IX Commissione - Resoconto di mercoledì 6 aprile 2005


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INTERROGAZIONI

Mercoledì 6 aprile 2005. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti Silvano Moffa.

La seduta comincia alle 10.5.

Sull'ordine dei lavori.

Paolo ROMANI, presidente, avverte che, su richiesta dei presentatori e concorde il Governo, lo svolgimento delle interrogazioni n. 5-003546 Ghiglia (Fermata a Oulx dei treni TGV), n. 5-03812 Mazzarello (Interventi per la sicurezza del trasporto ferroviario e raddoppio della linea Genova-Ventimiglia) e n. 5-03840 Susini (Le Officine Cargo di Livorno) è rinviato ad altra seduta.

5-03844 Lettieri: L'Officina Grandi riparazioni di Melfi.

Il sottosegretario Silvano MOFFA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

Mario LETTIERI (MARGH-U), replicando, esprime sconcerto per la risposta resa dal Governo. Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe dovuto, a suo avviso, contattare i dirigenti delle Ferrovie dello Stato per ottenere un chiarimento riguardo al futuro dell'Officina Grandi riparazioni di San Nicola di Melfi. Si tratta di un impianto che ha grandi potenzialità di sviluppo e che è irragionevole non impiegare appieno, anche considerate le favorevoli ricadute occupazionali. Nel Mezzogiorno si registrano le più gravi inefficienze del sistema ferroviario italiano, ma esistono anche strutture con elevata professionalità, inspiegabilmente sottoutilizzate dalle Ferrovie dello Stato, che preferisce far ricorso a ditte esterne anziché cogliere l'occasione per impiegare al meglio il patrimonio di conoscenze che già possiede.
Prega pertanto il sottosegretario Moffa di voler svolgere un supplemento di istruttoria sulla questione portata all'attenzione del Governo con l'interrogazione in titolo, svolgendo un serio e diretto confronto con i dirigenti delle Ferrovie dello Stato.

Paolo ROMANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 10.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 6 aprile 2005 - Presidenza del presidente Paolo ROMANI.

La seduta comincia alle 10.20.

Norme in materia di limiti di velocità e dispositivi di sicurezza nella circolazione stradale.
(C. 2096 Nicotra, C. 3928 Gibelli, C. 5077 Pasetto, C. 5170 Daniele Galli e C. 5644 Raffaldini).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge in titolo, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2005.

Paolo ROMANI, presidente, avverte che, sulla base di quanto convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la proposta di legge C. 5644 Raffaldini è stata abbinata alle proposte di legge C. 2096 Nicotra, C. 3928 Gibelli, C. 5077 Pasetto e C. 5170 Daniele Galli, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento, in quanto vertente su materia analoga. Inoltre, considerato che nella giornata odierna è stata assegnata alla Commissione anche la proposta di legge C. 5712, della quale è il primo firmatario, vertente anch'essa su analoga materia, propone di disporne l'abbinamento.

La Commissione concorda.


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Antonio PEZZELLA (AN), relatore, illustra brevemente le proposte di legge C. 5644 e C. 5712, rilevando che la proposta di legge C. 5644 è identica alla proposta Pasetto n. 5077, salvo che per una previsione nuova, che si aggiunge alle altre. Entrambe le proposte di legge, infatti, riscrivono - e negli stessi termini - il comma 1 dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 285 del 1992, e successive modificazioni, vale a dire la norma del codice della strada che permette agli enti proprietari o concessionari di autostrade di elevare il limite di velocità a 150 chilometri orari in alcuni tratti. In particolare, le due proposte sostituiscono il citato comma con altro che prevede che la velocità massima non possa comunque superare i 130 chilometri orari sulle autostrade, i 110 chilometri orari sulle strade extraurbane principali, i 90 chilometri orari sulle strade extraurbane secondarie e locali, e i 50 chilometri orari sulle strade dei centri abitati, salva la possibilità di elevare tale limite fino ad un massimo di 70 chilometri orari sulle strade urbane le cui caratteristiche costruttive e funzionali lo consentano, previa installazione degli appositi segnali. A questa previsione, la proposta di legge Raffaldini n. 5644 ne aggiunge un'altra, nel medesimo comma sostitutivo, volta a precisare che, in caso di precipitazioni atmosferiche di qualsiasi natura, la velocità massima non possa superare i 100 chilometri orari sulle autostrade e i 90 chilometri orari sulle strade extraurbane principali.
Più ampio, invece, è l'ambito di intervento della proposta di legge Romani C. 5712, che per un verso reca misure per il miglioramento della sicurezza stradale attraverso l'installazione sulle vetture di sistemi telematici di bordo e per altro verso si prefigge di colmare alcune lacune provocate nell'ordinamento da sentenze della Corte costituzionale.
In particolare, l'articolo 1 interviene sul meccanismo sanzionatorio previsto per il caso in cui non sia stato identificato il responsabile di una violazione delle norme di circolazione stradale che comporti la perdita di punteggio.
Com'è noto, il comma 2 dell'articolo 126-bis del codice della strada (decreto legislativo n. 285 del 1992 e successive modificazioni) prevedeva che in tali casi la segnalazione, ai fini della decurtazione dei punti, fosse effettuata a carico del proprietario del veicolo, salvo che questi non comunicasse all'organo di polizia procedente, entro trenta giorni dalla richiesta da parte dell'organo, i dati personali e quelli della patente propri della persona che aveva concretamente commesso la violazione. La Corte costituzionale, con sentenza n. 27 del 2005, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma in questione nella parte testé ricordata, lasciando peraltro aperta, secondo alcuni, la possibilità di applicare a tutti i proprietari di veicolo che omettano di comunicare i dati del conducente la sanzione pecuniaria prevista in tale caso solo quando il proprietario del veicolo sia una persona giuridica.
Ciò premesso, la proposta di legge C. 5712 riformula la parte di norma dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale nel senso di prevedere che il proprietario del veicolo debba comunicare all'organo di polizia procedente i dati personali e della patente di quegli che era alla guida al momento della violazione e che, ove ometta di farlo, sia assoggettato ad una sanzione amministrativa pecuniaria aggiuntiva - che si aggiunge, cioè, a quella prevista per l'infrazione, - pari al minimo edittale della sanzione corrispondente all'infrazione commessa. Il nuovo meccanismo sanzionatorio, che ha carattere solamente pecuniario, si applica sia ai proprietari che sono persona fisica, sia a quelli che sono persona giuridica.
La comunicazione da parte del proprietario, inoltre, deve essere resa entro trenta giorni dalla definizione della contestazione effettuata, e non più entro trenta giorni dalla richiesta dell'organo di polizia, com'era previsto dalla norma caducata, posto che la Corte ha chiarito anche che «in nessun caso il proprietario è tenuto a rilevare i dati personali e della patente del conducente prima della definizione dei procedimenti giurisdizionali o amministrativi per l'annullamento del verbale di contestazione dell'infrazione». Al riguardo evidenzia che potrebbe essere


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opportuno specificare che l'organo di polizia procedente è comunque tenuto a richiedere al proprietario del veicoli i dati relativi al conducente, anche se il termine per la comunicazione non decorre più dalla richiesta.
L'articolo 2 sopprime il comma 3 dell'articolo 204-bis del codice della strada, ai sensi del quale, in caso di ricorso al giudice di pace, il ricorrente è tenuto, a pena di inammissibilità del ricorso, a versare una somma pari alla metà del massimo edittale della sanzione inflitta dall'organo accertatore. Tale somma gli viene restituita solo in caso di accoglimento del ricorso. Al riguardo fa presente che la soppressione del comma non appare necessaria dal momento che il comma è stato dichiarato incostituzionale con sentenza n. 114 del 2004, e dunque non è più vigente.
L'articolo 3, infine, prevede un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e sentite le Commissioni parlamentari competenti, per l'individuazione di misure atte ad incentivare l'installazione sugli autoveicoli di nuova fabbricazione di sistemi telematici di bordo, al fine di migliorare la sicurezza della circolazione.

Paolo ROMANI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, avvertendo che l'esame delle proposte di legge C. 2096 Nicotra, C. 3928 Gibelli, C. 5077 Pasetto, C. 5170 Daniele Galli, C. 5644 Raffaldini e C. 5712 Romani proseguirà nell'ambito del Comitato ristretto costituito il 23 febbraio scorso e previsto al successivo punto all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 10.25.

COMITATO RISTRETTO

Norme in materia di limiti di velocità e dispositivi di sicurezza nella circolazione stradale.
(C. 2096 Nicotra, C. 3928 Gibelli, C. 5077 Pasetto, C. 5170 Daniele Galli e C. 5644 Raffaldini).

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.25 alle 10.30.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 6 aprile 2005. - Presidenza del Presidente, Paolo ROMANI. - Interviene il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Mario Tassone.

La seduta comincia alle 14.10.

Proposta di nomina del dottor Cirillo Orlandi a presidente dell'Autorità portuale di La Spezia.
Nomina n. 137.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 17 marzo 2005.

Paolo ROMANI, presidente, nel ricordare che il Senato ha già esaminato la proposta di nomina in titolo, esprimendo al Governo parere favorevole, chiede al rappresentante del Governo se sia in grado di fornire alla Commissione nuovi elementi conoscitivi sullo stato dell'iter della proposta di nomina relativa all'Autorità portuale di Livorno la cui soluzione - com'è noto - è ritenuta pregiudiziale dai gruppi di opposizione per l'esame delle proposte di nomina dei presidenti delle altre Autorità portuali all'ordine del giorno della Commissione.

Il viceministro Mario TASSONE fa presente che, essendo stato espresso dal Consiglio di Stato il parere chiesto dal Governo in relazione alla proposta di nomina del presidente dell'Autorità portuale di Livorno - del quale si attende ora soltanto il deposito e che affronta anche le questioni dei requisiti professionali e del curriculum dei candidati - il Governo procederà quanto prima a formalizzare la relativa proposta di nomina nel rispetto delle indicazioni del Consiglio di Stato. Se non può annunciare fin d'ora la data della


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trasmissione dell'atto alle Camere, è solo perché è stato impegnato negli ultimi giorni, come molti altri parlamentari, nelle varie fasi della consultazione elettorale regionale, ma assicura che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta lavorando a definire la proposta di nomina relativa a Livorno.
Per quanto riguarda le proposte di nomina n. 137 e n. 139, che sono già all'esame della Commissione, ricorda che si tratta di Autorità portuali il cui mandato presidenziale è in scadenza o è già scaduto. Auspica pertanto che la Commissione completi al più presto l'esame di tali proposte, in modo da consentire al Governo di concludere tali iter e ai porti di lavorare serenamente.

Eugenio DUCA (DS-U), intervenendo sull'ordine dei lavori, osserva anzitutto che l'intesa con le regioni Liguria e Puglia sulle proposte di nomina relative ai presidenti delle Autorità portuali di La Spezia e di Taranto - oggi all'esame della Commissione - è stata raggiunta dal Governo con i presidenti Biasotti e Fitto che, com'è noto, oggi non sono più alla guida delle due regioni. Per ragioni di correttezza istituzionale riterrebbe pertanto opportuno che il Governo comunicasse ai due nuovi presidenti, Burlando e Vendola, che procederà in base alle intese precedentemente acquisite, come del resto è legittimo.
Inoltre, considerato che il Governo conosce ormai il parere del Consiglio di Stato e non sussistono dunque ragioni per ritardare ulteriormente la formalizzazione della proposta di nomina del presidente dell'Autorità portuale di Livorno, ritiene che si potrebbe rinviare l'esame delle proposte di nomina n. 137 e n. 139 a martedì prossimo, quando il Governo dovrebbe ormai esser nelle condizioni di dire qualcosa di più chiaro e conclusivo in ordine al caso del porto di Livorno, che è commissariato da ben due anni.

Ettore ROSATO (MARGH-U) concorda con il deputato Duca sull'opportunità di una comunicazione ai due nuovi presidenti delle regioni Liguria e Puglia, per ragioni di correttezza istituzionale. Ritiene inoltre opportuno che la Commissione acquisisca la documentazione correlata alla pronuncia del Consiglio di Stato relativamente ai requisiti ed ai titoli dei candidati a presidente di Autorità portuale e che sia trasmesso l'aggiornamento dei curriculum delle proposte formulate dal Governo, alla luce della recente pronuncia dell'organo di giustizia amministrativa.
Aggiunge che la correttezza nei rapporti istituzionali è senz'altro di primaria importanza e personalmente cerca sempre di assicurarla. Deve invece constatare con amarezza che il Governo non fa sempre altrettanto: intende riferirsi al fatto che oggi per l'ennesima volta è mancato il rappresentante del Governo alla discussione, presso le Commissioni riunite IX e XI, della sua risoluzione n. 7-00562, concernente la delicata questione del riconoscimento concreto dei benefici previsti in favore dei lavoratori marittimi danneggiati dall'esposizione all'amianto.
Benché si tratti di questione della massima importanza ed urgenza, il Governo non si è presentato impedendo nuovamente alle Commissioni appositamente riunitesi di procedere all'approvazione dell'atto di indirizzo.

Marco SUSINI (DS-U) concorda con il deputato Duca ed osserva che il rinvio dell'esame delle proposte di nomina relative ai presidenti delle Autorità portuali di La Spezia e di Taranto è compatibile con l'esigenza di concludere tale esame entro la metà di aprile. Ricorda quindi che il presidente della Toscana ha comunicato al Governo la terna di nominativi relativa alla presidenza del porto di Livorno - ai sensi della legge n. 84 del 1994 - già il 17 novembre 2004. Sono trascorsi da allora cinque mesi, un tempo più che sufficiente per esaminare i curriculum dei soggetti proposti.
Il Governo ha ritenuto di acquisire il parere del Consiglio di Stato, che si è espresso nel senso di confermare che la procedura seguita dalla regione Toscana è


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stata ineccepibile e che non deve essere ripetuta né integrata. Chiede pertanto che la valutazione dei curriculum dei tre nominativi indicati dalla regione Toscana sia svolta al più presto e che martedì prossimo il Governo formalizzi la proposta di nomina relativa al porto di Livorno.

Paolo ROMANI, presidente, preso atto della proposta avanzata dai rappresentanti dei gruppi di opposizione di rinviare a martedì l'esame delle proposte di nomina n. 137 e n. 139, invita i rappresentanti dei gruppi di maggioranza ad esprimere la propria posizione al riguardo, ricordando che il termine per l'espressione del parere parlamentare su tali proposte verrà a scadenza il 14 aprile prossimo.

Angelo SANZA (FI) ritiene che per ragioni di correttezza istituzionale si possa accedere alla richiesta di rinvio a martedì prossimo, purchè non si attenda oltre tale data per votare il parere di competenza sulle proposte di nomina in questione.

Marcello MEROI (AN) e Rodolfo DE LAURENTIIS (UDC) concordano su quanto testè evidenziato dal collega Sanza.

Giorgio BORNACIN (AN), relatore, ritiene che quanto evidenziato dal deputato Duca non abbia legittimità dal punto di vista procedurale, ancorché sia comprensibile dal punto di vista politico. Non c'è infatti ragione per condizionare l'espressione dei pareri sulle proposte di nomina relative a La Spezia e a Taranto alla definizione della vicenda relativa alla nomina di Livorno. Per La Spezia e Taranto, infatti, il Governo ha rispettato i tempi ed il Senato ha già votato. Si tratta inoltre di procedimenti autonomi. Non intende mettere in discussione la decisione adottata dai rappresentati dei gruppi, ma giudica inaccettabile il comportamento ostruzionistico tenuto dai gruppi di opposizione sulle proposte di nomina oggi all'esame della Commissione, tanto più in quanto in altre occasioni, per nomine gradite al centrosinistra, questioni analoghe non sono state sollevate e non si è fatta menzione del caso di Livorno.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire e tenuto conto di quanto emerso nel corso del dibattito, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di nomina del signor Antonio Caramia a presidente dell'Autorità portuale di Taranto.
Atto n. 139.
(Esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 marzo 2005.

Paolo ROMANI (FI), presidente, nel richiamare quanto testè convenuto nell'ambito dell'esame della proposta di legge n. 137, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di nomina del consigliere Corrado Calabrò a presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Nomina n. 140.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Paolo ROMANI (FI), presidente relatore, considerato che la proposta di nomina del consigliere Corrado Calabrò a presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è stata assegnata alla IX Commissione il 18 marzo 2005 e che tuttavia non sussistono al momento le condizioni richieste dalla legge per esprimere il prescritto parere, sembra opportuno - anche alla luce della recente sospensione dei lavori parlamentari periodo che ha, di fatto, ridotto fortemente il tempo a disposizione della Commissione per l'esame della precitata proposta di nomina e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 1 della legge n. 249 del 1997 e dall'articolo 2 della legge n. 481 del 1995 - richiedere alla Presidenza della Camera di consentire che la Commissione si esprima sulla stessa anche


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oltre il termine di venti giorni di cui all'articolo 143, comma 4, del regolamento.

La Commissione concorda.

Paolo ROMANI (FI), presidente relatore, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante il codice delle disposizioni legislative sulla nautica da diporto.
Atto n. 458.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 marzo 2005.

Luigi MURATORI (FI), relatore, preannuncia la presentazione - tenendo altresì conto di quanto emergerà dal dibattito - di una proposta di parere favorevole con talune osservazioni volte ad evidenziare alcune importanti questioni che è importante che il Governo riveda.
Ricorda quindi che la legge sulla nautica da diporto, della quale è stato un promotore, nasceva anche dall'esigenza di assicurare a tale settore una disciplina legislativa autonoma rispetto a quella del codice della navigazione del 1942. La sua proposta di parere è orientata per l'appunto ad assicurare questo risultato, che, nell'attuale formulazione dello schema di decreto legislativo, potrebbe venir compromesso. Occorrerà infatti segnalare, all'articolo 1, comma 3, l'esigenza di prevedere espressamente che le disposizioni del codice della navigazione, di cui al regio decreto n. 327 del 1942, e successive modificazioni, si applicano solo per quegli aspetti che non trovano alcuna regolamentazione in altri atti normativi riguardanti direttamente lo specifico settore della nautica da diporto.
Al contempo, appare opportuno richiamare espressamente - con particolare riferimento alle previsioni di cui all'articolo 65 dello schema di decreto - le finalità di «semplificazione e snellimento delle procedure» indicate all'articolo 6 della legge n. 172 del 2003 tra i criteri e principi di delega.
Appare inoltre opportuno segnalare l'opportunità di sopprimere le previsioni dell'articolo 27, che disciplinano il rilascio dell'attestazione di idoneità per i natanti a motore di lunghezza compresa tra i 7,51 metri ed i 10 metri, al fine di evitare sovrapposizioni con i procedimenti di immatricolazione già effettuati e con l'obbligo di apporre la marcatura CE, previsto dalla legge n. 172 del 2003. Evidenzia infatti che le imbarcazioni con motore di quelle dimensioni sono già soggette ad un regime di certificazione di idoneità e ad un obbligo di marcatura CE, per cui si determinerebbe in capo ai proprietari un nuovo, ingiustificato adempimento burocratico.
Segnala infine l'opportunità di evidenziare al Governo l'esigenza di richiamare espressamente, all'articolo 52, nell'ambito dell'insegnamento e della realizzazione di specifici progetti formativi - oltre alla Lega navale Italiana ed alla Federazione Italiana della Vela - anche le amministrazioni locali oltre al Forum istituito dal decreto del decreto del Ministro dell'economia e del bilancio del 17 aprile 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 123 del 29 maggio 2003.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto ministeriale di attuazione del comma 456 della legge n. 311 del 2004 per la concessione di contributi alla realizzazione di infrastrutture ad elevata automazione ed a ridotto impatto ambientale di supporto a nodi di scambio viario intermodali.
Atto n. 464.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Paolo RICCIOTTI (FI), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere


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al Governo il parere sull'atto in titolo, predisposto dal Governo ai sensi del comma 456 dell'articolo unico della legge finanziaria per il 2005 (30 dicembre 2004, n. 311). La citata disposizione, nel prevedere contributi per la realizzazione di infrastrutture ad elevata automazione e a ridotto impatto ambientale di supporto a nodi di scambio viario intermodali e nell'autorizzare a tal fine la spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2005-2007, ha demandato al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di individuare - con proprio decreto, da emanare previo parere delle competenti Commissioni parlamentari - le tipologie di intervento ammesse ai contributi e gli importi massimi erogabili per ciascun tipo di intervento, nel rispetto delle disposizioni comunitarie in materia di aiuti di Stato.
Ciò premesso, passa ad illustrare brevemente il contenuto dell'atto in esame, che consta di 6 articoli. L'articolo 1 destina le risorse stanziate dalla legge finanziaria alla realizzazione di una piattaforma di gestione della rete logistica nazionale che permetta la interconnessione dei nodi di intercambio modale anche al fine di migliorare la sicurezza del trasporto delle merci.
L'articolo 2 chiarisce che si tratta di una piattaforma hardware e software di tipo aperto e modulare, orientata alla gestione dei processi logistici e del trasporto merci, e che tale piattaforma è finalizzata alla fornitura di alcuni servizi - quelli relativi all'incontro di domanda e offerta, al controllo e monitoraggio delle flotte e dei carichi e ai sistemi di interscambio dei dati, di teleprenotazione e di informazioni - da realizzare attraverso l'interazione tra gli elementi della filiera produttiva - produzione, trasporto e logistica. Ritiene peraltro opportuno rivedere la formulazione dell'articolo 2 in modo da chiarirne più puntualmente le finalità e le previsioni.
L'articolo 3 prevede che la realizzazione della piattaforma in questione sia affidata, sulla base di apposita convenzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ad una società di capitali a controllo pubblico che sia diretta espressione dell'associazione di categoria del settore interportuale. Tale società dovrà provvedere alla realizzazione del sistema «con procedure ad evidenza pubblica», in conformità con le disposizioni comunitarie.
In base all'articolo 4, la predetta società è chiamata a presentare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare, un programma temporale di sviluppo della progettazione e dell'esecuzione degli interventi ed un piano finanziario che preveda, oltre alle risorse derivanti dal contributo statale, anche risorse aggiuntive in misura pari ad almeno il cinquanta per cento del contributo statale stesso e in ogni caso sufficienti alla piena realizzazione del progetto. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti valuterà gli elementi presentati prima di procedere alla stipula della convenzione ed eventualmente impartirà prescrizioni ulteriori, cui la società è tenuta a conformarsi.
L'articolo 5 prevede che gli eventuali utili di gestione siano investiti nella manutenzione e nell'espansione del sistema ovvero considerati come aggiuntività al cofinanziamento. La proprietà di quanto realizzato è riservata allo Stato e sarà gestita a titolo gratuito dalla società in questione per venti anni dall'entrata in servizio del sistema, con modalità da stabilire nella convenzione.
In base all'articolo 6, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, dopo la stipula della convenzione, provvede ad istituire un comitato incaricato della vigilanza e del monitoraggio sull'attuazione del programma. Il comitato - che sarà presieduto da un magistrato della Corte dei conti e composto da tre dirigenti del Dipartimento dei trasporti terrestri del Ministero delle infrastrutture, competenti per materia, e da due esperti - riferirà semestralmente al ministro circa lo stato di avanzamento delle attività, il conseguimento degli obiettivi e la congruità della spesa.
Considerate le previsioni del comma 456 dell'articolo unico della legge finanziaria,


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segnala l'opportunità di valutare se non occorra specificare meglio, nel provvedimento in esame, gli «importi massimi erogabili per ciascun tipo di intervento», oltre che le «tipologie di intervento ammesse ai contributi». Si riserva quindi di formulare una proposta di parere sulla base del dibattito che avrà luogo.

Paolo ROMANI, presidente, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere al Governo il parere sullo schema di decreto ministeriale in titolo entro il termine regolamentare di venti giorni, ovvero entro lunedì 11 aprile. Tuttavia, alla luce dei ridotti tempi a disposizione della Commissione in quest'ultimo periodo - connessi alla sospensione dei lavori parlamentari - propone di richiedere alla Presidenza della Camera una proroga di dieci giorni per l'espressione del parere.

Il Viceministro Mario TASSONE ritiene - pur non essendo il rappresentante delegato su tale specifico argomento - che non vi siano problemi ad attendere l'espressione del parere parlamentare fino al termine proposto dal presidente.

La Commissione concorda con la proposta del presidente.

Franco RAFFALDINI (DS-U) auspica che alla prossima seduta dedicata all'esame dell'atto in titolo parteciperà il rappresentante del Governo delegato a seguire il provvedimento, in quanto intende chiedere alcuni chiarimenti di carattere tecnico.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.35.

RISOLUZIONI

Mercoledì 6 aprile 2005. - Presidenza del presidente, Paolo ROMANI, indi del vicepresidente Giorgio BORNACIN. - Intervengono il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Mario Tassone e il sottosegretario di Stato per le comunicazioni Giancarlo Innocenzi Botti.

La seduta comincia alle 14.35.

7-00582 Rosato: Accordo EUROCONTROL/CEATS sulla fornitura dei servizi del traffico aereo.
(Seguito della discussione e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione rinviata, da ultimo, nella seduta del 10 marzo 2005.

Il viceministro Mario TASSONE intende preliminarmente sottolineare l'importanza della questione affrontata dalla risoluzione in titolo. Nell'assicurare che si tratta di un problema sul quale il Governo è impegnato a fondo, fa presente di non poter tuttavia ad oggi annunciare le determinazioni che assumerà. Sussiste infatti per il suo dicastero l'esigenza di raccordarsi con gli altri ministeri coinvolti e di capire in che modo evolverà a livello europeo la vicenda dopo il 22 aprile, che è il giorno in cui avrà luogo una riunione in seno alle istituzioni comunitarie relativamente a questo tema.
Per ragioni di prudenza, quindi, non può annunciare in via definitiva la posizione del Governo in ordine alle questioni in discussione e si riserva di farlo in un secondo momento, alla luce degli esiti del confronto con gli altri ministeri interessati e con gli altri Paesi membri dell'Unione europea e coinvolti dal progetto. Nel ricordare che ritratta di una questione delicata che, se non affrontata adeguatamente, potrà portare a conseguenze spiacevoli, non ultimo il blocco del trasporto aereo per lo sciopero del personale addetto al controllo del volo, auspica che la Commissione possa rinviare la discussione della risoluzione in titolo ad un successivo momento.

Ettore ROSATO (MARGH-U) si dichiara disponibile al rinvio. Intende però


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porre una questione di metodo di carattere generale. Osserva infatti che gli atti di indirizzo parlamentari hanno un senso in quanto siano adottati prima che il Governo intervenga in una determinata materia o su determinato caso concreto: sono infatti volti a definire un indirizzo cui il Governo viene chiamato ad attenersi rispetto ad una situazione di sua competenza ma di interesse generale. Troppo spesso, invece, la natura e la funzione di tali atti viene snaturata e vengono affrontate le questioni poste con le risoluzioni in altre sedi ed in via preventiva rendendo poi edotto ex post il Parlamento delle decisioni e dei risultati raggiunti.
Ciò premesso condivide la preoccupazione del viceministro Tassone in ordine al pericolo che la delicata questione di Eurocontrol generi agitazioni da parte dei lavoratori di un settore delicato come quello del controllo del volo. La risoluzione in discussione, tuttavia, non intende accrescere il quadro di difficoltà, bensì indicare una via d'uscita: fornisce infatti una indicazione che tiene conto delle unanimi richieste delle organizzazioni sindacali e degli altri soggetti coinvolti dal progetto. L'indicazione è nel senso che l'Italia debba tirarsi fuori dal progetto Eurocontrol per dare il suo sostegno al Gruppo di lavoro. Una risoluzione parlamentare in tal senso darebbe forza all'azione del Governo; non avrebbe invece senso se fosse approvata solo dopo che il Governo abbia compiuto passi decisivi nelle sedi internazionali. È pienamente consapevole delle delicate implicazioni, sotto il profilo delle relazioni internazionali, di un recesso dell'Italia dal progetto Eurocontrol, ma fa presente che questa è l'unica strada percorribile dal momento che l'accordo in questione penalizza fortemente il Paese.

Il viceministro Mario TASSONE chiarisce che il Governo non intende impedire l'approvazione della risoluzione, ma ricorda che è in sua facoltà di chiedere che della questione sia investita l'Assemblea. Nell'augurarsi che non sia necessario arrivare a tanto, assicura che si dedicherà nella prossima settimana ad incontri che consentano al Governo di definire un indirizzo certo, tenendo conto anche delle indicazioni che emergono dal lavoro dell'onorevole Rosato, prima della riunione europea del 22 aprile prossimo.

Eugenio DUCA (DS-U) aggiunge la propria firma alla risoluzione in discussione. Ricorda quindi che sul progetto Eurocontrol il Parlamento ha espresso perplessità già in passato e che non solo da parte dell'allora opposizione erano venute voci contrarie alla sottoscrizione dell'accordo.
D'altra parte, la situazione era allora profondamente diversa, senza contare che l'accordo prevedeva l'istituzione in Italia di una scuola europea, che poi non è stata realizzata dal momento che i vari Paesi aderenti all'accordo hanno preferito creare ciascuno una propria scuola. Sono quindi venute meno le circostanze favorevoli e si sono profilati invece i problemi, come quello dell'aggravio dei costi per i vettori aerei e quello del rischio di una diminuzione dei posti di lavoro italiani. Esorta pertanto il Governo a non procedere nell'attuazione del progetto, considerato che, con la sottoscrizione da parte dell'Italia, l'accordo Eurocontrol diventerebbe pienamente operativo e non sarebbe agevole per il nostro Paese tirarsene fuori nonostante gli svantaggi che gliene deriverebbero.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00590 PANATTONI: Emissione francobollo commemorativo del 25o anno strage stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
(Discussione e rinvio).

Giorgio PANATTONI (DS-U) illustra la risoluzione in titolo, volta ad impegnare il Governo a provvedere all'emissione del francobollo commemorativo in occasione del venticinquesimo anno della strage della stazione di Bologna del 2 agosto


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1980. Intende in primo luogo sottolineare come l'iter richiesto per l'emissione di francobolli commemorativi, avviato nel 2003 con riferimento alla predetta strage, non abbia finora dato, di fatto, alcun esito.
Rileva quindi che, come evidenziato nel testo della risoluzione, l'emissione di un francobollo commemorativo - richiesto dall'associazione dei familiari delle vittime sin dal 10 ottobre 2003 - potrebbe essere un importante contributo per commemorare le vittime di una tragedia umana di portata non solo locale o nazionale ma di certo internazionale. Non vede allora per quali motivi non dare seguito ad una richiesta sentita da tutta l'opinione pubblica che vuole che il ricordo delle vittime sia mantenuto vivo.
Auspica, quindi, che il Governo esprima la propria disponibilità ad accogliere gli indirizzi contenuti nella risoluzione in discussione e che vi dia attuazione quanto prima, visti i limitati e ristretti tempi a disposizione prima della ricorrenza del 2 agosto.

Ettore ROSATO (MARGH-U) intende ringraziare i colleghi per aver presentato una risoluzione che riguarda una questione di assoluto rilievo e che è volta ad adottare uno strumento che consente di avere memoria delle vittime della strage della stazione di Bologna del 1980.
Sottoscrive quindi anch'egli la risoluzione in discussione.

Alfiero GRANDI (DS-U) ricorda che la risoluzione in titolo, firmata dai rappresentanti di molti gruppi, impegnando il Governo a provvedere tempestivamente all'emissione del francobollo commemorativo delle vittime della strage della stazione di Bologna, consentirebbe, in particolare, di evitare fratture tra i familiari delle vittime e l'opinione pubblica, da una parte, e lo Stato, dall'altra. Richiama quindi gli impegni espressi più volte da alcuni Ministri a sostegno assoluto di tutte le iniziative per una incisiva e costante lotta ai fenomeni terroristici: anche alla luce di tali impegni sarebbe quindi particolarmente significativo e importante dare una risposta positiva alla risoluzione in discussione.

Il sottosegretario Giancarlo INNOCENZI BOTTI fa presente - anche a titolo personale - di comprendere molto bene le iniziative assunte e le considerazioni svolte nel corso del dibattito con riferimento alla gravissima strage della stazione di Bologna del 1980, dirette ad evidenziare come un francobollo commemorativo delle vittime rappresenterebbe un'importante momento di ricordo in un'epoca in cui, nonostante lo sviluppo tecnologico, il francobollo assume ancora un particolare significato. Deve peraltro ricordare come le competenze a decidere delle emissioni dei francobolli commemorativi sono attribuite dalla legge ad una consulta composta da rappresentanti di diverse istituzioni ed organismi e da insigni personalità. La predetta consulta definisce anno per anno le linee da seguire alla luce delle richieste pervenute, richieste che superano sempre di molto il numero dell'emissioni di francobolli poi consentite.
Ricorda, quindi, che le linee e gli indirizzi più volte espressi dalla consulta consistono nell'evitare per quanto possibile la raffigurazione e la commemorazione di eventi tragici che hanno coinvolto la storia del Paese. Alcune eccezioni sono state fatte solo per commemorare la figura individuale di alcuni servitori dello Stato, come Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa e Calabresi, ovvero per eventi collegati alla seconda guerra mondiale. Da sempre, tuttavia, la consulta ha escluso l'emissione di francobolli in ricordo di eventi tragici: per tre volte, quindi, la consulta ha esaminato la richiesta del Ministero di valutare l'opportunità dell'emissione di un francobollo commemorativo della strage della stazione di Bologna del 1980. In tutte e tre le occasioni - il 27 novembre 2003, il 7 luglio 2003 ed il 29 novembre 2004 - la consulta ha confermato la propria posizione contraria.
A seguito della presentazione della risoluzione di cui si avvia oggi l'esame si trova quindi nell'imbarazzo di dover riportare tali decisioni e di poter al massimo


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farsi carico di acquisire l'avviso del ministro delle Comunicazioni in ordine alla possibilità di sottoporre nuovamente alla consulta tale richiesta per un ulteriore tentativo di esame.

Giorgio PANATTONI (DS-U) ringrazia il sottosegretario per la puntuale risposta fornita, della quale peraltro non condivide i contenuti. Non vede infatti per quali ragioni e su quali basi fare una differenza tra i francobolli commemorativi di personalità di rilievo quali Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa e Calabresi e quelli in ricordo delle vittime della strage di Bologna. Si tratta, infatti, anche in quest'ultimo caso di francobolli che tengono vivo il ricordo delle vittime, non certo celebrativi della strage.
Ritiene, quindi, quanto mai opportuno che il ministro delle comunicazioni riesamini attentamente la questione, anche alla luce del dibattito svoltosi in questa sede, tenendo conto del particolare rilievo di quanto prospettato nella risoluzione, che non assume carattere politico ma unicamente di buon senso e di sensibilità verso il Paese e l'opinione pubblica.
Preannuncia quindi l'intenzione del suo gruppo di chiedere che la Commissione prosegua comunque nella discussione della risoluzione nei prossimi giorni, risoluzione che recepisce le richieste dei cittadini e che consentirebbe allo Stato di commemorare degnamente le vittime di un evento tragico di tale natura e portata. Ricorda, inoltre, che anche le istituzioni locali avevano espresso in più occasioni il loro forte sostegno a tale richiesta.
Auspica quindi che vi sia una nuova riflessione da parte del Governo su tali questioni e che quanto prima la risoluzione possa essere approvata dalla Commissione.

Marcello MEROI (AN) ritiene non facile affrontare con correttezza ed equilibrio un argomento come quello oggetto della risoluzione in titolo, anche rispetto a quanto avvenuto oggi nel corso dei lavori dell'Assemblea, in occasione della discussione della proposta di legge C. 4325, recante l'istituzione del «Giorno della libertà» in data 9 novembre in ricordo dell'abbattimento del muro di Berlino.
Come ricordato testé dal collega Panattoni, infatti, vi sono argomenti su cui non ci si divide tra maggioranza ed opposizione: questo vale per la strage della stazione di Bologna ma dovrebbe valere anche per i provvedimenti che riguardano l'abbattimento del muro di Berlino. Si tratta di questioni sulle quali non dovrebbe darsi una valutazione di colore ma mantenere una correttezza istituzionale consona agli eventi a cui si riferiscono.
Ricorda, quindi, che il sottosegretario Innocenzi è intervenuto nella seduta odierna riportando in modo chiaro e preciso una linea consolidata che è stata seguita da parte della consulta competente a definire gli indirizzi per l'emissione dei francobolli commemorativi. Non si tratta quindi di intervenire esprimendo valutazioni sull'indubbio e assoluto disprezzo per gli autori di stragi terroristiche come quella avvenuta alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 quanto piuttosto di prendere atto delle linee guida che hanno finora sempre ispirato il settore della filatelia per l'emissione di francobolli commemorativi.
Ribadisce quindi la necessità di mettere da parte considerazioni politiche e di prendere piuttosto atto dell'ampia disponibilità manifestata dal sottosegretario Innocenzi a sottoporre nuovamente la questione al ministro delle comunicazioni.

Alfiero GRANDI (DS-U) intende evidenziare, in particolare, come la preoccupazione politica di fondo, conseguente alla risposta testé espressa dal sottosegretario Innocenzi, riguardi soprattutto il rischio di dare luogo ad una forte divaricazione tra le istituzioni e gli organi dello Stato, da una parte, e le famiglie delle vittime e l'opinione pubblica, dall'altra, qualora non si provveda ad emettere quanto prima un francobollo commemorativo delle vittime della strage di Bologna. Si tratta di un rischio molto forte e non ritiene di assumersi una tale responsabilità.
Chiede quindi che sia prevista una seduta della Commissione nella giornata di


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martedì prossimo per proseguire la discussione sulla risoluzione e, auspicabilmente, per approvarla con l'orientamento favorevole dei gruppi e del Governo. Nel caso in cui non si addivenga invece ad una valutazione positiva da parte dell'Esecutivo ritiene comunque fondamentale che la Commissione esprima indirizzi chiari in ordine a tale questione, in aderenza con le richieste da tempo formulate dai rappresentanti dei familiari delle vittime.

Giorgio PANATTONI (DS-U) alla luce del dibattito testé svoltosi ritiene opportuno che il testo della risoluzione sia riformulato, in modo ancor più preciso, sostituendo - nella parte dispositiva - le parole «commemorativo del 25o della strage» con le parole «commemorativo delle vittime in occasione del 25o della strage». Si associa quindi anch'egli alla richiesta del collega Grandi di prevedere una nuova seduta della Commissione dedicata all'esame della risoluzione nella giornata di martedì 12 aprile e stigmatizza il fatto che delle tre riunioni della consulta riportate dal sottosegretario non si era avuta alcuna notizia.

Franco RAFFALDINI (DS-U) ricorda che nel carteggio che vi è stato tra i promotori della richiesta e gli organi deputati alla decisione veniva fatto presente da questi ultimi che il programma per l'emissione dei francobolli commemorativi per il 2005 non era stato ancora definito ma che, presumibilmente, non vi sarebbero stati problemi ad accogliere una tale richiesta.

Marcello MEROI (AN) rileva come dagli interventi testé svolti dai gruppi di opposizione sembra quasi che si insista per l'emissione del francobollo commemorativo più che altro per evitare contestazioni da parte dell'opinione pubblica verso organi di governo in occasione della ricorrenza del 2 agosto.

Alfiero GRANDI (DS-U) precisa come il suo richiamo all'importanza di evitare divaricazioni tra lo Stato e l'opinione pubblica era volto ad evidenziare l'opportunità di raggiungere un clima collaborativo e di correttezza istituzionale.

Giorgio BORNACIN, presidente, nel ricordare quanto previsto dall'articolo 117, comma 3, del regolamento in merito alla discussione delle risoluzioni ritiene che - alla luce del dibattito testè svoltosi - il seguito dell'esame possa proseguire nella giornata di martedì prossimo. Ricorda quindi di essere particolarmente sensibile al tema oggetto della risoluzione, avendo avuto oltretutto una perdita molto grave nella strage ed essendo altresì primo firmatario di una proposta di legge che riguarda proprio le vittime del terrorismo.
Rinvia, quindi, il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 aprile 2005. - Presidenza del vicepresidente, Giorgio BORNACIN.

Beni culturali e ambientali posti sotto la tutela dell'UNESCO
C. 5614, approvato dal Senato e C. 4509 Vigni.
Parere alla VII Commissione.
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame.

Paolo RICCIOTTI (FI), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla VII Commissione (Cultura, scienza ed istruzione) il parere sulla proposta di legge C. 5614, approvata dal Senato, che reca misure speciali di tutela e di fruizione delle città italiane inserite nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO (Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), l'agenzia delle Nazioni Unite costituita nel 1945.
Illustra quindi il contenuto dell'articolo 1, che reca una norma di contenuto sostanzialmente


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dichiarativo, con la quale si riconosce il valore simbolico e il carattere di eccellenza dei siti italiani inseriti nella lista del patrimonio mondiale (World Heritage List) dell'UNESCO ai sensi della Convenzione del 1972 per la salvaguardia del patrimonio mondiale culturale e ambientale. L'articolo 2 dispone che i progetti di tutela e restauro dei beni culturali e paesaggistici inclusi nel perimetro dei siti italiani UNESCO acquisiscano priorità di intervento qualora siano oggetto di finanziamenti secondo le leggi vigenti. L'articolo 3 prevede l'approvazione di piani di gestione per assicurare la conservazione dei siti in questione e creare le condizioni per la loro valorizzazione.
Si sofferma quindi sui contenuti dell'articolo 4, che prevede interventi per una gestione compatibile dei siti e per un corretto rapporto tra flussi turistici e servizi culturali offerti, ferme le disposizioni dettate dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Ricorda che è prevista, in particolare, per quanto riguarda i profili di competenza della Commissione Trasporti, la realizzazione di aree di sosta e sistemi di mobilità funzionali ai siti, in zone contigue agli siti stessi, che appare utile alla riduzione del traffico nelle aree UNESCO, tra le quali si annoverano molte città d'arte. Per il finanziamento dei diversi interventi, compresi quelli di questo tipo, sono stanziati complessivamente 4 milioni di euro per gli anni 2005 e 2006 e 4,5 milioni di euro per il 2007. Gli interventi e l'ammontare delle risorse destinate sono determinati con decreto del ministro per i beni e le attività culturali, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni. In particolare, il decreto relativo agli interventi per la realizzazione delle aree di sosta e dei sistemi di mobilità si segnala che è adottato previo parere della Commissione consultiva per i piani di gestione dei siti UNESCO e per i sistemi turistici locali già operante presso il Ministero per i beni e le attività culturali.
L'articolo 5 prevede che tale Commissione renda inoltre al ministro per i beni e le attività culturali, su sua richiesta, pareri sulle questioni attinenti i siti UNESCO, ferme le altre competenze previste dall'ordinamento. L'articolo 6, infine, reca misure speciali per gli edifici privati, stabilendo che una quota fino al 20 per cento delle risorse stanziate dal provvedimento sia riservata al cofinanziamento di interventi di conservazione e valorizzazione degli edifici privati localizzati all'interno del perimetro di riconoscimento dei siti UNESCO.
Considerati i profili di competenza della Commissione, ritiene che vi siano i presupposti per l'espressione di un parere favorevole sul provvedimento in esame.

Rosato ETTORE (MARGH-U) tenuto conto del contenuto del provvedimento in esame e dell'ampia relazione illustrativa svolta dal relatore preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

Franco RAFFALDINI (DS-U) preannuncia il parere favorevole del suo gruppo sul provvedimento in titolo, cui è abbinata la proposta di legge n. 4509, di cui è cofirmatario.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 15.30.