Doc. IV-quater, n. 29





Onorevoli Colleghi! - La Giunta riferisce su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità concernente l'onorevole Benito Paolone con riferimento ad un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Catania (proc. n. 1653/99 RGNR) in seguito ad una querela sporta dal deputato Enzo Bianco, sindaco di Catania uscente all'epoca dei fatti.
Il procedimento trae origine da alcune dichiarazioni rese dal deputato Paolone durante un comizio tenutosi a Catania durante la campagna per l'elezione del sindaco di Catania nel 1997.
Per come risulta dal capo di imputazione, il Paolone si sarebbe riferito a Enzo Bianco definendolo: «un uomo che mente dalla mattina alla sera, un bugiardo, uno che si appropria indebitamente ed impropriamente delle cose degli altri, un cialtrone, un pagliaccio politico, un pinocchio per natura, un lazzarone politico, un piccolo truffaldino politico che cerca di fare gli accordi e gli interessi di pochi a danno di una città»; ed avrebbe proseguito affermando: «se vince vi darà quel piano regolatore e siccome deve pagare quei contratti e siccome se non paga quei contratti passa dei guai veri e siccome i contratti sono firmati, lo avete capito? Il piano regolatore non si può fare con una perequazione che sia utile fare dappertutto. Bisogna privilegiare alcune aree, senza una motivazione scientifica e l'interporto che doveva essere fatto in area pubblica, viene fatto in area privata contro la legge. Ma il mare è chiuso, lo capite cosa dice il piano di Bianco? Se voi lo votate viene chiuso, lo sapete perché lo ha chiuso? Per favorire i terreni... ed i terreni sono di particolari proprietà e sono cambiati. Lo sentono queste cose le autorità o no? Che sono di alcuni signori che si sono comprati nel maggio del 1994 in una certa casa di Roma, con una certa società, le proprietà delle aree di via Corso Martiri della Libertà».
La Giunta ha iniziato l'esame del caso nella seduta del 10 aprile, ascoltando il deputato Paolone, e lo ha concluso in quella del 7 maggio 2002.
Nel corso dell'esame è emerso che le parole attribuite all'onorevole Paolone rientrano nel contesto della polemica politica avvenuta durante la campagna per l'elezione del sindaco di Catania nel 1997.
In tale competizione elettorale si confrontavano - come accennato - Enzo Bianco, sindaco uscente (e deputato nell'XI legislatura oltre che nella attuale) e Benito Paolone, deputato - allora come oggi - del collegio n. 13 della circoscrizione Sicilia 2, cioè, Catania-Cardinali. Durante la campagna elettorale furono dibattuti - com'è evidente - temi attinenti alla gestione amministrativa della città e alle scelte urbanistiche, consueto terreno d'elezione del confronto politico locale. In questo caso, tuttavia, le tematiche dell'amministrazione locale hanno avuto un riflesso politico più generale, vuoi per la risonanza delle vicende della città etnea nel panorama siciliano e nazionale, vuoi per il fatto che le elezioni a Catania erano concomitanti con quelle di Roma e Napoli. È fatale pertanto che - anche in virtù del rilievo dei protagonisti, entrambi i quali erano o erano stati deputati - la polemica elettorale locale e quella politico-parlamentare abbiano finito per intrecciarsi. Ciò è testimoniato anche da alcuni atti di sindacato ispettivo presentati dall'onorevole Paolone su pretese illegittimità dell'amministrazione comunale di Catania, sia pure in epoca di molto successiva ai fatti per cui oggi si procede (v. per esempio l'interpellanza n. 2/02434 del 25 maggio 2000 e quella 2/02895 del 13 febbraio 2001. V. altresì i solleciti per ottenere risposta ad atti di sindacato ispettivo svolti dall'onorevole Paolone nelle sedute del 25 e del 30 gennaio 2001).
Nella maggioranza dei componenti la Giunta espressisi sul punto, pertanto, è maturata la convinzione che, al di là della specifica portata diffamatoria delle affermazioni contestate al deputato richiedente - su cui comunque non spetta alla Camera decidere - queste ultime possano essere ritenute concernenti il suo mandato parlamentare. Del resto, non mancano nella «giurisprudenza» della Giunta precedenti conformi su casi sostanzialmente analoghi: si ricordino i Docc. IV-quater nn. 31 (Paolone), 127 (Pezzoli) e 164 (Di Fonzo) nella XIII legislatura e n. 24 (Rizzi) nella XIV legislatura.
Per questi motivi la Giunta a maggioranza propone all'Assemblea di deliberare nel senso che i fatti oggetto del procedimento concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni.

Niccolò GHEDINI, relatore.


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