Interrogazione n. 5-02880 Olivieri: Sulle prospettate modifiche al testo unico delle leggi in materia di armi.
La decisione di rivedere la normativa in tema di armi deriva dalla necessità di sistemare organicamente una serie di disposizioni di legge e regolamenti che disciplinano la materia, al fine di semplificarne l'interpretazione e l'applicazione, anche sotto il profilo sanzionatorio, e per allinearla alle direttive comunitarie.
In questa ottica il Ministro dell'Interno con un decreto dell'8 maggio 2003 ha istituito una Commissione Tecnica interministeriale con il compito di elaborare, entro 18 mesi, un «Testo unico recante nuove norme in materia di armi, di munizioni e di esplosivi».
Tale gruppo di esperti, presieduto da un magistrato Presidente di sezione della Corte di Cassazione, sull'argomento non ha assunto orientamenti definitivi.
Nel corso dei lavori di stesura del nuovo testo, tutt'ora in fase preparatoria, al fine di elaborare un sistema di norme che soddisfi contemporaneamente l'interesse pubblico e le legittime aspettative di coloro che, per aspetti diversi, sono coinvolti nella materia delle armi e delle munizioni, la Commissione ha ritenuto di acquisire, dalle associazioni di categoria coinvolte nell'argomento, suggerimenti utili per la stesura del nuovo testo.
Nella seduta del 12 e del 13 febbraio scorso, infatti, il citato organo tecnico ha incontrato i rappresentanti delle maggiori associazioni venatorie riconosciute (Arcicaccia, Federcaccia, Italcaccia, Liberacaccia ed Enalcaccia), delle Federazioni sportive del Tiro a volo e del Tiro a segno nazionale e, presto, riceverà anche le organizzazioni rappresentative dei Produttori di Armi e munizioni.
La Commissione Tecnica interministeriale, in questo modo, avrà la possibilità di valutare con attenzione tutti gli aspetti sui quali inciderà il nuovo testo sulle armi, ivi comprese le problematiche prospettate per i cacciatori.
Interrogazione n. 5-03184 De Brasi: Sulla quota dei flussi di immigrazione assegnata alla provincia di Bologna.
L'atto ispettivo, oggi in discussione, si riferisce al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con il quale si è fatto luogo alla programmazione provvisoria per l'anno 2004 degli ingressi in Italia dei cittadini stranieri non comunitari per lavoro stagionale. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha determinato la quota degli ingressi programmati in 50.000 unità a livello nazionale. Questa Direzione generale, nel curare la ripartizione della quota nazionale, ha destinato all'Emilia Romagna 7.000 quote. Ovviamente la quota così assegnata per l'intero ambito regionale è stata ulteriormente ripartita a cura della Direzione Regionale del Lavoro di Bologna tra gli uffici provinciali di rispettiva appartenenza. Naturalmente le varie ripartizioni sono state effettuate tenendo in debita considerazione i rispettivi fabbisogni appositamente rilevati. In particolare si fa notare che la ripartizione della dotazione regionale tra i vari ambiti provinciali è attuata dalla Direzione regionale la quale è in grado di assicurare, nei limiti della disponibilità, la più adeguata sua distribuzione in aderenza con le necessità locali.
L'Onorevole De Brasi, sul presupposto dell'esiguità della quota assegnata alla Direzione provinciale del lavoro di Bologna, evidenzia la necessità, che sarebbe avvertita specialmente nel settore agricolo, di quote aggiuntive. Al riguardo si fa presente che gli operatori locali hanno potuto già soddisfare le esigenze aggiuntive di manodopera stagionale straniera avvalendosi delle quote stabilite per l'ingresso dei lavoratori appartenenti ai paesi che dal 1o maggio 2004 sono entrati a far parte dell'Unione europea. Infatti il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 aprile 2004 ha stabilito che i cittadini neocomunitari, durante il periodo transitorio previsto dal trattato di adesione, possono far ingresso nel mercato del lavoro italiano nel limite di quote annue. Per l'anno 2004 ha stabilito una quota di 20.000 ingressi, utilizzabile anche per lavoro stagionale. Pertanto a decorrere dallo scorso mese di maggio si è resa disponibile, in aggiunta alla quota di ingressi di lavoratori stagionali extracomunitari, l'ulteriore quota prevista in favore dei cittadini degli Stati di nuova adesione all'Unione europea.
A tutt'oggi il totale nazionale delle richieste di autorizzazione al lavoro riferite a tale quota aggiuntiva e registrate in arrivo dai vari uffici provinciali competenti sono pari a 20.176 (di cui 2.153 nella regione Emilia Romagna). Le richieste riguardano per il 70,15 per cento lavoratori stagionali e per il 59,75 per cento il settore agricolo.
Alla luce di quanto esposto, deve ritenersi che la situazione rappresenta dall'interrogante abbia potuto trovare soluzione senza attendere la verifica, prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 dicembre 2003, della necessità di ulteriori fabbisogni di manodopera stagionale extracomunitaria. La verifica, comunque, dovrà tenere conto degli ingressi aggiuntivi per lavoro stagionale già autorizzati con il sopravvenuto provvedimento riguardante i neocomunitari.
Il governo è ben consapevole della necessità che la programmazione dei flussi per lavoro stagionale sia attuata con tempestività. Ne è la prova il fatto che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di determinazione delle corrispondenti quote per gli anni 2003 e 2004 sono stati comunque emanati in anticipo rispetto al periodo di riferimento e che è stata loro garantita immediata operatività mediante la diramazione delle relative misure applicative preventivamente alla data di rispettiva pubblicazione.
Interrogazione n. 5-03270 Burtone: Sul riconoscimento delle calamità naturali che hanno colpito la provincia di Catania nel 2003.
Con riferimento a quanto evidenziato nell'interrogazione in oggetto si fa presente che per gli eventi calamitosi verificatesi nell'anno 2003, in provincia di Catania, su proposta della Regione Sicilia, sono stati emessi i seguenti decreti di declaratoria:
decreto ministeriale del 20 novembre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 1o dicembre 2003, relativo alla grandinata del 19 giugno 2003, che ha interessato n. 7 comuni;
decreto ministeriale del 29 ottobre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 7 novembre 2003, riguardante la tromba d'aria del 1o agosto 2003, che ha interessato n. 2 comuni;
decreto ministeriale del 17 giugno 2004, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, riguardante le trombe d'aria del 25 e 26 novembre 2003 e le piogge alluvionali del periodo 16 settembre-30 ottobre 2003, che hanno interessato n. 11 comuni;
decreto ministeriale in corso di perfezionamento, riguardante le piogge alluvionali del periodo 11-14 dicembre 2003, che hanno interessato l'intero territorio provinciale.
A favore delle aziende agricole ricadenti all'interno dei territori comunali individuati con i suddetti decreti, ed in presenza dei requisiti di legge, potranno essere erogati gli aiuti economici (contributi e prestiti agevolati) per compensare il danno alle produzioni e per il ripristino delle strutture aziendali.
Inoltre, per evitare squilibri di natura socio-previdenziale, nei territori colpiti sono previsti anche la riduzione dei contributi INPS e sgravi fiscali a favore delle imprese agricole per l'anno in cui si è verificato l'evento; in particolare, si segnala che tale misura, coordinata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è gestita dall'INPS.
Interrogazione n. 5-03292 Molinari: Sugli effetti sulle produzioni agricole delle precipitazioni registratesi in Basilicata.
In merito all'interrogazione in oggetto, si fa presente che, per le avversità atmosferiche che hanno colpito di recente la Regione Basilicata, potranno essere attivati gli interventi del Fondo di solidarietà nazionale qualora gli organi tecnici regionali accertino una incidenza del danno sulla produzione lorda vendibile delle aziende agricole delle aree colpite non inferiore al 30 per cento (20 per cento se trattasi di zone svantaggiate), in conformità a quanto previsto dalla nuova normativa del Fondo di solida- rietà nazionale di cui al decreto legislativo n. 102/04.
Allo stato, la Regione Basilicata, territorialmente competente, non ha ancora avanzato proposte di intervento del Fondo di solidarietà nazionale.
Si assicura che non appena perverranno le proposte regionali, nei termini e con le modalità prescritte, l'Amministrazione provvederà all'istruttoria di competenza per l'emissione del decreto di declaratoria.