Giovedì 16 dicembre 2004. - Presidenza del vicepresidente Ruggero RUGGERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le attività produttive Mario Valducci.
La seduta comincia alle 15.10.
Ruggero RUGGERI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
5-03778 Saglia: Crisi aziendale del gruppo Finmatica.
Stefano SAGLIA (AN) illustra l'interrogazione in titolo, concernente la crisi aziendale del gruppo Finmatica ed la Trend S.p.A., società del gruppo per la quale si profila la procedura di amministrazione straordinaria.
Il sottosegretario Mario VALDUCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Stefano SAGLIA (AN) si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.
5-03779 Grotto: Crisi della società metalmeccanica Bassano-Grimeca SpA.
Franco GROTTO (Misto-SDI) illustra l'interrogazione in titolo riguardante la maggiore azienda metalmeccanica della provincia di Rovigo, attualmente in crisi a causa della decisione della Piaggio-Aprilia di delocalizzare in Cina le proprie attività, sino ad ora fonte del 60 per cento delle commesse della Bassano-Grimeca.
Il sottosegretario Mario VALDUCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Franco GROTTO (Misto-SDI) ritiene opportuno un diretto coinvolgimento ed impegno del Ministero delle attività produttive nella vicenda in questione, che riveste particolare gravità poiché è messa a repentaglio una risorsa produttiva di particolare valore per il nostro Paese che, in assenza di un intervento tempestivo, rischia la liquidazione e la conseguente disoccupazione di numerosissimi lavoratori.
5-03780 Gambini ed altri: Tutela della concorrenza nel settore del post-contatore.
Gonario NIEDDU (DS-U) illustra l'interrogazione in titolo, ricordando che si tratta di materia già affrontata dalla Commissione in diverse occasioni e che coinvolge numerosi imprenditori artigiani che affidano alla disciplina del settore del post-contatore il futuro della propria attività.
Il sottosegretario Mario VALDUCCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Gonario NIEDDU (DS-U) ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta fornita, ricordando tuttavia come la nuova disciplina a tutela della concorrenza nel settore del post-contatore, recata dalla legge n. 239 del 2004, benché in vigore dallo scorso 28 settembre non risulta ancora avere dispiegato i suoi effetti. Non sembra infatti essersi interrotto l'intervento dei gestori nel settore, ma anzi esso appare registrare un incremento, come emerge dalle numerose pubblicità che tappezzano le nostre città. Per tali motivi ritiene opportuno un intervento del Governo.
Ruggero RUGGERI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.25.
Giovedì 16 dicembre 2004. - Presidenza del vicepresidente Ruggero RUGGERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le attività produttive Mario Valducci.
La seduta comincia alle 15.25.
Schema di decreto ministeriale concernente ripartizione del fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare ad iniziative a vantaggio dei consumatori.
Atto n. 435.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 dicembre scorso.
Luigi D'AGRÒ (UDC), relatore, alla luce del dibattito svoltosi e dei chiarimenti forniti nella precedente seduta dal rappresentante del Governo, formula una proposta di parere favorevole con osservazione (vedi allegato 4).
Sergio GAMBINI (DS-U) condivide l'impostazione del parere formulato dal relatore, dovendo peraltro richiamare l'attenzione su due aspetti. In primo luogo, riterrebbe necessario che l'osservazione recata dal parere fosse trasformata in una condizione, per assumere un carattere più stringente rispetto al testo definitivo del decreto ministeriale. In secondo luogo, sembrerebbe più opportuno che nell'ambito del parere della Commissione fosse individuata una specifica finalizzazione per l'utilizzo delle risorse previste dallo schema di decreto.
Luigi D'AGRÒ (UDC), relatore, fa presente che la sua proposta di parere intendeva richiamare forma e contenuti del parere già espresso dalla Commissione sull'atto n. 413. Concorda con il collega Gambini sul carattere generico dell'osservazione in essa prevista, facendo peraltro rilevare che un'indicazione eccessivamente precisa e dettagliata - a maggior ragione se contenuta in una condizione - potrebbe comportare notevoli difficoltà nell'utilizzo delle risorse.
Sergio GAMBINI (DS-U) segnala che, ove l'osservazione fosse trasformata in una condizione, il suo gruppo esprimerebbe un voto favorevole sullo schema di parere.
Luigi D'AGRÒ (UDC), relatore, riformula quindi in tal senso la sua proposta di parere (vedi allegato 5).
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, come riformulata.
Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN) fa presente, in relazione allo schema di decreto legislativo, recante il riassetto delle disposizioni in materia di proprietà industriale, su cui è relatore, che sta completando la stesura della proposta di parere. Ritiene di essere in condizione di metterla a disposizione della Commissione nel corso della giornata odierna. Alla luce della urgenza di esprimere il parere al Governo e, nel contempo, dell'esigenza di consentire ai componenti della Commissione di svolgere una adeguata riflessione sui contenuti della proposta medesima, invita la Presidenza a valutare la possibilità di procedere all'esame del provvedimento al termine delle votazioni pomeridiane in Assemblea.
Ruggero RUGGERI, presidente, propone quindi che l'esame dello schema di decreto legislativo abbia luogo al termine delle votazioni pomeridiane in Assemblea.
La Commissione concorda.
La seduta termina alle 15.40.
Giovedì 16 dicembre 2004. - Presidenza del vicepresidente Ruggero RUGGERI.
La seduta comincia alle 15.40.
Istituzione dei marchi per la riconoscibilità e la tutela della qualità dei prodotti italiani.
Nuovo testo unificato C. 472 Contento, C. 1250 Paola Mariani, C. 2689 Rotundo, C. 2805 Scaltritti, C. 3817 Raisi, C. 4001 Gianfranco Conte, C. 4497 Didonè.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1o dicembre 2004.
Ruggero RUGGERI, presidente, fa presente che lunedì 13 dicembre è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. Sulla base delle richieste formulate da taluni componenti della Commissione, propone che nella seduta odierna si proceda ad un dibattito sul complesso delle proposte emendative presentate.
La Commissione concorda.
Luigi D'AGRÒ (UDC) ritiene che il provvedimento in esame si presti a valutazioni contraddittorie; il nuovo testo base adottato dalla Commissione ha infatti suscitato notevoli perplessità in diversi operatori del settore, i quali temono che i nuovi marchi in esso definiti possano ingenerare confusione. Riterrebbe pertanto opportuna una ulteriore riflessione, al fine di individuare misure che possano garantire una tutela effettiva degli interessi in campo. Teme infatti che si pervenga altrimenti alla definizione di una normativa che, invece di offrire efficaci forme di certificazione agli imprenditori sottoposti alla concorrenza sleale, finisca per alimentare esclusivamente procedure di natura burocratica. Considera quindi prioritaria la definizione di un testo che possa trovare condivisione anche da parte del mondo industriale ed artigianale, ossia di coloro che saranno i fruitori dei marchi che si intendono istituire.
Gianluigi SCALTRITTI (FI) si associa al richiamo alla prudenza formulato dal collega D'Agrò, ricordando che il provvedimento dovrebbe avere quale obiettivo prioritario quello di proteggere la media e piccola produzione, anche alla luce dei nuovi scenari del commercio mondiale. Rileva peraltro come il marchio made in Italy, che viene attribuito laddove l'ultima lavorazione sostanziale di un prodotto avvenga in Italia, sia considerato assai favorevolmente da diversi imprenditori, mentre il marchio Stile italiano-Italian design potrebbe rivelarsi per queste medesime imprese controproducente, poiché non vi sarebbe più l'obbligo di produzione ma solo di ideazione del prodotto nel nostro Paese. Per tali motivi, ritiene opportuna una revisione del testo: ciò al fine non certo di dilatare i tempi di esame del provvedimento, ma per meglio centrare l'obiettivo che ci si prefigge di protezione dei produttori e dei consumatori.
Sergio GAMBINI (DS-U) ricorda come il provvedimento in esame nasca dalla sollecitazione del gruppo dei Democratici di sinistra e sia stato seguito dal suo gruppo con particolare attenzione nelle diverse fasi, nel corso delle quali il testo dei provvedimenti è stato notevolmente modificato. È giunta anche a lui notizia delle perplessità manifestate dalle associazioni di categoria sull'attuale testo, che tuttavia non riesce facilmente a comprendere, se non in una chiave conservativa dell'attuale situazione, che peraltro non appare soddisfacente.
Rileva inoltre che il testo adottato quale testo base non prevede alcun obbligo per gli imprenditori ma solo una facoltà di utilizzare i nuovi marchi ivi previsti. Questi consentono opportunamente di tutelare, distinguendoli, i prodotti integralmente prodotti in Italia, che potranno utilizzare il marchio di Integralmente Italiano e i prodotti che, sebbene non interamente prodotti nel nostro Paese, sono stati qui ideati e in parte realizzati e che potranno avvalersi del marchio Stile Italiano. Si tratta, in questo ultimo caso, della parte più consistente ed internazionalizzata dell'industria italiana, che potrebbe accrescere i propri vantaggi rispetto a quelli oggi assicurati dal marchio made in Italy. Ritiene che entrambe le strade debbano essere promosse, oltre che la tracciabilità dei prodotti.
Considera, in conclusione, che il testo in esame sia certamente migliorabile ma che la sua impostazione fondamentale sia senz'altro condivisibile.
Gianluigi SCALTRITTI (FI) chiarisce di essere anch'egli sostanzialmente d'accordo sui contenuti del testo adottato, sottolineando come alcuni problemi si pongano soprattutto con riferimento al marchio Stile Italiano, per la confusione che, come detto, esso può generare.
Dovrebbe inoltre essere precisato nel testo che tale marchio deve essere assegnato al prodotto e non al produttore.
Stefano ZARA (Misto) sottolinea l'esigenza che l'Italia assuma un ruolo guida nei processi di internazionalizzazione in atto, anche nella nostra produzione; rileva altresì come iniziative quali quelle in discussione sono utili solo se tempestive: si rischia altrimenti di farsi battere nel tempo da altri paesi più rapidi e accorti.
Andrea LULLI (DS-U), relatore, ritiene senz'altro possibile apportare aggiustamenti al testo in esame. Deve tuttavia sottolineare come occorra avere chiaro che la tutela del nostro paese in ambito europeo, attraverso il marchio del made in Italy deve certamente essere difesa - e in tal senso va riconosciuto l'impegno del vice ministro Urso -, ma non appare di per sé sufficiente. L'introduzione di misure in ambito europeo volte a rendere obbligatoria la tracciabilità dei prodotti non è affatto scontata, anche per l'opposizione di diversi paesi, tra i quali, ad esempio la Germania, la Danimarca e l'Olanda. Concentrarsi solo su tale obiettivo non appare quindi sufficiente e i timori per l'introduzione di un marchio made in Europe non sono affatto scongiurati. Per tali motivi giudica indispensabile che il Parlamento italiano faccia sentire la propria voce in Europa.
Desidera inoltre precisare che il testo base, nell'individuare i prodotti che possono avvalersi del marchio Stile Italiano, non si limita a prevedere che questi siano ideati in Italia, ma precisa che appositi decreti del Ministero delle Attività produttive stabiliscano i criteri per l'individuazione delle fasi produttive strategiche che si devono intendere prioritarie ai fini della concessione del marchio.
Condivide, comunque, la proposta di un ulteriore affinamento del testo, ribadendo la necessità di condurre una battaglia per la protezione dei prodotti italiani, la cui tutela ha positivi effetti sulla bilancia dei pagamenti non solo italiana ma anche comunitaria.
Ruggero RUGGERI, presidente, alla luce del dibattito svoltosi nella seduta odierna, ritiene che nelle prossime settimane possa essere svolto un utile approfondimento sul testo e sugli emendamenti ad esso presentati, al fine di definire le possibili soluzioni rispetto agli aspetti problematici oggi evidenziati.
Rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame.
La seduta termina alle 16.15.
Giovedì 16 dicembre 2004. - Presidenza del presidente Bruno TABACCI.
La seduta comincia alle 20.55.
Schema di decreto legislativo recante il riassetto delle disposizioni in materia di proprietà industriale.
Atto n. 423.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 dicembre scorso.
Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN), relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 6).
Bruno TABACCI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 21.
Giovedì 16 dicembre 2004.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21 alle 21.10.
Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:
Ratifica della Convenzione in materia della sicurezza dello smaltimento del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
C. 4673 Calzolaio.