Martedì 31 gennaio 2006. - Presidenza del presidente Pietro ARMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, Roberto Tortoli.
La seduta comincia alle 10.15.
Schema di decreto legislativo recante norme in materia ambientale.
Atto n. 596.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 26 gennaio 2006.
Pietro ARMANI, presidente, avverte che il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome ha trasmesso alla Camera un documento relativo allo schema di decreto legislativo in esame, approvato dalla citata Conferenza in data 26 gennaio 2006. Il documento, che è stato consegnato al Governo in occasione dello svolgimento dell'ultima riunione della Conferenza unificata, è stato inviato alle competenti Commissioni quale contributo delle regioni, ai fini delle valutazioni in sede di espressione del parere parlamentare definitivo.
Fabrizio VIGNI (DS-U) preannuncia che si concentrerà sulle modifiche apportate dal Governo al testo in esame, riservandosi di svolgere considerazioni più generali in sede di dichiarazione di voto. Osserva preliminarmente che le modificazioni al testo dello schema di decreto legislativo non ne mutano sostanzialmente l'impianto, ma anzi, per certi aspetti, introducono disposizioni che peggiorano il quadro di riferimento. Ciò vale, in particolare, per la difesa del suolo e la tutela delle acque, nel cui ambito segnala due innovazioni a suo avviso sconcertanti. Si tratta, per un verso, dell'anticipazione al 30 aprile 2006 della soppressione delle autorità di bacino e, per l'altro, dei criteri con i quali sono stati individuati i distretti
idrografici. A suo giudizio, tali disposizioni rischiano di gettare l'intero settore della difesa del suolo e della tutela delle risorse idriche in una situazione allarmante, atteso che si annullano i sistemi di pianificazione vigenti, senza definire un sistema alternativo di pianificazione coerente e funzionale. Reputa strumentale la volontà del Governo di accelerare i tempi per l'emanazione del provvedimento, considerato che è legittimo il sospetto che si voglia smantellare il sistema delle autorità di bacino a ridosso delle elezioni politiche. Nel constatare che le nuove autorità distrettuali idrografiche non potranno organizzarsi in tempi rapidi per lo svolgimento delle nuove funzioni, rileva l'assenza di regolamentazione fino all'approvazione dei nuovi piani dei bacini distrettuali, posto che mancherà il tempo per predisporre i nuovi strumenti di pianificazione. Segnala, poi, che il testo in esame non recepisce una osservazione contenuta nel parere del relatore, volta a introdurre una disciplina transitoria per «salvare» i piani stralcio. Nel segnalare le preoccupazioni suscitate dall'introduzione dei piani straordinari, giudica tale disposizione un'ulteriore conferma della volontà di annullare qualsiasi strumento di pianificazione. Sulla base della situazione precedentemente evidenziata, rileva che si produrranno due conseguenze estremamente pericolose, in quanto le nuove disposizioni determineranno, da un lato, la decadenza dei piani stralcio e, dall'altro, un vuoto normativo in materia di difesa del suolo fino all'approvazione dei nuovi piani, la cui predisposizione richiederà parecchio tempo. Analoghe considerazioni valgono per quanto riguarda la tutela delle risorse idriche, il che attesta una situazione di abbandono del territorio ancora più grave, se si pensa che il Paese soffre periodicamente di crisi idriche.
Rileva, inoltre, che, a dispetto delle ulteriori modifiche introdotte, il provvedimento in esame delinea un sistema di competenze che rimane centralistico, atteso che l'accentramento di funzioni in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio contrasta in maniera stridente con il principio di leale collaborazione costituzionalmente stabilito, nonché con taluni importanti provvedimenti discussi dalla VIII Commissione negli ultimi anni e difesi strenuamente dalla maggioranza, tra i quali la proposta di legge in materia di governo del territorio, già approvata dalla Camera, in cui si sottolinea la necessità di integrazione e di raccordo tra i diversi strumenti di pianificazione. Ribadisce, a tale riguardo, l'assoluta incongruità dei criteri sulla base dei quali il provvedimento in esame individua i distretti idrografici, considerate le dimensioni dei differenti distretti, che sono tali da non garantire una efficiente gestione del territorio. Reputa ridicola, poi, la definizione di distretto-pilota del fiume Serchio, il cui territorio è «minuscolo» in rapporto all'estensione degli altri distretti idrografici. Sottolinea, altresì, la confusione e la sovrapposizione tra gli strumenti di pianificazione previsti nello schema di decreto legislativo e gli altri strumenti di pianificazione territoriale, che determinerà, a suo avviso, un contenzioso molto aspro tra Stato e regioni, le quali hanno peraltro già manifestato la volontà di ricorso alla Corte costituzionale. La compressione delle competenze regionali è, infatti, di tutta evidenza e la presenza di rappresentanti regionali nella conferenza istituzionale delle autorità di bacino rimane minoritaria a fronte della pletorica rappresentanza ministeriale. Segnala, peraltro, che l'individuazione dei distretti idrografici è avvenuta senza interpellare le regioni, in difformità anche rispetto a quanto raccomandato dal relatore nella proposta di parere.
In conclusione, fa presente che il Governo ha inserito nel testo nuove disposizioni che limitano la potestà regionale, come ad esempio l'articolo 158, comma 3, con il quale si individuano i meccanismi per la gestione diretta delle risorse idriche. Ribadisce, quindi, un giudizio complessivamente negativo sul provvedimento in esame, che provocherà una situazione di instabilità nella legislazione ambientale nazionale, anche in rapporto con la normativa comunitaria.
Pietro FOLENA (RC) rileva preliminarmente che il prevedibile epilogo dell'iter del provvedimento in esame attesta un rapporto conflittuale tra Stato e regioni, che si è registrato costantemente nella politica dell'esecutivo in questa legislatura, anche in settori diversi da quello ambientale. Il provvedimento in esame, inoltre, accentua una tendenza centralistica del Governo a fronte di competenze regionali costituzionalmente garantite in materia di difesa del suolo. Osserva che il documento approvato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome non enuncia meramente le criticità dello schema di decreto legislativo, ma di fatto preannuncia una situazione di incertezza che si verificherà nei prossimi mesi, che costringerà il futuro Governo a riparare ai danni arrecati alla legislazione ambientale. Segnala che il contrasto tra Stato e regioni non è un fatto meramente politico, come invece è stato osservato da alcuni, considerato che tutte le regioni - all'unanimità - si sono pronunciate negativamente sul provvedimento in esame. Lo schema di decreto legislativo, contraddicendo la posizione del Governo in materia di devolution e federalismo, non rispetta il riparto di competenze costituzionalmente stabilito. A ciò si aggiunga che la nuova disciplina contiene le condizioni per una indiscriminata privatizzazione nel governo del territorio, attraverso lo smantellamento di decenni di legislazione ambientale. Nel segnalare l'opportunità di una ripresa nel confronto con le regioni e con il mondo produttivo e sociale, reputa lo schema di decreto legislativo una scelta politica profondamente errata, che si ripercuoterà negativamente sulle autonomie locali, incrinando i valori di collaborazione consolidati nel corso degli anni e condivisi anche dalla maggioranza.
A suo avviso, il rispetto della rappresentanza nel territorio si deve tradurre in un dialogo e nell'ascolto delle comunità locali, nel rispetto del principio di sussidiarietà e, più in generale, dei principi democratici. Si augura che il prossimo Governo tenga conto degli interessi delle autonomie territoriali e sostenga alcune proposte di legge, presentate dal suo gruppo, a tutela dei beni comuni e a difesa della sovranità dei cittadini. Nel ricordare il dibattito svolto in occasione dell'espressione del primo parere, fa presenti le criticità evidenziate anche da taluni rappresentanti della maggioranza nei confronti di una logica eccessivamente centralistica e privatistica in materia di difesa del suolo. Condivide quanto rilevato dal deputato Vigni a proposito dell'individuazione dei distretti idrografici e ai tempi eccessivamente ristretti entro i quali cesseranno le funzioni delle autorità di bacino, il che è spiegabile con la volontà di creare una condizione di instabilità, che potrebbe porre il nuovo Governo in una situazione di disagio. Ritiene che ciò denoti una scarsa responsabilità istituzionale e la mancanza del rispetto delle autonomie territoriali. Auspica, quindi, che l'opinione pubblica, come dimostrato anche dalla recente revoca della delibera di privatizzazione dell'ATO 2 Napoli/Caserta, contribuisca alla riapertura di un circuito di ascolto tra comunità locali e istituzioni nelle definizione delle politiche ambientali.
In conclusione, ribadendo un giudizio negativo sul provvedimento in esame, si augura che nella prossima legislatura si possa ripristinare una normativa rispettosa dell'ambiente e delle prerogative del territorio.
Giuliana REDUZZI (MARGH-U) avverte che si limiterà a svolgere alcune osservazioni generali, non soffermandosi sul merito del provvedimento, oggetto dei precedenti interventi, che peraltro condivide pienamente. Osserva che la Commissione, fin dall'inizio della sua attività, ha svolto un lavoro attivo ed efficiente in un clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione, che purtroppo è mutato negli ultimi tempi. Fa presente, infatti, che si è assistito a varie forzature perpetrate attraverso l'emanazione di provvedimenti portati avanti con scarsa convinzione da parte della maggioranza e senza il coinvolgimento dell'opposizione e dei soggetti interessati. Questo processo è culminato nell'emanazione del provvedimento in
esame, che interviene a tutto campo, modificando la legislazione ambientale e stravolgendo equilibri delicati, in una logica puramente unilaterale, che non tiene in considerazione le competenze dei soggetti presenti sul territorio. Ricorda che, anche nel corso delle audizioni informali, si è registrata una quasi unanime contrarietà sul provvedimento in esame da parte dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo produttivo e sociale. Tale situazione avrebbe dovuto indurre il Governo a riflettere sulla effettiva opportunità di andare avanti noncurante delle numerose critiche. Oggi, invece, si assiste all'atto finale di un procedimento complesso, che si è svolto frettolosamente e i cui esiti rischiano di ripercuotersi negativamente sulle realtà locali. Per tali ragioni, esprime un giudizio estremamente negativo sullo schema di decreto legislativo in esame.
Gregorio DELL'ANNA (FI) dichiara di avere attentamente esaminato il nuovo testo dello schema di decreto legislativo alla luce dei pareri espressi dalle Camere, quasi integralmente recepiti dal Governo nella seconda stesura del provvedimento; tenuto conto della complessità ed importanza della materia oggetto del provvedimento medesimo, ritiene, pertanto, opportuno svolgere talune considerazioni e riflessioni integrative rispetto all'originario testo del provvedimento.
In particolare, relativamente alle norme che regolamentano l'attività di smaltimento dei rifiuti proposte nello schema di decreto, osserva che andrebbe eliminata la previsione della garanzia gestionale per tutto il periodo della «post-gestione» di discarica, in quanto la stessa dovrebbe riguardare, esclusivamente, la fase di gestione operativa e di chiusura della discarica. Per quanto concerne, poi, l'affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, rileva che quanto previsto attualmente nello schema di decreto rischia di determinare la totale ingestibilità dei processi di trasferimento del personale nel caso di avvicendamento di imprese nello gestione dei servizi a seguito delle procedure di affidamento indette dalle autorità di ambito. L'attuale previsione normativa proposta dal Governo concerne, infatti, solo la garanzia occupazionale del personale già operante per amministrazioni comunali o società pubbliche derivanti dalla trasformazione di consorzi tra enti locali o di aziende a capitale misto, mentre non vi sono specificazioni circa i dipendenti delle aziende private o delle aziende a capitale misto, la cui tutela, al più, può essere affidata al contratto collettivo nazionale, ove applicabile e riconosciuto, ovvero a eventuali specifiche del capitolato. Ritiene, dunque, che, oltre a rischiare di determinare una possibile situazione di incostituzionalità per disparità di trattamento, si determinerebbe anche il rischio di incorrere in problemi sociali nel caso di preesistenti gestioni private; potrebbero, altresì, crearsi disparità concorrenziali tra aziende partecipanti alle procedure di affidamento.
In relazione alle operazioni di recupero, segnala che lo schema di decreto recante modificazioni del decreto 5 febbraio 1998, sul recupero dei rifiuti non pericolosi, attualmente in fase di approvazione, prevede la possibilità di effettuare in procedura semplificata la messa in riserva come unica operazione di recupero: questo, per la gran parte delle tipologie di rifiuti disciplinate dallo stesso decreto, può determinare il rischio di abbandono dei rifiuti accumulati e il conseguente smaltimento abusivo, qualora non si determino le condizioni tecniche o economiche per l'effettivo avvio a recupero degli stessi. Pertanto, propone di vincolare tale operazione, ove non venga svolta presso l'impianto di produzione o di utilizzo, alla prestazione di idonea garanzia finanziaria volta ad assicurare che i rifiuti in questione siano effettivamente recuperati. In merito alla disciplina inerente la gestione del sistema dei rifiuti di imballaggi e delle altre tipologie di rifiuti speciali, concorda pienamente con lo spirito ed i principi di concorrenzialità introdotti nello schema di decreto, in quanto, garantendo l'applicazione di detti principi, vengono incentivate ed assicurate le attività di raccolta, ritiro e recupero di rifiuti.
Con riferimento, poi, alla determinazione delle componenti di costo per la tariffa dei servizi idrici, sottolinea come debbano restare garantiti, quanto meno, i corrispettivi per gli usi delle acque pubbliche prelevate stabiliti dall'articolo 18 della legge 5 gennaio 1994, n. 36. Nel regolamentare le competenze dello Stato in merito all'individuazione delle tipologie di rifiuti che, per comprovate ragioni tecniche, ambientali ed economiche, possono essere smaltiti direttamente in discarica, andrebbe inoltre valutata l'opportunità di dare priorità ai rifiuti derivanti dal recupero e dal riciclo, secondo la classificazione dell'elenco europeo dei rifiuti. Pone, quindi, l'attenzione sulle definizioni di smaltimento e recupero individuate nel testo, che a suo giudizio andrebbero rivalutate, poiché non pienamente corrispondenti alle definizioni previste dalla vigente direttiva sui rifiuti. Relativamente, poi, alla disciplina dell'Albo nazionale dei gestori ambientali, per quanto concerne le sezioni regionali, considerati i numerosi e delicati compiti affidati a queste sezioni, riterrebbe opportuno integrare le sezioni regionali con almeno tre esperti in rappresentanza di trasportatori, recuperatori e produttori di rifiuti. La loro partecipazione potrebbe essere assicurata a titolo gratuito, senza gravare sui conti della Sezione. Giudica, inoltre, opportuno prevedere il coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera del pneumatico nella struttura operativa, singola o associata, responsabile del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla norma, in modo da garantire sinergie e condizioni di mercato per il raggiungimento dell'obiettivo in termini di trasparenza ed economicità. Inoltre, analogamente a quanto previsto per le strutture responsabili della gestione di altre tipologie di rifiuti, per consentire un controllo sull'efficacia e l'efficienza del sistema, ritiene altrettanto fondamentale prevedere l'obbligo di comunicazione del piano gestionale e dei risultati conseguiti.
In conclusione, dichiara di non condividere le considerazioni svolte dai deputati dei gruppi di opposizione, improntate ad un eccessivo «catastrofismo». Ritiene, infatti, che il provvedimento in esame rappresenti una risposta concreta a talune esigenze di riordino della normativa ambientale, atteso che talune disposizioni contenute nei cosiddetti «decreti Ronchi» necessitavano da tempo di aggiustamenti, anche al fine di adeguare la normativa vigente alla disciplina comunitaria. Nel constatare che il provvedimento rappresenta un punto di partenza, suscettibile di modificazioni, si dichiara convinto del fatto che lo schema di decreto legislativo metterà gli operatori del settore nelle condizioni di applicare correttamente le norme comunitarie, eliminando il contenzioso in atto, e terrà conto anche delle esigenze del mondo produttivo. Nel dare atto al relatore di avere svolto un lavoro serio per il miglioramento del testo, ritiene quindi strumentali gli allarmismi dei deputati dei gruppi di opposizione: a suo avviso, il prossimo Governo, a prescindere dalla collocazione politica, si avvarrà dei risultati dello schema di decreto legislativo, piuttosto che sbarazzarsene al più presto.
Fabrizio VIGNI (DS-U), considerato che la Commissione si avvia a concludere l'esame preliminare del provvedimento, giudica necessario porre una richiesta di chiarimenti al Governo. Rileva, infatti, l'opportunità che il Governo possa precisare, in primo luogo, se vi siano le condizioni per prevedere l'espressione di un formale parere sul provvedimento in sede di Conferenza unificata. In caso contrario, riterrebbe utile conoscere se il Governo intenda, quanto meno, tenere conto della posizione espressa dalle regioni nell'articolato documento approvato in sede di Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, richiamato in precedenza dal Presidente della VIII Commissione. Giudica, inoltre, opportuno che lo stesso Governo chiarisca se intenda venire incontro alla richiesta delle associazioni che raggruppano le piccole e medie imprese, le quali, in una lettera del 13 gennaio 2006, lamentando il mancato confronto con il Governo, hanno chiesto di
non procedere all'emanazione dello schema di decreto legislativo.
Pietro ARMANI, presidente, non essendovi ulteriori richieste di intervento sul complesso del provvedimento, dichiara concluso l'esame preliminare dello schema di decreto legislativo. Chiede, pertanto, al rappresentante del Governo se intenda fornire i chiarimenti testé richiesti, invitando altresì il relatore ad indicare le modalità di prosecuzione dell'esame.
Il sottosegretario Roberto TORTOLI, rilevato che la Conferenza unificata non ha espresso nei termini il parere di competenza, osserva che le regioni hanno comunque potuto racchiudere in un loro documento le osservazioni sul provvedimento; tale dato, pur non traducendosi - dal punto di vista formale - nell'espressione di un vero e proprio parere, sarà attentamente valutato dal Governo, che si riserva di verificare l'eventuale recepimento dei rilievi delle regioni, laddove questi non stravolgano l'impianto normativo complessivo. Ritiene, inoltre, non accettabile la richiesta delle associazioni delle piccole e medie imprese circa la possibile riapertura del confronto, in quanto ciò rallenterebbe l'iter finale di approvazione del provvedimento medesimo.
Tommaso FOTI (AN), relatore, alla luce dell'esame preliminare svolto dalla Commissione, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato 1). Nel ringraziare i deputati intervenuti nel corso del dibattito, fa peraltro presente che di talune osservazioni, emerse dagli interventi svolti, si è tenuto conto nella predisposizione della citata proposta di parere.
Fabrizio VIGNI (DS-U) preannuncia che i rappresentanti dei gruppi dell'opposizione si riservano di presentare, entro l'inizio della prossima seduta, una proposta alternativa di parere.
Pietro ARMANI, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta già convocata per il pomeriggio di oggi.
La seduta termina alle 11.15.
Martedì 31 gennaio 2006. - Presidenza del presidente Pietro ARMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, Roberto Tortoli.
La seduta comincia alle 14.10.
Schema di decreto legislativo recante norme in materia ambientale.
Atto n. 596.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella precedente seduta odierna.
Pietro ARMANI, presidente, comunica preliminarmente che la V Commissione ha espresso i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario recate dal provvedimento in esame. Ricorda, inoltre, che il relatore ha presentato, nella precedente seduta, una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni. Avverte, infine, che i deputati Vigni ed altri hanno presentato una proposta di parere alternativa a quella del relatore (vedi allegato 2).
Tommaso FOTI (AN), relatore, nell'illustrare la proposta di parere presentata, raccomanda l'accoglimento dei rilievi espressi dalla V Commissione, rilevando, peraltro, l'opportunità che il Governo verifichi - alla luce di taluni dei rilievi formulati - la congruità di alcune previsioni dello schema di decreto con le disposizioni contenute nel Testo Unico Bancario, con particolare riferimento alla durata delle garanzie.
Fabrizio VIGNI (DS-U), richiamato il contenuto della proposta alternativa di parere presentata dai gruppi di opposizione, intende rappresentare le ragioni di contrarietà alla proposta di parere del relatore, atteso che il provvedimento in esame costituisce un preoccupante arretramento dei livelli di tutela ambientale. Osserva che lo schema di decreto legislativo è viziato da eccesso di delega e da taluni profili di incostituzionalità, considerato che esso travalica il riparto di competenze costituzionalmente definito ed è caratterizzato da una logica centralistica, come peraltro è stato riconosciuto anche dallo stesso relatore. Fa presente che il testo in esame risulta addirittura peggiore rispetto al testo precedentemente sottoposto all'esame della Commissione, con specifico riguardo alla normativa sulla difesa del suolo, come già denunciato nella seduta antimeridiana.
Per quanto riguarda le considerazioni di carattere politico-istituzionale, segnala che il Governo si accinge a emanare un provvedimento, sul quale sono state espresse critiche a tutti i livelli. Ricorda, infatti, che le regioni hanno sottolineato l'impatto drammatico che lo schema di decreto legislativo provocherà sul corpus normativo vigente, rischiando di determinare una situazione di paralisi, anche a seguito dei ricorsi alla Corte costituzionale. Nel rilevare l'assenza del parere della Conferenza unificata sul testo in esame, segnala la lettera inviata dalle associazioni rappresentative delle piccole e medie imprese e delle parti sociali, tra le quali Confcommercio, Confapi, CGIL, CISL, UIL, Casartigiani, nella quale si invoca la riapertura del confronto con il Governo. Analoghe richieste di sospensione dell'iter del provvedimento provengono dalle associazioni ambientaliste e anche da numerosi esponenti della comunità scientifica.
Ritiene che con l'approvazione definitiva del provvedimento in esame il Governo si renda responsabile dell'instabilità dell'intera legislazione ambientale, a tal punto che il futuro Governo sarà costretto a porvi mano, a prescindere dalla sua collocazione politica. Osservata, peraltro, l'indisponibilità dell'Esecutivo a riaprire un confronto con i soggetti interessati, avverte che - per protestare contro le violazioni sinora compiute dal Governo - i gruppi di opposizione non parteciperanno alla votazione della proposta di parere del relatore, in quanto ritengono lese le procedure previste dalla legge di delegazione.
Tino IANNUZZI (MARGH-U), nel condividere le osservazioni svolte dal deputato Vigni, sottolinea il quasi unanime coro di dissensi che si è levato da più parti in ordine al contenuto dello schema di decreto legislativo. Una mole così ampia di critiche dovrebbe suggerire al Governo di fermarsi e di svolgere una pausa di riflessione, al fine di evitare le conseguenze rovinose, che potrebbero essere determinate dalla nuova disciplina, che si pone in contrasto con la normativa comunitaria e con l'articolo 117 della Costituzione. Essa è, peraltro, viziata da eccesso di delega ed è foriera di molteplici contenziosi, che ne bloccheranno l'operatività.
Rileva che le modifiche apportate dal Governo al testo in esame non mutano il giudizio complessivo sul provvedimento, che rimane critico e negativo, atteso che si riducono i livelli di tutela ambientale. Evidenzia, inoltre, la sovrapposizione di competenze e la presenza di disposizioni microsettoriali, che contribuiscono a creare un quadro confuso, che non sortirà quella semplificazione della disciplina vigente e quello snellimento di funzioni, che pure rientravano tra gli obiettivi della «legge delega». Rileva la situazione di incertezza, che emergerà a seguito della soppressione delle autorità di bacino e della creazione dei distretti idrografici, la cui individuazione nel testo è al di fuori di qualsiasi logica e avviene con atto autoritativo unilaterale. Alla luce di quanto precedentemente evidenziato, conferma quindi, a nome del suo gruppo, un giudizio negativo sul provvedimento in esame e invita il Governo a compiere un atto di ragionevolezza e a fermarsi prima di produrre danni imprevedibili e incalcolabili al settore ambientale.
Pietro FOLENA (RC) esprime, a nome del suo gruppo, un giudizio negativo sul provvedimento, giudizio che è confermato anche nella proposta alternativa di parere presentata dai gruppi di opposizione. Come già rilevato nella seduta antimeridiana, il contenuto del testo in esame risulta peggiore rispetto alla precedente versione sottoposta alle Camere, considerato che ancora una volta la logica centralistica ha prevalso nell'elencazione dei distretti idrografici, individuati con criteri illogici e slegati da valutazioni che tengono conto della realtà delle situazioni. A suo avviso, la soppressione delle autorità di bacino ha un sapore prettamente elettoralistico, in quanto tende a creare instabilità nel territorio in tempi ristretti, coincidenti con l'insediamento del nuovo Governo. Nel giudicare un atto di intelligenza politica la sospensione dell'iter e la riapertura del confronto, osserva che le criticità sul testo sono state espresse anche da taluni rappresentanti della maggioranza. Ne consegue l'incomprensibilità della ratio dello schema di decreto legislativo e l'ostinata determinazione del Governo di proseguire nell'approvazione definitiva di un testo contrastato da tutti i settori istituzionali e sociali. Rileva che il provvedimento traduce un centralismo esasperato, che si accompagna a una deregulation indiscriminata, basata su una gestione privatistica dei beni di interesse comune, che calpesta i valori democratici. Ricorda, peraltro, che la scorsa settimana si è svolto uno sciopero dei lavoratori del settore ambientale, i quali sono in ansia per la possibile perdita del posto di lavoro, che sono messi in serio pericolo dall'entrata in vigore della nuova disciplina.
In conclusione, nel ribadire la gravità dello scontro in atto con le regioni, che prescinde da qualsiasi valutazione politica, si augura che il Governo si fermi e non compia un atto che paralizzerà la normativa ambientale; in caso contrario, conferma che anche il suo gruppo, analogamente agli altri gruppi di opposizione, non parteciperà alla votazione della proposta di parere del relatore.
Gregorio DELL'ANNA (FI) preannuncia, a nome del suo gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, che recepisce anche talune considerazioni svolte nella giornata odierna. Ritiene che la posizione ostinatamente faziosa dell'opposizione sia strumentale, in quanto il provvedimento in esame rappresenta un importante passo in avanti nella direzione di recepire la normativa comunitaria in materia ambientale. Resta, peraltro, fermo che lo schema di decreto legislativo è un punto di partenza, che sarà suscettibile di aggiustamenti in futuro.
Ugo PAROLO (LNFP), dichiarato il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, sottolinea la necessità di una riformulazione dell'osservazione contenuta nel punto 11) della citata proposta, raccomandando una verifica sul piano tecnico in merito all'opportunità che gli impianti mobili che effettuano la disidratazione dei fanghi generati da impianti di depurazione, e reimmettono l'acqua «a monte» del processo depurativo per il quale operano, siano esclusi da una disciplina identica a quella degli altri impianti mobili, e quindi sproporzionatamente onerosa, laddove già circolari interpretative risultano finalizzate ad introdurre prassi esemplificative.
Antonio MEREU (UDC-CCD-CDU) esprime il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, le cui condizioni e osservazioni sono finalizzate a migliorare il testo del provvedimento.
Tommaso FOTI (AN), relatore, reputando pienamente condivisibile la richiesta formulata dal deputato Parolo, presenta una nuova versione della proposta di parere (vedi allegato 3), al fine di prevedere una riformulazione dell'osservazione di cui al punto 11). Nel ringraziare, quindi, i deputati intervenuti, e in particolare quelli dei gruppi di maggioranza, per il contributo apportato all'istruttoria sul provvedimento in esame, precisa che taluni interventi dei gruppi di opposizione, eccessivamente faziosi, lo confortano ulteriormente
in ordine all'opportunità di approvare definitivamente lo schema di decreto legislativo.
Il sottosegretario Roberto TORTOLI prende atto della nuova versione della proposta di parere del relatore.
Pietro FOLENA (RC), atteso che la Commissione si appresta a procedere alla votazione della proposta di parere del relatore, chiede di verificare la sussistenza del numero legale.
Pietro ARMANI, presidente, verificato che la Commissione è in numero legale per deliberare, avverte che sarà posta in votazione la nuova versione della proposta di parere del relatore, facendo presente che, in caso di approvazione di tale proposta, si intenderà preclusa la proposta alternativa di parere presentata dai deputati Vigni ed altri.
La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di parere del relatore, risultando conseguentemente preclusa la proposta alternativa di parere.
La seduta termina alle 14.50.