III Commissione - Mercoledì 25 maggio 2005


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ALLEGATO

Sulla missione a Bucarest (8-10 maggio 2005).

RELAZIONE DEL PRESIDENTE SELVA

Dall'8 al 10 maggio 2005 il Presidente della Commissione Affari esteri, Gustavo Selva, si è recato in visita ufficiale a Bucarest, in Romania, dove ha incontrato i massimi rappresentanti delle istituzioni parlamentari e governative del Paese. Il Presidente ha infatti incontrato il Presidente della Repubblica, Traian Basescu, il Primo Ministro, Calin Popescu Tariceanu, i Presidenti del Senato, Nicolae Vacaroiu, e della Camera dei deputati, Adrian Nastase, i Presidenti della Commissione Affari esteri del Senato, Mircea Geoana, e della Camera dei deputati, Stefan Glavan, il Segretario di Stato al Ministero degli Affari esteri, Theodor Baconschi, il Segretario di Stato Negoziatore Capo per l'Unione europea, Leonard Orban.
Nell'incontro con il Presidente della Commissione Esteri della Camera dei deputati Glavan, questi ha sottolineato anzitutto l'eccellente stato dei rapporti bilaterali italo rumeni, sia politici che economici, ricordando che la Romania, crocevia fra le grandi direttrici di comunicazione fra l'Est e l'Ovest, il Nord e il Sud dell'Europa, rappresenta per l'Italia una grossa potenzialità in termini di investimenti finalizzati alla costruzione di grandi infrastrutture, come autostrade e oleodotti. Ha infatti citato l'oleodotto in fase di costruzione fra Costanza e Trieste, nonché la progettata autostrada fra Bucarest e Budapest, alla cui costruzione l'Italia avrebbe ogni interesse a partecipare.
In termini geopolitici, inoltre, la Romania rappresenta, alla vigilia del suo ingresso nell'Unione europea (fissato al 1o gennaio 2007 dopo la recente firma del Trattato di adesione, avvenuta il 25 aprile scorso) il più importante avamposto dell'Europa verso Est e in direzione del Mar Nero, regione che ricopre un ruolo di grande rilievo strategico ed economico per l'Unione.
Nel campo della politica interna il Paese sta vivendo, come ha affermato Glavan, una stagione di stabilità, all'indomani delle recenti elezioni politiche e presidenziali che hanno condotto al potere il Partito Nazional-Liberale, nella persona del neoeletto Presidente Basescu: tale mutata situazione politica interna consentirà il raggiungimento degli obiettivi da completare nel biennio che separa il Paese dalla formale adesione all'Unione europea. Glavan ha poi espresso la forte preoccupazione rumena nascente da una decisione dell'ultima ora del Parlamento europeo, che ha rinviato la partecipazione dei parlamentari rumeni in qualità di osservatori ai lavori parlamentari, facendola slittare al settembre 2006 per ragioni organizzative. L'opinione pubblica rumena ha visto infatti in questa decisione un segno di diffidenza dell'Unione europea nei confronti del prossimo ingresso della Romania e questo timore è emerso ripetutamente in tutti gli incontri svolti nell'ambito della missione.
Confermando infine l'impegno rumeno a collaborare con l'Italia nel campo della lotta alla criminalità organizzata e all'immigrazione illegale, Glavan ha altresì sottolineato le eccellenti relazioni che intercorrono fra i due Paesi nel campo della cooperazione militare e che scaturiscono anche dalla comune partecipazione a missioni internazionali, da ultima la missione in Iraq.


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Il Presidente Selva ha anzitutto rassicurato la parte rumena - come anche in ciascuno dei successivi colloqui in cui è stata sollevata analoga preoccupazione - che la decisione del Parlamento europeo è senza dubbio da ascrivere a ragioni di carattere pratico e organizzativo, ma non a una volontà di dilazionare o di considerare con diffidenza l'ingresso della Romania nella comune casa europea.
In merito alla politica di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina, il Presidente Selva ha sottolineato il comune sforzo di Italia e Romania in questa direzione, affermando il principio del pieno rispetto della libertà di circolazione e la necessità di garantire, al contempo, una porta aperta a tutti coloro che vengono per lavorare e integrarsi sul territorio nazionale, respingendo invece quanti favoriscono la criminalità, il traffico di stupefacenti o di persone.
Passando alla politica economica, il Presidente Selva ha posto l'accento sul rilevante contributo che numerose imprese italiane forniscono allo sviluppo di alcune regioni rumene, facendo in particolare riferimento ai gruppi trevigiani che operano nell'area di Timisoara. Ha convenuto sul fatto che la politica di espansione economica europea verso Est trova in Romania il suo punto focale e che l'Italia è fortemente interessata a contribuire a questo sviluppo con la partecipazione ai progetti di costruzione di infrastrutture, anche nell'ottica di un rafforzamento della cooperazione economica con la Russia. In particolare, poi, l'Italia e la Romania, considerate le comuni radici storico-culturali latine, possono costituire, ciascuna nel proprio ambito naturale, che è il Mediterraneo per l'una e il Mar Nero per l'altra, un polo di riferimento economico e strategico per l'espansione dell'Unione europea verso Est, in particolare verso l'area balcanica. Anche i buoni rapporti diplomatici con la Bulgaria, comuni ad entrambi i Paesi, possono costituire una utile triangolazione per raggiungere questo obiettivo.
Nell'ambito della cooperazione in materia culturale, infine, entrambi i Presidenti hanno prospettato nuove opportunità di potenziamento delle relazioni reciproche già esistenti.
Il Primo Ministro Tariceanu ha anzitutto espresso l'apprezzamento del Governo rumeno per l'appoggio fornito dal nostro Paese al processo di adesione della Romania all'Unione europea. È emersa in particolare in questo colloquio, come del resto in tutti gli altri, la ricorrente preoccupazione rumena che alcuni dei partners europei - soprattutto i tedeschi, che non ne hanno fatto mistero - abbiano delle remore all'ingresso della Romania in Europa: si tratta di remore incomprensibili per i rumeni, visto che anche l'adesione all'Unione degli ultimi dieci Paesi avrebbe dovuto suscitare analoghi timori.
Nel confermare l'impegno del nuovo Governo rumeno a rispettare la scadenza prefissata per l'adesione, compiendo tutti i passi necessari al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Commissione europea, il Primo Ministro si è particolarmente soffermato sui nodi critici di questo percorso, che riguardano la riforma della giustizia, la politica ambientale, la riforma dell'amministrazione e la lotta alla corruzione, la tutela della concorrenza, ribadendo l'obiettivo prioritario del Governo - compreso anche nel programma elettorale - di combattere la corruzione della vita pubblica con ogni mezzo. Puntualizzando che il livello di corruzione della vita politica rumena non appare superiore a quello esistente in altri Paesi europei, e definendo esagerata la percezione che si ha all'estero di questa specifica problematica rumena, Tariceanu comunque ha chiarito che è stata intrapresa una significativa riforma della giustizia, rafforzando anzitutto il ruolo del Consiglio Superiore della Magistratura, per garantire una maggiore indipendenza dei giudici. Ha fatto presente che funzionari pubblici, parlamentari e membri di Governo sono ora obbligati per legge a rendere pubblici i loro redditi, anche per smentire la convinzione diffusa nell'opinione pubblica rumena che gli incarichi politici siano sempre fonte di guadagni illeciti.


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Il Primo Ministro ha auspicato che le imprese italiane - soprattutto quelle di grandi dimensioni - investano capitali ancora maggiori in Romania, considerato che settori come l'energia, le infrastrutture e la meccanica rappresentano ottime potenzialità per il futuro e che gli investimenti in questi campi presentano in Romania un alto tasso di remuneratività anche a breve termine.
Il Presidente Selva ha anzitutto evidenziato che il prossimo ingresso della Romania e della Bulgaria in Europa costituirà il completamento dell'Unione verso Sud-Est e in particolare - per quanto riguarda in particolare la Romania - del suo nucleo di matrice storico-culturale latina, soprattutto considerato che il ruolo sinora svolto dalla Romania non ha riflettuto le sue reali potenzialità storiche e politiche, oltreché economiche. Per quanto è noto in Italia, il Presidente ha quindi inteso fugare ogni preoccupazione rumena su una presunta diffidenza degli Stati già membri dell'Unione nei confronti della prossima adesione di Bulgaria e Romania, ridimensionando le dichiarazioni di alcuni partners europei, che con ogni probabilità rappresentano solo il riflesso di difficoltà di politica interna di fronte alle rispettive opinioni pubbliche. Nel confermare l'appoggio incondizionato dell'Italia nella direzione di una piena accettazione del ruolo e del rilievo che la Romania svolgerà in Europa, ha invece posto l'accento sui possibili rischi insiti in un esito negativo del prossimo referendum francese sul nuovo Trattato costituzionale europeo.
Nell'incontro con il Presidente del Senato Vacaroiu sono emersi anzitutto gli stretti legami esistenti fra il Parlamento rumeno e quello italiano, in virtù del Protocollo di collaborazione parlamentare firmato nel 1998. Ricordando poi i settori della legislazione in cui il Governo rumeno deve ancora intervenire per garantire l'ingresso del Paese nell'Unione europea il 1o gennaio del 2007, ha sottolineato il ruolo che il Parlamento rumeno è chiamato a svolgere nel controllo sull'attuazione di queste misure da parte del Governo, facendo presente in particolare che entro un anno dovrebbero essere portate a termine tutte le privatizzazioni previste. Ha inoltre auspicato che l'Italia possa ratificare quanto prima il Trattato di adesione della Romania all'Unione europea.
Il colloquio si è poi incentrato sull'interscambio economico italo-rumeno, che vede l'Italia al primo posto fra i partners commerciali della Romania, e sulla possibilità di costruire su questo asse privilegiato anche uno speciale rapporto politico di cooperazione rafforzata che proietti l'Italia e la Romania come reciproci traits d'union rispettivamente verso il Mar Nero e il Mediterraneo. Tale reciprocità potrebbe rafforzarsi e alimentarsi della comune partecipazione alla NATO, nella condivisione delle più recenti direttrici della politica estera, vicina agli Stati Uniti, e che vedono i due Paesi fianco a fianco anche in alcune missioni internazionali finalizzate al mantenimento della pace.
In particolare poi Vacaroiu si è soffermato sulla struttura e sull'operatività del Parlamento rumeno, nonché sulle recenti riforme che hanno inciso sul bicameralismo fino ad allora perfetto del sistema parlamentare, evidenziando anche alcuni limiti di queste riforme. In particolare, l'introduzione di un termine temporale per la conclusione dell'esame di un progetto di legge presso ciascuna delle due Assemblee, allo scadere del quale il progetto passa direttamente all'altra Camera come se fosse stato approvato, costituirebbe a suo avviso un evidente difetto di funzionamento del bicameralismo attualmente vigente in Romania.
Nell'incontro con il Presidente della Camera rumena Nastase sono stati affrontati temi di politica interna per ciascuno dei due Paesi: in particolare Nastase si è soffermato sul recente cambio di maggioranza di Governo avvenuto in Romania, che sarebbe, a suo giudizio, il risultato di un voto di protesta dell'elettorato. È infatti tipico delle vicende politiche degli ultimi anni dei Paesi dell'Europa orientale il frequente cambio di maggioranza politica da una legislatura all'altra, espressione ancora di una relativa instabilità dell'elettorato.


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Il Presidente Nastase ha evocato il particolare rilievo della cooperazione parlamentare fra l'Italia e la Romania, ponendo in evidenza le aspettative della parte rumena per quanto concerne la preparazione dei parlamentari rumeni all'ingresso in Europa e, in particolare, alla partecipazione di questi al Parlamento europeo. I rumeni infatti hanno previsto dei corsi di formazione dei loro parlamentari, mentre auspicano di rafforzare la cooperazione già esistente con l'Italia anche nell'ambito della formazione dei funzionari parlamentari, in base a quanto previsto dal Protocollo di cooperazione firmato dalle due Camere.
Il Presidente Selva ha nuovamente avanzato la proposta di una partnership rafforzata italo-rumena nel campo della politica estera di comune interesse, anche rivolta verso il continente africano e l'Asia, e ha quindi ribadito l'opportunità di procedere insieme in molti settori, primi fra tutti la lotta al terrorismo internazionale.
Il Segretario di Stato agli Affari esteri Baconschi ha anzitutto espresso apprezzamento per l'appoggio sinora fornito dall'Italia al processo di adesione della Romania all'Unione europea, oltre che per la pronta ratifica del Trattato costituzionale europeo, mentre non ha nascosto le sue preoccupazioni, del tutto analoghe a quelle degli altri interlocutori rumeni, per una certa ventata di euroscetticismo che sembra aver investito l'Europa - soprattutto i tedeschi - all'indomani della fissazione della data dell'ingresso nell'Unione europea di Bulgaria e Romania. Ha infatti invitato a non sottovalutare il prezioso ruolo di ponte politico ed economico verso la regione dei Balcani e del Mar Nero che la Romania può svolgere a vantaggio dell'Unione europea sin da ora.
Il Presidente Selva si è mostrato d'accordo specialmente su quest'ultimo punto, mentre ha inteso ridimensionare le reazioni delle opinioni pubbliche di alcuni Paesi membri dell'Unione, che sono alla base delle inquietudini espresse dai rumeni in più occasioni, in particolare per quanto riguarda la questione dello slittamento della partecipazione dei parlamentari rumeni al Parlamento europeo in qualità di osservatori.
Il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato Geoana ha affermato che l'Italia rappresenta per la Romania una locomotiva economica e politica di grande importanza, al punto che non è sufficiente per il futuro che l'Italia sia il primo partner commerciale della Romania: è necessario infatti che i due Paesi coordinino le proprie politiche comuni verso Est e verso i Balcani, in special modo, dando maggiore sostanza ai rapporti bilaterali anche in una prospettiva esterna e nella condivisione di un comune concetto politico e strategico come membri della NATO.
In particolare, Geoana ha fatto un'analisi accurata della posizione rumena in materia di politica di sicurezza, che la accomuna a molti Paesi dell'Europa orientale in cui è particolarmente sentita, all'indomani del crollo del blocco sovietico, la specialità della relazione transatlantica e la necessità di approfondirla nell'ambito della comune partecipazione alla NATO. Tale specifica sensibilità dei rumeni va riconosciuta e tenuta in conto nelle relazioni fra futuri partners europei e nella posizione assunta dal precedente Governo rumeno al momento dell'invio di un contingente militare in Iraq, posizione peraltro avversata anche attualmente da alcuni partiti.
Sul versante più direttamente europeo l'Italia, con il prestigio della sua posizione di Paese fondatore dell'Unione europea, potrebbe contribuire a lanciare un chiaro messaggio politico ai partners europei per dissipare il clima di nervosismo e di insicurezza che si sta diffondendo in Europa alla vigilia dell'ingresso di Bulgaria e Romania. Geoana pensa che le preoccupazioni delle opinioni pubbliche di alcuni Paesi membri non siano commisurate ai fatti, ma che non vadano sottovalutate politicamente, anche perché non sono comparabili al clima che ha preceduto l'adesione degli ultimi dieci membri dell'Unione. Non esclude che alcuni Governi europei - primo fra tutti il tedesco -


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possano far passare il messaggio, assolutamente negativo per la Romania, che sia bene attendere il prossimo rapporto della Commissione sul processo di adesione avviato, rapporto previsto per la fine del 2005, prima di dare il via libera alla ratifica del Trattato di adesione dei due Paesi.
Il Vice Presidente della Commissione Affari esteri Radu Campeanu, presente all'incontro, ha sottolineato la matrice europea della cultura rumena e il forte interesse della Romania a che questa comune matrice sia quanto prima riconosciuta e sancita dall'ingresso nell'Unione europea. Senza dimenticare il prezioso ruolo di ponte politico ed economico verso la Russia e la natura di territorio di grande valenza strategica verso l'Est, la Romania ha bisogno di appoggio e incoraggiamento in Europa. Non è infatti il Paese povero e corrotto che viene descritto dalla stampa estera, ma una terra dalle grandi potenzialità inespresse, che ha necessità di essere adeguatamente supportato - e in questo il ruolo dell'Italia può essere essenziale - per superare gli ultimi scogli e le difficoltà burocratiche che ancora la separano dal suo ingresso nell'Unione.
Il presidente Selva, nell'incontro, ha ribadito le ragioni alla base della necessità di approfondire le politiche di amicizia e di sicurezza comune dell'Italia e della Romania, completando il processo di integrazione europea di quest'ultima, sulla linea tracciata dai grandi «europei» Schuman, De Gasperi e Adenauer, anche allo scopo di rafforzare un polo «latino» di interesse in ambito europeo e con l'obiettivo di assumere per il futuro posizioni comuni nei confronti di aree geografiche lontane, come l'Estremo Oriente, l'Africa, l'India. Il Presidente ha sottolineato la comunanza di atteggiamenti politici già dimostrata dai due Paesi in occasione del conflitto iracheno, che li vede entrambi presenti sul territorio iracheno per soccorrere la popolazione locale, a sostegno della pace e della stabilizzazione dell'Iraq.
Il Negoziatore Capo per l'Unione europea Orban ha constatato un deterioramento dello spirito europeista nell'evoluzione politica degli ultimi mesi in alcuni Stati membri dell'Unione e in particolare nella già citata decisione del Parlamento europeo di far slittare la data di partecipazione degli osservatori rumeni ai lavori. Manifestando il timore che alcuni Paesi membri intendano addirittura rinegoziare il Trattato che prevede l'adesione di Romania e Bulgaria, ha chiesto all'Italia di perorare la causa rumena sia in seno al Parlamento europeo, sia a livello di Parlamento nazionale. I tedeschi, ha detto Orban, vedono come uno spauracchio l'ingresso della Romania in Europa, prevedendo una vera e propria invasione del mercato del lavoro, mentre i francesi temono più di ogni altra cosa la delocalizzazione delle loro aziende in Romania. La Romania può invece rappresentare una rara opportunità di espansione per l'economia di molti Stati membri dell'Unione, considerato che può aprire un mercato di 22 milioni di persone e che l'estensione della libera circolazione delle persone alla Romania sarà comunque ritardata di sette anni a partire dalla data dell'adesione, motivo per cui molte delle preoccupazioni manifestate dall'opinione pubblica europea in questi ultimi tempi appaiono del tutto infondate.
In particolare, ha continuato Orban, gli organi di stampa europei si soffermano esclusivamente sui rischi che l'adesione di Bulgaria e Romania potrebbe comportare per il bilancio dell'Unione, parlando di un prezzo esorbitante che l'Europa pagherebbe in termini di contributi da erogare a questi due Paesi, pari a 44,3 miliardi di euro per gli anni dal 2007 al 2013. Si tratta di messaggi impropri e assolutamente negativi, considerato che l'entità dei contributi in questione in realtà non è ancora stata definita e che in tale calcolo non si tiene minimamente conto dell'apporto economico che la Romania e la Bulgaria potranno fornire all'Unione nello stesso arco di tempo.
Il Presidente Selva ha rassicurato il suo interlocutore su queste delicate questioni, garantendo tutto l'appoggio possibile del nostro Paese all'obiettivo di dissipare questo


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clima di diffidenza in Europa verso l'ingresso dei due nuovi Stati, ribadendo i principi europeisti che fanno parte della nostra tradizione politica e storica e che risalgono ai «padri fondatori» dell'Europa e riaffermando il grande e insostituibile ruolo che l'Unione europea ha svolto in tutti questi anni, sin dalla sua nascita come Comunità europea, come strumento di garanzia per la pace, la democrazia e lo sviluppo per i Paesi che ne fanno parte. Analogo ruolo potrà svolgere anche nei confronti della Romania, così come è avvenuto in occasione di ogni successiva adesione di Stati membri.
Al termine della visita, infine, il Presidente Selva ha incontrato il Presidente della Repubblica rumeno Basescu, il quale ha anzitutto confermato i solidi rapporti di amicizia che intercorrono fra i due Paesi, anche in seguito alla recente visita ufficiale da lui resa al Presidente del Consiglio Berlusconi, il quale ha garantito e rafforzato il prezioso sostegno fornito dall'Italia alla Romania in questo delicato momento politico. Nel riassumere quindi i capitoli negoziali nei quali la Romania deve garantire il raggiungimento degli standard richiesti dall'Unione europea, e cioè la giustizia, la pubblica amministrazione, l'ambiente e la concorrenza, il Presidente Basescu ha affermato la necessità che la Romania venga valutata correttamente e obiettivamente dalla Commissione europea, sdrammatizzando in parte la questione degli osservatori parlamentari rumeni al Parlamento europeo.
Riferendosi ai rapporti bilaterali economici fra l'Italia e la Romania, ha poi sottolineato l'interesse rumeno ad un sensibile aumento degli investimenti italiani sul territorio, oltre che ad un incremento del trasferimento di know-how dall'Italia, che potrebbe trovare un conveniente sbocco nella progettata modernizzazione dell'industria degli armamenti rumena.
La cooperazione politica fra i due Paesi, hanno convenuto sia Basescu che Selva, potrebbe convenientemente volgersi ad assumere posizioni condivise di politica estera verso aree extra-europee di crescente interesse economico e politico, facendo leva sulla collocazione geografica favorevole che lega la Romania al Mar Nero, proiettandola verso l'Est, e l'Italia al Mediterraneo, in direzione dell'Africa. La cooperazione politica sarebbe senz'altro favorita dalla già sperimentata vicinanza militare che vede contingenti italiani e rumeni operare fianco a fianco in operazioni di mantenimento della pace e di stabilizzazione.
Il Presidente Selva ha garantito il massimo appoggio parlamentare possibile nel prossimo esame del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica del Trattato di adesione di Romania e Bulgaria e si è infine congratulato per i sensibili progressi compiuti dalla Romania in tutti i campi di interesse per il suo previsto ingresso nell'Unione europea e, in special modo, per gli sforzi compiuti nel campo della lotta alla corruzione.