Mercoledì 29 giugno 2005.
Audizioni informali in relazione al programma di lavoro della Commissione delle Comunità europee per l'anno 2005 e al programma operativo del Consiglio dell'Unione europea per il 2005.
L'audizione informale di rappresentanti delle organizzazioni di categorie cooperative e artigiane, CNA, CONFCOOPERATIVE, CONFARTIGIANATO e LEGACOOP si è svolta dalla 14.15 alle 14.50.
Audizioni informali in relazione al programma di lavoro della Commissione delle Comunità europee per l'anno 2005 e al programma operativo del Consiglio dell'Unione europea per il 2005.
L'audizione informale di rappresentanti delle organizzazioni di imprenditori, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CONFAGRICOLTURA e CIA si è svolta dalle 14.50 alle 15.40.
Mercoledì 29 giugno 2005. - Presidenza del presidente Giacomo STUCCHI.
La seduta comincia alle 15.40.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2001/86/CE del Consiglio, dell'8 ottobre 2001, che completa lo statuto della società europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori.
Atto n. 490.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato da ultimo nella seduta del 28 giugno 2005.
Andrea DI TEODORO (FI), relatore, illustra la proposta di parere con condizione e osservazioni.
Salvatore BUGLIO (DS-U) ricorda che lo schema di decreto in esame dà attuazione alla direttiva 2001/86/CE dell'8 ottobre 2001, che completa lo Statuto della società per azioni europea (SE), per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori ai processi decisionali per la costituzione, la gestione e il funzionamento delle SE, al fine di garantire che la costituzione di una SE non comporti la scomparsa o la riduzione delle prassi del coinvolgimento dei lavoratori esistenti nelle società partecipanti. Il provvedimento disciplina sia l'informazione che la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori in merito a questioni che riguardano la SE, le sue affiliate o dipendenze, riprendendo essenzialmente le disposizioni già previste per il Comitato aziendale europeo. La sostanziale novità del provvedimento in oggetto risiede nella partecipazione dei lavoratori: tale partecipazione, infatti, non si riferisce a generiche relazioni di lavoro collaborative, ma concerne l'influenza che i lavoratori possono esercitare sulle decisioni d'impresa attraverso la presenza di rappresentanti dei lavoratori stessi negli organi societari.
Condivide i contenuti della direttiva, ma segnala alcuni elementi critici nel decreto di attuazione. In particolare, all'articolo 2, lettera k), il Governo non ha esercitato la possibilità, concessa dalla direttiva agli Stati membri, di poter precisare le modalità di partecipazione mediante influenza nella composizione degli organi amministrativi della società. Difatti lo schema traspone sostanzialmente alla lettera il contenuto del corrispondente punto della direttiva. Invece il legislatore nazionale potrebbe, precisare le modalità di partecipazione, in primo luogo optando per una o l'altra delle forme di partecipazione. Con riguardo al punto 2, inoltre, ritiene che potrebbe precisare il livello del
diritto di raccomandare la designazione, eventualmente limitandola ad alcuni dei membri. All'articolo 3, per quanto attiene alle modalità di elezione o di designazione dei membri «nazionali», ritiene che il testo non indichi una disciplina a regime. Peraltro non sembra rispettata la previsione dell'articolo 3, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2001/86/CE, secondo cui gli Stati membri, nello stabilire le modalità di elezione o designazione, debbano prendere le misure necessarie affinché, nella misura del possibile, tali membri ne comprendano almeno uno che rappresenti ciascuna società partecipante che ha lavoratori nello Stato membro interessato.
Ricorda quindi che l'articolo 3, comma 11, e l'articolo 4, comma 2, lettera e), nel definire le spese destinate al funzionamento della delegazione speciale di negoziazione e dell'organo di rappresentanza, che sono sostenute dalle società partecipanti, prevede che, salvo non sia diversamente convenuto, le società partecipanti sostengano le spese di cui all'Allegato I, parte seconda, paragrafo 1, lettera i). La direttiva non prevede una disposizione di tale contenuto; il riferimento riguarda le spese relative all'informazione dei rappresentanti dei lavoratori della SE e delle sue affiliate o dipendenze riguardo al contenuto e ai risultati della procedura di informazione e consultazione.
Infine evidenzia che, secondo quanto sembra desumersi dalla parte terza dell'Allegato, il legislatore nazionale ha optato per la scelta di non applicare disposizioni sulla partecipazione nel caso in cui nessuna delle società partecipanti era soggetta a tali disposizioni prima dell'iscrizione della SE. In considerazione della proposta di parere del relatore, che recepisce alcune delle considerazioni evidenziate, anche a nome dei deputati del suo gruppo, preannuncia l'astensione dal voto sulla proposta di parere del relatore (vedi allegato 1).
Gabriele FRIGATO (MARGH-U) associandosi alle considerazioni del deputato Buglio, preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, l'astensione dal voto sulla proposta di parere del relatore.
Enrico NAN (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Flavio RODEGHIERO (LNFP) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI) preannuncia anche a nome dei deputati della componente del gruppo misto cui appartiene, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizione e osservazioni del relatore (vedi allegato 1).
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 settembre 2002, concernente la commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori.
Atto n. 492.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, conclusione - Parere favorevole con osservazione).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 28 giugno 2005.
Giacomo STUCCHI, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, illustra la proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato 2).
Domenico BOVA (DS-U) ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame tende a recepire nell'ordinamento interno la direttiva 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente la commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori e che modifica la direttiva 90/619/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE e 98/27/CE, per la cui attuazione legge comunitaria per il 2004,
all'allegato B, aveva conferito apposita delega al Governo, da esercitarsi entro il termine di diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della stessa legge, prorogabile di novanta giorni in pendenza del parere parlamentare. Il termine per il recepimento della direttiva è scaduto il 9 ottobre 2004, pertanto il 13 dicembre 2004 la Commissione europea ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora per la mancata attuazione della direttiva 2002/65/CE. Condivide i contenuti della direttiva 2002/65/CE, che è volta ad introdurre una disciplina comune per le vendite al dettaglio di servizi finanziari - bancari, assicurativi o d'investimento - concluse tra un fornitore e un consumatore tramite mezzi di comunicazione a distanza, quali telefono, fax, internet, TV interattiva, posta. L'obiettivo perseguito dalla direttiva consiste nel favorire la diffusione di questi metodi di commercializzazione anche a livello transfrontaliero, in modo da rafforzare l'integrazione del mercato interno, assicurando, nel contempo, la tutela per i consumatori, considerati parti deboli del rapporto contrattuale. L'ambito di applicazione della direttiva riguarda le fasi dell'offerta, della negoziazione e della conclusione del contratto tra il fornitore e il consumatore. A favore di quest'ultimo è prevista, in particolare, una serie di regole di tutela, che riguardano l'obbligo di informativa preventiva, con riferimento sia all'offerta indifferenziata, sia alle specifiche condizioni contrattuali che regolano il rapporto; il diritto di recesso, da esercitare entro quattordici giorni dalla conclusione del contratto; il diritto per il consumatore, nel caso in cui il recesso sia esercitato, alla restituzione delle somme versate, salvo le spese, senza il pagamento di penali; la prestazione di servizi e le comunicazioni commerciali non richiesti dal consumatore; i mezzi di ricorso giudiziali ed extra-giudiziali che gli Stati membri sono tenuti ad apprestare o a promuovere.
Dopo aver considerato che lo schema di decreto recepisce in modo quasi letterale la direttiva 2002/65/CE e che ha l'obiettivo di sanare l'infrazione addebitata all'Italia per il mancato recepimento della stessa, preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Enrico NAN (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Flavio RODEGHIERO (LNFP) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI) preannuncia anche a nome dei deputati della componente del gruppo misto cui appartiene, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Gabriele FRIGATO (MARGH-U) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 2).
Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale.
Atto n. 494.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 28 giugno 2005.
Giacomo STUCCHI, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore Riccardo Conti, illustra la proposta di parere favorevole con condizione (vedi allegato 3).
Salvatore BUGLIO (DS-U) ricorda che lo schema di decreto in esame provvede al recepimento della direttiva 2003/4/CE in materia di accesso del pubblico all'informazione
ambientale. La direttiva abroga la direttiva 90/313/CEE, avente ad oggetto la stessa materia e già attuata nell'ordinamento italiano attraverso l'emanazione del decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 39, di cui - attraverso il provvedimento in titolo - si dispone l'abrogazione. La direttiva 2003/4/CE ha l'obiettivo di ampliare, rispetto alla direttiva precedente, i tipi di informazione ambientale disponibili e gli strumenti per reperire tali informazioni, anche attraverso la creazione di apposite banche dati. Viene inoltre rafforzata la tutela del diritto ad ottenere l'informazione ambientale, attraverso l'abbreviazione dei tempi previsti per l'ottenimento dell'informazione e la previsione che le esclusioni o le limitazioni a tale diritto devono essere interpretate in modo restrittivo. Inoltre, la direttiva si propone l'obiettivo di rendere gratuito, quanto meno, l'esame diretto presso la pubblica amministrazione dell'informazione ambientale.
Considera che lo schema di decreto ricalca sostanzialmente le disposizioni della direttiva, non ponendo quindi problemi di compatibilità comunitaria, concorda quindi con la proposta di parere del relatore e preannuncia, pertanto, anche a nome dei deputati del suo gruppo, il voto favorevole.
Gabriele FRIGATO (MARGH-U) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Giorgio LAINATI (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI) preannuncia anche a nome dei deputati della componente del gruppo misto cui appartiene, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Flavio RODEGHIERO (LNFP) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore (vedi allegato 3).
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2003/50/CE del Consiglio, dell'11 giugno 2003, che modifica la direttiva 91/68/CEE per quanto riguarda il rafforzamento dei controlli sui movimenti di ovini e caprini.
Atto n. 495.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni).
La Commissione prosegue l'esame dello Schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 28 giugno 2005.
Giacomo STUCCHI, presidente, in sostituzione del relatore Riccardo Conti, illustra la proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 4).
Salvatore BUGLIO (DS-U) ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame, in attuazione della legge comunitaria per il 2004, recepisce la direttiva 2003/50/CE, volta a disciplinare le condizioni di polizia sanitaria da applicare negli scambi intracomunitari di ovini e caprini. Il testo ripropone quasi integralmente i contenuti della direttiva 2003/50/CE, provvedendo all'individuazione puntuale delle autorità (ministero, regioni, aziende sanitarie locali) preposte all'assolvimento delle singole competenze.
Segnala comunque alcuni punti di distacco tra lo schema di decreto e la direttiva. In particolare si sofferma sull'articolo 7, che prevede l'obbligo di registrazione anche per i centri di raccolta non abilitati alla spedizione degli animali verso altri Stati membri e sull'articolo 13, concernente i centri di raccolta, che non prevede espressamente l'ipotesi di sospensione o revoca dell'autorizzazione, prevista dall'articolo 5 della direttiva 2003/50/CE.
Sottolinea che, al contrario, l'articolo 14 dello schema di decreto disciplina tale fattispecie con riguardo ai commercianti, ai sensi dell'articolo 6 della direttiva 2003/50/CE.
Evidenzia poi che nell'allegato B, non modificato dalla direttiva 2003/50/CE, che elenca le malattie relative alle specie degli animali in esame, è riproposta la rubrica II, già soppressa dall'articolo 1 del decreto ministeriale 19 marzo 2002, in attuazione della direttiva 2001/10/CE; nell'allegato E invece, concernente i modelli di certificati, sono state modificate le titolazione dei vari modelli, al fine di rettificare, come evidenziato nella relazione illustrativa, l'erronea titolazione riportata nella direttiva 2003/50, che faceva sempre riferimento ai soli «animali da macello».
Conclude rilevando che, non potendo ravvisare importanti elementi di contrasto con la disciplina comunitaria, e considerando la proposta di parere presentata dal relatore, preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole.
Gabriele FRIGATO (MARGH-U) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI) preannuncia anche a nome dei deputati della componente del gruppo misto cui appartiene, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Flavio RODEGHIERO (LNFP) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Enrico NAN (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 4).
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2002/89/CE del Consiglio, del 28 novembre 2002, concernente le misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali.
Atto n. 496.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 28 giugno 2005.
Giacomo STUCCHI, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore Riccardo Conti, illustra la proposta di parere favorevole (vedi allegato 5).
Salvatore BUGLIO (DS-U) dichiara di condividere le finalità dello schema di decreto legislativo in esame, adottato in attuazione della legge comunitaria 2003, che ha incluso nell'allegato B, la direttiva 2002/89/CE sulle misure di protezione contro l'introduzione e la diffusione di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali. La direttiva 2002/89/CE modifica la direttiva 2000/29/CE del Consiglio dell'8 maggio 2000, la quale ha stabilito il regime fitosanitario comunitario, specificando le condizioni, le procedure e le formalità alle quali sono soggette le importazioni o i movimenti di vegetali e di prodotti vegetali nella Comunità.
Rileva che le modifiche introdotte dalla direttiva 2002/89/CE riguardano numerosi aspetti del regime fitosanitario. In particolare, sono state ridefinite le procedure per i controlli fitosanitari da effettuare sui vegetali e prodotti vegetali in importazione, i quali devono essere efficaci ed effettuati secondo modalità armonizzate nell'intera Comunità al fine di migliorare la protezione contro l'introduzione di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali. La direttiva delinea, poi, metodi di informazione volti a consentire che le procedure e le formalità fitosanitarie siano espletate prima dello sdoganamento, in considerazione del fatto che la riorganizzazione delle procedure doganali in ambito comunitario ha modificato il sistema
di controlli effettuati dalle autorità doganali sulle merci in importazione. È stata istituita, inoltre, la tariffa fitosanitaria, al fine di armonizzare in campo comunitario la riscossione da parte di tutti i paesi membri e di assicurare le risorse finanziarie necessarie per migliorare i controlli sui vegetali e prodotti vegetali in importazione.
Evidenzia che lo schema di decreto si è reso necessario in considerazione del fatto che il 23 marzo scorso la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora per la mancata attuazione della direttiva 2002/89/CE, essendo scaduto il termine previsto per il recepimento, che era il 1o gennaio 2005.
Dopo aver considerato, infine, che il provvedimento recepisce in modo quasi letterale la direttiva, preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Gabriele FRIGATO (MARGH-U) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI) preannuncia anche a nome dei deputati della componente del gruppo misto cui appartiene, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Flavio RODEGHIERO (LNFP) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Andrea DI TEODORO (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del suo gruppo, voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 5).
La seduta termina alle 15.50.
Mercoledì 29 giugno 2005. - Presidenza del presidente Giacomo STUCCHI.
La seduta comincia alle 15.50.
Programma di lavoro della Commissione delle Comunità europee per l'anno 2005, programma operativo del Consiglio dell'Unione europea per il 2005.
COM(2005) 15 def. e 16299/04.
(Esame, ai sensi dell'articolo 126-bis del regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Michele COSSA (Misto-LdRN.PSI), relatore, rileva che i programmi di intervento delle istituzioni comunitarie per il 2005 giungono all'esame del Parlamento con notevole ritardo. Gli aspetti del panorama politico che sono destinati ad influenzare i lavori delle istituzioni europee vengono individuati essenzialmente nella ridotta crescita economica, nei problemi che accompagnano la ratifica del Trattato costituzionale, nei negoziati sulle prospettive finanziarie, il pieno funzionamento dell'Europa allargata.
Evidenzia quindi che la Commissione europea individua gli obiettivi strategici da perseguire nel rilancio della crescita economica e dell'occupazione finalizzata a far crescere la prosperità, puntando ad una maggiore competitività, intendo in questo senso l'esigenza di una riforma del patto di stabilità, il rilancio delle infrastrutture e dei programmi di ricerca. Si considera poi anche la solidarietà, come creazione di nuovi e migliori sbocchi occupazionali, riorientamento della politica di coesione; la materia della sicurezza, particolarmente attraverso il controllo alle frontiere dell'Unione e la garanzia della sicurezza nei trasporti; la proiezione verso l'esterno degli obiettivi interni dell'Unione, attraverso la prosecuzione della politica di allargamento; un più efficace impegno nella politica di sviluppo; l'impostazione di una politica specifica per l'Africa. Aggiunge
quindi che il programma operativo del Consiglio pone quale suo obiettivo primario la realizzazione dell'Agenda di Lisbona - giunta nel 2005 a metà percorso - che prevede una crescita economica sostenibile e maggiore competitività.
Evidenzia quindi i punti di maggiore rilevanza, precisando che ogni contributo proveniente dalle diverse componenti della Commissione verrà valutato con la massima considerazione. Aggiunge che di grande interesse e utilità sono risultate le audizioni informali di rappresentanti del mondo dell'agricoltura, dell'artigianato, delle cooperative, del commercio e degli esercenti, svolte dalla Commissione nella seduta odierna
Sul piano della libertà, sicurezza e giustizia, ritiene necessaria una più intensa collaborazione tra gli Stati membri per affrontare questioni della rilevanza di terrorismo, asilo, immigrazione e criminalità organizzata. A tale scopo condivide la necessità di studiare azioni di rafforzamento delle frontiere esterne e misure per una migliore gestione dei flussi migratori. Si prevede inoltre una serie di misure nel settore della giustizia civile per agevolare l'accesso dei cittadini europei alla giustizia.
Anche sul piano delle future prospettive finanziarie, i documenti in esame rilevano la necessità della definizione del prossimo quadro finanziario, tenendo conto delle diverse esigenze manifestate anche da ultimo nel Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno, con le rilevanti differenze di opinione tra i diversi Stati membri. Ricorda che si prevede in questo senso la modifica del Patto di stabilità. La Commissione europea ha individuato a questo proposito alcune linee guida: rafforzamento delle procedure preventive e la determinazione di un obiettivo di medio termine differenziato per i singoli Paesi membri la considerazione di un più ampio spettro di elementi ai fini dell'applicazione delle sanzioni per disavanzo eccessivo, tra cui la situazione del ciclo economico, la sostenibilità a lungo termine dei conti pubblici, l'attuazione di riforme strutturali.
Rileva quindi la necessità di rafforzare la competitività del sistema dell'Unione europea che è alla base dell'attuale crisi economica di consenso in cui versa l'Unione. Evidenzia in questo senso che il Consiglio ritiene prioritario perseguire l'obiettivo attraverso la riduzione degli oneri per le imprese attraverso il miglioramento della regolamentazione, la semplificazione legislativa e il ricorso a soluzioni diverse da quelle normative.
Sottolinea quindi che tra i settori in cui condivide la necessità di un intervento vi sono il turismo, la pesca, l'ambiente in particolare quello marino, la tutela dei giovani. In questo senso evidenzia che la Commissione europea ha presentato il 21 novembre 2003 la comunicazione COM (2003)716 relativa agli orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo. È condvisibile quindi l'obiettivo della Commissione che nel prossimo autunno 2005 intende presentare al Consiglio e alle altre istituzioni comunitarie una relazione sullo stato di attuazione delle iniziative previste al fine di poter preparare non oltre il 2007 una Agenda 21 per il turismo europeo, cioè un documento di intenti ed obiettivi programmatici come quello redatto su ambiente, economia e società sottoscritto da oltre 170 Paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992. Ricorda quindi che il Consiglio competitività ha esaminato la comunicazione della Commissione europea nella riunione del 18 aprile 2005, adottando conclusioni sulla sostenibilità del turismo europeo nelle quali,ha invitato gli Stati membri a partecipare all'attuazione di un approccio cooperativo tra gli operatori turistici al fine di contribuire ai lavori del gruppo per la sostenibilità del turismo, e ad incoraggiare gli organismi esistenti specializzati nelle questioni relative al turismo sostenibile per creare una rete di contatti a livello europeo per facilitare lo scambio di informazioni tra destinazioni turistiche. Aggiunge che il Consiglio ha invitato altresì la Commissione europea ad informare gli Stati membri
sulle attività del gruppo per la sostenibilità del turismo nella prima metà del 2006, e trasmettere entro il 2007 al Consiglio una comunicazione su un'Agenda europea 21 per il turismo, recante raccomandazioni di azioni concrete da parte degli operatori pubblici e privati. Ricorda d'altra parte che il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, prevede disposizioni specifiche relative al turismo. L'articolo I-17 inserisce il turismo tra i settori per i quali l'Unione ha competenza per svolgere azioni di sostegno, di coordinamento o di complemento rispetto alle azioni condotte dagli Stati membri, senza tuttavia potersi sostituire alla loro competenza. L'articolo III-281 dispone che l'Unione completi l'azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese dell'Unione in tale settore.
Ritiene quindi auspicabile un'azione di sostegno, anche su scala europea, del settore turistico, attraverso convergenti azioni promozionali volte, in particolare, a valorizzare le singole peculiarità e ricchezze nazionali, così come evidenziato dalla Commissione attività produttive.
In riferimento al settore della pesca evidenzia quindi che nell'ambito delle proposte per la riforma della politica di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013, la Commissione europea ha presentato, il 14 luglio 2004, una proposta di regolamento che istituisce il nuovo Fondo europeo per la pesca (FEP) relativo al periodo di programmazione 2007-2013 (COM(2004)497). Il Fondo è volto a facilitare, in conformità alla riforma del settore della pesca adottata nel 2002, la messa in opera di misure destinate ad assicurare una pesca sostenibile e la diversificazione economica delle zone di pesca. Sottolinea che obiettivo principale del Fondo sarà quello di contribuire a ridurre la pressione esercitata dalle attività di pesca in modo da consentire la ricostituzione degli stock ittici, e di incoraggiare l'utilizzazione di attrezzature e pratiche più ecologiche nel settore della pesca e dell'acquacoltura. Il FEP sostituirà l'attuale Strumento finanziario di orientamento per la pesca (SFOP) e, a differenza di questo, non farà parte dei fondi strutturali veri e propri. Precisa che la proposta verrà esaminata, secondo la procedura di consultazione, dal Parlamento europeo presumibilmente nella sessione del 5 luglio 2005. Aggiunge per completezza che il Consiglio, che ne ha iniziato l'esame il 22 novembre 2004, non è riuscito a raggiungere un accordo politico nella seduta del 22 giugno 2005 per le difficoltà emerse soprattutto a proposito della possibilità di continuare ad erogare, dal 2007 in poi, gli aiuti per il rinnovamento e ammodernamento dei pescherecci. Alcuni Stati membri - Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Polonia - vorrebbero estendere infatti la possibilità di erogare tali aiuti; al contrario la Commissione, appoggiata da Regno Unito, Svezia, Paesi Bassi e Germania, chiede la cessazione degli aiuti alla costruzione di nuovi pescherecci e la restrizione degli aiuti all'ammodernamento degli stessi.
Ricorda quindi che una posizione di compromesso è stata avanzata dalla Commissione che ha rivisto la propria posizione su alcune forme di aiuti alla piccola pesca - la possibilità di sostituire i motori per i pescherecci inferiori ai 12 metri - per l'ammodernamento dei pescherecci, che sarebbe consentito senza aumentare le attività di pesca, e ai giovani pescatori per l'acquisto di pescherecci usati. Sulle proposte di compromesso della Commissione, non essendo gli Stati membri riusciti a trovare un accordo, i negoziati sono stati rinviati ad ulteriori sedute.
Concorda d'altro canto con la necessità, evidenziata dalla Commissione agricoltura, di intraprendere tutte le azioni possibili, perché l'Italia possa assumere un ruolo strategico di primo piano nell'ambito della pesca nel Mediterraneo, non solo nei confronti dei partner comunitari, ma di tutti i Paesi rivieraschi
Sul piano delle azioni in materia di inquinamento marino accidentale e sicurezza ambientale della navigazione ricorda che il 5 marzo 2003 la Commissione ha presentato la proposta di direttiva COM(2003)92 relativa all'inquinamento
provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni, anche di natura penale, per i reati di inquinamento. Si tratta di un provvedimento condivisibile. La proposta, che segue la procedura di codecisione, è stata esaminata in prima lettura dal Parlamento europeo il 13 gennaio 2004. In quella sede il Parlamento europeo ha adottato alcuni emendamenti che non sono stati recepiti nella posizione comune adottata dal Consiglio trasporti del 7 ottobre 2004. Al fine di evitare la procedura di conciliazione, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno negoziato un testo di compromesso che prevede, in particolare, che le sanzioni siano proporzionate alla gravità dell'infrazione e che quelle più gravi siano considerate reati in conformità alle disposizioni di una futura decisione-quadro volta a completare questa direttiva. La Commissione, entro la fine del 2006, dovrà predisporre uno studio di fattibilità riguardo alla creazione di un servizio di guardacoste europeo, presentando eventualmente una proposta a tal riguardo. Il compromesso prevede, infine, che l'Agenzia europea per la sicurezza marittima cooperi con gli Stati membri per l'attuazione di questa direttiva e per la realizzazione di altre azioni quali l'individuazione degli scarichi mediante il ricorso al monitoraggio e alla sorveglianza satellitare. Ricorda d'altro canto che la lotta contro l'inquinamento marino rientra fra le priorità della Presidenza lussemburghese che intende adoperarsi al fine di raggiungere un accordo con il Parlamento europeo sulla suddetta proposta. Aggiunge che il 2 maggio 2003 la Commissione ha presentato la proposta di decisione quadro COM(2003)227 intesa a rafforzare la cornice penale per la repressione dell'inquinamento provocato dalle navi, completando la proposta di direttiva relativa all'inquinamento provocato dalle navi precedentemente descritta. La proposta mira a rafforzare le misure di diritto penale volte a ravvicinare le disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri applicabili ai reati di inquinamento provocato dalle navi, nonché a facilitare e ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri ai fini della repressione dei reati in questione.
Rileva altresì che il 2 marzo 2005 la Commissione europea ha presentato una comunicazione riguardante l'elaborazione di una futura politica marittima dell'Unione europea. L'intento della Commissione europea è quello di elaborare un approccio integrato volto ad ottimizzare le sinergie fra le varie attività legate al mare, aumentandone il potenziale economico e proteggendo l'ambiente. La Commissione intende avviare, entro la metà del 2006, una consultazione pubblica i cui risultati saranno presi in considerazione per la preparazione delle proposte necessarie alla realizzazione della politica marittima comune. Ricorda a tal proposito che al fine di preparare i documenti su cui si dovrà svolgere la consultazione, la Commissione ha deciso di istituire una task force presieduta dal Commissario europeo Borg, responsabile per la pesca e gli affari marittimi, e alla quale parteciperanno anche i Commissari responsabili per le imprese e l'industria, per i trasporti, per l'ambiente, per la politica regionale, per la ricerca e per l'energia. In ogni caso, da ultimo, precisamente il 25 maggio 2005 la Commissione ha proposto di stanziare 154 milioni di euro per il finanziamento pluriennale delle funzioni di lotta all'inquinamento dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima. Il contributo finanziario, valido per un periodo uguale a quello delle nuove prospettive finanziarie 2007-2013, sarà suscettibile di essere rivisto in seguito alla definizione delle nuove prospettive finanziarie.
Ricorda quindi che nel programma di lavoro per il 2005 la Commissione ha preannunciato la presentazione, nel mese di giugno 2005, del terzo pacchetto sulla sicurezza marittima (Erika III) che dovrebbe comprendere, fra l'altro una proposta di direttiva che modifica la direttiva 95/21/CE relativa all'attuazione di norme internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell'inquinamento e le condizioni di vita e di lavoro a bordo, per le navi che approdano nei porti comunitari e
che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati Membri - controllo dello Stato di approdo - nonché una proposta di regolamento nel settore dell'assicurazione e della responsabilità civile per l'inquinamento provocato dalle navi. A questa si aggiunge una proposta di regolamento sull'ispezione, la visita e la certificazione delle navi al fine di conformarsi alle convenzioni internazionali in materia di sicurezza marittima e di prevenzione dell'inquinamento marino.
Sul piano del potenziamento delle politiche per i giovani sottolinea quindi che il 19 maggio 2004 la Commissione ha presentato la comunicazione COM(2004) 337 Proposta di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani, che fa seguito al libro bianco sulla gioventù COM(2001)681 e alla risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 che definisce un nuovo quadro di cooperazione in tema di gioventù. La Commissione si propone l'obiettivo globale di sviluppare, promuovere e riconoscere le attività di volontariato ad ogni livello per potenziare la cittadinanza attiva dei giovani e il loro senso di solidarietà. Per conseguire questa finalità globale la comunicazione propone come obiettivi comuni sviluppare le attività di volontariato per i giovani al fine di accrescere la trasparenza delle possibilità esistenti, di ampliarne l'ambito di applicazione e di migliorarne la qualità; facilitare l'impegno volontario dei giovani eliminando gli ostacoli esistenti; promuovere il volontariato al fine di rafforzare la solidarietà e l'impegno civico dei giovani; garantire il riconoscimento delle attività di volontariato dei giovani al fine di riconoscere le loro competenze personali e il loro impegno nella società. La Commissione suggerisce linee d'azione relative a ciascun obiettivo e propone agli Stati membri di concordare sull'attuazione di tutti gli obiettivi comuni approvati, nonché di presentare entro la fine del 2006 relazioni sui contributi nazionali all'attuazione degli obiettivi comuni in tema di volontariato, dopo aver consultato, attraverso i canali ritenuti più opportuni, giovani, giovani volontari e rispettive organizzazioni, nonché, se del caso, i consigli nazionali e regionali della gioventù. Ricorda che il Consiglio occupazione ha adottato, il 15 novembre 2004, una risoluzione sull'attività di volontariato dei giovani nella quale, fra l'altro, invita gli Stati membri a presentare, entro la fine del 2006, relazioni sui contributi nazionali all'attuazione della priorità in materia di attività di volontariato e a consultare i giovani e le loro associazioni, i volontari e le organizzazioni di volontariato, nonché i consigli nazionali e regionali della gioventù, per l'elaborazione di dette relazioni. Aggiunge che il 30 maggio 2005 la Commissione ha presentato la comunicazione COM(2005) 206 sulle politiche europee relative ai giovani, nella quale, fra l'altro, ribadisce l'importanza della promozione delle attività di volontariato, per favorire il rafforzamento della cittadinanza attiva dei giovani e del loro spirito di solidarietà.
Ritiene quindi condivisibili alcune considerazioni emerse dalle relazioni approvate dalle Commissioni di settore. Con riferimento alla politica fiscale, segnala in particolare la necessità di proseguire gli sforzi per eliminare i fenomeni di concorrenza fiscale dannosa tra i paesi membri, che ostacolano la sana concorrenza tra operatori ed imprese, determinando distorsioni del mercato, in particolare per quanto riguarda la tassazione delle società e sul risparmio, nonché delle piccole e medie imprese che operano con filiali in più Stati membri. Segnala altresì l'opportunità di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra le amministrazioni degli Stati membri competenti in materia fiscale e doganale, in particolare per rendere più incisiva l'azione di contrasto delle pratiche volte all'evasione ed elusione degli obblighi fiscali, nonché delle attività di riciclaggio dei capitali di provenienza illecita. Condivide inoltre l'auspicio che il Governo si adoperi per una rapida approvazione della proposta di rifusione della direttiva 2000/12/CE e della direttiva 93/6/CE, concernenti l'attività degli enti creditizi, al fine di trasporre nell'ordinamento comunitario l'accordo cosiddetto «Basilea II», come evidenziato dalla Commissione finanze.
Ritiene inoltre necessario rendere compatibile la proposta di direttiva COM (2002) 92, sulla brevettabilità del software con le esigenze di sviluppo e libero mercato dell'economia nazionale, come indicato dalla Commissione lavoro, ricordando tra l'altro che la Commissione politiche dell'Unione europea ne ha già avviato l'esame con l'audizione del ministro Stanca ed è in attesa di ulteriori indicazioni sul punto da parte del Governo. Aggiunge che sarebbe opportuno che si attuino tutte le misure necessarie volte al mantenimento dei contributi agricoli della PAC, nella misura stabilita dal Consiglio europeo dell'ottobre 2002, perseguendo al contempo, sia in ambito comunitario che in ambito nazionale, l'obiettivo di semplificare le regole e le procedure di applicazione della normativa comunitaria. Considera altresì imprescindibile la tutela della filiera bieticolo-saccarifera e la riforma del settore con misure adeguate a preservare le capacità di produzione nazionali. La riforma del settore bieticolo-saccarifero può determinare d'altra parte gravi conseguenze per i produttori di barbabietole e l'industria saccarifera italiana con una perdita di reddito che potrebbe giungere sino al 60 per cento e rischio di perdita di posti di lavoro.
Sempre sul versante agroalimentare ritiene necessario perseguire l'obiettivo di tutelare a livello internazionale le denominazioni di origine, attraverso il loro riconoscimento in ambito WTO.
Aggiunge per completezza che particolare attenzione dovrà essere assicurata alla problematica del cofinanziamento che è stato prospettato dal Governo italiano nel corso del negoziato sulle prospettive finanziarie come extrema ratio soltanto per evitare un pregiudizio grave per la politica di coesione e lo sviluppo rurale; ritiene che in ogni caso il cofinanziamento non significhi necessariamente una riduzione del sostegno all'agricoltura ma sostituzione di parte di contributi europei con contributi nazionali.
Evidenzia infine la necessità di prestare particolare attenzione al fatto che alcune regioni sono uscite dall'Obiettivo 1. Si pone infatti un problema serio, da affrontare e risolvere con interventi ponderati. Ricorda infatti che la situazione anche dell'economia di quelle regioni non è cambiata in meglio; una di queste, la Sardegna, si trova anzi in una situazione di maggiore difficoltà strutturale per il fatto di essere un'isola. Ritiene pertanto necessario un impegno speciale del Governo affinché questo elemento venga adeguatamente valutato in sede comunitaria affinché questa differenza sia colmata con i necessari interventi infrastrutturali, finanziari e con l'adozione di quegli interventi che risultano sempre più indispensabili e non più rinviabili per lo sviluppo.
Giacomo STUCCHI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16 alle 16.05.