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Pier Ferdinando Casini


PIER FERDINANDO CASINI, Presidente della Camera dei deputati. Cominciamo i nostri lavori. Il Ministro La Loggia mi ha appena telefonato, dicendo che da qui a pochi minuti sarà presente. Sono lieto di dare il benvenuto della Camera dei deputati a tutte le componenti che la riunione interistituzionale, promossa dal Comitato per la legislazione, riunisce attorno a questo tavolo. Rivolgo un particolare benvenuto alle delegazioni delle Assemblee regionali, che svolgono spesso le loro riunioni in questo palazzo, testimoniando un'idea alta e importante: il Parlamento è il luogo naturale di incontro e di dialogo di diverse forme di rappresentanza dell'intera comunità nazionale. La realizzazione della Camera delle Autonomie è il tema in cui si incrociano tutte le questioni oggi al centro del dibattito sulle istituzioni. E' un tema che non si può più eludere o rinviare, non solo perché altrimenti non vi saranno i tempi per portarlo a termine entro la fine della legislatura, ma soprattutto perché la seconda Camera è la chiave di volta della forma di governo nazionale, regionale e locale.
Il sistema federalista che si sta delineando non potrà funzionare in modo unitario se le autonomie non saranno portate al centro del processo di decisione legislativa nazionale in una Camera che pienamente le rappresenti.
Sono necessarie modifiche al sistema delle competenze, ma non bisogna illudersi sull'efficacia di riforme astratte. Senza raccordi istituzionali non fa molta differenza un criterio di competenza esclusiva o di competenza concorrente: il territorio è lo stesso e sul territorio tutte le decisioni si intrecciano e si devono coordinare.
Dobbiamo quindi accelerare e coordinare tutto il processo di correzione e di completamento delle riforme in senso federalista, considerando insieme competenze, organi, procedure a tutti i livelli e cioè l'effettivo funzionamento dell'intero sistema.
Occorre un'assunzione di responsabilità verso il paese, di tutte le parti politiche, che porti ad un chiarimento sulla direzione di marcia e sul complessivo equilibrio del futuro sistema di competenze ripartite. In questo contesto l'integrazione della Commissione bicamerale per le questioni regionali con i rappresentanti delle Regioni e degli enti locali, può rappresentare un'utile soluzione in vista del completamento dell'impianto federalista.
Le Giunte del Regolamento in questo anno hanno lavorato attorno all'attuazione di questa facoltà. La predisposizione di un testo di modifica dei regolamenti parlamentari non è stata semplice, ma ora il testo c'è ed è in dirittura di arrivo. Gli ultimi ostacoli mi sembrano in via di superamento. Anche la questione della elezione dei rappresentanti regionali in seno ai Consigli dovrà trovare una soluzione d'intesa fra tutte le parti, che risponda a coerenza e a correttezza dei rapporti tra le istituzioni. E' ora necessaria una verifica politica. Ognuno dovrà fare la propria parte, ricercando in ciascun ambito la più ampia intesa politica e istituzionale.
L'anno in corso è decisivo per portare a compimento la formazione dei nuovi statuti regionali. Mi auguro che i nuovi statuti possano riannodare il dialogo tra gli Esecutivi e le Assemblee legislative, che attualmente attraversa una fase difficile. Non credo giovi a nessuno un atteggiamento di isolamento di ciascuna istituzione in se stessa, che porta ad un indebolimento complessivo delle istituzioni regionali, proprio nel momento in cui esse si vedono attribuite così vaste responsabilità dal nuovo assetto costituzionale.
In questo ambito le Regioni dovranno adottare procedure utili a raccordare i processi legislativi regionali con quelli nazionali. Le Assemblee regionali dovranno prevedere al loro interno organi e procedure diretti a verificare la coerenza delle singole leggi regionali con il complessivo sistema delle competenze, come giustamente pretendono che avvenga in Parlamento.
Qui tocchiamo i temi oggetto dell'odierna riunione interistituzionale, che non riguarda i rami alti del nuovo ordinamento costituzionale, ma questioni più concrete e specifiche. Si tratta dei modi in cui si deve legiferare in un ambiente assai più complesso che in passato, un ambiente ove sarà comunque altissimo il tasso di interdipendenza delle decisioni, quale che sia il sistema di ripartizione delle competenze.
Lascio la parola, su questo, agli studiosi e ai legislatori, espertissimi, che mi seguiranno in questo dibattito, a cominciare dall'on. Mattarella, Presidente del Comitato per la legislazione. Da parte mia voglio riconoscere al Comitato per la legislazione il merito di promuovere questo tipo di incontri che hanno un'accurata preparazione e seguono, anno dopo anno, un percorso fatto di tappe successive e perseguono obiettivi concreti, basati sulla cooperazione tra istituzioni ed enti di ricerca.
Non dobbiamo dimenticare che la legislazione è un patrimonio della collettività che trascende governi, maggioranze e generazioni presenti. La sua cura risponde agli interessi generali e permanenti del paese e l'istituzione parlamentare lavora anche per questo.
Proprio in questi giorni è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato d'intesa con i presidenti delle Camere, che avvia l'attuazione di un'idea lanciata proprio in una di queste riunioni interistituzionali dall'on. Beniamino Andreatta nel dicembre 1999, quando era vicepresidente e presidente in pectore del Comitato per la legislazione: l'idea di realizzare sulla rete Internet un sistema informativo nazionale sulla normativa vigente che consenta a chiunque una ricerca facile e intelligente e apra la strada al riordinamento e alla semplificazione del sistema normativo. Al Presidente Andreatta va la nostra gratitudine anche per questo progetto, che si aggiunge al grande e generoso contributo che ha dato al nostro Paese.
Sul sito Internet della Camera viene oggi inserito il Manuale della legislazione, che riunisce le regole sulla produzione e formazione tecnica delle norme, che sono ora sparse tra le più disparate fonti. Anche in questo caso si tratta di uno strumento messo a disposizione della collettività, che potrà agevolare il lavoro di chiunque si occupi, entro e fuori le istituzioni, della elaborazione di testi normativi.
Da qui prendo lo spunto per un'ultima considerazione.
Le Assemblee rappresentative certo si dividono ogni giorno su tutte le questioni, ma sono di gran lunga la più grande forza unificante delle rispettive collettività. La modernizzazione dei processi decisionali non passa attraverso la loro emarginazione. Al contrario, i sistemi di governo contemporanei richiedono procedure che includano e valorizzino le Assemblee. Lo dimostrano le proposte che sta elaborando un laboratorio multinazionale come la Convenzione europea. L'evoluzione delle nostre forme di governo dovrà dunque andare nella stessa direzione. Gli Esecutivi regionali a diretta legittimazione popolare, come il Governo nazionale devono sempre più rafforzare la posizione unificante del premier al loro interno, ma proprio per questo hanno ancora più bisogno di governare attraverso le Assemblee e di arricchirsi del loro pluralismo e della loro dialettica, altrimenti finirebbe per logorarsi definitivamente il sistema di partiti e, con loro, il tessuto democratico della comunità.
Mi sembra dunque quanto mai appropriato il sottotitolo di questa riunione interistituzionale "Il ruolo delle Assemblee" e mi auguro di cuore che il nostro lavoro porti a risultati utili per rafforzare il loro ruolo.

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