Doc. IV-quater, n. 54





Onorevoli Colleghi! La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente il deputato Vittorio SGARBI con riferimento ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Brescia - IIo sezione penale - (il procedimento n. 1691/98 RGNR - n. 41/99 RGGIP).
La richiesta si riferisce a un procedimento penale iniziato a carico del deputato Sgarbi in seguito ad una denuncia-querela dei dottori Francesco Saverio Borrelli, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, perché - come recita il capo d'imputazione - con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, durante la trasmissione televisiva denominata Sgarbi quotidiani del 24 febbraio 1998 da lui condotta, rilasciava dichiarazioni offensive della reputazione nei confronti dei suddetti magistrati. Il deputato Sgarbi nell'indicato contesto pronunciava le seguenti espressioni: «allora, parlerò per concludere sul tema della vita e della morte con le parole di un morto, che già nel 1993 aveva fotografato perfettamente Di Pietro, Davigo, Colombo e Borrelli, ovvero gli uomini che non vorrei definire con una parola sintetica perché mi querelano, ma che lo hanno fatto morire». «Gli uomini che lo hanno indotto ad uccidersi, va bene così ?». «C'è un'altra parola per definirli ?». «Non la dirò». «Gli uomini che lo hanno indotto ad uccidersi». «Che lo hanno spinto al suicidio», frasi pronunciate mentre veniva mandata in onda l'immagine di Gabriele Cagliari, così insinuando che i magistrati in questione avessero tenuto nel corso delle indagini atteggiamenti vessatori tali da indurre Gabriele Cagliari a suicidarsi. Nella denuncia-querela sporta nei confronti dell'onorevole Sgarbi i dottori Borrelli, Colombo e Davigo hanno chiesto di procedere nei confronti del deputato per diffamazione.
La Giunta ha esaminato il caso nella seduta del 28 gennaio 2003.
Le affermazioni del deputato Sgarbi sono parse inserirsi nel contesto della perdurante polemica politica nel nostro Paese inerente al modo di procedere della magistratura e in particolare nella forte critica politica manifestata dal deputato Sgarbi nei confronti dell'operato di taluni magistrati, critica che in molte precedenti occasioni l'Assemblea ha ritenuto insindacabile ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (si vedano per esempio - tra i più recenti - i doc. IV-quater nn. 155, 157, 161, 162, 168 e 170 della XIII legislatura e 4 della XIV). Al riguardo, è di rilievo che nel quadro dell'attività di controllo parlamentare sull'amministrazione della giustizia la tematica della custodia cautelare in carcere e la formazione della prova sono stati terreno d'elezione non solo di dibattito e di polemica politica, sia in Parlamento che fuori, ma anche di attività legislativa vera e propria. Basterà solo ricordare al proposito il dibattito che ha condotto alla riforma dell'articolo 513 del codice di procedura penale prima e alla modifica dell'articolo 111 della Costituzione poi.
Per tali motivi, a maggioranza, la Giunta ha deliberato nel senso che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.

Carolina LUSSANA, relatore


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