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Palumbo


PRESIDENTE. Ha la parola Giuseppe Palumbo, Presidente della Commissione affari sociali della Camera.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della Commissione affari sociali della Camera. Siamo alla fine di questo pomeriggio e parliamo di sanità, di sociale, di salute. La XII Commissione della Camera dei deputati ha svolto la propria attività nella piena consapevolezza dei problemi che il nuovo Titolo V della Costituzione ha posto in ordine ai rapporti tra Stato, Regioni ed autonomie locali. La tutela della salute, infatti, rientra nell'ambito delle materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, fatta salva la potestà esclusiva dello Stato ai sensi della lettera m) dell'articolo 117, comma 2, per quanto attiene la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.
Tali problematiche sono ripetutamente emerse durante l'esame dei provvedimenti in materia di assistenza ed in quella sanitaria in Commissione e l'incertezza sulla compatibilità costituzionale delle nuove proposte di legge ha assunto un rilievo ancora maggiore, tenuto conto che il quadro istituzionale appare tuttora in fase evolutiva. Infatti il provvedimento sulla cosiddetta devolution incide nuovamente ed in modo significativo sulle competenze dei diversi livelli istituzionali, soprattutto nel campo della sanità.
La Commissione, come sicuramente a voi è noto, ha affrontato importanti tematiche nel campo della tutela della salute. Tra le altre mi piace ricordare la riforma degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, la disciplina sul divieto del fumo, la legge sulla procreazione assistita, non ancora completata ed attualmente al Senato, ed altri iter legislativi ancora in fieri come la medicina non convenzionale, gli asili nido, la legge su anziani ed handicap ed altre. Ma l'attenzione della Commissione, dell'Assemblea legislativa a livello nazionale, ma spesso anche regionale, si è incentrata soprattutto, quest'anno, sugli aspetti del contenimento e della razionalizzazione della spesa sanitaria, che rappresentano uno dei nodi principali. L'accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni dell'8 agosto 2001, nel definire il quadro generale della compatibilità finanziaria nel settore sanitario, ha dato un importante contributo per una puntuale ripartizione delle competenze legislative e amministrative tra Stato e Regioni.
L'attuazione di tale accordo e del decreto legge 347/2001, sia pur con qualche eccezione ha consentito il raggiungimento di importanti risultati, sia sul piano finanziario che nella definizione dei livelli essenziali di assistenza uniformi su tutto il territorio nazionale. Su questo tema questa mattina ci siamo confrontati nella Commissione XII e i rappresentanti delle Regioni hanno espresso, giustamente, l'opportunità di un ulteriore approfondimento del trattamento riservato ai cosiddetti malati cronici, un punto che sicuramente potrà essere posto all'attenzione.
Inoltre, nello svolgimento dei suoi compiti, la Commissione ha sempre posto, come già fatto rilevare da altri in questa sede, particolare attenzione alle rivendicazioni e alle proposte delle Regioni. Ciò abbiamo realizzato esaminando con molta attenzione sia i pareri espressi dalla Conferenza Stato-Regioni, effettuando poi audizioni su temi specifici dei rappresentanti dei Consigli regionali, recependo le indicazioni della Commissione affari costituzionali che è competente in Parlamento ad affrontare i profili della compatibilità dei progetti di legge, nonché analizzando, con il valido supporto di tutti gli uffici della Camera, le iniziative già assunte dalle singole Regioni nelle materie oggetto di esame a livello parlamentare.
Tuttavia il contenzioso, assai significativo, in campo sanitario, nei rapporti tra Stato e Regioni, evidenzia che lo sforzo compiuto dalla Commissione non è ancora adeguato ai problemi da risolvere e che il cammino da percorrere è ancora lungo. L'esperienza di questo ultimo anno conferma, peraltro, la necessità di un forte coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali verso obiettivi comuni di politica sanitaria da realizzare grazie ad una lettura del dettato costituzionale volta a valorizzare una sempre più stretta cooperazione tra poteri e non attraverso una loro contrapposizione. Non vogliamo una sanità diversa nelle varie Regioni, ma vogliamo una sanità che, sia, per lo meno nei livelli essenziali di assistenza, uniforme per tutta la nazione.
Anche il seminario di oggi costituisce un'utile occasione per approfondire queste tematiche e individuare procedure volte a uno scambio di informazioni più continuo tra il Governo e il Parlamento, tra il Parlamento e le Regioni, così come anche tra i Consigli e le Giunte regionali. Servono nuove forme di confronto e mediazione politica tra le esigenze delle diverse realtà regionali, nell'ottica di un miglioramento costante della qualità, soprattutto delle prestazioni del servizio sanitario sull'intero territorio nazionale.
Sempre questa mattina, nel confronto presso la XII Commissione, è emersa ancora una volta, come più volte questa sera, la necessità di costituire al più presto la nuova Commissione bicamerale per le questioni regionali, che rappresenterebbe la sede importante di discussione e soluzione di molti dei problemi del settore della sanità.

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