Onorevoli Colleghi! - La Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è stata istituita con deliberazione della Camera dei deputati del 31 luglio 2003, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 180 del 5 agosto 2003, allo scopo di: verificare la dinamica dei fatti, le cause ed i motivi che hanno portato al duplice omicidio, nonché il contesto, in particolare dal punto di vista militare, politico ed economico; esaminare e valutare le possibili connessioni tra l'omicidio, i traffici illeciti di armi e di rifiuti tossici e l'azione di cooperazione allo sviluppo condotta dallo Stato italiano in Somalia; analizzare, in fine, le modalità, la completezza e l'attendibilità dell'operato delle amministrazioni dello Stato, anche in relazione alle inchieste della magistratura.
La Commissione, costituitasi il 21 gennaio 2004, era originariamente chiamata a concludere i propri lavori entro sei mesi dalla sua costituzione, mentre entro i successivi due mesi avrebbe dovuto presentare all'Assemblea una relazione conclusiva.
Nonostante l'intensa attività svolta dalla Commissione sin dall'inizio, le questioni poste dalla deliberazione istitutiva si sono rilevate talmente complesse che si sono rese necessarie due proroghe.
La prima, disposta con deliberazione della Camera dei deputati 15 luglio 2004, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio 2004, prevedeva che i lavori della Commissione terminassero entro il 30 luglio 2005 e che la relazione conclusiva fosse presentata entro il 30 novembre 2005.
Successivamente, con deliberazione della Camera dei deputati 12 luglio 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 166 del 19 luglio 2005, il termine per la conclusione dei lavori è stato prorogato al 31 dicembre 2005, mentre il termine per la presentazione della relazione conclusiva è stato fissato al 28 febbraio 2006.
Sino ad oggi, la Commissione ha potuto esaminare la maggior parte delle questioni relative al duplice omicidio.
Grazie alle citate proroghe, la Commissione ha potuto approfondire le diverse piste investigative e ricostruire, con un elevato grado di affidabilità, la dinamica dell'omicidio, anche grazie al ritrovamento e al recupero in Somalia dell'autovettura a bordo della quale Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono stati uccisi e all'accurata perizia eseguita dai consulenti tecnici e dalla polizia scientifica sull'autovettura.
Sono state, inoltre, analizzate le causali riguardanti la morte dei due giornalisti, prendendo in esame e valutando l'attendibilità di quelle piste giornalistiche che ricollegano l'omicidio a presunte conoscenze degli stessi in ordine a traffici di armi e di rifiuti tossici tra l'Italia e la Somalia.
Il contesto militare e politico della Somalia nel 1994 è stato ricostruito sia attraverso la richiesta di atti e documenti specifici, sia ascoltando i responsabili della missione UNOSOM I e II; la Commissione ha completato la ricostruzione di tale contesto, sentendo la testimonianza dei responsabili della missione militare italiana.
Riguardo al ruolo delle amministrazioni nella vicenda connessa all'uccisione di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, sono stati approfonditi l'attività della magistratura, le responsabilità dei dipendenti e dirigenti della RAI-Radiotelevisione italiana Spa che si occuparono del trasporto dei bagagli dei due giornalisti, nonché l'attività investigativa svolta dalla Digos di Roma e di Udine. In riferimento a quest'ultima, la Commissione è riuscita autonomamente a scoprire il nome delle fonti confidenziali di cui si è avvalsa la Digos di Udine per condurre le indagini.
È stato poi sventato un tentativo di depistaggio a danno della Commissione grazie a un serio lavoro investigativo condotto a latere dell'inchiesta.
La Commissione ha, infine, esaminato accuratamente il ruolo di Hashi Omar Hassan, cittadino somalo, condannato con sentenza passata in giudicato a 26 anni di reclusione in quanto giudicato uno dei responsabili dell'omicidio. A tale proposito è stato approfondito il ruolo dell'ambasciatore Cassini nell'identificare le persone di cittadinanza somala che vennero nel 1997 in Italia per testimoniare sulle violenze subite dai militari italiani, tra le quali fu, poi, individuato il teste accusatore di Hashi Omar Hassan, il cosiddetto «Gelle», resosi irreperibile prima dell'arresto dello stesso Hashi Omar Hassan. Al riguardo è stata avviata una apposita rogatoria internazionale per rintracciare tale testimone.
È stato possibile per la Commissione sentire come testimoni alcune persone informate sui responsabili del duplice omicidio, aprendo nuovi possibili scenari meritevoli di specifico approfondimento.
Si è, altresì, esplorato il filone della cooperazione allo sviluppo in Somalia, anche attraverso l'acquisizione degli atti in possesso dell'autorità giudiziaria di Roma e di Milano e degli esami testimoniali dei responsabili pro-tempore della cooperazione presso il Ministero degli affari esteri.
Del pari, si è approfondito il ruolo che il SISDE ha avuto nella individuazione dei responsabili del duplice omicidio; a tale fine, la Commissione ha esaminato la documentazione già richiesta al Servizio e ha ascoltato le testimonianze dei funzionari che si sono occupati della vicenda.
Sono stati selezionati circa 1.000 documenti presso il SISMI, di cui si attende ancora la trasmissione, che dovranno essere esaminati prima della scadenza dei lavori della Commissione e dal cui esame potrebbero scaturire ulteriori esigenze investigative.
Ulteriori accertamenti sono stati svolti per verificare se e in quale maniera l'uccisione dei due giornalisti possa essere collegata a presunti traffici illeciti di rifiuti e di armi, acquisendo gli atti processuali delle autorità giudiziarie di Trieste, di Latina e di Brindisi e ascoltando alcuni testimoni somali e italiani interessati alla vicenda, in primis l'ingegnere Omar Mugne, allora proprietario della società di pescherecci Shifco, attraverso apposita rogatoria svoltasi a Sana'a nello Yemen, ed il signor Giorgio Giovannini, indicati da alcune inchieste giornalistiche come i mandanti dell'omicidio.
I suddetti risultati sono stati raggiunti attraverso una intensa attività della Commissione, concretizzatasi, alla data del 6 dicembre 2005, in 269 esami testimoniali e in 24 audizioni, per complessive 445 ore di seduta.
Restano, tuttavia, ancora da effettuare alcuni delicati accertamenti istruttori, la cui complessità appare difficilmente compatibile con il rispetto del termine previsto dalla citata deliberazione della Camera dei deputati 12 luglio 2005 per la conclusione dei lavori.
In primo luogo, occorre procedere all'escussione del principale testimone d'accusa - il cosiddetto «Gelle» - le cui dichiarazioni, come si è detto, sono state ritenute essenziali dall'autorità giudiziaria italiana, che proprio sulla base di esse ha proceduto alla condanna, in via definitiva, di Hashi Omar Hassan, cittadino somalo.
L'importanza dell'acquisizione di una simile testimonianza appare decisiva alla luce delle evidenze emerse nel corso dell'indagine della Commissione, che sembrano per taluni aspetti non del tutto coerenti con la ricostruzione dei fatti accolta in sede giudiziaria.
Sino ad oggi non è stato possibile procedere all'escussione di tale fondamentale testimone, essendosi quest'ultimo reso irreperibile poco prima del processo. Le accurate ricerche condotte per conto della Commissione inducono però a ritenere ormai prossima l'individuazione del luogo in cui l'uomo si è rifugiato e, conseguentemente, concreta la possibilità di acquisire in tempi brevi le sue dichiarazioni attraverso una specifica rogatoria la cui formalizzazione appare incompatibile con i tempi di scadenza previsti per la conclusione dei lavori della Commissione.
Ulteriori accertamenti e verifiche si rendono, inoltre, necessari per riscontrare con la dovuta accuratezza taluni degli elementi emersi nel corso dell'attività istruttoria sin qui condotta.
Tutto ciò premesso, sentito l'Ufficio di presidenza della stessa Commissione, si ritiene necessario che i lavori istruttori della Commissione siano prorogati fino al 28 febbraio 2006, fermo restando il termine già previsto per la presentazione della relazione conclusiva all'Assemblea.
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