TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 338 di Giovedì 10 luglio 2003

MOZIONI SULLA SITUAZIONE DELL'ORDINE PUBBLICO A NAPOLI E NELLE AREE LIMITROFE

La Camera,
premesso che:
assai preoccupante è lo stato della sicurezza dei cittadini nella città di Napoli e nella sua provincia, come emerge dagli allarmi più volte lanciati dai mezzi d'informazione e, soprattutto, dalla crescita del numero complessivo dei reati e di quelli di maggior allarme sociale;
la situazione è resa ancora più grave dalla presenza di forti organizzazioni camorristiche e di altrettanto forti organizzazioni del riciclaggio, che sono alle spalle degli scippi e dei furti che colpiscono, rispettivamente, i turisti e le private abitazioni;
l'attuale situazione genera assuefazione all'illegalità, specie nelle generazioni più giovani, e fa nascere un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni;
l'insicurezza dei cittadini dipende anche dallo stato comatoso dell'amministrazione della giustizia a Napoli e provincia, determinato principalmente dall'insufficienza degli organici della magistratura e dell'apparato amministrativo, in particolare a Nola, a Torre Annunziata e a Napoli;
la responsabilità per la crisi dell'amministrazione della giustizia ricade prevalentemente sul Ministro della giustizia, che non ha dato applicazione alle norme, già approvate dal Parlamento, che istituiscono le sezioni distrettuali, snelliscono i concorsi in magistratura, prevedono l'assunzione di altri 1.000 magistrati;
è essenziale potenziare le forze di polizia, garantire una dignitosa sistemazione dei commissariati e delle caserme, assicurare i mezzi economici per la riparazione delle autovetture, molte delle quali sono obsolete o non possono essere utilizzate proprio per la mancanza di risorse economiche;
è altrettanto essenziale assicurare un'equa retribuzione degli straordinari a tutte le forze di polizia;
si considera con particolare allarme che sembra emergere in alcune città un tentativo di forte limitazione della libertà di voto da parte delle organizzazioni camorristiche, imponendo a molti elettori di fotografare con videotelefoni la scheda votata;
si valuta positivamente l'invio a Napoli da parte del Ministro dell'interno di mille unità, che, però, dovrebbero fermarsi solo sino all'inizio del mese di luglio 2003;

impegna il Governo:

ad attivarsi affinché:
a) i mille appartenenti alle forze di polizia restino almeno sino a fine 2003;
b) si completino nel frattempo gli organici della polizia di Stato, che vede carenze di organico per ben 500 uomini;
c) si dia attuazione al piano per costruire 15 caserme in provincia di Napoli e Caserta e si ristrutturino i commissariati della città di Napoli, iniziando da quelli che sono in condizioni incompatibili con il prestigio di cui devono godere le forze di polizia;
d) si riprenda in via prioritaria l'attacco ai patrimoni della camorra e delle organizzazioni della ricettazione;
e) si attuino entro il 2003 le norme che istituiscono le sezioni distrettuali e snelliscono le procedure per il concorso in magistratura e si completino i concorsi per l'assunzione di 1.000 nuovi magistrati;
f) si assicurino le registrazioni immediate dei carichi pendenti e si diano disposizioni perché i rapporti di polizia giudiziaria informino l'autorità giudiziaria di tutte le denunce già presentate a carico della stessa persona;
g) siano inserite nel documento di programmazione economico-finanziaria e nel disegno di legge finanziaria per il 2004 previsioni e disposizioni per una migliore garanzia della sicurezza dei cittadini e del lavoro delle forze dell'ordine;
h) si garantisca la libertà di voto, in particolare a Giugliano, Casoria, Melito, Quarto, Casal di Principe, anche emanando circolari che vietino di portare nella cabina elettorale videotelefoni.
(1-00208)
«Violante, Cennamo, Siniscalchi, Ranieri, Bonito, Petrella, Marone, Roberto Barbieri, Diana».

La Camera,
premesso che:
le città di Napoli e Caserta e le loro province vivono una costante emergenza sicurezza;
l'elevato numero di crimini e di episodi di violenza sono da addebitarsi anche ad una forte incidenza della criminalità organizzata nel territorio;
le forze dell'ordine che operano a Napoli e Caserta fanno tutto ciò che è nelle loro possibilità per assicurare ai cittadini un efficace controllo del territorio ed un adeguato contrasto alla criminalità;
nelle città di Napoli e Caserta, come purtroppo in altre realtà ad alto tasso di criminalità, gli organici delle forze di polizia risultano essere non sufficienti ed i mezzi a disposizione degli operatori risultano spesso inadeguati alle esigenze;
tale situazione è stata ereditata dalla XIII legislatura, in cui, tra l'altro, si erano assunti impegni di spesa per il potenziamento degli organici fino al 2004;
questo Esecutivo ha, inoltre, verificato l'esistenza di un debito pregresso per locazioni passive per i presidi delle forze di polizia sul territorio pari a 700 miliardi di vecchie lire e di un debito pregresso di 200 miliardi di vecchie lire per spese telefoniche;
ad avviso dei firmatari della mozione, gli stessi operatori di polizia della Campania sono stati fortemente turbati dai provvedimenti assunti dall'autorità giudiziaria dopo gli incidenti di Napoli del marzo 2001, che hanno suscitato negli agenti la convinzione di non poter più prestare il proprio servizio in Campania con la stessa serenità di prima ed hanno ingenerato sfiducia nella magistratura locale;
moltissimi operatori di polizia sono impegnati quotidianamente in sempre maggiori servizi proprio su delega della locale autorità giudiziaria, come notifiche, interrogatori ed esercizio del ruolo di pubblico ministero nei dibattimenti;
il Governo, a testimonianza dell'attenzione che riserva alla questione sicurezza, è intervenuto in modo concreto, inviando a Napoli e Caserta 1200 unità di polizia in servizio provvisorio con l'operazione «alto impatto»;

impegna il Governo:

a potenziare in modo progressivo l'organico della polizia di Stato delle questure di Napoli e di Caserta fino a raggiungere un aumento di organico pari almeno alla vacanza esistente, procedendo al trasferimento del personale di origine campana in servizio nelle diverse regioni italiane, che consentirebbe di evitare ogni spesa riguardante la sistemazione logistica e amministrativa;
ad attivarsi per risanare le situazioni debitorie pregresse, attraverso la previsione nei prossimi disegni di legge finanziaria delle risorse economiche per gli organici, gli straordinari, i mezzi e i nuovi apparati tecnologici necessari per un sempre maggiore ed efficace contrasto alla criminalità;
ad assumere ogni iniziativa utile ad evitare che le forze dell'ordine vengano ancora impegnate in servizi impropri;
ad effettuare un'azione di monitoraggio sulla corretta applicazione - nei territori ad alta densità criminale, quale quello partenopeo - della legge 31 maggio 1965, n. 575, come modificata dalla legge 7 marzo 1996, n. 109, in tema di amministrazione e vendita dei beni confiscati alla malavita organizzata.
(1-00236)
«Ascierto, Pezzella, Coronella, Landolfi, Cardiello, Taglialatela, Cola, Nespoli, Bocchino, Mussolini, Cannella, Giorgio Conte, Gamba, Geraci, Maceratini, Menia, Gianni Mancuso».
(3 luglio 2003)

La Camera,
premesso che:
il problema della crescita della criminalità diffusa e organizzata nella città e nelle provincia di Napoli e in quella di Caserta ha conosciuto negli ultimi anni una impressionante escalation, ripetutamente denunciata dai mezzi di informazione, tale da pregiudicare pesantemente le condizioni di sicurezza dei cittadini;
tale problema endemico non ha trovato fino ad oggi da parte dello Stato risposte adeguate, tali da contrastare efficacemente e da estirpare quelle forme di criminalità organizzata o anche di semplice attuazione o assuefazione ad un regime di diffusa illegalità, che pervadono e soffocano la vita dei cittadini e comprimono e inquinano il tessuto sociale;
gli effetti positivi pur registrati di recente derivanti dalla decisione, a seguito della denuncia di fatti criminosi da parte della stampa e dell'opposizione parlamentare, di inviare per alcuni mesi un supplemento straordinario di forze dell'ordine con l'operazione «alto impatto» rischiano, qualora si trattasse di una misura isolata e temporanea, di costituire un intervento episodico, anziché la fase iniziale di un intervento organico e strutturale teso a combattere e a rimuovere radicalmente il fenomeno;
l'operazione «alto impatto» ha registrato un effetto positivo soprattutto nella città di Napoli, ma non altrettanto nell'intera area metropolitana, di cui la provincia rappresenta, con i suoi due milioni di abitanti, la fortissima conurbazione ed il degrado ambientale, la parte più esposta e trascurata;
un intervento organico e strutturale richiede sforzi e disponibilità finanziarie adeguate per incrementare e motivare gli organici che operano nel settore dell'amministrazione della giustizia e delle forze dell'ordine, per garantire un'adeguata formazione del personale e un'adeguata e aggiornata strumentazione e per rinforzare e incrementare le strutture di controllo sul territorio, in particolare nell'area di fortissima conurbazione e di degrado ambientale nella provincia di Napoli;
desta perplessità il ritardo con cui il Ministro della giustizia sta dando seguito alle norme già approvate dal Parlamento che prevedono l'assunzione di altri 1000 magistrati;

impegna il Governo:

a proseguire l'operazione «alto impatto», con lo stesso impegno quantitativo e qualitativo di mezzi e di uomini messo in campo nei mesi scorsi, fino a che se ne registri la necessità;
ad adottare le opportune iniziative affinché siano immediatamente poste in essere le deroghe al blocco di assunzioni nella pubblica amministrazione, in modo tale da consentire l'immissione di nuovo personale negli organici delle forze di polizia, prevedendo una specifica destinazione dello stesso al rafforzamento degli organici di Napoli e in particolar modo della provincia;
a dare tempestiva attuazione alle norme che istituiscono le sezioni distrettuali, snelliscono le procedure per i concorsi in magistratura e prevedono l'assunzione di altri 1000 magistrati;
ad adottare tutte le iniziative necessarie affinché sia risolto in modo definitivo il problema dell'individuazione della sede e della realizzazione del terzo tribunale in provincia di Napoli e a provvedere a far fronte immediatamente a situazioni di emergenza ai limiti della insostenibilità, come per quel che riguarda la carenza di organici a fronte dell'enorme carico di pendenze per il settore penale e civile del tribunale di Nola;
a dare attuazione al piano per la costruzione di caserme in provincia di Napoli e di Caserta e a ristrutturare i commissariati della città o a individuare nuovi allocazioni, laddove quelle esistenti risultino essere in condizioni molto compromesse dal punto di vista dell'agibilità e, talvolta, della decenza;
a riprendere, in via prioritaria e senza esitazioni, l'attacco ai patrimoni e al dominio sul territorio delle organizzazioni criminose;
a prevedere nel documento di programmazione economico-finanziaria adeguate risorse in favore delle forze dell'ordine e del settore della giustizia, in vista della predisposizione della legge finanziaria per il 2004.
(1-00237)
«Castagnetti, Tuccillo, Gerardo Bianco, Gambale, Squeglia, Villari».
(7 luglio 2003)

La Camera,
premesso che:
l'allarme criminalità nelle province di Napoli e Caserta rimane a livelli molto elevati con continui scontri tra organizzazioni malavitose, ma anche con numerosi episodi di microcriminalità, che colpiscono i cittadini e danneggiano anche il turismo e le attività economiche;
molto diffusa è anche la presenza di attività criminali legate ad interventi nei settori di tutela ambientale e della raccolta, dello stoccaggio e dello smaltimento dei rifiuti, con effetti devastanti per la tutela del territorio e per la salute dei cittadini;
l'operazione «alto impatto» ha dato buoni risultati in termini di repressione, ma poco è stato fatto dal Governo in termini di prevenzione in un territorio che necessita, in primo luogo, di servizi per contrastare la diffusa cultura dell'illegalità;
le forze dell'ordine continuano a dover sopperire senza adeguate risorse umane e strumentali a gravi carenze governative nel settore;
la magistratura è gravemente sotto dimensionata rispetto all'illegalità diffusa, che si manifesta in tutte le gradazioni dell'agire violento, dallo scippo alla rapina, dal furto in appartamento alle «gambizzazioni», fino ad arrivare agli omicidi: pesanti risultano i ritardi del ministero della giustizia;
occorrono iniziative governative di lotta alla disoccupazione e alle forme di disagio sociale;

impegna il Governo:

ad attivare un osservatorio per il monitoraggio dei traffici criminali e dei clan camorristi, anche per quanto riguarda le cosiddette «ecomafie», che consenta di fornire tempestivamente alle forze dell'ordine strumenti adeguati alla prevenzione, alla repressione e al controllo;
ad incentivare l'adozione da parte degli enti competenti di iniziative di prevenzione sociale sul territorio, quali valorizzazione di centri sociali, di centri di aggregazione giovanile, di ludoteche, cinema e di altri strumenti di arricchimento culturale e sociale, soprattutto nelle periferie urbane e nei comuni della provincia di Napoli e di Caserta, dove ai giovani spesso non rimane alcuna alternativa alla vita di strada, di modo da lavorare per sradicare alle radici la cultura dell'illegalità, che continua gravemente a diffondersi in queste aree;
a destinare a uso sociale e alla realizzazione di strutture per le forze dell'ordine i numerosi beni che ogni anno vengono confiscati alla malavita organizzata;
a promuovere una campagna informativa che possa aiutare i turisti ad evitare le «strade della pericolosità»;
a favorire l'immissione in ruolo dei mille magistrati, che tuttora attendono l'assunzione, per accelerare i processi e favorire la certezza della pena, in modo che siano evitate le scarcerazioni facili o prescrizioni, che, oltretutto, fanno venir meno il rispetto per la giustizia da parte della maggioranza dei cittadini onesti, che rispettano sempre tutte le regole;
a valutare la possibilità di proseguire l'operazione «alto impatto» incrementando i controlli anche nelle zone periferiche delle città e nei comuni più a rischio.
(1-00238)
«Pecoraro Scanio, Boato, Bulgarelli, Cento, Cima, Lion, Zanella».
(8 luglio 2003)


INTERPELLANZE URGENTI

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
contrariamente a quelle che erano state le richieste dell'opposizione, dal comunicato del Consiglio dei ministri di venerdì 27 giugno 2003, si evince che il Governo ritiene di non sottoporre gli schemi di regolamenti di attuazione della cosiddetta «legge Bossi-Fini» sull'immigrazione al parere delle commissioni parlamentari competenti;
tali regolamenti sembrano destinati a ricevere soltanto un parere di tipo consultivo e giuridico-amministrativo dal Consiglio di Stato (entro 45 giorni), nonché, a seconda del tipo di regolamento, dalla conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali o dal Garante per la protezione dei dati personali;
il Governo sarà così tenuto ad esaminare soltanto quei pareri e soltanto su quella base potrà eventualmente introdurre modifiche prima della deliberazione in via definitiva da parte del Consiglio dei ministri;
tale procedura, pur essendo consentita da una lettura formalistica della legge n. 189 del 2002 (nella parte in cui richiama l'articolo 17 della legge n. 400 del 1988), è assai grave dal punto di vista politico, perché denota la volontà del Governo di sottrarre il Parlamento da un confronto su norme inerenti una materia così delicata e complessa, come quella dell'immigrazione, e riguardanti diritti soggettivi delle persone;
tale procedura è, inoltre, contestabile dal punto di vista giuridico su almeno due dei quattro regolamenti presentati. Si tratta, in primo luogo, del regolamento generale, che va a modificare il regolamento di attuazione del testo unico del 1998, che, in base all'articolo 1, doveva essere invece sottoposto al previo parere parlamentare, e che riguarda la condizione giuridica dello straniero, che è coperta da una riserva relativa di legge, ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della Costituzione. In secondo luogo, si tratta del regolamento in materia di diritto d'asilo, che riguarda cioè l'esercizio di un diritto fondamentale garantito a livello costituzionale (anche con una riserva relativa di legge prevista dall'articolo 10, comma 3, della Costituzione) e a livello internazionale -:
se non ritenga di dover comunque trasmettere gli schemi dei predetti regolamenti alle Camere, affinché queste possano esprimere i propri rilievi.
(2-00826)
«Turco, D'Alema, Violante, Montecchi, Leoni, Amici, Bielli, Caldarola, Marone, Pollastrini, Soda, Battaglia, Bogi, Bolognesi, Di Serio D'Antona, Giacco, Lucà, Petrella, Zanotti».
(1o luglio 2003)

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il Consiglio d'Europa ha approvato il 4 aprile 1997 ad Oviedo la Convenzione per la protezione dei diritti dell'uomo e la dignità dell'essere umano, riguardo le applicazioni della biologia e della medicina - «Convenzione sui diritti dell'uomo e le biomedicine»;
con la legge 28 marzo 2001, n. 145, si è proceduto alla ratifica ed esecuzione della Convenzione di Oviedo, nonché del protocollo addizionale del 12 gennaio 1998, n. 168, sul divieto di clonazione di esseri umani;
la predetta legge delegava il Governo ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della medesima, uno o più decreti legislativi, recanti ulteriori disposizioni occorrenti per l'adattamento dell'ordinamento giuridico italiano ai principi e alle norme della Convenzione e del Protocollo citati;
l'articolo 49 della legge n. 3 del 16 gennaio 2003 ha differito il termine per l'esercizio della delega, previsto dall'articolo 3, comma 1, della legge 28 marzo 2001, n. 145, al 31 luglio 2003;
la Convenzione di Oviedo rappresenta la vera e propria carta della bioetica europea, posto che almeno alcuni articoli (11, 13, 14, 16, 17, 19, 20 e 21) non sono passibili di restrizioni e assumono, quindi, carattere di veri e propri principi incondizionati -:
se esistano ragionevoli cause che impediscano il deposito dello strumento di ratifica;
se il Governo intenda esercitare la delega nei nuovi termini.
(2-00811)
«Volontè, Giuseppe Drago, Mongiello, Lucchese, Dorina Bianchi, Giuseppe Gianni».
(24 giugno 2003)

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
da diverse settimane i quotidiani cittadini riferiscono che all'ospedale San Martino di Genova, ospedale regionale di riferimento, si verificherebbero fatti gravi, tali da configurare per quattro specialisti del reparto di chirurgia l'apertura di un'indagine per reati, quali truffa, peculato, evasione fiscale, appropriazione indebita;
gli illeciti si sarebbero realizzati nell'esercizio della libera professione intramuraria, svolta in strutture private accreditate e convenzionate con l'azienda ospedaliera San Martino per l'esercizio della libera professione, così come previsto dalle vigenti normative;
la denuncia dei fatti sarebbe avvenuta tramite lettera anonima di un non identificabile comitato di difesa dei cittadini diversi mesi fa, pervenuta all'ordine provinciale dei medici di Genova e al presidente della regione Liguria;
in data 28 marzo 2003, la direzione generale dell'ospedale San Martino aveva avviato una serie di verifiche sui presunti comportamenti illeciti dei sanitari in questione, affidando gli accertamenti ai Nas, i quali avevano provveduto al sequestro di tutta la documentazione necessaria per accertare la verità sui presunti illeciti;
in data 16 aprile 2003, la direzione generale dell'ospedale San Martino, rispondendo ad una lettera del presidente della giunta regionale della regione Liguria, relativa agli accertamenti, riferiva che i medesimi erano in corso da parte dei Nas e che all'esito delle indagini avrebbe adottato tutte le misure che la legge consente ad un direttore generale, qualora gli accertamenti avessero enucleato precise responsabilità sugli specialisti in questione;
ad oggi, nessuna relazione finale è pervenuta al direttore generale da parte dei Nas e risulta che non sia pervenuta nessuna relazione alla procura della Repubblica di Genova;
il 1o luglio 2003 il più grande quotidiano genovese, nel riferire della morte di una giovane mamma ventiseienne, operata al monoblocco, di chirurgia d'urgenza, per una grave occlusione intestinale, denuncia che la giovane donna era già stata ascoltata dai Nas a proposito dell'indagine avviata sui sospetti illeciti degli specialisti del reparto di chirurgia proctologica, in quanto operata un anno fa in una struttura privata, con la quale l'ospedale di San Martino aveva attivato la convenzione per far esercitare la libera professione intramuraria;
il susseguirsi delle vicende riferite dai giornali e la gravità di quest'ultimo avvenimento rischiano, in primo luogo, di rendere i cittadini genovesi e liguri utenti della struttura ospedaliera in questione non più sicuri, né certi di agire i propri diritti con la tranquillità dovuta, sia in quanto utenti ospedalieri che utenti in regime di libera professione, in secondo luogo, rischiano di far considerare dalla pubblica opinione l'ospedale di San Martino al rango di luogo del malaffare, per di più in mano a tecnici squalificati professionalmente;
la realtà dell'ospedale San Martino è al contrario una realtà in cui da anni operano professionisti qualificati e metodologie organizzative improntate alla autonomia e responsabilità sia dei dirigenti di secondo livello, che di primo o di unità operative -:
se il Ministro interpellato intenda attivarsi affinché venga sollecitamente consegnata la relazione finale di verifica dei Nas;
se il Ministro interpellato non ritenga promuovere un'ispezione ministeriale per verificare, sia all'ospedale San Martino che in tutte le strutture ospedaliere della regione, in quale modo vengono governate le liste d'attesa;
con quali strumenti si rendano noti al pubblico utente i regimi di libera professione intramuraria praticati dai professionisti dipendenti, sia in maniera singola che associata;
se siano rese note al pubblico le strutture private accreditate nelle quali si esercita la libera professione intramuraria;
se nelle strutture ospedaliere esistano opportuni strumenti pubblici di informazione ai cittadini circa l'elenco dei professionisti dipendenti che svolgono libera professione sia intra che extra muraria;
se siano rese note al pubblico le tariffe che vengono praticate in regime di libera professione, sia per visite specialistiche, sia per la diagnostica, sia per gli interventi chirurgici.
(2-00823)
«Labate, Burlando, Mazzarello, Rognoni, Pinotti, Acquarone, Banti, Finocchiaro, Amici, Adduce, Gasperoni, Motta, Buglio, Nigra, Cennamo, Agostini, Battaglia, Giacco, Zanotti, Di Serio D'Antona, Bolognesi, Pisa, Abbondanzieri, Nieddu, Piglionica, Petrella, Maran, Caldarola, Turco, Nesi, Mascia, Olivieri, Ruzzante, Bogi».
(1o luglio 2003)

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
articoli di stampa hanno denunciato il grave stato di emergenza idrica in cui versa tutto il Sud d'Italia;
in particolare, nel quartiere Brancaccio di Palermo si sono verificati numerosi ricoveri di bambini in ospedale, perché colpiti da forti intossicazioni e malori intestinali;
a seguito di questi gravi avvenimenti si sono effettuati controlli, i quali hanno rilevato l'apertura di una falla nella condotta idrica in cui si riversano i liquami delle fogne;
l'azienda acquedotti ha dovuto interrompere l'erogazione idrica per evitare infezioni agli abitanti del quartiere Brancaccio -:
quali interventi urgenti il Governo intenda adottare per far fronte al preoccupante problema dell'emergenza idrica, che affligge la Sicilia e tutto il Sud d'Italia;
se siano state adottate tutte le necessarie misure per la tutela della salute della popolazione della zona.
(2-00828)
«Di Serio D'Antona, Finocchiaro, Lumia, Bielli, Bimbi, Bindi, Boato, Bonito, Bova, Bressa, Buemi, Buffo, Bulgarelli, Cabras, Camo, Colasio, Crisci, Deiana, Fanfani, Filippeschi, Fistarol, Franceschini, Giulietti, Grotto, Lion, Merlo, Monaco, Panattoni, Pappaterra, Parisi, Pistone, Preda, Rava, Reduzzi, Ruggeri, Ruggieri, Rusconi, Russo Spena, Ruta, Sandi, Sinisi, Vendola, Vernetti, Vianello, Volpini, Zanella, Agostini, Battaglia, Benvenuto, Cialente, Coluccini, Diana, Galeazzi, Grandi, Maran, Maurandi, Nannicini, Quartiani, Rotundo, Rugghia, Michele Ventura».
(1o luglio 2003)

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il 30 maggio 2002, in seguito a un controllo della polizia stradale in località Fortezza, in prossimità del valico italo-austriaco del Brennero, veniva fermato un camion con 56 cuccioli di cane di razza beagle, provenienti dall'allevamento Morini di S. Polo d'Enza di Reggio Emilia e destinati ad un laboratorio tossicologico di Amburgo, in Germania, dove sarebbero stati sottoposti a vivisezione per esperimenti scientifici. Gli animali venivano trasportati in gabbie anguste, senza che sussistessero le condizioni igienico-sanitarie necessarie e senza che il conducente disponesse dell'autorizzazione prevista dalla legge per il trasporto di animali vivi; al momento del sequestro, i cuccioli presentavano evidenti segni di malnutrizione e risultavano non sverminati;
secondo quanto denunciato dall'associazione animalista Peta, l'episodio del 30 maggio 2002 non sarebbe isolato: la ditta Morini è titolare del più grande allevamento italiano di animali per vivisezione e da anni varie associazioni ambientaliste denunciano le condizioni in cui gli animali vi vengono custoditi. Gli stabilimenti della Morini ospitano attualmente cani di razza beagle, oltre a centinaia di altri animali destinati ad essere sottoposti a vivisezione, ovvero a esperimenti di tipo comportamentale, neurologico, di fisiologia o di tossicologia, che possono comportare gravi sofferenze e forte angoscia;
il 27 febbraio 2003 sono stati fermati a Fiumicino 16 beagle, provenienti da un allevamento di North Rose (New York) e destinati ad una ditta farmaceutica di Pomezia per la sperimentazione animale. Giunti a Fiumicino, con un volo della Delta proveniente da New York, erano accompagnati da un certificato datato 19 febbraio 2003;
secondo fonti del ministero della salute, i laboratori autorizzati a realizzare la sperimentazione animale sono circa 700 in Italia, di questi 233 hanno dichiarato, nel 2000, al ministero di fare esperimenti;
in Italia, l'utilizzo degli animali a fini sperimentali è regolamentato principalmente dal decreto legislativo n. 116 del 27 gennaio 1992, che recepisce la direttiva Cee n. 86/609 e dalla legge n. 413 del 1993, «Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale» -:
quali siano i dati in possesso del Governo in ordine ai fatti in oggetto;
se non ritenga opportuno predisporre adeguate ispezioni nei canili privati e convenzionati per chiarire quanto accade ed impedire che si verifichino casi analoghi a quelli citati, tenendo in considerazione il fatto che in molti Paesi stranieri le norme sulla vivisezione non sono rigide come nel nostro;
se non ritenga opportuno effettuare accertamenti nei centri in cui viene praticata la sperimentazione animale, intensificando le azioni di sorveglianza degli animali stabulati, verificando, in particolare, l'esistenza e la completezza della necessaria documentazione relativa agli animali stessi (provenienza, idoneità fisica, assistenza veterinaria ed altro);
se non ritenga opportuno effettuare, presso i laboratori in cui viene praticata la sperimentazione animale, gli opportuni controlli circa l'effettivo numero degli animali presenti e verificare la corretta compilazione e l'aggiornamento dei registri;
se non ritenga opportuno realizzare un controllo delle autorizzazioni alla sperimentazione animale e della loro scadenza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 116 del 1992, articolo 7, commi 2 e 3, e articoli 8 e 9, e, in caso affermativo, quanti e quali siano i laboratori che lavorano con permessi regolari e quanti e quali risultassero lavorare con permessi scaduti;
quali dati siano in possesso del Governo circa le comunicazioni che i laboratori autorizzati sono tenuti a dare, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 116 del 1992, articolo 7, comma 1, riguardo agli esperimenti su animali che stanno svolgendo oppure hanno svolto, e, in caso non sia avvenuta alcuna comunicazione, se non ritenga opportuno predisporre adeguati controlli;
se non ritenga opportuno realizzare controlli delle condizioni degli stabulari, affinché siano garantiti i requisiti sanitari ed il benessere animale, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 116 del 1992, articolo 5, e se tali controlli possano essere estesi anche nelle università, in particolare nei singoli istituti e/o dipartimenti di qualsiasi orientamento scientifico;
come si debba intendere e a cosa si riferisca il significato della dicitura «provenienza da altre fonti», contenuta nella tabella 1 del supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 279, del 30 novembre 2001, che si riferisce agli «animali utilizzati in relazione alla provenienza».
(2-00710)
«Zanella, Boato, Vendola, Lion, Rocchi, Cima, Azzolini».
(8 aprile 2003)

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 novembre 2001, «Integrazione all'accordo di programma sulla chimica a Porto Marghera», prevedeva, fra i suoi punti, l'adozione di un Master Plan al fine di orientare la redazione di progetti di riqualificazione ambientale dell'intera area interessata dall'accordo;
il Master Plan, redatto ed elaborato da un gruppo di lavoro coordinato da regione e comune e composto da rappresentanti della regione, del comune, della provincia, dell'A.r.p.a.v., dell'A.n.p.a., dell'Istituto superiore della sanità, del magistrato alle acque, dell'autorità portuale e dei ministeri dell'ambiente e della tutela del territorio, delle attività produttive e della salute, individuava:
a) «le tipologie degli interventi di risanamento ritenute tecnicamente ed economicamente praticabili applicando le migliori tecniche disponibili, garantendo comunque il mantenimento delle produzioni industriali e privilegiando gli interventi che favoriscono il trattamento nel sito ed il riutilizzo del suolo, del sottosuolo e dei materiali di riporto sottoposti a bonifica;
b) le modalità organizzative e le soluzioni tecnologiche per lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento dei materiali che dovranno essere sottoposti a bonifica;
c) la temporalizzazione degli interventi;
d) la valutazione di massima dei costi, della quale terrà conto il ministero dell'ambiente della tutela del territorio nella predisposizione dei programmi finanziari di cui al punto 3) dell'articolo 1 della legge n. 426 del 1998;
b) i criteri per il monitoraggio dell'attuazione del Master Plan;
c) i criteri per rendere coerenti gli interventi pubblici e privati di cui al punto 3.1 dell'allegato 1 dell'accordo di programma per la chimica, nonché del piano direttore 2000»;
recentemente è stato firmato un protocollo tra ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e regione Veneto sul Master Plan, che ridimensiona lo stesso a semplice strumento conoscitivo, di pura consultazione, avocando al solo ministero dell'ambiente e della tutela del territorio ogni potere prescrittivo e annullando, quindi, lo status speciale finora riconosciuto a Venezia e svuotando completamente il ruolo del comune e della provincia, che fino a questo punto sono stati protagonisti con la regione e il ministero;
il potere decisionale nell'ambito delle bonifiche di Porto Marghera viene messo in mano al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio con un inspiegabile processo di ricentralizzazione in ordine alle responsabilità in capo alle realtà locali;
non solo comune e provincia hanno manifestato il loro disaccordo, ma anche Unindustria di Venezia, esprimendo la propria opinione sulla questione, ha giustamente sottolineato che il documento vanifica il lavoro per l'accordo sulla chimica e per il Master Plan e «rischia di ritardare di anni la bonifica delle aree inquinate. E senza bonifiche non c'è futuro per Porto Marghera, per nulla, nemmeno per la produzione di idrogeno come combustibile al posto della benzina» -:
per quale motivo si sia ritenuto necessario procedere ad una scelta, che, ad avviso degli interpellanti, vanifica il lavoro finora fatto e rischia di ritardare ulteriormente la bonifica del siti inquinati di Marghera, con tutto ciò che questo ritardo comporta per l'avvio del risanamento, della riqualificazione e della riconversione di Porto Marghera e del suo rilancio socio economico;
perché si sia deciso di escludere il comune e la provincia di Venezia dalla gestione delle bonifiche, non rispettando quanto deciso dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 novembre 2001, «Integrazione all'accordo di programma sulla chimica a Porto Marghera», e in palese contraddizione con la cosiddetta «legge sulla salvaguardia», che riconosce a Venezia lo status speciale in ragione dei gravissimi problemi ambientali che la città deve affrontare e la necessità, proprio in virtù della fragilità del suo ecosistema, di coinvolgere gli enti locali nelle decisioni che riguardano la città.
(2-00840) «Zanella, Boato».
(8 luglio 2003)

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
la direzione generale del Corpo forestale dello Stato starebbe definendo un'intesa con la Piaggio s.p.a. per l'acquisto di un aereo P180 turbo elica per trasporto vip, per un valore di euro 8.000.000;
la trattativa prevederebbe che la Piaggio riceva come quota parte del pagamento due aerei Canadair CL215, attualmente di proprietà del Corpo forestale dello Stato, e l'uso dell'hangar di Ciampino, sempre di proprietà del Corpo forestale dello Stato;
difficilmente si individua l'utilità di acquistare un aereo turbo elica, che, data la struttura, vede il suo uso limitato al trasporto vip dei dirigenti del Corpo forestale o di quanti altri;
non è difficile immaginare l'inopportunità di alienare due Canadair CL215 e l'hangar per acquisire un aereo da trasporto vip;
appare comunque inopportuno l'acquisto di un aereo per il trasporto di vip, considerate le condizioni di ristrettezza in cui versano le pubbliche finanze -:
quale sia il prezzo di listino di un aereo Piaggio P180 turbo elica;
se quanto sopra esposto risponda a verità e, in caso affermativo, come si intenda intervenire per evitare un danno così grave alle casse dello Stato.
(2-00810)
«Sardelli, Mario Pepe, Bertolini, Aracu, Rotondi, Romani, Cicchitto, Dell'Anna, Galvagno, Cesaro, Iannuccilli, Verdini, Angelino Alfano, Massidda, Saponara, Oricchio, Michelini, Germanà, Masini, Palma, Pinto, Palumbo, Mauro, Falanga, Bertucci, Testoni, Arnoldi, Verro, Vitali, Lainati, Lorusso, Fallica, Paoletti Tangheroni, Muratori, Taormina, Lazzari».
(23 giugno 2003)

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole e forestali, per sapere - premesso che:
quest'anno la campagna antincendi boschivi si presenta particolarmente difficile a causa delle alte temperature e degli estremi climatici che si registrano in Italia in questi ultimi periodi;
di fronte a tale pericolo risulta che il Corpo forestale dello Stato, per la prima volta nella sua storia, si trovi in una situazione di assoluta impotenza operativa -:
se il Corpo forestale dello Stato sia in grado di attivare con la massima efficacia la sua struttura operativa o se per mancanza di fondi sia addirittura impossibilitato a far fronte al pagamento di spese pregresse;
se gli elicotteri del Corpo forestale AB 412 Agusta siano tutti fuori uso per avarie ai motori e, quindi, indisponibili per contrastare gli incendi boschivi;
se il Corpo forestale dello Stato disponga, fin dal 1988, di un finanziamento di ben 360 miliardi di vecchie lire, pari a circa 180 milioni di euro, per il potenziamento della propria flotta elicotteristica e, nonostante ciò, a tutt'oggi non abbia provveduto a compiere atti per l'acquisto degli aeromobili necessari;
ove le suesposte domande dovessero trovare conferma, come si intenda intervenire per consentire nell'immediato al Corpo forestale dello Stato di ripristinare la propria operatività nel settore dell'antincendio boschivo e della protezione civile in generale;
quali motivi avrebbero impedito al Corpo forestale dello Stato di acquisire con la dotazione finanziaria disponibile gli elicotteri necessari alla lotta agli incendi boschivi, a chi farebbero capo le eventuali responsabilità del mancato acquisto e quali iniziative si intendano intraprendere per acquisire rapidamente i nuovi elicotteri.
(2-00839)
«Realacci, Vigni, Marcora, Rava, Gerardo Bianco, Bimbi, Bindi, Camo, Capitelli, Carbonella, Castagnetti, Fistarol, Grignaffini, Ladu, Lettieri, Santino Adamo Loddo, Tonino Loddo, Monaco, Panattoni, Papini, Parisi, Piscitello, Reduzzi, Rocchi, Ruggeri, Ruggieri, Rusconi, Soro, Squeglia, Villari, Abbondanzieri, Enzo Bianco, Lolli, Raffaella Mariani, Nigra, Ottone, Quartiani, Rotundo, Rugghia, Zunino».
(8 luglio 2003)

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
assistiamo da alcuni mesi ad un progressivo deterioramento del funzionamento del settore del calcio, in particolare per tutto ciò che è riconducibile all'intricato e controverso comparto del calciomercato, nel quale operano indisturbati gruppi in grado di condizionare e manipolare il mercato stesso;
ferma restando l'autonomia dello sport e delle sue attività collaterali, resta aperto l'interrogativo di fondo se sia necessaria o meno un'adeguata regolamentazione dell'intero settore attraverso norme eque e coerenti con la legislazione europea;
il mercato del calcio, infatti, è caratterizzato da continui episodi di conflitti di interesse che interferiscono nella gestione concreta delle società;
alla luce di una situazione ormai sempre più insostenibile e foriera di ulteriore confusione anche sul terreno fiscale e contributivo, sarebbe opportuno un intervento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato per ricreare - nel settore calcistico - un contesto trasparente, regolamentato e non inficiato da una gestione oligopolistica, che può distorcere lo stesso andamento del mercato -:
se, anche al fine di sanare la situazione descritta in premessa, il Governo non intenda adottare un'iniziativa normativa per evitare una progressiva degenerazione dell'intero comparto calcistico.
(2-00833)
«Micheli, Merlo, Enzo Bianco, Minniti, Ciani, Bersani, Letta, Visco, Crucianelli, Turco, Nicola Rossi, Morgando, Annunziata, Giovanni Bianchi, Boccia, Bottino, Burtone, Delbono, Fioroni, Gentiloni Silveri, Giachetti, Lusetti, Maccanico, Molinari, Montecchi, Mosella, Pasetto, Pinza, Santagata, Stradiotto, Tuccillo, Colasio, Fanfani, Franceschini, Lolli, Reduzzi, Ruggeri, Rusconi, Vernetti».
(2 luglio 2003)

L)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
secondo le ultime stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, il numero totale di africani affetti dall'Hiv o dall'Aids è di 25,3 milioni; in 8 Paesi africani, almeno il 15 per cento degli adulti è infetto. In questi Paesi, l'Aids causerà la morte di circa un terzo dei quindicenni africani di oggi;
l'Africa ospita circa il 70 per cento degli adulti e l'80 per cento dei bambini del mondo affetti da Hiv e, dall'inizio dell'epidemia, ha seppellito circa i tre quarti degli oltre 20 milioni di persone, che, nel mondo, sono morte a causa dell'Aids;
il tasso d'infezione è molto più elevato tra le giovani donne africane che tra i giovani uomini, con un rapporto di circa 12 donne infette per ogni 10 uomini;
i Paesi più colpiti dall'Hiv sono concentrati nella parte meridionale dell'Africa dell'est, in Botswana, Namibia e Zimbawe; nel Sudafrica ha luogo una vera e propria emergenza Hiv: si stima che il 50 per cento dei nuovi casi di infezione in Africa si riferisca proprio a questo Paese;
in Paesi come l'Uganda, la Zambia e Io Zimbawe il virus Hiv sta uccidendo milioni di persone delle fasce più giovani di età, anche se l'Uganda, attraverso rigidi programmi di prevenzione, ha abbassato il tasso di prevalenza a circa l'8 per cento nel 1999, dal valore massimo di quasi 14 per cento agli inizi degli anni novanta;
tale flagello ha un costo in termini sociali se si pensa all'impatto di milioni di uomini vedovi, spesso anch'essi malati, costretti ad affrontare in solitudine la malattia e la povertà, e ai milioni di orfani, che saranno costretti a sopravvivere senza l'aiuto di nessuno;
parimenti sotto il profilo economico la malattia ed il decesso hanno conseguenze negative, tali da minacciare seriamente le prospettive di sviluppo economico di questi Paesi -:
quali iniziative e quali strumenti il Governo intenda adottare o stia adottando per aiutare i Governi e le popolazioni africane colpiti così duramente dall'epidemia dell'Hiv.
(2-00822)
«Emerenzio Barbieri, Volontè, Naro».
(1o luglio 2003)

M)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
in data 3 luglio 2003, il Ministro interpellato ha nominato nella persona del signor Bruno Lenzi il commissario dell'autorità portuale di Livorno;
di fronte alla prima terna di indicazioni da parte degli enti locali interessati e della camera di commercio, il Ministro interpellato aveva ritenuto opportuno richiedere una seconda terna;
gli enti locali livornesi e la camera di commercio avevano provveduto ad indicare una seconda terna, introducendo, tra l'altro, una nuova indicazione per quanto concerne la designazione del comune di Livorno;
il presidente della regione Toscana aveva più volte manifestato la volontà di dare l'intesa sul presidente dell'autorità portuale, avendo come riferimento le segnalazioni del comune e della provincia di Livorno;
alle ripetute richieste di un tavolo di concertazione avanzate dal presidente della regione Toscana Claudio Martini sia al Ministro interpellato, sia al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, dottor Gianni Letta, sia allo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, non è giunta alcuna risposta;
alla luce di tutto ciò la nomina di un commissario appare, ad avviso degli interpellanti, oltre che un chiaro segnale di arroganza, di insensibilità e di autoritarismo verso le istituzioni locali, anche una palese violazione delle corrette procedure di nomina, secondo il dettato della legge n. 84 del 1994, tanto che la regione Toscana ha già inoltrato ricorso alla Corte costituzionale;
tale atto assume una ulteriore gravità politica alla luce del fatto che il Governo sapeva che la nomina del signor Bruno Lenzi, designato dal comune di Capraia e dalla camera di commercio, non avrebbe trovato il consenso né degli enti locali livornesi, né della regione;
il commissariamento, per la sua stessa natura giuridica, apre problemi seri per la vita economica della città in una fase nella quale, a cominciare dai delicati sviluppi della situazione del cantiere, ci sarebbe stato bisogno di un governo della portualità nella pienezza delle sue funzioni -:
quali iniziative intendano assumere per superare immediatamente la situazione di commissariamento e per riaprire una autentica concertazione con la regione e gli enti locali livornesi in grado di poter nominare il nuovo presidente della autorità portuale di Livorno.
(2-00838)
«Fassino, D'Alema, Chiti, Bersani, Filippeschi, Susini, Michele Ventura, Innocenti, Magnolfi, Lulli, Bolognesi, Pennacchi, Nieddu, Nannicini, Bellini, Fluvi, Raffaella Mariani, Carli, Cordoni, Franci, Albonetti, Roberto Barbieri, Borrelli, Capitelli, Carboni, Chiaromonte, De Luca, Alberta De Simone, Duca, Guerzoni, Lucidi, Luongo, Mancini, Martella, Mussi, Oliverio, Ottone, Raffaldini, Sabattini, Sandri, Sasso, Sciacca, Sedioli, Siniscalchi, Soda, Spini, Trupia, Vigni, Zunino, Abbondanzieri, Bogi, Bonito, Bova, Buffo, Coluccini, Mazzarello, Montecchi, Nigra, Olivieri, Panattoni, Preda, Rognoni, Rossiello».
(8 luglio 2003)