IX Commissione - Resoconto di mercoledì 14 luglio 2004

TESTO AGGIORNATO AL 15 LUGLIO 2004


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 luglio 2004. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per le comunicazioni, Giancarlo Innocenzi, e il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Nino Sospiri.

La seduta comincia alle 8.55.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2003.
C. 5094 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2004.
C. 5095 Governo.

Tabella n. 10: stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2004.


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Tabella n. 11: stato di previsione del Ministero delle comunicazioni per l'anno finanziario 2004.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Paolo ROMANI, presidente, ricorda che l'esame dei disegni di legge in titolo si svolge in sede consultiva ai sensi degli articoli 119, comma 8, e 120, commi 1 e 3, del regolamento. Ricorda in particolare che l'esame dei due provvedimenti è congiunto e limitato alle parti di competenza della Commissione, la quale dovrà formulare ed approvare una relazione per la V Commissione, nominando altresì un relatore che potrà partecipare alle sedute di quest'ultima per riferirvi. Ricorda inoltre che è ammessa la presentazione di relazioni di minoranza, per ciascuna delle quali un proponente potrà partecipare ai lavori della V Commissione per riferirvi.
Dopo aver ricordato infine che il termine per la conclusione dell'esame dei due provvedimenti è fissato per domani, giovedì 15 luglio 2004, propone di fissare il termine per la presentazione di emendamenti alle ore 19 della giornata odierna.

La Commissione consente.

Angelo SANZA, relatore, ricorda preliminarmente che il rendiconto generale costituisce lo strumento attraverso il quale il Governo adempie all'obbligo costituzionale di riferire al Parlamento i risultati conseguiti nell'esercizio finanziario precedente, con riferimento sia alla consistenza effettiva delle entrate e delle spese a fronte delle previsioni (conto del bilancio), sia alle variazioni intervenute nel complesso dei beni costituenti il patrimonio dello Stato (conto del patrimonio). Il conto del patrimonio non costituisce peraltro oggetto di decisione parlamentare.
Illustra quindi il contenuto del disegno di legge di rendiconto per le parti che rientrano nella diretta competenza della Commissione, rilevando che gli stanziamenti che interessano il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2003 raggiungono a consuntivo l'importo totale di circa 7,3 miliardi di euro in termini di competenza e di circa 7 miliardi di euro in termini di cassa, e che i residui accertati risultano complessivamente pari a circa 8,3 miliardi di euro.
Ricorda poi che le previsioni definitive erano pari a circa 8 miliardi di euro per il conto competenza, con una riduzione complessiva rispetto all'esercizio 2002 pari al 21,4 per cento, e che anche per le previsioni definitive relative alle autorizzazioni di cassa - pari a circa 9,5 miliardi di euro - si riscontra una riduzione rispetto al precedente esercizio finanziario, del 26,5 per cento. La previsione definitiva per i residui, infine, era di 8,8 miliardi di euro.
Evidenzia quindi che - come risulta dalla documentazione allegata al consuntivo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Tabella 10) - il Dipartimento per i trasporti terrestri del medesimo dicastero ha segnalato talune farraginosità di ordine procedurale che rallentano l'assegnazione delle entrate derivanti dal pagamento di tariffe relative a servizi da esso resi (quali il rilascio patenti e altri) e che è stata inoltre rappresentata l'esigenza di disporre di maggiori stanziamenti per il Dipartimento stesso e per il Comando generale delle Capitanerie di porto.
Quanto al Ministero delle comunicazioni, ricorda che gli stanziamenti che l'hanno interessato nel 2003 raggiungono a consuntivo l'importo totale di quasi 259 milioni di euro in termini di competenza e di circa 276 milioni di euro in termini di cassa, e che complessivamente i residui accertati risultano pari a circa 282 milioni di euro; le previsioni definitive erano invece pari a circa 270,37 milioni di euro, ripartiti in 232,48 milioni di euro di parte corrente e 37,88 milioni di euro in conto capitale.
Fa inoltre presente che risultano in sede di consuntivo alcune eccedenze di impegni e di pagamenti rispetto alle dotazioni in conto competenza, residui e cassa recate dagli stati di previsione della spesa dei due Ministeri in esame e rileva


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che, al riguardo, nella relazione di accompagnamento al disegno di legge di rendiconto si evidenzia che il fenomeno delle eccedenze è dovuto in generale al fatto che il volume di talune spese di natura obbligatoria il cui meccanismo di pagamento è decentrato può essere conosciuto solo ad esercizio concluso.
Passa poi ad illustrare il disegno di legge di assestamento, dopo aver ricordato che questo è lo strumento attraverso il quale il Governo provvede ad aggiornare le previsioni iniziali di bilancio relative all'esercizio in corso - come definite, nel presente caso, dalla legge n. 351 del 2003, recante il bilancio per il 2004 - alla luce degli andamenti di gestione e dell'accertamento definitivo dei residui attivi e passivi dell'esercizio precedente. Ricorda inoltre che il disegno di legge di assestamento si suddivide in due parti: la prima, che non è oggetto di decisione parlamentare, registra le variazioni intervenute a seguito dell'emanazione di atti amministrativi; la seconda illustra le proposte di variazione recate dal provvedimento, in termini di competenza e di cassa.
Rileva quindi, in particolare, che per quanto concerne lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli stanziamenti riguardanti la spesa corrente sono incrementati di circa 494 milioni di euro in termini di competenza e di circa 614 milioni di euro in termini di cassa; mentre gli stanziamenti riguardanti la spesa in conto capitale registrano un incremento di circa 197 milioni di euro in termini di competenza e di circa 625 milioni di euro in termini di cassa. Anche la previsione relativa alla consistenza dei residui passivi è incrementata: l'incremento è di circa 153 milioni di euro per le spese correnti e di circa 1.424 milioni di euro per le spese in conto capitale. Tra le variazioni più rilevanti proposte con il provvedimento in esame si segnalano gli incrementi delle dotazioni di cassa per spese in conto capitale per investimenti riguardanti interventi nelle grandi città, l'ANAS, i trasporti in gestione diretta e in concessione, il trasporto intermodale e l'autotrasporto di cose in conto terzi. Tali incrementi tengono conto soprattutto della nuova consistenza dei residui.
Rileva inoltre che per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero delle comunicazioni gli stanziamenti riguardanti la spesa corrente sono incrementati di circa 5,3 milioni di euro in termini di competenza e di circa 9 milioni in termini di cassa; mentre per la spesa in conto capitale si registra un decremento di 450 mila euro in termini di competenza e un incremento di circa 2,5 milioni in termini di cassa. Quanto alla previsione relativa alla consistenza dei residui passivi l'incremento è di circa 17,9 milioni di euro per le spese correnti e in circa 61,9 milioni per le spese in conto capitale.
Tra le variazioni più rilevanti segnala quelle concernenti le spese correnti per il personale, cresciuta di 2 milioni circa, in termini di competenza e di cassa, e quelle relative ai Fondi da ripartire per oneri di personale, cresciute di 1,3 milioni circa, in termini di competenza, e di 2,9 milioni circa, in termini di cassa. Tali variazioni tengono conto delle esigenze emerse nella gestione effettiva, anche alla luce della situazione della finanza pubblica, e della nuova consistenza dei residui.
Segnala infine brevemente le variazioni intervenute in alcune unità previsionali di base iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ma che interessano anche la competenza della Commissione. Osserva in particolare che sono iscritte nello stato di previsione del citato Ministero le unità previsionali di base relative alle Ferrovie dello Stato, che sono, per la parte corrente, le seguenti: 3.1.2.8., che registra incrementi dei residui per 673,6 milioni di euro e nessuna variazione in termini di competenza e di cassa; 3.1.7.1, relativa agli oneri del debito pubblico, che registra un decremento sia in conto competenza sia in conto cassa di 40 milioni di euro; e, per la parte in conto capitale, le seguenti: 3.2.3.15, che registra un incremento in conto residui di 1,2 miliardi di euro. Quanto al rimborso del debito pubblico segnala che nell'unità previsionale di base 3.3.9.5 si propongono


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decrementi in conto competenza e in conto cassa pari a 690 milioni di euro.
Aggiunge che sono altresì iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia le unità previsionali di base relative alle Poste italiane, che sono: per la parte corrente, la 3.1.2.4, con incrementi sui residui di 307,4 milioni di euro e di 129,5 milioni di euro in conto competenza e cassa; e per la parte in conto capitale la 3.1.5.5, che registra un incremento dei residui pari a 69,1 milioni di euro e un incremento in conto competenza e cassa pari a 63,2 milioni di euro.
Al riguardo segnala peraltro la necessità di verificare la corrispondenza tra i trasferimenti previsti in favore di Poste italiane dal disegno di legge di assestamento e quelli stabiliti in base all'articolo 8 del Contratto di programma tra il Ministero delle comunicazioni e la società per il triennio 2003-2005.
Tra le unità previsionali di base iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze segnala anche le seguenti di parte corrente: 3.1.2.6. Ente nazionale assistenza al volo, la quale registra un incremento dei residui pari a 70,5 milioni di euro; 3.1.2.34. Sistemi ferroviari passanti e 3.1.2.37. Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, per le quali non si registra alcuna variazione di rilievo; e le seguenti di conto capitale: 3.2.3.1. Imprese navalmeccaniche e armatoriali, che registra un incremento dei residui di 20,66 milioni di euro; 3.2.3.6. Metropolitane, che registra un incremento dei residui di 35,76 milioni di euro; 3.2.3.23. Trasporti pubblici locali, che registra un incremento dei residui di 148,2 milioni di euro; 3.2.3.27. Sistemi ferroviari passanti e 3.2.3.42. Gestione lavoratori portuali, per le quali non si registra alcuna variazione; 3.2.3.41. Aeroporti, che registra un incremento dei residui pari a 15,5 milioni di euro; e 3.2.3.32 Ricapitalizzazione società di trasporto aereo, per la quale non si registra alcuna variazione di rilievo.
Sempre nell'ambito del Ministero dell'economia e finanze, nel centro di responsabilità Ragioneria generale dello Stato, segnala ancora le seguenti unità previsionali di base di conto capitale: 4.2.3.26 Trasporti pubblici locali, che non registra alcuna variazione, e 4.2.3.25 Gestione lavoratori portuali, che registra un incremento dei residui pari a 0,9 milioni di euro; e 3.2.3.28 Telecomunicazioni, che non registra alcuna variazione. Per la parte corrente segnala infine le unità previsionali di base 4.1.2.19 Gestione dei lavoratori portuali, che registra un incremento in conto residui pari a 398 milioni di euro; 3.1.2.43 Contratti di programma, che registra un incremento dei residui pari a 192,9 milioni di euro; e 3.1.2.35. Telecomunicazioni, che registra un incremento sui residui di 35,8 milioni di euro. Nessuna variazione di rilievo si registra invece nelle unità previsionali di base 3.1.2.14 Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni e 3.1.2.19 Istituto postelegrafonici.

Giorgio PANATTONI (DS-U) considera molto preoccupante lo stato di salute dei conti pubblici fotografato dalla manovra di assestamento, nella quale sono peraltro previsti incrementi delle dotazioni recate dagli stati di previsione dei Ministeri che contraddicono a suo avviso l'orientamento restrittivo del contestuale provvedimento d'urgenza che il Governo ha adottato per il contenimento della spesa pubblica. A questo riguardo osserva che la manovra di contenimento è certamente destinata al fallimento, atteso che è tecnicamente impossibile ridurre le spese negli ultimi mesi dell'anno, com'è stato segnalato dalle regioni, dagli enti locali e da più parti. Rileva inoltre che qualsiasi intervento è privo di credibilità se manca un'analisi accurata delle dinamiche strutturali della spesa che consenta di valutare la possibile utilità ed efficacia delle manovre congiunturali.
Ritiene inoltre che la forte crescita delle previsioni relative ai residui debba preoccupare, in quanto non solo è la spia di una lentezza amministrativa che non giova al paese, ma dimostra altresì la pericolosa tendenza a trasferire sugli esercizi futuri l'onere del pagamento degli impegni di spesa assunti in questo esercizio, i quali dovranno prima o poi essere


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onorati. Aggiunge che, da un rapido raffronto tra i dati di consuntivo 2003 e quelli di assestamento 2004, gli pare di poter dedurre che l'incremento delle dotazioni in conto competenza del Ministero delle infrastrutture per il 2004 è pari a circa il 7 per cento: si tratterebbe quindi di un incremento assai consistente rispetto alle previsioni iniziali e quindi di un vero e proprio «sforamento», che collide fortemente con la situazione molto tesa che si registra nei conti pubblici, a dimostrazione del fallimento del Governo nella gestione della finanza pubblica e della volontà di rinviare il momento di affrontare i problemi sostanziali, il che a suo giudizio spiega anche perché la carica di ministro dell'economia non appaia in questi giorni troppo ambita.

Ettore ROSATO (MARGH-U) ritiene assai preoccupante la gestione dei conti pubblici da parte del Governo in carica, rilevando con preoccupazione che il fabbisogno del settore pubblico nel 2003 è cresciuto di 16 miliardi di euro rispetto all'esercizio 2002 e che l'esito della «battaglia» del Ministro Tremonti per l'abbattimento del debito pubblico è deludente in quanto questo è cresciuto in valore assoluto da 1.361 a 1.382 miliardi.
Stigmatizza inoltre la strategia del Governo di ricorrere ad entrate straordinarie per tamponare con interventi congiunturali un aggravamento dei conti pubblici che ha evidentemente radici strutturali. Quanto alla dinamica dei residui, al fenomeno delle eccedenze e alle considerazioni trasmesse dal Dipartimento per i trasporti terrestri, tutto questo prova a suo avviso che una causa importante di inefficienza e di sperpero va rinvenuta nelle complessità burocratiche, di modo che bisognerebbe intervenire sulle procedure amministrative anziché tagliare indiscriminatamente le dotazioni per i Ministeri. Aggiunge inoltre che le lentezze amministrative che causano eccedenze o residui sono anche quelle che provocano il ritardo nei pagamenti o nelle erogazioni alla società civile da parte dello Stato, con evidente danno per l'economia italiana.
Esprime infine il timore che i considerevoli nuovi tagli previsti dalla manovra straordinaria di finanza pubblica per il 2004 porteranno a un grave peggioramento della situazione finanziaria del paese che emergerà solo nei prossimi esercizi.

Franco RAFFALDINI (DS-U) osserva che gli incrementi previsti dalla manovra di assestamento riguardano le spese correnti ma non quelle in conto capitale, che registrano un decremento consistente, pari al 30 per cento, mentre l'indice di efficienza dato dal rapporto tra pagamenti totali a fine esercizio e massa spendibile o capacità di pagamento è mediamente al di sotto della media del bilancio statale.
In relazione poi alla dinamica dei residui e alla segnalazione del Dipartimento per i trasporti terrestri richiamata anche dal relatore, ricorda il contenuto di un atto di indirizzo volto a impegnare il Ministero dell'economia ad assegnare tempestivamente le risorse spettanti al Ministero delle infrastrutture per servizi da esso resi. Sottolinea infatti la necessità di superare la grave situazione di «blocco» presente sia a livello centrale sia periferico, recentemente aggravata anche dalla ulteriori funzioni attribuite alla Motorizzazione civile con l'introduzione dell'istituto della patente a punti. Rileva quindi che il rischio per tali amministrazioni è addirittura quello di non assicurare neanche il funzionamento ordinario se non si rimuovono le criticità evidenziate.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 9.25.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 14 luglio 2004. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Nino Sospiri.

La seduta comincia alle 9.25.


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Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2001/16/CE in materia di interoperabilità del sistema ferroviario convenzionale.
Atto n. 381.
(Esame e rinvio).

La Commissione avvia l'esame del provvedimento.

Benedetto NICOTRA (FI), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere al Governo il parere sullo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria 2001/16/CE, recante disposizioni sull'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale, il cui termine di recepimento è peraltro scaduto il 20 aprile 2003.
Rileva quindi che lo schema di decreto legislativo è stato predisposto in esercizio della delega di cui all'articolo 1, comma 1, della legge comunitaria per il 2003 - legge 31 ottobre 2003, n. 306 - mentre non è stata esercitata nei termini la precedente delega per l'attuazione della stessa direttiva, recata dalla legge comunitaria per il 2002. Fa poi presente che il parere della Conferenza Stato-regioni sullo schema in esame, espresso il 20 maggio scorso, è favorevole.
Ricorda preliminarmente che - secondo la decisione comunitaria del 23 luglio 1996 sugli orientamenti per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (n. 1692/96/CE) - la rete ferroviaria transeuropea si compone della rete ferroviaria ad alta velocità e della rete ferroviaria convenzionale, le quali sono formate dalle linee ivi individuate. L'interoperabilità delle reti ferroviarie ad alta velocità è stata oggetto della direttiva 1996/48/CE, attuata in Italia con il decreto legislativo 24 maggio 2001, n. 299; l'interoperabilità delle reti ferroviarie convenzionali, a sua volta, è oggetto della direttiva 2001/16/CE, alla quale dà attuazione lo schema di decreto legislativo in esame. Ricorda che la finalità dei due provvedimenti comunitari, di impianto analogo, è di creare le condizioni - nella progettazione delle reti e nella costruzione, messa in servizio, ristrutturazione, rinnovamento, esercizio e manutenzione di esse e dei loro elementi - affinché si realizzi l'interconnessione e l'interoperabilità delle reti ferroviarie nazionali e sia garantita la sicura e fluida circolazione dei treni sul territorio comunitario e verso i paesi terzi. A questo fine è prevista l'emanazione di specifiche tecniche di interoperabilità (STI).
Illustra quindi il contenuto dello schema di decreto legislativo in esame, che consta di 15 articoli e 10 allegati. Ricorda che gli articoli 1 e 2 chiariscono la finalità del provvedimento, di cui si è già fatto cenno, e forniscono le definizioni dei termini impiegati. L'articolo 3 suddivide il sistema ferroviario transeuropeo convenzionale in diversi sottosistemi, di natura strutturale e funzionale, ciascuno dei quali deve soddisfare determinati requisiti ed essere conforme alle relative specifiche tecniche di interoperabilità (STI). L'articolo 4 consente, in via derogatoria e previa notifica alla Commissione europea, di non applicare le specifiche tecniche in taluni casi, quali quelli di lavori già avviati, di linea preesistente incompatibile, di danno alla redditività economica del progetto o in altri casi simili. Gli articoli 5 e 6 prevedono che il sistema ferroviario transeuropeo convenzionale sia realizzato esclusivamente con componenti d'interoperabilità e con sottosistemi conformi ai requisiti stabiliti dalle pertinenti specifiche tecniche europee o da altre norme e dettano disposizioni in materia di attestazione CE di conformità, di procedura di verifica CE e di eventuale ritiro dal mercato dei componenti o dei sottosistemi conformi ma inadeguati a soddisfare i requisiti essenziali. Gli articoli 7, 8, 9, 10 e 11 hanno ad oggetto la disciplina degli organismi autorizzati alla valutazione di conformità e alla verifica, che devono essere notificati alla Commissione europea. In particolare, gli articoli richiamati stabiliscono i requisiti che tali organismi devono possedere; ne disciplinano l'attività; regolano la durata e il rinnovo dell'autorizzazione; definiscono le forme di vigilanza da parte dell'amministrazione competente e i relativi poteri nei confronti degli organismi e


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pongono a carico degli organismi stessi le spese relative al loro riconoscimento e alla vigilanza.
L'articolo 12 prevede, a fini di monitoraggio, la pubblicazione annuale, a cura del gestore dell'infrastruttura, di registri dell'infrastruttura e del materiale rotabile. L'articolo 13 definisce i poteri attribuiti, nella fase transitoria, al gestore dell'infrastruttura nazionale. L'articolo 14 reca la clausola di cedevolezza, a salvaguardia della competenza legislativa concorrente o esclusiva delle regioni. Sottolinea, in conclusione, la necessità di procedere quanto prima alla trasposizione nell'ordinamento interno della direttiva 2001/16/CE, il cui termine di recepimento era fissato al 20 aprile 2003, anche tenuto conto che la Commissione europea ha presentato ricorso, il 7 luglio 2004, alla Corte di giustizia delle Comunità europee nei confronti di sei Stati membri, tra cui l'Italia, per la mancata attuazione della precitata direttiva.

Paolo ROMANI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, ricorda che la Commissione è chiamata da esprimere il parere di competenza sul provvedimento in titolo entro il 24 luglio prossimo e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.30.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 luglio 2004. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Nino Sospiri.

La seduta comincia alle 9.30.

Misure per potenziare e riqualificare gli aeroporti, le idrovie regionali e locali e gli idroscali. C. 943 Butti, C. 2506 Daniele Galli, C. 4950 Gibelli e C. 4951 Rizzi.
(Seguito dell'esame e rinvio - Nomina di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, il 5 maggio scorso.

Paolo ROMANI, presidente, ricorda che la Commissione ha proceduto all'esame delle proposte di legge C. 943 Butti e C. 2506 Daniele Galli, in materia di potenziamento e riqualificazione degli aeroporti e delle idrovie regionali e locali, nelle sedute del 21 aprile e del 5 maggio scorsi.
Avverte quindi che, nel frattempo, sono state assegnate alla Commissione le proposte di legge C. 4950 Gibelli e C. 4951 Rizzi che, vertendo su materia identica a quella delle predette proposte di legge, sono state alle stesse abbinate ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento.

Il sottosegretario Nino SOSPIRI fa presente che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo dell'iter parlamentare di esame delle proposte di legge.

Ettore ROSATO (MARGH-U) rileva che da parte del suo gruppo vi sono alcuni dubbi - già evidenziati in precedenti occasioni - in ordine al rapporto tra le previsioni delle proposte di legge in esame ed il dettato costituzionale che definisce gli ambiti di competenze tra legislazione statale e regionale. Ritiene quindi preliminare e fondamentale approfondire attentamente tali profili e chiarire le perplessità esistenti prima di procedere all'approvazione delle proposte di legge in esame.

Benedetto NICOTRA (FI), relatore, sottolinea l'importanza dei provvedimenti in esame e auspica che la Commissione possa procedere al relativo esame in tempi brevi. Prospetta quindi l'opportunità di procedere alla costituzione di un Comitato ristretto per la definizione delle questioni che richiedono maggiori approfondimenti e per la definizione di un testo da adottare per il seguito dell'esame.

Giorgio PANATTONI (DS-U) prospetta altresì l'opportunità che, nell'ambito del Comitato ristretto, si proceda allo svolgimento di talune audizioni informali anche


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alla luce di quanto evidenziato dal deputato Rosato.

Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire e tenuto conto di quanto richiesto dal deputato Nicotra, relatore sui provvedimenti in titolo, propone di procedere alla costituzione di un Comitato ristretto per il seguito dell'esame.

La Commissione delibera quindi di procedere alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell'esame delle proposte di legge in titolo.

Paolo ROMANI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 luglio 2004.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.35 alle 9.40.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 14 luglio 2004. - Presidenza del presidente Paolo ROMANI. - Interviene il viceministro per le infrastrutture ed i trasporti Mario Tassone.

La seduta comincia alle 13.45.

Sui lavori della Commissione.

Paolo ROMANI, presidente, avverte che la seduta della Commissione in sede consultiva per l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 136 del 2004 in materia di funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione, già prevista per la giornata odierna, è rinviata a domani, 15 luglio 2004, tenuto conto che il Senato ne ha concluso l'esame nella seduta pomeridiana di ieri e che il provvedimento non risulta ancora assegnato alla competenti Commissioni della Camera per il relativo esame.
Ricorda, peraltro, l'ampio lavoro che è stato svolto da tutti i gruppi in questi giorni per definire una soluzione il più possibile condivisa in ordine alla procedura da adottare per la nomina dei presidenti delle autorità portuali nel caso in cui non si raggiunga l'intesa tra il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il presidente della regione competente sui nominativi proposti dagli enti locali e dalla camera di commercio. Ricorda, infatti, che su tale materia interviene l'articolo 6 del precitato decreto-legge n. 136 del 2004 che potrà essere compiutamente esaminato nella seduta di domani. Ritiene, quindi, che le convergenze che sono state trovate su tale tema possano costituire un aspetto propedeutico e preliminare anche rispetto all'esame delle proposte di nomina previste all'ordine del giorno della seduta odierna.

Ettore ROSATO (MARGH-U) ritiene importante comprendere se da parte della maggioranza vi sia effettivamente la volontà politica di tenere fede a quanto convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, in merito al percorso da seguire per la definizione di una soluzione ampiamente condivisa sulla procedura da adottare per la nomina dei presidenti delle autorità portuali nel caso di mancato raggiungimento dell'intesa tra ministro e presidente di regione. Nel ringraziare quindi il presidente Romani per il lavoro svolto a tale fine auspica che la soluzione su cui è stato raggiunto un ampio consenso possa essere poi confermata in sede di espressione del parere di competenza sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 136 del 2004.

Paolo ROMANI, presidente, assicura che farà quanto possibile per fare in modo che si dia seguito alla soluzione proposta nell'ambito dell'odierna riunione dell'Ufficio di presidenza sulla quale è stato registrato


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un ampio consenso da parte dei rappresentanti dei gruppi in Commissione.

Proposta di nomina dell'ingegner Cristoforo Canavese a presidente dell'Autorità portuale di Savona.
Atto n. 108.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione riprende l'esame dell'atto rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 luglio scorso.

Graziano MAZZARELLO (DS-U) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di nomina dell'ingegner Canavese a presidente dell'Autorità portuale di Savona, richiamando il curriculum del nominando, che è persona qualificata, con una profonda esperienza in ruoli direttivi in ambito portuale e sulla quale esiste l'unanime accordo degli enti locali del comprensorio savonese e della Camera di commercio di Savona.
Ricorda quindi che il rinnovo del presidente dell'Autorità portuale di Savona è stato contrassegnato da una vicenda lunga e tortuosa, al punto che si è arrivati alla fine al commissariamento del porto, con il danno che si può immaginare. All'origine del ritardo stanno a suo giudizio le divisioni interne di maggioranza, che peraltro non hanno riguardato il solo rinnovo della presidenza dell'Autorità portuale di Savona, essendo anzi accaduto frequentemente, da quando è in carica l'attuale Governo, che il contrasto interno alla maggioranza abbia «inceppato» i procedimenti di nomina a cariche pubbliche.
Nell'auspicare quindi, nell'interesse del sereno svolgimento dell'attività amministrativa dei porti, che non abbiano più a verificarsi casi simili in futuro, esprime apprezzamento per l'accordo raggiunto dai gruppi in Commissione per la definizione di criteri e modalità di nomina obiettivi e certi che consentano di evitare tali conflittualità. Aggiunge che l'auspicio è tanto più forte in quanto la tranquilla successione dei vertici delle Autorità portuali alla scadenza dei mandati è soprattutto nell'interesse dei porti stessi, che, anche grazie alle opportunità offerte della globalizzazione dei mercati, rappresentano nel presente momento di difficile congiuntura economica un importantissimo traino per lo sviluppo del paese.
Riferendo infine quanto riportato dagli organi di stampa, secondo i quali il ministro delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe manifestato una preferenza o espresso un consenso in merito al soggetto che dovrà sostituire Canavese nella carica di segretario generale dell'Autorità portuale, sottolinea che quest'ultimo deve essere persona di fiducia del presidente ed esprime pertanto l'auspicio che il ministro abbandoni tale atteggiamento in modo che, una volta nominato, l'ingegner Canavese possa lavorare in piena autonomia e non debba subire indebite ingerenze nella scelta dei collaboratori o in altro.

Ettore ROSATO (MARGH-U) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo, ricordando con favore il soddisfacente curriculum del candidato e la raggiunta intesa tra il ministro, le regioni, gli enti locali e la Camera di commercio di Savona.

Giorgio BORNACIN, relatore, dopo aver manifestato soddisfazione per il fattivo contributo di tutti i gruppi al raggiungimento di un accordo che consenta l'espressione di un parere favorevole sulla proposta di nomina in esame, si richiama a quanto affermato dal deputato Mazzarello osservando che all'origine del commissariamento del porto di Savona c'era uno scontro istituzionale, tra livelli territoriali di governo, e non un conflitto politico interno alla maggioranza di Governo. Si chiede inoltre se, dietro la questione della nomina del segretario generale dell'Autorità portuale, non vi siano - più che un atteggiamento di ingerenza del ministro prospettato dal deputato Mazzarello - lotte di potere e tentativi di intese consociative quali spesso si accompagnano alle nomine di rilevanti cariche pubbliche.


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Paolo ROMANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, indìce la votazione sulla proposta di parere dando lettura delle sostituzioni pervenute alla presidenza.

La Commissione procede alla votazione della proposta di parere.

Paolo ROMANI, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti e votanti 25
Maggioranza 13
Voti favorevoli 25
Voti contrari 0

La Commissione approva.

Hanno preso parte alla votazione: Bornacin, Cesaro, Collé, De Luca, Delmastro delle Vedove, Ferro, Floresta, La Starza, Lezza, Luigi Martini, Mazzarello, Menia in sostituzione di Ronchi, Meroi, Muratori, Nicotra, Pezzella, Raffaldini, Rognoni, Romani, Rosato, Sanza, Sardelli, Susini, Testoni, Zunino in sostituzione di Albonetti.

Proposta di nomina della dottoressa Marina Monassi a presidente dell'Autorità portuale di Trieste.
Atto n. 106.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 luglio 2004.

Ettore ROSATO (MARGH-U) intende innanzitutto contestare il modo con il quale si è arrivati alla proposta di nomina della dottoressa Monassi a presidente dell'Autorità portuale di Trieste, ricordando che la proposta è stata definita sulla base di una norma introdotta nella legge n. 84 del 1994 attraverso un provvedimento d'urgenza, al fine di superare la situazione di stallo che era dovuta alla mancanza dell'intesa di legge con la regione Friuli Venezia Giulia ed era così grave da aver condotto all'affidamento del porto di Trieste ad un commissario straordinario, che peraltro si è fatto apprezzare lavorando bene e consentendo al porto di recuperare efficienza e di superare la fase di stagnazione nella quale precedentemente versava.
Prende atto che la stessa regione Friuli Venezia Giulia ha approvato una propria legge che attribuisce al presidente della regione il potere di nomina del presidente dell'Autorità portuale triestina, ma osserva anche che la legge regionale in questione prevede che la nomina avvenga d'intesa con il ministro delle infrastrutture e dei trasporti; com'è noto il Governo ha reagito con un atto di forza, varando il decreto-legge n. 136 del 2004, e ha nel contempo impugnato la predetta legge regionale davanti alla Corte costituzionale.
Dopo aver quindi sottolineato di non nutrire riserve di carattere personale nei confronti della dottoressa Monassi, si dice però convinto che non abbia i requisiti necessari per l'incarico per il quale è proposta: sebbene infatti lavori in ambito portuale e anzi proprio presso il porto di Trieste da alcuni anni ed abbia ricoperto diversi incarichi, non può a suo giudizio passarsi sotto silenzio il fatto che ha rivestito la carica di segretario generale ma ne è stata anche rimossa - venuto meno il rapporto fiduciario con il presidente dell'Autorità - al termine di una fase di gestione del porto contrassegnata da un vero e proprio crollo del volume dei traffici che non aveva equivalenti negli altri porti; fatto del quale si deve tener conto, pur dovendosi ammettere che la gestione della dottoressa Monassi non è stata verosimilmente l'unica causa delle difficoltà attraversate dal porto di Trieste in quella stagione.
Tiene poi a sottolineare che l'atto di forza con il quale il Governo ha inteso superare lo stallo generato dal dissidio tra il ministro delle infrastrutture e il presidente della regione ha lasciato scontenta non solo l'opposizione ma anche la stessa maggioranza e perfino alcuni esponenti dello stesso Governo e che questo ha posto le basi per la definizione di un accordo tra tutti i gruppi in Commissione in vista della


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definizione di indirizzi per l'applicazione della disciplina vigente in materia di nomine dei presidenti della Autorità portuali e per la revisione della stessa, che si è dimostrata insufficiente.
Conclude ricordando che al di là delle intese raggiunte in Commissione e del parere di quest'ultima sulla proposta di nomina in titolo, peraltro superfluo in quanto non vincolante per il Governo, restano forti contrasti che troveranno probabilmente soluzione solo nelle competenti sedi giurisdizionali.

Roberto MENIA (AN) intende precisare alcuni punti in merito alla vicende che ha riguardato il rinnovo del vertice del porto di Trieste e ha portato al suo commissariamento. Ricorda in particolare che è stata registrata fin dal principio e per ben due volte la piena convergenza della provincia e del comune di Trieste, del comune di Muggia e della Camera di commercio di Trieste sul nome della dottoressa Monassi, sul quale vi è stata la sola opposizione del presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy. Al riguardo tiene a ricordare che il ministro Lunardi avrebbe potuto chiedere l'intesa al predecessore di Illy, alla fine della precedente legislatura regionale, in cui esisteva una maggioranza di centrodestra, ma correttamente non volle e preferì attendere l'elezione del nuovo presidente.
Sottolinea inoltre il fatto che il presidente Illy ha promosso l'adozione da parte del Consiglio regionale di una legge che - nel riservare al presidente della regione la nomina del presidente dell'Autorità portuale di Trieste, sia pure d'intesa con il ministro - si richiama alle ragioni del federalismo, in contrasto patente con il dato di fatto che il presidente Illy ha impedito la nomina di un nominativo sul quale esisteva l'accordo degli enti locali interessati, oltre che della Camera di commercio.
Ricorda poi che il calo dei traffici portuali cui faceva cenno il deputato Rosato è stato del 41 per cento, dunque assai rilevante, ma ritiene che debba essere imputato solo alla imprevidente decisione di stringere un accordo commerciale con il porto di Capodistria, con il quale non si è però instaurata in seguito alcuna effettiva collaborazione ed anzi i traffici portuali hanno finito per spostarsi in gran parte sulla costa slovena, e non può escludersi che in questo c'entri qualcosa il fatto che il porto di Trieste è di fatto controllato da una società mista a maggioranza slovena.
Conclude osservando che la dottoressa Monassi possiede a suo giudizio i requisiti professionali e d'esperienza richiesti dalla legge e annuncia pertanto il voto favorevole sulla proposta di nomina in titolo.

Franco RAFFALDINI (DS-U) sottolinea come la contrarietà del suo gruppo alla proposta di nomina in esame non sia dovuta a questioni legate alla persona prescelta quanto al percorso ed al metodo procedurale seguito. Non convince, infatti, il ricorso ad un apposito decreto-legge per superare la questione complessa che si era venuta a creare e che riveste una particolare delicatezza in tutti i suoi aspetti. Ricorda quindi l'impegno manifestato dai gruppi in Commissione di arrivare alla definizione di una proposta condivisa da tutti per l'individuazione di una «norma di chiusura» che fosse di integrazione alla procedura attualmente prevista dall'articolo 8 della legge n. 84 del 1994 e che risolvesse le situazioni di paralisi che si verificano nel caso di mancato raggiungimento dell'intesa tra il ministro ed il presidente della regione. In particolare, il lavoro compiuto da tutti i gruppi porterebbe ad individuare una soluzione che preveda che, nel caso di mancata intesa, il ministro delle infrastrutture sottopone il nominativo proposto al Consiglio dei ministri, indicando il prescelto nell'ambito di una terna predisposta dal presidente della regione interessata, tenendo anche conto delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio interessati. Inoltre, ove il presidente della regione non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal presidente del Consiglio dei ministri, la terna sarebbe indicata dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti.


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Auspica, in conclusione, che si dia effettivamente seguito alle intese raggiunte tra i diversi gruppi, che hanno fatto registrare un atteggiamento del suo gruppo - seppur sempre di contrarietà sulla proposta di nomina in esame - di minore asprezza nell'iter parlamentare, consentendo comunque alla Commissione di procedere alla relativa votazione nei termini regolamentari previsti.

Luigi MURATORI (FI) ricorda che nella seduta di domani, in qualità di relatore sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 136 del 2004, potrà svolgere la relazione introduttiva del provvedimento ed illustrare la proposta di parere sulla quale vi è già stato un lavoro preliminare congiunto da parte di diversi gruppi.

Marcello MEROI (AN) esprime sorpresa per il fatto che, dall'intervento del deputato Raffaldini, emergano elementi di perplessità sulla reale intenzione dei gruppi di maggioranza di portare avanti gli impegni assunti attraverso l'elaborazione di proposte sulle quali si era registrato un ampio assenso da parte di tutti i gruppi.

Giorgio BORNACIN, presidente, ribadisce, come già fatto in precedenza dal presidente Romani, che non è mai stata messa in discussione l'attuazione degli impegni assunti con l'elaborazione di una proposta condivisa da tutti i gruppi.
Nessun altro chiedendo di intervenire, indìce la votazione sulla proposta di parere dando lettura delle sostituzioni pervenute alla presidenza.

La Commissione procede alla votazione della proposta di parere.

Paolo ROMANI, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti e votanti 31
Maggioranza 16
Voti favorevoli 20
Voti contrari 11

La Commissione approva.

Hanno preso parte alla votazione: Bornacin, Carbonella, Cesaro, Collé, De Laurentiis, De Luca, Delmastro delle Vedove, Ferro, Floresta, La Starza, Lenna in sostituzione di Colucci, Lezza, Luigi Martini, Mazzarello, Menia in sostituzione di Ronchi, Meroi, Muratori, Nicotra, Pasetto, Pezzella, Raffaldini, Reduzzi in sostituzione di Tuccillo, Ricciotti, Rognoni, Rosato, Sanza, Sardelli, Susini, Testoni, Tidei, Zunino in sostituzione di Albonetti.

La seduta termina alle 14.25.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 14 luglio 2004.

Audizione informale di rappresentanti dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), dell'Ente nazionale assistenza al voto (ENAV) Spa, dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e di dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle questioni connesse alla sicurezza del trasporto aereo.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.25 alle 15.15.