Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione, avanzata in data 26 gennaio 2006 dal deputato Maurizio Gasparri, concernente un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Roma, che trae origine da una querela sporta dalla dottoressa Clementina Forleo, giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Milano.
La dottoressa Forleo si è resa evidente, per la prima volta, alle cronache nazionali per avere il 24 gennaio 2005, emanato una sentenza nella quale - all'esito del giudizio abbreviato celebrato a carico di alcuni imputati, accusati di violazione delle leggi sull'immigrazione, di ricettazione e di associazione con finalità di terrorismo - ha ritenuto di non ravvisare la sussistenza di quest'ultimo reato. Come è ben noto a tutti, i motivi che hanno portato la Forleo ad escludere, nei confronti dei sopraddetti imputati, le ipotesi di associazione con finalità di terrorismo risiedono nell'avere costei distinto la nozione di «terrorismo» da quelle di «resistenza» o di «guerriglia». Avendo ritenuto sussistere la seconda e la terza ipotesi, e non la prima, nel caso di specie attinente alla situazione irachena, il magistrato ha pronunciato una sentenza di assoluzione.
Senza entrare nel merito della sentenza, che non ci compete, diremo soltanto, opportunamente e doverosamente, anzitutto che il GIP di Brescia, Roberto Spano, soltanto pochi giorni dopo, riarrestò due dei tre sunnominati fondamentalisti islamici, assolti e liberati dalla collega milanese, con l'accusa di terrorismo internazionale di cui all'articolo 270-bis; e poi che l'anzidetta decisione della Forleo fu oggetto di una nutritissima raffica di dure e pesanti «critiche», tra le quali ci limiteremo a ricordare quelle dell'onorevole Biondi, del senatore Cossiga, dell'onorevole Di Pietro, dell'onorevole Follini, del dottor D'Ambruoso, anch'egli magistrato, già PM di quella stessa inchiesta, ed ora consigliere giuridico della rappresentanza italiana presso l'ONU a Vienna.
Anche l'onorevole Gasparri è intervenuto a commentare la pronuncia in oggetto, con delle dichiarazioni alle agenzie Ansa e Adnkronos in data 25 gennaio 2005, e con un comunicato stampa del Ministero delle Comunicazioni in data 6 febbraio 2005. Come risulta dal capo di imputazione l'onorevole Gasparri ha parlato di: «una decisione incredibile, sconcertante ed allarmante, fuori da ogni schema razionale, basata su una scelta ideologica... oggi vive gente che si trova al di fuori del mondo, e che non si ricorda che c'è stato un evento terribile come l'11 settembre... il Governo deve valutare con urgenza l'emanazione di norme che impediscano a giudici irresponsabili di lasciare a piede libero degli autentici terroristi.... In ogni caso il CSM deve intervenire perché un magistrato che ha fatto queste cose è un pericolo per la sicurezza, ed è una persona che non può svolgere quella funzione».
La Giunta ha esaminato il caso nella seduta del 1 febbraio 2006. La maggioranza dei componenti ha ritenuto che tutta la vicenda debba essere ricondotta pienamente nel contesto del dibattito politico-parlamentare. Appare infatti persino superfluo ricordare che a partire dall'11 settembre 2001 il tema del terrorismo internazionale è prepotentemente venuto alla ribalta politica in tutti i Paesi e nei relativi Parlamenti, compreso naturalmente il nostro. Tanto risulta non soltanto dalle varie iniziative ed attestazioni di solidarietà con gli Stati Uniti, avutesi nell'immediatezza dei tragici attentati alle «Torri gemelle» ed al Pentagono, ma anche dai tantissimi passaggi parlamentari relativi alla guerra in Iraq, ai finanziamenti della relativa spedizione italiana di pace, alle vicende del rapimento e della liberazione di Giuliana Sgrena e della connessa morte di Nicola Calipari, ed ancora agli attentati di Londra 2005, ed a tant'altro ancora.
Con riguardo specifico alla sentenza della dottoressa Forleo, va qui ricordato altresì che i deputati Paniz di Forza Italia e Cè della Lega Nord hanno presentato il 26 gennaio 2005 le interrogazioni rispettivamente n. 3-04133 e n. 3-04134, mentre il successivo 10 febbraio 2005, il deputato Fragalà, dello stesso gruppo dell'onorevole Gasparri, ha presentato l'interrogazione n. 4-12869.
Tutti questi momenti parlamentari sono inconfutabilmente dimostrativi della rilevanza politica dell'argomento trattato dall'onorevole Gasparri, e del loro nesso con le funzioni di competenza di un membro della Camera, nonché con l'esercizio relativo del diritto di critica e di cronaca politica.
Per questi motivi la Giunta, a maggioranza, propone all'Assemblea - come già nei precendenti casi degli onorevoli Selva e Cicchitto - di deliberare nel senso che i fatti oggetto del procedimento in esame concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
Giuseppe LEZZA, relatore
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