IX Commissione - Mercoledì 7 luglio 2004


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03282 Bornacin: Incidente ferroviario sulla linea Serravalle-Arquata Scrivia

TESTO DELLA RISPOSTA

Il giorno 16 maggio 2004 alle ore 16.22 circa il treno interregionale 2050 deragliava con la locomotiva E 656-608 al km 120,550 del binario pari della linea Genova-Torino tra le stazioni di Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia.
Sul binario dispari sopraggiungeva in senso opposto il treno 94415 composto da due locomotive, E 655-511 in testa ed E 655-505 in coda, che urtava la prima carrozza del treno 2050.
A seguito dell'incidente decedeva una viaggiatrice e restavano feriti 27 viaggiatori trasportati negli ospedali della zona.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha tempestivamente nominato un'apposita commissione ministeriale d'inchiesta che ha provveduto, nelle ore immediatamente successive l'accaduto, ad effettuare due sopralluoghi.
Al fine di accertare le cause effettive che hanno provocato l'incidente ulteriori commissioni di inchiesta sono state nominate dalla Procura della Repubblica di Alessandria, da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a, e da Trenitalia s.p.a..
Il Sostituto Procuratore di Alessandria, un componente della commissione ministeriale, funzionari di Trenitalia s.p.a, e del gestore dell'infrastruttura si sono recati sul luogo dell'incidente lo stesso giorno 16 maggio ed hanno effettuato un primo sopralluogo. Il giorno seguente ne è stato effettuato un secondo nell'area dell'incidente al fine di rilevare accertare nuovi dettagli ed informazioni specifiche.
L'inchiesta promossa da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. in conformità a quanto previsto per ogni inconveniente ferroviario con ripercussioni sulla sicurezza dell'esercizio sarà conclusa entro breve tempo fatti salvi gli accertamenti su importanti elementi sotto sequestro da parte della Magistratura e relativi al materiale rotabile e alla condotta del treno.
Dai primi accertamenti, fatti salvi gli ulteriori approfondimenti in corso, sembrerebbe emergere che le cause siano da attribuire al cedimento strutturale del binario sul quale erano stati recentemente effettuati lavori di manutenzione.
Per confermare tale ipotesi e risalire alle eventuali responsabilità è, tuttavia, necessario attendere le conclusione dei lavori delle citate commissioni.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03283 Duca: Disservizi sulla linea ferroviaria Mantova-Milano.

TESTO DELLA RISPOSTA

Le questioni sollevate nell'atto ispettivo, lamentando disfunzioni in merito al servizio di trasporto ferroviario tra Milano e Mantova, afferiscono soprattutto a servizi di trasporto regionale.
In primo luogo è opportuno evidenziare che i servizi di interesse regionale, a seguito dell'attuazione del decreto legislativo n. 422 del 1997, come modificato dal decreto legislativo n. 400 del 1999, sono regolati direttamente ed in tutti i loro aspetti dalle Autorità regionali mediante Contratti di Servizio stipulati con l'impresa ferroviaria.
In relazione all'assetto sopra delineato il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non può interferire in via diretta nei servizi ricadenti nella competenza delle Regioni.
In merito ai servizi a media e lunga percorrenza, pure citati dagli interroganti, invece si osserva che questi ultimi sono gestiti dall'impresa ferroviaria in virtù di titolarità di licenza e - con l'eccezione di quanto incluso nel contratto di servizio nazionale - in regime di autonomia commerciale, in conformità con la normativa comunitaria che disciplina il settore e ferma restando la regolazione pubblica dell'autorizzazione agli aumenti tariffari.
In merito, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvede ad esercitare un controllo sull'andamento della qualità sia ex ante (in particolare sui contenuti della Carta dei Servizi) sia acquisendo e valutando dati che consentano di verificare il livello effettivo di conseguimento degli obiettivi di qualità, sollecitando l'impresa ferroviaria alle conseguenti azioni correttive ove emergano criticità.
Purtuttavia, allo scopo di consentire una risposta più efficace alla domanda collettiva di mobilità, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è disponibile ad intervenire, unitamente alle Regioni, nelle decisioni che hanno ricadute sia sui servizi a media e lunga percorrenza sia su quelli esclusivamente a carattere regionale.
Nel merito del collegamento ferroviario Milano-Mantova, Ferrovie dello Stato s.p.a. ha riferito che su tale direttrice negli ultimi mesi si sono effettivamente verificati rallentamenti per lavori di rinnovo dell'armamento sulla tratta Cremona-Piadena.
Sia Trenitalia s.p.a. sia Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. si sono fatte carico di trasmettere alla Regione Lombardia alcune proposte dirette a modificare gli orari dei treni che attualmente servono tale linea.
D'altro canto, la struttura regionale di Ferrovie dello Stato s.p.a, in diretto e costante contatto con il Comitato pendolari della linea, ha avviato nel corrente anno un piano straordinario di investimenti, assunzioni e riorganizzazioni della manutenzione per migliorare il servizio anche su questa direttrice ed è in questa ottica che ha accettato e sottoscritto il nuovo Contratto di Servizio con la Regione Lombardia per il 2004-2005 che prevede penali più elevate rispetto al passato.
Si rileva comunque che per quanto riguarda la puntualità gli indici sistematicamente monitorati hanno presentato un costante miglioramento.


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Per quanto concerne gli specifici disservizi evidenziati nell'interrogazione Ferrovie dello Stato s.p.a. ha fatto conoscere che, dalle rilevazioni effettuate dalla società, risulterebbe che il treno 2661 diretto Milano Centrale-Mantova delle ore 17.20 dell'11 giugno 2004 è giunto a destinazione non con 4 ore di ritardo bensì con soli con 8'. La locomotiva 633/007 utilizzata per questo treno non ha avuto alcun problema.
Non risulta peraltro che alcun evento eccezionale abbia interessato nelle settimane precedenti tale direttrice.
La soppressione delle fermate nella stazione di Mantova dell'eurostar Vicenza-Verona-Roma e viceversa rientra nella azioni programmate nel 2004 per il rilancio dei treni a bassa redditività.
Difatti, l'andamento delle frequentazioni di questo eurostar riferite alle due stazioni di Mantova e Carpi è progressivamente peggiorato registrandosi per tale treno una perdita superiore al milione di euro su base annua a fronte di un trend nazionale positivo per il prodotto eurostar.
Trenitalia s.p.a. ha perciò dovuto procedere alla velocizzazione del collegamento di circa 40 minuti anticipandone l'arrivo a Roma in una fascia oraria più interessante per la clientela di riferimento; ciò ha comportato l'instradamento del treno via Nogara.
Il collegamento diretto tra Mantova/Carpi e Roma è stato comunque assicurato dalla contestuale istituzione di un nuovo servizio intercity: l'intercity 585/594 Verona-Napoli.
Infine Trenitalia s.p.a. non ha mai annunciato - non avendola in programma - l'effettuazione di un treno intercity Bolzano-Milano via Mantova.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03284 Rosato: Finanziamenti al trasporto combinato.

TESTO DELLA RISPOSTA

La problematica sollevata con l'atto oggi in discussione è all'attenzione del Governo in relazione alla sua rilevanza centrale dal punto di vista trasportistico per il riequilibrio modale e lo sviluppo del trasporto ferroviario.
In effetti, una possibile interpretazione del comma 177 dell'articolo 4 della Legge Finanziaria 2004 ha fatto sorgere perplessità sui meccanismi di finanziamento del provvedimento. Tale comma, di portata generale, riguarda i finanziamenti relativi agli investimenti e, tuttavia, non sembra escludere dal campo di applicazione contributi quali quelli relativi all'articolo 38 della legge n. 166 del 2002, che solo in parte riguardano investimenti.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è attivato per acquisire da parte del competente Ministero dell'economia e delle finanze una indicazione sull'interpretazione del suddetto comma 177 e, conseguentemente, la corretta individuazione delle modalità di finanziamento dell'articolo 38 della citata legge n. 166.
Attualmente risulta imminente il pronunciamento del Ministero dell'economia e delle finanze e, pertanto, a breve sarà possibile riattivare le procedure per il perfezionamento del Regolamento e garantire l'erogazione dei contributi per il triennio 2004-2006.
Nelle more dell'espletamento di tali procedure il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta predisponendo una comunicazione per gli operatori del settore che anticiperà i principali contenuti del regolamento al fine di fornire le indicazioni necessarie per evitare ulteriori ritardi ed incertezze da parte degli operatori stessi.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02732 Olivieri: Mancata stampa francobolli per le nuove tariffe postali.

Interrogazione n. 5-02760 Saia: Mancata stampa francobolli per le nuove tariffe postali.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si risponde congiuntamente ai due atti parlamentari che presentano analogo contenuto.
In proposito, nel rammentare che la distribuzione e la commercializzazione delle carte valori postali rientra nella competenza della società Poste Italiane, si fa presente che la medesima società, interessata in merito a quanto rappresentato dall'onorevole interrogante nell'atto parlamentare in esame, ha significato quanto segue.
Le difficoltà di reperimento dei nuovi tagli di francobolli registratesi nei primi giorni dell'anno in corso, sono state determinate dalla circostanza che il complesso processo distributivo dei nuovi valori conseguenti alle tariffe entrate in vigore dal 1o gennaio 2004 (Gazzetta Ufficiale 301 del 30 dicembre 2003), ha coinciso con le festività natalizie che hanno contribuito a rallentare l'approvvigionamento dei punti di vendita su tutto il territorio nazionale.
Tale situazione ha originato alcune criticità che, tuttavia, sono state prontamente superate grazie anche - come ha precisato la società Poste - alla fattiva collaborazione fra l'azienda e la federazione italiana tabaccai.


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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-02699 Banti: Disservizi postali a La Spezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto parlamentare cui si risponde si ritiene opportuno rammentare che, a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, l'operato riguardante la gestione aziendale rientra nella competenza propria degli organi statutari della società.
In proposito si fa presente che Poste Italiane s.p.a. - interessata in merito a quanto rappresentato dall'onorevole interrogante - ha riferito che, nell'ambito delle iniziative adottate al fine di raggiungere condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, è da includere anche una diversa modulazione della propria struttura operativa, fattore che costituisce una delle premesse del processo di risanamento e di sviluppo dell'azienda.
Ciò premesso in linea generale, per quanto concerne la filiale di La Spezia la società Poste ha precisato che in ambito cittadino non sono state riscontrate le criticità lamentate, né sono stati evidenziati disservizi nello svolgimento dei servizi di sportelleria o nel recapito.
Quest'ultimo, in particolare, viene regolarmente garantito nelle 65 zone in cui è ripartita la città, potendo, fra l'altro, usufruire di un contingente di personale di scorta.
Relativamente alla provincia la medesima società ha comunicato che il territorio interessato risulta servito da 85 uffici che, nonostante le difficoltà connesse alla particolare orografia della regione, garantiscono un soddisfacente livello di qualità del servizio espletato.
Il modello operativo adottato nelle aree con modesti volumi di traffico prevede - secondo quanto riferito da Poste italiane - l'applicazione di un operatore unico e, negli imprevedibili casi di assenze improvvise di tale addetti dovuti a malattie o infortuni, tale organizzazione può aver dato luogo al verificarsi di qualche temporaneo disagio.
Il problema, ha assicurato la società stessa, dovrebbe trovare un'adeguata soluzione a seguito dell'adozione del piano di redistribuzione delle risorse che dovrebbe interessare il territorio in esame e che dovrebbe comportare una più equilibrata collocazione delle risorse umane disponibili.
In merito, infine, all'erogazione delle ferie al personale, Poste italiane ha significato che le direttive impartite avevano il solo scopo di promuovere idonee condizioni per consentire ai dipendenti di fruire del congedo residuo seguendo un preordinato piano di smaltimento che, in linea con le disposizioni legislative e contrattuali, garantisse a tutti il godimento di un periodo di riposo.


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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-02940 Martella: Chiusura o ridimensionamento centro meccanizzato postale a Venezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto parlamentare in esame si ritiene anzitutto opportuno precisare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste Italiane in società per azioni, il Governo non ha il potere di intervenire sulla gestione aziendale che, com'è noto, rientra nella competenza specifica degli organi statutari della società la quale, pertanto, organizza secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune le risorse di cui dispone, al fine di raggiungere il duplice obiettivo di assicurare condizioni di operatività compatibili con una gestione economicamente equilibrata, nonché di garantire un efficiente servizio all'utenza.
Ciò premesso in linea generale, per quanto concerne la specifica situazione di Venezia la società Poste ha comunicato che gli interventi di ristrutturazione del locale CMIP (centro di meccanizzazione postale) si inseriscono nel progetto nazionale detto di «nuova rete» che prevede la generale riorganizzazione dei centri di smistamento della corrispondenza: ciò allo scopo di pervenire, attraverso soluzioni tecnologicamente avanzate, al miglioramento dell'affidabilità e della qualità del servizio ed al contenimento dei costi.
Tale progetto - tuttora in corso di realizzazione - per la sua vastità e portata, ha proseguito Poste italiane, richiede un'implementazione sul territorio articolata in fasi successive che potranno subire delle modificazioni derivanti da situazioni sopravvenute o iniziative resesi necessarie in momenti successivi.
La decisione di sospendere i lavori di ristrutturazione del C.M.P. di Venezia è stata determinata da una più attenta valutazione, da parte della società, delle conseguenze derivanti dalla sua ubicazione: lo stabilimento, infatti, è situato su un terreno di proprietà della società aeroportuale e l'eventuale ampliamento dell'aeroporto, che comporterebbe il trasferimento del centro in parola, renderebbe vani tutti gli investimenti richiesti per gli interventi di ristrutturazione.
Tale considerazione, unita al preventivato sviluppo della locale rete stradale con l'allargamento della tangenziale di Mestre ed al miglioramento dei collegamenti tra Venezia e Padova hanno indotto i competenti organi aziendali a riconsiderare l'iniziale progetto di ristrutturazione del CMP di Venezia per procedere al trasferimento delle lavorazioni di smistamento della posta ordinaria, della posta registrata e delle stampe al C.M.P. di Padova.
Stando a quanto riferito dalla società Poste, quest'ultima struttura, inoltre, potrà essere interessata da un eventuale, successivo potenziamento con un impegno economico notevolmente inferiore a quello previsto per gli interventi necessari presso il C.M.P. di Venezia.
Presso il suddetto centro di Venezia rimarranno, tuttavia, le lavorazioni di smistamento della corrispondenza prioritaria del comprensorio, in arrivo ed in partenza, i servizi «accettazione grandi clienti» e «trasporti».
Le unità che a seguito dei suddetti interventi dovessero risultare in esubero


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saranno impiegate, stando a quanto precisato dalla società, in altre attività dello stesso centro o in altre strutture presenti nello stesso territorio.
Quanto alla carenza di personale negli uffici postali della filiale di Venezia, cui si riferiscono gli onorevoli interroganti, Poste italiane ha comunicato che dai monitoraggi aziendali non emergono anomalie riferite al numero degli addetti alla sportelleria od al servizio di recapito e, d'altra parte, i dati riguardanti la qualità del servizio erogato dalla ripetuta società Poste su tutto il territorio nazionale certificati e pubblicati semestralmente da ultimo con deliberazione 2 aprile 2004 (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 21 aprile 2004) relativi al secondo semestre 2003, hanno evidenziato il sostanziale rispetto dei parametri qualitativi fissati.
In merito, infine, al cosiddetto «progetto Orion», avviato nel 2000 con lo scopo di migliorare l'azione di contrasto degli illeciti attraverso un sistema di gestione tecnologica dei teleallarmi per la sorveglianza degli uffici postali, la società Poste ha fatto presente che la concentrazione dei nuclei di gestione del progetto in 7 centri di presidio, tra cui Venezia, e 3 centri di telesorveglianza, deriva dall'esigenza di razionalizzazione del sistema per permettere una più adeguata rispondenza alle mutate ed accresciute esigenze di sicurezza.


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ALLEGATO 7

Interrogazione n. 5-02873 Di Gioia: Decoder per il digitale terrestre e contributi statali.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto ispettivo in esame si significa che la legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004) ha previsto, all'articolo 4, comma 1, uno stanziamento di 110 milioni di euro per finanziare l'acquisto o il noleggio di apparati per la ricezione della televisione digitale terrestre da parte degli utenti del servizio di radiodiffusione in regola, per l'anno 2004, con il pagamento del relativo canone di abbonamento.
Per poter usufruire del contributo di 150 euro gli apparati acquistati o noleggiati dall'utente devono consentire la ricezione in chiaro e senza alcun costo per l'utente e per il fornitore di contenuti, dei segnali televisivi in tecnica digitale terrestre e la conseguente interattività.
Il decreto interministeriale 30 dicembre 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 18 del 23 gennaio 2004) ha definito i criteri e le modalità di erogazione dei contributi di cui trattasi precisando che tale beneficio sarebbe stato erogato entro i limiti dello stanziamento previsto.
Per consentire ai cittadini di usufruire con facilità dei contributi governativi è stata prescelta la modalità più semplice ed efficace: il contributo infatti viene erogato sotto forma di sconto sul prezzo finale di acquisto, del quale gli utenti usufruiscono già all'atto della vendita presso il negoziante.
Il processo di erogazione del contributo in argomento avviene attraverso un flusso informativo-operativo che il Ministero ha realizzato in collaborazione con Poste Italiane s.p.a., con la quale è stata stipulata un'apposita convenzione.
La scelta di avvalersi dell'esperienza di Poste è stata determinata dalla considerazione che tale società opera attraverso una rete estesa a tutto il territorio nazionale ed è dotata della tecnologia e dei mezzi idonei per raggiungere al meglio gli scopi prefissati dalla legge.
All'atto della vendita dei decoder i negozianti che aderiscono all'iniziativa governativa, preventivamente accreditati dal Ministero, si collegano con un «centro di contatto» gestito da Poste italiane, attraverso il quale - via Internet - si svolge la procedura di verifica necessaria per praticare lo sconto, pari a 150 euro.
Attraverso tale procedura informatica il negoziante verifica che l'utente sia in regola con l'abbonamento alla radiodiffusione per l'anno 2004, che non abbia già usufruito del contributo (la legge, com'è noto, prevede la possibilità di accedere al beneficio una sola volta per ogni abbonato), che l'apparato acquistato sia compreso tra le tipologie rispondenti alle caratteristiche tecniche stabilite dal decreto 30 dicembre 2003, ovvero sia atto a consentire l'interattività in chiaro anche da remoto e la ricezione in chiaro dei programmi televisivi.
Per permettere tale controllo, la lista degli apparati in possesso delle predette caratteristiche tecniche immessi sul mercato da produttori è stata comunicata al Ministero ed inserita in un apposito data-base consultabile dai rivenditori.
Per le vendite effettuate alle suddette condizioni il rivenditore viene rimborsato


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mensilmente attraverso Poste Italiane s.p.a., previo controllo del rispetto della procedura di vendita suddetta.
Accanto alle procedure gestionali occorrenti per erogare i contributi, il Ministero ha organizzato anche un sistema informatizzato per mettere i cittadini nella condizione di disporre in modo trasparente delle informazioni utili per acquistare il decoder.
È stato infatti approntato sul sito Internet del Ministero uno spazio dedicato al Decoder digitale terrestre (www.decoder\@comunicazioni.it) in cui sono presenti tutte le informazioni per poter usufruire del contributo statale per l'acquisto dell'apparecchio con spazi specificamente dedicati al consumatore, al rivenditore e al produttore, nonché informazioni di carattere generale relative alla tecnologia digitale terrestre; dal sito Internet è anche possibile verificare in tempo reale lo stato di aggiornamento del residuo dello stanziamento.
Inoltre sono stati attivati due appositi «call-center» di cui uno dedicato ai consumatori (n. 840.022000) che è attivo dal lunedì al sabato, escluso i giorni festivi, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, e uno dedicato ai rivenditori (n. 840.011000).
Attraverso il call center gli utenti possono ricevere informazioni sui negozi dove è possibile effettuare l'acquisto del decoder con il contributo governativo, sulla documentazione occorrente per poter usufruire dello sconto, sulla copertura del segnale digitale terrestre e sui programmi trasmessi dalle reti digitali attive.
Relativamente alle differenze tecniche esistenti tra i vari tipi di decoder in commercio, si fa presente che la legge finanziaria prevede esplicitamente che siano finanziati con il contributo governativo solo i decoder dotati di interattività, mentre il decreto interministeriale 30 dicembre 2003 ha chiarito che, ai fini dell'ammissibilità del contributo, l'apparecchio deve consentire una interattività in chiaro anche da remoto. Ciò significa che, pur nel rispetto del principio comunitario della neutralità tecnologica, il governo italiano ha inteso promuovere l'uso dei soli decoder che forniscono all'utente le funzioni dell'interattività «in chiaro», quindi senza standard proprietari e senza costi abbonamento aggiuntivi per il cittadino.
Esistono in commercio anche decoder che, pur consentendo la fruizione di programmi televisivi in tecnica digitale terrestre, sono sforniti della funzione dell'interattività, i cosiddetti «zapper».
Tuttavia questi ultimi - dei quali non si può impedire la commercializzazione senza incorrere in violazione delle norme sulla libera circolazione delle merci e dei servizi - non sono oggetto di contributo governativo e tale precisazione viene fornita al cittadino, oltrechè attraverso il call center del Ministero, anche direttamente dal rivenditore all'atto dell'acquisto.
Al fine di verificare l'assoluto rispetto ditale disposizione, il decreto con cui sono state dettate le modalità attuative dell'erogazione dei contributi prevede che le tipologie di apparecchi immessi sul mercato dai produttori, che possono beneficiare del contributo statale essendo dotati di interattività in chiaro anche da remoto, devono essere comunicate al Ministero comprensive dei numeri seriali identificativi degli apparati medesimi, a cura dei produttori stessi, mentre il Ministero provvede a fornire un codice identificativo per ciascun tipo di apparato e rende nota ad aggiornata tale lista attraverso il sito Internet.
Al momento dell'acquisto, il rivenditore che si collega al «centro di contatto» per verificare la regolarità della vendita, è tenuto, tra l'altro ad indicare il numero seriale dell'apparato, che deve trovare corrispondenza nella lista dei decoder formata dal Ministero; all'atto della vendita del decoder il numero seriale dell'apparato venduto viene cancellato dalla lista e non è più riutilizzabile per un successivo acquisto.
Pertanto, l'aver individuato quale oggetto del contributo statale il decoder che fornisce interattività in chiaro anche da remoto, fa chiarezza sull'utilizzo del sistema MHP, compatibilmente con il rispetto delle normative comunitarie, ed evita che si introducano sistemi proprietari


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incompatibili tra loro, come avvenuto nel campo delle trasmissioni satellitari a pagamento.
Tutto ciò premesso, si ritiene che le informazioni rese note ai cittadini attraverso il cali center ed il sito Internet siano idonee a fornire agli utenti una piena e trasparente conoscenza delle funzionalità della televisione digitale terrestre, sia in termini di copertura del territorio sia di tipologia di apparecchi che usufruiscono del contributo governativo.
Anche nei confronti dei rivenditori sono state messe a disposizioni tutte le informazioni disponibili per assicurare una vendita trasparente dei decoder oggetto del contributo statale ed, inoltre, agli stessi rivenditori viene imposta la condizione di dare completa informativa agli utenti sull'apparecchio acquistato rispettando le norme del codice civile a tutela dei consumatori.
Le procedure per l'erogazione dei contributi in parola sono operative dal 23 febbraio 2004 a seguito dell'approvazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della convenzione stipulata tra il Ministero delle comunicazioni e la società Poste, tuttavia, coloro che hanno acquistato i decoder per la ricezione del segnale televisivo in tecnica digitale terrestre prima dell'avvio della procedura stessa, ovvero nel periodo compreso fra il 1o gennaio ed il 22 febbraio 2004, hanno la possibilità di richiedere il contributo statale di euro 150,00 presentando, a tal fine, una domanda a mezzo raccomandata al Ministero delle comunicazioni - direzione generale concessioni ed autorizzazioni div. VII - Viale America 201, 00144 Roma.
Gli interessati avranno diritto al rimborso se in regola con quanto stabilito dal citato decreto ministeriale 30 dicembre 2003 e previa presentazione della documentazione prevista: copia di un documento di identità valido e copia del codice fiscale del richiedente, autocertificazione relativa alla non fruizione del contributo in precedenza, copia dell'attestazione di pagamento del canone di abbonamento TV per l'anno 2004, copia dello scontrino fiscale o della fattura relativa all'acquisto del decoder, datata ante 22 febbraio 2004, dichiarazione relativa alla marca, modello e numero seriale del decoder acquistato.
Nel caso in cui il richiedente non fosse l'intestatario dell'abbonamento TV, oltre alla suddetta documentazione deve essere allegata anche l'autocertificazione di agire in nome e per conto dell'abbonato.
Nella domanda, inoltre, deve essere indicata la modalità prescelta, fra quelle previste, per il rimborso del contributo in parola che avverrà previa verifica della completezza e della regolarità della documentazione presentata, nei limiti delle disponibilità dei fondi e solo in presenza, nella banca dati dei produttori, del numero seriale del decoder comunicato dal richiedente; si segnala, infine, che dall'importo viene decurtato il costo dell'operazione bancaria prescelta.