Doc. IV-quater, n. 70





Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente il deputato Vittorio SGARBI con riferimento ad un procedimento civile pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Roma (proc. n. 18166/01 RG), originato da un atto di citazione depositato dal dottor Gian Carlo Caselli.
In particolare lo Sgarbi è stato citato per alcune affermazioni rese nel corso di un'intervista telefonica rilasciata nel corso della trasmissione televisiva «Fatti e Misfatti», condotta da Paolo Liguori il 10 novembre 1999. Nel corso della trasmissione l'on. Sgarbi veniva intervistato per rispondere a domande relative all'esito di un processo penale per diffamazione aggravata a suo carico promosso dal dott. Caselli. Durante l'intervista, rispondendo a specifiche domande del Liguori relative al risarcimento dei danni a seguito di opinioni espresse dai parlamentari, l'on. Sgarbi formulava dichiarazioni relative all'operato del Caselli nei noti processi giudiziari a carico del senatore Giulio Andreotti, del dottor Luigi Lombardini (procuratore della Repubblica presso la pretura di Cagliari), di Francesco Musotto, del frate Frittitta, adombrando responsabilità del Caselli per i danni che le accuse da lui avanzate avrebbero potuto causare loro. Per come le dichiarazioni gli sono attribuite nell'atto di citazione, il deputato Sgarbi, tra l'altro, affermava rispondendo alle domande del Liguori: «Noi abbiamo padre Frittitta - che è il massimo, io lo difesi - che va a confessare un mafioso, viene arrestato! ... Io credo che Mazzotta, Frittitta dovrebbero querelare quanti li hanno diffamati con inchieste, smentite poi dai giudici, da altri giudici che hanno detto: quello era un errore» ... «Allora lo mettono in galera; dopo di che lo liberano, ma la gerarchia ecclesiastica viene scavalcata da un giudice il quale dice: tu non puoi stare a Palermo, devi andare a Verona» ... «Cioè prendono un frate e lo mandano a Verona in esilio». Liguori: «Eh!» Sgarbi: «Lo mandano ...una cosa da pazzi! Cioè, se noi...» Liguori: «Hai fatto, mi hai...» Sgarbi: «dopo di che... dopo di che questo viene processato, condannato, due anni e quattro mesi deve tacere». Liguori: «siccome... siccome ci sono pubblici ministeri che fanno politica, grazie a un posto ottenuto facendo carriera incriminando gente innocente per una sorta di legge del contrappasso, oggi Mazzotta dovrebbe chiedere il seggio senatoriale di Di Pietro». Sgarbi: «Ma esattamente! Cioè, il problema vero è che il danno che loro imputano a noi non c'è! A Mazzotta, a Musotto a Tabacci...». Liguori: «C'è». Sgarbi: «...A Frittitta, c'è il danno! Bisogna querelarli! E fargli pagare i danni! Questo è quello che io chiedo a Caselli. E combatterò per il diritto delle persone che hanno subito una lesione grave! Se io fossi parente di Lombardini, non lascerei respirare un attimo...». Liguori: «Chi?». Sgarbi: «Non la coscienza, che è un problema suo... E non voglio qui beccare altre querele... ma voglio i danni per mio padre morto... questo è un dato di fatto. E quelle sono conseguenze di una diffamazione... che questi hanno fatto con accuse false!...». Liguori: «Tu richiami il principio di responsabilità». Sgarbi: «Si ma non è tanto responsabilità. È che mentre il nostro danno non è quantificabile e si fanno pagare - il loro danno c'è... Ti rendi conto di quanta gente hanno eliminato da pos... Tu pensa al caso Musotto, che poi è stato riabilitato, tu pensa al caso Andreotti, potrebbe essere ministro degli esteri, ha fatto la parte del mafioso per sette anni!».
La Giunta ha esaminato la questione nella seduta del 1o aprile 2003.
Le affermazioni del deputato Sgarbi sono parse inserirsi nel contesto della perdurante polemica politica nel nostro Paese inerente al modo di procedere della magistratura e in particolare nella forte critica politica manifestata dal deputato Sgarbi nei confronti dell'operato di taluni magistrati, critica che in molte precedenti occasioni l'Assemblea ha ritenuto insindacabili ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (si vedano per esempio - tra i più recenti - i doc. IV-quater nn. 155, 157, 161, 162, 168 e 170 della XIII legislatura).
Per tali motivi, a maggioranza, la Giunta ha deliberato nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.

Riccardo VILLARI, relatore.


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