Domenico FISICHELLA, Vicepresidente del Senato. Grazie alla senatrice Soliani che ci ha offerto questo panorama così chiaro e limpido dell’attività della Commissione parlamentare della quale è componente autorevole. Le sue parole ci hanno confermato l’attenzione che dedica a questo suo impegno. Adesso la parola all’onorevole Pietro Mennea, deputato al Parlamento europeo, sul tema Lo sport europeo e i minori.

 

Pietro MENNEA, Deputato del Parlamento europeo. Grazie per l’invito. Vi parlerò dello sport europeo e i minori. Sono membro della Commissione cultura al Parlamento europeo sin dall’inizio di questo mandato e sono stato relatore di un rapporto sullo sport che poi ha dettato le basi del futuro dello sport in Europa. L’Unione Europea sta lavorando ad un progetto che si deve basare su una nuova definizione integrale dello sport, che dovrebbe essere considerato come attività inseparabile dall’educazione e dalla formazione dei giovani, dal tempo libero, dal recupero sociale degli emarginati e dei disabili. Lo sport deve in sostanza costituire un elemento essenziale per favorire l’educazione e l’integrazione di tutte le classi sociali e soprattutto dei più giovani. Mi pare importante sottolineare che l’azione dell’Unione Europea debba mirare a rendere il diritto allo sport per tutti formulando un nuovo diritto dello sport.
    Un principio fondamentale che ha sempre ispirato l’Europa è quello di avere il massimo rispetto per il movimento associativo in generale, per il movimento sportivo in particolare, ma soprattutto per i minori. Questo rispetto la Commissione europea – quindi l’Esecutivo -  l’ha mostrato sin dal 1991, poi c’è stata la risoluzione del Consiglio del dicembre del 1999, poi c’è stato il rapporto sullo sport votato a Strasburgo il 7 settembre del 2000 e poi c’è la dichiarazione del Consiglio del maggio del 2003. Infine c’è la dichiarazione di Nizza: il Consiglio europeo ha confermato a livello politico la necessità di preservare tale autonomia e quindi salvaguardare i minori, in ambito sportivo. Che cosa è accaduto con la relazione del settembre del 2000 di cui io sono stato relatore? Abbiamo posto le basi per una regolamentazione a livello europeo dei regolamenti sportivi, per quanto riguarda le varie discipline. Per esempio, abbiamo chiesto alle federazioni sportive e agli stati membri che quando si tratta di minori la prestazione agonistica sia supportata da un regolamento rigoroso; inoltre abbiamo sottolineato come le federazioni sportive debbano insieme all’attività agonistica accompagnare un’attività complementare all’attività pratica. Dopo questa relazione, la FIFA, la UEFA - che sono le federazioni internazionali - hanno cambiato i loro regolamenti e oggi esaminandoli vediamo che le prestazioni agonistiche dei minori, anche quelli che provengono dai paesi terzi che non fanno parte dell’Unione europea, sono regolamentate in modo rigido e rigorosissimo. Bisogna stare attenti, perché c’è un florido commercio delle prestazioni agonistiche dei minori! Quando si parla di sportivi minori che provengono dai paesi terzi occorre ricordare che c’è un proliferare di minori che arrivano dall’Africa e dal Sud America; bisogna essere molto attenti ad essere rigidi, ma nello stesso tempo a seguire il commercio di queste attività agonistiche; bisogna tener conto che dei minori che arrivano in Europa da un paese africano oppure dal Sud America, non tutti diventeranno dei grandi campioni, per cui bisogna salvaguardare anche a livello psicologico la figura del minore.
    Il messaggio che la Commissione europea e il Parlamento europeo hanno voluto lanciare è che l’Esecutivo non si interessa soltanto dello sport come attività economica, ma guarda allo sport come attività sociale e di base, quindi allo sport educativo. Lo sport può infatti svolgere una funzione educativa in quanto è un modo per fornire una visione concreta di alcuni valori della vita, quale lo spirito agonistico. Nel mondo attuale i bambini devono rendersi conto che la vita non è sempre facile e che è necessario combattere per le proprie idee e per i propri obiettivi. D’altro canto gli aspetti della competizione nello sport non dovrebbero essere esacerbati; è infatti importante mantenere - quando si fanno le competizioni – anche il rispetto degli altri. In questo modo si valorizza uno degli aspetti importanti dello sport, il fair play, perché lo sport mette insieme competizione e fair play ed è uno strumento sociale straordinario, che può assumere un’importanza particolare nell’educazione dei minori. Con la pratica sportiva i giovani acquisiscono un altro valore importante, cioè la capacità di resistere alla tentazione di rinunciare di fronte alle prime difficoltà: invece lo sport insegna che bisogna insistere, provare a superare queste difficoltà. Infatti è uno strumento per prendere coscienza dei propri limiti e capacità, aiuta a prendere visione dei propri punti forti e di quelli deboli. Questi obiettivi possono essere trasferiti anche nella vita sociale. Che cosa fa l’Unione Europea? Oltre che dare un messaggio politico si interessa anche dal punto di vista pratico. Abbiamo previsto dei “progetti pilota”; per esempio un progetto pilota è il progetto Sport e valori olimpici. Nel 2001 la Commissione europea ha avviato in collaborazione con il Comitato olimpico internazionale (CIO) un progetto sperimentale per la promozione nella scuola dei valori olimpici e quindi i due organismi, Commissione e CIO, hanno diffuso nelle scuole francesi, italiane e olandesi questi valori. Questo progetto è stato anche esteso agli altri stati membri.
    Il prossimo anno, il 2004, sarà l’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport. La Commissione europea ha adottato una proposta di decisione che ha previsto il 2004 come l’anno europeo dell’educazione attraverso lo sport. Questa iniziativa ha una grande valenza politica e pratica: dal punto di vista politico noi poniamo lo sport come un importante fattore educativo, dal punto di vista pratico destiniamo agli stati membri 11,5 milioni di euro. A questa somma bisogna aggiungere altre somme degli organismi partner; per lo sport educativo questo è un importo abbastanza considerevole. Per quanto riguarda la lotta al doping, sapete che oggi è una forte una piaga dello sport e della società. È un problema che ha sollevato il Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, quando si è insediato al Parlamento. Egli ha fatto presente che il doping è una gravissima piaga che va a minare l’etica dello sport e della società, e quindi è diventato un fattore importante e prioritario da prendere in seria considerazione. L’Unione europea si sta muovendo per la lotta al doping percorrendo tre strade importanti. La prima è la promulgazione di una norma penale comunitaria che considera il doping reato in tutti i paesi dell’Unione europea. Molti di voi sapranno che oggi il doping è considerato reato solo in due stati: l’Italia e la Francia. Quindi gli atleti non vengono ben volentieri a gareggiare quando fanno uso di sostanze “dopanti” perché se colti positivi possono essere sottoposti anche alla galera, come è accaduto in Francia. Poi ci stiamo muovendo per la costituzione di un’agenzia europea contro il doping: un’agenzia europea autonoma, trasparente, indipendente dagli organismi sportivi. Inoltre il 16 luglio 2002 la Commissione europea ha previsto un nuovo progetto pilota per destinare 4 milioni di euro a cinquanta progetti degli stati membri per la lotta al doping. Poi c’è la tutela dell’integrità fisica dei minori. Sono queste le tre strade che noi stiamo percorrendo per lottare il doping.
    In questo semestre di presidenza italiana dovrebbe essere firmata la Costituzione europea, e l’inserimento dello sport nel trattato andrebbe a coronare tutto l’impegno di questi anni passati da parte della Commissione, ma soprattutto da parte degli stati membri. La Commissione europea è pienamente soddisfatta del trattamento che la Convenzione europea ha riservato allo sport, poiché questo figura insieme all’istruzione e alla gioventù tra i settori nei quali l’Unione può condurre azioni di sostegno e di coordinamento; inoltre l’azione comunitaria deve essere destinata nel settore dello sport a sostenere la cooperazione tra gli organismi sportivi e a garantire la tutela degli sportivi, soprattutto dei giovani. Non dobbiamo dimenticare che la nostra è una società che ha grandi possibilità perché i giovani sono il potenziale e la forza del futuro. Oggi il nostro mondo sportivo ha bisogno dell’entusiasmo dei giovani, della loro gioia di vivere. Non basta dire loro che per vincere non si può percorrere la via vietata del doping; bisogna spiegare ai giovani che non è consentito l’uso di alcune sostanze vietate perché sono fortemente dannose alla propria salute, anche se gli effetti nocivi di queste sostanze si manifestano anche dopo alcuni anni e bisogna far capire ai giovani che niente vale quanto la propria integrità fisica. Questo è difficile da far comprendere perché i ragazzi nella loro esuberanza si sentono onnipotenti. L’insegnamento importante che lo sport ci dà è il profondo senso di giustizia: vince chi è più bravo degli altri senza dover far ricorso a raccomandazioni o all’uso di sostanze “dopanti” oppure senza mancare di rispetto agli altri. Inoltre dobbiamo insegnare ai giovani che come nello sport il sacrificio degli allenamenti porta al grande risultato agonistico, anche nella vita quotidiana l’impegno nel proprio lavoro viene ripagato con successi professionali. Ai giovani che si avvicinano all’attività sportiva dobbiamo dire che lo sport non deve essere il traguardo della vita, ma deve rappresentare una tappa di un lungo cammino. Lo sport ci può mettere sulla retta via per conquistare il traguardo finale di una giusta esistenza. Questo lo potremo constatare al tramonto della vita voltandoci indietro ed esaminando a ritroso il nostro comportamento: se avremo creduto in valori come la famiglia, la moralità e se avremo lottato per la ricerca della verità e avremo condotto una vita onesta e retta, allora constateremo di aver conquistato con successo il nostro obiettivo più importante e sapremo di aver vissuto bene una vita che sarà stata ricca di soddisfazioni.

 

Domenico FISICHELLA, Vicepresidente del Senato. Grazie all’onorevole Mennea, che parlando dello sport ha però richiamato anche i temi dei valori, della responsabilità, del limite, perché lo sport è una cosa ma non è tutto, è una parte ma non è tutto, e il tema del limite è importante nell’esistenza così come è importante il tema dei doveri accanto ai diritti, perché è una delle altre dimensioni nelle quali dobbiamo poi realizzare la nostra esperienza e la nostra esistenza. Adesso l’onorevole Alessandro De Franciscis, componente della Commissione parlamentare per l’infanzia, parlerà sul tema Problemi e prospettive delle vaccinazioni pediatriche. Seguirò con particolare interesse perché abbiamo un dilemma di un nipotino che non sappiamo se deve fare due vaccinazioni o una vaccinazione, e quindi sono personalmente coinvolto, oltre che per gli aspetti scientifici generali,  anche per quelli familiari!