Trees MERCKX VAN GOEY, Parlamentare delle Fiandre. Signor Presidente, è un grande onore per me, membro del Parlamento fiammingo ed ex membro della Camera dei rappresentanti, essere qui per dirvi come nel nostro paese abbiamo cercato di attuare la Convenzione sui diritti dei fanciullo. Ringrazio intanto gli interpreti, che mi hanno aiutato a seguire gli interventi, tutti interessanti. Vi dirò brevemente qualcosa della situazione parlamentare in Belgio. Siamo uno Stato federale, la Costituzione attribuisce pari diritti alle due regioni che compongono il nostro paese, e determinate competenze sono attribuite sia al livello regionale che a quello federale. Questo lo dico perché seguo gli sviluppi in atto nel vostro paese; la nostra esperienza è stata positiva, perché settori come l’ambiente, la famiglia, l’urbanistica sono passati alla competenza delle regioni, quindi in queste materie vi possono essere differenze normative da una regione all'altra.
Invece in settori come la previdenza sociale o il sistema giudiziario c’è una competenza federale che garantisce i livelli di solidarietà. Per quanto riguarda la Comunità europea e le istituzioni internazionali i pezzi del puzzle devono essere messi insieme ed è necessaria senz'altro una collaborazione, è prevista comunque una certa autonomia da parte delle regioni.
La direttiva a tutti i livelli, per quanto riguarda le questioni attinenti all'infanzia, è quella di applicare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. In Belgio siamo fortunati in quanto la Convenzione è stata recepita e quindi viene applicata a livello globale, nel senso che tutti i vari aspetti sono visti come parti integranti di un insieme e hanno pari importanza. Questo significa che anche se ci sono delle priorità a livello politico, e quindi alcuni temi possono assumere un rilievo maggiore rispetto ad altri, la Convenzione comunque viene applicata ovunque. Noi riteniamo che la politica sui diritti dei fanciulli sia uno strumento indispensabile e insostituibile per rispondere a questa sfida, a livello sia regionale che nazionale, ma anche a livello europeo e internazionale.
Ora, cosa facciamo per far sì che i bambini possano contare? Come ho detto noi facciamo sempre riferimento alla Convenzione, per stabilire i vari diritti, tutti i diritti: l'appropriazione, la partecipazione dei bambini sono aspetti ugualmente importanti. E come è stato detto e ripetuto più volte oggi i bambini sono dei soggetti veri, delle persone piene e cercano di entrare in relazione con gli altri. Ora, cosa facciamo perché i bambini possano contare? Ebbene noi crediamo nel dialogo con una serie di attori diversi; chi sono questi attori ? Intanto sono i bambini stessi, quindi ci interessa sapere che cosa pensano i bambini. Quando noi preparammo la Sessione speciale istituimmo dei gruppi di lavoro, in cui i bambini presentarono delle relazioni sulle loro discussioni. Ogni anno il 20 novembre i bambini visitano il Parlamento dove possono partecipare alle discussioni su argomenti scelti da loro, non dal Parlamento. I bambini stessi presentano dei suggerimenti e vengono anche rappresentati nelle sessioni speciali, noi li sosteniamo e li supportiamo nelle loro richieste.
Chi meglio dei bambini stessi può conoscere quali sono le loro esigenze? Abbiamo un insieme di 17 ONG che lavorano insieme con e per conto dei bambini. Vi sono anche delle organizzazioni di famiglie, anche organizzazioni che compiono degli studi per conto dei ragazzi. Questa 'coalizione' per i diritti del bambino viene finanziata dal Governo, perciò è una istituzione che ha dei mezzi, è dotata di un segretariato e è in grado di presentare delle proposte. Oltre a questa coalizione per i diritti del bambino abbiamo anche l'amministrazione.
Nell'amministrazione fiamminga - sto quindi parlando della metà del Belgio, sei milioni di persone - nelle 24 unità amministrative abbiamo delle persone che vengono nominate per occuparsi dei diritti dei bambini. QQuindi questo non avviene soltanto a livello del Ministero dell'istruzione o della previdenza sociale, ma anche a livello dei trasporti e delle infrastrutture per tutti i ministeri. In ogni settore, in ogni dipartimento c'è sempre qualcuno che è responsabile dei diritti del bambino e questi soggetti ogni anno devono redigere una relazione, riferire quindi al Governo; così, ogni qualvolta si prepara una legge, essi devono contribuire con il punto di vista dei bambini.
Oltre all'amministrazione, con le sue unità amministrative, abbiamo anche un Commissario indipendente per i diritti dei bambini. E' un membro dell'ENOC, la rete europea dei Commissari per l'infanzia, e in questo momento è una donna, eletta dal Parlamento fiammingo. La Commissaria è indipendente, la sua indipendenza è garantita, dispone di personale, ha anche un suo budget e può presentare delle proposte. Questo per il Parlamento fiammingo. Anche nel Senato non c'è soltanto una Commissione per gli affari sociali, ma un Comitato che si occupa specificatamente dei diritti del bambino.
Ora vorrei soffermarmi su due esempi del modo con cui nelle Fiandre è stata applicata la Convenzione. Questi due esempi sono legati l'uno all'altro. Come ho detto abbiamo il Commissario per i diritti dei bambini, che viene nominato dal Parlamento. Il suo compito è quello di controllare il rispetto della Convenzione, svolgere delle analisi sulle condizioni di vita dei bambini e agire come difensore dei diritti del bambino. E' il megafono, per così dire, dei bambini, il loro portavoce. In questa sua funzione deve quindi stabilire delle interazioni con i bambini e con le organizzazioni che si occupano dei servizi alla persona; deve promuovere la partecipazione sociale dei bambini, curare che tutti i servizi siano resi accessibili ai bambini. Il Commissario deve assicurarsi che tutte le leggi, i decreti e le normative procedurali siano conformi alla Convenzione, fornire informazioni sul contenuto della Convenzione, diffondere quindi la Convenzione. Può promuovere anche delle indagini, sia su propria iniziativa che per conto del Parlamento. Può prendere in considerazione dei ricorsi da parte dei bambini, mettere in contatto il bambino con le istituzioni pertinenti. Ogni anno questo Commissario redige una relazione su tutte le attività svolte, relazione che viene presentata in Parlamento. Ogni anno questa relazione viene presentata in seduta plenaria, quindi non in seno ad un Comitato che si occupi dei diritti dei bambini, ma in plenaria, ed è qui che vengono discusse le raccomandazioni e il contenuto della relazione redatta dalla Commissaria.
Si tratta dunque di un tema importante anche per il Parlamento, e questo dal luglio del 1997, quindi la cosa funziona già da tempo. Come dicevo, nel Parlamento abbiamo sentito l'esigenza di redigere una relazione di impatto, cioè un controllo sulla politica del Governo riguardo al modo in cui si attiene alle direttive della Convenzione: tutte le norme emanate in materia di istruzione, di trasporto pubblico, di urbanistica, di sanità devono essere accompagnate da una relazione sull'impatto che queste politiche hanno sui bambini. In questa relazione vengono esaminati gli effetti della decisione da prendere o della legge da approvare sulla vita dei bambini, ma in essa si devono anche indicare delle soluzioni alternative, volte a evitare oppure limitare degli effetti gravi che potrebbero conseguirne per i bambini.
In terzo luogo la relazione deve anche rilevare le difficoltà incontrate nel raccogliere le informazioni. A volte l'Amministrazione, o anche altri organi che dovrebbero fornire le informazioni, non sono sempre disposti a farlo oppure non attribuiscono importanza sufficiente alla questione, e anche questo va rilevato. Sta al Parlamento prendere una decisione anche in merito a questioni di questo genere, se c'è una reticenza, per così dire, da parte di altri organi dello Stato a dare le informazioni necessarie. Dunque questa relazione deve accompagnare ogni progetto di legge.
Il Governo, da parte sua, ogni anno deve redigere una relazione su come le misure adottate dal Governo stesso incidono sui diritti sanciti nella Convenzione. Vi sono degli indicatori a livello di sanità, previdenza, istruzione, tempo libero, attività culturali: insomma la nostra legislazione è, diciamo così, permeata da questa esigenza di rispettare i diritti del bambino. Inoltre il Governo deve esprimere le sue intenzioni circa gli obiettivi che vuole perseguire nell'anno successivo in relazione ai diritti del bambino, e anche questo viene discusso in Parlamento. Questo significa che ogni anno vi sono due relazioni che vengono presentate, una da parte del Commissario indipendente per i diritti del bambino, che ha accesso a tutte le informazioni necessarie, nella quale il Commissario può fare tutte le proposte che possono scaturire dalla Convenzione. Dall'altro lato abbiamo l'altra relazione, sulla legislazione dell'anno precedente, ma anche sulle previsioni per il futuro. Il Governo deve inoltre riferire per iscritto su come i diritti dei bambini vengono rispettati, così come vengono previsti nella Convenzione.
Per quanto riguarda i Paesi con i quali il nostro paesi ha stabilito degli accordi, il Ministro degli esteri fiammingo deve ogni anno redigere una relazione scritta su come i diritti del bambino vengono rispettati nei paesi con i quali vi sono accordi. Il fine di questa norma non è di voler criticare gli altri paesi; comunque l'effetto di questa relazione, dal 1997 fino ad ora, è stato che ogni qualvolta un ministro stipula un accordo con un altro paese, poiché sa che dopo una certa scadenza dovrà riferire su quello che viene fatto nel paese in questione per rispettare i diritti umani, trova sempre il modo di fare delle proposte sul da farsi per la salute o altri aspetti che sono nell'interesse dei bambini.
Dunque, anche se le Fiandre sono un paese piccolo, e come tale non possiamo fare grandi cose, pensiamo comunque che in questo modo possiamo avere un certo impatto sul progresso dei diritti dei bambini anche in altri paesi. Questi sono gli elementi più importanti che volevo condividere con voi, vi ho fatto questi due esempi sul modo in cui noi abbiamo cercato di attuare le disposizioni sulla famiglia.
Sono molto orgogliosa del fatto che in questa rivista dell'UNICEF, sul tema di come i bambini possono contare, ebbene si menziona il nostro studio di impatto della legislazione sui bambini. Il mese prossimo assieme ad altri membri del Parlamento vedremo cosa sarà possibile fare. Tutti nel Governo e in Parlamento dissero a suo tempo che noi proponevamo delle cose impossibili, che non avrebbero mai funzionato. In base all'esperienza fatta dal 1997 a oggi, vi posso garantire che, se all'inizio le applicazioni erano piuttosto limitate, ora il Governo ha esteso questo approccio a tutti i settori; questo è un modo per convincere non soltanto i membri del Comitato speciale sui diritti del bambino come voi, ma è l'unico modo per convincere i membri della Commissione affari sociali, e l'unico modo per convincere il Parlamento intero. Si tratti delle donne, dei giovani o degli anziani, per convincere il Governo e l'Amministrazione in toto, laddove sembra ci voglia tanto tempo per ottenere dei cambiamenti, ebbene questo è l'unico modo per far avverare dei cambiamenti.
Mi auguro che a New York si trovino altre persone che possano contribuire a far avanzare la causa dei bambini, e che potranno presentarci esempi di buone pratiche in questo campo. Mi auguro che con i paesi europei siamo in grado finalmente di convincere gli Stati Uniti non solo firmare, ma a ratificare la Convenzione. E' una vera vergogna che nel 2002 un paese così importante e grande, che del resto si rende portavoce di tanti appelli sui diritti umani, fino ad oggi per svariati motivi, ma nessuno di questi accettabile, non abbia ancora provveduto a ratificare la Convenzione. Ora noi unitariamente chiederemo che questo venga fatto con urgenza. Grazie.