PDL 4981
XIV LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 4981
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PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
DI TEODORO, TOCCI, CARLUCCI
Disposizioni per la salvaguardia del patrimonio culturale ebraico in Italia
Presentata il 6 maggio 2004
Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge è volta a contribuire alla conservazione ed alla salvaguardia dell'ingente e significativo patrimonio culturale ebraico esistente nella nostra penisola.
Essa fa seguito all'ordine del giorno 9/4489/86, presentato da diversi deputati appartenenti a vari gruppi in relazione al disegno di legge finanziaria 2004. Tale ordine del giorno impegna il Governo a reperire, nell'ambito delle risorse stanziate nelle tabelle della legge finanziaria, una somma idonea a finanziare, nel triennio di riferimento 2004-2006, la tutela ed il restauro delle sinagoghe delle città italiane. L'ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione dal Governo; la presente proposta di legge è volta a porre in essere le condizioni per una sua concreta attuazione.
La legge n. 350 del 2003 (legge finanziaria 2004) reca, nell'ambito della tabella B - alla rubrica del Ministero per i beni e le attività culturali - numerose finalizzazioni incentrate sul recupero del patrimonio culturale, con specifico riguardo a quello legato alle tradizioni religiose italiane. Un accantonamento è destinato, tra l'altro, alle catacombe ebraiche di Roma.
Come è noto, il patrimonio culturale italiano presenta una varietà, una ricchezza e una diffusione territoriale uniche al mondo. Nell'ambito di tale patrimonio, i beni culturali, architettonici, artistici e archivistici ebraici rappresentano un elemento con caratteristiche peculiari e testimoniano una presenza minoritaria ma profondamente radicata nella storia italiana.
Ne è un esempio per tutti la sinagoga di Roma, di cui quest'anno ricorre il centenario dell'inaugurazione.
In particolare, le sinagoghe sono nello stesso tempo luoghi di culto, straordinari
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tesori culturali e vive testimonianze di una presenza ebraica che in Italia si perpetua da 2.200 anni. Diverse sinagoghe sono aperte regolarmente al pubblico e tutte costituiscono una sede ideale di incontro con la cultura ebraica, che ha dato un apporto fondamentale al progredire del sapere.
La «Giornata europea della cultura ebraica» e la «Giornata della memoria» rappresentano ogni anno appuntamenti fissi per una riscoperta dei luoghi ebraici, che in tali occasioni si aprono a ricevere moltitudini di partecipi visitatori.
Più nel dettaglio, il patrimonio ebraico in Italia è composto da una settantina di sinagoghe costruite tra il medioevo e il XX secolo; la sinagoga di Ostia (Roma) risale addirittura al periodo romano. Una dozzina di musei, sparsi in tutto il territorio, offrono in esposizione oggetti legati al culto e alla vita quotidiana, arredi, tessuti, libri, documenti, alcuni dei quali di particolare importanza per le loro preziose decorazioni. Anche alcuni cimiteri hanno un valore non soltanto storico ed affettivo, ma costituiscono eccezionali testimonianze artistiche.
Si tratta di un patrimonio che - come accennato - sta assumendo un valore sempre maggiore e che il grande pubblico non ebraico sta scoprendo, considerandolo sempre più parte integrante del patrimonio artistico del Paese.
Sinagoghe e siti ebraici sono sparsi in tutta la penisola, con massime concentrazioni nell'Italia centro-settentrionale. Gli ebrei furono, infatti, espulsi (in gran numero) dall'Italia meridionale nel 1492 e da allora non si sono più formate comunità ebraiche organizzate; nel sud e nelle isole esistono però tracce e ricordi di grande valore (e sui quali sarebbe interessante compiere studi approfonditi). L'unica comunità ebraica con sinagoga funzionate del sud si trova a Napoli, dove gli ebrei sono rientrati alla fine dell'ottocento.
Un breve quadro regionale può essere utile per comprendere l'entità del fenomeno culturale ebraico italiano e delle sue necessità.
Il Piemonte è la regione in cui sono concentrate le più interessanti sinagoghe barocche edificate all'epoca dei ghetti all'interno delle case (come a Biella, a Carmagnola, a Casale Monferrato, a Cherasco, a Mondovì, a Saluzzo): si tratta di sale non identificabili dall'esterno, che rivelano all'interno affreschi e arredi di notevole rilievo artistico. Nella stessa regione alcune antiche sinagoghe (come quelle di Asti e di Ivrea) hanno subìto ampliamenti e trasformazioni dopo il 1848, in seguito all'emancipazione concessa agli ebrei dal re Carlo Alberto, altre sono state costruite ex novo (come quelle di Alessandria, di Torino e di Vercelli) in forma monumentale, spesso già sovradimensionate al nascere rispetto alla stessa popolazione ebraica della città. Le sinagoghe più antiche, in gran parte già restaurate, necessitano di lavori legati soprattutto alla vetustà degli edifici nei quali si trovano; infatti, anche una delle sinagoghe più curate, come quella di Casale Monferrato, in uso ininterrotto dal 1599, oggi monumento nazionale, presenta gravi problemi di infiltrazioni dal tetto e dai finestroni. La monumentale sinagoga di Vercelli ha invece problemi più urgenti e di ampia portata.
La Lombardia presenta tre centri di rilievo: Milano, Mantova e Sabbioneta. La sinagoga centrale di Milano (inaugurata nel 1890) ha avuto un recente restauro nel 1997, non completato però in alcune parti (come le sale sotterranee, dove si trova anche una sinagoga orientale, e il bagno rituale); alcune recenti infiltrazioni sono state evidenziate nel tetto che mettono in pericolo il soffitto dorato.
La sinagoga di Mantova è quella tra le lombarde che in questo momento necessita di maggiore attenzione: inaugurata nel 1902, copia fedele della sinagoga Norsa Torrazza (1513) di cui conserva gli arredi e le iscrizioni, è infatti in stato di forte degrado. La sinagoga di Sabbioneta fu ricostruita nel 1824 su una più antica sinagoga e conserva ancora parte degli arredi del tempio più antico, risalente al XVI secolo.
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In Liguria la sinagoga di maggiore rilievo, inaugurata nel 1935, si trova a Genova; questa ha necessità di completare la ristrutturazione interna (ultimo piano destinato a museo), specie in considerazione del fatto che quest'anno Genova è capitale europea della cultura.
In Veneto le sinagoghe del ghetto di Venezia (le scole canton, italiana, grande tedesca, spagnola e levantina), sono tra i monumenti più conosciuti al mondo e più visitati dai turisti; esse necessitano di continui, delicati restauri. Non è da meno la sinagoga di Padova, in funzione dal 1548.
Nel Trentino-Alto Adige l'unica sinagoga esistente è quella di Merano, che ha di recente realizzato un museo espositivo, che richiederebbe aggiunte e variazioni.
Nel Friuli-Venezia Giulia la sinagoga di Trieste (inaugurata nel 1912) è attualmente in restauro. Si prevede però che i finanziamenti non saranno sufficienti a restaurare tutto l'edificio. La sinagoga di Gorizia richiede alcuni interventi di ripristino interno alla sala di preghiera.
In Emilia Romagna si trova una seconda forte concentrazione di sinagoghe:
Bologna, Carpi, Ferrara, Modena, Parma, Reggio Emilia, Soragna; alcune di queste, come quella di Ferrara, sono molto antiche, in uso dal 1422. Anche in questa regione esiste un problema di ripristini legati alla vetustà degli edifici in cui esse si trovano.
In Toscana il tempio monumentale di Firenze, con il suo museo, è tra i monumenti più visitati dai turisti in città. I lavori di mantenimento e di arricchimento sono continui e numerosi, in particolare per l'ampliamento del museo. Necessitano di cure continue anche le sinagoghe di Siena (inaugurata nel 1786), di Pisa (ricostruita nel 1863), di Pitigliano (rifatta come copia nel 1995) e quella moderna di Livorno (1962). A Pisa, inoltre, sorge uno splendido cimitero monumentale, situato subito fuori della Piazza dei Miracoli, che necessita di numerosi lavori di recupero.
Le sinagoghe delle Marche, che fanno capo ad Ancona, sono quelle di Pesaro, di Senigallia e di Urbino. Tutte queste sinagoghe hanno avuto ad oggi restauri incompleti.
Il grande tempio maggiore di Roma, inaugurato nel 1904, si avvia a celebrare - come accennato - il centenario: il 23 maggio 2004 si terrà una cerimonia ufficiale alla presenza del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato. Gli interventi necessari per arrivare a questo evento sono numerosi e urgenti: restauro delle vetrate artistiche; lavori di consolidamento dell'edificio; adeguamento degli impianti idraulico e elettrico; restauro degli argenti e dei tessuti; restauro dell'organo; restauro della cancellata.
La sinagoga di Napoli, la più meridionale d'Italia, è in uso dal 1915, grazie a un lascito del barone Carl de Rothschild. La piccola comunità di Napoli vorrebbe restaurare la sala di preghiera e quelle di incontro.
Il resto dell'Italia meridionale e delle isole (in particolare la Sicilia) varrebbero, come si è già accennato, un discorso a parte. Esistono, infatti, sollecitazioni da parte di studiosi locali perché si studino, si ricerchino e si recuperino siti un tempo ebraici o antiche sale di preghiera, utilizzandoli oggi come centri di diffusione della cultura ebraica, in regioni nelle quali questa ha avuto in passato un notevole peso e dove permane ancora oggi un forte ricordo tra la popolazione.
Infine, il centro bibliografico dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, in Roma, è il punto di riferimento centrale per il patrimonio librario e archivistico dell'ebraismo italiano.
Nella sintetica ricognizione appena compiuta stanno le ragioni della presente proposta di legge, che consta di un unico articolo, volto a prevedere un piccolissimo sforzo finanziario da parte dello Stato italiano per la salvaguardia di uno straordinario patrimonio culturale, che appartiene a tutti gli italiani.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Per interventi conservativi e di restauro sul patrimonio culturale, architettonico, artistico e archivistico ebraico in Italia è autorizzata la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2005 e di 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2006.
2. Gli interventi di cui al comma 1 sono definiti annualmente con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, da adottare entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sentito il parere dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. In sede di prima applicazione, limitatamente alla somma stanziata per l'anno 2005, il decreto è adottato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Gli interventi di cui al comma 1 possono essere direttamente effettuati dall'Unione delle comunità ebraiche italiane e da soggetti o da istituzioni proprietari, possessori e detentori dei beni, ai quali sono assegnate le relative risorse.
4. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 1 milione di euro per l'anno 2005 e a 2 milioni di euro a decorrere dall'anno 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2004-2006, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2004, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.
5. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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