Silvestro
MONTANARO. Ringrazio la Commissione e anche RAI3
che rende possibile ancora oggi il nostro lavoro ed è rappresentata qui dal
dottor Adriano Catani, vicedirettore di RAI3. Permettetemi un ringraziamento
anche ai miei collaboratori - alcuni di loro sono qui - che lavorano dalla
mattina alla sera per metter su con le difficoltà del caso i documentari che
continuiamo a mandare in onda. Ho sentito con grande piacere che è stata
premiata Annalena Tonelli. Siamo in onda in questi giorni con una serie dedicata
all'Africa in cinque puntate; è un tentativo di lettura tipico della nostra
trasmissione, stiamo viaggiando da un continente all'altro tentando di leggere
le grandi ragioni geo-politiche di alcune crisi. Questa serie noi l'abbiamo
dedicata propria ad Annalena Tonelli, di cui sentiamo il grande valore umano e
spirituale.
Noi siamo “abituati” stranamente a vincere:
nonostante C'era una volta sia una piccola trasmissione, abbiamo vinto
tantissimi premi, abbiamo avuto dei riconoscimenti internazionali di altissimo
valore; eppure mai come stamattina mi sento emozionato, perché ricevo un premio
da voi e in questo luogo. Questo è un luogo per noi sacro, un tempio laico dove
in qualche modo è depositata la volontà popolare e ascoltando anche le vostre
motivazioni, sento di poter dedicare insieme a voi questo premio anche come un
impegno a qualcosa che ci è molto caro. Non mi stancherò mai di dire che mentre
noi ragioniamo, elaboriamo, produciamo, ogni giorno in questo mondo che come
dire, si promette quasi l'immortalità - avete letto delle scoperte scientifiche
che si annunciano - si va su Marte e anche oltre, dove internet diventa sempre
più veloce, ebbene nello stesso mondo abbiamo una situazione drammatica invece
che riguarda gran parte di questo pianeta, ma soprattutto i bambini. A loro
dedico il premio, a quelle quarantamila vite innocenti che muoiono di fame.
Qualsiasi discorso puramente umanitario ed etico non è sufficiente: non si muore
più per carestia come una volta, si muore per antichi problemi ma soprattutto
per moderni problemi che invocano una grande attenzione politica. E' in corso un
olocausto di cui tutti siamo a conoscenza. Quarantamila bambini al giorno,
dodici milioni di bambini l'anno (fanno una città grande come New York), in
silenzio, per cause che hanno grandi ragioni politiche, non quelle delle quali
purtroppo affannosamente discutiamo tante volte fra noi, no: ragioni politiche
alte di una grande occasione che l'umanità si è data, quella della
globalizzazione, il cui governo però ancora manca, le cui istituzioni capaci di
distribuire le possibilità che la globalizzazione consente non sono ancora
assicurate. Anzi, questo tipo di globalizzazione ancora in corso mostra - lo
dicono le Nazioni Unite, lo dicono tantissimi studi fatti nel campo – un
ulteriore aggravamento della condizione di grandissime aree del pianeta, ma
soprattutto delle condizioni di minori e di donne. A questi minori e a queste
donne io sento insieme a voi di dedicare questo premio, con l'impegno di non
rinviare a domani quello che è possibile oggi. Ho trovato scandaloso l’annuncio
di verificare nel 2015 la possibilità di dimezzare l’assurdo olocausto della
morte per fame: è possibile farlo molto prima, perché ogni volta che diremo
“domani” accetteremo che quarantamila bambini per cause non legate al destino o
al fato moriranno entro domani.
Maria BURANI PROCACCINI, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia. Caro dottor Montanaro, mi rendo conto della poeticità del suo messaggio. Quando la comunicazione sa mettersi al servizio degli esseri umani in maniera così totale, sentiamo di doverla ringraziare e per questo ringraziamo anche la Rai e Canale 5, perché da più giorni sta mandando uno spot molto bello, in cui non sono usate immagini di bambini ma un bellissimo fiore che sboccia e due mani che lo proteggono: un messaggio di protezione, perché i bambini sono un fiore, ma vanno protetti fortemente. Il concetto del bambino protetto, posto nelle condizioni di svilupparsi nella salute, nella serenità, nel migliore dei modi, è un concetto che la medicina ha fatto suo.