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Louvin


PRESIDENTE. Do ora la parola al dottor Louvin, che interviene in questo seminario nella veste di presidente regionale e coordinatore dei presidenti delle assemblee regionali.

ROBERTO LOUVIN, Presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta e coordinatore della Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea dei Consigli regionali. Signor Presidente, la ringrazio, soprattutto per aver voluto un rappresentante delle assemblee regionali intorno a questo tavolo, come ulteriore momento di una collaborazione già in atto da tempo tra la Camera dei deputati, il Senato e le nostre assemblee.
È un ringraziamento che le rivolgo anche a nome dei colleghi Martini e Mitighieri che hanno voluto essere presenti insieme con me in questa circostanza, per sottolineare come le regioni non siano un soggetto estraneo alla tematica in discussione; oggi meno che mai, dopo l'entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione, che ha spostato sul versante regionale una mole di competenze legislative così imponente da chiamarci con piena corresponsabilità allo sforzo di chiarezza e di miglioramento della qualità legislativa.
Vorrei sottolineare, a nome dei miei colleghi, la forte preoccupazione con la quale stiamo vivendo questo momento, cioè che l'assenza di precisi strumenti di delimitazione delle rispettive sfere di competenza possa sfociare in un accrescersi indiscriminato del contenzioso di fronte alla Corte costituzionale, in una logica che, sicuramente, depotenzierebbe la vocazione politica e legislativa delle assemblee e credo che rimetterebbe nelle mani della Corte il delicato ruolo di ricomporre, di rincollare i cocci di un vaso ormai rotto.
Credo - in proposito mi ricollego a quanto è già stato autorevolmente detto - si debba agire molto di più e con maggiore incisività sul versante preventivo, istruttorio, nella preparazione delle nostre leggi e mi rallegro che siano già state raccolte alcune indicazioni che, nell'ultimo scorcio della legislatura, il Comitato istituito tra Camera, Senato e assemblee regionali aveva affidato all'attuale legislatore.
Me ne rallegro, perché era già stata intravista allora, proprio nell'imminenza della riforma costituzionale, tutta l'importanza di disporre anche di strumenti comuni e condivisi di vaglio, di istruttoria tecnica sulle leggi, su un versante sul quale credo, onestamente, che le regioni debbano ancora riconoscere un loro ritardo di strumentazione, di preparazione: un conto è lavorare in un'assemblea sperimentata, numerosa e anche attrezzata come la Camera dei deputati o il Senato della Repubblica, un altro è operare nell'ambito di piccoli consigli regionali, ai quali oggi, peraltro, sono affidate competenze normative di grande rilievo.
È per questo che stiamo operando, anche in sintonia con le due Assemblee legislative nazionali, per migliorare la qualità della nostra strumentazione e prevenire, per quanto possibile, anche sul nostro versante, i problemi che possono insorgere.
Siamo coscienti del fatto che questi strumenti di cui ci stiamo dotando hanno un carattere provvisorio e transitorio, proprio perché dobbiamo orientarci alla ricerca di un nuovo centro di equilibrio, di un nuovo punto di dialogo istituzionale.
In proposito, accolgo con molta soddisfazione l'indicazione che è stata fornita circa la necessità di rafforzare il ruolo della Commissione parlamentare per le questioni regionali a cui, in prospettiva, è stato demandato questo compito, che credo dovrà vedere coinvolte le assemblee, per quanto possibile - con ciò ritorno su un tema caro alla nostra Conferenza, che ha fatto della riqualificazione del ruolo democratico e rappresentativo delle assemblee il suo punto principale, il suo principale impegno istituzionale in questi ultimi anni -, proprio per chiedere che vi sia, in questa evoluzione, la massima attenzione alla possibilità che questo organismo diventi un punto reale di collegamento degli sforzi che vengono compiuti da una parte e dall'altra, che tendono ad un dialogo istituzionale ma hanno bisogno di un locus standi, di strumenti adeguati e, credo, di un rafforzato impegno e di una consapevolezza legislativa condivisa, in quel policentrismo che non deve diventare anarchico ma che, per quanto possibile, deve essere gestito con attenzione e con elevata prudenza.

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