TIZIANA VALPIANA

Componente della Commissione parlamentare per l’infanzia

 

            Basterebbe il Curriculum Vitae di Samir Narayan Chaudhuri, laureato in medicina nel 1961 all'Università di Rangoon (Myanmar) e specializzato in pediatria all'Università di New Delhi (India), ricordare che i risultati delle sue ricerche sugli effetti della malnutrizione sono stati pubblicati in India e in altri paesi, che è stato chiamato come esperto nutrizionista, oltre che dal Governo dello Stato del Bengala Occidentale e dal Governo centrale indiano anche in nazioni confinanti, come il Bangladesh e il Nepal, ma anche in molti paesi africani, che ha collaborato con i principali organismi di ricerca a livello nazionale, quali Indian Council of Medical Research (ICMR), National Institute of Nutrition (NIN) e Nutrition Foundation of India (NFI), che le sue attività sono state sostenute da agenzie internazionali, quali la Fondazione Ford, l'UNICEF, la Fondazione McArthur, il Population Council, che ha collaborato con centri internazionali di eccellenza accademica come la London School of Tropical Medicine e la Johns Hopkins School of Public Health, che è stato insignito con riconoscimenti prestigiosi come il National Award in Child Welfare 1985 e 2005, conferito dal Presidente dell'India, e del Premio internazionale "Liguria” a Genova nel 1991 per capire che si tratta di una persona eccezionale.

            Ma so che lui vorrebbe, invece, che io dicessi che si tratta di una “persona normale”, che ha trovato una motivazione per fare cose straordinarie. Perché la cosa eccezionale è proprio che fin dal 1974 il dottor Chaudhuri ha messo la sua scienza, la sua competenza, le sue conoscenze, al servizio dei bambini poveri di Calcutta. Ed ha capito ben presto che la pediatria non può risolvere da sola i problemi derivanti dalla malnutrizione, ma solo attraverso la prevenzione fatta con una giusta distribuzione, con l’educazione e il coinvolgimento attivo dei soggetti.

            Tomorrow is too late, domani è troppo tardi, si legge sulla facciata della sede del Child In Need Insititute che Samir Chaudhuri ha avviato nell'area a sud di Calcutta, formando un primo gruppo di operatori sanitari. I bambini non hanno il tempo, i poveri non hanno il tempo, il loro tempo e le loro vite fuggono via. Ed è per fermare il tempo che si porta via le loro vite che un'attività senza confini e senza riposo è diventata la motivazione straordinaria della particolare metodologia di lavoro di CINI.

            Per CINI i bambini e i poveri hanno diritto a quanto di meglio esiste, sul piano delle cure, sul piano dell'organizzazione, sul piano delle competenze e sul piano dell'approccio. Per questo, tutti gli operatori di CINI, che ricevono compensi modesti su un piano ugualitario, hanno però l’opportunità di ottenere la miglior preparazione professionale possibile ad ogni livello, dal medico che può specializzarsi nelle migliori università del mondo alla operatrice di villaggio che, pur nella povertà dei mezzi usati, ha la possibilità di un motorino per raggiungere anche le zone più sperdute. Operatori e operatrici sono indiani, perché andare nei villaggi per modificare le abitudini di vita richiede un approccio alla pari e convincente, a partire dalla conoscenza della lingua e della sensibilità culturale per saper coinvolgere i membri della comunità.

            CINI ha sperimentato e sviluppato un modello di intervento denominato ”approccio al ciclo di vita”, con l'obiettivo di rompere il circolo vizioso intergenerazionale “povertà-malnutrizione-malattia”, proponendo interventi mirati durante le fasi critiche del ciclo di vita, con un approccio scientifico e non solo emotivo ai problemi. Con un approccio semplice, originale, ma rigoroso sul piano scientifico, che ribalta convinzioni e pregiudizi per affrontare problemi immani.

            Un esempio, tra tutti: per indurre una donna indiana alla programmazione delle nascite c'è un unico metodo: far sì che il suo bambino sopravviva e cresca sano, dimostrarle che non avrà bisogno di averne 6, 8, 10 per ritrovarsene qualcuno che la accudisca quando sarà vecchia, ma che le sue energie fisiche e relazionali saranno meglio e più utilmente impiegate se ogni bambino che le nasce avrà l'opportunità di vivere. Ancora, la promozione a tutti i livelli di “tecnologie appropriate” efficaci, poco costose e locali, utilizzando il minimo di risorse con il massimo di impatto. Un esempio: il Nutrimix, alimento ad alto valore nutrizionale e poco costoso composto da cerali e legumi prodotti localmente e diffuso al posto dei prodotti propagandati dalle multinazionali dei cibi per l'infanzia che tanti morti e danni creano soprattutto nei paesi poveri.

            Uno tra i punti cardine dell'approccio di CINI è, fin dal 1981, l'intuizione del ruolo centrale della donna (educare una donna significa incidere su tre generazioni, dice sempre il dottor Samir Chaudhuri), in particolare in un contesto sociale e culturale come quello indiano in cui la donna è ancor più povera tra i poveri e la più priva di potere tra gli invisibili: il lavoro fatto attraverso la promozione e la valorizzazione (empowerment, si direbbe oggi, dopo Pechino) dei Mahila mandals (gruppi di donne) organizzati nei villaggi, grazie ai quali fin dal 1982 si è capito che una delle priorità per le donne è essere tranquille nel lasciare i propri bambini per lavorare e sostenere la famiglia, attraverso l'apertura dei Balwadi (asili) gestiti da gruppi di donne formate da CINI. Il progetto Sneha Neer, avviato più recentemente, forma madri e adolescenti poveri per accudire bambini dai 2 ai 6 anni degli slums e nei villaggi rurali di Calcutta attraverso tecniche di stimolazione (giochi, canzoni e recitazione) per favorire lo sviluppo fisico e psicologico e per abbassare l'alto tasso di abbandono scolastico già nei primi anni di scuola.

            L'incontro tra il dottor Samir Chaudhuri e l'Italia è stato proficuo - non solo quello con la dottoressa Eliana Riggio, funzionaria dell'UNICEF, divenutane poi la moglie e per lo splendore di Elsa Kiran e Anjiali - ma perché l'interesse nato attorno a CINI e al suo metodo e campo di lavoro ha mobilitato forze e intelligenze attorno all'Associazione "Amici di CINI" (ora CINI Italia), organizzazione con sede a Verona che ha studiato nel 1992 un originale programma di sostegno a distanza, "Adotta una Mamma", per prevenire la malnutrizione infantile a partire dalla gravidanza, nel suo luogo di nascita, ovvero il ventre materno. Tutte le donne consenzienti incinte di un villaggio, grazie al sostegno di singoli o gruppi italiani che si impegnano a versare con continuità una somma mensile per 33 mesi (9 di gravidanza e i primi due anni di vita del nuovo nato), ricevono nel villaggio servizi di assistenza in gravidanza, con supporto alimentare, analisi, assistenza al parto a domicilio o in ospedale (economicamente proibitivo per le donne povere), nel puerperio e per l'allattamento al seno, supervisone pediatrica, vaccinazioni, sostegno nella crescita e monitoraggio del bambino per i primi 2 anni di vita, quelli in cui si forma la dotazione di base di salute per tutta la vita, ma anche la maggior parte della crescita del cervello e dello sviluppo psico-sensoriale. In India un bambino su 3 nasce già malnutrito, con un peso inferiore ai 2,5 chilogrammi; la metà continuerà per tutta la vita a soffrire di malnutrizione, con frequenti malattie a causa dell'insufficiente sviluppo fisico e cerebrale. I Paesi poveri hanno bisogno di nuove generazioni sane, di non spendere in cure sanitarie le cifre immense che la mancata prevenzione comporta ma, soprattutto, di avere bambini che crescono amati, svegli e intelligenti per poter avere future classi dirigenti capaci.

I risultati di questo approccio sono stati superiori a qualsiasi aspettativa. Nel volgere di pochi anni, la percentuale tra bambini nati sottopeso e bambini normopeso si è rovesciata, sono diminuite le nascite pretermine, aumentato il numero di parti assistiti da personale competente e il numero di parti in ospedale, diminuita la mortalità materna e perinatale, aumentato il numero di bambini allattati esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita e di donne che possono distanziare le nascite, con grande giovamento anche per la loro salute.

            Il 'donatore' italiano, che riceve periodicamente informazioni e fotografie della donna indiana e del suo bambino, riceve anche la consapevolezza che un aiuto economicamente molto modesto ma costante riesce a modificare tanto e a far uscire dal circolo vizioso della fame e della povertà. Tocca con mano il fatto che spesso la miseria e la morte non sono dovute all'ineluttabile, ma all'iniqua distribuzione dei beni e all'abbandono.

            Dopo l'esperienza italiana di CINI Italia, altri gruppi di persone nel mondo hanno promosso associazioni organizzate: Friends of CINI (Scozia), CINI UK, CINI Holland e CINI USA oggi lavorano per fare conoscere il lavoro di CINI e per reperire risorse finalizzate a sostenere nuove iniziative.

            Tra i principali servizi sanitari offerti dal CINI, ricordo la Clinica del giovedì, una delle iniziative principali, che offre servizi di prevenzione e cura sovvenzionati a circa 700-800 bambini, con monitoraggio della crescita e vaccinazioni, educazione sanitaria dei genitori; l’Ambulatorio per la gravidanza che  fornisce cure alle donne; l’Unità di gestione dell'allattamento che assiste le mamme fornendo counselling e sostegno, anche a mariti e ad altri componenti del nucleo familiare, sensibilizzati sull'importanza di cure adeguate alla mamma e al bambino, affinché l'allattamento prosegua correttamente; l’Ambulatorio per gli adolescenti, che offre servizi di counselling; l’Ambulatorio per la Salute riproduttiva, che dispensa servizi terapeutici e di counselling relativi alle infezioni del tratto riproduttivo, alle malattie a trasmissione sessuale e ai metodi di pianificazione familiare; il Centro per la riabilitazione nutrizionale, con 12 letti destinati alla riabilitazione dei bambini malnutriti, che, tramite un'opera di sostegno estesa alle mamme, è finalizzato a sviluppare la loro capacità di accudire e curare i propri figli, tramite corrette pratiche igieniche e alimentari, rivolte a entrambi i genitori e agli altri familiari; il servizio di Pronto intervento, con 10 letti per l'assistenza medica ai bambini in emergenza, finalizzato a curare infezioni acute del tratto respiratorio, disidratazione, malattie gastrointestinali e malnutrizione grave; l'Unità ambulatoriale, che provvede ai problemi di salute dei bambini, dispensa farmaci, esegue interventi chirurgici minori, assistendo oltre 40.000 bambini l'anno; un ulteriore servizio è fornito dal Centro di formazione, che offre corsi di aggiornamento professionale a vario livello a organizzazioni governative e non governative, con la produzione di testi e che ha formato finora oltre 22.000 operatori.

            Desidero inoltre ricordare i programmi urbani di CINI ASHA: "I bambini di una nazione sono il suo principale patrimonio e il futuro della nazione è fondato sulla loro crescita corretta. Un investimento nei bambini è certamente un investimento nel futuro della nazione e un bambino istruito e in buona salute oggi è il cittadino attivo e intelligente di domani". A partire da questo principio, che ricorre spesso negli interventi di CINI, sono stati avviati nel 1989 i programmi urbani di CINI ASHA in favore delle migliaia di bambini di strada e dei lavoratori che vivono lungo i binari ferroviari, nei mercati, nelle bidonville e nei quartieri abusivi del cuore di Calcutta. L'obiettivo è la prima accoglienza e la risposta ai bisogni primari: sopravvivenza e protezione che non hanno mai avuto, ma anche crescita e sviluppo, concentrati sull'istruzione e la mobilizzazione sociale attraverso il sostegno per il rientro nella scuola primaria. I servizi di CINI ASHA sono operativi in 26 distretti municipali e raggiungono circa 240.000 poveri della città e nasce da qui anche il centro specializzato sui problemi degli adolescenti, le malattie sessualmente trasmesse e le tecniche di pianificazione delle nascite.

            Ricordo ancora gli aiuti per le vittime dello tsunami e del terremoto in Kashmir resi concreti dall’attività del CINI. Già nel 1976 inizia infatti un altro di quelli che sarà poi, purtroppo, uno dei filoni principali di intervento di CINI, quello del Soccorso d'emergenza, iniziato con un ciclone in Andhra Pradesh, continuato poi in Thailandia per i rifugiati della Cambogia e proseguito fino ai nostri giorni, con il terribile tsunami e i suoi devastanti effetti anche in zone dell'India, e al terremoto in Pakistan, da cui il dottor Chaudhuri è rientrato proprio per essere con noi oggi.

            Con i contributi raccolti dalla Fondazione Cariverona, la Fondazione Blu e l'Associazione CINI Italia, sono state immediatamente installate cucine da campo, cliniche mobili e centri per il supporto psicologico nei villaggi del Sud dell'India e nelle Isole Andamane. Sono stati distribuiti circa 2.000 kit di prima emergenza e sono state acquistate 100 barche che servono per garantire la sussistenza a 300 famiglie di pescatori nel Sud dell'India. A partire dal 2 novembre, il team di CINI presta la propria opera alle vittime di entrambe le nazioni (India e Pakistan), allestendo rifugi a quasi 1000 famiglie situate nella fascia di territorio indiano lungo il confine, nella regione di Uri in Kashmir. Tutti i valichi e le strade in Kashmir saranno ben presto bloccate dalla neve, per questo l'intervento immediato è essenziale perché nell'arco di due settimane verrebbe tragicamente meno la possibilità di raggiungere le popolazioni colpite. Come sempre accade in situazioni di emergenza, alle sofferenze fisiche si aggiungono, per i bambini più che per chiunque altro, i traumi emotivi e il dolore per le perdite di genitori, familiari e coetanei. Non lasciamo soli i bambini del Pakistan, non facciamo in modo che, dopo qualche giorno di attenzione da parte dei media, questi bambini diventino 'invisibili'.

            In conclusione, cambiare vita significa cambiare la comunità. Partita con un bacino d'utenza di circa 300 persone, ad oggi CINI attua progetti di prevenzione della malnutrizione infantile per circa un milione di persone in diversi stati dell’India e con CINI ASHA, a Calcutta, lavora annualmente con circa 15.000 bambini lavoratori e di strada permettendo loro di abbandonare il lavoro e di ritornare a scuola. Segni concreti di una volontà e di una coscienza forte, che oggi noi vogliamo riconoscere, consegnando questo nostro premio al dottor Samir Chaudhuri, a tutti gli operatori e le operatrici che in questi anni hanno lavorato con lui, ma soprattutto al protagonista di tutti i suoi interventi, il bambino di cui nessuno soddisfa i bisogni primari, il bambino privo di diritti, cui il dottor Chaudhuri ha dedicato la vita, come diceva Maria Montessori, "con scienza e intelletto d'amore". Che è poi quello che anche la politica dovrebbe saper fare. E affinché questo riconoscimento non rischi di divenire "fiore all'occhiello" di un sistema che non sappiamo cambiare, la politica deve impegnarsi a riflettere su quanto di profondamente ingiusto c'è tra il nostro troppo e il loro nulla, e provare a cambiare le regole del gioco.