III Commissione - Giovedì 17 luglio 2003


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02040 Bolognesi e Capitelli: Adozioni internazionali.

Interrogazione n. 5-02101 Burani Procaccini: Adozioni internazionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

In data 13 giugno 2003 è stato firmato ad Hanoi dal nostro Ambasciatore e dal Ministro della Giustizia vietnamita, l'accordo bilaterale di cooperazione in materia di adozioni internazionali. Tale intesa è finalizzata ad agevolare, in un quadro di trasparenza, le procedure di adozione con un Paese che non è parte della Convenzione dell'Aja del 1993. Nella stessa prospettiva, sono oggetto di negoziato, anche con altri Paesi, accordi di contenuto analogo.
Per quanto concerne la seconda problematica sollevata dalle onorevoli interroganti, si fa presente che il Ministero degli Esteri, già dal novembre 2000, nel fornire alle nostre Rappresentanze diplomatiche istruzioni sull'applicazione della nuova legge in materia di adozioni internazionali n. 476 del 1998, ha attirato l'attenzione delle stesse sulla necessità di un atteggiamento improntato alla massima collaborazione con tutti i soggetti di cui la legge ha previsto il coinvolgimento nel procedimento adottivo, tra cui in particolare gli Enti autorizzati operanti nei Paesi di rispettivo accreditamento.
Una grande e crescente attenzione è riservata, da parte del Ministero degli Esteri e della nostra rete diplomatico-consolare, alla tematica concernente il rilascio dei visti per adozione, Alla trattazione di tali pratiche viene infatti attribuita la massima priorità al fine di ridurre al minimo i tempi di attesa, che di fatto sono estremamente contenuti.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02189 Spini e Bolognesi: Situazione politica in Liberia.

TESTO DELLA RISPOSTA

I disordini in Liberia non costituiscono purtroppo un fattore di novità: dalla fine degli anni '80 è infatti in corso nel paese una guerra civile, che alterna fasi di vero e proprio conflitto a periodi di relativa calma e stabilità. Diverse sono state le risposte a tale crisi da parte della Comunità Internazionale: dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che prevedono misure sanzionatorie e restrittive a carico del governo liberiano, all'approccio dell'Unione Europea che ha sostenuto le Risoluzioni ONU, ha incoraggiato la Comunità Economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) per il raggiungimento della pace nella regione ed ha innalzato il profilo della propria presenza attraverso la nomina nel luglio 2001 di un Rappresentante Speciale della Presidenza dell'Unione Europea per la Regione del Fiume Mano (Liberia, Guinea e Sierra Leone).
Dopo anni di lotta, i ribelli del LURD (Liberians United for Reconciliation and Democracy) che si oppongono al Presidente Taylor, e la cui azione era circoscritta alla parte settentrionale della Liberia, dal marzo scorso si sono progressivamente avvicinati verso la capitale Monrovia, decisi ad innalzare il livello dello scontro. All'attività offensiva del LURD si è affiancata quella di un nuovo gruppo ribelle, il MODEL (Movement for Democracy in Liberia) che ha fatto la propria comparsa, lo scorso aprile, nella regione sudest del Paese.
Il deteriorarsi della situazione, con conseguenze drammatiche soprattutto dal punto di vista umanitario, ha portato all'avvio delle trattative di pace, svoltesi in Ghana sotto l'egida della ECOWAS a partire dal giugno scorso, e che hanno reso possibile il 17 giugno la firma di un accordo di cessazione delle ostilità tra le parti in conflitto, di fatto successivamente violato dai belligeranti. I colloqui di pace per trovare una soluzione negoziata alla crisi liberiana hanno di recente attraversato una fase critica a causa delle ripetute violazioni del cessate il fuoco, degli attacchi nella capitale Monrovia e dell'assenza dei rappresentanti dei gruppi ribelli - che congiuntamente controllano il 70 per cento del Paese - dal Joint Verification Team preposto a monitorare il rispetto dei termini della tregua del 17 giugno scorso.
Il 4 luglio sono riprese le trattative negoziali tra le parti in conflitto con scambio di vedute sul futuro assetto politico della Liberia, in particolare nel corso del periodo di transizione, con l'obiettivo di arrivare alla firma di un accordo di pace. Martedì scorso i rappresentanti del Governo liberiano e quelli dei movimenti ribelli, che sono impegnati nei negoziati di pace ad Accra, hanno dichiarato che potrebbe essere a breve finalizzato un accordo diretto a sancire la fine degli scontri ed a definire i futuri assetti di potere nel paese africano, che escluderebbero qualsiasi ruolo per il presidente Taylor, come peraltro è auspicato da più parti anche a livello internazionale.
Secondo i piani dell'ONU, la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS) potrebbe inizialmente inviare nel paese una forza di 1000-1500 soldati, che dovrebbe essere successivamente


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rinforzata - una volta partito Taylor - dall'invio di truppe statunitensi e di paesi dell'area. Dopo questa prima fase di pacificazione e stabilizzazione condotta con l'aiuto del contingente americano, l'operazione sarebbe quindi affidata ai caschi blu dell'ONU, che comunque si stima non potranno essere operativi in tempi brevi. Da parte statunitense si prevede un coinvolgimento militare limitato - secondo le dichiarazioni di Washington - «per durata e dimensioni», nel quadro di un'azione legata alla capacità dell'ECOWAS di organizzare una forza di intervento costituita da militari dei paesi africani della regione. Nello stesso tempo va rilevato che - per quanto riguarda la partenza del Presidente Taylor - quest'ultimo continua a non indicare una precisa scadenza per la sua uscita di scena.
L'Italia, anche attraverso il suo Ambasciatore ad Accra, sede dei negoziati ECOWAS, ha assicurato da gennaio la Presidenza dell'Unione Europea in loco, svolgendo un ruolo propositivo nella ricerca di una soluzione negoziata al conflitto liberiano. Da parte nostra si continueranno a sostenere i colloqui di pace invitando tutte le parti belligeranti al rispetto del cessate il fuoco, del diritto internazionale e a fare in modo che siano assicurate le iniziative umanitarie a favore delle popolazioni interessate dal conflitto. L'attenzione con cui siamo determinati a seguire l'evoluzione della situazione in Liberia nasce dalla consapevolezza del potenziale di destabilizzazione che tale conflitto ha per l'intera subregione dell'Africa occidentale, una regione di sottosviluppo con implicazioni rilevanti sulla sicurezza a causa delle interazioni tra reti terroristiche, trafficanti internazionali e associazioni islamiche.
Per questa ragione la Presidenza italiana continuerà ad impegnarsi con determinazione per sostenere un quadro globale di pacificazione e stabilizzazione della Liberia quale risultato del dialogo tra le parti interessate anche tramite l'azione del Rappresentante Speciale dell'Unione, Dahlgren, per il quale è stato previsto un rinnovo del mandato.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02225 Calzolaio e Bolognesi: Personale consolato italiano di Newark (New Jersey).

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero degli Esteri considera una priorità garantire ed ulteriormente incrementare l'operatività e l'efficienza della rete consolare, anche in vista delle scadenze connesse ai nuovi adempimenti di aggiornamento dell'anagrafe e di voto all'estero.
Anche la situazione del Vice Consolato di Newark è stata considerata alla luce delle esigenze sopra evocate: il Ministero degli Esteri, sulla base della legge 104 del 27 aprile 2002, ha infatti autorizzato l'assunzione presso quella sede di due unità a contratto temporaneo in aggiunta alle tre già in servizio; si è inoltre provveduto a far approvare una disposizione l'articolo 1-bis della legge n. 122 del 30 maggio 2003 - che consentirà la proroga di questi contratti per ulteriori 12 mesi.
Anche per quanto concerne il personale di ruolo delle aree funzionali, si è cercato di garantire il mantenimento di adeguate dotazioni organiche, pur nell'attuale situazione di risorse umane e finanziarie estremamente scarse: tale obiettivo verrà perseguito anche in occasione delle prossime liste di assegnazione all'estero.
In occasione dei molteplici e gravosi adempimenti connessi al semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea, nell'impossibilità di inviare personale diplomatico in missione per le ben note ristrettezze di bilancio, si è reputato indispensabile richiedere al titolare del Vice Consolato a Newark - in ragione della sua pregressa esperienza nel settore multilaterale - di assicurare il necessario supporto, straordinario ed a carattere evidentemente temporaneo, alla Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite in uno specifico gruppo di lavoro.
Questo incarico, che prevede comunque un'attività aggiuntiva rispetto ai compiti istituzionali del Vice Console di limitato impatto temporale, verrà svolto, in base a precise istruzioni ministeriali, in modo da non compromettere la funzionalità dell'ufficio consolare e la sua gestione da parte del titolare.
La situazione sopra esposta con riferimento al Vice Consolato di Newark, mette in luce la volontà del Ministero degli Esteri di rispondere adeguatamente alla crescente domanda di servizi che viene rivolta alla nostra rete consolare. In presenza di risorse limitate, solo la scelta di utilizzare strumenti, anche nell'impiego del personale, improntati a criteri di necessaria flessibilità permette - unitamente all'impegno volontariamente pro fuso e allo spirito di servizio di molti dipendenti - di far fronte a questa domanda.
Nello stesso tempo vale la pena sottolineare - come è stato fatto di recente anche in questa sede - che il Governo è determinato a mantenere una soglia adeguata di intervento e progettualità nei settori di maggiore interesse per la proiezione del Paese all'estero, in un'ottica per cui l'obiettivo di dotare il Ministero degli Esteri di risorse adeguate alla nostra presenza sulla scena internazionale sia considerato non un costo ma un investimento per il «sistema Italia».