata ad un maggior maturato contributivo;
c) per quel che riguarda inoltre la Gestione CTPS si assiste ad un peggioramento dell'indice di copertura, che passa dall'1,06 dello 2001 all'1,04 del 2002 e, ciò lascia pensare che nel giro di due o tre anni la gestione stessa arriverà in un'area negativa;
d) occorre monitorare, anche sotto il profilo finanziario, la cosiddetta "missione sociale e creditizia", per la quale il solo contributo corrente non riesce a garantire l'erogabilità delle prestazioni in conto capitale (prestiti e mutui);
e) in ordine alla gestione del patrimonio immobiliare, si segnala che nel 2002 è stata consuntivata una redditività lorda del 4,8 per cento; tale dato non è peraltro da solo sufficiente a dimostrare la bontà della gestione, dal momento che i costi associati alla gestione stessa sono


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elevati, anche in relazione alla qualità del servizio offerto, anche se l'istituto dimostra particolare attenzione nella ricerca di sempre maggiori livelli di efficienza in tale settore, come dimostrano i contenuti delle nuove convenzioni stipulate con le società alle quali è affidata la gestione del patrimonio; fermo restando che è fondamentale conoscere la redditività netta della gestione;
f) per quel che riguarda le attività finanziarie, si segnala che il risultato relativo alla gestione dinamica del portafoglio è stato pari a 33 milioni di euro, rilevandosi quindi un rendimento medio netto, calcolato sui valori di mercato, pari al 3, 71 per cento;
g) per quanto attiene le spese di gestione, si segnala un incremento eccessivo del costo del personale;
h) appare significativa la riduzione delle spese per l'acquisto di beni e servizi imposta dalla legge n. 246 del 2002 (legge di conversione del decreto-legge n. 194 del 2002, cosiddetto decreto "tagliaspese");

condivide la relazione sui dati in esame e delibera di esprimere le seguente osservazioni:
a) è improcrastinabile un intervento sulla gestione CPDEL, che si trova già in una situazione negativa;
b) appare indispensabile seguire attentamente la sostenibilità di medio-lungo periodo delle diverse gestioni pensionistiche, anche con riferimento all'evoluzione della platea degli assicurati e al trend di crescita delle prestazioni;
c) va rivista la gestione della cosiddetta "missione sociale e creditizia", per la quale il solo contributo corrente non riesce a garantire l'erogabilità delle prestazioni in conto capitale (prestiti e mutui).

PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

ANTONIO PIZZINATO. Vorrei alcuni chiarimenti. Non sono riuscito a capire le cause, sulla base della documentazione fornita, che determinano il deficit sempre maggiore per quel che riguarda la gestione CPDEL. Credo che, per poter esprimere questo parere, come si sottolinea al punto a), sia necessario scoprire le cause. L'INPDAP è un istituto che ha accorpato i vecchi istituti del pubblico impiego che avevano normative diverse tra loro.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. Mi pare che la domanda del collega Pizzinato sia assolutamente corretta. La spiegazione, per la verità, è a pagina 4 della relazione.
Per la Cassa di previdenza dei dipendenti degli enti locali, nel 2002 abbiamo avuto entrate contributive accertate per 11 milioni e 900 mila euro e sono state erogate pensioni per 12 milioni e 800 mila euro. Purtroppo, collega Pizzinato, la situazione è questa. Anche per il 2002 c'è un saldo negativo. L'indice di copertura per la CPDEL è inferiore all'unità. Nel 2002 era lo 0, 93 e nel 2001 lo 0, 95 e nelle considerazioni conclusive viene richiamata la necessità di un intervento.
A pagina 11 della relazione, come segnalato nella specifica sezione, è significativo al riguardo il fatto che nel 2002 si è registrato un aumento della spesa pensionistica non imputabile alla crescita del numero degli aventi diritto, ma alla maggiore consistenza pro capite della pensione, associata ad un maggior maturato contributivo. Non c'è ombra di dubbio che qui un intervento si impone, ma non tocca a noi indicare le linee guida.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbieri. Vorrei fare qualche altra considerazione per quel che riguarda questo aspetto, perché si pongono dei problemi di fondo. Anche se l'ente si sta impegnando in maniera attenta su questo problema manca la possibilità di disporre di informazioni aggiornate e puntuali sugli andamenti demografici della platea degli assicurati e questo porta a delle difficoltà di valutazione.
Allo stesso modo sarebbe essenziale valutare l'impatto che possono avere sulla


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platea degli assicurati: il blocco delle assunzioni nel settore pubblico, che indubbiamente porta ad una diminuzione della platea dei contribuenti mentre aumenta la platea dei titolari aventi diritto alla pensione; il ricorso a contratti a tempo determinato; la progressiva variazione dei perimetri di competenza tra amministrazione centrale e periferica; la progressiva esternalizzazione ai privati di funzioni no core in precedenza svolte da dipendenti pubblici, nell'ottica di ridurre le funzioni dell'amministrazione al cosiddetto «nocciolo duro».
Bisogna considerare attentamente questi aspetti e sarebbe opportuno che l'ente disponesse di un bilancio tecnico attuariale, che al momento non risulta disponibile, aspetto che ritengo molto importante.
Durante l'audizione del presidente dell'INPDAP abbiamo già posto il problema di implementare una banca dati che consenta di avere informazioni aggiornate e puntuali che invece, purtroppo, non abbiamo.

ANTONIO PIZZINATO. Ringrazio il relatore per le integrazioni (che, del resto, avevo già letto), come pure per le notazioni ora fatte dal presidente, ma esse non sciolgono gli interrogativi posti.
Nel 1997 si è compiuta la terza parte della riforma della previdenza riguardante direttamente il pubblico impiego, che avrebbe dovuto determinare un andamento della curva previdenziale diverso da quello che riscontriamo in questo caso. Non possiamo, per il fatto che i dati non sono disponibili e anche se si tratta di un bilancio consuntivo 2002 e di un bilancio preventivo 2003, esprimere un parere favorevole. Il ministro Stanca, in una risposta diretta a chi parla, ha affermato che si sarebbe rapidamente provveduto dal punto di vista informatico. Il presidente ci ha ora informato che non vi sono dati disponibili; la banca dati del settore pubblico non è disponibile. Rimango davvero stupito. Non vi è o non si opera per averla?
È strano che l'ente di previdenza dei comuni che fornisce in via informatica i dati di tutti i cittadini non sia in grado di fornire in tempo reale i dati riguardanti i propri dipendenti o ex dipendenti, visto che eroga le retribuzioni ed i contributi. Vi sono le esternalizzazioni, ma si tratta di un altro aspetto. Forse i criteri adottati nel calcolo delle pensioni all'interno dell'INPDAP sono diversi? Nell'INPS vi sono trecentomila pensionati che determinano il 54,6 per cento di sfasatura del bilancio (i quattro fondi speciali e l'INPDAI). Se la situazione è questa, dopo neanche un decennio che l'INPDAP è stato costituito, qual è la prospettiva? Desidero un approfondimento. Diversamente, anche se condivido le osservazioni fatte, esprimerò un voto contrario alle considerazioni.

PIETRO GASPERONI. Colgo l'opportunità fornita dall'esame del bilancio per sollevare un altro problema. L'INPDAP è un ente «giovane» ed anche dall'esame dei documenti si evidenzia come sia possibile esaminare l'andamento delle entrate contributive e delle uscite per le prestazioni pensionistiche nei settori enti locali e sanità. Gli statali non sono presi in considerazione. Penso si tratti di una questione da porre all'ente. Lo Stato mette una partita a bilancio di entrate e uscite equivalenti...

PRESIDENTE. Diciamo che si utilizza il concetto di partita di giro.

PIETRO GASPERONI. Sì. Sarebbe invece utile che anche i dipendenti dei ministeri fossero considerati all'interno di una partita «vera», per avere un'idea più chiara della situazione; altrimenti senza l'andamento reale, complessivo della gestione di tutti i lavoratori pubblici iscritti all'INPDAP, rischiamo di considerare solo ed unicamente l'INPS quando si parla di sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico. È un «vezzo» generale nel nostro paese: riferirsi unicamente all'INPS quando si parla di pensioni e previdenza. Sarebbe utile che anche l'INPDAP, essendo il secondo grande ente previdenziale, fosse


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preso in considerazione per l'andamento della spesa pensionistica italiana con una conseguente maggiore completezza di dati.

LINO DUILIO. Non è questa la sede - spero lo si possa fare con un'audizione - per approfondire la ragione di fondo dell'esistenza dell'INPDAP considerato che, ora, il rapporto di lavoro di questo Ente è (diventato) di tipo privato, pur trattandosi di dipendenti di amministrazioni pubbliche.
Vorrei però avere un chiarimento sul punto e), che mi sembra critico. Si dice che c'è una redditività del 4,8 per cento, a fronte dell'esistenza di costi associati alla gestione che sono elevati. Immaginando che la redditività sia stata calcolata tenendo conto di tali costi, e considerato quali sono i rendimenti esistenti oggi sul mercato, vorrei sapere qual è la redditività netta di questo patrimonio immobiliare, tenuto conto del fatto che questo ente ha un ingente patrimonio immobiliare, e se si è posta qualche considerazione sulla necessità o utilità per l'amministrazione pubblica di dismetterlo.
Intendevo, con questa mia domanda, rimanere nell'ambito del dato della redditività per avere ulteriori chiarimenti sulla voce dei costi e conoscere, quindi, qual è il dato della redditività netta.

EMERENZIO BARBIERI, Relatore. Presidente, vorrei partire dall'ultima considerazione anche perché è un aspetto sul quale anch'io ho tentato di cimentarmi.
Non si è in grado di determinare questo dato, cosa che risulta dall'ultima frase del punto e), dal bilancio consuntivo 2002 e preventivo 2003, anche risalendo alla fonte, ossia al nuovo presidente-commissario. Non a caso, ho scritto che non ci interessa la redditività lorda, perché i costi di gestione sono davvero pesanti, onorevole Duilio.
Ho insistito, e il presidente Amoruso è d'accordo, per mettere questa considerazione nelle premesse. Senza questo dato si finisce per andare in una linea di difficoltà per l'approvazione del bilancio. Per quel che riguarda le considerazione fatte dall'onorevole Gasperoni, sono d'accordo, ma credo sia difficile che, come Commissione bicamerale di controllo sugli enti di previdenza, siamo in grado di «aggiustare» questo aspetto.
Per quanto riguarda le osservazioni del senatore Pizzinato, mi rifaccio alla discussione che abbiamo avuto nel corso dell'ufficio di presidenza di questa Commissione. Non c'è ombra di dubbio che, se fossimo in presenza di una discussione relativa al bilancio consuntivo 2003 e preventivo 2004, sarei giunto anch'io a conclusioni molto vicine a quelle del senatore Pizzinato. Poiché tuttavia si tratta dell'ultimo scalino da superare per metterci in regola con i tempi, e pur essendo anch'io interessato a capire come l'INPDAP intenda intervenire sulla gestione della CPDEL, penso sia il caso di andare oltre, proprio perché mi sono limitato a registrare un dato che appartiene di fatto ad un bilancio già archiviato.
Pregherei, se il presidente me lo consente, il senatore Pizzinato, affinché, ferma restando la bontà delle considerazioni svolte, tenga conto del fatto che per la prima volta tentiamo di esprimere un giudizio valido e non superficiale sul bilancio dell'INPDAP. Segnaliamo in termini pesanti una serie di criticità e diciamo in modo molto chiaro che devono intervenire sulla CPDEL. Per tutti questi motivi mi sembrerebbe sbagliato, dal punto di vista contenutistico, procedere ad un voto contrario, pur condividendo le osservazioni fatte dal senatore Pizzinato.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione la proposta del relatore di considerazioni conclusive in merito alla relazione sul bilancio consuntivo 2002 e sul bilancio preventivo 2003 relativa all'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'Amministrazione pubblica - INPDAP (vedi allegato 2).
(È approvata).

Ricordo che le considerazioni conclusive, testè deliberate dalla Commissione, confluiranno nella relazione annuale al Parlamento.


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Passiamo al successivo punto all'ordine del giorno. Poiché, per impegni istituzionali precedentemente assunti non potrò partecipare oltre alla seduta odierna, prego il vicepresidente Duilio di assumere la presidenza.

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