Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal deputato Cesare Previti in relazione ad un procedimento civile intentato nei suoi confronti da Stefania Ariosto. Quest'ultima si è doluta, con atto di citazione innanzi al tribunale di Milano notificato nel 1998, di affermazioni comparse nel paragrafo «Battaglia sui debiti dell'Ariosto» del libro «La sfida» di Bruno Vespa (Mondadori, 1998), nelle quali il deputato Previti avrebbe affermato: «I procuratori di Milano hanno elevato un confidente bugiardo come l'Ariosto al rango di testimone. Ma l'Ariosto ha mentito su tutto. Non ne ha azzeccata una nemmeno per sbaglio ... lei nasce certamente portando sulle spalle una situazione giudiziaria pesantissima per una serie di contestazioni molto gravi, dalla bancarotta fraudolenta al falso, dalla falsa testimonianza alla truffa in danno di una assicurazione ... Nasce poi con una situazione debitoria pesantissima per alcuni miliardi. Come li paga? Con la vendita di imprecisati gioielli di famiglia come dice nel corso dell'incidente probatorio? ... Io sono vittima di terrificanti indagini a tappeto ... mentre chi mi ha calunniato non solo può continuare indisturbata la sua opera, ma non è chiamata neppure a rendere conto dell'improvvisa sistemazione dei suoi gravissimi problemi giudiziari ed economici in coincidenza con l'aver iniziato a raccontare le bugie all'origine di questa indagine [...] L'Ariosto non solo è immunizzata per le sue malefatte, ma lo è ancora di più per le sue bugie» (per comodità, comunque, l'intero atto di citazione s'intende qui riportato).
Sergio COLA, relatore.
Il Previti ha interposto appello, il giudizio sul quale attualmente pende.
Alla maggioranza dei componenti intervenuti è risultato chiaro che la vicenda da cui scaturisce il procedimento civile in questione è profondamente connessa all'attività parlamentare del deputato. Essendo, come largamente noto, Stefania Ariosto la principale testimone di accusa in diversi procedimenti penali contro Cesare Previti ed essendo pervenuta, nel settembre 1997, financo una richiesta di autorizzazione all'arresto a carico dello stesso, denegata poi dalla Camera il 20 gennaio 1998, è parso evidente il nesso funzionale tra le dichiarazioni contenute nel libro di Vespa e contestate all'onorevole Previti e le funzioni parlamentari di quest'ultimo. Proprio nella seduta menzionata, Cesare Previti ebbe ad affermare: «Accetterò con dignità personale e politica l'odierno passaggio parlamentare e il procedimento a mio carico con tutte le sue conseguenze, anche nella dolorosa ipotesi di una privazione della libertà personale. Ho cercato a mezzo di memorie scritte e di audizioni alla Camera, oltre che con le dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria, di chiarire la mia posizione che ho tutelato e tutelerò come quella di un non colpevole. Ho esercitato con onore, per quarant'anni, la mia professione di avvocato, una professione appassionante e al tempo stesso delicata e difficile, mai abusandone per compiere o favorire attività indegne di essa».
Con tali frasi l'onorevole Previti faceva chiaro riferimento al materiale indiziario raccolto nei suoi confronti.
Del resto, che rilievi extra moenia del deputato Previti nei confronti della signora Ariosto siano stati la proiezione esterna della sua attività parlamentare è stato già affermato dalla Camera in diverse occasioni, per iniziative giudiziarie analoghe della signora Ariosto contro il medesimo Cesare Previti (cfr. per esempio i Doc. IV-quater, n. 22 e 31 e le sedute dell'Assemblea rispettivamente del 14 marzo e 13 giugno 2002).
Per questi motivi, la Giunta a maggioranza propone all'Assemblea di deliberare nel senso che i fatti oggetto del procedimento costituiscono opinioni espresse da un deputato nell'esercizio delle sue funzioni.