TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 517 di Mercoledì 29 settembre 2004

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

BURTONE e ENZO BIANCO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
decine di migliaia di lavoratori siciliani rischiano il posto di lavoro per effetto di una crisi dell'industria senza precedenti. Nel comprensorio di Palermo la sola vertenza Fiat coinvolge 1800 addetti, più 650 dell'indotto; 165 sono gli operai di Imesi che rischiano di perdere il posto; 30 i dipendenti di Italtel per i quali è stata annunciata la cassa integrazione. Ancora, 500 gli esuberi proclamati nel settore delle installazioni telefoniche; 70 i lavoratori del call center di Lts in cassa integrazione; 120 le operaie di Mediconf (la ex Sigma) in mobilità. Stessa sorte per le 25 dipendenti di Solaria, un'azienda palermitana di produzione di ceramiche, che di recente ha visto chiudere i battenti. Ma a rischio a Palermo sono pure 120 posti di lavoro alla Telecom Italia, per la ventilata cessione di un ramo d'azienda, e 150 posti nel comparto elettrico per la cosiddetta esternalizzazione dei servizi Enel;
nel catanese la crisi minaccia, soprattutto, l'azienda elettronica di punta della provincia etnea: la Stm. Ciò aggraverebbe ulteriormente la situazione del comprensorio, che già deve subire i 140 lavoratori delle installazioni telefoniche in mobilità, i 56 della Keyes, un'azienda del settore del packaging, e i 50 di Emmezeta, un'impresa metalmeccanica ex Rendo. Da ricordare anche la vicenda di Agrofil, una realtà industriale che, dopo aver toccato soglie di alta specializzazione nel campo della liofilizzazione alimentare, sembra essere giunta al capolinea;
anche Messina presenta una situazione molto preoccupante. Rischiano di saltare ben 1.000 posti, che andrebbero a sommarsi agli oltre 3.000 degli anni più recenti: 200 lavoratori dei cantieri navali Smeb, 400 dell'indotto delle raffinerie di Milazzo, una cinquantina del settore agroalimentare e un centinaio di posti delle Ceramiche Caleca, a Patti. E la minaccia della contrazione degli organici tocca anche marchi storici come l'Acqua Fontalba e la Ciappazzi. A questi si aggiungono i 220 in mobilità di Telecom srl e i 240 della Conad Girasole, da un mese in cassa integrazione;
a Siracusa sono oltre 3.500 i posti di lavoro appesi a un filo. La crisi della chimica è la causa di tutto. In Enichem sono a rischio 1.500 persone nelle attività dirette e 800 nell'indotto. In più, per Priolo non si vede la prospettiva del rilancio, in quanto gli investimenti Erg sono gli unici ad essere in campo rispetto ad un accordo di rilancio complessivo, che prevedeva una riconversione progressiva delle produzioni. Inoltre ad essere colpiti, oltre al settore chimico, sono nel territorio catanese sono, in primo luogo, il compatto metalmeccanico (per 500 posti) e quello edile (per 700);
ad Enna sono 1.500 le persone coinvolte nella crisi dell'industria. Un dato enorme per il comprensorio, considerando, tra l'altro, i 1.000 posti persi negli ultimi anni per la chiusura della miniera di Pasquasia e i 300 della Nuova Intesa di Gagliano. A rischio anche i lavoratori della Sipem di Dittaino (140 di cui 70 in cassa integrazione e altrettanti in mobilità) e i 60 impegnati nella strada che collega Gela a Santo Stefano di Camastra;
a Caltanissetta tra le aziende nell'occhio del ciclone si segnalano quelle del polo tessile di Riesi, che lasciano col fiato sospeso 336 persone, e le 70 unità della Habitus. Poi c'è Enichem di Gela, la cui sorte interessa migliaia di addetti, che vanno a sommarsi alle diverse centinaia delle attività indotte. A Trapani la crisi si abbatte su 650 persone almeno, su 400 edili licenziati e su una serie di piccole imprese metalmeccaniche. Così, sono 86 i lavoratori Imani in mobilità e sono un piccolo esercito gli operai in cassa integrazione: 30 di Sielte, 50 del settore cablaggio, 33 di Telecom srl. Sono 27, poi, i lavoratori di Geoplast, che hanno ricevuto il preavviso di licenziamento;
anche a Ragusa, dove un duro colpo l'ha dato la crisi della Parmalat e dell'agroalimentare, il tessuto delle piccole e medie imprese arranca. Il quadro delineato è di una gravità assoluta in un contesto in cui le dinamiche dello sviluppo sembrano essersi fermate e in cui non vi è prospettiva di inserimento lavorativo -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per attivare un tavolo nazionale sulla crisi occupazionale in Sicilia e quali misure intenda inserire nel prossimo disegno di legge finanziaria in materia di proroga degli ammortizzatori sociali e di sostegno allo sviluppo e all'occupazione. (3-03756)
(28 settembre 2004)

LUANA ZANELLA. - Al Ministro dell'interno - Per sapere - premesso che:
alla persona che al suo ingresso in Italia fa richiesta di asilo viene rilasciato un permesso di soggiorno, non valido per lavorare, ma che concede solo il diritto a permanere sul territorio italiano, all'assistenza sanitaria, all'istruzione scolastica per i minori e all'erogazione, da parte delle prefetture, di un contributo di prima assistenza pari a 800 euro;
da giugno 2001 esiste in Italia un piano nazionale d'asilo, attualmente servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che dà accoglienza e assistenza a circa 2000 persone in centri distribuiti su tutto il territorio nazionale; tale misura appare del tutto insufficiente a coprire il numero reale dei richiedenti asilo presenti in Italia, che è pari a circa 20.000 unità;
l'iter della richiesta d'asilo si conclude con un'audizione presso la commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato: generalmente i tempi di attesa per questa audizione vanno dai 15 ai 24 mesi, a fronte dei 45 giorni previsti dalla normativa vigente, periodo durante il quale il richiedente asilo non può lavorare;
in particolare, a Venezia sono accolte, nei centri del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, 105 persone, di cui circa 50, che attendono da più di un anno, e 10, da due anni, di essere convocate dalla commissione;
tale situazione, oltre che provocare delle grandi sofferenze e grande incertezza nei richiedenti asilo, che non possono stabilizzare la propria posizione e non possono svolgere un'attività regolare, e impedire di fare nuovi inserimenti di richiedenti asilo, che si trovano costretti a vivere per la strada, crea un grande dispendio di denaro pubblico (erogato all'80 per cento dal ministero dell'interno, dal fondo europeo e dai fondi dell'8 per mille e al 20 per cento dal comune di Venezia) in una situazione in cui ci sono già poche risorse -:
se il Governo non ritenga che sia il caso, in attesa della piena attuazione della normativa vigente, che la commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato si sposti a Venezia per esaminare il più celermente possibile le domande di asilo e permettere ai tanti richiedenti asilo di accedere ai servizi del programma nazionale di asilo. (3-03757)
(28 settembre 2004)

ANNA MARIA LEONE e DORINA BIANCHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
i soggetti affetti da gravissime disabilità dell'udito necessitano di apparecchi acustici o della fornitura di dispositivi, per i quali i tempi minimi di rinnovo sono di 5 anni, così come previsto dall'allegato 2 del decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332, e che le condizioni in cui versano i pazienti interessati presentano motivi di particolare urgenza;
l'impianto coclearie, endoprotesi ad alta tecnologia applicabile a soggetti che non possono trarre beneficio da altri tipi di protesizzazione, è composto da una parte interna applicata chirurgicamente ed una parte esterna, processore, che codifica i suoni esterni catturati da un piccolo microfono;
diversi pazienti, portatori di impianto coclearie, a causa di rottura o logorio, necessitano della sostituzione del processore attualmente in uso e, dunque, di assistenza tecnica in ordine alla manutenzione e/o riparazione della parte esterna del dispositivo;
i nuovi processori permettono i seguenti miglioramenti e, dunque, una qualità di vita migliore: ottimizzazione della percezione e del riconoscimento delle parole; miglioramento delle capacità di analisi selettiva degli elementi segmentali del linguaggio, con un aumento delle abilità di comprensione del linguaggio uditivo verbale attraverso l'ausilio del canale uditivo; annullamento delle interferenze dei campi elettromagnetici, in particolare dei telefonini, e, quindi, la completa autosufficienza nell'uso di mezzi di comunicazione; annullamento della difficoltà di ascolto in ambienti rumorosi;
tutte le componenti sono essenziali al funzionamento dell'impianto coclearie: il servizio sanitario nazionale, prevedendone una specifica tariffa Drg, copre l'onere esclusivamente della prima applicazione dei dispositivo elettronico, che avviene in regime ospedaliero, in forma completa;
la problematica riguarda la manutenzione, riparazione e/o sostituzione delle parti esterne dell'impianto coclearie, le quali dovranno essere prescritte dallo specialista nel rispetto dell'articolo 1, comma 5, del decreto ministeriale n. 332 del 1999 (criterio della riconducibilità e presidi presenti nel vigente nomenclatore tariffario). Sarà, quindi, cura del medico specialistica individuare a quale dei presidi elencati nel suddetto nomenclatore sia più indicato fare riferimento;
l'onere a carico dell'unità locale socio-sanitaria corrisponderà al prezzo del presidio riportato nel nomenclatore stesso, mentre la differenza sarà a carico dell'assistito;
attualmente sono state respinte le richieste di concedibilità dell'ausilio in questione, in quanto tale presidio non è previsto nel nomenclatore tariffario vigente (decreto ministeriale n. 332 del 1999), nè si intravede la possibilità di ricondurlo ad altro presidio in esso contemplato -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare affinché vi sia un aggiornamento del nomenclatore tariffario tale da ricomprendere anche gli interventi di manutenzione, riparazione e sostituzione del processore, tenendo conto anche delle nuove tecnologie e prevedendo la possibilità che gli oneri che derivano da tali interventi siano a carico del servizio sanitario nazionale. (3-03758)
(28 settembre 2004)

BATTAGLIA, BOGI, BOLOGNESI, GALEAZZI, GIACCO, LABATE, LUCÀ, PETRELLA, TURCO, ZANOTTI, INNOCENTI e RUZZANTE. - Al Ministro della salute. - Per sapere, premesso che:
il decreto del 31 maggio 2004 del ministero della salute, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana il 2 luglio 2004, nelle premesse afferma che i criteri per l' accreditamento delle società scientifiche sono individuati dalla Fnomceo (Federazione nazionale dell'ordine dei medici chirurghi e odontoiatri) e dalla Fism (Federazione italiana società medico-scientifiche italiane); quest'ultima, in realtà, è un'associazione privata, che non può essere equiparata ad un organo ausiliario della pubblica amministrazione;
nell'articolo 1, la Fism è equiparata all'Agenzia dei servizi regionali (Assr), laddove tale agenzia è un organo ufficiale dello Stato, che ha un ruolo decisivo nell'elaborazione di linee guida e protocolli d'intesa;
nell'articolo 5 le società scientifiche, per essere accreditate come provider ai fini del programma di Educazione continua in medicina (Ecm), devono essere preventivamente riconosciute ai sensi del presente decreto, il quale, quindi, di fatto disciplina il riconoscimento delle società scientifiche del settore sanitario e non si limita a stabilire in via generale i requisiti richiesti alle associazioni di professionisti per poter svolgere attività formative e di aggiornamento professionale, come affermato dal Ministro Giovanardi nella seduta del 30 giugno 2004;
nell'articolo 6 si prevede che le società scientifiche che vogliono essere riconosciute per l'Educazione continua in medicina devono presentare domanda tramite la Fism;
la Fism è una società privata creata dal Ministro interrogato e ha sede a Milano, in via Francesco Sforza 35, presso il centro trasfusionale e di immunologia dei trapianti dell'ospedale maggiore policlinico di Milano, diretto fino al 2001 dal Ministro interrogato;
la Fism ha ricevuto negli anni 2002, 2003 e 2004 dal ministero della salute 2,5 milioni di euro -:
con quali motivazioni il Ministro interrogato voglia escludere gli ordini professionali dalla partecipazione attiva all'Educazione continua in medicina e come siano state impiegate le risorse finanziarie erogate.(3-03759)
(28 settembre 2004)

DELMASTRO DELLE VEDOVE, ANEDDA, LA GRUA, AIRAGHI, ALBONI, AMORUSO, ARMANI, ARRIGHI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BORNACIN, BRIGUGLIO, BUONTEMPO, BUTTI, CANELLI, CANNELLA, CARDIELLO, CARRARA, CARUSO, CASTELLANI, CATANOSO, CIRIELLI, COLA, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI, CORONELLA, CRISTALDI, FASANO, FATUZZO, FIORI, FOTI, FRAGALÀ, FRANZ, GALLO, GAMBA, GERACI, GHIGLIA, ALBERTO GIORGETTI, GIRONDA VERALDI, LA RUSSA, LA STARZA, LAMORTE, LANDI DI CHIAVENNA, LANDOLFI, LEO, LISI, LOPRESTI, LOSURDO, MACERATINI, MAGGI, MALGIERI, GIANNI MANCUSO, LUIGI MARTINI, MAZZOCCHI, MENIA, MEROI, MESSA, MIGLIORI, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, ANTONIO PEPE, PEZZELLA, PORCU, RAISI, RAMPONI, RICCIO, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SAIA, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SELVA, STRANO, TAGLIALATELA, TRANTINO, VILLANI MIGLIETTA, ZACCHEO e ZACCHERA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il dipartimento dell'innovazione - direzione generale dei farmaci e dei dispositivi medici - ufficio autorizzazioni all'immissione in commercio di medicinali - del ministero della salute ha adottato il provvedimento AIC n. 755 del 26 luglio 2004 relativamente al medicinale «somatostatina», divenuta nota anche ai profani dell'arte medica in quanto sostanza fondamentale nella cosiddetta «terapia Di Bella»;
sulla base del citato provvedimento si è stabilita una modifica del regime di fornitura, nel senso che la somatostatina, da medicinale soggetto a prescrizione medica (articolo 4 del decreto legislativo n. 539 del 1992), è stata dichiarata «medicinale utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero e in cliniche e in case di cura» (articolo 9 del decreto legislativo n. 539 del 1992);
a parere degli interroganti, il provvedimento citato sembra fatto esattamente su misura per impedire che i pazienti, che liberamente hanno scelto la terapia Di Bella, possano continuare a curarsi secondo i canoni e le indicazioni di detta terapia;
sembra agli interroganti che sia improvvisamente riavviato l'ostracismo nei confronti della terapia Di Bella, proprio mentre la diffusione di detta cura si sta sensibilmente incrementando;
in ogni caso sembra rinata la mai risolta questione della libertà terapeutica che, negli anni scorsi, divise aspramente il Paese -:
quali siano le ragioni che hanno indotto ad assumere il provvedimento del 26 luglio 2004 di cui alla premessa, relativamente all'utilizzazione della somatostatina. (3-03760)
(28 settembre 2004)

DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nel servizio andato in onda giovedì 23 settembre 2004 su Rai News 24, alle ore 7,45 del mattino, ma registrato l'11 settembre 2004, il giornalista Sigfrido Ranucci, accompagnato da un militare esperto d'armi, mostra un deposito di armi alle porte di Roma sulla via Tiberina, contenente ordigni risalenti alla seconda guerra mondiale, praticamente lasciato incustodito e raggiungibile da chiunque;
l'area del deposito di munizioni in dismissione occupa circa 20 ettari della zona compresa tra la via Flaminia e la via Tiberina, situato nei pressi del cimitero monumentale di Prima Porta;
la particolare conformazione del terreno, dalla superficie alle profondità, ha offerto nel corso degli ultimi due secoli particolari soluzioni di ricovero di materiali di varia natura, dal periodo pre-unitario fino a circa quattro anni fa; il sito è stato utilizzato costantemente come deposito di materiali bellici, dalla Roma dei papi al regio esercito, fino all'esercito tedesco nel periodo della seconda guerra mondiale, dal 1950 circa fino al 2000 circa è stato utilizzato come deposito munizioni dell'esercito, sotto il controllo dell'8o Cerimant;
attualmente la ditta Sago starebbe eseguendo operazioni di bonifica, commissionatele dal Comiservizi dell'esercito;
le telecamere di Rai News 24 hanno ripreso almeno un centinaio di ordigni, tra mine antiuomo, bombe a mano, colpi di mortaio, accatastati fuori e dentro capannoni fatiscenti, alcuni di questi contenenti tritolo e amatolo, esplosivi che, secondo quanto detto dal militare che ha accompagnato il giornalista, sarebbero sufficienti, se finissero in mani esperte, a confezionare un attentato di media portata -:
quali informazioni il Ministro interrogato abbia in merito allo stato attuale di questo deposito e se sia a conoscenza di situazioni analoghe e nel caso quali siano; se non ritenga che la condizione di abbandono e di incuria protratta nel tempo di tale materiale bellico - che ancora perdura come dimostrano le immagini del servizio televisivo - espongano il territorio e la cittadinanza a gravi rischi per la salute e la sicurezza, in considerazione del fatto che tale materiale è a disposizione di qualsiasi gruppo criminale od eversivo che volesse appropriarsene. (3-03761)
(28 settembre 2004)

CÈ, GUIDO GIUSEPPE ROSSI, DARIO GALLI, LUCIANO DUSSIN, BALLAMAN, BIANCHI CLERICI, BRICOLO, CAPARINI, DIDONÈ, GUIDO DUSSIN, ERCOLE, FONTANINI, GIBELLI, GIANCARLO GIORGETTI, LUSSANA, FRANCESCA MARTINI, PAGLIARINI, PAROLO, POLLEDRI, RIZZI, RODEGHIERO, SERGIO ROSSI, STUCCHI e VASCON. - Al Ministro per le politiche comunitarie. - Per sapere - premesso che:
è di questi giorni argomento di importante discussione l'eventuale accettazione della domanda d'ingresso nell'Unione europea della Turchia;
la Lega Nord si è sempre schierata in maniera decisamente contraria a tale ingresso per due fondamentali ragioni: la prima, ovvia, è che la Turchia non è in Europa e che per farla entrare come membro si dovrebbe cambiare nome all'attuale Unione europea; la seconda, e più importante, è che la Turchia appartiene al mondo islamico, che per cultura e abitudini sociali è l'esatta antitesi di quello che l'Europa vuole rappresentare con le sue origini cristiane e la sua appartenenza al mondo occidentale;
esponenti del Governo francese hanno espresso forti riserve su tale ingresso e hanno, comunque, dichiarato che qualunque decisione dovrà passare attraverso un referendum popolare -:
quale sia la posizione del Governo e se lo stesso Governo non ritenga che da oggi in avanti qualunque decisione importante riguardante l'Unione europea non debba passare attraverso un referendum popolare. (3-03762)
(28 settembre 2004)

ANTONIO LEONE, BLASI e GIANFRANCO CONTE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 269 del 2003, convertito dalla legge n. 326 del 2003, all'articolo 32, comma 22, procedeva, a partire dal 1o gennaio 2004, a rivalutare del trecento per cento i canoni per le concessioni demaniali marittime per finalità turistiche;
successivamente, accogliendo le preoccupazioni degli operatori del settore, che segnalavano la necessità di varare una norma che prioritariamente garantisse alle imprese della ricettività turistica all'aria aperta (campeggi e villaggi turistici) la permanenza sul mercato, si procedeva, con la legge finanziaria per il 2004, a congelare fino a tutto il 30 giugno 2004 l'aumento dei suddetti canoni;
tale congelamento era finalizzato a consentire l'emanazione di un decreto interministeriale, mediante il quale dovevano essere assicurate maggiori entrate, non inferiori a 140 milioni di euro, ma il provvedimento non è stato ancora adottato e pertanto il Governo ha varato un'ulteriore proroga fino al 30 ottobre 2004;
delle circa 2.500 aziende operanti nel settore, 1.200 svolgono la propria attività in regime di concessione demaniale su grandi superfici; ciò determina un'oggettiva impossibilità da parte delle stesse imprese ad assorbire gli aumenti previsti, giacché si troverebbero a dover versare all'erario un importo tre volte superiore a quello finora pagato. A titolo di esempio, un'impresa che ha una concessione di 270.000 metri quadri (superficie minima per un campeggio) oggi versa un canone di 250.000 euro, con l'aumento verserebbe 750.000 euro, con gravi conseguenze sul proprio bilancio aziendale -:
quale sia la consistenza delle entrate annue per l'erario negli ultimi cinque anni, per le concessioni demaniali marittime rilasciate per utilizzazioni turistico-ricreative, in quanto i dati utilizzati in sede di discussione della legge finanziaria per il 2004 risultano essere obsoleti poiché risalenti a dieci anni, se non ritenga necessario l'avvio del censimento delle concessioni demaniali marittime destinate a campeggi o villaggi turistici, al fine di ottenere un preciso monitoraggio sulla consistenza del gettito garantito dal settore open air, se non ritenga opportuno abolire la clausola contrattuale «salvo conguaglio», quale sia lo stato dei lavori della commissione tecnica deputata agli accertamenti tecnici per la rivalutazione dei canoni demaniali marittimi e quali siano gli indirizzi che il Governo intenda adottare alla scadenza della proroga agli aumenti dei canoni demaniali marittimi prevista per il 30 ottobre 2004. (3-03763)
(28 settembre 2004)