Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente Amedeo Matacena, deputato nella XII e XIII legislatura, con riferimento a un procedimento penale pendente presso il tribunale di Reggio Calabria (proc. n. 715/99 RGNR).
L'istanza di deliberazione d'insindacabilità era stata avanzata dall'onorevole Matacena in data 31 luglio 1998 (XIII legislatura). Assegnata alla Giunta per le autorizzazioni, l'istanza relativa al predetto procedimento non fu tuttavia mai esaminata. Per tale motivo fu mantenuta all'ordine del giorno della XIV legislatura (cfr. l'annuncio sull'Allegato A ai Resoconti della seduta del 30 maggio 2001) e riassegnata alla Giunta medesima.
La vicenda trae origine dalla pubblicazione su Tribuna Calabria del 2 marzo 1995 del testo di una interrogazione a risposta scritta (la n. 4/07399) presentata dal Matacena alla Camera dei deputati il 14 febbraio 1995 (cfr. Allegato B ai resoconti della seduta del 14 febbraio 1995). Per come risulta dal capo d'imputazione, il deputato è chiamato a rispondere: «del delitto p. e p. dagli articoli 110 e 595, comma 3, del codice penale e 13 della legge n. 47 del 1948 per avere, [...] quale deputato al Parlamento [...], dopo avere presentato al Presidente del consiglio dei ministri ed ministro Guardasigilli un'interrogazione parlamentare a risposta scritta, diffondeva poi alla stampa il testo della medesima interrogazione, (esorbitando così dalle funzioni parlamentari oggetto della previsione costituzionale di cui all'articolo 68 Costituzione) [così offendendo] la reputazione personale e professionale del magistrato della Direzione Nazionale Antimafia dott. Vincenzo MACRÌ nei confronti del quale - a fronte del godimento del trattamento di missione - veniva insinuato il dubbio circa la commissione - da parte del magistrato - del "reato di truffa ai danni dello Stato", situazione questa che avrebbe comportato una "illegittimità", tanto da sollecitare l'interrogato a richiedere al beneficiario "la restituzione delle somme eventualmente indebitamente percepite"».
Per tali affermazioni il deputato all'epoca dei fatti Matacena è stato querelato dal dottor Vincenzo Macrì, magistrato addetto alla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
La Giunta ha esaminato la questione nelle sedute del 2 e 30 ottobre e del 5 novembre 2003. L'interessato è stato ascoltato il 30 ottobre 2003.
Tanto premesso, è apparso evidente alla Giunta che i contenuti degli articoli giornalistici oggi in questione (apparsi su Tribuna Calabria, 2 marzo 1995 a pagina 3) sono interamente riconducibili all'attività parlamentare tipica del Matacena giacchè riproducono il testo di un'interrogazione parlamentare da lui presentata. Sono quindi coperti dall'articolo 68, primo comma, della Costituzione.
Del resto, vale la pena ricordare che già la Camera ha avuto modo di occuparsi di due casi simili relativi a procedimenti penali pendenti innanzi all'autorità giudiziaria di Reggio Calabria e concernenti sempre accuse del Matacena nei confronti del dottor Macrì (vedi i doc. IV-ter, n. 30/A e IV-quater, n. 39 della XIII legislatura). La Camera deliberò l'insindacabilità per entrambi i casi e, su ricorso per conflitto d'attribuzioni della magistratura reggina, la Corte costituzionale rigettò i conflitti con le sentenze rispettivamente n. 320 e 321 del 2000, le quali riconobbero - come è anche in questo caso - che le esternazioni pretesamente offensive dell'onorevole Matacena non sono altro che la proiezione al di fuori della Camera dei contenuti di un suo atto parlamentare.
Per questi motivi, la Giunta all'unanimità propone all'Assemblea di deliberare nel senso che i fatti oggetto del procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.
Carolina LUSSANA, relatore.
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