Domenico
FISICHELLA. Vicepresidente del Senato della Repubblica.
Grazie, gentile collega Burani Procaccini,
autorità, amici. Io sono lieto di recare il saluto del Senato della Repubblica e
delle istituzioni rappresentative, del resto così bene qui espresse. Il tema
dell’infanzia è certamente un tema che percorre ormai la storia del diritto
internazionale, del sistema giuridico internazionale. La costruzione di questo
sistema giuridico internazionale costituisce una delle conquiste più
significative del nostro tempo. Sull’onda degli orrori della seconda guerra
mondiale la Comunità internazionale, ma anche singoli paesi che avevano vissuto
esperienze totalitarie ed autoritarie e che sono stati poi riconsegnati alla
democrazia rappresentativa e allo stato di diritto, hanno cercato di fondare la
costruzione di un sistema di relazioni internazionali ed i propri ordinamenti
interni sulla difesa della persona umana e sulla sua tutela. In questo contesto
la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – solennemente approvata
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 1948 – ha posto in
concreto il principio della difesa della dignità degli esseri umani come
obiettivo primario da conseguire nell’ambito delle relazioni internazionali ed
oltre gli spazi della sovranità dei singoli stati. In questo quadro,
convenzioni, trattati internazionali aventi carattere regionale e non solo hanno
progressivamente esteso le categorie dei diritti, gli spazi di fruizione dei
diversi soggetti.
Un posto del tutto peculiare tra le
convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani spetta proprio alla
Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo che, adottata
dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989, ha il
pregio non di innovare il diritto internazionale dei diritti umani ma di
specificarlo, accordando una tutela peculiare proprio a quella umanità più
vulnerabile e indifesa rappresentata dal mondo dell’infanzia. Oggi la
Convenzione è stata ratificata da ben 192 paesi, un numero straordinariamente
elevato, che fa di questo strumento quello più ampiamente sottoscritto al di là
di barriere religiose, ideologiche, culturali che ancora dividono i popoli, come
vediamo purtroppo quotidianamente sul pianeta. La Convenzione riconosce il
fanciullo come soggetto portatore di diritti, dell’intera gamma di diritti
universalmente affermati dagli altri trattati internazionali. Essa detta
standard minimi di tutela che devono essere accordati ai bambini di tutto
il mondo e che sono relativi ad ogni aspetto della loro condizione esistenziale,
partendo dal fondamentale riconoscimento del principio di non discriminazione,
del principio del superiore interesse del fanciullo, del diritto alla vita, alla
sopravvivenza, allo sviluppo, nonché al diritto ad essere ascoltati man mano che
crescono. Al perfezionamento di questo sistema di tutela fa purtroppo da
contraltare il moltiplicarsi degli episodi di violenza, di sopraffazione, di
guerra e di miseria a livello mondiale. Questo moltiplicarsi rischia, con il
carico di contraddizioni che è in grado di generare, di avere un effetto
destabilizzante per i delicati equilibri dei rapporti internazionali e di
rendere evanescente ogni affermazione del principio inerente alla tutela della
libertà e della vita soprattutto dei fanciulli. E’ triste enunciare le
violazioni a carico dell’infanzia: la piaga del lavoro minorile, il traffico
degli esseri umani e lo sfruttamento dei minori a fini sessuali, il
coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, l’indisponibilità dei farmaci e
dei fondi necessari a prevenire malattie endemiche, i maltrattamenti privati,
costituiscono tutti momenti di estrema fragilità per l’infanzia nel pianeta e
del pianeta, rispetto ai quali gli organismi non governativi ed alcune agenzie
internazionali hanno il merito di tenere desto l’interesse dell’opinione
pubblica.
Il nostro paese è attivamente
impegnato nella promozione e nella tutela dei diritti dei fanciulli e degli
adolescenti, sia in ordine all’adeguamento normativo interno ai principi posti
dalle convenzioni internazionali ed in genere in vista dell’adozione di
un’adeguata legislazione, sia mediante il proprio fattivo contributo sul piano
dello scenario internazionale. Per quello che riguarda specificamente la
Commissione parlamentare per l’infanzia, sentiremo tra poco la senatrice Soliani.
La strategia politica adottata dal nostro paese per la tutela dell’infanzia e
dell’adolescenza, come testimoniano i rapporti dei governi italiani alle Nazioni
Unite in relazione allo stato di attuazione della Convenzione del 1989, è stata
improntata ad un generale sviluppo democratico e sociale della comunità
italiana, nella consapevolezza che il disagio dei minori non sia altro che lo
specchio di una sofferenza più ampia che investe l’intera società. L’istituzione
di un centro nazionale di documentazione e analisi sul tema, la moltiplicazione
degli studi, dei rapporti e delle pubblicazioni sull’argomento, la creazione di
un Osservatorio ad hoc, l’adozione di un preciso piano di azione, nonché
la crescita del volume di risorse destinato ad offrire copertura finanziaria
alla legislazione statale e regionale in materia costituiscono solo alcune delle
linee guida qualificanti che il nostro Paese ha da tempo intrapreso.
Anche il Parlamento, che è lo
specchio vivente delle sensibilità che animano la società nazionale, dedica da
tempo una particolare attenzione alla delicata questione della tutela dei
diritti dell’infanzia, come testimonia questa Commissione e come testimonia
anche l’ulteriore impegno specifico del Senato sui temi dell’infanzia, che si
manifesta nella decisione di dare vita ad una Commissione speciale in materia di
infanzia e di minori. Una Commissione voluta sia dalla maggioranza che
dall’opposizione e presieduta dal senatore Bucciero, che non ha competenze solo
di studio, ma anche legislative; in questo modo la complessità dei problemi
dell’infanzia e dei minori ha trovato un’autonoma ed unitaria sede di confronto
politico e di decisione. La Commissione speciale ha infatti al suo esame
proposte di legge che investono profili normativi di grande delicatezza, quale
la disciplina dell’affidamento del minore, la diversa modulazione dei limiti
all’adozione, l’istituzione di un difensore civico dei minori. Vi è anche la
Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti
umani, istituita anch’essa per concorde volontà di maggioranza e opposizione,
che ha dedicato ampio spazio alla difesa dell’infanzia.
Si tratta quindi di un impegno che
investe il Governo e che investe anzitutto il Parlamento, che è la sede nella
quale le iniziative dei singoli parlamentari, dei gruppi parlamentari e più in
generale l’espressione dell’opinione pubblica si manifestano nella maniera più
diretta, immediata e prioritaria. Tutto questo complesso impegno dà il senso
della volontà del nostro paese di lavorare attivamente su questo fronte, che ci
interessa non soltanto come parlamentari, non soltanto come cittadini, ma anche
come genitori, nonni (ed io lo sono, un paio di volte almeno per adesso). In
questo campo e su questo terreno il tema della salute alla quale è dedicata in
particolare questa seduta pomeridiana è assolutamente cruciale e perciò merita
di avere particolare attenzione.
Vi rinnovo il saluto del Senato, più
in generale delle istituzioni rappresentative, vi ringrazio per l’attenzione con
la quale avete sentito queste brevi parole e apro questa seconda sessione della
manifestazione, dopo la premiazione svoltasi questa mattina, nel quadro della
celebrazione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza, pregando la senatrice Albertina Soliani di presentare
l’attività della Commissione parlamentare per l’infanzia.