XIV LEGISLATURA
PROGETTO DI LEGGE - N. 659
Onorevoli Colleghi! - La legge quadro per l'assistenza,
l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate
(legge 5 febbraio 1992, n. 104) ha portato alla ribalta
l'argomento handicap, mirando al miglioramento globale
della qualità della vita dei soggetti che si trovano in grave
condizione di disagio a causa di patologie che comportano
sofferenze fisiche e psichiche nonché difficoltà di
inserimento sociale.
Nei nove anni trascorsi dalla data di entrata in vigore
della citata legge n. 104 del 1992 molti sono stati i
risultati positivi raggiunti, tanto che oggi si può affermare
con assoluta tranquillità che l'assistenza ai portatori di
handicap, nonché la qualità della vita degli stessi sono
migliorate rispetto agli anni precedenti.
Nel corso degli anni la legge 5 febbraio 1992, n. 104, ha
però altresì evidenziato numerose lacune che ancora,
nonostante i miglioramenti apportati, permangono e riguardano
in particolare quella fascia di handicappati gravi,
particolarmente bisognosi di cure specialistiche e di
assistenza e più sfavoriti nella ricerca di un inserimento a
pieno titolo ed in condizioni di autonomia nella famiglia a
cui appartengono e nella società.
L'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992
definisce troppo genericamente la complessa realtà dei
disabili, in quanto sembra considerare in posizione analoga
chi, come ad esempio il paraplegico, conserva l'uso di
determinati arti e quindi un minimo di funzionalità e chi,
come il tetraplegico, non ha nessuna funzionalità negli arti e
quindi vive in una condizione di completa dipendenza dagli
altri.
E' qui che risiede il fondamento della presente proposta
di legge: occorre prevedere cioè una assistenza continuativa e
più qualificata (articolo 3), monitorare i bisogni di questa
categoria svantaggiata di persone in ambito regionale
(articolo 4), per poter comprendere sempre meglio quali siano
gli effettivi ostacoli e ricercare soluzioni adeguate al pieno
ed effettivo inserimento di queste persone nella famiglia e
nella società. Occorre altresì una specifica e mirata presenza
dello Stato in questo settore, attraverso gli uffici del
Ministro per la solidarietà sociale, che deve esercitare una
funzione di controllo e di redistribuzione dei fondi non
assegnati e non utilizzati, contribuendo ad una migliore
efficienza del servizio ed a fornire la possibilità ai
disabili, destinatari della presente proposta di legge, di
sentirsi cittadini italiani tutelati, protetti e rispettati
nelle loro normali aspettative di vita.