Giancarlo D'ADDA, Vicedirettore di
"Donna Moderna".
Recentemente sono andato alla scuola del mio bambino, che frequenta la quinta
elementare, a tenere una lezione sulla carta stampata. E' la seconda volta che
vado in un istituto scolastico a parlare del mio lavoro; lo avevo già fatto con
la mia bambina di tre anni più grande. Devo dire che le domande dei bambini,
questa volta come l'altra, sono state molte, e l'attenzione alta. A
dimostrazione che, nonostante i quotidiani siano sempre meno venduti in Italia,
l'interesse per la carta stampata resta vivo. Io sono il vicedirettore di "Donna
Moderna", un giornale femminile che per sua natura si rivolge alle
donne, alle ragazze, alle mamme, ma che viene molto letto anche in famiglia e
pure da tantissimi uomini. E' un giornale impostato molto sul servizio,
sull'informazione, è un giornale che dà dei messaggi positivi. E' un giornale
utile. E' importante che alle mamme, alle donne, ai ragazzi, si diano
informazioni serie, una visione positiva della vita, articoli divertenti. Anche
quando trattiamo argomenti che vengono definiti frivoli: bellezza, moda e cucina
(ma che per le donne, tutte, non sono cose di secondaria importanza) noi
cerchiamo di farlo con intelligenza, dando notizie utili, informando
correttamente. Farsi belle, far da mangiare bene, vestirsi bene, sono tutte cose
belle della vita, non certo delle brutte attività. Oggi voi avete denunciato
molte cose negative, la violenza contro i bambini, ma volete che si parli in
positivo della vita, di cose belle, che il bello, il buono e non solo il
negativo della vita facciano notizia. Ebbene, credo che un giornale come il mio
lo faccia già e bene. Ricordo, guardando questo libretto molto interessante e
molto bello che avete presentato oggi, che anche Donna Moderna qualche anno fa,
credo quattro o cinque anni, ha pubblicato un librettino su bambini e tv. Molte
cose che abbiamo scritto allora sono riprese in questo vostro scritto. Devo dire
però che purtroppo io non ho seguito le nostre indicazioni di allora e le
vostre di oggi: per esempio, ho messo il televisore in ognuna delle stanze dei
miei bambini e devo dire che mi sono pentito molto di questa mia azione. Adesso,
purtroppo, è difficile togliere gli apparecchi. E' una cosa che mi pesa molto e
pesa soprattutto a mia moglie. Insieme stiamo cercando di capire come fare a
rimediare a questo nostro errore. Come vedete, nonostante le buone intenzioni,
la pratica è molto diversa dalla teoria. Credo anche che molte persone presenti
in questa sala abbiano fatto questo o qualche altro errore in questo campo.
Teniamone conto quando alziamo il ditino per condannare qualche giornale o
qualche giornalista. E, soprattutto, la televisione.
Per tornare alla carta stampata devo dire che Internet, gli sms,
le e-mail, mi fanno sperare bene sul futuro della scrittura. Forse sono
troppo ottimista, ma se fino ad ora, con la supremazia della televisione (televisione
che guardiamo passivamente e che ci distoglie dalla lettura e dalla scrittura)
c'è stato il prevalere dei sensi dell'udito e della vista, con Internet, gli sms,
le e-mail si ritorna al primato (ma forse è troppo dire primato) della
scrittura. Ritengo sia positivo il fatto che i bambini e i ragazzi ricomincino a
scrivere e a leggere e non solo a vedere o ad ascoltare. Secondo me è molto
importante il fatto che si ritorni alla corrispondenza, anche se è una
corrispondenza semplice, fatta spesso di segni e poco argomentata. Ritengo pure
che sia una cosa positiva, per esempio, che anche noi di Donna Moderna si abbia
un sito Internet che viene molto frequentato, dove sono riportati tanti nostri
pezzi e il nostro archivio. Positivo perché i frequentatori del nostro sito per
accedervi devono usare una testiera per navigare, così come devono scrivere per
corrispondere con noi. E vi assicuro che lo fanno molto spesso. E scrivere, lo
sappiamo tutti, richiede molta più attenzione che leggere o ascoltare.
Nel nostro giornale cerchiamo sempre di rispettare la Carta
di Treviso, è molto importante, per esempio, oscurare nelle foto i visi dei
bambini, è una cosa però che non è sempre facile fare all'interno della
macchina del giornale, complessa, frenetica, dove si è sempre in lotta con il
tempo. Penso soprattutto ai quotidiani. Comunque è sicuramente importante porvi
attenzione. E credo anche sia utile che si intervenga con sanzioni per chi
invece va contro i dettami della Carta di Treviso, o contro altre
autoregolamentazioni e codici di vario tipo. Penso però non si debba in
generale demonizzare i mezzi di comunicazione perché, ripeto, è molto
complicato intervenire.
Qualche volta noi abbiamo censurato anche delle pubblicità:
è una fatica improba e, credetemi, non è così facile per un giornale
rinunciare ad alcuni milioni di introiti pubblicitari, specialmente in momenti
di crisi come in questi. E' chiaro che il nostro, come il vostro, non è un
lavoro semplice. Quindi vi chiedo, quando prendete delle decisioni, di meditare
sulle conseguenze che potrebbero avere. Grazie.