V Commissione - Resoconto di marted́ 14 settembre 2004


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 14 settembre 2004.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.40 alle 12.55.

SEDE REFERENTE

Martedì 14 settembre 2004. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Daniele Molgora.

La seduta comincia alle 13.20.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2003.
(C. 5094 Governo).
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2004
(C. 5095 Governo).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, comunica che, facendo seguito a quanto concordato nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il termine per la presentazione di emendamenti ai disegni di legge di rendiconto e di assestamento è fissato per la giornata di mercoledì 22 settembre alle ore 12.

Vincenzo CANELLI (AN), relatore, nell'illustrare i disegni di legge di rendiconto ed assestamento, ricorda innanzitutto che, per effetto della complessità delle procedure di predisposizione di questi documenti,


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i disegni di legge in questione giungono all'esame parlamentare quando l'esercizio finanziario precedente si è da tempo concluso e l'esercizio attuale è in ampia parte trascorso. Tale circostanza, che, per un verso, costituisce un problema strutturale nella gestione dei conti pubblici italiani, ha fatto sì, per altro verso, che i disegni di legge di approvazione del rendiconto 2003 e di assestamento 2004 siano giunti quest'anno all'esame parlamentare nel momento più appropriato. Infatti, da un lato, nel mese di luglio è stata effettuata, con il decreto-legge n. 168, una significativa correzione degli andamenti della finanza pubblica, che, in misura rilevante, è stata operata attraverso una riduzione diretta di stanziamenti di spesa iscritti nel bilancio dello Stato; dall'altro, questo è il momento in cui vengono definite le linee della manovra di finanza pubblica per il 2005 e il vivace dibattito che si è svolto durante agosto su questo tema ha senza dubbio avuto il merito di concentrarsi sulle modalità con cui vengono stabilite le previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato. Occorre infatti avere la consapevolezza che il complesso delle innovazioni legislative contenute nella legge finanziaria, sulla quale si concentra ogni anno l'attenzione generale, riveste, sotto il profilo quantitativo, un'incidenza esigua rispetto all'entità complessiva delle entrate e delle spese iscritte non soltanto nel conto delle amministrazioni pubbliche, ma anche nel bilancio dello Stato. Inoltre, l'entità stessa della manovra dipende in primo luogo dall'ammontare delle previsioni di entrata e di spesa formulate nel quadro tendenziale del conto delle amministrazioni pubbliche e nel bilancio dello Stato a legislazione vigente. Ciò fa emergere, come è stato messo in evidenza dal Ministro dell'economia e delle finanze, l'opportunità di introdurre metodi innovativi nella definizione degli stanziamenti di spesa del bilancio dello Stato. Questo, peraltro, comporta, anche in sede parlamentare, un esame più attento del bilancio di previsione dello Stato, esame che, a sua volta, presuppone un'accurata valutazione del rendiconto relativo all'esercizio precedente e dell'assestamento per l'anno in corso. Emerge, in particolare, l'esigenza di formulare le previsioni del bilancio dello Stato assumendo come riferimento non le precedenti previsioni, come si è fatto finora, ma i risultati della gestione.
Osserva che dal rendiconto relativo all'esercizio 2003, emerge, rispetto ai risultati del 2002, un generale miglioramento dei saldi del bilancio dello Stato relativi alla gestione di competenza. In particolare, il saldo netto da finanziare risulta pari a circa 32 miliardi di euro ed evidenzia un miglioramento di quasi 12 miliardi di euro rispetto al 2002. Significativi miglioramenti registrano, altresì, il saldo corrente (+5,6 miliardi di euro) e il saldo primario (+6,5 miliardi di euro). Anche dal rendiconto relativo al bilancio dello Stato emerge, pertanto, che il 2003 ha rappresentato, per quanto concerne l'Italia, un anno di sostanziale tenuta dei conti pubblici, nonostante le difficoltà derivanti dal contesto macroeconomico, che ha registrato un ulteriore rallentamento della crescita, sia a livello nazionale sia, in misura più sensibile, a livello di area euro. Infatti, in questo contesto sfavorevole, l'andamento dei conti pubblici, mentre ha evidenziato un sensibile peggioramento nell'area dell'euro, con un deficit che è aumentato dal 2,3 per cento del PIL nel 2002 al 2,7 per cento nel 2003, si è mantenuto sostanzialmente stabile in Italia, dove l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è passato dal 2,3 per cento al 2,4 per cento del PIL. I risultati positivi evidenziati nel rendiconto derivano da un significativo incremento, rispetto al 2002, delle entrate tributarie (+22,1 miliardi di euro) al quale hanno concorso anche i proventi relativi alle misure di sanatoria fiscale, che hanno determinato un gettito complessivo di 11,3 miliardi di euro.
L'andamento favorevole delle entrate è stato, peraltro, parzialmente controbilanciato dall'incremento delle spese, in particolare, di quelle correnti (+13 miliardi di euro rispetto al 2002). Più precisamente, mentre si è registrata una diminuzione di


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circa 5,3 miliardi di euro delle spese per interessi, hanno evidenziato incrementi significativi le spese concernenti i redditi da lavoro dipendente (+4,3 miliardi di euro), i consumi intermedi (+2,9 miliardi di euro) e i trasferimenti correnti ad altre amministrazioni (+6,7 miliardi di euro). Da questi dati emerge in modo evidente come una delle questioni principali della finanza pubblica in Italia sia rappresentata dall'esigenza di introdurre strumenti efficaci di controllo della spesa corrente primaria.
I saldi del rendiconto risultano migliori non soltanto rispetto ai risultati che si sono registrati nel 2002, ma anche rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive. Ciò può dipendere da andamenti effettivamente positivi della gestione, che hanno fatto riscontrare, in termini di competenza, accertamenti di entrata superiori e impegni di spesa inferiori alle rispettive previsioni. In particolare, per quanto concerne le entrate finali, gli accertamenti risultano superiori alle previsioni iniziali per 27,3 miliardi di euro e alle previsioni definitive per 30 miliardi di euro. Riguardo alle spese finali, gli impegni risultano superiori alle previsioni iniziali (+5,8 miliardi di euro), ma inferiori, in misura ben più consistente, alle previsioni definitive (-14,4 miliardi di euro).
Peraltro, l'entità del divario tra le previsioni e i risultati è, anche nel 2003, come negli anni precedenti, tale da mettere in dubbio l'adeguatezza del bilancio di previsione a svolgere la funzione di strumento analitico di direzione della gestione finanziaria. Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dal fatto che il divario si accentua se i risultati sono confrontati con le previsioni definitive, anziché con quelle iniziali. Ciò sembra indicare una tendenza costante, in sede di assestamento, da un lato, a sottostimare le previsioni di entrata e, dall'altro, a sovradimensionare gli stanziamenti di spesa; quest'ultimo profilo potrebbe, tra l'altro, essere riconducibile ad una difficoltà delle amministrazioni a monitorare l'andamento della spesa e a valutare le proprie effettive necessità.
La lettura del rendiconto, in sostanza, conferma l'esigenza, già segnalata in termini generali, di una più appropriata definizione degli stanziamenti di bilancio. A tal fine senza dubbio potrebbe risultare assai utile assumere come base di riferimento non le previsioni dell'esercizio precedente, che poi si dimostreranno assai lontane dai risultati di consuntivo, quanto piuttosto i più aggiornati dati di gestione disponibili. Invita pertanto il Governo a porre in essere, anche attraverso la necessaria strumentazione informatica, le misure organizzative necessarie per consentire, nell'ambito delle amministrazioni, una tempestiva rilevazione e trasmissione dei dati della gestione finanziaria, che permetta di monitorarne l'evoluzione in tempo reale.
Ricorda poi che il rendiconto offre elementi assai significativi in merito alla valutazione dell'attività amministrativa attraverso i dati relativi all'evoluzione dei residui. Per quanto concerne i residui attivi, il rendiconto 2003 registra un consistente aumento, nell'ordine di 21 miliardi di euro, che porta il loro ammontare complessivo ad oltre 138 miliardi di euro. Sorge tuttavia il dubbio che questa cifra non corrisponda ad entrate che lo Stato sia effettivamente in grado di riscuotere, anche in considerazione del fatto che ampia parte dei residui attivi proviene da esercizi pregressi e, pertanto, continua ad essere iscritta in bilancio già da un certo numero di anni. Sarebbe opportuna, a fini di trasparenza e di affidabilità delle scritture contabili, un'accurata valutazione della effettiva esigibilità dei residui attivi, in modo da mantenere iscritte in bilancio soltanto le somme che lo Stato sia capace di recuperare entro tempi ragionevoli.
Elementi di valutazione senza dubbio confortanti possono invece essere tratti dalla evoluzione dei residui passivi. Già nell'esercizio 2002 si era registrata per la prima volta dopo molti anni una lieve diminuzione dei residui relativi a spese finali rispetto all'anno precedente (-1,2 miliardi di euro). Nel 2003 la diminuzione dei residui passivi per spese finali rispetto al 2002 è stata di entità assai più ampia (pari a 15,2 miliardi di euro). Tale riduzione è dipesa per 4,5 miliardi di euro


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dalla diminuzione dei residui di stanziamento e, in misura assai più consistente, per 10,7 miliardi di euro dalla diminuzione dei residui propri. Mentre sull'ammontare dei residui di stanziamento hanno potuto incidere le disposizioni contenute nel decreto-legge cosiddetto «tagliaspese», la consistente diminuzione dei residui propri, se evidenzia una tendenza che sarà confermata anche negli anni successivi, è indice di una capacità delle amministrazioni di spendere in modo più tempestivo le somme già impegnate. Per quanto riguarda i residui di stanziamento, che a tutti gli effetti costituiscono stanziamenti che possono essere impegnati e pagati, occorre altresì ricordare che il decreto-legge n. 168 ha opportunamente disposto un'ulteriore riduzione del loro ammontare, da effettuarsi nel bilancio 2004, per un importo complessivo nell'ordine di 600 milioni di euro. In ogni caso una riduzione dei residui passivi, attraverso una più tempestiva capacità di spesa da parte delle amministrazioni pubbliche, potrebbe rappresentare di per se stessa un'azione di sostegno all'economia.
Passando all'esame del disegno di legge di assestamento, ricorda che esso reca le variazioni che, a metà dell'esercizio, il Governo ritiene opportuno adottare in relazione alle previsioni di bilancio, in termini di competenza e di cassa. Segnala che, nel disegno di legge di assestamento, il Governo ha ritenuto opportuno non proporre variazioni alle previsioni di entrata. Infatti, come indicato nella relazione illustrativa, al momento della predisposizione e trasmissione al Parlamento del disegno di legge di assestamento, mancavano elementi essenziali per valutare l'evoluzione del gettito tributario nell'anno in corso. In particolare non erano ancora noti i risultati dell'autoliquidazione delle imposte sui redditi, dato che per i versamenti a titolo di saldo e di prima rata di acconto relativi alle dichiarazioni dei redditi è fissato il termine del 20 giugno e, con una lieve maggiorazione, del 20 luglio. Tuttavia, con un recente comunicato, diffuso il 9 settembre scorso, il Ministero dell'economia e delle finanze ha reso noto che nel periodo gennaio-luglio 2004 le entrate tributarie dello Stato, calcolate secondo il criterio della competenza, vale a dire in termini di accertamenti, sono risultate pari a 195.583 milioni di euro, con un aumento del 3,7 per cento rispetto alle entrate accertate nel corrispondente periodo dell'anno precedente. Non tenendo conto del gettito relativo alle misure di condono, l'aumento rispetto allo stesso periodo del 2003 risulta pari al 4,6 per cento. In particolare, il gettito delle imposte dirette nel periodo gennaio-luglio 2004 si è attestato a 101.779 milioni di euro e ha evidenziato un aumento del 4,8 per cento rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Il gettito delle imposte indirette, pari complessivamente a 88.965 milioni di euro, ha registrato un aumento del 4,3 per cento. Al riguardo sottolinea, nell'ambito di un complessivo esame delle procedure di decisione in materia di finanza pubblica, l'opportunità di un differimento dei tempi di presentazione dell'assestamento, in modo da poter esaminare in questa sede anche l'effettivo andamento del gettito tributario, anche in considerazione del fatto che i termini per il versamento del saldo e del primo acconto sono stati fissati in modo definitivo con un provvedimento del dicembre 2001, dopo le reiterate proroghe che si erano rese necessarie negli anni precedenti. Sollecita in ogni caso il rappresentante del Governo a fornire alla Commissione i dati sull'andamento dell'autoliquidazione, indicando, in particolare, se tali dati comportino la presentazione di emendamenti all'assestamento di variazione delle previsioni di entrata, come è di frequente accaduto negli anni passati.
Per quanto concerne le spese, il disegno di legge di assestamento introduce incrementi delle spese di parte corrente (escluse le spese per interessi, il cui stanziamento rimane invariato) per 6.879 milioni di euro, a fronte di una diminuzione degli stanziamenti relativi a spese di conto capitale per 770 milioni di euro.
Con il disegno di legge di assestamento si determina pertanto un peggioramento del saldo netto da finanziare pari, in


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termini di competenza, a 6,1 miliardi di euro. Se si considerano anche le variazioni adottate con atto amministrativo nei primi cinque mesi dell'anno, che sono esposte negli allegati del disegno di legge di assestamento a fini conoscitivi, il peggioramento del saldo netto da finanziare ammonta complessivamente a 8,3 miliardi di euro. Il saldo netto da finanziare, che nel bilancio di previsione iniziale per il 2004 risultava pari a 53.873 milioni di euro, si attesta infatti, secondo quanto indicato nella relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento, a 62.223 milioni di euro. Si tratta di una cifra notevolmente superiore a quella risultante dal rendiconto relativo al 2003 (30.971 milioni di euro). Anche con riferimento specifico al bilancio dello Stato trova pertanto conferma la necessità della manovra correttiva che è stata effettuata nel luglio scorso con il decreto-legge n. 168. Con il provvedimento richiamato sono stati effettuati interventi correttivi relativi all'esercizio in corso per un ammontare corrispondente a 5,6 miliardi di euro per quanto riguarda il conto economico delle amministrazioni pubbliche e a 7,3 miliardi di euro per quanto riguarda il bilancio dello Stato. In particolare, nell'ambito di questi interventi, sono state operate riduzioni dirette degli stanziamenti di spesa iscritti nel bilancio dello Stato per complessivi 3.976,44 milioni di euro. Al riguardo, rileva che gli effetti finanziari delle misure contenute nel decreto-legge n. 168 non sono evidenziati nel disegno di legge di assestamento al nostro esame, che è stato trasmesso al Parlamento alla fine di giugno. Richiede pertanto al rappresentante del Governo di fornire, in considerazione della dimensione dell'intervento correttivo effettuato, un quadro dei saldi integrato con gli effetti del decreto-legge n. 168, in modo che l'esame parlamentare dell'assestamento possa essere svolto tenendo conto della situazione attuale del bilancio dello Stato.
Occorre inoltre osservare che una parte delle riduzioni di spesa operate con il decreto-legge n. 168 ha interessato stanziamenti di natura discrezionale: più precisamente sono stati ridotti per 1.473,58 milioni di euro stanziamenti discrezionali relativi a consumi intermedi e per 858,23 milioni di euro stanziamenti discrezionali relativi a investimenti fissi lordi. Si tratta di stanziamenti che, per la loro natura, avrebbero potuto essere modificati anche in sede di assestamento; un numero considerevole di tali stanziamenti è, anzi, oggetto di variazioni recate dal disegno di legge di assestamento al nostro esame. La maggior parte delle variazioni previste dall'assestamento comporta un incremento degli stanziamenti in questione, che interessano soprattutto spese di funzionamento, e, pertanto, opera in senso opposto rispetto all'intervento effettuato con il decreto-legge n. 168. Non mancano casi, peraltro, in cui l'assestamento dispone ulteriori riduzioni di stanziamenti che già erano stati decurtati dal decreto-legge n. 168, anche per importi corrispondenti all'intero ammontare delle disponibilità sussistenti in bilancio al momento dell'adozione del decreto-legge. Risulterebbe pertanto opportuno che il rappresentante del Governo, nei casi in cui gli stanziamenti di unità previsionali di base modificati dall'assestamento siano stati oggetto di riduzioni operate ai sensi del decreto-legge n. 168, fornisca l'attuale importo di detti stanziamenti, come risulta a seguito della conversione in legge del decreto n. 168, in modo da permettere alla Commissione una valutazione più consapevole delle ulteriori variazioni che con l'assestamento sono effettuate.
Rileva infine che le richieste di elementi informativi rivolte al Governo mirano ad offrire alla Commissione, un quadro attendibile ed aggiornato. Al tempo stesso, si può comunque affermare che dall'esame del rendiconto relativo al 2003 e dell'assestamento del bilancio per il 2004 viene avvalorata l'opportunità dell'intervento effettuato in luglio. Si può inoltre osservare che gli andamenti di spesa del bilancio dello Stato dimostrano che tale intervento è stato effettuato in modo appropriato, in particolare per quanto concerne le misure di contenimento della spesa corrente primaria.


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Il sottosegretario Daniele MOLGORA si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 13.40

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 14 settembre 2004. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Daniele Molgora.

La seduta comincia alle 13.40.

Schema di decreto legislativo concernente l'istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di formazione nonché riordino dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione.
Atto n. 386.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Alberto GIORGETTI (AN), relatore, illustra lo schema di decreto legislativo, che istituisce il Servizio Nazionale di valutazione del sistema di istruzione e formazione e riordina l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione. Con riferimento all'articolo 3, comma 1, che descrive i compiti dell'Istituto, ricorda che la relazione tecnica si limita ad indicare le voci di spesa per le nuove attività da assegnare all'Istituto, senza fornire alcun ulteriore dato od informazione in proposito. Ulteriori informazioni sarebbero invece opportune, con riguardo, in particolare, a quelle relative all'onere annuo per la formazione del personale. Chiede poi che il rappresentante del Governo confermi l'esclusione di qualsiasi tipologia di onere, anche nella forma di trattamenti accessori o di indennità varie, dell'articolo 9, comma 4, che dispone che, per lo svolgimento dei compiti attribuiti all'area tecnica della valutazione, l'Istituto si avvalga anche delle professionalità del personale ispettivo tecnico dipendente dal Ministero dell'istruzione, assegnato all'Istituto medesimo su richiesta dello stesso e con il trattamento economico a carico del Ministero, in numero non superiore a venti unità. Appare inoltre necessario che il Governo confermi il carattere di limite massimo di spesa dell'onere, quantificato dalla relazione tecnica in 400.000 euro, derivante dall'articolo 11, comma 1, e 12, comma 1, che attribuiscono all'Istituto la possibilità di avvalersi, in numero non superiore a dieci unità, di personale in posizione di comando e di conferire, sempre in numero non superiore a dieci unità, incarichi ad esperti.
Illustra poi l'articolo 14, che prevede che agli oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento, quantificati in euro 7.306.000 per l'anno 2004 e in euro 10.360.000 a decorrere dall'anno 2005, si provvede a carico di quota parte dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 92, della legge n. 350 del 2003 (Legge finanziaria 2004). Tale articolo autorizza, per l'attuazione del piano programmatico di interventi finanziari per la scuola, di cui all'articolo 1, comma 3, della legge n. 53 del 2003, la spesa complessiva di 90 milioni di euro a decorrere dall'anno 2004. Segnala che l'autorizzazione di spesa non risulta, dal punto di vista formale, conforme alla vigente disciplina contabile in quanto lo schema di decreto non indica distintamente per ciascun intervento oneroso la corrispondente autorizzazione di spesa, ma stabilisce soltanto l'ammontare complessivo della spesa autorizzata. Appare inoltre necessario acquisire l'avviso del rappresentante del Governo circa l'effettiva disponibilità della risorse in questione, e la congruità degli stanziamenti residui a provvedere alle altre finalità del piano programmatico indicate all'articolo 3, comma 92, della legge n. 350 del 2003. Al riguardo, ricorda che lo stanziamento di cui al capitolo n. 7262 dello stato di


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previsione del Ministero dell'istruzione, dell'Università e della ricerca, relativo al Fondo per l'attuazione del piano programmatico di cui all'articolo 1, comma 3, della legge n. 53 del 2003, è stato ridotto, per l'anno 2004, dal disegno di legge di assestamento del bilancio per il medesimo anno (A.C. n. 5095), da 90.000.0000 di euro a 19.194.000 euro. Tale riduzione è conseguente alla assegnazione di risorse del fondo a capitoli di bilancio relativi agli interventi previsti dal piano programmatico. Da un'interrogazione al sistema RGS effettuata in data 13 settembre 2004, risulta che lo stanziamento di competenza di cui al capitolo n. 7262 risulta effettivamente pari a 19.194.000 euro. Non risultano inoltre assegnate a specifici capitoli di bilancio risorse destinate all'istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema di istruzione.
Ricorda poi che l'attività dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, di cui al decreto legislativo n. 258 del 1999, è finanziata con le risorse stanziate dall'articolo 1, comma 43 della legge n. 549 del 1995, che dispone l'erogazione di contributi a carico del bilancio dello Stato ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. La legge n. 549 del 1995 viene rifinanziata ogni anno dalla tabella C della legge finanziaria; le risorse specificamente destinate all'istituto vengono poi definite annualmente con un piano di riparto adottato con decreto ministeriale. Da ultimo, il piano di riparto per l'anno 2003, adottato con decreto ministeriale del 23 ottobre 2003, ha assegnato all'Istituto 540.870 euro. Non è stato invece ancora adottato il piano di riparto per il 2004; tuttavia, lo schema di decreto ministeriale in corso di perfezionamento dopo l'espressione del parere da parte delle competenti commissioni parlamentari (A.C. n. 363) reca, per l'esercizio finanziario 2004, lo stesso importo del piano di riparto per il 2003.
Nell'esercizio finanziario 2003 sono state inoltre assegnate all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, unitamente all'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, risorse aggiuntive per un importo pari 5.670.000 euro provenienti dal Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi (cap. n. 1722 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione).
Al riguardo, chiede un chiarimento da parte del rappresentante del Governo in ordine al coordinamento tra l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 14 dello schema di decreto e l'ordinaria modalità di finanziamento dell'Istituto mediante riparto delle risorse di cui all'articolo 1, comma 43, della legge n. 549 del 1995. In particolare è necessario un chiarimento da parte del Governo in ordine alla destinazione delle risorse assegnate all'Istituto sulla base della legislazione vigente.
Con riferimento all'articolo 15, comma 6, che stabilisce il compenso per il presidente ed i componenti degli organi direttivi dell'Istituto, osserva che risulta singolare che gli oneri per le spese di funzionamento siano inclusi nell'ambito della norma in esame e non siano invece più opportunamente riferite all'articolo 3, relativo ai compiti dell'Istituto. Ad ogni modo è necessario chiarire i motivi per cui l'onere per investimenti sia stimato costante negli anni (200.000 euro dal 2005) mentre, di norma, esso tende a ridursi dopo il periodo di iniziale acquisizione dei macchinari, soprattutto per la quota di spesa relativa alla componente informatica. Inoltre, devono essere precisati quali siano gli elementi alla base della stima della spesa per missioni e buoni pasto, considerato che la stessa deve presumersi riferita al solo personale dipendente dell'Istituto (48 unità), più le eventuali 10 unità di personale comandato.
Rileva infine che la Conferenza unificata ha avanzato, nel proprio parere sullo schema di decreto, numerose proposte di modifica. Al riguardo, invita il rappresentante del Governo a fornire rassicurazioni in merito al carattere definitivo del testo sottoposto all'esame della Commissione, in modo da evitare quanto avvenuto in passato, e cioè che modifiche che presentavano evidenti conseguenze di carattere


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finanziario, introdotte successivamente all'espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari, in sede di approvazione finale del decreto legislativo da parte del Consiglio dei ministri, sono state sottratte alla necessaria valutazione della Commissione bilancio.

Il sottosegretario Daniele MOLGORA comunica che i competenti uffici del Ministero dell'economia stanno ultimando la predisposizione dei necessari elementi di chiarimento in ordine allo schema di decreto all'esame della Commissione. Chiede pertanto un rinvio dell'esame.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sollecita il rappresentante del Governo a fornire i chiarimenti richiesti e avverte che, in ogni caso, nella seduta di domani si dovrà pervenire all'espressione del parere. Rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 13.50.