Doc. IV-quater, n. 69-bis





Onorevoli Colleghi! - A nome dei componenti della Giunta risultati in minoranza nella seduta del 10 aprile 2003, riferisco su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente il deputato Vittorio SGARBI con riferimento ad un procedimento civile pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Roma (proc. n. 28044/98 RG) originato da un atto di citazione depositato dal giudice per le indagini preliminari di Milano, dottor Maurizio Grigo.
In particolare il deputato Sgarbi è stato citato per alcune affermazioni rese nel corso della trasmissione «Sgarbi quotidiani», nella puntata del 17 giugno 1994, nonché per la rappresentazione iconografica data del dottor Grigo sempre nella medesima trasmissione. Per come i fatti vengono descritti nell'atto di citazione, la trasmissione in oggetto iniziava con l'esposizione alla telecamera di un topo di aspetto «particolarmente ripugnante, dal cui petto sporgeva un cuore pulsante aperto, rossastro e sanguinolento. A questa copertina grafica, seguiva, sempre secondo l'atto di citazione, un lungo soliloquio del deputato Sgarbi, nel corso del quale il dottor Grigo veniva indicato tra l'altro come: «esempio tipico di uomo spregevole perché senza cuore - a differenza anche del peggiore degli assassini! - di magistrato criminale, di magistrato prevaricatore del diritto alla difesa, capace solo di provvedimenti assurdi, meritevole di arresto per violenza contro l'umanità e per incitazione alla pena di morte, portatore di un nome da non dimenticare - odiandolo e disprezzandolo, evidentemente - ed affetto da delirio di onnipotenza».
La Giunta, che ha esaminato la questione nelle sedute del 6 marzo 2003 e del 1o aprile 2003.
Per analizzare la vicenda è necessario rammentare innanzitutto che i fatti risalgono al giugno 1994, nel pieno di una accesissima polemica politica inerente ai provvedimenti assunti dall'autorità giudiziaria di Milano in ordine a ipotizzati fatti di corruzione politica. All'epoca furono attinti da avvisi di garanzia o da misure cautelari restrittive diversi esponenti politici con l'incarico di tesorieri di partito. In particolare fu tratto in arresto l'onorevole Citaristi, tesoriere della Democrazia cristiana, il cui provvedimento cautelare fu disposto dal dottor Grigo. Risulta peraltro dalla comparsa di risposta del deputato Sgarbi che lo stesso dottor Grigo avrebbe sostenuto che il Citaristi avrebbe meritato una misura anche più severa. Da questi elementi emerge chiaramente come il contesto delle dichiarazioni attribuite al deputato Sgarbi sia prettamente politico-parlamentare, considerata anche la eco che i fatti in questione ebbero nelle aule del Parlamento, così come grande risalto nell'opinione pubblica e in sede parlamentare ebbe il connesso tema del cosiddetto decreto Biondi (poi decaduto), volto a limitare i casi nei quali era possibile emanare misure cautelari detentive.
Le affermazioni del deputato Sgarbi sono dunque parse a chi scrive inserirsi nel contesto della perdurante polemica politica nel nostro Paese inerente al modo di procedere della magistratura e in particolare nella forte critica politica manifestata dal deputato Sgarbi nei confronti dell'operato di taluni magistrati, critica che in molte precedenti occasioni l'Assemblea ha ritenuto insindacabili ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (si vedano per esempio - tra i più recenti - i DOC. IV-quater nn. 155, 157, 161, 162, 168 e 170 della XIII legislatura).
Per tali motivi, invito l'Assemblea a respingere la proposta della Giunta e a deliberare nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.

Sergio COLA, relatore per la minoranza.


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