CATANZARO, 28 GIUGNO 2002
RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO
PARTECIPANO I SENATORI ANTONIO CRINO’, LOREDANA DE PETRIS, NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI, RENZO MICHELINI E GAETANO PASCARELLA E I DEPUTATI OSVALDO NAPOLI, DONATO PIGLIONICA, MICHELE TUCCI E MICHELE VIANELLO.
I lavori cominciano alle 9.30.
Incontro con il direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli.
PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Loreti per aver accolto il nostro invito. La Commissione è interessata a valutare anche da fatti specifici e da singole questioni come il ciclo dei rifiuti in questa regione manifesti la sua efficienza. E’ soprattutto interessata ad avere una serie di dati che possono essere utili per una comprensione più completa del fenomeno, in modo particolare per ciò che riguarda Catanzaro. Vorremmo per esempio conoscere la quantità dei rifiuti trattati nell’impianto che dirige, la tipologia di tale impianto anche dal punto di vista tecnico; vorremmo anche sapere se sia vero che alcune parti dell’impianto non siano funzionanti, con una conseguente e significativa riduzione della sua potenzialità, addirittura ad un terzo, con macchinari realizzati e mai utilizzati.
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Vorrei preliminarmente inquadrare il mio ruolo nell’azienda: sono il direttore tecnico del gruppo SLIA di Roma e svolgo la mia funzione in tutte le attività del gruppo. Mi occupo di tutto il settore tecnico, progettuale, impiantistico e servizi.
Per quanto riguarda l’attività della SLIA nell’impianto di Catanzaro, la società è risultata aggiudicataria di un appalto di concessione che ha avuto il suo avvio nel maggio 1999; è subentrata ad un impianto esistente, realizzato in precedenza, che operava la selezione dei rifiuti indifferenziati e che aveva una linea di produzione di CDR ed una linea di compostaggio, con una discarica a servizio. La concessione cui ha partecipato e che si è aggiudicata consisteva nella ristrutturazione di questa linea di selezione, nella realizzazione di una linea di compost di qualità, vale a dire da rifiuti selezionati a monte, nella realizzazione di una linea di valorizzazione dei materiali provenienti dalle raccolte differenziate secche, nella realizzazione di alcuni presidi ambientali che mancavano, come un impianto di trattamento del percolato, impianti di trattamento delle aie di processo, nonché dell’ampliamento della discarica di servizio.
Per scelta di processo, in quanto il processo esistente era diverso da quello che la SLIA ha sperimentato in altri impianti, proponemmo il rifacimento completo della linea di selezione oltre alla linea di realizzazione del compost, a quella di valorizzazione e a quelle che ho citato prima. Siamo subentrati nel maggio 1999 ed abbiamo proseguito nella gestione delle linee preesistenti, iniziando i lavori di realizzazione delle nuove linee, che ora sono conclusi: tutte le linee sono in fase di avviamento, di gestione sperimentale. In particolare sono in esercizio la nuova discarica, l’impianto di trattamento del percolato ad osmosi inversa e l’impianto di valorizzazione delle raccolte differenziate secche, mentre la linea di selezione di produzione del CDR è in fase di avvio. Quella di compost verde potrebbe essere in fase di avvio, ma purtroppo non abbiamo materiali in ingresso; infatti, non si svolgono ancora le raccolte differenziate e quindi dovremo vedere con la direzione lavori se avviarla comunque per constatare la reale funzionalità della linea, in attesa che i comuni conferitori attivino le raccolte, fornendoci materiali idonei.
Vi è stata una fase transitoria, che ormai è in via di conclusione, in cui, proprio per necessità di ristrutturazione, abbiamo dovuto dismettere l’aia di maturazione della frazione umida selezionata dal rifiuto urbano, quella che avrebbe prodotto il cosiddetto compost grigio, che continueremo a produrre e che sarà destinato per la ricopertura delle discariche, non possedendo le caratteristiche agronomiche compatibili con l’impiego in agricoltura; a quest’ultima sarà invece destinato il compost verde, quello di qualità, con la linea specifica per i materiali provenienti da raccolte differenziate.
Nel 1999 abbiamo trovato l’impianto che procedeva alla selezione del secco e dell’umido: l’umido lo metteva in aia per la stabilizzazione e poi lo usava come materiale di copertura. Non produceva CDR e quindi tutta la linea della pellettizzazione e dell’addensamento della frazione secca era ferma.
PRESIDENTE. Il CDR dove lo bruciate?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Non c’era all’epoca, e mi risulta sia in costruzione, l’inceneritore di Calabria sud, che ritengo sia quello di Gioia Tauro, che dovrà ricevere il CDR prodotto da noi.
PRESIDENTE. Quindi lo stoccate?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Siamo in fase di avviamento. Stiamo cominciando a produrre delle balle. Non è un problema in questo momento, ma lo sarà ritengo subito dopo l’estate, quando la linea comincerà a funzionare a pieno e di conseguenza il 30 per cento circa dei materiali in ingresso (ora siamo attestati intorno alle 90 mila tonnellate l’anno di rifiuti) sarà selezionato ed imballato come combustibile e dovrà trovare una allocazione, altrimenti sarebbero sottratti volumi in discarica per stoccarlo, riducendo la durata prevista per la discarica, che è destinata a ricevere soltanto gli scarti di tutte le linee e quindi una frazione molto bassa.
MICHELE VIANELLO. Voi dovrete chiedere l’aiuto esterno per poter stoccare il CDR e per non esaurire la discarica di servizio?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Mi risulta – ne ho parlato con il direttore dei lavori qualche settimana fa – che tra gli obblighi previsti nell’appalto per la costruzione dell’inceneritore a Gioia Tauro vi sia quello di prenderlo comunque e di stoccarlo. Non dovrebbe essere un nostro problema. Noi siamo già attrezzati con i mezzi di trasporto; adesso siamo in fase di messa a punto, di taratura (si tratta di cinque linee, che ho citato prima, che sono abbastanza impegnative), ma possiamo trattare intanto almeno la metà sulla nuova linea in modo da verificare la funzionalità dell’impianto ed il rispetto dei parametri di progetto.
PRESIDENTE. In attesa che partano queste cinque linee, c’è un vaglio per la separazione del secco?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Avviene la separazione sull’indifferenziato, del secco dall’umido.
PRESIDENTE. In realtà, è cento per cento tal quale.
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli. Operiamo una separazione sui ferrosi, facciamo dei trattamenti sugli ingombranti per una riduzione volumetrica e stiamo iniziando a lavorare sulla nuova linea, dove otteniamo già dei significativi risultati. Per quanto riguarda le raccolte multimateriali, dall’inizio del mese di maggio sono in funzione le linee di valorizzazione e le due società miste – Ambiente e servizi e Schillace – che conferiscono raccolte multimateriali da noi, che poi vengono selezionate e valorizzate (separiamo carta, plastica, lattine di alluminio e così via).
PRESIDENTE. Quindi, nell’ultimo periodo avete registrato un decremento di quantità conferita.
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli.
Ho dei dati aggregati concernenti il trend degli ultimi anni: nel 2001 ci siamo attestati intorno alle 90 mila tonnellate l’anno; l’anno precedente eravamo sulle 88-89 mila. Vi è stato un trend di crescita, e adesso non abbiamo dei riscontri significativi, essendo partiti soltanto da maggio con gli impianti di valorizzazione; possono dire però che effettivamente non abbiamo un grosso conferimento di materiali; abbiamo due o tre conferimenti a settimana e complessivamente ci arriveranno intorno alle 10 tonnellate, quantità non significative. Però non possiamo dire che esista un’inversione di tendenza rispetto al passato. Certo è che le nostre linee sono dimensionate: il target della concessione parlava complessivamente di 134 mila tonnellate l’anno; per quanto concerne le due linee che trattano raccolta differenziata secco-umido, dovrebbero trattare complessivamente intorno alle 40 mila tonnellate l’anno. Noi siamo dimensionati per trattare circa 10 mila tonnellate di umido, 30 mila di secco e 90 mila di indifferenziato; attualmente abbiamo un ingresso di rifiuti che è molto a di sotto delle potenzialità dell’impianto.
PRESIDENTE. Quanti abitanti servite?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli.
Dovremmo stare intorno ai 300 mila abitanti. Abbiamo 39 conferitori: il più importante è Catanzaro, con circa il 30 per cento dei coferimenti.
GAETANO PASCARELLA. La tariffa qual è?
ROBERTO LORETI, Direttore dell’impianto di depurazione di Catanzaro Lido-Alli.
Circa 81 lire al chilogrammo. Nel piano economico che ha determinato le 81 lire e che ovviamente è dimensionato sull’impianto a regime è compreso il tributo speciale per lo smaltimento in discarica degli scarti, e ci sono anche delle royalty per il comune, che verranno attribuite nel momento in cui l’impianto andrà a regime.
PRESIDENTE. Ringrazio l’ingegner Loreti e spero di avere ulteriori occasioni che ci consentano di valutare il lavoro svolto, auspicando che queste cinque linee di produzione partano celermente, non solo per mettere a regime l’intero sistema ma soprattutto per rendere più efficiente il ciclo e per una maggiore valorizzazione del materiale.
Incontro con i presidenti di provincia.
PRESIDENTE. Ringrazio l’ingegner Fuda, presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria. La Commissione intende acquisire una serie di elementi conoscitivi relativi alla gestione dei rifiuti, approfondendo in modo particolare i profili di maggiore criticità in relazione sia alla fase di programmazione sia alle questioni dell’impiantistica presente nella regione.
Nell’ambito di questa ricognizione è utile comprendere i ruoli ed i livelli istituzionali anche alla luce della particolarità della Calabria, regione commissariata per quanto attiene alla gestione dei rifiuti. E’ nostra intenzione conoscere il ruolo, le attività, le iniziative poste in essere, quelle in atto e quelle ancora da definire dei comuni e delle province, in modo particolare nella provincia che lei presiede.
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Signor presidente, la ringrazio per l’invito, ma per la verità non mi sono ancora insediato. Siamo alle prime battute. Posso esprimere il mio punto di vista perché ho un’esperienza regionale: sono stato assessore ai lavori pubblici e sono ancora consigliere regionale; per qualche anno ho anche avuto la delega all’ambiente, quando è stato avviato il piano, ora nella fase intermedia, del commissariamento.
Per quanto riguarda provincia e comune, qui l’attività è completamente commissariata; mi pare che i lavori siano a buon punto, e sull’argomento potrà riferire meglio il commissario. Avverto però una questione squisitamente tecnica: noi abbiamo impostato un piano che ha puntato molto sulla raccolta differenziata; non intendo muovere critiche, voglio soltanto esprimere il mio punto di vista, che può domani servire per mettere a punto il sistema. La scelta di puntare sulla raccolta differenziata è stata compiuta a livello nazionale: ho l’impressione che questo sistema, se non messo a regime così come era nell’impostazione teorica, per creare occupazione e così via, nel tempo creerà qualche difficoltà; non mi pare infatti che la percentuale di differenziata che doveva essere raccolta sia stata fino ad oggi rispettata. A mio avviso avremmo fatto meglio a puntare su altri sistemi, per esempio procedere alla raccolta indifferenziata e creare poi la differenziazione per la valorizzazione dei vari materiali all’impianto, come hanno fatto in America. Ho infatti l’impressione che alla fine incontreremo difficoltà nell’applicazione.
Ho vissuto l’esperienza della famosa discarica di Condofuri, che ho chiuso allora come assessore; si trattava di una delle discariche sulle quali erano nate delle contestazioni. Ho avuto il coraggio e la fortuna di chiuderla, e non è successo niente. Per quanto riguarda abusi, un allarme esiste - ma riporto le sensazioni della società - per preoccupazioni di discariche che possono arrivare al mare; come può avvenire, non lo sappiamo, però esistono preoccupazioni di questo tipo, soprattutto perché sulle spiagge in estate e anche in inverno registriamo presenze la cui provenienza non riusciamo a motivare. Si sta procedendo peraltro ad un’azione di bonifica delle fiumare, le discariche abusive si stanno contenendo, però sulle spiagge arriva questo materiale. C’è inoltre una schiuma che neanche le università ed i laboratori più attrezzati sono riusciti a spiegare da dove provenga.
PRESIDENTE. Il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti ieri ci ha riferito che si avvia a rimettere le deleghe; anche il ministro Matteoli, nel corso di un’audizione, ha riferito che si sta procedendo ad una forte riflessione rispetto alle proroghe dei commissariamenti. Ovviamente questo comporta il rientro nei limiti, nelle prerogative e nelle competenze degli enti locali. La provincia che lei inizia a presiedere è pronta a questo compito?
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Ho voluto fare questa nuova esperienza principalmente per spingere sui concetti di valorizzazione degli enti locali. Questa è una delle tante questioni che intendo affrontare, perché personalmente sto facendo una storia sulle deleghe, perché nel Mezzogiorno abbiamo bisogno di far nascere una nuova classe dirigente, che si può costruire soltanto con l’impegno diretto e con la responsabilizzazione. Si tratta di un processo che va affrontato e superato il più presto possibile. Noi non chiediamo solo queste deleghe, chiediamo anche quelle del decreto n. 112, perché in particolare in Calabria siamo in ritardo, e su questo stiamo facendo una questione politica. Saremo incapaci a gestirle? Allora pagheremo noi, ma è un passaggio dal quale non possiamo esimerci, è obbligato per costruire un nuovo assetto istituzionale nella regione, in cui crediamo, perché dalla responsabilizzazione può nascere una nuova classe dirigente.
MICHELE VIANELLO. Posso apprezzare la dichiarazione di principio, perché è ovvio che gli enti locali devono responsabilizzarsi. Ma se a fine anno vi rimetteranno le deleghe, avrete il personale, le risorse, le qualificazioni per poter predisporre un piano provinciale dei rifiuti e per mantenere un rapporto di controllo e di direzione nei confronti degli enti gestori?
Quanto alla raccolta differenziata, ho un’opinione un po’ diversa dalla sua, ma non importa. Ripeto, avete gli strumenti necessari? Rivendicare autonomia senza avere poi i mezzi per gestirla significa darsi la zappa sui piedi.
PRESIDENTE. Tenendo presente le cose sagge affermate dal collega Vianello, il presidente si riferiva ad una autonomia da chiedere, ma qui si tratta di materia istituzionalmente delegata alle amministrazioni provinciali, e quindi, appena viene meno il commissariamento, non occorre chiedere autonomia ma c’è da registrare il proprio impegno e la propria capacità sul piano operativo.
La nostra Commissione non ha alcun intento inquisitorio, piuttosto ha il desiderio di comprendere i fenomeni, tentando magari di anticiparli cercando un minimo di raccordo tra quanto ci è stato riferito e l’idea di quel che accadrà nelle prossime settimane.
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
I processi si accompagnano. Io ho guidato il processo di trasferimento delle competenze della ex Cassa per il Mezzogiorno dallo Stato alla regione, perché ero ai vertici di quella struttura nel servizio acquedottistico, che in Calabria, quando è iniziato l’intervento straordinario, aveva 1.800 litri di acqua al secondo, mentre alla fine ne aveva 12.000. Se vogliamo i processi di trasferimento, dobbiamo accompagnarli; dobbiamo stabilire se crediamo nel ruolo degli enti locali, e allora il processo si accompagna; non si può pretendere che, dalla sera alla mattina, l’ente locale abbia tutto il necessario. La classe dirigente si può costruire, come è stata costruita nel commissariamento; infatti, quando si è avuto il commissariamento io già avevo l’esperienza professionale di ingegnere nell’ex Cassa, l’ho vissuta all’interno come ruolo politico, abbiamo formato in virtù di decreti una classe dirigente prendendo personale da altri enti. Se le province intendono operare un questo modo, ci mettiamo intorno ad un tavolo per vedere come costruire questo processo di accompagnamento. Quando non si vuole ottenere una cosa, si emana una legge dalla sera alla mattina, e il destinatario non è pronto: dobbiamo capire se vogliamo che il destinatario sia in grado di funzionare, e nel caso di risposta affermativa lo convochiamo e lo mettiamo sotto tutela, dopo di che eventualmente lo si espropria.
Io seguo in modo particolare la questione delle deleghe, e ci credo, però qui da noi chi ha il potere se lo tiene e costruisce dei blocchi: non coinvolge e non produce. Chi non ce l’ha lo reclama a parole, però di fatto non spinge per prenderselo, perché ha paura del ruolo nuovo. Questa è la situazione esistente, ma dobbiamo superarla accompagnando questo processo e spiegando che c’è uno scenario nuovo da costruire, diversamente non cambierà mai niente.
Quanto alla differenziata, non ho una posizione preconcetta; dato che sono un tecnico, non vorrei spingermi troppo in là. Noi abbiamo avuto due esperienze in Italia: la prima è fallita, la seconda l’abbiamo portata ad un buon livello con il ministro Ronchi. Qui da noi non sta funzionando, incontriamo difficoltà. Quando facciamo certe scelte dobbiamo vedere su quale corpo umano andiamo a mettere il vestito.
MICHELE VIANELLO. Lo sa che se conferisce alle piattaforme che poi procedono alla differenziata paga di più?
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Io faccio un’altra osservazione: e se il sistema così com’è non funziona?
MICHELE VIANELLO. Bisogna lavorarci, perché è troppo semplice alzare le mani e dire che il sistema non funziona. Non esiste al mondo che si raccolga solo il 2 per cento di differenziata! Dovete cominciare a farla anche voi!
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Intanto mi deve dare atto di aver toccato un argomento che è sul tavolo: se la vogliamo incrementare e vedere dove il meccanismo non funziona, dobbiamo capire che ci caliamo in una realtà dove non esiste una consolidata cultura del servizio. Dobbiamo sapere come costruire i processi. Poiché il mio obiettivo è quello di ripulire la regione perché l’economia turistica è la nostra unica nostra speranza e quindi l’ambiente è fondamentale, quando vedo che il processo non mi sta dando i risultati sperati comincio a parlare. O ci sforziamo per incrementare la differenziata e cogliamo un risultato oppure dobbiamo verificare cosa debba essere cambiato. Comunque, la regione la dobbiamo pulire.
PRESIDENTE. Che la strada sia rappresentata dalla differenziata è un dato incontrovertibile sotto l’aspetto normativo e sotto quello culturale. Lei pone con grande saggezza ed equilibrio il problema di come far funzionare questa prospettiva, e questo è un altro tema. È invalsa con forza una tendenza a limitare i commissariamenti, che hanno rappresentato una sorta di deresponsabilizzazione degli enti locali; come lei giustamente ha detto, la deresponsabilizzazione dell’ente locale è la cosa peggiore che si possa determinare. Occorre certamente un accompagnamento di processi e dei fenomeni così complessi, ma non c’è dubbio che l’accompagnamento sia su questa linea, vale a dire sulla raccolta differenziata e della valorizzazione. Il vero fallimento registrato per ora sul piano nazionale è quello della riduzione della quantità di rifiuti prodotti, e questo è l’altro aspetto che va approfondito. In questo senso ci permettiamo di sollecitarla a considerare che tra qualche mese, indipendentemente dalle volontà autonomistiche (lo dice chi è stato vicepresidente dell’unione delle province), la provincia assumerà in Calabria un ruolo forte in questa materia, crollando le deleghe. L’invito è a quel traguardo si giunga con gli strumenti più adeguati possibile. Certo, non tutto dipende dalle amministrazioni provinciali e comunali, in quanto ci sono altri livelli istituzionali. Il ruolo della Commissione qui è anche quello di sollecitare tutti ad assumersi le proprie responsabilità, il che significa poi rendere complessivamente un servizio.
MICHELE TRAVERSA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Catanzaro. Sono completamente d’accordo con quanto ha detto il mio nuovo collega, presidente provinciale di Reggio Calabria: il problema fondamentale è quello del trasferimento delle funzioni e delle competenze alle amministrazioni provinciali, ma quando parliamo di trasferimento di funzioni e di competenze ci riferiamo anche al trasferimento di risorse umane, finanziarie e strumentali. Il decreto n. 112 non porterà a cascata il trasferimento di queste funzioni; abbiamo già visto cosa è accaduto in consiglio regionale in ordine alle deleghe in materia di agricoltura, che sono state approvate non soltanto dal decreto n. 112 ma anche da una legge regionale del 1998: di fatto non è stata trasferita alcuna risorsa umana, finanziaria e strumentale. Quindi, al di là di questi adempimenti, occorre vedere se realmente vi sia la volontà di trasferire queste competenze.
Noi, come amministrazione provinciale di Catanzaro, naturalmente nei limiti delle difficoltà dei bilanci provinciali, ci stiamo attrezzando per accettare la fine del commissariamento e quindi il trasferimento. Da circa un anno e mezzo abbiamo costituito una polizia provinciale, perché il compito più importante dell’amministrazione provinciale è quello del controllo, e noi lo stiamo attuando con i nostri poliziotti, che naturalmente dispongono di tutta la tecnologia che abbiamo messo a loro disposizione.
Si porrà anche il problema di accedere ai fondi comunitari: anche questa è una dolente nota. Occorrerà vedere come accedere a tali fondi e cosa sia rimasto di residuale dopo tutta l’attività svolta dal commissario.
Altra problematica è costituita dal mancato funzionamento dell’ARPA e dell’ARPA Calabria; neanche un mese fa è stato approvato il regolamento dal comitato di indirizzo di quest’ultima, e anche in quel caso di parla di trasferimento di personale dell’ex PMP, ma allo stato l’ARPA Calabria non funziona e tutto ricade sulle spalle dell’amministrazione provinciale, che dispone di pochissimi mezzi e di pochissime risorse umane.
PIETRO FUDA, Presidente dell’amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Tornando all’esistenza o meno della volontà di trasferimento, mi sembra che con il commissariamento si sia attinto anche a fondi comunitari che erano di competenza delle province (si tratta di svariate centinaia di miliardi). Non vorremmo che alla fine si attuasse un trasferimento alla province senza capire però se siano disponibili altre risorse o se siano state tutte utilizzate, visto che si trattava di risorse delle province. Non conosciamo la situazione. Ci sediamo e la verifichiamo.
Quanto alla vicenda relativa al settore agricolo, per quanto riguarda l’agricoltura ed i trasporti mi sto preparando a contestare e a procedere alla messa in mora.
PRESIDENTE. Anche su queste ultime problematiche sollevate sul piano delle risorse finanziarie, saremo ben lieti di acquisire anche successivamente atti ed elementi utili a comprendere le anomalie dei processi di trasferimento di deleghe e di competenze in assenza di risorse. Siamo disponibili ad accogliere sollecitazioni ed elementi che consentano una più completa valutazione da parte della Commissione, che non intende verificare in modo censorio lo stato della situazione, dividendo in un immaginario libro i buoni e i cattivi; la finalità è quella di percepire tutti gli elementi di criticità già registrati e quelli successivi per tentare di offrire delle soluzioni e dei percorsi che permettano di evitare che queste criticità perdurino e soprattutto che il disastro ambientale degli ultimi anni possa provocare ulteriori danni.
Vi ringrazio per il contributo che ci avete offerto.
Saluto e ringrazio per la sua presenza l’assessore provinciale all’ambiente della provincia di Crotone, Lucio Cosentino.
La nostra Commissione è interessata ad acquisire ogni elemento conoscitivo rispetto alla problematica della gestione dei rifiuti e, nella fattispecie, a comprendere come le autonomie locali esercitino la loro attenzione su questo tema, quali iniziative abbiano posto in essere e quali elementi utili possano offrirci in prospettiva, anche alla luce delle considerazioni che ci sono state rassegnate ieri dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, il quale ha intenzione di cominciare a cedere entro la fine dell’anno alcune deleghe in materia. A ciò fa riscontro l’affermazione del ministro Matteoli, da noi audito in Commissione, che ci ha detto che non esiste una propensione naturale da parte del Governo a favore della proroga dei commissariamenti.
Ciò premesso, le do senz’altro la parola.
LUCIO COSENTINO, Assessore provinciale all’ambiente di Crotone. Rispetto ad altre province abbiamo la fortuna di registrare la presenza di una società mista costituita fra tutti gli enti locali e l’amministrazione provinciale: tutto quanto riguarda i rifiuti solidi urbani e la raccolta differenziata viene conglobato nella discarica consortile, per cui da questo punto di vista non vi sono grandi problemi.
Le difficoltà che da noi continuano a sussistere, peraltro già note, riguardano il settore dei rifiuti tossico-nocivi, quello dei liquidi industriali e quello dei rifiuti nocivi pericolosi. Occorre fare una distinzione molto precisa. Leggevo stamattina sul giornale che il problema sarebbe rappresentato dai farmaci e dai rifiuti ospedalieri: da questo punto di vista, in effetti, la situazione non è totalmente tranquilla. Come certamente saprete, le ASL hanno l’obbligo previsto per legge di aggiudicare le gare d’appalto per lo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi, dei rifiuti ospedalieri e ora anche dei pezzi umani. Ciò fa sì che si arrivi alle gare con le varie ATI (associazioni temporanee di impresa), le quali producono materiali e mezzi spaventosi per l’aggiudicazione della gara, ma non si sa mai se poi il referente corrisponda o meno quei materiali e quei mezzi. L’associazione temporanea di impresa fa sì che al momento dell’aggiudicazione tutto risulti perfetto, dopo di che non si sa cosa avviene.
Un problema fondamentale che a mio avviso non è facilmente risolvibile è che, mentre rispetto ai rifiuti solidi urbani e alla raccolta differenziata si riesce ad effettuare un certo monitoraggio (abbiamo istituito l’osservatorio sui rifiuti, che è collegato con quello nazionale), diventa problematico fare lo stesso per quanto riguarda questi altri tipi di rifiuti. Al momento dell’aggiudicazione delle gare – e parlo delle ASL perché il problema reale è quello – la legge prevede che le ATI o singole società che partecipano alla gara stessa dichiarino nella loro offerta dove effettueranno lo smaltimento del rifiuto. Con l’inserimento dei codici e con la catalogazione di tanti altri materiali (come ad esempio il carbonio, per cui oggi anche i filtri dell’aria condizionata sono considerati rifiuti tossici) si creano molte difficoltà. Accade allora che chi ha avuto l’aggiudicazione per i prodotti X e Y per tre anni, nel corso dell’anno si è trovato di fronte alla difficoltà di dover smaltire anche Z, e di individuare un luogo dove farlo.
Le ditte che si aggiudicano questo tipo di appalti specificano dove smaltiranno i rifiuti. Tuttavia molto spesso accade che rifiuti raccolti a Crotone vengano smaltiti a Milano, per poi tornare per vie traverse. Si entra allora nel campo della differenziazione, a proposito del quale forse occorrerebbe compiere uno sforzo dal punto di vista legislativo per catalogare meglio questo tipo di rifiuti. Il mondo dello smaltimento è organizzato a settori, in modo tale che ciascuno di essi non dia fastidio agli altri: c’è chi si occupa di liquidi, chi di solidi, chi di pezzi umani, chi di ferriti, e così via. Un chiarimento a monte dell’impostazione seguita consentirebbe agli operatori di lavorare meglio.
L’altra vicenda che credo sia nota a tutti è quella per cui le zone limitrofe alla città risultano totalmente inquinate da materiali tossici. Ultimamente il bollettino pubblicato dall’OMS ha documentato un incremento spaventoso di forme neoplastiche nei cittadini di Crotone. Ci troviamo di fronte al problema di Pertusola: siamo stati convocati più volte dal commissario, dal prefetto di Crotone e dal prefetto Catenacci per chiederci quale fosse il modo migliore per smaltire le ferriti che giacciono lì da parecchio tempo. Credo siate in possesso di una nuova ordinanza del commissario che dà disposizioni alla società Sigea circa il modo in cui smaltirle.
Durante la prima riunione mi ero permesso di proporre un modo per smaltire le ferriti se davvero c’era l’intenzione di evitare problemi alla cittadinanza. Il nostro compito attuale si limita al controllo dell’effettuazione di quanto disposto dal commissario; in quella sede – che era di carattere interlocutorio - ci era stato chiesto un parere sulle modalità di smaltimento e avevamo pensato di indicare la via a nostro avviso migliore per evitare che crescesse ulteriormente la presenza di neoplasie nella cittadinanza. Ci siamo trovati però di fronte ad una richiesta finanziaria elevata per cui l’esigenza di risparmiare ha avuto il sopravvento su quella di tutela.
A questo punto forse conviene fermarsi perché se in quel caso le ferriti si fossero smaltite con i criteri inizialmente individuati …
PRESIDENTE. Quanto costava, assessore?
LUCIO COSENTINO, Assessore provinciale all’ambiente di Crotone. Non lo so, presidente, perché il problema riguardava la società ex-Pertusola che doveva smaltirlo. Tuttavia il sistema che proponevamo forniva una garanzia totale perché si era di fronte a tre problemi. Anzitutto, trattandosi di polvere, occorreva bagnarla per evitare che si disperdesse nell’aria; ma anche questo sistema lascia il tempo che trova perché la polvere si trasformava in grumi che a loro volta si asciugavano e tornavano ad essere polvere. Queste ferriti venivano caricate su una nave che li conduceva a Porto Vesme; ma questa metodologia di smaltimento non è sicuramente la migliore. La proposta che avevamo avanzato, se non sbaglio, in sede regionale, alla presenza dei prefetti, della ASL, della provincia e del prefetto di Crotone, contemplava dei container stagni. Ciò faceva sì che le ferriti non si diffondessero nell’aria o nel mare. Ovviamente questo sistema comportava una spesa maggiore perché poi subentrava il problema di come caricare i container nel porto di Crotone, che non dispone dell’attrezzatura adatta: bisognava spostarsi a Gioia Tauro.
Questa proposta è stata quindi respinta perché troppo onerosa. In una successiva riunione svoltasi in prefettura i tecnici della ex-Pertusola hanno illustrato il problema affermando che avevano cercato anche altri modi di imballaggio per smaltire le ferriti, ma anche in questo caso non si è arrivati ad alcuna conclusione. Alla fine è stata adottata l’ordinanza del commissario che prevede alcune cose abbastanza positive, anche se a nostro avviso non si tratta del non plus ultra per tutelare la salute della gente.
Non so se abbiate mai visto fotografie relative alla condizione delle ferriti: ve le posso far vedere e, se lo desiderate, farvene pervenire copia. I documenti che state osservando documentano lo stato delle ferriti all’interno del sito: entriamo nel campo più vasto perché il sito è stato considerato inquinato a livello nazionale e si è parlato di un suo recupero ma poi non si è più saputo nulla. Il senatore Filippelli ha fatto di questo problema un suo cavallo di battaglia perché giustamente è sensibile a tale problematica. Pare che queste ferriti, entro nove mesi, verranno smaltite.
Sembra ormai certo che la permanenza di tali sostanze ha fatto sì che a trenta centrimetri sotto il livello del suolo si riscontri un inquinamento totale da materiali ferrosi. Ripeto ancora che a mio avviso il nostro vero problema è quello relativo ai rifiuti tossico-nocivi e a quelli pericolosi.
PRESIDENTE. Assessore, mi fa piacere dirle che un tema oggetto della nostra attenzione è proprio quello da lei indicato e noto che lei ha sottolineato opportunamente la necessità di smaltire quanto prima le ferriti, ovviamente nelle condizioni di massima sicurezza possibile. Lei stesso ha evidenziato come il perdurare di questa condizione di inquinamento senza controllo è dannosissimo non solo per la salute dei cittadini ma anche per il sottosuolo. Si pone quindi la necessità di una bonifica consistente e significativa non solo delle centinaia di discariche non più in uso ma anche di situazioni emergenziali come questa, che sicuramente ha un rilievo nazionale.
LOREDANA DE PETRIS. Mi pareva di aver compreso dalla relazione del commissario che il primo progetto per lo smaltimento di Pertusola-sud era stato presentato direttamente dalla società concessionaria; tale progetto non era stato ritenuto adeguato e per questo motivo ne era stato elaborato un altro. Volevo chiederle se avete avuto un ruolo come provincia nel dare i pareri o comunque avete fornito un contributo diretto sui progetti prospettati per lo smaltimento.
MICHELE VIANELLO. È in atto un qualsiasi procedimento penale nei confronti della società responsabile dell’inquinamento dell’area? È la stessa società che dovrebbe essere incaricata della sua bonifica? Se fosse così, ciò avrebbe una serie di risvolti perché mi sembra incredibile che chi ha determinato questo disastro possa valorizzare in seguito l’area: invece del principio "chi inquina paga" vigerebbe il principio "chi inquina ci guadagna".
LUCIO COSENTINO, Assessore provinciale all’ambiente di Crotone. Noi siamo stati contattati dalla regione e in quell’occasione avanzammo la proposta di utilizzare i container stagni. In base alle nostre pur limitate conoscenze, studiando il piano presentato dall’ENI per lo smaltimento delle ferriti lo abbiamo giudicato del tutto inadeguato. Ripeto che rappresentavamo solo una parte interlocutoria: abbiamo cercato di offrire il nostro contributo. In una fase successiva abbiamo avuto un ulteriore incontro presso la prefettura di Crotone durante il quale abbiamo ribadito l’importanza del problema ed il fatto che le nostre competenze riguardano il controllo e la verifica dell’applicazione delle ordinanze commissariali. Quando si sbatte contro un muro di gomma, si torna nel proprio ruolo.
LOREDANA DE PETRIS. Ricordo che era stato dato un incarico all’ENEA per fornire indicazioni valide allo scopo.
LUCIO COSENTINO, Assessore provinciale all’ambiente di Crotone. Sono notizie di cui sono a conoscenza ma non sono ufficiali perché, come sapete, il procedimento è governato dal commissario. Da dichiarazioni effettuate in quell’occasione da parte della società che doveva smaltire le ferriti, che poi è quella titolare del sito e che fa riferimento all’ENI, emerse che era stata contattata anche l’ENEA. Se vogliamo dirla tutta, ci siamo fatti promotori dell’iniziativa di bloccare lo smaltimento delle ferriti perché inizialmente esse venivano smaltite nel modo che ora vi descriverò: arrivavano i camion su cui venivano caricate le ferriti le quali, senza alcuna copertura, partivano per i luoghi di destinazione.
I nostri ispettori – abbiamo fatto in modo che acquisissero uno status di organi di polizia giudiziaria – hanno scoperto che le ferriti, durante il trasporto, volavano dappertutto. Abbiamo comunicato questo fatto e tutto è stato bloccato.
PRESIDENTE. Ovviamente avete reso tale comunicazione anche all’autorità giudiziaria.
LUCIO COSENTINO, Assessore provinciale all’ambiente di Crotone. Certamente: più volte l’autorità giudiziaria è stata da noi interessata mediante tali comunicazioni.
Per quanto riguarda il problema della bonifica, di solito si dice che chi sporca pulisce; ma si parlava di 250 miliardi per la bonifica del sito. Spendendoli tutti, il sito sarebbe stato bonificato; ma il ragionamento da fare è complessivo – e non è questa la sede adatta – perché l’inquinamento è ampio. Comunque, con quella somma credo si potrebbe ottenere un buon risultato relativamente al sito. Non penso che la società ENI potrebbe fare lo stesso rispetto ad un altro soggetto che non ha interesse, anche perché – possiamo dircelo apertamente – noi non sappiamo che cosa ci sia là sotto, ma loro sì. Una società che trovasse alcune cose durante la bonifica avrebbe tutto l’interesse a proseguirla; qualche altra potrebbe avere l’interesse a non trovare nulla. Comunque, conosciamo quale sia la potenza di ENI.
PRESIDENTE. Ringrazio l’assessore Cosentino per il contributo che ci ha offerto; su questo problema il commissario ci ha riferito che esisteva un’ipotesi di autobonifica che, alla luce di due successive valutazioni tecniche – probabilmente facendo anche riferimento al supporto offerto dall’amministrazione provinciale di Crotone – si è ritenuta incongrua. Ci ha anche riferito che il commissariato sta procedendo ad effettuare una gara in danno: ovviamente comprendiamo la dimensione del fenomeno, anche sul piano delle conseguenze negative sulla salute dei cittadini.
Incontro con i sindaci.
PRESIDENTE. Vorrei ringraziare i rappresentanti delle amministrazioni comunali presenti. La Commissione intende acquisire una serie di elementi conoscitivi relativi alla gestione dei rifiuti, approfondendo in modo particolare taluni profili di maggiore criticità sia in relazione alla fase più complessiva di programmazione, sia in rapporto alle questioni relative alle attività impiantistiche, sia infine in relazione alla situazione dei singoli comuni per quanto concerne la raccolta e lo smaltimento non solo dei rifiuti solidi urbani. Vorremmo comprendere se si siano verificati fenomeni tali da far sospettare l’esistenza di pressioni o di attenzione da parte della criminalità organizzata su questo settore.
Inoltre, dopo una stagione di deresponsabilizzazione degli enti locali mediante il commissariamento, talune deleghe saranno presto restituite, anche perché il ministro Matteoli ci ha detto che nutre significative perplessità circa le proroghe del commissariamento medesimo. Vorremmo quindi comprendere come i comuni si stiano attrezzando per gestire la prossima fase e capire quali difficoltà si siano finora registrate.
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Mi sono insediato nel 1997 ed abbiamo trovato una situazione in cui il servizio di raccolta veniva effettuato all’interno dell’amministrazione comunale e nel frattempo era stata costruita una discarica con i fondi della Comunità europea: il costo del conferimento, mediante una convenzione, ci è stato addirittura abbonato. Dopo tre anni abbiamo cominciato a pagarlo ma nel frattempo l’amministrazione comunale aveva privatizzato il servizio mediante una gara, risparmiando l’80 per cento rispetto ai costi sopportati quando essa lo gestiva in proprio.
Abbiamo inserito nell’appalto anche la previsione relativa alla raccolta differenziata: nella nostra città siamo arrivati al 19 per cento. In seguito è intervenuta la legge della regione Calabria che ha previsto il commissariamento: come città di Catanzaro abbiamo riunito i comuni limitrofi e creato la società mista (51 per cento pubblico e 49 per cento privato); quest’ultimo è stato scelto con bando di gara dallo stesso commissario. Ha così preso il via sia il servizio di raccolta normale sia quella differenziata; tale servizio sta per essere ampliato anche agli altri comuni che fanno parte del consorzio.
Per quanto riguarda la situazione generale è da tempo – anche come presidente dell’ANCI – che faccio presente che esiste un piano complessivo per la regione Calabria riguardo allo smaltimento dei rifiuti, che prevede le località per costruire le discariche e soprattutto gli impianti. Il piano – cui ha contribuito lo stesso commissario – prevede finanziamenti per circa 2 mila miliardi, mille dei quali destinati solo alla bonifica di tutte le discariche abusive poi autorizzate dai vari prefetti in considerazione dell’assenza delle stesse nella nostra regione. Come ANCI abbiamo chiesto che tale piano venisse definito anche a livello di fondi comunitari, per poi passare alla tariffa unica regionale.
Se i comuni dovessero attrezzare il servizio di raccolta, compresa quella differenziata, con i costi attuali, dovrebbero raddoppiare la tassa: sarebbe invece il caso di intervenire mediante i fondi comunitari per diminuire l’ammortamento. In sostanza, la tassa aumenterebbe del 30-40 per cento, ma sarebbero disponibili tutti i siti necessari per scaricare i rifiuti, compresi quelli ingombranti. Rispetto a questi ultimi, infatti, non esistono siti adatti al loro smaltimento e ciò rappresenta un problema in più. Si potrebbe poi passare alla tariffa unica regionale: è la stessa procedura che si sta seguendo per quanto riguarda la questione delle acque. Se è vero che questo settore è molto importante perché ha un futuro, quello dell’acqua presenta le stesse caratteristiche: anche in questo campo aspettiamo il piano regionale per passare alla tariffa unica.
Non abbiamo mai avuto problemi di interferenze da parte della criminalità nella città di Catanzaro, né in questo settore né in altri. Il servizio sta funzionando a meraviglia e la ditta che in precedenza aveva vinto la gara di appalto per il comune di Catanzaro ha preferito sospenderlo – per difficoltà economiche – e passarlo alla società mista che abbiamo creato insieme con gli altri comuni. Abbiamo un presidente del consiglio di amministrazione che rappresenta la città di Catanzaro ma anche questi ultimi comuni, mentre i soggetti privati sono stati prescelti, come dicevo, dalla regione Calabria con un apposito bando.
La situazione quindi è abbastanza tranquilla anche per quel che riguarda gli impianti. Infatti abbiamo previsto con la regione Calabria un piano di investimenti per circa 20 miliardi per creare la seconda buca, che quando si esaurirà quella attuale ci consentirà di far proseguire l’operatività dell’impianto per altri dieci anni. La manutenzione di tale impianto viene attualmente svolta da un’azienda che si è aggiudicata la gara d’appalto; molto probabilmente, una volta esaurita quest’ultima, avanzeremo la proposta di gestire il servizio direttamente mediante la nostra società mista perché riteniamo in tal modo di poter risparmiare sui costi dell’impianto di Alli. Quest’ultimo, a dire la verità, è piuttosto aggiornato.
RAIMONDO MANCINI, Assessore del comune di Crotone. Anche per Crotone possiamo dire che il ciclo integrato dei rifiuti non ha comportato alcun problema. Prima della creazione della società mista, della raccolta dei rifiuti solidi urbani si era sempre occupata un’azienda municipalizzata (l’azienda speciale pubblici servizi) che raccoglieva RSU e tal quale, provvedendo anche allo spazzamento delle strade e ad altre funzioni inerenti ai servizi ambientali in genere.
Per quanto riguarda lo smaltimento, il comune di Crotone aveva una propria discarica; per vari motivi essa non risultò a norma e quindi non è più attiva da circa quattro anni. Mentre veniva costruita una discarica pubblica con finanziamenti della regione Calabria, - che però non è mai entrata in funzione – il comune di Crotone opera lo smaltimento in una discarica di una società privata. In località Passovecchio – zona industriale di Crotone esiste un inceneritore per rifiuti speciali.
Dopo il commissariamento per l’emergenza rifiuti della Calabria, anche nella provincia di Crotone, in base all’ordinanza del commissario Reale, si è provveduto alla costituzione di una società mista, alla quale il nostro comune partecipa per il 51 per cento; mediante un bando di evidenza pubblica diffuso a livello provinciale si è dato corso all’individuazione del socio privato che partecipa per il 49 per cento nella società. Anche nel nostro comune, quindi, è stata avviata la raccolta differenziata dei rifiuti.
Per ragioni di economicità e per non pesare troppo sui cittadini stiamo cercando di far sì che il ciclo integrato dei rifiuti sia gestito da una sola società, evitando che – come accade attualmente – una società mista si occupi della raccolta differenziata e quella municipalizzata del comune degli RSU. Abbiamo avuto un incontro con il commissario Reale e questo problema sarà risolto entro breve tempo mediante la fusione dell’azienda municipalizzata con la società mista.
Quanto alle discariche, è attiva al momento – e debitamente autorizzata dal commissario – la discarica Sovreco, in località Passovecchio; nella stessa zona esiste un inceneritore per rifiuti speciali.
VINCENZO ADAMO, Consigliere comunale di Cosenza. Presidente, vorrei anzitutto portare alla Commissione i saluti del sindaco di Cosenza che si scusa per non essere presente: purtroppo problemi di carattere organizzativo non le hanno consentito di farlo né di delegare l’assessore competente in quanto è in corso di formazione la giunta del comune di Cosenza in seguito alle recenti elezioni amministrative.
Mi sono documentato in ordine ai problemi relativi allo smaltimento dei rifiuti nel comune di Cosenza. Dal 1993 opera il consorzio intercomunale Vallecrati, composto da 21 comuni del comprensorio della città di Cosenza. Questi ultimi, su impulso del commissario delegato, hanno successivamente costituito una società mista, a prevalente partecipazione pubblica, nel 2000. Da allora il consorzio Vallecrati fa parte della società mista e la presidenza è attribuita alla parte pubblica, mentre l’amministratore delegato è nominato dal privato. Quest’ultimo è rappresentato dalla società consortile Crati, composta a sua volta da una serie di società locali e nazionali, individuate mediante un bando pubblico e seguendo le stesse modalità già descritte da coloro che mi hanno preceduto. Queste società sono la Servizi Ecologici, la Progesam, la Chemiconsult, l’Astra Srl, la Femotet Spa, l’Edil Meridionale e la Calabra Maceri.
Segnalo che qualora si volessero compiere verifiche su queste società che partecipano alla realizzazione delle finalità pubbliche, esiste un sito Internet (denominato Vallecratispa.org), dove sono specificate le rappresentanze di queste società e le modalità di partecipazione alla società mista consorzio Vallecrati.
Tutto lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è devoluto a questa società mista; anche lo smaltimento differenziato dei rifiuti, con ordinanza contingibile ed urgente emanata dal sindaco di Cosenza, è stata devoluta nel 2002 al consorzio Vallecrati. Quindi, tutto ciò che riguarda il ciclo dei rifiuti nel comune di Cosenza è devoluto a tale consorzio.
PRESIDENTE. Poiché so che il sindaco di Catanzaro è chiamato da altri impegni a lasciare la Commissione, prego i colleghi che volessero eventualmente rivolgergli delle domande a farlo.
OSVALDO NAPOLI. La mia domanda in realtà si rivolge a tutti i rappresentanti delle amministrazioni comunali. Anzitutto vorrei sapere qual è la percentuale di insoluto relativamente al costo del servizio; in secondo luogo vorrei sapere quale copertura, al di là di ciò che prevede la legge, avete rispetto al servizio sia a proposito delle acque che dei rifiuti: insomma, qual è la copertura rispetto al costo della tassa che avete imposto?
MICHELE VIANELLO. L’adozione della tariffa unica regionale è concepita sulla base del costo di raccolta-pulizia-smaltimento: cosa paga ogni singolo comune al chilo per lo smaltimento? Infatti, o cominciate ad omogeneizzare questo costo oppure è difficile arrivare ad una tariffa unica regionale.
PRESIDENTE. Con quale metodo effettuate la raccolta differenziata?
DONATO PIGLIONICA. Se non ho capito male, l’abbattimento del costo seguito al passaggio dall’azienda municipalizzata alla società mista è stato pari al 80 per cento.
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Siamo passati da 13 miliardi a 7,8.
DONATO PIGLIONICA. Non si tratta dell’80 per cento ma del 40 per cento.
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Ma se rapportiamo questo dato ai servizi che abbiamo inserito, il dato corrisponde. Prima provvedevamo solamente alla raccolta dei cassonetti e alla pulizia delle strade; con il nuovo appalto invece sono stati inseriti la differenziata, la raccolta degli ingombranti a casa dei cittadini gratuitamente, la raccolta degli ingombranti all’interno delle scuole e nei cortili delle scuole e il taglio dell’erba di tutta la città, quindi la manutenzione del verde. Naturalmente l’amministrazione comunale ha effettuato un business plane predisposto da persone competenti e sono stati inseriti anche i costi di ammortamento rispetto ai costi industriali previsti da Confindustria per quanto concerne i mezzi.
Quanto al costo che recuperiamo attualmente da questi servizi, il comune di Catanzaro recupera quasi il cento per cento (il minimo previsto dalla legge è l’80 per cento). Esiste un problema relativamente al pagamento, ai contenziosi, ma è un’altra questione; comunque, non è eccessivo.
Per ciò che riguarda la tariffa per il conferimento, si pone un problema, che purtroppo è regionale; come ho detto spesso, occorre decidere una volta per tutte soprattutto in ordine alla differenziata e alla costruzione degli inceneritori. Basti pensare che vicino a Cosenza era stata scelta una località per installare un inceneritore: se i sindaci, coordinati dall’amministrazione provinciale, non si metteranno d’accordo su questo inceneritore i comuni da 450 lire al chilo arriveranno a pagare 1.200 lire, un prezzo troppo altro che la comunità regionale non può pagare e che secondo il commissario potrà essere pagato dalla comunità provinciale. Ma noi, come comuni calabresi, questo non lo vogliamo: vogliamo un piano regionale che permetta, attraverso i fondi comunitari esistenti, di avere un finanziamento che consente di abbassare la quota di ammortamento dei nuovi impianti, perché in molte zone non esistono né inceneritori né depositi per il normale conferimento. Ci sono delle buche che sono state autorizzate dai prefetti. C’è l’impianto di Alli, che per la verità funziona abbastanza bene (lo posso dire ad alta voce anche perché io l’ho trovato e non mi prendo meriti che non ho), però ne abbiamo già individuato un sito per un secondo impianto che permetterà di continuare l’attività per altri quindici anni.
Si tratta, ripeto, di un discorso a livello regionale, che va affrontato al più presto, perché altrimenti sulla questione della tariffa unica, compresa quella dell’acqua (tra l’altro, i trasferimenti ai comuni sono diminuiti), ci troveremo in grossa crisi. Pertanto, abbiamo indicato che nelle scelte strategiche della regione sulle questioni ambientali la prima deve essere quella delle discariche e dell’acqua, anche perché senza l’acqua non si fa turismo, non si fa industria, non si offrono servizi ai cittadini. Sulla questione dell’acqua abbiamo detto chiaramente alla regione che l’articolo 35 dell’ultima finanziaria permette ai comuni di creare le società miste, però non come erano organizzate prima; è infatti concesso ai comuni di mettere come capitale sociale, non avendo finanziamenti, il patrimonio delle loro reti. È un fatto importantissimo, che prima non era previsto; questo comporta che ci scegliamo un partner privato che conferisce i finanziamenti, la regione mette parte dei fondi comunitari, noi mettiamo il nostro patrimonio, vale a dire la rete già esistente, che va a capitale sociale.
I commissari hanno svolto un compito, che gli compete per legge, di emergenza; noi abbiamo sempre detto che dall’emergenza bisogna passare alla programmazione, e noi questa programmazione l’abbiamo. Ci siamo consultati con gli altri comuni e i consorzi, abbiamo le idee abbastanza chiare; è un problema di priorità. Le priorità purtroppo però non possono essere imposte dai sindaci, non rientra nelle nostre facoltà. Se l’incontro di oggi potesse servire per fare in modo che la regione Calabria recepisca le nostre istanze ed i primi due punti del programma regionale, importanti e strategici per la regione e per i sindaci, fornendo i necessari finanziamenti, certamente noi potremmo dare un rilevante contributo per risolvere il problema nel più breve tempo possibile. Infatti è stato localizzato il luogo dove creare questi impianti e dove collocare gli inceneritori: per un inceneritore occorrerebbero quattro milioni di abitanti, e quindi abbiamo previsto dei mini inceneritori per abbassare il costo, altrimenti avremmo dovuto pagare moltissimo e metterci d’accordo con la Basilicata per costruirne uno solo.
Bisogna passare alla tariffa unica regionale, perché la città di Catanzaro ha un inceneritore nel comune di Lamezia; pertanto raccolgo la differenziata e la trasporto a 13 chilometri di distanza. Un comune che dovesse trasferire la sua differenziata ad un inceneritore distante 60-70 chilometri sopporterebbe costi più elevati. La differenza chi la paga? Un comune piccolo non ce la fa. È questo il motivo della tariffa unica regionale.
MICHELE VIANELLO. Ma lei materialmente quanti soldi dà per il conferimento dei rifiuti in discarica? Quanto paga al chilo?
PRESIDENTE. Ci è stato già detto che si pagano 81 lire.
MICHELE VIANELLO. Lo chiedo al sindaco.
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. 81 lire. La regione aveva chiesto 130 lire. Noi abbiamo chiesto alla regione di abbassare questa quota per il semplice motivo che 130 lire rappresentava la tariffa prevista da un piano regionale con gli ammortamenti. Ho portato avanti una battaglia, come ANCI, asserendo che il piano non è partito e quindi non è giusto che i comuni paghino 130 lire contro le 60 che pagavano prima senza che la regione abbia attuato il piano. Quando partirà il piano e ci sarà la tariffa unica regionale pagheremo 130 lire. Grazie anche alla sensibilità del presidente della regione abbiamo ottenuto il costo di 81 lire, perché per alcuni comuni si sarebbe trattato addirittura di un raddoppio della tariffa; ci si deve arrivare con gradualità, quando sarà partito il piano regionale, che prevede investimenti ed ammortamenti previsti nelle 130 lire.
LOREDANA DE PETRIS. Gradirei un chiarimento. Perché mette sempre in collegamento la raccolta differenziata con gli inceneritori?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Perché alla differenziata è assimilabile anche l’ingombrante, che va nell’inceneritore. Per esempio tutto il legno viene raccolto anche con il sistema della differenziata. Il nostro servizio prevede la differenziata per plastica, carta…
PRESIDENTE. Come la raccogliete?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Con la ditta.
PRESIDENTE. Come, materialmente?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Abbiamo creato dei siti all’interno della città.
PRESIDENTE. Delle campane?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. No, dei siti particolari, dove noi raccogliamo questo materiale che poi viene portato all’inceneritore.
PRESIDENTE. Il conferimento presso questi siti da parte dei cittadini avviene con conferimento organizzato dalla ditta?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Sì, dalla ditta, che prende direttamente e porta nei siti.
PRESIDENTE. L’impresa lavora casa per casa?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Sì. Esiste un numero verde per ritirare gli ingombranti; c’è il sito, organizzato dalla ditta, che raccoglie il materiale, lo porta nel suo sito, poi lo conferisce alla discarica.
LOREDANA DE PETRIS. Quindi, anche per quanto riguarda il legno non vi è alcun piano di recupero, ma viene direttamente portato ad incenerire.
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Attualmente è così.
LOREDANA DE PETRIS. Comunque, quant’è per voi il costo della differenziata?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. Ho il prezzo totale – non ricordo quanto è al chilo -, che si aggira sul miliardo e cento milioni per tutta la differenziata. Siamo ad una quota del 19 per cento, ma vorremmo arrivare nell’arco di due anni al 35 per cento.
LOREDANA DE PETRIS. In questo 19 per cento sono compresi anche gli ingombranti?
SERGIO ABRAMO, Sindaco di Catanzaro. No. Gli ingombranti sono all’interno del servizio dei 7 miliardi e 800 milioni.
PRESIDENTE. Ringrazio il sindaco di Catanzaro per la sua presenza e per le interessanti notizie che ci ha fornito.
MARTINO VALERIO GRILLO, Assessore al bilancio del comune di Vibo Valentia. Vi porgo le scuse del sindaco e dell’assessore responsabile della materia, che sono impegnati fuori sede per motivi istituzionali. Quindi, sono in condizioni di dare un’idea di massima sul sistema di raccolta esistente nel comune di Vibo Valentia, ma non sono in grado, anche perché ci siamo insediati il 17 di questo mese, di fornirvi notizie in ordine ai costi, alle quantità e ai risparmi. Vi chiedo scusa anticipatamente per eventuali omissioni o errori.
Già da diversi anni il comune di Vibo Valentia è organizzato con il servizio esternalizzato, che prima gestiva attraverso una società privata che aveva vinto la regolare gara di appalto istituita dalla precedente amministrazione. Ultimamente la raccolta differenziata è gestita dalla Proserpina Spa, una delle cinque aziende accreditate presso il commissario delegato e che, come ha già detto chi mi ha preceduto, è una società mista pubblico-privato, con quote rispettivamente del 51 e del 49 per cento. Il comune di Vibo Valentia è proprietario di una quota pari al 17 per cento di quella pubblica.
Per quanto ci riguarda e per quanto mi è stato riferito dagli uffici responsabili, in tutti questi anni, dal momento in cui è stato esternalizzato, il servizio è stato gestito in modo soddisfacente, senza alcun tipo di lamentela se non nei limiti del fisiologico. Dall’aprile 2002 anche il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani è stato affidato alla stessa società Proserpina, che gestisce anche la discarica consortile del comune di Vibo, della quale fanno uso 30 comuni della provincia. Anche qui non sono stati evidenziati problemi, e pare che questa società, proseguendo con l’attività svolta da quella precedente, che era privata, esegua il lavoro con soddisfazione.
In riferimento alla discarica, il commissario delegato ha previsto un finanziamento, che sostanzialmente è già stato messo a disposizione, e sono in corso i lavori di ampliamento della discarica, affidati direttamente dal commissario ad una società privata adeguatamente competente.
Quanto ad infiltrazioni o pressioni di natura delinquenziale, non abbiamo avuto informazioni in tal senso, anche perché le ditte – sia la precedente sia l’attuale - hanno un rapporto molto chiaro con il comune.
Per quanto concerne i costi, non sono in condizioni di darvi ragguagli.
ANTONIO CARIDI, Assessore del comune di Reggio Calabria con delega nettezza urbana e ambiente. Vi porgo i saluti del sindaco di Reggio Calabria, che oggi ha dovuto presenziare alla sua ultima seduta in consiglio regionale. Sono assessore da cinque giorni e quindi ho fatto predisporre una relazione dal dirigente competente.
L’attività di smaltimento dei rifiuti nel comune di Reggio Calabria, sottoposta come è noto a commissariamento dal 1998, è gestita in maniera differente secondo le tipologie dei rifiuti soggetti a smaltimento, fermo restando l’obbligo per il comune di utilizzare le discariche site nel comune di Fiumara e l’impianto di Sambatello, gestiti entrambi da privati.
La raccolta differenziata è attualmente gestita da un consorzio di imprese private, mandataria Ecoterm, resosi aggiudicatario di un progetto interamente finanziato dal Ministero dell’interno, a durata limitata, che ha consentito al comune di differire la sua adesione all’ATO e di posticipare la sottoscrizione della convenzione prevista normativamente con la società mista (nell’ipotesi specifica, Fata Morgana), appositamente creata per sopperire a tale necessità. La scadenza del progetto e la necessità di evitare l’applicazione delle sanzioni previste per le inottemperanze connesse rendono impellente procedere alla stipula dell’accordo con la società interessata. I rifiuti relativi a tale settore vengono convogliati negli impianti previsti nell’accordo stipulato tra il commissario e il CONAI. Il servizio di raccolta dei rifiuti urbani è invece gestito direttamente dal comune. Giova ricordare solo per completezza di esposizione che il suddetto servizio comprende non soltanto la rimozione dei rifiuti ma tutta una serie di attività collaterali (lo spazzamento dei rifiuti stessi, il ritiro ed il lavaggio dei cassonetti, la manutenzione e la riparazione degli autocompattatori e similari) e che l’attuale assetto strutturale di cui il comune dispone è palesemente insufficiente a garantire un servizio valido. Prova ne è il continuo ricorso a soluzioni temporanee, soprattutto nell’ambito del personale, che mirano a coprire una deficienza organizzativa e strutturale imponente.
Nell’ambito di quest’attività il comune si avvale della cooperativa ROM 1995 per quel che concerne il servizio relativo alla raccolta dei rifiuti ingombranti e dei beni durevoli, prevedendo anche il ritiro a domicilio oltre alla necessaria rimozione per quelli abbandonati sul territorio cittadino.
Di particolare problematicità appare il settore relativo ai rifiuti pericolosi e alle carogne. Le linee di intervento non sono state ancora ben definite, anche se le modalità pratiche risultano totalmente insoddisfacenti per la soluzione della problematica. Per quanto concerne il prelievo delle carogne e delle siringhe, in considerazione degli aspetti di carattere sanitario che le stesse rivestono, si è concertata con le ASL un’attività di intervento ancora in via di definizione e attualmente sprovvista di qualsiasi impegno di spesa e finanziamento.
Relativamente alla categoria di rifiuti speciali quali amianto, inerti, quelli nocivi e similari, esistono delle normative apposite per il loro smaltimento ma non è stato previsto un piano di intervento conforme alle stesse; infatti, si agisce soltanto nel momento in cui la problematica si evidenzia, valutando discrezionalmente la tipologia di intervento da predisporre per affrontare l’emergenza.
L’ultima problematica, non certo per gravità, è quella relativa allo scarico e allo smaltimento degli inerti: non esistendo una discarica, e considerata la loro notevole produzione, si assiste ad una progressiva invasione dei litorali, dei torrenti e delle coste, di fronte alla quale il comune è inerte, non potendo provvedere a proprie spese alla loro rimozione ed assistendo dunque impotente ad un progressivo ma inesorabile degrado ambientale e paesaggistico, al quale bisogna porre rimedio con urgenza.
OSVALDO NAPOLI. Intanto, auguro ai nostri ospiti buon lavoro.
Vi sarei grato se ci faceste pervenire i dati relativi alla percentuale del non riscosso; si tratta di un dato di cui il comune deve disporre. Vorrei conoscere esattamente le percentuali relative alle singole province e dei singoli comuni.
Ieri abbiamo appreso che Reggio Calabria non ha ancora un depuratore; senza entrare nel merito dei motivi, vorrei sapere se in prospettiva questa nuova amministrazione ritenga di dover fare la scelta politica, andando a cercare fondi, di eliminare questo handicap, che mi sembra eccessivo per una città come Reggio Calabria.
ANTONIO CARIDI, Assessore del comune di Reggio Calabria con delega nettezza urbana e ambiente. Si tratta di un problema primario sul quale vogliamo porre l’attenzione. A Reggio Calabria non è stato mai attivato un depuratore, ed è questa una priorità della nostra amministrazione.
MARTINO VALERIO GRILLO, Assessore al bilancio del comune di Vibo Valentia. Sono in grado di farvi avere una relazione contenente tutti i dati specifici entro 24 ore.
PRESIDENTE. Le sarei grato se ce la facesse pervenire.
LOREDANA DE PETRIS. Nell’ambito dell’ANCI si era tentato di presentare proposte anche molto significative; parecchi comuni hanno provato a passare dalla tassa alla tariffa, perché ovviamente diventa indispensabile per incoraggiare la raccolta differenziata, in quanto si tratta di uno strumento più flessibile che si adatta meglio ai servizi stessi. Poiché sento parlare continuamente invece della tariffa unica regionale, non ho ancora ben compreso se intendiamo la stessa cosa, vale a dire un’ipotesi a livello regionale che coinvolge tutti i comuni per il passaggio alla tariffa oppure se, parlando di tariffa unica regionale, ci si riferisca al prezzo di conferimento per le varie tipologie di rifiuti.
RENZO MICHELINI. Desidererei qualche informazione in merito al sistema dei controlli, per quanto riguarda sia la regolarità della gestione dei rifiuti, in maniera specifica sul sistema di raccolta, sia e soprattutto lo smaltimento, controlli che fanno capo alle amministrazioni comunali o ad altri enti. Vorrei sapere come sia organizzato questo sistema nei vostri comuni.
RAIMONDO MANCINI, Assessore agli affari istituzionali del comune di Crotone. Porgo anch’io le scuse del sindaco, che è fuori sede per motivi personali, e del vicesindaco che ha la delega per l’ambiente, impegnato proprio in queste ore in una riunione della società mista. Comunque, per un mese ho avuto la delega per l’ambiente e quindi so qualcosa della materia.
Per quanto riguarda innanzitutto il conferimento in discarica, mi riservo anch’io di potervi far pervenire a breve dei dati precisi, ma rispetto al prezzo di 81 lire di cui ha parlato il sindaco di Catanzaro mi pare – non vorrei sbagliare – che il comune di Crotone paghi qualcosa in meno.
Quanto alla raccolta differenziata, nella provincia di Crotone esiste la società mista Acros Spa; la raccolta differenziata è partita da poco, ed effettivamente non abbiamo ancora contezza del dato rispetto alla percentuale prevista per il primo anno, che è intorno al 20-25 per cento. Comunque, procede abbastanza bene. Abbiamo posizionato in città i cassonetti per la raccolta di vetro, carta e plastica, e l’Acros si occupa anche della raccolta dei cartoni; esiste un numero verde per questo tipo di materiale.
In riferimento ai materiali inerti, nella zona industriale vi è una società privata che ha recentemente ottenuto l’autorizzazione per la loro frantumazione.
Per ciò che concerne poi il discorso delle acque, il comune di Crotone ha dato in concessione alla società ex Italgas sud, ora Acque potabili, la gestione delle acque. Esiste un depuratore, che purtroppo era insufficiente, per la depurazione di tutte le acque reflue del comune di Crotone, che ora è stato potenziato; pertanto, il problema è risolto. Oltre a questo depuratore, che viene gestito dalla Acque potabili, nella zona industriale è già in cantiere, e dovrebbe essere terminato a breve, un depuratore che può anche contribuire in maniera ottimale a risolvere il problema per la città di Crotone, in quanto dovrebbe avere un potenziale ben al di sopra di quanto richiesto.
Quanto al discorso dell’onorevole Napoli sul riscosso, poiché noi abbiamo la municipalizzata per quanto riguarda il tal quale, su un’iscrizione al ruolo intorno ai 9 miliardi purtroppo la riscossione si aggira intorno ai 5-6 miliardi.
OSVALDO NAPOLI. Era quello che temevo di sentire.
VINCENZO ADAMO, Consigliere comunale delegato del comune di Cosenza. Per quanto riguarda le domande poste, cercherò di essere esaustivo in base ai documenti fondamentali che regolano lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel comune di Cosenza; mi riferisco in particolare all’atto con cui viene conferita alla società mista l’attività nel campo dello smaltimento dei rifiuti, in cui si evidenzia (delibera del novembre 2001) che la spesa annua è stata prevista in 14 miliardi 406 milioni di lire. Questa spesa è onnicomprensiva e riguarda i costi per la discarica, per lo smaltimento, per il trasporto dei rifiuti solidi urbani. Così è concepita la delibera.
DONATO PIGLIONICA. Quanti abitanti conta Cosenza?
VINCENZO ADAMO, Consigliere comunale delegato del comune di Cosenza. Ne conta 73 mila. È la più grande provincia della Calabria ed ha un comprensorio di 21 comuni, che partecipano all’iniziativa del consorzio Vallecrati, un comprensorio quindi superiore agli altri.
MICHELE TUCCI. Quanti abitanti ha il comprensorio?
VINCENZO ADAMO, Consigliere comunale delegato del comune di Cosenza. Cosenza e Rende insieme hanno 110 mila abitanti, poi vi sono altri 19 comuni; pertanto, dovremmo superare i 200 mila abitanti. L’area è molto ampia e il servizio, per la mia esperienza professionale, essendo avvocato penalista, non ha dato corso a procedimenti penali nella nostra zona; il consorzio Vallecrati non è stato oggetto di indagine né per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti né per la sua gestione contabile e patrimoniale.
Quanto allo smaltimento dei rifiuti differenziati, come ho detto prima nel marzo 2002 il sindaco ha emanato un’ordinanza in cui sono state puntualmente specificate le modalità di smaltimento dei rifiuti urbani domestici, dei rifiuti ingombranti, della raccolta degli imballaggi dalle attività commerciali, la raccolta dei farmaci scaduti e del multimateriale delle attività commerciali. In questi casi vengono divulgati ai cittadini del comprensorio le modalità, gli orari, i giorni e i luoghi in cui devono andare a posizionare i vari rifiuti differenziati e si dotano di esercizi commerciali di appositi contenitori forniti dalla Vallecrati per lo smaltimento di questi rifiuti.
Purtroppo non posso rispondere sul riutilizzo del materiale che viene raccolto, come per esempio il legno; mi procurerò queste informazioni insieme a quella della percentuale del non riscosso e del costo al chilo per lo smaltimento, in modo da essere più esaustivo.
In riferimento ai controlli sul territorio, il Corpo forestale dello Stato, che è a ciò deputato nel comprensorio oltre alla polizia municipale, in passato ha avuto a che fare con notevoli procedimenti penali che vedevano inquisiti i sindaci del comprensorio per discariche abusive a cielo aperto, che riguardavano più che altro le ordinanze urgenti che purtroppo venivano riproposte nel tempo senza la necessità e l’urgenza che erano il presupposto dell’ordinanza stessa.
La creazione del consorzio Vallecrati ed il conferimento dello smaltimento a questa società hanno eliminato la responsabilità penale degli amministratori, che si sono liberati dall’imputazione soggettiva per ciò che riguarda il conferimento e lo smaltimento dei rifiuti. I controlli vengono effettuati, ma da quanto so attualmente a Cosenza non esistono situazioni di degrado ambientali tali da dar corso ad un procedimento penale di particolare rilevanza.
MARTINO VALERIO GRILLO, Assessore al bilancio del comune di Vibo Valentia. Per quanto riguarda i controlli e la vigilanza sul territorio, che noi gestiamo attraverso gli organismi istituzionali, anche su Vibo vi è una particolare attenzione da parte della locale procura della Repubblica, che ha impartito disposizioni molto rigide in questo settore. Pertanto, possiamo dire che il controllo sul territorio è quasi totale e che finora non è intervenuto alcun procedimento penale di un certo rilievo o che possa creare particolare pericolosità. Da questo punto di vista il territorio di Vibo è abbondantemente tranquillo.
RAIMONDO MANCINI, Assessore agli affari istituzionali del comune di Crotone. La città di Crotone ha rappresentato un polo industriale, che ormai è dismesso, ed ha una problematica abbastanza seria e pesante di inquinamento industriale e di bonifica del sito. Stando ai dati del Governo centrale, la bonifica richiede 400-500 miliardi, e forse non bastano. Sulla questione ambientale anche a livello di pubblica opinione la discussione è abbastanza accesa.
LOREDANA DE PETRIS. Avevo chiesto un chiarimento specifico sul passaggio dalla tassa alla tariffa.
MARTINO VALERIO GRILLO, Assessore al bilancio del comune di Vibo Valentia. Su questa problematica non sono in grado di dare una risposta, perché la nuova giunta si è costituita non più di sei giorni fa. Tra l’altro, non essendo neanche la persona competente e delegata in materia, non avevo idea dei dati da fornire a questa Commissione. Comunque, nel giro di poche ore potrò essere in grado di darvi queste risposte.
OSVALDO NAPOLI. Sono quasi tutte giunte di nuova costituzione.
PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti delle amministrazioni comunali per i chiarimenti forniti. Avremo sicuramente occasione di incontrarci di nuovo, e soprattutto rimaniamo in attesa dei dati che ci siamo permessi di chiedervi, che mi auguro fornirete alla Commissione in tempi ragionevoli.
I lavori, sospesi alle 12, riprendono alle 12.30.
Incontro con i responsabili delle società Progetto ecologia ed Ecologia oggi Srl.
PRESIDENTE. Ringrazio il rappresentante della società Ecologia oggi, che ha sede a Lamezia e che raccoglie e smaltisce i rifiuti della ASL 11 di Reggio Calabria. A noi interessa non solo approfondire questioni focali che ci consentano di effettuare una valutazione più complessiva ma anche individuare i percorsi seguiti dai rifiuti ospedalieri, al di là del dato cartaceo, burocratico. Saremmo lieti se lei ci indicasse il percorso seguito dai rifiuti ospedalieri che la sua impresa raccoglie, i controlli che vengono eseguiti dagli enti terzi nei vostri confronti, sia per qualità sia per quantità, nonché i costi ed i prezzi degli appalti in essere e dello smaltimento e del conferimento presso strutture di incenerimento.
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. Forse per rispondere in modo dettagliato mi sarei dovuto preparare, ma ho ricevuto un fax che mi ha comunicato che avrebbe avuto luogo l’odierna audizione, senza conoscerne però l’argomento.
Dal 1990 svolgiamo attività di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali; abbiamo due impianti di proprietà a Lamezia, uno per la cernita e l’altro per la termodistruzione dei rifiuti. È tutto regolarmente autorizzato. Per la ASL 11 di Reggio Calabria – abbiamo vinto la gara circa due anni fa – svolgiamo un servizio completo. Forniamo i contenitori, in cui si collocano i rifiuti speciali pericolosi, secondo il decreto Ronchi, perché potenzialmente infetti. Periodicamente, ogni 48 ore – secondo il decreto Ronchi sarebbe ogni cinque giorni – procediamo al ritiro di questi contenitori e il percorso è tutto documentato; il decreto citato infatti ha previsto un formulario in cui bisogna indicare il percorso, la quantità, l’ora di partenza, la firma dell’autista, la targa dell’automezzo. Quindi, ci sono una serie di informazioni, in questo formulario, che è una delle poche cose che lo Stato italiano ha fatto in modo perfetto. Il formulario arriva nell’impianto, i rifiuti vengono accettati; ovviamente il trasporto avviene con automezzi autorizzati, appositamente dedicati. I rifiuti arrivano all’impianto di Lamezia terme, regolarmente autorizzato, e vengono inceneriti. Tra il produttore e l’arrivo, oltre ad esserci il formulario, esistono due registri, uno di scarico, che ha il produttore, quindi la ASL, l’altro nostro, di carico. Sono tutti vidimati e dunque posso dire che queste operazioni vengono registrate in una maniera quasi certosina, al grammo, anche perché l’azienda che io presiedo, specialmente negli ultimi anni, è soggetta a continui controlli; si tratta principalmente di controlli da parte della Guardia di finanza e dal NOE di Reggio Calabria, che più degli altri conoscono questi argomenti. Abbiamo avuto però anche la visita dei NAS, della Guardia forestale, della stessa ASL nonché della provincia di Catanzaro. Io presiedo un’azienda con 60 dipendenti, di cui 16 si occupano solo della gestione di queste carte.
Per quanto riguarda il discorso dei costi, in questo settore esiste la concorrenza e quindi i prezzi sono quasi al di sotto della media nazionale. Se non ricordo male, a questa ASL fatturiamo, per svolgere tutta l’attività di prelievo dei rifiuti e di trasporto (con mezzi anche in ADR, perché oltre a quella sui rifiuti esiste anche la normativa concernente il trasporto di queste sostanze, mezzi dedicati che devono essere adibiti solo a questo), una cifra che si aggira sugli 8-9 milioni al mese, con un costo al chilo che non supera le 1.200-1.300 lire. Inoltre alla ASL forniamo anche una sorta di consulenza quando, a fine anno, bisogna procedere agli adempimenti – il cosiddetto MUD, il modello unico ambientale –, quando deve comunicare le quantità prodotte e noi a nostra volta dobbiamo comunicare quelle smaltite.
Questa attività che svolgiamo con la ASL 11 viene fatta anche con altre aziende sanitarie locali; inoltre, operiamo anche in altre direzioni, perché la regione Calabria, per quanto riguarda la produzione di rifiuti, ha un’attività scarsa, trattandosi di un territorio molto esteso con solo un milione 800 mila abitanti e dove prevalentemente si trovano rifiuti urbani. Siamo anche impegnati nella raccolta differenziata e infatti abbiamo anche un impianto di cernita. Devo dire però che le quantità non sono elevate, ragion per cui come azienda ci siamo dovuti specializzare in diverse tipologie, dalla raccolta differenziata a quella dei rifiuti speciali, ed attualmente siamo impegnati nella bonifica delle lastre in eternit; infatti la Calabria, che ha un’economia debole, è ricchissima di tetti in eternit, perché erano quelli che costavano meno.
PRESIDENTE. Il vostro inceneritore lavora solo per voi o anche per terzi? A quali tariffe?
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. L’inceneritore lavora principalmente per noi - abbiamo operato questa scelta perché in passato siamo stati costretti ad andare fuori della regione -, però lavoriamo anche per terzi. Il prezzo di smaltimento di questi rifiuti speciali è grosso modo di 700 lire al chilo. Il forno è ovviamente piccolissimo; brucia dalle 8 alle 10 tonnellate al giorno, nelle 24 ore.
RENZO MICHELINI. Quale sistema usate per l’abbattimento dei fumi?
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. I miei collaboratori provengono principalmente dall’università della Calabria e nel nostro impianto abbiamo implementato un sistema di tipo europeo, un abbattimento con il metodo Solvay, cioè con il bicarbonato. Siamo stati oggetto di un controllo da parte dell’ARPA del Piemonte, oltre che dal PMP (siamo stati molto scrupolosi perché non volevamo dar vita a un impianto che potesse creare qualche problema). Questo bicarbonato iniettato nei fumi produce un abbattimento fin quasi a zero: è un metodo molto efficace ed ovviamente costoso, ma è l’unico che dia certe garanzie.
DONATO PIGLIONICA. Vorrei sapere quanti soggetti in Calabria operano in questo settore e come ciò incida sulla concorrenza e sulla necessità di praticare prezzi sempre più bassi.
In secondo luogo, ci è sembrato che mentre per molti altri tipi di rifiuti il ciclo completo fosse abbastanza sotto controllo (questo è il motivo per cui abbiamo ritenuto opportuno ascoltare operatori del settore), da più parti viene lamentato il fatto che questi rifiuti ospedalieri vengono ad un certo punto "persi di vista" ed il controllo rimane solo cartaceo. Come pensa si possa verificare che alcuni rifiuti vengono trovati in altre regioni o che vi siano movimentazioni che interessano addirittura i vagoni ferroviari?
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. Gli impianti che operano in Calabria nel settore dei rifiuti speciali sono tre, compreso il nostro. Ci sono poi altre quattro o cinque aziende che svolgono solo l’attività di raccolta e trasporto.
Per quanto riguarda poi il problema della movimentazione dei rifiuti e dei vagoni ferroviari, bisogna dire che essa dipende dal mercato. Il rifiuto viene trattato alla stessa stregua delle forniture ai comuni, per cui i produttori si basano sul sistema delle gare di appalto. Poiché le ASL – cioè i produttori di questi rifiuti – sono interessate ad ottenere il prezzo più concorrenziale, si rivolgono all’intera regione e a tutto il paese. Forse non si arriva all’Europa perché ancora non è conveniente, ma so che i rifiuti di questo genere prodotti in Piemonte vanno in Svizzera o in Germania. Ragionando in termini di mercato, questo delicato settore viene trattato alla stregua degli altri dal punto di vista dell’imprenditore, cioè cercando il costo più basso: da imprenditore non trovo nulla di strano in tutto ciò.
A proposito della movimentazione, la normativa è rigidissima, i controlli sulle strade sono molto puntuali (qualche volta quasi assurdi): tra l’altro, a mio avviso, far viaggiare i rifiuti sui vagoni è la cosa più ecologica. Innanzitutto, infatti, è lo Stato che se ne fa carico; in secondo luogo il trasporto avviene su un binario ben preciso evitando di percorrere le strade. Pare che tutto questo sia stato bloccato: a mio avviso a volte si privilegia più l’aspetto psicologico rispetto alla sostanza del problema. I rifiuti vengono prodotti da tutti: non possiamo pretendere che lo smaltimento avvenga a costo zero o come per magia, senza capire che tutto deve avvenire seguendo determinati criteri.
Si tende a considerare questa come una nicchia di mercato, che si pensa possa essere sviluppata; allo stesso tempo però sembra che le regole esistenti non siano a volte sufficienti. Assisto ad eventi che sembrano quasi comici in questo settore: la movimentazione dei rifiuti è normale. È chiaro però che lo Stato deve stabilire con precisione in che modo debba avvenire e se si debba seguire il criterio che vale per una qualunque altra merce oppure uno particolare. In quest’ultimo caso, se il rifiuto deve avere una specie di corsia preferenziale, ciò deve essere previsto da una norma.
OSVALDO NAPOLI. Quale organismo è mai venuto a controllare che voi operiate secondo le regole? Avete mai subito controlli?
PRESIDENTE. A questo proposito, la ASL n. 11 di Reggio Calabria ha attivato iniziative di verifica nei vostri controlli?
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. Devo dirvi che in alcuni momenti abbiamo subito controlli di tipo quasi inquisitorio; siamo stati sottoposti a verifiche molto rigide. Un anno e mezzo fa abbiamo avuto nell’azienda per tre mesi la Guardia di finanza: due finanzieri hanno lavorato con noi con uno scrupolo da veri fiscalisti. In alcuni momenti lamentiamo queste modalità di controllo: da noi viene la Guardia di finanza per quanto riguarda gli aspetti fiscali, i NOE - che sono gli organi tecnici deputati al controllo - sono venuti tre o quattro volte. Inoltre subiamo il controllo molto severo da parte della provincia di Catanzaro: devo dire che se come azienda siamo cresciuti il merito va in parte a loro perché fin da quando siamo nati, nel 1990, abbiamo subito controlli periodici, da parte di persone che lavorano nella provincia e che non fanno sconti a nessuno. Inoltre i controlli vengono effettuati dalla stessa ASL che però non è quella di Reggio Calabria ma quella di Lamezia, che è territorialmente competente: devo ringraziare tutti costoro perché se il controllo è effettuato bene aiuta la crescita di un’azienda; la nostra è certificata ISO 9002, vale a dire che ci siamo dotati di un controllore nostro. Ogni sei mesi viene da noi il certificatore e ci dice se stiamo lavorando bene o meno. Probabilmente questo è anche il segreto grazie al quale l’azienda Ecologia oggi continua ancora ad operare dopo dodici anni: di questo siamo consapevoli e consideriamo i controlli positivamente.
Io presiedo l’azienda, ma chi la conduce sono i collaboratori: questi ultimi, come tutti i lavoratori, possono in alcuni momenti adagiarsi; il fatto che ci siano controlli frequenti impedisce che ciò avvenga, ed anzi la motivazione del personale aumenta.
OSVALDO NAPOLI. Quanto fattura la sua azienda?
EUGENIO GUARASCIO, Rappresentante legale di Ecologia oggi Srl. Quest’anno abbiamo chiuso il bilancio a 9 miliardi.
PRESIDENTE. Ringrazio il signor Guarascio per le sue utili indicazioni.
I lavori, sospesi alle 12.55, riprendono alle 14.55.
PRESIDENTE. Ringrazio per la sua presenza il signor Alessandro Albano, responsabile della società Progetto ecologia, che smaltisce i rifiuti ospedalieri provenienti dalla ASL n. 7 di Catanzaro.
La Commissione ha interesse ad approfondire il percorso dei rifiuti ospedalieri nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti, con particolare riferimento non solo all’aspetto burocratico, ma soprattutto all’effettivo percorso che essi seguono fino al conferimento all’inceneritore. Vorremmo conoscere i costi di tale servizio, se quest’ultimo viene effettuato anche per altre aziende, e se è gestito interamente in proprio oppure affidato a ditte terze. Infine vorremmo conoscere il costo del conferimento.
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. La nostra società opera sia nel territorio della regione Calabria, sia in Puglia, sia in Basilicata. Siamo autorizzati ed iscritti presso la sezione regionale di Catanzaro per le categorie I, IV e V, vale a dire per i rifiuti urbani, speciali e pericolosi.
La maggior parte del nostro lavoro riguarda i rifiuti sanitari: effettuiamo la raccolta, il trasporto ed il conferimento degli stessi, in particolare anche per la ASL n. 7 di Catanzaro. Serviamo però anche altre strutture, pubbliche e private, nelle tre regioni che ho citato, tranne che nella regione Basilicata, dove non serviamo strutture pubbliche. Abbiamo un impianto, autorizzato dal commissario per l’emergenza rifiuti della regione Calabria, per la sterilizzazione di rifiuti sanitari, posto al di fuori della struttura. Abbiamo optato per questa soluzione perché lo smaltimento dei rifiuti sanitari, avvenendo tramite termodistruzione, comporta difficoltà oggettive nel partecipare alle gare delle ASL: queste ultime infatti non fanno altro che affidare l’intero servizio di raccolta, trasporto e smaltimento.
Le ditte dotate di impianto di incenerimento svolgono anche attività di raccolta e di trasporto; chi ha un impianto di quel genere può sicuramente praticare prezzi minori rispetto a noi. Quindi abbiamo scelto di avventurarci – perché si tratta di una nuova attività relativa allo smaltimento – in questo campo; comunque si tratta di un’attività "pulita" perché non avviene alcuna emissione nell’atmosfera ed il nostro è uno dei pochissimi impianti in Italia di questo tipo.
Secondo le disposizioni vigenti, questi rifiuti vengono termodistrutti. Incontriamo difficoltà perché non esistono impianti che inceneriscano tali rifiuti, cioè quelli che risultano dal trattamento subito nell’impianto di sterilizzazione, che sono assimilabili ai rifiuti urbani. Dobbiamo quindi conferire questi rifiuti al di fuori della nostra regione, in zone che hanno difficoltà ad accoglierli perché esistono limitazioni territoriali trattandosi di rifiuti assimilabili a quelli urbani.
Abbiamo cercato di essere competitivi rispetto a chi potrebbe effettuare lo stesso servizio a costi minori, dotandoci di un impianto in proprio che smaltisce e comunque conferisce presso altri impianti di incenerimento di rifiuti urbani o assimilabili il refluo. Abbiamo anche l’autorizzazione allo stoccaggio provvisorio per altre tipologie di rifiuti.
Quanto ai costi, l’appalto relativo alla ASL n. 7 prevede per quest’ultima un costo di circa 1.900 lire al chilo. Il servizio che forniamo consiste nel preparare i contenitori, raccogliere i rifiuti, trasportarli, sterilizzarli e poi smaltirli in un impianto di incenerimento che si trova a Brindisi. Il tutto ci costa 330 lire al chilo, che rappresenta un prezzo esorbitante, perché un rifiuto urbano si smaltisce ad un prezzo molto minore: tuttavia, poiché quello di Brindisi è l’impianto più vicino, ci fanno una specie di favore, per cui dovremmo anche ringraziarli.
MICHELE VIANELLO. Il rifiuto che voi trattate è assimilato a un tal quale?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. È assimilato ad un rifiuto solido urbano. L’inceneritore smaltisce sia i rifiuti assimilabili che quelli speciali, ma ci applicano una tariffa più elevata. Altrettanto – cioè circa 300 lire – costa il servizio di sterilizzazione.
PRESIDENTE. Lavorate con mezzi propri di trasporto?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Sì, si tratta di mezzi nostri.
L’impianto di sterilizzazione lavora circa 150 chili di materiale ogni ora; esistono anche macchine più piccole ma il loro costo di gestione è sicuramente maggiore. Si sta comunque costruendo una macchina dotata di maggiore capacità di smaltimento; quando ce la consegneranno, prezzo permettendo, abbatteremo sicuramente i nostri costi.
PRESIDENTE. Quanto fattura la vostra azienda?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Sulla base dell’ultimo bilancio 1 miliardo e mezzo.
RENZO MICHELINI. Se ho capito bene, l’incenerimento dei rifiuti ospedalieri avviene in un impianto a Brindisi, che appartiene a terzi. Sul territorio non disponete di impianti di incenerimento?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Per i rifiuti urbani no; il rifiuto sanitario, una volta sterilizzato, non è più tale; sul territorio non esistono impianti che possano smaltire rifiuti solidi urbani. Abbiamo rivolto una richiesta alla giunta regionale, che poi la gira ai ministeri competenti; quando avremo la risposta potremo conferire in discarica i rifiuti sterilizzati. Ci siamo recati al ministero l’anno scorso e ci hanno risposto che è il presidente della giunta che deve chiedere agli organi ministeriali competenti l’autorizzazione successiva per il conferimento. È una nostra difficoltà oggettiva.
MICHELE VIANELLO. I vostri impianti vengono controllati dalla Guardia di finanza, dal NOE o da altri organismi, anche per quanto riguarda la rispondenza tra il carico in ASL e scarico presso di voi? Il passaggio tra sterilizzazione e conferimento come RSU come è controllato?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. La nostra azienda, da un anno a questa parte, è tartassata dai controlli, anche a seguito di qualche esposto anonimo: abbiamo subito tutti i controlli possibili ed immaginabili, a cominciare da quelli effettuati dalle ASL.
PRESIDENTE. Anche dalla ASL n. 7 di Catanzaro?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. No; ma non lavoriamo solo con la ASL n. 7.
PRESIDENTE. Non vi è un’azienda sanitaria vostra cliente che si assicura, al di là del controllo cartaceo, una verifica effettiva dello smaltimento?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Non è mai avvenuto anche perché noi puntualmente diamo le copie dei formulari di identificazione per il trasporto rifiuti timbrate dai destinatari.
PRESIDENTE. Dove è localizzato questo impianto di sterilizzazione?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. A Cirò Marina: ripeto che è l’unico impianto della zona e che abbiamo subito controlli da parte di tutti.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. A Cirò Marina avete un capannone per lo stoccaggio?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. No, all’interno è localizzato un impianto di sterilizzazione di rifiuti sanitari.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. Regolarmente autorizzato?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Certamente.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. Anche dal comune di Cirò Marina?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. Non ha bisogno di autorizzazione da parte del comune.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. So che c’è un capannone dove avviene lo stoccaggio: non mi risulta nient’altro. Dico questo perché ieri sera, dopo una domanda precisa, ho detto che a me ufficialmente non risulta che ci sia tale impianto di sterilizzazione.
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. C’è un impianto di sterilizzazione di rifiuti sanitari: nella conferenza dei servizi indetta dal commissario per l’emergenza rifiuti è stata invitata anche l’amministrazione comunale. Le parlo dell’anno 2000, quando è stata data l’autorizzazione.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. Non vorrei che questa conferenza di servizi si fosse svolta proprio nel momento in cui un’amministrazione se ne andava ed un’altra arrivava: in genere succede sempre così.
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. La nostra istanza alla regione e al commissario risale al 1994.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. Comunque la distruzione dei rifiuti non avviene a Cirò Marina?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. A Cirò Marina si effettua solo la sterilizzazione; la distruzione avviene a Brindisi.
PRESIDENTE. Qual è l’azienda che opera a Brindisi?
ALESSANDRO ALBANO, Responsabile della società Progetto ecologia. La MAF o un’altra società, non ricordo bene: si tratta comunque di un forno inceneritore sia per rifiuti speciali che per gli assimilabili.
PRESIDENTE. Ringraziamo il responsabile della società Progetto ecologia, che ci ha fornito utili indicazioni per una valutazione più complessiva del fenomeno, per la sua disponibilità.
Incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria di Catanzaro.
PRESIDENTE. Ringrazio per la loro presenza i rappresentanti delle associazioni di categoria di Catanzaro. La Commissione intende acquisire elementi conoscitivi in relazione ai diversi profili di criticità che caratterizzano la gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio regionale. Interesse della Commissione è anche conoscere l’impatto e la ricaduta dello stato di emergenza del settore dei rifiuti sulle attività svolte dagli operatori economici e produttivi della regione. In particolare, può esserci utile conoscere la posizione dei diversi rappresentanti delle categorie produttive in merito all’attuale normativa sui rifiuti, anche ai fini di valutare l’opportunità di effettuare eventuali modifiche legislative.
FRANCO LUCIA, Presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori. In linea generale gli associati alla nostra organizzazione non registrano situazioni che possano farci pensare a fenomeni di "ecomafia". Per quanto riguarda l’aspetto normativo, nella piana di Lametia – dove si registra una forte prevalenza del settore florovivaistico – l’agricoltura è più avanzata, più proiettata sul mercato e quindi si verifica il problema degli scarti, costituiti soprattutto da plastica e altre materie prime utilizzate dal settore florovivaistico e ortofrutticolo. Per quanto riguarda lo smaltimento di questi materiali, i nostri associati si rivolgono a ditte particolari che prelevano direttamente dalle aziende questi rifiuti.
Questo è quanto possiamo dire riguardo al fenomeno di cui vi interessate.
FILIPPO CALLIPO, Presidente della Federazione industriali di Catanzaro. A seguito della convocazione presso questa Commissione mi sono premurato di sentire i presidenti delle varie associazioni provinciali (l’ingegner Noto, della provincia di Catanzaro, è presente insieme con me in questa sede), i quali non mi hanno evidenziato situazioni particolari. Quello che mi hanno confermato, anche a seguito di indagini telefoniche tra gli associati, è che tutti si avvalgono di aziende regolarmente autorizzate allo smaltimento dei rifiuti.
Il problema è maggiormente avvertito presso i costruttori a proposito dei rifiuti da demolizione. Da molto tempo i costruttori stanno cercando di far approvare il nuovo prezzario per inserire la voce relativa al materiale di risulta delle costruzioni, che viene inviato in discarica. Si tratta di un aspetto che andrà sicuramente disciplinato anche nei bandi relativi alle opere pubbliche.
Quanto al resto, non abbiamo nulla da evidenziare.
FLORIANO NOTO, Presidente dell’Associazione provinciale industriali di Catanzaro. Nel condividere quanto affermato dal presidente Callipo, vorrei entrare nella tematica delle autorizzazioni necessarie per aprire una nuova discarica. Qualche nostro associato che si è avvicinato a questo mondo ha rilevato che i tempi assorbiti dai passaggi burocratici sono così lunghi da rallentare l’iter: in questa sede diciamo che ciò avviene in buona fede e che non vogliamo pensare che ci sia malafede nell’intenzione di mantenere lo statu quo.
Un altro settore molto importante su cui a nostro avviso il Governo potrebbe intervenire è quello del calmiere dei prezzi. Riteniamo che l’invio a discarica del materiale costituisca un’attività economica ad alto valore aggiunto. Si crea quindi un notevole business: per la malavita molte volte rende di più gestire il rifiuto che non la cocaina. Calmierare i prezzi, naturalmente spingendoli verso il basso, potrebbe far sì che l’interesse delle grandi organizzazioni malavitose diminuisca o addirittura venga meno. Si pensi che per smaltire l’Eternit il costo è notevole, pari quasi a quello che si paga per comprarlo nuovo: ciò da un’idea di quello che può essere il business più in generale.
Sarebbe poi opportuno attivare lo sportello unico. So che molti imprenditori "puliti" vogliono investire in questo settore, ma i tempi burocratici sono molto dilatati: sarebbe quindi importante fare in modo che sia lo stesso mercato a calmierare i prezzi semplificando le procedure.
Ribadisco poi quanto detto dal presidente Callipo a proposito delle difficoltà dei costruttori. Credo che sia solo da pochissimo tempo che a Lametia è stata attivata una discarica per materiali di risulta dalle demolizioni. Ciò fa sì che anche le imprese che operano nel campo delle demolizioni e dei movimenti di terra si trovano in una situazione borderline tra il chiaro e lo scuro, poiché praticano prezzi che rappresentano una notevole fonte di utili per le imprese stesse.
Vorremmo quindi invitarvi ad individuare un "listino prezzi" giusto: anche l’imprenditore deve avere il suo guadagno, ma attualmente riteniamo che l’utile di impresa in questo settore sia elevatissimo.
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Interverrò molto brevemente, lasciando poi la parola al dottor Semeraro, che è il segretario regionale dell’albo gestione rifiuti, mio diretto collaboratore e soprattutto tecnico del settore.
Non ho ricevuto la convocazione presso questa Commissione: ho letto articoli di stampa che parlavano della vostra presenza in Calabria e mi sono premurato per motivi di diligenza di chiamare la prefettura per far osservare l’anomalia secondo la quale vengono convocate categorie che hanno poco da dire sul problema assai complesso dei rifiuti e dell’ecomafia e non coloro che si occupano dell’albo gestione rifiuti, che rappresentano il ministero sul territorio. Credo quindi che, dal punto di vista del metodo, questa Commissione debba ascoltare anzitutto le strutture interessate; non voglio assolutamente fare polemica ma suggerire un metodo di lavoro. È pur vero che è stato chiamato tra i primi, come doveroso, il subcommissario Italo Reale, ma credo vi sia uno scollamento sul piano del metodo; anche il subcommissario è soggetto al rilascio dell’autorizzazione da parte dell’albo che io presiedo.
Aggiungo che l’albo non è una semplice elencazione di una serie di imprese ma l’organo che rilascia le autorizzazioni per le discariche e per i mezzi alle varie imprese, che ottempera alle esigenze di natura giuridico-legale nonché istituzionale rappresentando il Ministero dell’ambiente per quanto attiene al controllo delle caratteristiche dei preposti, ivi compresi i mafiosi.
PRESIDENTE. È un controllo cartaceo…
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. No, si tratta di un controllo tecnico: effettuiamo verifiche attraverso perizie di alto livello in modo serratissimo: abbiamo portato della documentazione che consegniamo alla Commissione. La Calabria si trovava all’ultimo posto per quanto riguarda l’emergenza rifiuti: lo stesso ministro, da cui ci siamo recati nei giorni scorsi, ha preparato una relazione in cui si afferma che la camera di commercio del capoluogo di regione è preposta alla direzione del sistema regionale di smaltimento dei rifiuti: si è parlato di noi come di un esempio da imitare. Ciò significa che probabilmente siamo sulla strada giusta.
L’anomalia a cui accennavo è determinata anche da un altro fatto: è l’albo, nell’ambito delle regioni, che interloquisce con i prefetti e i questori; è il presidente dell’albo che assume i rischi della concessione o meno. Se ho ben capito, si parla di ecomafia, ma non avendo ricevuto la convocazione non so che tipo di intervento posso svolgere in questa sede.
PRESIDENTE. Ho fatto un brevissimo accenno al motivo per cui siete qui; qualcuno è stato convocato, qualcun altro ha sollecitato utilmente una convocazione, che è stata accolta proprio in ragione della necessità di avere informazioni.
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Ho letto l’articolo e ho telefonato.
Per entrare nel merito, abbiamo appuntamento (il terzo) il 3 luglio con il dottor Semeraro – per darvi la dimensione di cosa possa accadere in Calabria – e con i magistrati del tribunale di Crotone, perché relativamente alla gestione dei rifiuti e all’ecomafia il rischio esiste ed è serio. Mi riferisco ai fatti di cui hanno parlato il presidente Callipo e il presidente Noto: c’è uno spostamento dell’interesse della mafia, che ha compreso buttare in un fosso i rifiuti altamente tossici è un business e che questo lavoro ha un valore aggiunto incredibile. Non so se quanto ha detto il presidente Noto corrisponda del tutto alla realtà: è vero che il costo è altissimo (non entro in merito, perché non conosco i costi della produzione e dello smaltimento), ma se questo mestiere viene esercitato secondo le caratteristiche dettate dalla normativa quel prezzo può essere giustificato. Non voglio difendere le imprese, ma dico che si fa un uso ed un abuso enorme dello smaltimento. Chi lo fa? Non certo l’imprenditore sano, ma famiglie mafiose (cosche) come quelle due o tre che a Crotone detengono la gestione dello smaltimento. Questo incontro che avremo con il generale della Finanza, dei Carabinieri, il questore ed il prefetto di Crotone il 3 dovrebbe servire a vedere cosa fare in ordine ad una problematica seria. Qual è? Pervengono le domande di iscrizione alle varie categorie da parte delle aziende, dei gestori…
MICHELE VIANELLO. Sta parlando di una di quelle famose 10 discariche previste nel piano regionale?
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Sì.
MICHELE VIANELLO. Quindi lei ci sta dicendo – finora non lo ha detto nessuno – che due delle 10 discariche del piano regionale sono in mano alle famiglie mafiose?
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Non parlo delle discariche, parlo dei gestori, delle aziende che sono smaltitrici.
MICHELE VIANELLO. Non credo che si portino i materiali a casa!
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. È probabile che queste persone non usino la discarica di cui parla lei e che abbiano altre discariche, quelle abusive, che ogni tanto vengono scoperte dai NAS e dalla Finanza. Non so se le discariche siano loro; non l’ho controllato perché non ho il potere di farlo, altrimenti l’avrei fatto. Esiste questo problema, che però deve essere risolto a monte, attraverso una maggiore sinergia per esempio tra enti, cosa che io ho fatto per l’amicizia che mi lega al prefetto che a sua volta si è messo in contatto con i magistrati, che hanno provveduto in questi giorni a sequestrare i beni di questa famiglia. Però io ricevo dalla prefettura un certificato assolutamente pulito, per cui il dottor Semeraro e il sottoscritto la sera, quando rientriamo a casa, ci guardiamo le spalle, perché per sei mesi abbiamo rifiutato di concedere, pur in presenza di atti formali assolutamente puliti. Cosa facciamo? Facciamo i donchisciotte? Non dovrebbe esservi un sistema ben organizzato, in cui ognuno fa la propria parte, ivi compreso lo Stato, rappresentato dalle prefetture, che devono rilasciare quanto meno un documento che ci imponga di fermarci, perché c’è un procedimento in atto? Infatti, ufficialmente noi ci dobbiamo attenere a ciò che è scritto sulla carta, perché la legge detta tassativamente i criteri da adottare per rilasciare o non rilasciare. Se mi arrivano le carte pulite, io cosa posso fare? Per quale motivo io non dovrei rilasciare? Nonostante le sollecitazioni di vario tipo che arrivano sul mio tavolo, non ultime le minacce, di cui non voglio parlare, perché è un mio problema personale….
MICHELE VIANELLO. Non è un suo problema personale.
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Le spiego in che senso. Lo sto dicendo provocatoriamente.
PRESIDENTE. Sarebbe opportuno specificare meglio la vicenda, non trattandosi di una questione personale.
MICHELE VIANELLO. Signor presidente, forse è bene spiegare che noi in questo momento non siamo dei semplici parlamentari, ma agiamo con i poteri dei magistrati.
PRESIDENTE. E’ interesse di questa Commissione comprendere ed approfondire la questione, per il rilievo che ha, in tutti i suoi aspetti, ai fini di tutte le naturali valutazioni e conseguenze.
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. E’ quello che sto cercando di fare, ma non so se riesco ad essere sufficientemente chiaro nell’esposizione. Preferirei che mi poneste delle domande più precise, perché non so quale sia la sfera di argomenti che più vi interessa.
PRESIDENTE. A quale comune afferisce la vicenda?
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. Alla città di Crotone, al comune di Crotone, alla provincia di Crotone, all’azienda di Crotone.
PRESIDENTE. A quale impresa si riferisce?
PAOLO ABRAMO, Presidente della camera di commercio di Catanzaro. A Ciampà.
ALDO SEMERARO, Segretario della sezione regionale dell’albo gestione rifiuti. La ditta in questione ha presentato un anno fa un aumento di classe per la categoria 2. Allora abbiamo chiesto la certificazione antimafia e ci è pervenuta una certificazione antimafia dalla prefettura di Crotone secondo la quale esistevano dei problemi; abbiamo quindi riscritto alla prefettura di Crotone chiedendo di quali problemi si trattasse, se ci fossero carichi pendenti o sentenze passate in giudicato. La prefettura di Crotone non ha risposto per quasi un anno e noi in questo periodo non siamo riusciti a dare una risposta, negativa o positiva, a questa impresa. Scaduti i due anni di validità dell’iscrizione, l’impresa ripresenta la domanda; noi ripresentiamo la richiesta di certificazione antimafia alla prefettura, la quale ancora non ci risponde. Il nostro presidente ha buoni rapporti con il prefetto di Crotone e veniamo a sapere che ci sono stati dei procedimenti ed una sentenza che comporta il sequestro delle attrezzature. I termini di questo sequestro ancora non li conosciamo, perché quanto sequestrato può essere dato in custodia giudiziale per cui non avviene la scomparsa dell’impresa; siamo a questo punto. Il 3 luglio dovremo capire che cosa è stato sequestrato, quale sia la sentenza intervenuta; c’è una mancanza di coordinamento in merito a questo punto fra i diversi organi della pubblica amministrazione.
La sollecitazione qual è? Noi cerchiamo di operare con il massimo impegno. I termini della questione sono questi. Il 3 luglio dovremo incontrare il prefetto di Crotone in persona per capire di che cosa si tratta.
NICODEMO FRANCESCO FILIPPELLI. Inizialmente, quando il presidente Abramo ha parlato di famiglia noi abbiamo immaginato la famiglia che gestisce le discariche, invece si tratta di un’altra famiglia cui sono stati confiscati i beni, anche se mi pare che la magistratura ora li abbia restituiti.
ALDO SEMERARO, Segretario della sezione regionale dell’albo gestione rifiuti. Noi siamo stati minacciati in ufficio. E’ venuto l’avvocato a lamentare il ritardo nel rilascio di questa autorizzazione, ritardo che non è dovuto a noi.
Comunque, se lo riterrete opportuno, potrò intervenire anche su altre questioni relative alla gestione dei rifiuti in Calabria.
PRESIDENTE. Prego, dottor Semeraro.
ALDO SEMERARO, Segretario della sezione regionale dell’albo gestione rifiuti. In questi giorni abbiamo un rapporto non troppo tranquillo con il commissario all’emergenza rifiuti, che ha predisposto un piano di gestione dei rifiuti che si basa essenzialmente sull’intervento di società miste. Ha emesso delle ordinanze d’urgenza secondo il decreto Ronchi, il cui effetto terminerà il 30 giugno; praticamente il 1° luglio queste società miste dovrebbero essere iscritte all’albo gestori rifiuti per la categoria 2. Ebbene, non tutte le società miste sono iscritte, e quelle che hanno presentato la comunicazione hanno dei problemi relativamente ai requisiti di cui necessitano le società per potersi iscrivere. Ma questo non è il dato più importante. L’elemento più rilevante è che in Calabria il piano regionale focalizza bene l’attenzione sulle società, sugli enti gestori, sugli enti trasportatori, però trascura gli impianti, e a mio giudizio fino a quando verranno trascurati gli impianti l’emergenza continuerà. Noi abbiamo chiesto il piano regionale, ma non ci è pervenuto, pur essendo la sezione regionale Calabria dell'albo gestori rifiuti. Dalle poche informazioni che abbiamo, sugli impianti c’è poca attenzione. Io non dico – lo sottolineo con vigore – che bisogna togliere e distogliere attenzione ed interesse dalle società che trasportano i rifiuti, ma credo che altrettanto interesse vada rivolto alla gestione delle discariche e dell’impianto.
Questa mattina abbiamo partecipato ad una riunione indetta dalla provincia, perché sta predisponendo un piano provinciale di gestione dei rifiuti, però vediamo che esiste scollamento tra il piano di gestione provinciale e quello regionale. Questo potrebbe essere un elemento di preoccupazione anche nel senso di evidenziare problemi di rapporti di tipo mafioso all’interno della nostra regione.
Siamo in attesa del decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria sulle discariche e siamo anche in attesa che si definisca una volta per tutte la questione della commercializzazione dei rifiuti e delle aziende che devono iscriversi all’albo gestori.
Credo di aver evidenziato i due maggiori problemi esistenti.
MICHELE VIANELLO. Vorrei chiedere ai rappresentanti dell’associazione responsabile degli agricoltori, poiché in questi giorni abbiamo avuto segnalazioni di un inquinamento particolare dovuto alla produzione di olio da parte dei frantoi, se esista un intervento da parte vostra per prevenire questo fenomeno, che dovrebbe essere abbastanza rilevante.
FRANCO LUCIA, Presidente provinciale della CIA di Catanzaro. Essendo la Calabria la seconda regione italiana nella produzione di olio, il problema è consistente. L’impostazione che stiamo cercando di portare negli ultimi dieci anni, senza però riuscirvi, è quella di rivolgersi a società miste per la gestione e lo smaltimento delle acque reflue; se però l’onere di queste società deve gravare esclusivamente sugli agricoltori, vista la situazione del prezzo di mercato dell’olio (generalmente la Calabria produce poco extravergine, mentre per la maggior parte si tratta di olio vergine o lampante), oggettivamente si innescano meccanismi che non si riescono a controllare.
MICHELE VIANELLO. Capisco benissimo i problemi economici, ma non ho capito come l’associazione provveda allo smaltimento delle acque.
FRANCO LUCIA, Presidente provinciale della CIA di Catanzaro. Stiamo lavorando per la costituzione di consorzi pubblici-privati per creare le condizioni per risolvere questo annoso problema (in Calabria i frantoi sono tre o quattromila, non è un fenomeno di poco conto), il cui onere non può essere caricato solamente sugli olivocoltori, che certamente debbono fare la loro parte, ma deve intervenire uno sforzo collegiale. A tale proposito, nell’ambito del POR Calabria, abbiamo chiesto una serie di iniziative che, con una gestione pubblico-privato, potrebbero consentire di risolvere i maggiori punti di crisi esistenti nella regione.
FLORIANO NOTO, Presidente dell’Associazione provinciale industriali di Catanzaro. Dato che è stato toccato il problema dei resti della lavorazione delle arance e della trasformazione agroindustriale, non vorrei assolutamente alzare un muro nei confronti dell’imprenditoria, ma occorre tener conto che i frantoi sono alla luce del sole. Perché i controlli degli enti preposti non vengono svolti in maniera adeguata? Il povero produttore agricolo non si può porre il problema se il frantoio abbia o meno le necessarie autorizzazioni. Bisogna considerare che il livello culturale è medio-basso. Lo stesso accade per il povero imprenditore che opera nel settore agroindustriale. Si può richiedere all’azienda che gestisce lo smaltimento di mostrare l’autorizzazione, ma non si può controllare dove i rifiuti vadano a finire.
FRANCO LUCIA, Presidente provinciale della CIA di Catanzaro. I frantoi non solo hanno le carte in regola ma hanno le vasche di decantazione. Ci sono le ditte specializzate. E’ stato posto un problema specifico su una questione di impatto ambientale, e io rispondo che per poterla affrontare organicamente bisogna trovare una soluzione.
PRESIDENTE. Vi ringrazio per il contributo che ci avete offerto, senz’altro utile per una valutazione più complessiva del fenomeno anche nelle fattispecie rilevate, che saranno oggetto di considerazioni. Vi ringrazio anche per la sensibilità dimostrata venendo qui e soprattutto a richiedere l’incontro. Sono tutti stimoli utili di cui noi terremo conto nel lavoro che svolgeremo sulla valutazione del ciclo integrato dei rifiuti della regione Calabria.
Incontro con i rappresentanti di associazioni ambientaliste.
PRESIDENTE. Ringrazio Salvatore Madia, delegato di Italia nostra, e Pierluigi Mancuso, responsabile di Ambiente e/è Vita. Nell’ambito della missione che la Commissione sta svolgendo in questa regione al fine di approfondire le più delicate questioni relative allo stato di emergenza nel settore dei rifiuti un utile contributo può essere fornito proprio dalle associazioni ambientaliste, che dispongono di un osservatorio privilegiato sullo stato del territorio e sugli effetti che derivano dalla gestione del ciclo dei rifiuti (lo stato dell’impiantistica, l’inquinamento del territorio e così via). Sarà gradito il vostro contributo.
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. Sono il responsabile di Ambiente e/è Vita per la Calabria. Come associazione lasceremo una nota che abbiamo predisposto per la Commissione.
PRESIDENTE. L’acquisiremo volentieri agli atti.
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. Per esporre i temi trattati nella nota, già nel 1998 abbiamo incontrato la Commissione e abbiamo illustrato il nostro pensiero in merito alla gestione dei rifiuti, evidenziando la necessità di attivare un processo di educazione ambientale fin dai primi cicli di studio all’interno della scuola. Inoltre, avevamo messo in rilievo il problema dell’ecomafia e la necessità di avviare il termovalorizzatore di Lametia Terme. E’ intervenuta poi la gestione commissariale, che in questi quattro anni ha fatto molto, però riteniamo che il risultato raggiunto non sia ancora soddisfacente.
Riproponiamo all’attenzione della Commissione la proposta di legge del senatore Specchia sulla possibilità di attuare cicli formativi già nella scuola per quanto riguarda l’educazione ambientale. Resta ancora da avviare quasi completamente il processo di risanamento dei siti inquinati e da bonificare, e non è stato fatto nulla in relazione ai siti industriali di Crotone e della Pertusola, dove si sa esistono problemi di rifiuti speciali e tossici sia all’interno dell’area industriale sia all’esterno. Inoltre la Calabria rappresenta un punto di collegamento tra la Sicilia e il resto del Mezzogiorno, per cui è diventata anche centro di conferimento di rifiuti tossici sia nelle discariche autorizzate sia in quelle non autorizzate. Riteniamo pertanto che la Commissione debba dare un impulso per la risoluzione di questi problemi.
SALVATORE MADIA, Responsabile di Italia nostra. Oggi sono qui in sostituzione della dottoressa Teti, che è il nostro presidente, che è molto più competente di me in materia.
Ringraziamo la Commissione per l’attenzione nei confronti delle associazioni ambientaliste e ci auguriamo che in futuro la parola di Italia nostra come delle altre associazioni sia sempre più forte e abbia un peso rilevante ai fini della sensibilizzazione su questi temi.
LOREDANA DE PETRIS. Poiché vi siete riferiti alla Commissione della precedente legislatura, oggi avete predisposto un aggiornamento rispetto alle questioni segnalate soprattutto sul versante dell’ecomafia? La Calabria, come è stato detto, rappresenta un po’ il crocevia per quanto riguarda la questione dei tossici e nocivi; dovete segnalare degli episodi specifici?
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. Il dato è abbastanza generale; noi non possiamo intervenire con denunce specifiche; ciò che abbiamo riportato nella nota si riferisce a Crotone (il problema di Rossano è stato risolto), sulla cui discarica ci risulta sia in corso un’indagine della magistratura.
RENZO MICHELINI. Desidererei sapere se le vostre associazioni ambientaliste intervengano in sede di pianificazione regionale e di quella delle singole province per quanto riguarda il modo di attuare l’attività di smaltimento dei rifiuti nei singoli comuni. Vorrei sapere se la vostra sia un’indagine su tutto il territorio, se vi siate posti l’impegno di mappare il territorio oppure se la vostra sia un’attività che segue di volta in volta i casi più eclatanti, quelli riportati dalla stampa.
Gradirei inoltre delle informazioni sul modo in cui reagisce la popolazione nei confronti di fenomeni di inquinamento palese o comunque di una non corretta gestione del ciclo dei rifiuti per quanto riguarda i fenomeni specifici sul territorio, la dispersione, la paura che la gente può avere e via dicendo.
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. Per quanto riguarda il coinvolgimento delle associazioni ambientaliste nella gestione o comunque nella programmazione dell’attività, in questo momento dobbiamo dire che la gestione del commissario ha cercato di coinvolgere la popolazione sensibilizzandola in ordine alla raccolta differenziata; sono state anche prese iniziative in collaborazione con i comuni. Io opero in particolare nel comune di Catanzaro: si è dato vita a molte attività in collaborazione con il comune, per quanto riguarda però più la divulgazione che non la vera e propria programmazione degli interventi o la pianificazione. Infatti, in questo momento tali interventi sono ancora gestiti per la maggior parte dal commissario.
Nel momento in cui si evidenziano problemi di inquinamento o di cattiva gestione dei rifiuti avvengono sempre manifestazioni di protesta e attività a livello di stampa e di televisione in merito al fenomeno, che è molto sentito, al pari di quello dell’inquinamento delle coste, che per noi è molto coinvolgente.
LOREDANA DE PETRIS. Ci è stato detto che si sono riscontrati problemi molto seri in ordine al consenso in relazione a Calabria nord, tanto che il termovalorizzatore per il quale era stata effettuata la gara è fermo e si pensa di trovare soluzioni alternative. Come associazioni ambientaliste, sui termovalorizzatori e sul tipo di tecnologia scelta in Calabria siete stati coinvolti? Potete esprimere dei giudizi in merito?
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. Come associazione ambientalista siamo stati tra quelle che hanno sempre condiviso la scelta della termovalorizzazione dei rifiuti, tant’è vero che già nel 1998 avevamo sollecitato l’avvio delle procedure per l’apertura del termovalorizzatore dell’area industriale di Lametia. Dal punto di vista però del coinvolgimento e del consenso locale, purtroppo, essendo la nostra un’associazione giovane e non molto radicata, è per noi più difficile far sentire la nostra opinione, anche se l’abbiamo espressa più volte in merito a questo aspetto.
Quello della termovalorizzazione dei rifiuti è un problema di comunicazione e di informazione della popolazione, perché il primo impatto è sempre il rifiuto e la diffidenza, quale sia la tecnologia, quando invece la legge impone che una quota di rifiuti vada nell’inceneritore, come d’altronde avviene in tutta Europa. Riteniamo che occorra un’azione più incisiva iniziando proprio dall’età scolare.
RENZO MICHELINI. In talune parti d’Italia, quando le amministrazioni pubbliche programmano di realizzare un inceneritore, chi maggiormente si oppone sono le associazioni ambientaliste, perché ritengono che non vi siano sistemi idonei di tutela nei confronti della salute della popolazione per quanto riguarda le immissioni in aria. Da quanto abbiamo potuto capire, qui si stanno programmando insediamenti di questo tipo. Qual è la vostra posizione specifica nei confronti di questi insediamenti?
In secondo luogo, è stato fatto riferimento alla vicenda dell’area inquinata della Pertusola. In questo caso, come associazione ambientalista, avete svolto una ricerca sulla pericolosità delle sostanze qui presenti, in dipendenza proprio di un imminente pericolo nei confronti della salute? Conseguentemente, avete ritenuto di creare un movimento, in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, perché le autorità o chi di competenza (sappiamo benissimo che si tratta del livello nazionale, perché sono siti inquinati con rilevanza nazionale) adotti iniziative su questo versante?
PIERLUIGI MANCUSO, Responsabile di Ambiente e/è Vita. In merito al processo di termovalorizzazione dei rifiuti ho detto che noi, come associazione, già da tempo ci siamo espressi favorevolmente rispetto a questo sistema di smaltimento, ritenendolo alternativo e necessario alle discariche e al sistema di compostaggio. Nel merito delle singole installazioni riteniamo naturalmente che occorra fare attenzione sul tipo di tecnologia e sul sito che si sceglie per la realizzazione di questi impianti. Mi risulta che esista in Calabria un unico impianto di termovalorizzazione nella zona cosentina, che è stato chiuso per le molte polemiche intervenute intorno ad esso, ma comunque non è stata trovata una soluzione per riavviare l’impianto in maniera adeguata.
Siamo disponibili a confrontarci con le amministrazioni che intendano scegliere questo tipo di tecnologia, valutando di volta in volta le scelte che si andranno ad operare.
PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, che così cortesemente hanno accolto il nostro invito, fornendoci utili indicazioni al fine di meglio comprendere il fenomeno.
I lavori terminano alle 16.05.