Albertina SOLIANI
Componente della Commissione parlamentare per l'infanzia. Ringrazio la Presidente Burani Procaccini che mi
ha affidato il compito di introdurre a nome dell’intera Commissione e ringrazio
tutti voi per una presenza credo carica di interesse e di responsabilità per i
temi che ci hanno condotto qui oggi. In realtà ogni anno la Giornata nazionale e
internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ci porta a
riflettere dentro il nostro tempo, dentro le vicende che stiamo vivendo, sul
senso e sull’attualizzazione dei principi fondamentali nati nel 1989, figli,
come è stato appena detto, di quei diritti umani universali che l’umanità si è
data come punto di arrivo della consapevolezza globale della vita sul pianeta
dopo secoli e secoli di storia carica di sofferenze e di liberazione. Noi
abbiamo il dovere di porci oggi le domande nuove a partire da questa grande
affermazione universale dei diritti nata dalla Convenzione di New York. Abbiamo
l’obbligo di dare risposte persuasive, concrete, vere ed esigenti: non c’è
spazio per un’ordinaria amministrazione. I giorni, il tempo che stiamo vivendo,
ci interpellano sulla verità delle cose della vita e quando il coinvolgimento
del mondo, la trasformazione del mondo, le vicende sulle frontiere nuove
dell’umanità toccano la vita dell’infanzia e dell’adolescenza è chiaro che
diventa ancora più delicato il compito di chi ha responsabilità di rappresentare
democraticamente le collettività. Nel tempo che stiamo vivendo si presentano
tutti gli antichi rischi a cui è sottoposta l’infanzia e l’adolescenza e se ne
presentano anche di nuovi. Da questi rischi l’infanzia e l’adolescenza chiedono
di essere innanzitutto difese, con gli strumenti a disposizione che ha il mondo,
che hanno gli adulti.
L’infanzia e l’adolescenza rappresentano in un certo senso
la speranza, la novità continua del mondo, come diceva stamattina il professor Burgio. La loro vita è un richiamo all’umanità ad osare di più sul proprio
futuro e a lavorare perché le opportunità della vita siano messe a disposizione
di tutte le nuove generazioni. E’ con questa consapevolezza che la Commissione
parlamentare per l’infanzia, che è figlia di questa storia, si trova oggi a fare
il punto dei lavori della propria attività, in un certo senso a render conto sia
pure in maniera molto essenziale e forse anche a tentare in questo modo di dare
prospettiva al lavoro dei prossimi mesi. Noi lo facciamo in questa giornata a
significare appunto – come si diceva – una rinnovata assunzione di
responsabilità da parte delle istituzioni, segnatamente del Parlamento: è come
se dicessimo “Siamo qui”. Ci siamo con quello che stiamo facendo, ma ci siamo
per esserci domani in maniera ancora più incisiva sapendo che abbiamo anche per
legge la responsabilità di dare attuazione e promozione a quello che sta scritto
nella Convenzione di New York.
Siamo alla vigilia dell’avvio del
nuovo anno e quindi a quasi quindici anni dopo la Convenzione: penso che
potrebbe essere uno degli appuntamenti che mettiamo a tema quello di realizzare
nel prossimo anno, nella prossima giornata – sono idee che ci diciamo oggi
guardando al futuro – una sorta di bilancio di un quindicennio. Credo che
dobbiamo tenere a mente come bussola questa carta fondamentale, universale,
secondo la quale l’infanzia è titolare di diritti in proprio e – lasciatemi dire
con una qualche forzatura – neppure mediati dagli adulti, fosse anche la stessa
famiglia. Diritti in proprio verso i quali naturalmente gli adulti, la famiglia
in primis, la società hanno un ruolo di promozione e di sostegno, non
solo per cambiare le condizioni che impediscono la crescita, ma per consentire
davvero uguaglianza di opportunità. Sempre di più il nostro tempo ci porta a
pensare che noi guardiamo ai bambini, alle bambine, ai ragazzi, agli adolescenti
del nostro paese, ma anche dell’Europa e del mondo intero e sempre di più sono
le nuove generazioni che ci stanno a cuore. Lasciatemi anche dire che proprio su
questi temi così civili, così di pace, il ruolo delle Nazioni Unite si rivela
fondamentale come spazio della crescita dell’umanità secondo principi di
rispetto della persona e delle relazioni. La voce dell’ONU sarà forte su questi
principi e su questi valori se sempre di più sarà anche riconosciuta come attore
politico e democratico del mondo dalla parte dell’infanzia, dalla parte
dell’umanità; tutto si tiene anche con la grande politica, quindi non so quanto
potremo a lungo ragionare di queste cose se venisse meno il senso di
un’appartenenza collettiva ad un destino regolato con degli obiettivi di
crescita e di sviluppo per tutti i popoli.
La XIV legislatura è in continuità
con il lavoro delle precedenti soprattutto per quanto riguarda il lavoro delle
istituzioni, a cominciare dal Parlamento, ma anche nei rapporti con il Governo,
nello stesso Piano di azione e sviluppo delle azioni governative per l’infanzia
e l’adolescenza e poi con gli strumenti che ci siamo dati, l’Osservatorio, i
centri di ricerca e di elaborazione. L’attività della Commissione – come sapete
– è essenzialmente di proposta al Parlamento e in un certo senso, attraverso le
sue proposte, di indirizzo nei confronti del paese. Credo che il tema
fondamentale si giochi qui. Da un lato il senso della tutela, dall’altro il
senso della promozione in chiave sempre più strategica, non con azioni isolate
ma attraverso strategie da un lato di contrasto e dall’altro lato invece di
promozione e di iniziativa. Certo, dentro la vita del paese, perché l’infanzia è
dentro la vita del paese e basterebbe dire le cose di cui ci occupiamo per
capire che oggi probabilmente non sono tutte le priorità, sicuramente non sono
tutta la mappatura dei temi di interesse per la vita dell’infanzia e
dell’adolescenza, ma sicuramente sono temi all’attenzione dell’intera società.
Lavoriamo con strumenti
diversificati (audizioni, gruppi di lavoro, indagini conoscitive, alcune
concluse con documenti e risoluzioni, altre in itinere), abbiamo lavorato
sull’abuso e lo sfruttamento dei minori con una indagine conoscitiva, in
particolare lo sfruttamento sessuale e la pedofilia compreso internet;
l’indagine non si è conclusa con un documento ma i dati acquisiti sono confluiti
nel documento in materia di pedofilia del luglio dell’anno scorso. Ci siamo
occupati di giustizia minorile e abbiamo approvato una relazione alle Camere nel
dicembre del 2002; naturalmente il dibattito di queste settimane ci dice che non
basta una Commissione a discutere e a lavorare, è necessario che sia l’intero
Parlamento che si faccia carico dei temi culturali oltre che giuridici e sociali
quando ragiona in materia di minori. Un’attenzione particolare abbiamo dedicato
ai rapporti tra media e minori. E’ stato citato già stamattina il
vademecum “Comunicare è bello“, con la lettera del Presidente Ciampi
allegata. Lo stesso titolo “Comunicare è bello” indica una visione che è nello
stesso tempo di messa in guardia dai rischi, ma anche di valutazione delle
grandi opportunità che gli strumenti hanno. Noi non possiamo condurre i ragazzi
delle nuove generazioni con la paura dentro un mondo che in un certo senso li
minaccia, abbiamo bisogno di difenderli ma proprio per questo abbiamo bisogno di
restituire loro il senso e il sogno di un mondo in cui possono esprimersi
pienamente. Un tema particolarissimo che è all’attenzione della vita sociale del
paese riguarda le adozioni e l’affidamento: su questo noi abbiamo due
risoluzioni approvate e un’indagine conoscitiva tuttora in corso. Nelle nostre
consultazioni incontriamo gran parte della vita sociale del paese; in questo
caso, numerosi enti italiani autorizzati allo svolgimento di pratiche di
adozioni internazionali sono passati in un qualche modo, oralmente o per
iscritto, nel contatto con la Commissione. Abbiamo naturalmente espresso parere
sul piano di azione del Governo per l’infanzia e l’adolescenza 2002-2004. Sul
tema di oggi in particolare, su cui ci saranno comunicazioni specifiche, abbiamo
in corso una indagine conoscitiva sulla copertura vaccinale in età pediatrica e
sulla ospedalizzazione dei bambini affetti da malattie infettive. Si tratta di
temi di grande importanza, perché hanno a che fare con la salute e che
consentono di scoprire, intrecciati con la vita della società, malattie
infettive che pensavamo debellate e la presenza dei bambini in ospedale capace
di creare – perché così sta avvenendo - nuova cultura professionale nella
risposta della medicina: un modo di pensare la terapia più maturo, molto più
ricco e illuminato dall’idea che il bambino non è un piccolo uomo in miniatura,
ma è una persona e a seconda delle sue caratteristiche fisiche, biologiche,
culturali e sociali, ma soprattutto psicologiche e affettive, ha diritto ad una
salute adeguata. Siamo arrivati infine ad affrontare anche il tema della
corretta alimentazione e anche questo è dentro un dibattito che è nato in Italia
e che conosciamo tutti quanti. Stiamo anche discutendo una risoluzione
sull’allattamento al seno. Sono tutti elementi molto concreti, ma che hanno a
che fare con un approccio, con una cultura, con una visione della vita del
bambino fin dai primissimi giorni e quindi in questo modo la Commissione
contribuisce a sollecitare una sensibilità matura intorno all’infanzia. Ci
stiamo occupando dell’attuazione della legge 285, quella delle politiche per i
servizi all’infanzia e all’adolescenza; c’è stata anche una visita della
Commissione presso case-famiglie in Sicilia. Abbiamo anche lavorato con due
risoluzioni sui bambini in zone di guerra ed è stata approvata una risoluzione
sulle città amiche dei bambini. Bastano queste parole per darvi il senso di
un’attenzione complessiva non solo al bambino e agli adolescenti nella loro
individualità, ma nella loro vita sociale, nelle relazioni, nella città. Un tema
strategico che abbiamo in esame, che è abbastanza complesso e naturalmente
importante, è quello della ipotesi di un garante nazionale dentro il quadro di
questi diritti, naturalmente nel contesto della ripartizione di competenze
previste dal titolo V della Costituzione tra Stato e Regioni. A tale riguardo è
stata promossa nel semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea una
giornata di studio e di confronto tra esperienze europee diverse. Nel luglio
scorso è stata approvata una relazione alle Camere e prossimamente il Parlamento
sarà in grado di discutere anche su proposte di legge a questo riguardo.
Vorrei concludere richiamando per me
stessa, ma oso pensare anche per la Commissione, quello che può essere l’impegno
di indirizzo sui prossimi mesi a partire da questi nostri lavori. Intanto credo
che sia importante continuare e concludere le iniziative in corso. Noi
avvertiamo sempre più l’urgenza di segnalare priorità al Parlamento e al paese
sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza. Le cose da fare sono tantissime,
perciò abbiamo bisogno di indicare delle priorità. In secondo luogo abbiamo
bisogno di determinare sempre più politiche integrate: governo, Parlamento,
regione, enti locali, Europa…. Lo stesso tema del garante è collocato lì, anche
il messaggio del Presidente Ciampi per questa giornata parla di strategia
condivisa. Non possiamo più lavorare ciascuno per conto proprio, ma
l’integrazione vera delle politiche sta anche nell’idea che noi dobbiamo sempre
più leggere insieme i vari pezzi della vita dell’infanzia e dell’adolescenza ed
averne una visione complessiva, non separata (scuola da salute, da sociale, da
cultura, da giustizia). Una visione non separata dai grandi fenomeni che fanno
vivere la vita della società e che spesso sono, insieme, minacce e opportunità
per i minori (penso alla televisione, per esempio). Strategie condivise! Credo
che su questo noi dovremmo impegnarci per rivolgere un appello molto pressante
alle associazioni e al volontariato, oltre che alle istituzioni, affinché sia
messa a fuoco la necessità di una grande tenuta sociale sull’infanzia e
sull’adolescenza nel nostro paese. E in secondo luogo, in questi giorni,
dobbiamo dirlo, una grande promozione della politica internazionale e
dell’intervento delle organizzazioni di volontariato e non governative per la
pace, per i bambini, nei luoghi del conflitto. E’ urgente offrire ai bambini che
sono fuori dell’Italia, quelli che sono nei luoghi del conflitto, un mondo di
pace. Dopo Nassirya, dove abbiamo toccato con mano la vita stroncata dei soldati
e dei carabinieri, penso che occorra riprendere in mano i bambini dell’Iraq,
come in fondo i carabinieri lì facevano, in un contesto che forse neanche lo
prevedeva, e ripartire di lì per dare una nuova prospettiva ai ragazzi iracheni,
guardandoli negli occhi, e quindi all’Iraq. Questo lavoro di investimento sulla
pace a partire dai luoghi del conflitto dobbiamo farlo e nei prossimi mesi, in
modo particolare, costruendosi l’Europa forte nell’unione politica, noi dovremo
necessariamente tenere i raccordi per gli adeguamenti legislativi, per la
verifica delle azioni compiute, per gli accordi multilaterali. Infine il tema
delle città, che io riprenderei consapevolmente anche perché le prossime
elezioni amministrative possono portare le amministrazioni a render conto e a
fare programmi nuovi. E’ importante che noi diamo l’indirizzo che questo tema
sia dentro i programmi amministrativi, perché le nuove generazioni ci guardano e
non possono rimanere in balia dell’indifferenza e dell’abbandono, ma debbono
vivere in un clima di attenzione consapevole della loro crescita, dei loro
diritti, perché lì è il tesoro dell’Italia, delle nostre città, dei nostri paesi
per il domani. Questo è un messaggio corale che va a tutti nello stesso tempo,
ai singoli, agli adulti, alle famiglie, a chi si occupa dei ragazzi sul campo,
alle istituzioni rappresentative siano esse di responsabilità nazionale, siano
esse di responsabilità locale e a tutte le istituzioni. Credo che lo sforzo che
noi dobbiamo fare, come Commissione, debba essere anche quello di riuscire a
creare una unità di impegno, scegliendo priorità: un impegno che sia certo per
tutti, affinché non si pensi che siccome c’è qualcuno che se ne occupa, gli
altri possono delegare.