Maurizio GASPARRI, Ministro delle Comunicazioni. Vorrei annunciare alcune iniziative del mio dicastero, perché i sentimenti e gli intenti che promuovono questo Convegno sono ampiamente condivisi e quindi vi prego di dare per scontata la mia adesione ai principi che lo hanno ispirato. Nell'audizione che ebbi nella Commissione parlamentare per l’infanzia qualche mese fa, dissi che una delle difficoltà che noi abbiamo incontrato è avere una molteplicità di codici di autoregolamentazione.
Ne abbiamo recensiti numerosi, di vario livello, alcuni importanti come la Carta di Treviso, che impegna tutto il nostro mondo del giornalismo a una serie di cautele di misure di rispetto nei confronti di minori. Dicemmo a conclusione di quella audizione che bisognava però introdurre qualche meccanismo di sanzione. Poiché in Parlamento ci sono molte proposte di legge presentate da vari gruppi, di tutte le parti politiche, io mi sono posto il problema di che cosa si potesse fare a legislazione vigente, perché una legge è una cosa che richiede un certo iter.
Allora, da un lato, nella proposta di legge sulla riforma del sistema radiotelevisivo, di cui è iniziata la discussione qui alla Camera dei deputati, ho ribadito tutta una serie di obblighi, di obiettivi, di norme che debbono riguardare il sistema radiotelevisivo, ribadendo una serie di principi che sono scritti da tempo. Abbiamo fatto di più in quella proposta di legge, che è in corso di discussione, definendo servizio pubblico tutta la televisione e tutta la radio. Oggi infatti quando si parla del servizio pubblico si va subito a pensare alla RAI; la proposta di legge invece definisce servizio pubblico tutta la radiotelevisione, perché entra nelle case, perché influenza le coscienze e quindi chiunque fa radiotelevisione, da quelle più potenti a quelle più semplici, deve avere dei doveri sanciti dalla legge.
Poi la proposta di legge definisce servizio pubblico generale quello della RAI che avviene con una concessione. E’ evidente che chi ha una concessione, chi ha una proprietà pubblica ha, la legge lo ribadisce, doveri ulteriori. Però nella nostra proposta di legge sottolineiamo che chiunque fa questa attività, anche se privato o animato da intenti commerciali, deve su alcuni questioni riguardanti il pluralismo, la tutela dei minori, alcuni aspetti fondamentali, attenersi a dei doveri che nella legge sono richiamati. Nel frattempo ho cercato, insieme ai miei collaboratori, di fare un po' l'analisi di quelli che erano i codici di autoregolamentazione. Abbiamo convocato la commissione tecnica che è presso il Ministero delle comunicazioni, un luogo di lavoro dove sono presenti le regioni, la Rai, Mediaset, La 7, le associazioni dell’emittenza locale e anche associazioni che si occupano della tutela dei minori e vari osservatori. Cercando di introdurre delle sanzioni all'interno del codice abbiamo scelto tra i vari codici di autoregolamentazione uno dei più recenti, che era stato stilato nel 1997 ed era stato sottoscritto dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, un codice efficace nella parte analitica-descrittiva ma purtroppo, lo dico come constatazione di fatto, privo di una sanzione. Abbiamo pertanto individuato alcune sanzioni che si possono applicare anche a legislazione vigente e abbiamo raggiunto un accordo con le emittenti che sarà siglato il 29 novembre. Dopo l'audizione della Commissione, che è stata l'occasione che ci ha spinto ancora di più ad approfondire, abbiamo fatto lavorare per alcuni mesi la Commissione tecnica del Ministero, abbiamo parlato con tutte le emittenti. Abbiamo quindi ottenuto l'adesione di tutte le principali emittenti nazionali e locali a un testo che introduce delle sanzioni, una riscrittura di questo codice con delle sanzioni. Il Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione sarà composto da 15 membri, 5 in rappresentanza delle istituzioni; 5 in rappresentanza dell’utenza segnalati dal Comitato per gli utenti che è presso l'Autorità per le comunicazioni, attualmente presieduto dal Prof. Mirabelli, già Presidente della Corte Costituzionale, e 5 in rappresentanza delle emittenti. Le sanzioni che noi proponiamo a legislazione vigente sono decise da questo comitato su segnalazioni che possono pervenire da tutte le persone interessate. E’ un concetto estremamente estensivo, perché tutti possono essere interessati a questo aspetto. Il Comitato potrà determinare una serie di misure che possono essere ammonimenti, ma anche la pubblica censura o ingiungere all'emittente la modifica o la sospensione di un programma indicandone anche i tempi e le modalità. Ad esempio il tipo di violazione che potrebbe avvenire in taluni casi può essere un film o un telefilm che va in onda tutti i giorni alla stessa ora: si può chiedere lo spostamento di orario o la sospensione. Oppure una persona va in diretta televisiva e fa delle affermazioni sconvenienti: si tratta di creare un'altra sanzione, quindi una possibilità di intervento che arriva anche alla richiesta di sospensione di questo tipo di programmi che eventualmente possano violare le norme. Dopo di che questo Comitato deve anche promuovere, attraverso le televisioni e le radio, la diffusione più ampia del codice, delle misure di applicazione, la notorietà anche dei provvedimenti di censura e di ammonimento. Una forma di censura pubblicizzata ai massimi livelli, anche attraverso gli organi di informazione, limita infatti la credibilità dell'emittente televisiva radiofonica che ha violato queste regole e quindi la diffusione in maniera adeguata di una sanzione è indubbiamente un danno da evitare in quanto danneggia l’immagine dell’emittente. Come accade in tutti gli organismi, le censure, gli ammonimenti sono sanzioni più blande, ma la loro notorietà soprattutto nel campo dell'informazione è un danno, perché sono strutture che vivono basano la loro audience sulla reputazione. Dopo di che noi riteniamo che ci possano essere anche delle sanzioni più gravi e attraverso gli uffici legislativi abbiamo visto che l'Autorità per le comunicazioni è dotata già oggi di una serie di poteri rilevanti. Ci sono leggi del 1990 - ancora non c'era l'Autorità nell'attuale denominazione ma c'era il Garante dell'editoria - poi è stata fatta nel 1997 la legge che ha istituto l'Autorità per le comunicazioni e noi abbiamo individuato in queste norme la possibilità da parte dell'Autorità per le comunicazioni, in caso di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico e morale dei minori o che contengano scene di violenza gratuita pornografiche, di irrogare sanzioni economiche e si può arrivare a sanzioni economiche molto rilevanti che in taluni casi possono essere più blande da 5 a 20 mila euro, ma in taluni casi più gravi possono arrivare anche a 250 mila euro e in casi più gravi alla sospensione o alla revoca della licenza o dell'autorizzazione. Questi sono tuttavia poteri dell’Autorità, non del Ministero o di questo costituendo Comitato. A questo proposito ringrazio il Presidente Cheli per la collaborazione che ci ha dato, il Presidente Mirabelli del Consiglio degli utenti, il Presidente Baldassarre che ha dato un contributo notevole anche di dottrina. Ringrazio anche i miei uffici e il Presidente della Commissione per l'assetto radiotelevisione del Ministero, il dottor Adalberto Baldoni, ma abbiamo anche potuto fruire di consulenze giuridiche a costo zero. Quindi ci siamo posti il problema del rafforzamento del meccanismo di sanzione, che è il massimo che si può fare con leggi vigenti. La proposta di legge che ho presentato offre una occasione incidentale di miglioramento e di arricchimento di proposte in sede di discussione parlamentare. Devo anche ringraziare tutte le emittenti e le associazioni perché hanno dato la loro disponibilità e quindi firmeremo questo codice che è una tappa, cara Presidente Burani.
Il Contratto di servizio che c'è tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai nel passato veniva generalmente rinnovato con anni di ritardo. E’ un contratto triennale che indica alcuni doveri obiettivi: io ho consegnato l'altro ieri al Presidente della Rai un testo che era stato predisposto dagli uffici del nuovo contratto di servizio 2003-2005. I tempi quindi per farlo entrare in vigore nel 2003 ci sono tutti. So che oggi il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato dal suo punto di vista il nuovo Contratto di servizio e che sarà portato all'esame della Commissione parlamentare di vigilanza Rai che ha trenta giorni di tempo per dare il suo parere consultivo, del quale noi ovviamente terremo il massimo conto. L'articolo 6 del nuovo Contratto di servizio tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai stabilisce che nelle fasce orarie tra le 7 alle 22,30 la Rai è tenuta a realizzare una quota di programmazione annuale per bambini e ragazzi che deve essere pari almeno al 10% e a realizzare programmi che tengono conto delle esigenze della sensibilità della prima infanzia dell'età evolutiva. Il 10% della programmazione comporta un aumento del 25% rispetto alla programmazione attuale. Quel 10% può sembrare poco, però se si applicherà il nuovo Contratto di servizio ci sarà un incremento di questi spazi i cui contenuti qualitativi potranno senz’altro essere arricchiti di contributi. La legge che consentirà di discutere anche questi temi e che richiama tutti a una cultura di servizio pubblico, il nuovo codice di autoregolamentazione rinnovato e rinforzato con delle sanzioni, in più questo maggiore spazio (un incremento del 25%) che ci sarà con il nuovo Contratto di servizio sono contributi, cara Presidente - lo dico a tutti i componenti della Commissione infanzia - che abbiamo voluto offrire in questa occasione, volendo essere il mio intervento l’occasione per annunciare iniziative che anche grazie alla vostra azione, al vostro stimolo, al vostro convegno di oggi che ho avuto modo di apprezzare, ci faranno migliorare nel lavoro che tutti vogliamo di maggiore tutela e rispetto dei bambini e degli adolescenti. Essi sono il nostro futuro, hanno diritto ad un approccio corretto con il mondo della comunicazione e soprattutto con i problemi della vita perché poi i bambini debbono anche imparare che il mondo non è solo una fiaba, ma che la vita a volte è difficile ed è piena di dolori.