VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 7 luglio 2004


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 7 luglio 2004. - Presidenza del vicepresidente Francesco STRADELLA.

La seduta comincia alle 14.

DL 106/04: Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 5088 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Seguito dell'esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 6 luglio 2004.

Francesco STRADELLA, presidente relatore, avverte che la Commissione procederà all'espressione del parere di competenza nella seduta odierna, essendo il disegno di legge inserito nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dal 12 luglio 2004 ed essendo quindi previsto che l'esame presso le Commissioni di merito si concluda entro la giornata di domani. In proposito, ritiene peraltro che si possa convenire sulla circostanza che le limitate


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parti di competenza della Commissione sull'argomento non rendano necessario un ulteriore approfondimento del disegno di legge.
Propone pertanto che, anche qualora le Commissioni di merito dovessero apportare in data odierna modificazioni al testo del provvedimento, la VIII Commissione non proceda comunque all'esame dell'eventuale nuovo testo nella seduta di domani, che risulta caratterizzata da un calendario particolarmente intenso e impegnativo, che non sembrerebbe consentire l'introduzione di ulteriori punti all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Francesco STRADELLA, presidente relatore, ricorda quindi che nella seduta di ieri ha proposto di esprimere «nulla osta» sul provvedimento in esame.

Fabrizio VIGNI (DS-U) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 7 luglio 2004. - Presidenza del vicepresidente Francesco STRADELLA. - Interviene il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ugo Martinat.

La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto legislativo concernente l'istituzione del sistema di qualificazione dei contraenti generali delle opere strategiche e di preminente interesse nazionale.
Atto n. 375.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 6 luglio 2004.

Francesco STRADELLA, presidente relatore, ricorda che nella seduta di ieri ha presentato una proposta di parere favorevole con condizione ed osservazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato 1).

Marisa ABBONDANZIERI (DS-U), in relazione agli interventi svolti nel corso della seduta di ieri, fa presente di avere precisato che gli argomenti sostenuti in quella sede erano da considerare determinanti per la formazione di un orientamento favorevole da parte dei deputati del suo gruppo nei confronti della proposta di parere presentata dal relatore. Rileva dunque che la proposta di parere nel frattempo formulata dal relatore, pur accogliendo alcuni rilievi svolti da deputati del suo gruppo, non recepisce i punti relativi alla necessità di integrare i contenuti del decreto legislativo n. 190 del 2002 e quelli relativi alle garanzie fideiussorie. Di conseguenza, preannuncia l'astensione da parte dei deputati del suo gruppo sulla proposta di parere, rimarcando peraltro che la stessa premessa alla proposta di parere presentata sottolinea la necessità di un intervento normativo volto a integrare e correggere il decreto legislativo n. 190 del 2002.

Tino IANNUZZI (MARGH-U), condividendo i rilevi dei colleghi dell'opposizione, preannuncia il voto di astensione dei deputati del suo gruppo. In merito ai contenuti dello schema di decreto legislativo in titolo, fa presente che, alle critiche espresse in diverse occasioni dai deputati del gruppo della Margherita, si deve aggiungere quella per cui la Commissione è chiamata oggi a deliberare su un determinato testo, mentre al di fuori del Parlamento sono già in fase di chiusura numerose gare che coinvolgono i contraenti generali. Si tratta di una circostanza che evidenza la scarsa tempestività dell'intervento normativo del Governo e che vanifica in modo considerevole


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l'impegno del Parlamento su questo tema.
Ritiene inoltre che l'obiezione fondamentale da muovere allo schema di decreto legislativo sia quella per cui, in presenza di gare senza evidenza pubblica, vengono trasferite a soggetti privati potestà pubbliche relative a varie attività connesse alla fase della progettazione, agli atti di assegnazione, al reperimento di risorse finanziarie e alla scelta dei contraenti. Sottolinea quindi che la pubblica amministrazione non è stata adeguatamente rafforzata per fare fronte a questo nuovo scenario, per quanto riguarda la proprie capacità di controllo, vigilanza e monitoraggio e che, in generale, la definizione di nuove procedure pone sempre problemi complessi.

Francesco STRADELLA, presidente relatore, osserva che, pur avendo i deputati Abbondanzieri e Iannuzzi rappresentato argomenti e posizioni condivisibili, tuttavia l'impegno della Commissione riguarda l'esame dei meri contenuti dello schema di decreto legislativo e non anche di temi che, pur ragionevoli e connessi all'argomento, attengono ad aspetti generali da affrontare in altra sede. Ribadisce quindi che l'obiettivo del lavoro parlamentare è, in questo caso, molto specifico, consistendo nel garantire un sistema di regole per le imprese che si accingono a partecipare alle gare.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 7 luglio 2004. - Presidenza del vicepresidente Francesco STRADELLA. - Interviene il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ugo Martinat.

La seduta comincia alle 14.15.

Governo del territorio.
Testo unificato C. 153 Bossi, C. 442 Vigni, C. 677 Martinat, C. 1065 Pecoraro Scanio, C. 3627 Mantini, C. 3810 Sandri, C. 3860 Lupi, C. 4707 Vendola.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 30 giugno 2004.

Francesco STRADELLA, presidente, comunica che sono pervenuti subemendamenti riferiti agli emendamenti presentati, nell'ultima seduta, dal relatore e dal Governo (vedi allegato 2). Avverte altresì che la Commissione procederà, nella seduta odierna, all'esame delle sole proposte emendative relative all'articolo 1, che sono state accantonate in precedenti sedute, nonché dei restanti emendamenti riferiti all'articolo 2 (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 499 del 30 giugno 2004).

Maurizio Enzo LUPI (FI), relatore, esprime parere contrario sull'emendamento 1.8 Realacci e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.15, invitando altresì i presentatori al ritiro del subemendamento Parolo 0.1.15.1.
In relazione al suo emendamento 1.15, fa inoltre presente che esso recepisce le osservazioni del Ministero dei beni e delle attività culturali: la materia potrà peraltro costituire oggetto di ulteriore approfondimento, in occasione del seguito dell'esame del provvedimento.

Il viceministro Ugo MARTINAT esprime un orientamento conforme a quello del relatore.

Alfredo SANDRI (DS-U), con riferimento all'emendamento 1.15 del relatore, ricorda che l'articolo 1 del testo unificato riguarda la definizione di governo del territorio. In proposito, occorre dunque tenere presente che l'emendamento del relatore si muove nella direzione di un drastico ridimensionamento di tale nozione: lo stralcio della materia della tutela del paesaggio dalla definizione di governo


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del territorio finisce infatti per causare una situazione di legislazione parallela tra piani regionali e vincoli stabiliti dalle Soprintendenze, mettendo inoltre in discussione la stessa portata della «legge obiettivo».

Tino IANNUZZI (MARGH-U), ribadendo il consueto clima collaborativo che caratterizza i lavori della Commissione, fa presente che l'emendamento del relatore è stato presentato senza una adeguata motivazione, con il rischio che si crei confusione tra due piani distinti. Infatti, da una parte, si mantengono ferme le competenze legislative dello Stato e delle regioni, e dunque non si modifica la disciplina relativa alla tutela del paesaggio; d'altra parte, si estrapola tale materia dalla nozione di governo del territorio, che si trova di conseguenza ad essere ridotta alla mera attività costruttiva e di trasformazione fisica del territorio. Ribadisce che la materia della tutela del paesaggio attiene invece al momento genetico, e non successivo, delle scelte di trasformazione del suolo e di programmazione del territorio.

Mauro CHIANALE (DS-U), invitando il relatore ad una più approfondita riflessione sull'emendamento presentato, rileva che alla definizione di governo del territorio spetta un ambito operativo più ampio e che il sottrarre a tale nozione una competenza così importante fa venir meno un presupposto essenziale per il corretto e pieno svolgimento dell'attività di programmazione. Sottolinea inoltre che un'ulteriore difficoltà è data dalla perdita del principio di reciprocità tra le attività di programmazione svolte a livello nazionale, regionale e comunale.

Ugo PAROLO (LNFP) ritiene fondate e condivisibili le considerazioni svolte dai deputati dei gruppi di opposizione, osservando che il suo subemendamento ripropone una definizione di governo del territorio fedele alla versione iniziale. Osserva che, considerato che il governo del territorio non è concepibile senza la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, non è ben chiara la ratio che sta alla base dell'emendamento presentato dal relatore. Pur comprendendo le preoccupazioni del Ministero dei beni e delle attività culturali, ricorda che il comma 1 dell'articolo 3 del testo unificato riconosce pienamente la competenza dello Stato sui beni culturali.
Comprendendo, altresì, la gravosità dell'impegno del relatore nel mediare e consolidare il consenso dei diversi soggetti su un testo così complesso, sottolinea tuttavia che le diverse amministrazioni dello Stato sono chiamate a svolgere funzioni politiche, oltre che burocratiche, e che non è pensabile che il testo unificato rischi di arenarsi sulla definizione contenuta all'articolo 1.
Alla luce di tutte queste considerazioni, pur ribadendo le sue forti perplessità, ritira comunque il proprio subemendamento 0.1.15.1, chiedendo tuttavia un chiaro impegno del Ministero dei beni e delle attività culturali a riconsiderare le proprie posizioni.

Fabrizio VIGNI (DS-U) fa proprio il subemendamento Parolo 0.1.15.1.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge il subemendamento Parolo 0.1.15.1, fatto proprio dal deputato Vigni, approva l'emendamento 1.15 del relatore e respinge l'emendamento Realacci 1.8.

Maurizio Enzo LUPI (FI) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 2.14 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 2.15 del Governo. In riferimento alle questioni sollevate in precedenza, fa altresì presente che, in occasione dell'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea, non è da escludere una nuova valutazione della materia.
Osserva inoltre che la definizione ampia di governo del territorio finirebbe per scontrarsi inevitabilmente con la disciplina dettata dal nuovo titolo V della Costituzione e che pertanto non risponde a buon senso procedere nell'esame senza affrontare una fase di raccordo con le amministrazioni dello Stato. Osserva altresì che la recente emanazione del «codice dei beni


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culturali» induce a guardare con preoccupazione alla nozione ampia di governo del territorio per quanto riguarda gli eventuali conflitti tra lo Stato e le regioni, nonché la piena attuazione del codice stesso. Infine, sottolinea che è inevitabile dichiarare in modo esplicito che la materia dei beni culturali e quella ambientale ricadono nella competenza statale, per prevenire situazioni di grave confusione.

Il viceministro Ugo MARTINAT esprime un orientamento conforme a quello del relatore in ordine agli emendamenti 2.14 del relatore e 2.15 del Governo.

Alfredo SANDRI (DS-U) ricorda che il testo unificato avrebbe dovuto fin dall'inizio essere discusso nel pieno coinvolgimento di tutti i ministeri interessati. Poiché è stata fatta la scelta di legiferare sul governo del territorio e non sulla stretta materia urbanistica, la legge statale dovrebbe disciplinare il raccordo tra le diverse competenze statali. Nel caso del Ministero dei beni e delle attività culturali, osserva che non si è in presenza di un raccordo e che le modalità di questo specifico intervento rafforzano la prospettiva che altre amministrazioni dello Stato possano seguire l'esempio e fare propria la stessa modalità di intervento. Se tale scenario si dovesse avverare, il provvedimento in esame si ridurrebbe ad un intervento di rango minore, limitato al campo dell'urbanistica, laddove una riforma seria richiederebbe invece il coordinamento unitario delle varie funzioni coinvolte, anche in vista delle evidenti ricadute sul piano della semplificazione.

Il viceministro Ugo MARTINAT, riferendosi agli interventi dei deputati dei gruppi di opposizione, ritiene di dover segnalare che l'intera questione della riscrittura della nozione di governo del territorio è in realtà da ascrivere ad un'anomala situazione creatasi all'interno delle strutture amministrative del Ministero dei beni e delle attività culturali e, in particolare, alle sollecitazioni, dirette e indirette, che sarebbero state esercitate da alcuni funzionari di tale amministrazione, certamente non prossimi ad un'area politica legata all'attuale maggioranza.
Rileva altresì che tale circostanza sarebbe confermata dal fatto che la documentazione tecnica predisposta dagli Uffici del Ministero dei beni e delle attività culturali è stata inviata al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento per il tramite di missive firmate da funzionari e non dal vertice politico di quella amministrazione. In relazione a questi fatti, intende sottolineare la dubbia linearità dell'atteggiamento assunto dai deputati dei gruppi di opposizione, che insistono in considerazioni critiche su tale questione, che è stata in realtà sollevata da ambienti della burocrazia ministeriale esclusivamente per intralciare il rapido esame del testo unificato.
Ribadisce, in conclusione, la ferma volontà del Governo affinché il provvedimento in titolo sia celermente esaminato, auspicando una eventuale riconsiderazione delle posizioni del Ministro dei beni e delle attività culturali.

Ermete REALACCI (MARGH-U), in riferimento a quanto segnalato dal viceministro Martinat, sottolinea di essere del tutto all'oscuro della vicenda e di essere interessato ad un tempestivo chiarimento in proposito. Osserva infatti che dalla descrizione fatta dal rappresentante del Governo potrebbe addirittura desumersi che il Ministro dei beni e delle attività culturali sia stato indotto a fare propria una documentazione di cui non ha compreso pienamente la portata.

Fabrizio VIGNI (DS-U), nel rilevare la gravità delle espressioni usate dal rappresentante del Governo, che giudica così sconcertanti da non poter rinvenire precedenti simili nel corso della sua pluriennale attività di parlamentare, sottolinea l'esigenza che sia al più presto fornita una chiara spiegazione in ordine alle allusioni del viceministro Martinat. In caso contrario, si riserva di valutare la presentazione di un'interrogazione al Ministro dei beni e delle attività culturali, ricordando che, in


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onore ad un principio di correttezza istituzionale, i funzionari di un ministero non dovrebbero essere etichettati come soggetti di parte, pur nel pieno riconoscimento della libertà di ogni cittadino ad avere un proprio orientamento politico.

La Commissione respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Sandri 2.7 e Iannuzzi 2.12.

Francesco STRADELLA, presidente, constata l'assenza del deputato Antonio Barbieri; si intende che abbia rinunciato al suo emendamento 2.2.

Alfredo SANDRI (DS-U), nel sottoscrivere l'emendamento Nesi 2.3, ne raccomanda l'approvazione, sottolineando che esso riguarda una più precisa definizione delle competenze statali relativamente alla materia del governo del territorio e potrebbe dunque scongiurare ulteriori disagi, simili a quelli relativi alla materia dei beni culturali.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Nesi 2.3, approva l'emendamento Mantini 2.9 e l'emendamento 2.14 del relatore e respinge l'emendamento Realacci 2.8.

Ermete REALACCI (MARGH-U), sottoscrivendo l'emendamento Nesi 2.4, ne raccomanda l'approvazione, osservando come esso sia finalizzato ad istituire una sede in cui le differenti azioni e i vari soggetti coinvolti nel governo del territorio si rapportano con i programmi territoriali, in linea con una logica di codecisione.

Mauro CHIANALE (DS-U), nel rammentare le finalità originarie del provvedimento, raccomanda l'approvazione dell'emendamento Nesi 2.4, con cui si intende altresì consentire agli enti locali di svolgere in modo corretto la propria attività di programmazione.

La Commissione respinge l'emendamento Nesi 2.4.

Ugo PAROLO (LNFP), in ordine al suo emendamento 2.5, relativo al tema della definizione della quantità e qualità degli standard nei piani urbanistici, sottolinea che l'attribuzione di determinate competenze allo Stato non risponde ad una logica dogmatica, ma all'esigenza concreta di definire criteri di gestione del territorio omogenei per tutto il Paese. Precisa infatti che non è pensabile che siano i comuni a definire tali criteri, in quanto troppo contigui agli interessi particolari del proprio territorio. Rileva che, a suo avviso, il livello ottimale per lo svolgimento di tale compito sarebbe quello statale, per quanto riguarda la fissazione dei criteri, e quello regionale, per la definizione di una disciplina puntuale.
Accoglie tuttavia la richiesta, avanzata dal relatore, di ritiro del suo emendamento 2.5, evidenziando peraltro la necessità che siano comunque discusse questioni analoghe a quella sollevata nel proprio emendamento e riproposte in altri emendamenti presentati dal suo gruppo.

Alfredo SANDRI (DS-U), riprendendo le considerazioni svolte dal deputato Parolo, osserva che le proposte emendative presentate dal suo gruppo ricalcavano il significato dell'emendamento testé ritirato dal presentatore. Nel ribadire l'importanza di scongiurare un'interpretazione non uniforme delle norme e stabilire in maniera precisa le competenze e i ruoli svolti da tutti i soggetti coinvolti nel governo del territorio, in particolare dai privati, dichiara quindi di fare proprio l'emendamento Parolo 2.5.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Parolo 2.5, fatto proprio dal deputato Sandri, ed approva l'emendamento 2.15 del Governo.

Maurizio Enzo LUPI (FI), relatore, intervenendo per una precisazione, intende sottolineare che il tema degli standard di qualità sarà affrontato in occasione dell'esame dell'articolo 6 del testo unificato.


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< P>Francesco STRADELLA, presidente, essendosi concluso l'esame degli emendamenti riferiti ai primi due articoli del provvedimento, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

RISOLUZIONI

Mercoledì 7 luglio 2004. - Presidenza del vicepresidente Francesco STRADELLA. - Interviene il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ugo Martinat.

La seduta comincia alle 15.

7-00451 Vigni: Monitoraggio del fenomeno dell'abusivismo edilizio.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00093).

La Commissione inizia la discussione.

Fabrizio VIGNI (DS-U), illustrando il contenuto della risoluzione in titolo, sottolinea che, in base all'analisi condotta da Legambiente e dal Cresme, il fenomeno dell'abusivismo sembrerebbe aver subito un incremento nel corso del 2003 pari al 41 per cento. Rileva che, a suo avviso, questo dato è da ricollegare alle aspettative connesse all'approvazione delle recenti norme sul condono edilizio. Poiché è da ritenere fondata l'ipotesi di una estensione degli effetti della normativa in materia, anche a seguito dei nuovi elementi prodotti dalla recente sentenza della Corte costituzionale, è sensato prevedere una nuova ondata di abusi edilizi.
In considerazione di tali premesse, ritiene pertanto necessario che il Governo, insieme alle regioni e agli enti locali, dia luogo ad un'attività di monitoraggio finalizzata alla prevenzione degli abusi edilizi, ricorrendo eventualmente all'uso di tecniche e di strumenti di tipo satellitare. Rileva, infine, che è necessario assicurare la più ampia forma di pubblicità a qualunque tipo di intervento delle istituzioni volto a contrastare tale fenomeno.

Il viceministro Ugo MARTINAT, nell'avanzare preliminarmente forti perplessità circa la cifra del 41 per cento riferita alla crescita degli abusi edilizi, che risulta riportata nelle premesse della risoluzione in discussione, rileva che la Direzione generale per il sostegno agli interventi contro l'abusivismo edilizio sta attualmente collaborando alla elaborazione di un provvedimento con il quale verrà recepita la sentenza della Corte costituzionale n. 196 del 2004 sull'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003.
Nel sottolineare che l'attività di vigilanza urbanistico-edilizia è di competenza dei comuni, evidenzia altresì che il Governo ha in corso di definizione l'istituzione del fondo di rotazione per la demolizione delle opere abusive per un importo pari a 50 milioni di euro a cura della Cassa Depositi e Prestiti, in forza dell'articolo 32, comma 12, del decreto-legge n. 269. Circa le attività di monitoraggio, la Direzione generale per il sostegno agli interventi contro l'abusivismo edilizio, nelle more dell'istituzione dell'Osservatorio nazionale dell'abusivismo edilizio di cui al comma 13 dell'articolo 32 del decreto-legge n. 269, ha elaborato un sistema informatico di raccolta dei rapporti informativi, la cui adozione è rimessa alla prossima emanazione di un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti d'intesa con il Ministero dell'interno.
Fa quindi presente che il comma 33 dell'articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 2003 prevede che, con l'incremento dell'oblazione fino ad un massimo del 10 per cento, da determinarsi con legge regionale, potranno essere finanziate politiche di repressione degli abusi edilizi, di promozione di interventi di riqualificazione dei nuclei interessati dai fenomeni di abusivismo edilizio nonché le attività di controllo mediante rilevamenti aerofotogrammetrici previste dall'articolo 23 della legge n. 47 del 1995.


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< BR>In merito agli impegni richiesti al Governo con l'atto di indirizzo in discussione, intende infine osservare, in ordine al punto a), che il dispositivo sembra rientrare nelle previsioni normative richiamate in precedenza; non vengono quindi rilevati motivi ostativi all'accoglimento dell'impegno richiesto. Quanto al punto b), non ritiene di ravvisare particolari elementi ostativi all'accoglimento, rilevando tuttavia che potrebbe essere opportuno espungere dal testo della risoluzione gli «idonei canali istituzionali» attraverso cui dare pubblicità al piano di cui al punto a).

Fabrizio VIGNI (DS-U), alla luce delle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo, riformula il testo della risoluzione in titolo (vedi allegato 3).

Il viceministro Ugo MARTINAT esprime l'orientamento favorevole del Governo sul testo della risoluzione, come riformulato.

La Commissione approva quindi il nuovo testo della risoluzione Vigni n. 7-00451, che assume il numero 8-00093.

La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 7 luglio 2004.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissione parlamentari n. 501 del 6 luglio 2004, a pagina 83, prima colonna, alla sesta riga, deve leggersi «Francesco STRADELLA, presidente» in luogo di «Pietro ARMANI, presidente».