Allegato B
Seduta n. 31 del 12/9/2001


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INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA

BELLILLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'estate 1998 il casello autostradale di Fabro (Terni), posto lungo l'autostrada A1 Milano-Napoli nel tratto Chiusi-Orvieto, è stato sottoposto ad automatizzazione parziale al fine di consentire il pagamento automatico diretto dei pedaggi senza ausilio dell'operatore;
tale automatizzazione del pagamento dei pedaggi, inizialmente prevista per le sole ore notturne, viene ora applicata - in alcuni casi - anche nelle ore diurne;
nelle intenzioni dell'ente gestore l'automatizzazione del pagamento dei pedaggi è stata giustificata con la necessità di ridurre i costi necessari per la remunerazione del personale ma nella realtà, anche quando il pagamento dei pedaggi funziona in automatico, almeno un dipendente addetto al casello è comunque sempre presente;
il pagamento automatico dei pedaggi crea continuamente disagi all'utenza per quanto riguarda l'inserimento delle banconote nella apposita macchina con notevole dispendio di tempo -:
per quali reali motivi la società Autostrade abbia applicato la scelta della automatizzazione del pagamento dei pedaggi;
quali provvedimenti si intendano assumere al fine di ridurre i disagi causati alla clientela del casello autostradale di Fabro (Terni) in conseguenza dell'applicazione del sistema automatico di pagamento dei pedaggi.
(4-00155)

Risposta. - In riferimento alle problematiche evidenziate dall'interrogante con l'atto ispettivo cui si risponde, l'Anas - Ente nazionale per le strade, interessato al riguardo, fa presente che la Società Autostrade S.p.a. ha da tempo dotato tutte le stazioni della propria rete di impianti di esazione a pagamento automatico ed ha gradualmente avviato l'ulteriore incremento dei sistemi automatizzati per la riscossione del pedaggio;
sono state così realizzate stazioni ad elevata automazione in cui la riscossione del pedaggio avviene esclusivamente tramite sistemi dinamici, automatici e self-service. In alcune stazioni la «telegestione» è attiva 24 ore su 24, mentre in altre - fra cui quella di Fabro - il pagamento automatico viene attivato soltanto nelle ore notturne, dalle 22.00 alle 6.00.
Per quanto riguarda i problemi rilevati presso la suddetta stazione di Fabro, la Società Autostrade riferisce che nel turno diurno, dalle 6.00 alle 22.00, è presente un operatore addetto all'esazione manuale del pedaggio, mentre in quello notturno è garantita la presenza di un altro operatore che interviene soltanto per possibili difficoltà degli utenti, ed è garantito, inoltre, un servizio di assistenza clienti situato presso la stazione stessa.
Nel caso in cui si verifichino, nelle ore notturne, difficoltà relative alla riscossione automatica del pedaggio, viene emesso uno


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scontrino di «mancato pagamento» che potrà essere pagato, entro 15 giorni dall'emissione e senza alcuna maggiorazione di costo, presso la stazione medesima, i «Punti Blu» o le altre stazioni delle rete autostradale. L'operatore di turno non è difatti abilitato all'esazione del pedaggio relativo al rapporto di «mancato pagamento».
Solo dopo la scadenza dei 15 giorni viene inviata al domicilio dell'utente una richiesta di pagamento, con le maggiorazioni previste in tal caso.
La Società Autostrade, inoltre, in previsione dell'adozione da parte dei Paesi comunitari della moneta unica, è impegnata in una radicale trasformazione degli impianti di cassa automatica per consentire all'utenza un più agevole impiego degli stessi. Tali nuovi impianti potranno ridurre i disagi di pagamento, in quanto le loro caratteristiche innovative consentiranno l'accettazione rapida di monete (stimata in 7 monete al secondo), con la conseguente velocizzazione del pagamento medesimo e la riduzione della possibilità di inceppamento delle monete stesse.
I primi prototipi dei nuovi impianti sono già operativi e, nel corso del corrente anno, è prevista la graduale installazione delle nuove casse automatiche sulle rete di competenza della Società Autostrade.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Ugo Martinat.

BURANI PROCACCINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è giunta a condizioni di insostenibilità la situazione dei collegamenti marittimi tra le isole Ponziane e la terra ferma;
da ormai troppi anni gli organismi competenti si disinteressano dei gravi problemi che devono affrontare gli abitanti delle isole Ponziane, costretti a recarsi presso le città della penisola per svolgere le proprie attività lavorative, si tratta di penalizzazioni ingiustificate che minano profondamente l'economia dei residenti isolani e ne degradano la qualità della vita;
i collegamenti tra le differenti isole Ponziane e tra queste e la terra ferma, sono oltre che costosissimi anche disagevoli e precari;
le corse che in generale interessano le isole sono insufficienti e nell'effettuarle non si tiene conto delle agevolazioni in favore dei residenti che per altre situazioni simili, ai sensi di norme vigenti, si adottano;
per porre fine a questo pesante stato di disagio (del quale si sono anche interessate testate locali e nazionali) e anche per eliminare il palese contesto di sperequazione a cui è sottoposta la società civile ponziana, si è costituito un comitato specifico di utenti che si sta adoperando nel segnalare la vicenda a tutti i soggetti interessati ed aventi competenze specifiche in materia -:
se non intenda interessarsi della vicenda citata in premessa e con urgenza adottare tutti i conseguenti provvedimenti che sono necessari per risolverla in modo concreto ed esaustivo;
se non ritenga di inserire nel prossimo Documento di programmazione economico e finanziario, un intervento organico di modernizzazione e di rafforzamento del sistema di collegamenti tra le isole Ponziane, sia tra le stesse, sia tra esse e la terra ferma.
(4-00151)

Risposta. - Con riferimento al quesito posto dall'interrogante, occorre premettere che la materia dei collegamenti marittimi con le isole minori è in via di profonda evoluzione, sia per la disciplina sia per il riparto delle competenze tra Stato e regioni.
Il Regolamento comunitario 3577/92 CE ha disposto, dal 1o gennaio 1999, la piena liberalizzazione dei servizi di cabotaggio marittimo con apertura del relativo mercato a tutte le navi battenti bandiera dei paesi dell'Unione.
Lo stesso stabilisce che qualora su determinate tratte per ragioni commerciali,


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l'offerta del mercato non sia adeguata alle esigenze di mobilità dei cittadini delle isole (per frequenza, qualità dei servizi, nonché per le relative tariffe) possano essere previsti obblighi di servizio, con compensazioni volte a colmare il divario costi-ricavi, da affidare mediante gara aperta a tutti gli operatori europei.
Il regolamento ha precisato, inoltre, che sono fatte salve, fino alla loro naturale scadenza, le convenzioni in atto alla data della sua entrata in vigore per lo svolgimento degli obblighi di servizio pubblico di trasporto marittimo.
Tale statuizione si applica alla Convenzione ventennale (con scadenza il 31 dicembre 2008) tra lo Stato e la soc. CA.RE.MAR (Campania regionale marittima) del gruppo Tirrenia, incaricata tra l'altro, di esercitare i servizi marittimi sovvenzionati
ex lege n. 160 del 1989 con le isole pontine.
Parimenti, il decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 trasferisce le competenze in materia di trasporto pubblico locale, ivi compreso quello marittimo, alle regioni; tale provvedimento, all'articolo 21, fa anch'esso salva la validità delle convenzioni in atto per lo svolgimento dei servizi sovvenzionati marittimi «fino alla scadenza delle stesse».
La normativa nazionale in tema di servizi marittimi sovvenzionati, nonché le conseguenti convenzioni tra lo Stato e le società del gruppo Tirrenia per lo svolgimento degli stessi, sono state oggetto di procedura
ex articolo 82, par. 2, del Trattato istitutivo dell'Unione, da parte della Commissione europea.
L'esecutivo comunitario, nell'apertura della procedura, ha ipotizzato che i servizi eserciti con convenzione dalla società del gruppo Tirrenia, potessero essere eccedenti rispetto a quelli minimi essenziali (ritenuti dalla Commissione stessa caratterizzanti gli obblighi di servizio pubblico), in presenza peraltro di un ampliamento del mercato che registrava la presenza sulle stesse rotte di più operatori.
L'apertura della procedura comunitaria ha costretto il Governo italiano a congelare l'adozione dei programmi quinquennali 2000-2004 per lo svolgimento dei servizi stessi; secondo le indicazioni comunitarie, sono stati anche sospesi i nuovi investimenti del piano industriale della Tirrenia (previsto dal piano di riordino della società stessa di cui alla delibera CIPE 9 luglio 1998) propedeutici in molti casi alle scelte per i nuovi programmi quinquennali.
Di conseguenza, con decreto interministeriale in data 8 marzo 2000, le società del gruppo Tirrenia e, quindi anche la soc. CA.RE.MAR., sono state autorizzate a continuare ad effettuare i servizi ad essa affidati sulla base degli assetti in atto alla data del 31 dicembre 1999.
Data la lunga durata della procedura comunitaria, sono state autorizzate limitate variazioni temporanee nei collegamenti con le isole pontine, per ragioni di ordine tecnico riguardanti i mezzi impiegati, per inderogabili esigenze - quali quelle riguardanti la sospensione dei servizi svolti da un armatore privato - ovvero per la parziale inagibilità del porto di Anzio.
Con decreto interministeriale del 20 marzo 2001, sono stati autorizzati alcuni interventi di razionalizzazione e riorganizzazione nel settore pontino (ritenuti di impatto non significativo sull'ammontare annuo della sovvenzione a carico dello Stato) per venire incontro alle più immediate esigenze rappresentate dalle autorità locali.
Detti interventi, naturalmente, sono stati individuati ed autorizzati previa consultazione con i rappresentanti dei comuni di Ponza e Ventotene, nonché con la regione Lazio. In particolare, con il provvedimento sopra citato è stata prevista la sosta notturna nei porti di Ponza e Ventotene rispettivamente di un mototraghetto veloce che, oltre a poter accedere più velocemente nel porto di Anzio in virtù del suo basso pescaggio, sembra meglio rispondere alle esigenze dell'utenza.
Quanto sopra premesso, in merito alle possibilità di un forte potenziamento dei servizi marittimi interessanti le pontine, anche attraverso apposite previsione da inserire nei documenti di programmazione economica finanziaria del Governo, si rappresenta quanto segue.


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Dal tenore della decisione C(2001) 1684, data 20 giugno 2001, con la quale la Commissione europea ha, al momento, chiuso la sopra ricordata procedura limitatamente alla sola società capogruppo Tirrenia (non anche per le società regionali, tra le quali come detto la CA.RE.MAR), emerge chiaramente che, nonostante il pieno riconoscimento della validità, fino alla loro naturale scadenza, delle vigenti convenzioni che disciplinano i servizi marittimi sovvenzionati, alle stesse, tuttavia, non può certo essere data una applicazione tale da far ricadere sotto la loro disciplina un'ampia istituzione di nuovi servizi.
Un forte potenziamento dei servizi marittimi, quale quello richiesto dall'interrogante sarebbe, inoltre, del tutto avulso dal sistema delineato dal menzionato decreto legislativo n. 422 del 1997 sul trasporto pubblico locale, il quale affida alle regioni gli interventi per assicurare la mobilità di persone e cose all'interno del proprio territorio, ivi comprese le isole.
Un forte ampliamento, al di là dei naturali aggiornamenti e miglioramenti tecnici, dei servizi oggetto della convenzione, sottraendoli per il loro affidamento alle ricordate procedure ad evidenza pubblica di cui al Regolamento 3577/92 CE, sarebbe certamente in violazione dei principi e delle regole comunitarie.
Risulta peraltro che già da tempo le regioni, tra cui la regione Lazio per le isole pontine, con forti interessi nei collegamenti marittimi si sono attivate per l'affidamento di obblighi di servizio pubblico per le proprie isole ad integrazione di quelli sovvenzionati dallo Stato.
Una più intensa collaborazione tra Stato e regioni in tema di regolazione dei flussi di traffico e mobilità dei cittadini, nonché un più significativo ruolo delle stesse per la eventuale istituzione di nuovi servizi marittimi, non compresi o che non è possibile ricomprendere tra quelli disciplinati dalle attuali convenzioni
ex lege n. 160 del 1989 e da affidare con le procedure di gara previste dal Regolamento 3577/92 CE, è l'unica via per una efficace risposta a nuove ed accresciute esigenze delle popolazioni e delle economie locali, non soddisfatte dalla espansione del mercato del cabotaggio marittimo.
Sarà, oltretutto, questa la via per un graduale passaggio delle responsabilità in materia di servizi marittimi di interesse locale dallo Stato alle Regioni, in vista della scadenza delle attuali convenzioni e per l'esercizio, da parte di queste ultime dopo il 2008, delle esclusive competenze in materia.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Ugo Martinat.

CIANI. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
la legge 29 dicembre 2000, n. 401, recante «Norme sull'organizzazione e sul personale del settore sanitario» ha inteso risolvere la condizione di precariato dei dirigenti medici che hanno prestato servizio per anni nel Sistema Sanitario Nazionale con incarichi provvisori;
la legge autorizza le Aziende Sanitarie Locali e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico a bandire concorsi con la riserva del 50 per cento dei posti disponibili a favore del personale sanitario laureato cui sia stato conferito un incarico provvisorio;
la legge ha carattere di «sanatoria» per i dirigenti medici carenti di specializzazione, che possono far valere il titolo di servizio di cui sopra come equipollente alla specializzazione nella disciplina, requisito minimo per l'accesso ai concorsi nel Sistema Sanitario Nazionale (la riserva dei posti opera anche in favore di chi, in carenza di specializzazione, abbia svolto un periodo di almeno 16 mesi complessivi di servizio in una determinata disciplina negli ultimi cinque anni);
i concorsi riservati possono essere banditi dalle Aziende Sanitarie Locali entro 180 giorni dalla entrata in vigore della legge -:
se non si ritenga opportuno intervenire affinché sia prorogato il termine


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dei centottanta giorni onde permettere alle Aziende Sanitarie Locali migliori possibilità di programmazione delle risorse ed evitare che per molti precari la legge non si riveli una «sanatoria» a tempo.
(4-00207)

Risposta. - Come indicato nell'atto parlamentare in esame, la legge 29 dicembre 2000, n. 401, recante «Norme sull'organizzazione e sul personale del settore sanitario»: ha lo scopo di risolvere alcune condizioni di precarietà dei dirigenti medici operanti nelle strutture del Servizio sanitario nazionale.
Detta normativa ha carattere di sanatoria e prevede sia le fattispecie da sanare sia i meccanismi procedurali per l'attuazione delle disposizioni.
La stessa normativa si riferisce, anzitutto, al personale impiegato nelle strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale che presta servizio da un certo periodo di tempo (due anni) in un posto o area o disciplina diversa da quella per la quale è stato assunto.
Per tali casi, la disciplina di cui alla legge n. 401/2000 prevede l'inquadramento, previa l'attivazione di un sistema di consultazione con le OO.SS., a domanda degli interessati nella disciplina diversa.
Tale inquadramento deve essere, comunque, disposto entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge stessa.
Inoltre, la normativa prevede il sistema della riserva, entro il limite del 50 per cento dei posti, a favore del personale sanitario laureato cui sia stato conferito un incarico provvisorio ai sensi dell'articolo 9, comma 17, della legge 20 maggio 1985, n. 207, recante «Disciplina transitoria per l'inquadramento diretto nei ruoli nominativi regionali del personale non di ruolo delle Unità sanitarie locali».
Per entrambe le fattispecie ora illustrate le disposizioni prevedono l'arco temporale di sei mesi per l'attivazione, da parte delle aziende sanitarie, compresi i policlinici universitari e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, dei meccanismi (Atti di inquadramento articolo 1; bandi di concorso articolo 2) per l'attuazione delle disposizioni di sanatoria.
La finalità dell'apposizione del termine è da ricondursi all'esigenza di definire in tempi rapidi situazioni di precarietà che si trascinano e che rischiano di compromettere la funzionalità dei servizi delle aziende citate, soprattutto se si tiene conto della situazione dei casi di esercizio di mansioni diverse da quelle relative alle discipline per le quali i soggetti interessati sono stati assunti.
Analoga preoccupazione è stata tenuta in considerazione per l'altra fattispecie di sanatoria, legata ai bandi di concorso.
Non è, infatti, pensabile che situazioni di precarietà possano essere procrastinate nel tempo senza che ne risenta il regolare funzionamento dei servizi e l'ottimale organizzazione degli stessi, attesa, peraltro, la durata limitata degli incarichi provvisori.
Pertanto, è interesse sia delle aziende in via generale sia dei singoli soggetti interessati all'applicazione dell'articolo 1, portare a definizione nei tempi previsti le relative procedure.
Conseguentemente, non si ritiene che uno slittamento dei termini previsti dalla legge n. 401/2000, differimento riservato ad un intervento legislativo, possa essere riguardato con favore, soprattutto se un fenomeno di eventuale ritardo negli adempimenti sia da ricondursi a casi isolati più che alla generalità.
Sotto tale profilo, peraltro, questo ministero non ha ricevuto alcuna segnalazione riferita a ritardi od omissioni, per cui sembra lecito presumere che, nella generalità, le disposizioni hanno avuto o stanno avendo attuazione.
Il Ministro della sanità: Girolamo Sirchia.

DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati offerti dal Ministero dell'interno alle pagine 116 e 117 del Rapporto sullo stato della sicurezza in


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Italia, l'Italia soffre di un tasso di rapine in banca del tutto atipico, se raffrontato agli altri paesi europei;
il nostro Paese ha un tasso di rapine venti volte superiore a quello della Svizzera, dieci volte superiore a quello della Germania e Regno Unito, quattro volte superiore a quello della Francia;
secondo lo studio del Ministero dell'interno «il nostro Paese detiene un vero e proprio record tra i Paesi dell'Europa occidentale nel campo delle rapine ai danni delle banche»;
il dato è straordinariamente preoccupante perché dimostra in modo inequivoco quale sia la reale situazione dell'ordine pubblico in Italia -:
quali siano le ragioni che hanno condotto l'Italia a detenere questo tristissimo primato e quali siano le misure che si intendono adottare per raggiungere il risultato minimale di avvicinarsi alle medie europee in relazione a questo particolare tipo di crimine.
(4-00212)

Risposta. - Il fenomeno delle rapine in danno di istituti di credito è costantemente seguito dal ministero dell'interno, nell'intento di individuare sempre più efficaci misure di contrasto anche attraverso periodici incontri a livello tecnico con l'A.B.I. finalizzati alla messa in sicurezza degli istituti in parola.
In tale contesto assai proficui sono i contatti con l'A.B.I., che, con le periodiche indagini effettuate sui sistemi preventivi e protettivi antirapina adottati dalle dipendenze bancarie, apporta un notevole contributo all'analisi dell'andamento criminoso in argomento.
Sul piano operativo, i questori sono stati sensibilizzati per il potenziamento dei servizi antirapina, soprattutto con riferimento alle fasce orarie rivelatesi maggiormente a rischio, nonché in ragione dell'ubicazione degli istituti, avvalendosi anche della collaborazione degli istituti di vigilanza privata.
Infine sulla scorta dei positivi risultati conseguiti a Roma e Milano, ove grazie a specifiche intese con gli istituti di credito, si è registrata nel 2000, una diminuzione di tali rapine rispettivamente del 21,20 per cento e del 31,58 del cento rispetto all'anno precedente, sono state invitate le altre autorità provinciali ad assumere analoghe iniziative su tutto il territorio nazionale.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.

DIANA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Tar Campania con sentenza del 18 giugno 2001 ha annullato, previa sospensione il decreto del rettore dell'Istituto Universitario «Suor Orsola Benincasa» n. 130 del 2001, con il quale veniva annullato il bando dei corsi polivalenti di specializzazione per gli insegnanti di sostegno, nonché l'atto interministeriale n. 10496 del 24 aprile 2001 con il quale si poneva fine ai suddetti corsi non iniziati alla data dell'1 aprile 2001;
a seguito della succitata sentenza del TAR l'Istituto «Suor Orsola Benincasa» di Napoli ha dato avvio alle procedure di selezione per l'espletamento dei corsi precedentemente annullati;
alcune Università, in ottemperanza della nota interministeriale n. 10496 del 24 aprile 2001, avevano revocato i bandi di indizione di nuovi corsi;
il decreto ministeriale n. 460 del 1998 fa obbligo di completare i corsi di specializzazione per gli insegnanti di sostegno entro l'anno 2000/2001 per le scuole secondarie ed entro il 2001/2002 per le scuole materne ed elementari -:
se e quali provvedimenti intenda assumere per restituire certezze circa la validità dei titoli dei corsi in fase di attivazione soprattutto a tutela degli aspiranti docenti che si apprestano a spese non irrilevanti ai fini dell'iscrizione ai corsi;


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quali provvedimenti intenda adottare per garantire il massimo di trasparenza in tutta la delicata vicenda dei corsi di sostegno;
se il Governo intenda riaperti tutti i termini temporali per l'attivazione dei corsi da parte di tutte le Università.
(4-00343)

Risposta. - Con riferimento al documento di sindacato ispettivo indicato in oggetto, inerente l'organizzazione di corsi biennali di specializzazione polivalente nel biennio 2000-2002 presso L'istituto universitario Benincasa, si fa presente quanto segue.
La formazione degli insegnanti di sostegno rappresenta un aspetto del più ampio tema della formazione dei docenti.
La legge 341/1990 ha previsto che alla formazione degli insegnanti provvedano le università con i corsi di laurea in scienze della formazione primaria per quanto riguarda gli insegnanti delle scuole materne ed elementari e mediante le SIS (scuole di specializzazione) per gli insegnanti della scuola media inferiore e superiore.
In attesa che si realizzi la disponibilità del personale docente munito di titolo di specializzazione per il sostegno conseguito nel corso di laurea per le scuole materne ed elementari e nella scuola di specializzazione per le scuole secondarie (rispettivamente fino agli anni accademici 2001-2002 e 2000-200l) è stato consentito alle Università - anche attraverso la stipulazioni di convenzioni con enti o istituti specializzati (previsti dall'articolo 14, quarto comma, legge 104/1992 di istituire ed organizzare corsi biennali di specializzazione per le attività di sostegno alle classi in presenza di alunni portatori di handicap.
Le condizioni di validità di tali corsi erano subordinate dalla normativa (articolo 6 D.I. 460/1998) al duplice requisito delle accertate esigenze di organico in ciascuna provincia e della conclusione dei corsi di specializzazione entro i predetti anni accademici.
In attuazione di tale normativa venivano attivati da parte di numerosi atenei corsi di specializzazione. Peraltro, con nota congiunta ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica - ministero della pubblica istruzione del 24 aprile 2001, gli atenei venivano invitati non indire nuovi corsi e a rinunciare definitivamente all'organizzazione di quelli per la formazione dei docenti di sostegno per la scuola materna ed elementare per i quali l'attività didattica, coerentemente con lo svolgimento dei corsi universitari, non risultasse effettivamente già iniziata alla data del 1o aprile 2001, nella considerazione che i tempi ristretti per l'attivazione del primo anno di corso oltre la data predetta potessero pregiudicare la buona organizzazione dei corsi medesimi e il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento.
In osservanza alla nota ministeriale, il rettore dell'Istituto universitario Suor Orsola Benincasa annullava il bando di concorso, con il quale era stato istituito, tra l'altro, un corso biennale di specializzazione polivalente nel biennio 2000-2002.
Il provvedimento di annullamento veniva impugnato innanzi al TAR della Campania che accoglieva i ricorsi proposti.
Al riguardo il ministero, al fine di acquisire i necessari elementi di valutazione per l'adozione dei provvedimenti più idonei a risolvere una così complessa vicenda, ha in primo luogo disposto una ispezione urgente per accertare se i provveditorati agli studi della Campania abbiano fornito all'Istituto universitario Suor Orsola Benincasa una quantificazione del fabbisogno del personale docente per le attività di sostegno.
Dalla documentazione esaminata emerge che i provveditorati hanno comunicato che non sussisteva il fabbisogno di personale docente da utilizzare per l'attività di sostegno nelle scuole.
Alla luce di tali risultanze, il ministro ha proposto appello avverso le sentenze del Tar della Campania, ritenendo che il rilascio di ulteriori titoli, non risponda ai requisiti formali e sostanziali di cui all'articolo 6 del D.I. citato sia per quanto concerne l'effettivo fabbisogno di docenti che per quanto riguarda il termine di conclusione dei corsi stessi (per la scuola elementare e materna) entro l'anno accademico 2001-2002.


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In sede di appello è stata inoltre richiesta la sospensione dell'esecutività delle sentenze impugnate, con le quali veniva disposto l'annullamento oltre che del decreto del Rettore dell'Istituto, anche della nota ministeriale del 24 aprile 2001.
Pertanto ogni determinazione riguardo ai provvedimenti da adottare per risolvere la questione è subordinata all'esito del proposto giudizio d'appello, la cui decisione, almeno per quanto riguarda la fase cautelare, dovrebbe essere imminente.
La decisione in sede giurisdizionale avrà poi rilievo anche ai fini della determinazione della validità dei titoli che l'Istituto Suor Orsola Benincasa dovesse rilasciare.
Infine - attesi gli effetti limitati alla fattispecie della sentenza emanata dal Tar della Campania, non ancora suscettibile di passare in giudicato- allo stato degli atti non possono intendersi riaperti i termini per bandire nuovi corsi di specializzazione.
Con l'occasione, si rende noto che il Sottosegretario Stefano Caldoro ha fornito analoga risposta all'interrogazione orale n. 5-00104 (Gambale e Rusconi) davanti alla VII commissione il giorno 26 luglio c.a..
Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca: Letizia Moratti.

GIACCO, RAFFALDINI e SCIACCA. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
a causa della vaccinazione obbligatoria antipoliomielitica molti bambini hanno subito danni di tipo irreversibile. La Legge 25 febbraio 1992, n. 210 regola la materia degli indennizzi ai suddetti soggetti danneggiati a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati;
le procedure applicative della legge si sono dimostrate complicate, i tempi di liquidazione dell'indennità sono lunghissimi (anni e anni), l'informazione e il sostegno alle famiglie sono praticamente nulli. Ciò ha comportato drammi familiari indescrivibili vissuti in solitudine e il moltiplicarsi di ricorsi alla Magistratura (con sentenze favorevoli);
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 ottobre 2000) prevede il trasferimento di risorse umane, finanziarie, strumentali e organizzative alle Regioni dal 1 gennaio 2001. Si stanno verificando, nella fase transitoria, ulteriori problemi per le famiglie -:
quali urgenti provvedimenti intenda intraprendere affinché si arrivi alla risoluzione delle problematiche e se non ritenga opportuno avviare un'indagine conoscitiva per verificare l'applicazione delle competenze da parte delle regioni.
(4-00209)

Risposta. - Ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri datato 26 maggio 2000 e dei successivi D.P.C.M. del 13 e 14 dicembre 2000, le funzioni e i compiti amministrativi di cui alla Legge 25 febbraio 1992, n. 210, sono stati trasferiti alle amministrazioni regionali, con decorrenza 1o gennaio 2001.
Questo Ministero, pertanto, ha organizzato il trasferimento delle pratiche concernenti gli indennizzi richiesti dai cittadini danneggiati a causa delle vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati agli Assessorati regionali competenti, suddividendo i fascicoli secondo le regioni di appartenenza e predisponendo per ciascuno un'apposita scheda che illustra lo stato della pratica.
Si è provveduto, in seguito, ad inviare le pratiche alle regioni che hanno deciso di procedere immediatamente, in modo autonomo, all'assunzione delle funzioni loro attribuite dalla normativa poc'anzi richiamata.
In tali casi, è stata predisposta una lettera che informa i cittadini interessati dell'avvenuto trasferimento funzionale e che viene spedita contestualmente alla partenza dei singoli fascicoli.
Per quanto concerne le regioni che hanno chiesto, ai sensi dell'articolo 52 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388 «Disposizioni per la formazione del bilancio


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annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001)», di potersi avvalere delle strutture organizzative degli uffici dell'amministrazione centrale dello Stato già titolari delle funzioni ora trasferite, si precisa che il Ministero della Sanità ha concordato con le Regioni interessate le modalità ed il contenuto di tale collaborazione, continuando nel contempo ad espletare la procedura istruttoria fino al completamento delle pratiche e che, in caso di esito positivo, sta provvedendo, inoltre, a trasmettere le pratiche stesse alle regioni per la liquidazione dell'indennizzo, dandone contestuale comunicazione ai cittadini interessati.
In tale contesto rientra anche la partecipazione ad una riunione svoltasi presso la regione Veneto, a cui hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell'Economia è delle Finanze, al fine di esaminare ed esprimere eventuali osservazioni su una bozza di accordo da sottoporre in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Nel corso della stessa riunione si è concordemente preso atto che, a seguito della conclusione delle procedure relative alla mobilità del personale, lo strumento dell' «avvalimento», previsto dal citato articolo 52 non può più essere utilizzato.
In ogni caso, il Ministero della Sanità ha inteso precisare che permane la competenza per la liquidazione degli indennizzi relativamente alle regioni a Statuto Speciale e alle province Autonome di Trento e Bolzano, assicurando, inoltre, la massima disponibilità e collaborazione alle regioni che si sono avvalse della procedura di «avvalimento» per la presa in carico delle restanti pratiche.
Il Ministero della Sanità intende riservare la massima attenzione sulla materia in questione anche successivamente alla piena attivazione della gestione delle procedure di indennizzo da parte delle regioni, la quale, come emerge da quanto ora delineato, appare tuttora in fase di assestamento.
Il Ministro della sanità: Girolamo Sirchia.

LUCCHESE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è in corso il rifacimento della piazza principale di Alcamo «piazza Ciullo»;
vi è da parte dei cittadini la preoccupazione che la nuova opera possa alterare l'aspetto storico della piazza e renderla anonima con delle realizzazioni che possono alterare il suo contesto storico, tutto ciò non può essere ammesso -:
se la Sovrintendenza competente sia in grado di fornire precise assicurazioni affinché il progetto non alteri la fisionomia della piazza e garantisca il suo valore storico.
(4-00418)

Risposta. - Si fa presente che, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 agosto 1975, n. 637, le competenze statali in materia di tutela del paesaggio e di antichità e belle arti nel territorio della Regione siciliana sono esercitate dalla Regione.
Si assicura, tuttavia, che questo Ministero provvederà a segnalare quanto denunciato alla Soprintendenza regionale, per il tramite del Commissario dello Stato.
Il Ministro per i beni e le attività culturali: Giuliano Urbani.

MARINELLO, ANGELINO ALFANO e FALLICA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lo scorrimento veloce sud occidentale sicula, asse viario di fondamentale importanza per il collegamento tra le province meridionali della Sicilia e particolare interesse per le province di Agrigento e Trapani, versa in pessime condizioni, si registrano ulteriori difficoltà dovute all'interruzione del traffico all'altezza della galleria Belvedere, in territorio di Sciacca ed al procrastinarsi della chiusura al traffico del viadotto Carboy -:
se non ritenga assolutamente indispensabile ed urgente provvedere a riparare con sollecitudine i citati manufatti;


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potenziare il sistema dei collegamenti stradali nelle provincie siciliane citate;
avviare una verifica mirante ad accertare le cause e le responsabilità dell'enorme ritardo dell'Anas nell'affrontare definitivamente tali problematiche.
(4-00191)

Risposta. - In riferimento alle problematiche evidenziate dall'interrogante con l'atto ispettivo cui si risponde, l'ANAS - Ente Nazionale per le Strade, interessato al riguardo, fa presente che il viadotto «Carboi», la cui costruzione, lungo la strada statale n. 115 (dal km 99+374 al km 101+380), risale ai primi anni '70, è un'importante opera d'arte della lunghezza di circa due chilometri.
Il viadotto in questione è costituito da n. 37 campate di luce e presenta un'altezza variabile dai 10 agli oltre 60 metri rispetto al piano di campagna; in particolare, gli impalcati sono costituiti da due travi con ali superiori collegate da una soletta di m. 1,80 di larghezza e di 22 cm di spessore.
Negli ultimi anni l'Ente nazionale per le strade ha provveduto periodicamente a lavori di riparazione per risanare alcune campate; attualmente sono in fase di ultimazione i lavori per la riparazione dell'impalcato della campata n. 35, intervento necessario per l'improvvisa comparsa di lesioni longitudinali in corrispondenza dell'interfaccia tra le ali delle due travi e la soletta di collegamento delle stesse ali. Tali lavori hanno comportato la chiusura del viadotto e la deviazione del traffico su percorso alternativo.
I lavori, consegnati all'impresa esecutrice in data 30 gennaio 2001, dovevano essere ultimati entro novanta giorni; tuttavia, a causa di problemi giudiziari del titolare dell'impresa, sono Stati oggetto di sospensione forzata con conseguente abbandono del cantiere in condizioni tali da non consentire la riapertura del traffico. I lavori sono stati ripresi successivamente in data 18 giugno u.s. ed il 19 luglio il viadotto è stato riaperto al traffico.
L'Ente ha inoltre riferito di aver effettuato indagini sia statiche sia dinamiche sul viadotto «Carboi» circa il grado di conservazione ed il comportamento dell'opera sotto carico, e si stanno nel frattempo attuando localmente modesti interventi di riparazione allo scopo di salvaguardare la pubblica incolumità.
Inoltre, trattandosi di una importante opera d'arte, l'Ente sta procedendo alla progettazione di un intervento generale di riqualificazione, attraverso soluzioni tecniche che consentano di effettuare i lavori a traffico aperto, anche se selezionato.
Per quanto concerne le opere di risanamento della calotta della galleria «Belvedere», ubicata lungo la strada statale n. 115, in territorio di Sciacca, l'Ente ha riferito che i lavori procedono regolarmente ed il traffico è stato deviato su un percorso alternativo, in accordo con l'Amministrazione comunale.
Infine, si fa presente che nel programma triennale 2001-2003 è stato inserito un progetto, per un importo di circa 40 miliardi, che interessa il tratto della Statale citata dal km 102, bivio S. Bartolo, al km 117, Sciacca e che prevede l'eliminazione di numerosi innesti a raso, con la razionalizzazione di due strade laterali e di alcuni svincoli a livelli sfasati, nonché opere di civilizzazione.
Il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti: Ugo Martinat.

MOLINARI. - Al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
la Finmeccanica ha annunciato ufficialmente la volontà di voler cedere il 49 per cento della Firema Trasporti;
la Firema la cui holding detenuta dal 51 per cento dai tre soci di maggioranza Fiore Marchiorello e Regazzoni è in liquidazione dallo scorso mese di gennaio;
è attivo presso il ministero dell'industria un tavolo con le organizzazioni sindacali concernente il settore delle costruzioni ferroviarie;


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si è in attesa del varo del piano industriale da parte della Firema e che la mediazione del governo Amato aveva impedito che la società procedesse ad una serie di tagli che avrebbero messo in serio pericolo il futuro stesso della società;
cresce la preoccupazione dei lavoratori nei diversi stabilimenti sulle prospettive occupazioni e sul mantenimento stesso delle unità produttive, come nel caso dello stabilimento di Tito (Potenza);
in Basilicata il settore delle costruzioni ferroviarie rappresenta una voce importante del tessuto industriale con tre stabilimenti Firema di Tito (Potenza), Ansaldo segnalamento ferroviario di Tito (Potenza) e Ferrosud di Matera e circa 600 addetti;
l'integrazione Ansaldo-Breda avvenuta di recente dopo l'accordo del marzo 1999 apre una serie di prospettive al settore, anche in chiave europea;
vi è il rischio che una mancata ricapitalizzazione della Firema possa portare ad una crisi dell'intero settore in considerazione della necessità che venga garantita la continuità delle forniture per Ansaldo-Breda -:
se non ritenga di intervenire con la massima urgenza affinché venga adottata una seria politica industriale per il settore delle costruzioni ferroviarie salvaguardando le unità produttive ed i livelli occupazionali di promuovere in Basilicata, di concerto con la regione, il cosiddetto «polo ferroviario» evitando che il know how tecnologico possa essere disperso mettendo a repentaglio centinaia di posti di lavoro.
(4-00074)

Risposta. - La società Firema Trasporti riunisce aziende che da anni progettano e producono materiale rotabile e impianti per trazione. Nel 1993 è stata realizzata la fusione per incorporazione nella Firema Trasporti S.p.A delle società operative controllate dalla stessa, allo scopo di integrare le risorse industriali e finanziarie per affrontare con maggiore competitività le richieste del mercato nazionale e internazionale.
La società è controllata al 51 per cento dalla Firema Finanziaria (costituita da tre soci privati Fiore, Macchiorello e Ragazzoni) ed al 49 per cento da Finmeccanica S.p.A.
La Finmeccanica S.p.A, capofila dell'industria manifatturiera pubblica, ha a sua volta proceduto ad una sua riorganizzazione. La società ha più volte manifestato l'intenzione di voler cedere la sua quota azionaria in Firema Trasporti alla restante compagine aziendale, ma attualmente la trattativa risulta ancora in corso.
La Firema Trasporti S.p.A, dopo la perdita di 265 miliardi dichiarata nel 1999, di cui oltre 200 attribuiti ad oneri di ristrutturazione, ha provveduto nell'assemblea dei soci del 27 giugno c.a. ad approvare il bilancio 2000 all'unanimità ed è stata confermata l'intenzione di consentire la prosecuzione dell'attività aziendale tramite interventi particolari da effettuarsi entro il 2001. Pertanto, attualmente non sembra confermato l'avvio di una fase liquidatoria.
Relativamente alle problematiche occupazionali, l'organico di Firema Trasporti è di circa 1.180 dipendenti (distribuiti nei siti di Sesto San Giovanni, Padova, Spello, Caserta e Tito). L'organico di Tito (PZ) è di circa 180 dipendenti, di cui circa 25 in CIGS, a rotazione. È in corso, presso il ministero del lavoro una procedura di CIGS per crisi aziendale dall'1.04.2001 al 31.03.2002. Gli accordi sindacali sottoscritti al riguardo prevedono anche la presentazione, entro i termini della suddetta CIGS, di un piano di ristrutturazione aziendale per il rilancio della Società.
Il Ministro delle attività produttive: Antonio Marzano.

MUSSOLINI. - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. - Per sapere - premesso che:
da tempo l'Isola d'Ischia è oggetto di una azione di insetti e parassiti. In special modo, da alcuni anni, con straordinaria proliferazione ed effetti devastanti, uno di


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essi, la «Marchaelina» hellenica sta letteralmente distruggendo e diradando le pinete nel territorio del comune di Ischia. Inoltre, alcuni studiosi ritengono vi possano essere migrazioni dell'insetto verso l'interno dell'isola e verso occidente in direzione del comune di Casamicciola Terme;
è probabile che, essendo molti esemplari morti ed altri ancora gravemente infestati dal parassita, vi sia l'oggettiva probabilità che la situazione, procedendo senza adeguati contrasti con trattamenti specifici, cure dedicate, finanziamenti particolari, possa causare una inesorabile quanto catastrofica devastazione del patrimonio ambientale dell'isola;
qualora lo stato delle cose rimanga immutato, vi sarebbe una indubbia minaccia sull'avvenire di cittadini isolani poiché una progressiva intensificazione dei danni derivanti dalla infestazione del parassita potrebbero dapprima eliminare i pini di Ischia e, successivamente, pregiudicare la qualità e la consistenza delle pinete del Cretaio in Barano e del Bosco della Maddalena in Casamicciola Terme;
si ritiene che un utile strumento potrebbe essere una Conferenza di servizi Stato-Regione Campania-Comuni isolani e la convocazione di tecnici ed esperti delle Regioni e delle università per fermare il fenomeno, debellare il parassita e compiere quelle operazioni urgentissime come l'estrazione delle radici degli esemplari ormai secchi, la cura dei terreni con gli elementi necessari alla loro fertilizzazione, se necessario, e infine alla selezione e alla piantumazione di nuove specie per ridisegnare il volto dei parchi pubblici;
Ischia vive di turismo e una profonda ferita alle sue ricchezze ambientali potrebbe significare il definitivo tracollo di un sistema che già segna alcune difficoltà -:
quale sia lo stato di informazioni che il Ministro interrogato ha sull'argomento, se e quali iniziative abbiano eventualmente già assunto gli enti competenti, nonché se intenda valutare la possibilità di istituire la Conferenza di servizi Stato-Regione Campania-Comuni isolani e la convocazione di tecnici ed esperti delle Regioni e delle università per fermare il fenomeno.
(4-00084)

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in oggetto, concernente i gravi effetti che l'insetto «Marchalina ellenica» ha prodotto e produce alle pinete dell'Isola d'Ischia si assicura, innanzitutto, che il fenomeno è stato ed è tuttora oggetto di costante e vigile attenzione da parte del Coordinamento Regionale del Corpo Forestale dello Stato di Napoli d'intesa con i competenti Uffici della Regione Campania.
Infatti, al fine di controllare efficacemente tutti i focolai di infestazione già presenti e di minimizzare i rischi di una ulteriore diffusione dell'insetto ad aree indenni, è stato emanato il D.M. del 27 marzo 1996 «Lotta obbligatoria contro la cocciniglia
Marchalina hellenica (Genn.), nel territorio della Regione Campania», il quale, tra l'altro, prevede:
l'espletamento di accertamenti annuali sistematici, volti a verificare la presenza del fitofago su tutti i pini presenti sul territorio campano ed, in particolare, sull'Isola d'Ischia, al fine di individuare tempestivamente eventuali nuovi focolai e delimitare le zone infestate;
l'esecuzione obbligatoria sulle piante di pino colpite dalla malattia di interventi di controllo della
Marchalina hellenica che, devono essere effettuati a cura e spese dei proprietari delle piante infestate, nel rispetto delle direttive tecniche e delle modalità fissate dal Servizio Fitosanitario Regionale;
il divieto di trasporto delle piante o parti di piante ospiti del fitofago sia nell'ambito dell'Isola d'Ischia che da questa a tutto il territorio nazionale, senza la preventiva autorizzazione del Servizio Fitosanitario Regionale;
la distruzione immediata sul posto del materiale vegetale di risulta della potatura di piante di pino infestate dal fitofago.


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La Regione Campania, dopo aver effettuato già negli anni 1996-97, alcuni interventi sperimentali per il controllo di M. hellenica, definiti con il concorso di docenti del Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi «Federico II» di Napoli, ha elaborato, fin dal 1998, il Progetto «Aenaria» (Interventi fitosanitari integrati per la tutela dei pini d'Ischia). Il Progetto ha lo scopo di realizzare, a livello dimostrativo, una serie coordinata di idonee misure atte a contrastare lo stato di deperimento generale dei pini presenti sul territorio ischitano, debilitati dall'azione dell'insetto che rende le piante maggiormente predisposte all'attacco di altri fitofagi, quali, il Blastofago (Tomicus destruens).
Nell'ambito del Progetto sono già stati attuati i seguenti interventi:
Etichettatura di ogni singola pianta di pino presente nei territori dei Comuni di Ischia Porto, Barano e Casamicciola, rilievo dei relativi dati dendrometrici nonché dello stato fitosanitario attraverso l'esecuzione, nell'ambito del territorio comunale di Ischia Porto, delle operazioni di abbattimento ed immediata distruzione con il fuoco delle piante di pino secche o gravemente compromesse, esecuzione di specifici interventi fitosanitari sulle piante infestate da
Marchalina hellenica o da altri litofagi e potatura dei pini con conseguente arieggiamento ed eliminazione di branche e rami secchi o infestati da Blastofago;
Realizzazione e gestione di un insettario, per l'allevamento di organismi entomofagi utili al controllo biologico di numerosi parassiti diffusi su alcune delle essenze arboree ed erbacee facenti parte della flora ischitana.

Inoltre, come previsto dal Progetto, è stato costituito il «Comitato tecnico-scientifico per la difesa fitosanitaria dei pini d'Ischia», composto da esperti in possesso di specifiche competenze nelle discipline agroselvicolturali e di difesa fitosanitaria delle essenze agrarie e forestali.
Il Comitato ha indirizzato i propri lavori su due direttrici, la prima diretta ad approfondire le indagini sull'eziologia del deperimento, a cui, in alcuni casi, fa seguito la morte delle essenze di pino presenti ad Ischia, visto che nel corso del primo triennio di attuazione degli interventi previsti dal Progetto «
Aenaria», è emerso che, oltre all'azione parassitaria svolta dalla M. hellenica, numerosi altri fattori, di natura sia biotica (Blastofago e funghi parassiti della rizosfera) che abiotica (squilibri idrico-nutrizionali, problemi pedologici, stess eco-ambientali, spinta antropizzazione dell'habitat di crescita, ecc.), concorrono a debilitare le piante, la seconda volta ad allestire alcune prove sperimentali di controllo a bassissimo impatto ambientale.
Nell'ambito delle attività divulgative previste dal progetto «
Aenaria», è stato, altresì, attivato uno sportello di consulenza fitosanitaria, a cui è possibile rivolgersi per ottenere utili informazioni sulle strategie di controllo della Cocciniglia greca e del Blastofago. Un tecnico regionale preposto a tale sportello informativo svolge, contestualmente, anche un monitoraggio attento e puntale sullo stato fitosanitario delle essenze di pino presenti sul territorio isolano.
Infine, l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, al fine di fronteggiare la grave emergenza fitosanitaria che ha colpito l'Isola d'Ischia, ha presentato un disegno di legge regionale «Incentivazione di interventi a carattere territoriale per il controllo delle emergenze fitosanitarie conclamate», approvato dalla Giunta Regionale in data 20 luglio u.s.; esso prevede, tra l'altro, l'erogazione di contributi (fino al 70 per cento dei costi sostenuti) per l'attuazione di interventi volti al controllo di conclamate emergenze fitosanitarie, che possono riguardare coltivazioni agrarie, forestali o essenze vegetali anche facenti parte del verde urbano.
Il Ministro delle politiche agricole e forestali: Giovanni Alemanno.

PASETTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
numerosi abitanti della zona Centocelle, residenti nelle vie e piazze adiacenti


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al tratto di viale Palmiro Togliatti compreso tra via Prenestina e via Collatina ed al Mattatoio Comunale si sono ripetutamente e pubblicamente lamentati per la situazione di degrado in cui sono costretti a vivere e per le crescenti preoccupazioni che nutrono ogni giorno per la propria incolumità e per quella dei propri familiari;
nei giorni scorsi alcuni importanti quotidiani hanno dedicato articoli al problema della prostituzione e dei traffici di vario genere che si svolgono anche in pieno giorno in tale zona;
pur apprezzando gli sforzi compiuti dalle forze dell'ordine per garantire maggiori livelli di sicurezza, risulta che a tutt'oggi permangono le condizioni denunciate dagli abitanti e dalla stampa cittadina -:
se non si ritenga opportuno verificare l'effettiva gravità dei fatti riferiti ed eventualmente mettere in atto maggiori controlli e misure di vigilanza più efficaci.
(4-00034)

Risposta. - L'area ricompresa nel quadrilatero costituito dalle Vie Prenestina, Palmiro Togliatti, Collatina e Giovan Battista Valente, che delimitano una zona di campagna a ridosso del quartiere «Centocelle», è oggetto di un'intensa attività di controllo del territorio, che ha permesso di conseguire positivi risultati sotto il profilo della repressione della c.d. «criminalità diffusa».
Si registra, infatti, nel primo semestre di quest'anno, una diminuzione dei reati denunciati di oltre il 10 per cento ed un incremento tendenziale degli arresti pari al 25 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2000.
Dai dati forniti dalla questura di Roma, inoltre, nel periodo di riferimento, risultano identificate 8.791 persone (con un aumento del 33,3 per cento) e controllati 3.605 veicoli, rispetto ai 2.848 dell'anno scorso (con un incremento del 26,5 per cento).
L'attività di contrasto dell'immigrazione clandestina ha consentito di effettuare, nel primo semestre di quest'anno 14 espulsioni con accompagnamento alla frontiera, mentre per altri 54 extracomunitari è stato emesso il provvedimento di espulsione con intimazione. Sono stati, infine, avviati presso un centro di trattenimento temporaneo altri 20 cittadini extracomunitari.
Al fine di contrastare la prostituzione il Prefetto di Roma ha disposto, nell'ambito del piano di controllo coordinato del territorio, un'ulteriore intensificazione delle attività di prevenzione nelle aree dove il fenomeno è maggiormente presente.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.

SERENA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle attività produttive. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 28 e il 29 maggio sono stati svaligiati più di 70 appartamenti in comune di Bibione di San Vito al Tagliamento;
nonostante le associazioni turistiche e alberghiere vadano da tempo denunciando l'escalation di simili episodi, non si è posto alcun rimedio al ripetersi di tali atti di criminalità;
la stazione dei carabinieri della cittadina balneare non è assolutamente in grado di assicurare un efficace servizio di prevenzione a causa della più volte denunciata carenza di personale -:
se non si intenda provvedere a far fronte immediatamente a questa emergenza che rischia di compromettere gravemente l'economia di Bibione e dell'intera zona, fiore all'occhiello del turismo italiano.
(4-00167)

Risposta. - All'indomani dei fatti criminosi evocati nell'interrogazione, il Prefetto di Venezia, accogliendo anche le richieste del Sindaco di San Michele al Tagliamento e delle associazioni degli operatori turistici locali, ha disposto l'ulteriore intensificazione dei dispositivi di controllo del territorio, con l'impiego anche di personale dei


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Reparti della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri.
È stato, inoltre, immediatamente potenziato l'organico della Stazione Carabinieri di Bibione con altri quattro militari.
Successivamente, la tematica della sicurezza pubblica nelle località turistiche della provincia è stata approfondita in un'apposita riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 19 giugno scorso, al fine di individuare mirate misure anche per diffondere un maggior senso di sicurezza nelle popolazioni interessate.
Si precisa, infine, che nell'ambito dei servizi di rinforzo estivi pianificati dal Dipartimento della pubblica sicurezza di questo Ministero, è stato disposto, dal 15 giugno al 15 settembre, l'ulteriore potenziamento del presidio dell'Arma di Bibione con l'invio di 15 militari, nonché di due motoveicoli, due autovetture e due radiomobili.
Il Ministro dell'interno: Claudio Scajola.

SINISCALCHI. - Al Ministro della sanità. - Per sapere - premesso che:
l'associazione EpaC che si adopera per sensibilizzare la prevenzione dell'epatite C, nonché per fornire assistenza alle persone colpite dalla grave malattia infettiva, lamenta la scarsa considerazione delle istituzioni sanitarie nella promozione di campagne informative relative alla maggiore conoscenza del virus;
l'organizzazione no profit, che si occupa anche di fornire assistenza ai malati di epatite C, ha rappresentato nei giorni scorsi, in un documento inviato all'interrogante, la assenza di interventi ministeriali diretti ad una sensibilizzazione nonché ad una campagna informativa e preventiva più consona alla gravità della infezione ed all'elevato numero di persone contagiato;
il comitato EpaC ha stimato che il 3 per cento dei cittadini italiani sia interessato dal virus in oggetto e che la percentuale sia addirittura notevolmente più elevata nelle regioni meridionali -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di promuovere campagne informative e preventive che siano in grado di intervenire concretamente sia sul fronte dell'informazione che su quello del sostegno nei confronti delle organizzazioni di volontariato che si occupano meritoriamente di fornire assistenza ai malati di epatite C;
se non intenda istituire un rapporto di collaborazione e collegamento tra il dipartimento malattie infettive del ministero della sanità ed organizzazioni, come il Comitato EpaC, quotidianamente contattate da migliaia di cittadini desiderosi di informazioni e conforti per fronteggiare il grave problema socio-sanitario.
(4-00056)

Risposta. - Ai sensi del Decreto del Ministro della Sanità del 15 dicembre 1990, «Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive», al Ministero della Sanità - Direzione Generale della Prevenzione - debbono essere trasmesse le notifiche obbligatorie delle epatiti virali acute NANB.
In base agli studi cinici oggi disponibili, si stima che il 70 per cento di queste epatiti possono essere attribuite al virus C: pertanto si può affermare che, anche per l'epatite C, si è osservata una riduzione del numero di casi negli ultimi anni.
Infatti, la morbosità della malattia (tasso di incidenza annuale per 100.000 abitanti) era di 5 nel 1985 ed è stata dell'1,4 nel 1999.
Tale riduzione si è osservata sia al Nord che al Sud del nostro Paese.
Come per l'epatite B, l'incidenza della forma acuta è maggiore tra i giovani adulti.
Questo Ministero non elabora dati relativi alla prevalenza dei soggetti anti-HCV positivi e, quindi, ricava le informazioni relative alle forme cronico-degenerative che possono conseguire alla malattia, anche a distanza di molti anni, dagli studi «ad hoc» e dalle stime riportate in letteratura medica.
La letteratura corrente riporta che, nel nostro Paese, circa 1.500.000 soggetti sono anti-HCV positivi.


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A tale proposito, occorre sottolineare come la positività per anti-HCV di per sé non permetta, se non con ulteriori indagini, di stabilire che il soggetto sia viremico, e cioè potenzialmente infettivo, o che presenti la «cicatrice» immunitaria dell'avvenuta infezione e successiva malattia, la quale spesso decorre in modo asintomatico e viene riscontrata o ad un controllo casuale o qualora se ne manifestino, a distanza, le sequele.
La letteratura corrente, inoltre, riporta che in base alla distribuzione per età della positività per anti-HCV risulta che il virus è poco presente tra i giovani, e che la prevalenza aumenta con gli anni, concentrandosi nelle fasce di popolazione di età più avanzata, nelle quali si evidenziano anche la maggior parte dei casi di forme cronico-degenerative (epatite cronica, cirrosi e carcinoma del fegato) sensibili e specifici per la rivelazione dell'infezione: in considerazione del tempo trascorso dall'infezione e del conseguente stadio della malattia, le attuali indicazioni terapeutiche non sono applicabili alla stragrande maggioranza di tali casi.
La Direzione Generale della Prevenzione ha divulgato agli Assessorati Regionali alla Sanità, agi URP delle Aziende USL e alle Aziende Ospedaliere apposite schede tecnico-informative, prodotte nell'ambito di un progetto finalizzato, concernenti le epatiti virali A-B-C-Delta-E (semplici informazioni su: malattia, modalità di trasmissione, comportamenti da evitare per la prevenzione, eventuali profilassi disponibili), rivolte alla popolazione generale e scaricabili da Internet dal sito
www.sanita.it/malinf alla voce Prevenzione.
La stessa Direzione Generale fornisce, nell'ambito delle proprie attività, a chiunque ne faccia richiesta, informazioni aggiornate su prevenzione e controllo delle malattie infettive, nonché - qualora richiesti - esprime pareri per il patrocinio ministeriale a congressi, corsi, opuscoli e campagne divulgative il cui contenuto riguardi la prevenzione e il controllo delle malattie infettive.
Questo Ministero intende istituire - quanto prima - uno specifico Servizio rivolto alla comunicazione con i cittadini, proprio al fine di sviluppare e potenziare l'informazione e la divulgazione concernente le problematiche relative alla prevenzione e delimitazione delle malattie infettive.
D'altro canto, questo Ministero ritiene che le proprie campagne informativo-educative attuate soprattutto nei riguardi delle fasce giovanili attraverso messaggi per la prevenzione di altre patologie a trasmissione parenterale, possano risultare efficaci anche per la prevenzione dell'epatite virale C.
Il Ministro della sanità: Girolamo Sirchia.