Martedì 4 febbraio 2003. - Presidenza del presidente della VIII Commissione Pietro ARMANI.
La seduta comincia alle 10.05.
Decreto-legge 281/2002: Mantenimento in servizio delle centrali termoelettriche di Porto Tolle, Brindisi Nord e San Filippo del Mela.
Le Commissioni iniziano l'esame.
Pietro ARMANI, presidente, avverte che le Commissioni riunite VIII e X iniziano oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 281 del 2002, recante «Mantenimento in servizio delle centrali termoelettriche di Porto Tolle, Brindisi Nord e San Filippo del Mela», approvato dal Senato con modificazioni nella seduta del 30 gennaio 2003. Al riguardo, ricorda che il provvedimento risulta iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per la seduta del 10 febbraio 2003. È pertanto necessario che le Commissioni riunite organizzino i propri lavori in modo tale da poter concludere l'esame del disegno di legge in termini compatibili con il calendario dei lavori dell'Assemblea. A tal fine, appare opportuno che l'esame preliminare del provvedimento si concluda entro la giornata di oggi e che il termine per la presentazione di emendamenti sia fissato, sempre per oggi, alle ore 18. L'esame degli emendamenti potrà quindi avere luogo nella seduta di domani, mercoledì 5 febbraio 2003, già convocata per le ore 15, e dovrà concludersi entro la stessa giornata di domani, o, al più tardi, nella mattinata di giovedì 6 febbraio 2003.
Tale seduta potrebbe avere luogo al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea di domani, mercoledì 5 febbraio 2003, ovvero alle ore 8,30 di giovedì 6 febbraio 2003.
Michele VIANELLO (DS-U), in relazione all'organizzazione dei lavori prospettata dal presidente, pur prendendo atto dei tempi dettati dal calendario dell'Assemblea, riterrebbe opportuno un differimento del termine per la presentazione degli emendamenti alla giornata di domani, al fine di consentire ai deputati interessati di approfondire l'esame del provvedimento.
Pietro ARMANI, presidente, alla luce della richiesta avanzata dal deputato Vianello, propone che il termine per la presentazione degli emendamenti sia fissato alle ore 10 di domani, mercoledì 5 febbraio 2003.
Le Commissioni concordano.
Stefano SAGLIA (AN), relatore per la X Commissione, illustra il contenuto del decreto-legge n. 281 del 2002 finalizzato a consentire la continuazione dell'attività delle centrali termoelettriche di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, di Brindisi Nord e di San Filippo del Mela, in provincia di Messina. Alcuni degli impianti, facenti capo a tali centrali non risultano in linea con i parametri stabiliti dalla normativa ambientale e, pertanto, sulla base del decreto ministeriale 12 luglio 1990, avrebbero dovuto sospendere la loro attività entro il 31 dicembre 2002. Infatti, per i gruppi della centrale di Porto Tolle non risultano completate le attività di ambientalizzazione, per quelli di San Filippo del Mela devono essere adeguate le emissioni alla nuova normativa regionale e per Brindisi deve completarsi la trasformazione della centrale a ciclo combinato. Secondo quanto indicato dal Gestore della rete di trasmissione nazionale, ciò avrebbe comportato un peggioramento dello stato di criticità del sistema elettrico italiano. Per questa ragione lo stesso Gestore ha proposto formalmente il mantenimento in esercizio dei gruppi della centrale di Porto Tolle, dei quattro gruppi da 160 MW della centrale di San Filippo del Mela e del «gruppo 3» di Brindisi Nord, con il «gruppo 4» di riserva. Il decreto-legge consta di un unico articolo. Al comma 1 si stabilisce che il Gestore della rete di trasmissione nazionale definisce un piano di utilizzazione delle tre centrali termoelettriche, mentre, ai sensi del comma 2, i proprietari delle centrali sono tenuti a presentare un apposito piano di gestione degli impianti, volto a ridurre la quantità di inquinanti emessi in atmosfera, nel rispetto delle linee guida approvate con decreto del ministro dell'ambiente del luglio del 1990 e tenuto conto di quanto indicato nel decreto del ministro dell'ambiente n. 60 de1 2002. Inoltre, il successivo comma 3 prevede che, con decreto del Ministero dell'ambiente, si procede all'approvazione dei suddetti piani di gestione, con l'indicazione di eventuali prescrizioni e cadenze temporali per l'adeguamento delle emissioni alla normativa vigente. Il comma 4, nella nuova formulazione approvata dal Senato, stabilisce che il termine di ultimazione degli interventi di adeguamento ambientale da attuarsi entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto medesimo. Il Senato ha altresì introdotto, con il comma 4-bis, una specifica disposizione per la centrale di Brindisi Nord, prevedendo che la trasformazione della stessa con tre gruppi a ciclo combinato debba essere realizzata antro il 30 giugno 2006. Il comma 5 dispone che, a partire dal 1o gennaio 2003, gli impianti sono eserciti non oltre 1'80 per cento della potenza complessiva installata, mentre il comma 6 prevede che, qualora il proprietario non presenti il piano di gestione nei termini previsti, la centrale potrà essere esercita al 50 per cento della potenza complessiva istallata nei successivi trenta giorni e al 25 per cento per ulteriori trenta giorni. Trascorso anche tale periodo, senza che il piano sia stato presentato, il ministro delle attività produttive procede alla chiusura della centrale.
Basilio GERMANÀ (FI), relatore per l'VIII Commissione, nel richiamare le finalità del provvedimento d'urgenza, sottolinea l'esigenza di introdurre nell'ordinamento misure volte ad obbligare i proprietari delle centrali ad adeguare gli impianti alla normativa vigente in materia ambientale. Rileva quindi come l'iniziativa assunta dal Governo con il decreto-legge in esame si ponga l'obiettivo di assicurare la fornitura di energia elettrica nelle aree interessate e al tempo stesso di evitare le significative conseguenze di carattere occupazionale che conseguirebbero dalla cessazione dell'attività delle centrali. Nel prendere quindi atto che il Governo non poteva che far ricorso al provvedimento d'urgenza, esprime considerazioni critiche sulla difficile situazione in cui versa da tempo il settore della produzione di energia elettrica. A tale riguardo osserva come ricadano sui cittadini italiani i costi esorbitanti del servizio energetico, anche in considerazione degli altri paesi europei dove la produzione di energia ha costi nettamente inferiori. Riterrebbe pertanto opportuno approfondire talune questioni, anche individuando eventuali responsabilità di enti locali o di gestori di energia, evidenziando quindi l'opportunità che in futuro le Commissioni promuovano un'iniziativa comune al fine di conoscere dal Gestore della rete di trasmissione nazionale gli orientamenti in materia energetica.
Pietro ARMANI, presidente, intervenendo per una precisazione di carattere generale, rileva che due delle tre centrali interessate dal provvedimento sono di proprietà della società Eurogen, partecipata in via maggioritaria da Edison. Come risulta da dati ormai pubblici, riportati da ultimo dal quotidiano Il Sole-24 ore, Edison versa in uno stato di indebitamento piuttosto preoccupante, che potrebbe esporre la società al rischio di un controllo occulto da parte di altri investitori, in particolare stranieri, e potrebbe porre in dubbio l'effettiva capacità di investimento della stessa Edison. A tal fine, andrebbe verificata l'opportunità di promuovere in futuro un'iniziativa conoscitiva, simile a quella prospettata dal deputato Germanà, che non sia limitata esclusivamente al Gestore della rete di trasmissione nazionale, ma sia allargata ad altri soggetti, anche privati.
Stefano SAGLIA (AN), relatore per la X Commissione, intervenendo per una precisazione, ritiene siano ipotizzabili correzioni al testo del decreto-legge, qualora i tempi di esame lo consentano. Ritiene infatti che, alla luce di alcune modifiche introdotte dal Senato, sarebbero possibili ulteriori correzioni, non solo sul versante della tutela ambientale ma anche al fine di garantire la continuità della produzione energetica, a condizione che esse siano esplicitate in modo chiaro dai rappresentanti del Governo.
Pietro ARMANI, presidente, ricorda che il decreto legge scade il 22 febbraio e che andrebbero pertanto evitate iniziative che mettano in dubbio la definitiva conversione dello stesso. Ritiene quindi che eventuali interventi sul testo potranno eventualmente essere valutati in sede di esame in Assemblea, essendo piuttosto limitato il tempo a disposizione per l'istruttoria in Commissione.
Franco GROTTO (Misto-SDI) ritiene opportuno introdurre modifiche migliorative del testo del decreto-legge. Sottolineato che il provvedimento d'urgenza è
finalizzato ad evitare la chiusura delle centrali termoelettriche, perniciosa sia dal punto di vista occupazionale sia per la distribuzione dell'energia nei territori interessati, ritiene che il Governo abbia dimostrato improvvisazione nell'affrontare i gravi problemi energetici ed ambientali del paese, trascurando in modo particolare le prerogative degli enti locali.
Erminio Angelo QUARTIANI (DS-U) rileva la gravità delle dichiarazioni del presidente Armani che con il suo intervento ha, di fatto, messo in dubbio la capacità di Eurogen di compiere efficacemente il processo di repowering delle centrali termoelettriche. Prima di passare alla fase emendativa, riterrebbe opportuno procedere ad una serie di audizioni di rappresentati dell'ENEL, di Eurogen e del Gestore della rete di trasmissione nazionale. Sottolineata l'incapacità del Governo di provvedere ad una adeguata programmazione in materia energetica, ritiene opportuno emendare il testo del decreto-legge perché esso sia convertito in legge con il massimo consenso delle popolazioni interessate e degli enti locali che, a suo avviso, non sono stati posti in grado di esercitare le funzioni costituzionalmente garantite.
Michele VIANELLO (DS-U) rileva come le tre centrali termoelettriche interessate dal provvedimento dovrebbero essere chiuse, dal momento che non risultano in linea con i parametri stabiliti dalla vigente normativa ambientale in materia di emissioni inquinanti; tale considerazione è particolarmente fondata per quanto concerne la centrale di Porto Tolle, ubicata all'interno di un parco naturale. Ravvisa, quindi pesanti responsabilità in capo ai produttori, che non hanno inteso rispettare le norme emanate a tutela del territorio e a difesa della salute di cittadini. A tale riguardo osserva in generale come meccanismi di compensazione ambientale siano del tutto deleteri, contrastando in particolare con la legislazione comunitaria basata sul principio di prevenzione.
Pietro ARMANI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, già convocata per le ore 14.30 di oggi.
La seduta termina alle 10.45.
Martedì 4 febbraio 2003. - Presidenza del presidente della VIII Commissione Pietro ARMANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le attività produttive Giovanni Dell'Elce.
La seduta comincia alle 14.35.
Decreto-legge 281/2002: Mantenimento in servizio delle centrali termoelettriche di Porto Tolle, Brindisi Nord e San Filippo del Mela.
Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato nella precedente seduta odierna.
Michele VIANELLO (DS-U), ad integrazione di quanto osservato nella precedente seduta, ribadisce come il provvedimento di urgenza in esame non chiarisca la «strategicità» delle centrali termoelettriche, che appare decisiva ai fini degli investimenti che si intendono finalizzare alle stesse. Nel merito del decreto-legge, ritiene che all'articolo 1 debba essere prevista un'indicazione al Gestore della rete affinché nel piano di utilizzazione delle centrali termoelettriche espliciti la previsione sui
tempi di dismissione o di mantenimento degli impianti. Ritiene altresì generico il riferimento, previsto al comma 2 dell'articolo 1, in particolare all'uso di combustibile a ridotto tenore di zolfo e agli interventi di ambientalizzazione. A tale proposito ritiene contraddittorio l'utilizzo di orimulsion, dal momento che tale combustibile è caratterizzato da un'alta concentrazione di zolfo. Inoltre, per quanto concerne l'introduzione di procedure accelerate, ritiene che non possa essere elusa per la centrale di Porto Tolle la procedura di valutazione di impatto ambientale. Giudica altresì negativamente la previsione, contenuta nel comma 3 dell'articolo 1, in base alla quale il Ministero dell'ambiente, di concerto con quelli delle attività produttive e della salute, stabilisce le cadenze temporali dell'adeguamento delle emissioni alla normativa vigente. Ritiene infatti che le modalità di adeguamento debbano essere indicate da chi predispone il piano, spettando al ministero un compito di certificazione. Riterrebbe altresì opportuno chiarire il riferimento all'attività ridotta di produzione imposta agli impianti a partire dal 1o gennaio 2003, non superiore alla soglia dell'80 per cento della potenza complessiva installata. Infine riterrebbe opportuno conoscere quali conseguenze deriverebbero dal mancato adeguamento degli impianti al termine dei due anni di proroga previsti dal decreto-legge.
Stefano SAGLIA (AN), relatore per la X Commissione, ribadita la disponibilità della maggioranza ad un miglioramento del testo da attuare in coordinamento con le disposizioni del Governo sulla riconversione delle centrali termoelettriche, sottolinea che la principale finalità del decreto-legge è quella di garantire la continuità occupazionale.
Basilio GERMANÀ (FI), relatore per l'VIII Commissione, a fronte delle considerazioni critiche espresse dai deputati dell'opposizione intervenuti nel dibattito, richiama le responsabilità dei precedenti governi di centro sinistra, in particolare per quanto concerne il ritardo con il quale si è inteso dare attuazione alle direttive comunitarie in materia. Ricorda infatti che i precedenti governi hanno attuato solo nel 1999 una direttiva comunitaria risalente al 1996. Evidenziata quindi la necessità di approvare celermente il provvedimento di urgenza, rinviando a future audizioni il problema delle linee strategiche in materia energetica, ribadisce l'intenzione di presentare un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo ad assumere iniziative affinché venga praticato nelle aree interessate un costo dell'energia elettrica più equo rispetto a quello attuale, e si inducano i proprietari delle centrali a procedere con urgenza agli interventi di ambientalizzazione, in relazione ai quali sarà necessario il costante monitoraggio da parte del Parlamento.
Il sottosegretario di Stato Giovanni DELL'ELCE ricorda che nel 1990 un decreto ministeriale impose nuovi limiti di emissione in atmosfera per tutte le centrali elettriche. L'adeguamento ambientale degli impianti doveva essere progressivo e terminare al 31 dicembre 2002. Quasi tutte le centrali si sono adeguate, ma le centrali interessate dal provvedimento non hanno avuto le autorizzazioni locali per fare i lavori di ambietalizzazione previsti e al 31 dicembre 2002 non sono risultate pronte a rispettare i nuovi limiti di emissione.
«sblocca centrali» ha già autorizzato 8.200 MW nuovi impianti e la trasformazione di alcuni vecchi impianti; i nuovi impianti e i vecchi impianti trasformati hanno caratteristiche ambientali compatibili con gli impegni internazionali che l'Italia ha assunto per l'emissione di CO2; quindi entro il 2005 la situazione sarà completamente difforme, rendendo così credibile e documentato il carattere transitorio del provvedimento.
Pietro ARMANI, presidente, dichiara concluso l'esame preliminare. Ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato per le ore 10 di domani, mercoledì 5 febbraio 2003.
La seduta termina alle 14.50.
C. 3605 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).
Al fine di garantire il rispetto di tali termini, i presidenti delle Commissioni VIII e X si riservano di valutare l'opportunità di fissare una ulteriore seduta per l'esame degli emendamenti, qualora esso non si concluda entro le 16 di domani.
Nel merito del provvedimento, si sofferma in particolare sulle difficoltà in cui si trova la centrale termoelettrica di San Filippo del Mela, per la quale si pongono rilevanti problemi di adeguamento alla normativa vigente. Sottolineata quindi la necessità di affrontare in maniera organica la soluzione di problemi per i quali sino ad oggi non è stato definito un percorso certo, propone di approvare il provvedimento di urgenza, preannunciando la presentazione di un ordine del giorno volto, tra l'altro, ad indurre i gestori delle centrali ad adeguare gli impianti alla normativa vigente.
Ricordato che al Senato sono stati approvati due ordini del giorno contrari all'utilizzo di orimulsion, fa presente infine che per la centrale di Porto Tolle, costruita in una zona protetta, l'ENEL ha proposto un progetto di ambientalizzazione basato proprio sull'utilizzo di orimulsion.
Preso atto dell'impossibilità della chiusura delle centrali, ritiene altresì prioritario conoscere se le tre centrali interessate dal provvedimento debbano essere considerate strategiche o meno.
C. 3605 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Il Gestore della rete di trasmissione nazionale considera le tre centrali indispensabili per la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Su proposta del ministro Marzano è stato allora adottato il decreto-legge n. 281 del 23 dicembre 2002 che evita la chiusura delle tre centrali; se così non fosse stato il picco di domanda elettrica, tradizionalmente più elevato nella stagione invernale, e in questi giorni ancor più evidente a causa della bassissima temperatura, avrebbe potuto non essere soddisfatto, con drammatiche conseguenze per la nazione intera e in particolare per le zone adiacenti alle tre centrali.
Il provvedimento copre un periodo transitorio, dal momento che il decreto-legge
Per effetto del decreto legge del 23 dicembre 2002 e i proprietari dei tre impianti hanno già predisposti i piani di gestione che prevedono un funzionamento massimo fino all'80 per cento della capacità produttiva e il massimo contenimento oggi possibile delle emissioni. I piani di gestione devono essere approvati dal Ministero delle attività produttive; nel documento di approvazione saranno ridefiniti gli interventi di ambientalizzazione che andavano fatti entro il 31 dicembre 2002 e sarà confermata al 31 dicembre 2004 la nuova scadenza per la loro attuazione.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.