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Giorgetti


PRESIDENTE. Passiamo adesso a Giancarlo Giorgetti, Presidente della Commissione bilancio della Camera.



GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della Commissione bilancio della Camera. La finanza pubblica costituisce un caso esemplare del sempre più intenso intreccio tra le competenze spettanti all'Unione europea, quelle dello Stato e quelle delle autonomie territoriali. Al tempo stesso, nel settore si manifesta in modo evidente una condizione non pienamente soddisfacente dell'assetto e dei rapporti tra i diversi livelli di governo, dal momento che non è stato ancora possibile pervenire ad una configurazione stabile e duratura.

Siamo in presenza di una fase di sperimentazione contrassegnata da notevoli difficoltà e conflittualità. Occorre quindi procedere alla individuazione di alcuni elementi fondamentali che possano essere ampiamente condivisi, su cui costruire soluzioni soddisfacenti.

Anzitutto si tratta di prendere atto del fatto che la finanza pubblica non può prescindere da un intervento legislativo da parte dello Stato. Tale intervento si impone per l'esigenza di assicurare il coordinamento dell'azione svolta dai diversi enti e per introdurre forme adeguate di monitoraggio e controllo, in ragione del fatto che condizioni di squilibrio che dovessero determinarsi anche a livello locale, inevitabilmente verrebbero a gravare su tutta la collettività nazionale.

La creazione dell'Unione economica e monetaria da cui derivano vincoli per gli andamenti finanziari del complesso delle amministrazioni pubbliche rafforza questa esigenza, fondandola su impegni di carattere sovranazionale, di cui il Governo è chiamato a dar conto di fronte alle istituzioni comunitarie. Per altro verso è evidente che la capacità di decidere in materia di entrata e di spesa costituisce il parametro essenziale su cui misurare l'effettivo livello di autonomia degli enti territoriali, in quanto rappresenta la condizione, e per certi versi il presupposto, dell'esercizio di ogni altra forma di autonomia.

Non può quindi ipotizzarsi alcuna stabile risposta ai complessi problemi del coordinamento della finanza pubblica che non garantisca agli enti territoriali certezza di risorse e facoltà di deciderne la destinazione. Si tratta, in sostanza, di acquisire piena consapevolezza della valenza strategica che gli assetti di finanza pubblica assumono rispetto al complessivo disegno dei rapporti tra Stato e autonomie territoriali, pervenendo in tempi rapidi alla definizione di un quadro preciso di ripartizione delle competenze spettanti a ciascun livello di governo, in coerenza con la prospettiva di un compiuto disegno federalista.

A tal fine è necessario che l'alta Commissione di studio prevista dalla legge finanziaria per il 2003 concluda i suoi lavori nei tempi previsti, in modo da offrire al confronto politico un quadro organico in cui siano delineati e raccordati i diversi interventi necessari per affrontare le complesse e molteplici problematiche inerenti la definizione dei principi di coordinamento della finanza pubblica.

In attesa di definire l'assetto della materia, nella fase transitoria in atto è auspicabile che ciascun soggetto coinvolto si imponga una sorta di autodisciplina volta a evitare interventi, specie se di carattere normativo, scarsamente significativi e incompatibili con esigenze minime di coordinamento. In sostanza sarebbe opportuno evitare che si proceda in ordine sparso, limitando una conflittualità generalizzata e una condizione di incertezza tali da determinare una paralisi decisionale.

Ai fini di un più ordinato e consapevole esercizio della funzione legislativa, un importante contributo può essere offerto dal potenziamento e dalla valorizzazione delle procedure e degli strumenti diretti a una programmazione degli interventi che si vogliano adottare. Si offrirebbe in questo modo un valido strumento di conoscenza degli indirizzi che ciascun ente intende perseguire, utile anche ai fini di una preventiva verifica delle compatibilità e degli eventuali fattori di conflittualità.

Più in generale, condizione essenziale per un efficace coordinamento della finanza pubblica è costituita dalla formazione di un sistema di reciproca e tempestiva informazione che deve riguardare in primo luogo gli andamenti finanziari nel corso della gestione. Tale sistema offrirebbe il vantaggio di garantire la trasparenza sugli andamenti finanziari, in modo da favorire la responsabilizzazione dei diversi soggetti e al tempo stesso mi pare che debba essere assunto, quale elemento fondamentale dell'attività legislativa, oltre che dell'azione amministrativa, il vincolo di economicità. Ciò implica un'attenta valutazione delle risorse finanziarie necessarie in relazione all'applicazione delle misure che si intendono introdurre e contestualmente, con riferimento alla normativa vigente e ai programmi di spesa già definiti, un'accurata definizione e un puntuale esame da parte degli organi assembleari degli stanziamenti iscritti nei bilanci di previsione.

Il vincolo di economicità si traduce, in primo luogo, nell'adozione del principio di sussidiarietà quale regola fondamentale dell'azione dei pubblici poteri. La sussidiarietà implica l'adeguata valorizzazione del ruolo degli enti locali, in primo luogo dei Comuni, i quali costituiscono l'istituzione più vicina ai cittadini e, come tali, quelle cui compete in via ordinaria l'esercizio delle funzioni amministrative.

In questo quadro gli organi assembleari possono svolgere un ruolo decisivo nell'esercizio puntuale dei poteri di indirizzo, di controllo nei confronti degli organi di governo. Occorre pertanto avvalersi interamente dei poteri e delle facoltà a disposizione.

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